Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello pagina 4

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altri si faranno attorno premurosi. La Madre, seduta, cercherà d'impedire che il Padre le sollevi il velo che le nasconde la faccia. Il padre. La guardi, signore, la guardi... La madre. Ma no, Dio, smettila! Il padre. Lasciati vedere! Le solleverà il velo. La madre (alzandosi e recandosi le mani al volto, disperatamente). Oh, signore, la supplico d'impedire a quest'uomo di ridurre a effetto il suo proposito, che per me è orribile! Il capocomico (soprappreso, stordito). Ma io non capisco più dove siamo, né di che si tratti! Al Padre: Questa è la sua signora? Il padre (subito). Sissignore, mia moglie! Il capocomico. E com'è dunque vedova, se lei è vivo? Gli Attori scaricheranno tutto il loro sbalordimento in una fragorosa risata. Il padre (ferito, con aspro risentimento). Non ridano! Non ridano così, per carità! È appunto questo il suo dramma, signore. Ella ebbe un altro uomo. Un altro uomo che dovrebbe esser qui! La madre (con un grido). No! No! La figliastra. Per sua fortuna è morto: da due mesi, glie l'ho detto. Ne portiamo ancora il lutto, come vede. Il padre. Ma non è qui, veda, non già perché sia morto. Non è qui perché—la guardi, signore, per favore, e lo comprenderà subito!—Il suo dramma non potè consistere nell'amore di due uomini, per cui ella, incapace, non poteva sentir nulla—altro, forse, che un po' di riconoscenza (non per me: per quello!)—Non è una donna, è una madre!—E il suo dramma—(potente, signore, potente!) consiste tutto, difatti, in questi quattro figli dei due uomini ch'ella ebbe. La madre. Io, li ebbi? Hai il coraggio di dire che fui io ad averli, come se li avessi voluti? Fu lui, signore! Me lo diede lui, quell'altro, per forza! Mi costrinse, mi costrinse ad andar via con quello! La figliastra (di scatto, indignata). Non è vero! La madre (sbalordita). Come non è vero? La figliastra. Non è vero! Non è vero! La madre. E che puoi saperne tu? La figliastra. Non è vero! Al Capocomico: Non ci creda! Sa perché lo dice? Per quello lì indicherà il Figlio lo dice! Perché si macera, si strugge per la noncuranza di quel figlio lì, a cui vuol dare a intendere che, se lo abbandonò di due anni, fu perché lui indicherà il Padre la costrinse. La madre (con forza). Mi costrinse, mi costrinse, e ne chiamo Dio in testimonio! Al Capocomico: Lo domandi a lui indicherà il marito se non è vero! Lo faccia dire a lui!... Lei indicherà la Figlia non può saperne nulla. La figliastra. So che con mio padre, finché visse, tu fosti sempre in pace e contenta. Negalo, se puoi! La madre. Non lo nego, no... La figliastra. Sempre pieno d'amore e di cure per te! Al Giovinetto, con rabbia: Non è vero? Dillo! Perché non parli, sciocco? La madre. Ma lascia questo povero ragazzo! Perché vuoi farmi credere un'ingrata, figlia? Io non voglio mica offendere tuo padre! Ho risposto a lui, che non per mia colpa né per mio piacere abbandonai la sua casa e mio figlio! Il padre. È vero, signore. Fui io. Pausa. Il primo attore (ai suoi compagni). Ma guarda che spettacolo! La prima attrice. Ce lo danno loro, a noi! L'attor giovane. Una volta tanto! Il capocomico (che comincerà a interessarsi vivamente). Stiamo a sentire! stiamo a sentire! E così dicendo, scenderà per una delle scalette nella sala e resterà in piedi davanti al palcoscenico, come a cogliere, da spettatore, l'impressione della scena. Il figlio (senza muoversi dal suo posto, freddo, piano, ironico). Sì, stiano a sentire che squarcio di filosofia, adesso! Parlerà loro del Demone dell'Esperimento. Il padre. Tu sei un cinico imbecille, e te l'ho detto cento volte! Al Capocomico già nella sala: Mi deride, signore, per questa frase che ho trovato in mia scusa. Il figlio (sprezzante). Frasi. Il padre. Frasi! Frasi! Come se non fosse il conforto di tutti, davanti a un fatto che non si spiega, davanti a un male che si consuma, trovare una parola che non dice nulla, e in cui ci si acquieta! La figliastra. Anche il rimorso, già! sopra tutto. Il padre. Il rimorso? Non è vero; non l'ho acquietato in me soltanto con le parole. La figliastra. Anche con un po' di danaro, sì, sì, anche con un po' di danaro! Con le cento lire che stava per offrirmi in pagamento, signori! Movimento d'orrore degli Attori. Il figlio (con disprezzo alla sorellastra). Questo è vile! La figliastra. Vile? Erano là, in una busta cilestrina sul tavolino di mogano, là nel retrobottega di Madama Pace. Sa, signore? una di quelle Madame che con la scusa di vendere «Robes et Manteaux» attirano nei loro «ateliers» noi ragazze povere, di buona famiglia. Il figlio. E s'è comperato il diritto di tiranneggiarci tutti, con quelle cento lire che lui stava per pagare, e che per fortuna non ebbe poi motivo—badi bene—di pagare. La figliastra. Eh, ma siamo stati proprio lì lì, sai! Scoppia a ridere. La madre (insorgendo). Vergogna, figlia! Vergogna! La figliastra (di scatto). Vergogna? È la mia vendetta! Sto fremendo, signore, fremendo di viverla, quella scena! La camera... qua la vetrina dei mantelli; là, il divano-letto; la specchiera; un paravento; e davanti la finestra, quel tavolino di mogano con la busta cilestrina delle cento lire. La vedo! Potrei prenderla! Ma lor signori si dovrebbero voltare: son quasi nuda! Non arrossisco più, perché arrossisce lui adesso! Indicherà il Padre. Ma vi assicuro ch'era molto pallido, molto pallido in quel momento! Al Capocomico: Creda a me, signore! Il capocomico. Io non mi raccapezzo più! Il padre. Sfido! Assaltato così! Imponga un po' d'ordine, signore, e lasci che parli io, senza prestare ascolto all'obbrobrio, che con tanta ferocia costei le vuol dare a intendere di me, senza le debite spiegazioni. La figliastra. Qui non si narra! qui non si narra! Il padre. Ma io non narro! voglio spiegargli. La figliastra. Ah, bello, sì! A modo tuo! Il Capocomico, a questo punto, risalirà sul palcoscenico per rimettere l'ordine. Il padre. Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sè, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo d'intenderci; non c'intendiamo mai! Guardi la mia pietà, tutta la mia pietà per questa donna indicherà la Madre è stata assunta da lei come la più feroce delle crudeltà. La madre. Ma se m'hai scacciata! Il padre. Ecco, la sente? Scacciata! Le è parso ch'io l'abbia scacciata! La madre. Tu sai parlare; io non so... Ma creda, signore, che dopo avermi sposata... chi sa perché! (ero una povera, umile donna...) Il padre. Ma appunto per questo, per la tua umiltà ti sposai, che amai in te, credendo... S'interromperà alle negazioni di lei; aprirà le braccia, in atto disperato, vedendo l'impossibilità di farsi intendere da lei, e si rivolgerà al Capocomico: No, vede? Dice di no! Spaventevole, signore, creda, spaventevole, la sua si picchierà sulla fronte sordità, sordità mentale! Cuore, sì, per i figli! Ma sorda, sorda di cervello, sorda, signore, fino alla disperazione! La figliastra. Sì, ma si faccia dire, ora, che fortuna è stata per noi la sua intelligenza. Il padre. Se si potesse prevedere tutto il male che può nascere dal bene che crediamo di fare! A questo punto la Prima Attrice, che si sarà macerata vedendo il Primo Attore civettare con la Figliastra, si farà avanti e domanderà al Capocomico: La prima attrice. Scusi, signor Direttore, seguiterà la prova? Il capocomico. Ma sì! ma sì! Mi lasci sentire adesso! L'attor giovane. È un caso così nuovo! L'attrice giovane. Interessantissimo! La prima attrice. Per chi se n'interessa! E lancerà un'occhiata al Primo Attore. Il capocomico (al Padre). Ma bisogna che lei si spieghi chiaramente. Si metterà a sedere. Il padre. Ecco, sì. Veda, signore, c'era con me un pover'uomo, mio subalterno,

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