L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza pagina 21

Testo di pubblico dominio

ma quasi sempre aspira all'elmo piumato del generale. Ingegno, astuzia, coltura, fierezza d'orgoglio e transazioni di coscienza, tutte le armi del bene e del male egli deve adoperare per giungere a quell'elmo piumato. Se per via può anche giovare alla patria, tanto meglio. Diverrà generale, senza perdere il glorioso battesimo di patriota. Siccome la politica è l'arte di governare un paese, tocca tutto e tutti, e quindi un po' politici lo dobbiamo per amor di patria esser tutti; non fosse che nella modesta missione di elettore amministrativo. E siccome la politica tocca tutto e tutti, ne viene anche, che essa va dall'uno all'altro polo delle umane energie; dal martirio dell'eroe alla forca del delinquente; dal cielo dell'angelo all'inferno del demonio; dall'arco trionfale alla galera. Ecco perchè l'uomo politico è spesso e dovrebbe esser sempre soldato; mentre è invece talvolta brigante. Soldato e brigante maneggiano le stesse armi, ma con questa semplicissima differenza, che il primo difende la legge e la patria, il secondo difende il proprio interesse. In un Parlamento (fosse pure l'ultimo fra tutti) abbiamo confusi insieme briganti e soldati. Vestono nella stessa maniera, siedono sugli stessi scanni e pur troppo devono spesso votare insieme, confondendo così nella coscienza popolare, ogni giorno e brutalmente, il bene e il male; il sagrifizio di sè stessi alla patria e il sagrifizio della patria a sè stessi. Il Cristo tra i due ladroni è un'immagine fedele di un banco parlamentare od anche ministeriale. Nei casi più fortunati abbiamo un ladrone fra due Gesù. Se tu hai influenza sull'animo di tuo marito, uomo politico; tiengli alto il cuore, senza eccitar mai la sua ambizione. Questa nel maschio umano non ha quasi mai bisogno di eccitanti, spesso invece ha bisogno di deprimenti. La missione della donna è invece quella di essere la vestale delle nostre idealità, della nostra onestà politica, che è poi una cosa sola colla onestà domestica. È sacrilega distinzione, quella di due onestà e ho sempre rabbrividito, udendo queste parole, che giudicavano un uomo: —È un gran galantuomo nella vita privata, ma in politica…. La somma di molti galantuomini fa una nazione onesta. La somma di parecchi disonesti basta a disonorarla. Dove nasce un'epidemia panamistica o cuciniellana, il paese è profondamente malato e se non si giunge in tempo all'amputazione, la gangrena secca invade tutto l'organismo e la nazione muore. E siccome nessuna forza si distrugge, anche la donna nel modesto giro della propria famiglia può e deve essere un'energia, che risana, che risangua, che attiva la vigoria morale di una nazione. Che il tuo marito sia sindaco o deputato, senatore o ministro, fa di essere fiera della sua onestà prima che del suo ingegno, della sua lealtà prima che delle sue commende; e tu seguilo coll'occhio vigile dell'affetto che ama, ma non transige; del cuore che si intenerisce, ma non vacilla nelle ore di Getsemani, quando la coscienza lotta tra le tenebre coll'ambizione o colla sete dell'oro. IL MARITO MILITARE. Parrebbe a priori, che il soldato deva essere il pessimo di tutti i mariti. Abituato ad imporre e a subire una disciplina ferrea, vivendo sempre in un ambiente artificiale al di fuori della società, in cui tutti quanti respiriamo e camminiamo; festeggiato dalle donne, perchè rappresentante della forza e perchè vestito d'un'uniforme; costretto a mutare ad ogni tratto di guarnigione; egli dovrebbe essere un cattivo marito. L'esperienza invece, che non ragiona, ma ci dà i frutti della natura, ci dice che il marito militare è l'ottimo tra tutti i mariti; sempre ad altre circostanze pari. Io mi son domandato sempre il perchè di questa contraddizione fra ciò che ci suggerisce la teoria e ciò che ci dimostra la pratica, e confesso, che per quanto aguzzassi lo sguardo e gettassi profondo lo scandaglio in questa regione della psicologia umana, rimasi col desiderio di sapere e con molte ipotesi in testa; che è quanto dire con un pugno di mosche in mano. Che Venere sia stata, sia e sarà sempre l'amante di Marte, è facile a capirsi e inutile a spiegarsi, perchè poeti, filosofi e psicologi (che non è la stessa cosa) e scrittori di romanzi hanno esercitato penna e pensiero su questo tema. Ma Marte non è marito, ma amante, e la cosa è ben diversa; e il Marte moderno, che si chiama tenente di corvetta o capitano dei bersaglieri o maggiore del genio o simili è quasi sempre un ottimo marito. È forse perchè il militare, dopo aver conosciuto i volgari amori della piazza e le facili avventure delle brevi guarnigioni, dopo avere insomma amato molte femmine, desidera conoscere e amare una donna? È forse perchè il soldato è sempre un uomo scelto fra molti e quindi bello e forte e molto maschio? È forse perchè la vita artificiale e regolamentare, che lo opprime e lo schiaccia per tante ore del giorno, gli fa sentire più vivo il bisogno di una casa senz'altro regolamento che l'amore, senza altri ordini del giorno che le carezze quotidiane? È forse perchè la casa è il miglior contravveleno della caserma e il desinare in famiglia il premio di tanti pranzi nei restaurants? È forse perchè il militare abituato a farsi la propria valigia, a curare le proprie cose, a tenerle in ordine e in grande pulizia, è una specie di buona ménagère e portando tutte queste abitudini e abilità in una famiglia, è anche per questo un ottimo marito? È forse perchè obbligato sempre ad applicare una disciplina molto dura, a fare il burbero per forza; è felice di abbandonare in famiglia le redini del comando e d'essere compiacente e tenero colla moglie e i figliuoli? Per quale di queste ragioni la donna, sposando un soldato, ha maggior probabilità di esser felice? Forse per nessuna di esse esclusivamente, ma per tutte quante prese insieme. * * * Del resto la ragione delle cose stuzzica e appaga la nostra curiosità di sapere, ma il conoscerla non è sempre necessario; per la più parte degli uomini inutile. I più grandi problemi dell'universo e della vita ci sono del tutto oscuri, e ciò non ci ha impedito di camminare sempre avanti nella via del progresso e di cambiarci da selvaggi antropofagi in gente civile, che si veste, che nasconde le miserie animalesche dell'esistenza; che parla col telefono e cammina colla locomotiva. Accontentiamoci dunque di dire, che il soldato è quasi sempre un ottimo marito e lasciamo ai posteri il trovarne il perchè. Sarà una delle tante x, che lasciamo ai posteri con quella larga eredità di perchè, di come, di quando, che trasmettiamo ai nostri figliuoli, perchè alla loro volta la lascino ai pronipoti dei nipoti lontani. Altri consigli del babbo a sua figlia nella scelta del marito. Cara e dolce mia figliuola, vorrei che tu dimenticassi tutti quanti i consigli, che ti ho dati fin qui per non ricordarti che di questo, che tutti quanti li domina dall'alto della sua importanza, che tutti quanti li abbraccia come una mamma, che in un solo amplesso si stringe al cuore tutti i suoi bambini. E il consiglio, per quanto importante, per quanto grande, sta tutto chiuso in una sola linea: —Meglio rimaner ragazza per tutta la vita che maritarsi male. * * * Invece ai nostri tempi, si crede e si fa precisamente il contrario. Il rimaner ragazza è creduto una vergogna, e ci si marita mediocremente, se non si può bene; e male se non si può mediocremente. —O un marito o la vergogna! E naturalmente si sceglie il marito. Lo sposo è brutto o antipatico, o malaticcio o stupido. A quarant'anni non ha saputo ancora farsi una posizione. Lo dicono donnaiuolo, giuocatore, fannullone. È vecchio e acciaccoso. I suoi parenti son disonorati. Non importa!—Egli è un uomo e quindi un marito. Piuttosto che la vergogna di morire ragazza, venga il brutto, il vecchio, il libertino, il fannullone! Lungo il viaggio la soma si aggiusterà da sè. * * * Nulla di più sciocco, di più falso, di più immorale di questo dilemma,

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Argomenti: glorioso battesimo,    banco parlamentare,    maschio umano,    due onestà,    modesto giro

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