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Il benefattore di Luigi Capuana pagina 12nello stesso tempo. Egli aveva ingombrato di fiori il salottino e la camera; ne aveva sparsi per terra, sui mobili, sul letto con folle profusione, quasi volesse augurare un'uguale fioritura primaverile a quell'amore creduto impossibile, irraggiungibile e che ora avrebbe dovuto farlo delirare di gioia, e non fremere d'indignazione, e non fargli fin sospettare che ella non avesse trovato in lui quel che si era immaginato di trovarvi, e che la incredibile attitudine di passiva freddezza fosse sincera espressione del sentimento non riuscito a dissimulare. —Ah!—le disse Ezio, con profonda amarezza.—Com'eri più amante nel mio sogno! —Raccontamelo di nuovo!—ella rispose con dolce accento di preghiera. E dopo ch'egli, illuso dalla tenerezza che gli era parso di scorgere in quell'accento, avea ripreso a raccontare, ella sembrava assente col pensiero, lontana quasi rincorresse qualch'altro suo sogno. Per ciò egli le stringeva le mani così forte da doverle far male, ma senza ch'ella mostrasse di accorgersene. Solamente, a intervalli, pareva riprendere coscienza, per esclamare: —La realtà è più bella!… Oh, più bella! Quale? Evidentemente ricordava un'altra realtà, faceva villani confronti! Il maligno sospetto, tosto che gli spuntò nel cervello, parve illuminargli di sinistra luce l'intelletto. E rapidamente, spietatamente egli giudicò che colei, stimata pura e non mai sospettata, doveva essere pura in apparenza soltanto, e che soltanto la sua suprema ipocrisia avea dovuto impedire che neppure un sospetto avesse osato di toglierle la brutta maschera dal viso. —Ah, le oneste! Sono peggio delle peggiori!—egli pensava. Si sentiva avvilito da quel che giudicava disprezzo di donna estremamente corrotta! Non sapeva chi lo trattenesse dal mostrarle con parole e con atti, in che conto ormai la teneva. Le lasciò andare le mani, e si mise a passeggiare su e giù per la camera, ruminando i vituperi di cui la stimava meritevole. Si era levata in piedi anche lei, e davanti allo specchio si aggiustava i capelli un po' disordinati, stirava le pieghe della veste. Poi, andatagli incontro lentamente, aprendo e socchiudendo le palpebre e posategli carezzevolmente le mani su le spalle, mormorava: —Amore mio bello! —Abbiamo fatto tardi!—egli borbottò, scansando la carezza per guardare l'orologio cavato di tasca. —Ah!… Tu ti sei accorto delle ore trascorse; io, no.— Ezio la guardò, colpito dal rimpianto che le era tremato nella voce pronunziando quelle parole. Non mentiva dunque?… O mentiva così bene? E la scrutava, mentr'ella s'infilava i guanti, a occhi bassi, e poi li abbottonava, stranamente assorta, senza fretta. Ma come la vide accostare all'uscio, porre la mano al paletto, e solo allora tendergli l'altra mano e le labbra, pronunciando un sommesso: A rivederci! Ezio improvvisamente scoppiò: —Così tu ami? Così? Così? —Oh, Dio!…—ella balbettò coprendosi il viso con le mani. —Ti sei dunque fatto giuoco di me! E perchè mai? Perchè? Che indegna commedia sei qui venuta a rappresentare? Ella affondava il viso tra le mani, per non udire, immobile, fulminata… E, come dicesi che avvenga alle persone prossime a morire di morte violenta, vedeva passarsi davanti agli occhi, in un lampo, tutto quel che aveva sofferto per lui: e le segrete angosce, e le lotte, e i tormenti dei rimorsi, prima di decidersi al tremendo sacrifizio della sua vita immacolata, della sua reputazione forse e della sua pace; e le raggianti fantasie di amore e di felicità con le quali si era confortata all'immolazione di tutta sè stessa ai piedi di lui! Oh! Ella l'amava tanto, che non avea saputo trovare parole per esprimerglielo, istupidita dalla gioia di darsi incondizionatamente, anima e corpo; resa quasi inerte e ghiaccia dall'estremo accesso della sua stessa passione… Ed egli non lo aveva capito! E poteva rinfacciarle:—Così tu ami? Così?—E buttarle in viso la infame accusa:—Che indegna commedia sei qui venuta a rappresentare?… Ella non udiva più quel che Ezio continuava a dire contro di lei con voce soffocata, scotendole violentemente un braccio. All'enormità dell'affronto, il suo orgoglio si era ribellato, le aveva fatto levar su alteramente la testa, avea acceso un gran lampo di fierezza, in quelle pupille poco prima annegate in ineffabile languore… E aperto rapidamente l'uscio, ella lo richiuse con gesto sdegnoso. * * * Ezio Cami, fu per lunghi mesi, sotto l'ossessione di quella scena di delusione che aveva offeso il suo amor proprio e il suo amore, e che lo faceva terribilmente soffrire notte e giorno, quantunque egli tentasse ogni mezzo di distrarsi, anche perchè colei non potesse rallegrarsi degli effetti dell'opera sua, e non lo riputasse sua vittima. Era andato, prima, a isolarsi in villa occupandosi insolitamente di cose di campagna: poi, presto annoiato, era partito per un viaggio in Germania. Qualche lettera di un amico gli inciprigniva con inconsapevole crudeltà la piaga ancora sanguinante, dandogli larghe notizie dei pettegolezzi cittadini… Si parlava molto della misteriosa malattia della bellissima signora Arici; il marito n'era inconsolabile… E si parlava moltissimo anche della sparizione di lui, che i maligni attribuivano a una passione infelice per… E citava il nome della canzonettista straniera alla quale Ezio aveva fatto apparentemente un po' di corte. Benissimo! Questo sviava la mùta dei curiosi dalla sua vera traccia… Era stato gentiluomo; si era saputo contenere, anche nei primi momenti; e n'era lieto, specialmente ora che cominciava a sentirsi penetrare dal dubbio ch'egli si fosse stupidamente ingannato giudicando male la signora Arici. Le notizie di quella misteriosa malattia lo agitavano, lo spingevano a ripensare tutti i particolari della scena di quel giorno; e di mano in mano che gli sembrava di vedersi schiarire davanti agli occhi l'intimo significato degli atti e delle parole di lei, un sordo rimorso lo assaliva, una profonda angoscia lo tormentava. Era stato cieco? Era stato pazzo? Come aveva potuto non conoscere la sincerità, la grandezza di quel cuore di donna? Come s'era lasciato sfuggire il possesso di quell'inestimabile tesoro? Frivolo, scettico, non aveva mai amato, non era mai stato amato. E l'unica volta che gli era accaduto di sentirsi elevare dalla misera volgarità della sua vita, l'unica volta che una nobilissima creatura gli era venuta incontro portandogli in regalo il fragrante fiore della sua passione, la sua infinita tenerezza, l'intiera essenza della sua anima, egli l'aveva ricacciata indietro, calpestando quel fiore, spargendo villanamente per terra quella purissima essenza!… Ah, il fatale sogno! E che grande enimma la vita umana! Un'intima voce ci avverte:—Ecco, la felicità sta per passare per la tua via!—E noi stiamo ad attenderla, guardando qua e là, vicino, lontano, a destra a sinistra; illudendoci di doverla sùbito riconoscere a certi segni, secondo certi nostri preconcetti, senza riflettere un momento che essi possano essere fallaci… E la felicità, infatti, passa via, si allontana, sparisce; e soltanto allora noi ci accorgiamo di esserci stoltamente ingannati!… È inutile attenderla ancora, ella non ripassa mai dallo stesso punto! Filosofava così per distogliersi dall'idea di scappare da quell'albergo straniero, accorrere da lei, gettarsele ai piedi e chiederle perdono!… Inoltre, chi poteva proprio assicurarlo che egli giudicasse dirittamente ora e non allora? Come discernere, con certezza, se la misteriosa malattia che lo faceva così sentimentalmente fantasticare provenisse da profondo dolore per grave delusione, o da dispetto di orgoglio e di vanità femminile? O da altra cagione, accidentale, che non aveva niente che vedere con l'una o con l'altra? E così quando lesse, pochi giorni dopo, in un giornale italiano la notizia del suicidio della signora Arici attribuito a momentanea esaltazione morbosa, egli rimase perplesso, con un groppo di Tag: mani viso sei fatto mano parole vita sogno malattia Argomenti: profondo dolore, commedia sei, fioritura primaverile, incredibile attitudine, dolce accento Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Orfeo di Angelo Poliziano Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Giambi ed Epodi di Giosuè Carducci Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Pulizia e alimentazione anti acne Testimonianza dei risultati naturali di Juvederm Eccesso di peso Il sonno e la sua importanza Cos'è e cosa può fare il fotoringiovanimento
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