Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello pagina 8

Testo di pubblico dominio

sè? recitare, presentarsi loro davanti al pubblico? Il padre. Eh già, per come siamo. Il capocomico. Ah, le assicuro che offrirebbero un bellissimo spettacolo! Il primo attore. E che ci staremmo a fare nojaltri, qua, allora? Il capocomico. Non s'immagineranno mica di saper recitare loro! Fanno ridere... Gli Attori, difatti, rideranno. Ecco, vede, ridono! Sovvenendosi: Ma già, a proposito! Bisognerà assegnar le parti. Oh, è facile: sono già di per sè assegnate: alla Seconda Donna: lei signora, La Madre. Al Padre: Bisognerà trovarle un nome. Il padre. Amalia, signore. Il capocomico. Ma questo è il nome della sua signora. Non vorremo mica chiamarla col suo vero nome! Il padre. E perché no, scusi? se si chiama così... Ma già, se dev'essere la signora... Accennerà appena con la mano alla Seconda Donna. Io vedo questa accennerà alla Madre come Amalia, signore. Ma faccia lei... Si smarrirà sempre più. Non so più che dirle... Comincio già... non so, a sentir come false, con un altro suono, le mie stesse parole. Il capocomico. Ma non se ne curi, non se ne curi, quanto a questo! Penseremo noi a trovare il tono giusto! E per il nome, se lei vuole «Amalia», sarà Amalia; o ne troveremo un altro. Per adesso designeremo i personaggi così: all'Attor Giovane: lei «Il Figlio», alla Prima Attrice: lei, signorina, s'intende, «La Figliastra». La figliastra (esilarata). Come come? Io, quella lì? Scoppierà a ridere. Il capocomico (irato). Che cos'ha da ridere? La prima attrice (indignata). Nessuno ha mai osato ridersi di me! Pretendo che mi si rispetti, o me ne vado! La figliastra. Ma no, scusi, io non rido di lei. Il capocomico (alla Figliastra). Dovrebbe sentirsi onorata d'esser rappresentata da... La prima attrice (subito, con sdegno). «Quella lì!» La figliastra. Ma non dicevo per lei, creda! dicevo per me, che non mi vedo affatto in lei, ecco. Non so, non... non m'assomiglia per nulla! Il padre. Già, è questo; veda, signore! La nostra espressione— Il capocomico.—ma che loro espressione! Credono d'averla in sè, loro, l'espressione? Nient'affatto! Il padre. Come! Non abbiamo la nostra espressione? Il capocomico. Nient'affatto! La loro espressione diventa materia qua, a cui dan corpo e figura, voce e gesto gli attori, i quali—per sua norma—han saputo dare espressione a ben più alta materia: dove la loro è così piccola, che se si reggerà sulla scena, il merito, creda pure, sarà tutto dei miei attori. Il padre. Non oso contraddirla, signore. Ma creda che è una sofferenza orribile per noi che siamo così come ci vede, con questo corpo, con questa figura— Il capocomico (troncando, spazientito).—ma si rimedia col trucco, si rimedia col trucco, caro signore, per ciò che riguarda la figura! Il padre. Già; ma la voce, il gesto— Il capocomico.—oh, insomma! Qua lei, come lei, non può essere! Qua c'è l'attore che lo rappresenta; e basta! Il padre. Ho capito, signore. Ma ora forse indovino anche perché il nostro autore, che ci vide vivi così, non volle poi comporci per la scena. Non voglio fare offesa ai suoi attori. Dio me ne guardi! Ma penso che a vedermi adesso rappresentato... non so da chi... Il primo attore (con alterigia alzandosi e venendogli incontro, seguito dalle gaje giovani Attrici che rideranno). Da me, se non le dispiace. Il padre (umile e mellifluo). Onoratissimo, signore. S'inchinerà. Ecco, penso che, per quanto il signore s'adoperi con tutta la sua volontà e tutta la sua arte ad accogliermi in sè... Si smarrirà. Il primo attore. Concluda, concluda. Risata delle Attrici. Il padre. Eh, dico, la rappresentazione che farà—anche forzandosi col trucco a somigliarmi... —dico, con quella statura... tutti gli Attori rideranno difficilmente potrà essere una rappresentazione di me, com'io realmente sono. Sarà piuttosto—a parte la figura—sarà piuttosto com'egli interpreterà ch'io sia, com'egli mi sentirà—se mi sentirà—e non com'io dentro di me mi sento. E mi pare che di questo, chi sia chiamato a giudicare di noi, dovrebbe tener conto. Il capocomico. Si dà pensiero dei giudizi della critica adesso? E io che stavo ancora a sentire! Ma lasci che dica, la critica. E noi pensiamo piuttosto a metter su la commedia, se ci riesce! Staccandosi e guardando in giro: Su, su! È già disposta la scena? Agli Attori e ai Personaggi: Si levino, si levino d'attorno! Mi lascino vedere. Discenderà dal palcoscenico. Non perdiamo altro tempo! Alla Figliastra: Le pare che la scena stia bene così? La figliastra. Mah! io veramente non mi ci ritrovo. Il capocomico. E dàlli! Non pretenderà che le si edifichi qua, tal quale, quel retrobottega che lei conosce, di Madama Pace! Al Padre: M'ha detto una saletta a fiorami? Il padre. Sissignore. Bianca. Il capocomico. Non è bianca; è a strisce; ma poco importa! Per i mobili, su per giù, mi pare che ci siamo! Quel tavolinetto, lo portino un po' più qua davanti! I Servi di scena eseguiranno. Al Trovarobe: Lei provveda intanto una busta, possibilmente cilestrina, e la dia al signore. Indicherà il Padre. Il trovarobe. Da lettere? Il capocomico e il padre. Da lettere, da lettere. Il trovarobe. Subito! Escirà. Il capocomico. Su, su! La prima scena è della Signorina. La Prima Attrice si farà avanti. Ma no, aspetti, lei! dicevo alla Signorina. Indicherà la Figliastra. Lei starà a vedere— La figliastra (subito aggiungendo).—come la vivo! La prima attrice (risentita). Ma saprò viverla anch'io, non dubiti, appena mi ci metto! Il capocomico (con le mani alla testa). Signori miei, non facciamo altre chiacchiere! Dunque, la prima scena è della Signorina con Madama Pace. Oh, si smarrirà, guardandosi attorno e risalirà sul palcoscenico e questa Madama Pace? Il padre. Non è con noi, signore. Il capocomico. E come si fa? Il padre. Ma è viva, viva anche lei! Il capocomico. Già! Ma dov'è? Il padre. Ecco, mi lasci dire. Rivolgendosi alle Attrici: Se loro signore mi volessero far la grazia di darmi per un momento i loro cappellini. Le attrici (un po' sorprese, un po' ridendo, a coro).
—Che?
—I cappellini?
—Che dice?
—Perché?
—Ah, guarda! Il capocomico. Che vuol fare coi cappellini delle signore? Gli Attori rideranno. Il padre. Oh nulla, posarli per un momento su questi attaccapanni. E qualcuna dovrebbe essere così gentile di levarsi anche il mantello. Gli attori (c.s.).
—Anche il mantello?
—E poi?
—Dev'esser matto! Qualche attrice (c.s.).
—Ma perché?
—Il mantello soltanto? Il padre. Per appenderli, un momentino... Mi facciano questa grazia. Vogliono? Le attrici (levandosi i cappellini e qualcuna anche il mantello, seguiteranno a ridere, ed andando ad appenderli qua e là agli attaccapanni).
—E perché no?
—Ecco qua!
—Ma badate che è buffo sul serio!
—Dobbiamo metterli in mostra? Il padre. Ecco, appunto, sissignora: così in mostra! Il capocomico. Ma si può sapere per che farne? Il padre. Ecco, signore: forse, preparandole meglio la scena, attratta dagli oggetti stessi del suo commercio, chi sa che non venga tra noi... Invitando a guardare verso l'uscio in fondo della scena: Guardino! guardino! L'uscio in fondo s'aprirà e verrà avanti di pochi passi Madama Pace, megera d'enorme grassezza, con una pomposa parrucca di lana color carota e una rosa fiammante da un lato, alla spagnola; tutta ritinta, vestita con goffa eleganza di seta rossa sgargiante, un ventaglio di piume in una mano e l'altra mano levata a sorreggere tra due dita la sigaretta accesa. Subito, all'apparizione, gli Attori e il Capocomico schizzeranno via dal palcoscenico con un urlo di spavento, precipitandosi alla scaletta e accenneranno di fuggire per il corridojo. La Figliastra, invece, accorrerà a Madama Pace, umile, come davanti a una padrona. La figliastra (accorrendo). Eccola! Eccola! Il padre (raggiante). È lei! Lo dicevo io? Eccola qua! Il capocomico (vincendo il primo stupore, indignato). Ma che trucchi son questi? Il primo attore (quasi

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Argomenti: sofferenza orribile

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