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Il benefattore di Luigi Capuana pagina 3sassi per costruire il gran muro di cinta lungo lo stradone, appianavano rialzi di terreno, sgombravano la linea, tracciata dall'ingegnere, che dal posto dove dovea sorgere il cancello saliva a zigzag fino alla casetta rurale dei Laureano già abbattuta dalle fondamenta per far luogo al Cottèg, come avevano sentito dire che sarebbe chiamata la villa. E di lassù si distingueva benissimo l'inglese che andava qua e là, dando ordini, sotto l'ombrello cenericcio sempre aperto contro il sole, e sollecitava e dirigeva, instancabile. Poi, verso sera, gli vedevano riprendere la via del paese, cavalcando alla testa dei suoi uomini, al pari di un generale, com'era partito la mattina, all'alba, dopo averli rassegnati (erano quasi un centinaio) e averli disposti in squadre, secondo i diversi lavori a cui venivano addetti. Gli uomini partivano cantando in coro, con gli strumenti del lavoro in ispalla, marciando alla soldatesca. E come i soldati pel loro capitano, si sarebbero fatti ammazzare per quel padrone che li pagava bene, puntualmente; che li ristorava con buone minestre, con ottimo vino; che li faceva riposare un paio d'ore, quando il sole saettava dal meriggio; non rifiutando mai una persona che gli si fosse presentata per chiedere lavoro; pagando il medico e le medicine, se qualcuno di loro si ammalava. Nei primi mesi, i galantuomini sorridevano di compassione, crollavano la testa, pensando che la cosa era troppo bella da poter durare. Convenivano però che l'inglese si rivelava più furbo di quel che non sembrasse. Facendo a quel modo, otteneva che i contadini e gli operai lavorassero il doppio quasi senza accorgersi di lavorare. Infatti in meno di due mesi, le grillaie di Tirantello e del Cucchiaio erano quasi irriconoscibili; il muro di cinta, terminato; lo stradone serpeggiava fino a piè della collina; e si vedevano già i fossati delle fondamenta che tracciavano lo scheletro del Cottage. —E poi?—domandava il canonico Medulla. —Dice che vuol piantare un vigneto da una parte—rispondeva il sindaco—e un giardino di agrumi dall'altra. —E l'acqua? D'onde la caverà l'acqua per inaffiare il giardino? —Ha già fatto cominciare gli scavi. Intanto ha quella del mulino dal Cucchiaio. —Due gocce! È pazzo da catena costui. Un giorno, abbandonerà baracca e burattini e scapperà coi debiti che ha fatto nelle Banche di Catania; lasciatevelo dire da me! —Ma sono quattrini suoi quelli che prende dalle banche, quattrini depositati, messi a frutto. —Fandonie! —Costui ci darà una bella lezione, signor canonico! —La lezione la riceverà lui, e di che sorta! Andare ad affacciarsi dal Muraglione per osservare i lavori dell'inglese, laggiù, era diventato l'occupazione giornaliera dei galantuomini che ordinariamente ozieggiavano in Casino, dicendo male di questo e di quello, ammazzando il tempo con interminabili partite a tarocchi o al bigliardo, o sbadigliando seduti in circolo, su la terrazza che dominava il Largo della Matrice e quasi segregava il Casino dal contatto della gente radunata davanti a la chiesa, le domeniche; contadini la più parte. Le gite al Muraglione formavano un diversivo, davano pretesto a discussioni, a malignità anche; perchè quando noi vediamo fatto da altri quel che, con nostro profitto, avremmo potuto fare e non abbiamo voluto o saputo fare, l'attività altrui ci insinua nell'animo un rancore chiuso; ci sentiamo quasi frodati di quel che ci sarebbe stato facile possedere e che scorgiamo intanto in mano di uno che ci apparisce ora un intruso e fino a ieri compiangevamo o disprezzavamo come illuso o pazzo da legare. Chi di quei galantuomini si sarebbe mai immaginato che Tirantello, Cucchiaio, Pennino e Santa Barbara, avessero potuto divenire un gran podere modello, trasformati dall'attività di un sol uomo; e coprirsi di vigneti, di giardini di agrumi, con polle di acqua fatte scaturire quasi miracolosamente dalle viscere della terra; con un vasto casamento, con stalle, comode abitazioni pei contadini; con una vita rigogliosa, fiorentissima, regolata come un orologio dall'intelligenza direttrice che aveva saputo operare tale trasformazione, da rendere impossibile a qualunque immaginazione il ricostruirsi la visione di quell'aggregato di grillaie dove poco addietro le capre, i buoi trovavano a stento un po' di erba da brucare? E c'era voluto meno di tre anni, perchè i viaggiatori che passavano con la vettura postale per lo stradone, mentre davanti la rimessa avveniva il ricambio dei cavalli, si accostassero al cancello meravigliati di scorgere una scena così ridente colà, dove prima non si vedeva altro che miseria e desolazione! IV. E appunto tre anni dopo l'arrivo dell'inglese a Settefonti, una bella sera di aprile si erano incontrati al Muraglione, il canonico Medulla e il sindaco con altri galantuomini del Casino. —Ve lo dicevo, signor canonico? Costui ci darà una bella lezione! Ma il canonico era fisso più che mai nella sua diffidenza. —Datemi tempo, cavaliere! —Tra una settimana avremo la festa della inaugurazione. Siete stato invitato? —Come tutti gli altri. Io però non mi mescolo con protestanti. Sono pecore rognose, e la rogna è un contagio. —Ma che c'entra qui la religione? —C'entra. E ora che vengono le donne, più protestanti di lui… Ha una figlia, lo sapete? Nessuno mi leva di testa che i denari spesi là non siano quattrini della setta. Ne inventano d'ogni sorta per far propaganda. —O se l'inglese non ha parlato mai di religione! —Benissimo; è l'arte fina dei protestanti! S'insinuano, s'insinuano… Ecco: mi sembrate già mezzo protestante voi, cavaliere; scusate. Ha fatto rizzare pure una cappella laggiù. Che bisogno ce n'era? Settefonti ha trenta chiese, trenta! —Anch'io ho la chiesetta a Sabattino, per la messa, quando siamo in villeggiatura—disse uno dei galantuomini, ridendo. —Ah! Per la messa. Ma, avete sentito dire finora che l'inglese abbia fatto celebrare una sola messa laggiù? —Se vi chiamasse per celebrarla ogni domenica, non sparlereste. —Non sparlo io, dico la verità. E, in quanto ai risultati, vi ripeto: Datemi tempo! Eh? Vuole insegnarci a fare il vino? Ma sappiamo farlo meglio di lui, e di uva schietta. Farà degli intrugli e discrediterà i nostri vini costui. Fa burro e formaggi… di latte di vacca! Avete mai sentito dire che si facciano formaggi col latte di vacca? Farà formaggi che inverminiscono in due giorni. Se gli inglesi sono porci, da preferirli al nostro piacentino, al nostro caciocavallo, peggio per loro. Che è mai quel suo burro? L'ho assaggiato; cosa insipida, cosa da medicature, se mai. Oh! Vedremo i suoi olii. Per questo ha comprato Pennino e Santa Barbara, che hanno boschi di ulivi. Strettoi di ferro, o di acciaio, che so io? E la ruggine? Non guasterà gli olii? Don Paolo Conti, che ha voluto provarli questi nuovi famosi strettoi, vi ha rimesso mezzo patrimonio ed è tornato all'uso antico. E poi, chi troppo abbraccia, poco stringe, dice il proverbio. Il canonico, fatta una dispettosa scappellata, era andato via. Intanto, laggiù, sotto il sole, la vallata sorrideva, col vigneto, con l'agrumento, con le cascine bianche, con le vacche pascolanti su per le colline ora che e' era da brucare erba fresca sotto gli ulivi di S. Barbara. In cima a una collina, specchieggiavano due grandi vasche d'acqua per l'inaffiatura delle piante di limoni; e, più in là, con la facciata tinta in verde pallido, si vedeva il Cottage a un solo piano, dove sarebbe venuta ad abitare la famiglia dell'inglese, moglie, figlia e una cognata sorella della moglie, con due donne di servizio. Il Sindaco e gli altri tre erano rimasti a contemplare, muti, quello spettacolo che loro sembrava ancora incredibile, quantunque avessero assistito, quasi giorno per giorno, alla rapida trasformazione. —Il canonico è una bestia!—aveva poi esclamato il Sindaco.—Ma ci sono a Settefonti un centinaio di bestie uguali a lui. Protestanti! Che me n'importa, se fanno tanto Tag: canonico fatto sarebbe acqua due altri bella inglese dire Argomenti: troppo bella, cinta lungo, casetta rurale, vettura postale, mezzo patrimonio Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La famiglia dell'antiquario di Carlo Goldoni La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Nuove storie d'ogni colore di Emilio De Marchi Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Vacanze in Grecia, Lindos Betta splendens: caratteristiche del pesce combattente Quando e come innaffiare le orchidee Guadalupa, l'acqua cristallina del mare dei Caraibi Come pulire i gioielli d'oro
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