L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza pagina 19

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colleghi, l'ingratitudine e le esigenze dei malati, l'ambiente di dolori in cui dobbiamo vivere, fa della nostra arte la più difficile e la più spinosa e non può assorgere a più spirabil aere, che quando ci riscalda l'amore degli uomini e possiamo aspirare alla gloria. È allora che Clotilde giovane e bella può essere felice di essere l'amante e la compagna del Dottor Pascal; è allora che una donna di cuore e di ingegno può essere felice di essere la moglie di un medico. Molte donne, che nei loro sogni di fanciulla desideravano di essere dottoresse o suore di carità, trovano, sposando un medico, una via indiretta per realizzare il loro sogno pietoso. Esse sono fiere e felici di accompagnare col pensiero ed anche coll'opera il loro compagno in quella missione di sagrifizii continui, in quel travaglio quotidiano, che è un apostolato e spesso anche un martirio. Esse sono beate di confortarlo, quando sconfortato dall'ingratitudine degli uomini o dall'impotenza della scienza ritorna a casa coll'amarezza nel cuore e colle lagrime negli occhi! Quante volte la tua buona mamma mi ha dato il coraggio che mi mancava, per continuare il mio cammino: quante volte mi ha mostrato la meta lontana e gloriosa ed è riuscita a farmi benedire la professione che io liberamente aveva scelto e che nei primi anni mi sembrava un Calvario; che non aveva altri compagni per via che triboli e spine e che sulla vetta non mi mostrava che una croce! Nè soltanto ella si occupava di me, ma dei miei malati e mi accompagnava spesso nelle mie visite ai poveri, nelle capanne della campagna o nei bugigattoli asfissianti della città; dove più che i soccorsi dell'arte doveva portare i conforti della pietà o i soccorsi della carità. Essa era il mio angelo confortatore in casa, la mia alleata nelle opere pietose al di fuori, ed io ero benedetto per merito suo e per opera sua benedicevo la mia arte, così difficile, così oscura, così travagliata da tutte le miserie morali e da tutti i dolori fisici del povero bipede implume. Essa è riuscita a coltivare in me l'amore delle cose difficili, che io aveva da natura; e ad ogni difficoltà che io incontrava sul mio cammino, ad ogni calcio villano che mi tiravano i miei colleghi o ad ogni brutale schiaffo dei miei malati trovava in sè nuove parole di conforto, nuove carezze, nuovi impeti del cuor generoso. M'è perfino avvenuto, che il contravveleno che essa mi porgeva mi sembrasse così dolce, da desiderare nuovo veleno per aver poi nel nido della mia casa più dolci carezze, più caro conforto: "Ma non ami tu forse le cose difficili? Ebbene tu hai scelto per onor tuo la difficilissima e la spinosissima fra tutte le arti; e qui appunto, si parrà la tua nobilitate, e più alto e glorioso sarà il premio, quanto più contrastata e fiera sarà stata la lotta. In fondo a questa via troverai la massima delle compiacenze umane, quella di aver sparso intorno a te tante benedizioni, quella di aver fatto tacere tanti dolori, di aver salvate tante preziose esistenze, di aver forse aggiunto all'avara scienza nuove scoperte, nuove invenzioni, risorse nuove." E la tua buona mamma aveva ragione, perchè le posizioni facili d'una vita senza contrasti, d'una lotta senza forti avversarii, se non ci possono dar forti dolori, ci negano anche le gioie più calde e più inebbrianti. Poco travaglio, poco dolore e poca gioia.—Molto travaglio, molta fatica, ma anche voluttà senza nome. Il mondo non l'abbiam fatto noi e dobbiamo accettarlo com'è, e là si vuole, che la vittoria non si abbia che dopo la lotta. Se si rinuncia a lottare, si deve anche rinunziare ai trofei della gloria. Io ti ho mostrato nella professione del medico i due lati della medaglia, i quali son forse tra di loro in più fiero contrasto che in qualunque altra posizione sociale. Tocca a te il guardarli ben bene e il giudicare, se ti senti il coraggio di affrontare il male colla speranza di raccogliere anche il bene. In ogni modo non sposare mai e poi mai un medico mediocre. IL MARITO AVVOCATO. Se mi si chiedesse qual'è la nazione più morale, risponderei subito: —Quella, che ha un numero minore di avvocati. Non già perchè essi stessi rappresentino l'immoralità di un popolo e sieno quindi da mettersi fra i ladri, gli assassini e tutte le altre infinite varietà dell'uomo delinquente; ma perchè essi non possono vivere che dell'immoralità altrui. Essi sono i bacilli della corruzione sociale. Una società sana non avrebbe bisogno di medici. Una società idealmente morale non avrebbe bisogno nè di avvocati, nè di carabinieri, nè di soldati. Tutti questi bacilli d'un mondo fisicamente o moralmente malato devono sparire in una società futura più sana e più morale della nostra. Io morrò in questa santa fede e tu trasmettila ai tuoi figliuoli. Mentre però guardiamo cogli occhi della speranza in un avvenire migliore e molto lontano, noi abbiamo gli avvocati e ne abbiamo pur troppo molti, moltissimi, troppi: tanto che non avendo sufficiente materia peccans per vivere, e trovando ancora insufficiente l'immoralità pubblica per potersi nutrire, e prolificare, fabbricano spesso essi stessi la gelatina delle contese e delle cause per vivere, o invadono i campi della politica, portandovi, le loro spore e i loro micrococchi. Oh perchè mai con tante leggi draconiane, con tanti ostracismi ingiusti di incompatibilità parlamentari, non abbiamo ancora avuto un ministro così savio e così coraggioso da proporre l'esclusione degli avvocati dal Parlamento? Perchè? Perchè i ministri dell'interno son quasi tutti avvocati e i deputati sono in gran parte avvocati e il suicidio è un delitto! Eppure quella savia esclusione basterebbe a moralizzare l'ambiente parlamentare, a risanarlo e a prolungare la vita del nostro parlamentarismo tanto malato. Ma io, tesorino mio, non devo parlarti dell'avvocato che come marito possibile; e gli avvocati son tanti e anch'essi hanno come tutti i galantuomini il diritto di prender moglie. L'avvocatura per sè stessa esercita una piccola influenza sulla felicità del matrimonio. L'avvocato è generalmente una persona colta, esperta delle umane vicende, per lo più eloquente; che anche in amore adopera bene le armi della parola, dei sofismi e dei sillogismi. Hanno però una facile tendenza a scambiare la verità colla bugia, dovendole adoperare egualmente bene nelle esercitazioni del Foro e dovendo per loro ufficio persuader gli altri di ciò, di cui essi stessi non sono convinti. È naturalmente questione di arte, che può non intaccare il fondo del cuore. Un avvocato deve difendere un ladro, un omicida, un falsario; ma non per questo deve approvare in cuor suo il furto, l'omicidio e il falso. Egli è come l'attore drammatico, che non diventa un tiranno perchè rappresenta Luigi XI, nè un imbroglione, perchè fa la parte di Rabagas. Questa continua ginnastica però, questo continuo maneggio di sofismi, questa elasticità eccessiva, questa abilità di preparare le trappole dell'eloquenza tendono involontariamente ad appannar la coscienza del bene e del male e a confonderli alquanto; dovendo l'avvocato passare dall'uno all'altro, e continuamente, nei suoi attacchi e nelle sue difese. Diffida dunque un tantino dell'eloquenza degli avvocati, quando essi l'adopreranno per farti una dichiarazione d'amore: accettala con un largo benefizio d'inventario. Cerca insomma di scoprire l'uomo al disotto del causidico, e se quello val meglio di questo, dimentica il mio giudizio forse troppo pessimista e dovuto alla mia dolorosa esperienza, che mi ha costretto ad adoperare gli avvocati più di quanto io avrei desiderato. Molti avvocati, anche fra i più abili maneggiatori di trappole forensi, anche tra i più ingegnosi compilatori di lunghe e pesanti note pei loro clienti; quando entrano nel nido della famiglia, sono felicissimi di lasciar la toga e le bugie nell'anticamera del tribunale. E là fra le braccia d'una moglie adorata e i sorrisi dei loro bambini aspirano a

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Argomenti: angelo confortatore,    brutale schiaffo,    nuovo veleno,    fiero contrasto,    numero minore

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