Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello pagina 14

Testo di pubblico dominio

Rivolgendosi alla Figliastra: E dico, se la bambina, sorprendendolo così a spiare, accorresse a lui e gli cavasse di bocca almeno qualche parola? La figliastra (sorgendo in piedi). Non speri che parli, finché c'è quello lì! Indicherà il Figlio. Bisognerebbe che lei mandasse via, prima, quello lì. Il figlio (avviandosi risoluto verso una delle due scalette). Ma prontissimo! Felicissimo! Non chiedo di meglio! Il capocomico (subito trattenendolo). No! Dove va? Aspetti! La Madre si alzerà sgomenta, angosciata dal pensiero che egli se ne vada davvero, e istintivamente leverà le braccia quasi per trattenerlo, pur senza muoversi dal suo posto. Il figlio (arrivando alla ribalta, al Capocomico che lo tratterrà). Non ho proprio nulla, io, da far qui! Me ne lasci andare, la prego! Me ne lasci andare! Il capocomico. Come non ha nulla da fare? La figliastra (placidamente, con ironia). Ma non lo trattenga! Non se ne va! Il padre. Deve rappresentare la terribile scena del giardino con sua madre! Il figlio (subito, risoluto, fieramente). Io non rappresento nulla! E l'ho dichiarato fin da principio! Al Capocomico: Me ne lasci andare! La figliastra (accorrendo, al Capocomico). Permette, signore? Gli farà abbassare le braccia, con cui trattiene il Figlio. Lo lasci! Poi, rivolgendosi a lui, appena il Capocomico lo avrà lasciato: Ebbene, vattene! Il Figlio resterà proteso verso la scaletta, ma, come legato da un potere occulto, non potrà scenderne gli scalini; poi, tra lo stupore e lo sgomento ansioso degli Attori, si moverà lentamente lungo la ribalta, diretto all'altra scaletta del palcoscenico; ma giuntovi, resterà anche lì proteso, senza poter discendere. La Figliastra, che lo avrà seguito con gli occhi in atteggiamento di sfida, scoppierà a ridere. —Non può, vede? non può! Deve restar qui, per forza, legato alla catena, indissolubilmente. Ma se io che prendo il volo, signore, quando accade ciò che deve accadere—proprio per l'odio che sento per lui, proprio per non vedermelo più davanti—ebbene, se io sono ancora qua, e sopporto la sua vista e la sua compagnia—si figuri se può andarsene via lui che deve, deve restar qua veramente con questo suo bel padre, e quella madre là, senza più altri figli che lui... Rivolgendosi alla Madre: —E su, su, mamma! Vieni... Rivolgendosi al Capocomico per indicargliela: —Guardi, s'era alzata, s'era alzata per trattenerlo... Alla Madre, quasi attirandola per virtù magica: —Vieni, Vieni... Poi al Capocomico: —Immagini che cuore può aver lei di mostrare qua ai suoi attori quello che prova; ma è tanta la brama d'accostarsi a lui, che—eccola—vede? è disposta a vivere la sua scena! Difatti la Madre si sarà accostata, e appena la Figliastra finirà di proferire le ultime parole, aprirà le braccia per significare che acconsente. Il figlio (subito). Ah, ma io no! Io no! Se non me ne posso andare, resterò qua; ma le ripeto che io non rappresento nulla! Il padre (al Capocomico, fremendo). Lei lo può costringere, signore! Il figlio. Non può costringermi nessuno! Il padre. Ti costringerò io! La figliastra. Aspettate! Aspettate! Prima, la bambina alla vasca! Correrà a prendere la Bambina, si piegherà sulle gambe davanti a lei, le prenderà la faccina tra le mani. Povero amorino mio, tu guardi smarrita, con codesti occhioni belli: chi sa dove ti par d'essere! Siamo su un palcoscenico, cara! Che cos'è un palcoscenico? Ma, vedi? un luogo dove si giuoca a far sul serio. Ci si fa la commedia. E noi faremo ora la commedia. Sul serio, sai! Anche tu... L'abbraccerà, stringendosela sul seno e dondolandosi un po'. Oh amorino mio, amorino mio, che brutta commedia farai tu! che cosa orribile è stata pensata per te! Il giardino, la vasca... Eh, finta, si sa! Il guajo è questo, carina: che è tutto finto, qua! Ah, ma già forse a te bambina, piace più una vasca finta che una vera; per poterci giocare, eh? Ma no, sarà per gli altri un gioco; non per te, purtroppo, che sei vera, amorino, e che giochi per davvero in una vasca vera, bella, grande, verde, con tanti bambù che vi fanno l'ombra, specchiandovisi, e tante tante anatrelle che vi nuotano sopra, rompendo quest'ombra. Tu la vuoi acchiappare, una di queste anatrelle... Con un urlo che riempie tutti di sgomento: no, Rosetta mia, no! La mamma non bada a te, per quella canaglia di figlio là! Io sono con tutti i miei diavoli in testa... E quello lì... Lascerà la Bambina e si rivolgerà col solito piglio al Giovinetto: Che stai a far qui, sempre con codest'aria di mendico? Sarà anche per causa tua, se quella piccina affoga: per codesto tuo star così, come se io facendovi entrare in casa non avessi pagato per tutti! Afferrandogli un braccio per forzarlo a cacciar fuori dalla tasca una mano: Che hai lì? Che nascondi? Fuori, fuori questa mano! Gli strapperà la mano dalla tasca e, tra l'orrore di tutti, scoprirà ch'essa impugna una rivoltella. Lo mirerà un po' come soddisfatta: poi dirà, cupa: Ah! Dove, come te la sei procurata? E poiché il Giovinetto, sbigottito, sempre con gli occhi sbarrati e vani, non risponderà: Sciocco, in te, invece d'ammazzarmi, io, avrei ammazzato uno di quei due; o tutti e due: il padre e il figlio! Lo ricaccerà dietro al cipressetto da cui stava a spiare; poi prenderà la Bambina e la calerà dentro la vasca, mettendovela a giacere in modo che resti nascosta; infine, si accascerà lì, col volto tra le braccia appoggiate all'orlo della vasca. Il capocomico. Benissimo! Rivolgendosi al Figlio: E contemporaneamente... Il figlio (con sdegno). Ma che contemporaneamente! Non è vero, signore! Non c'è stata nessuna scena fra me e lei! Indicherà la Madre. Se lo faccia dire da lei stessa, come è stato. Intanto la Seconda Donna e l'Attor Giovane si saranno staccati dal gruppo degli Attori e l'una si sarà messa a osservare con molta attenzione la Madre che le starà di fronte, e l'altro il Figlio, per poterne poi rifare le parti. La madre. Sì, è vero, signore! Io ero entrata nella sua camera. Il figlio. Nella mia camera, ha inteso? Non nel giardino! Il capocomico. Ma questo non ha importanza! Bisogna raggruppar l'azione, ho detto! Il figlio (scorrendo l'Attor Giovane che l'osserva). Che cosa vuol lei? L'attor giovane. Niente; la osservo. Il figlio (voltandosi dall'altra parte, alla Seconda Donna). Ah—e qua c'è lei? Per rifar la sua parte? Indicherà la Madre. Il capocomico. Per l'appunto! Per l'appunto! E dovrebbe esser grato, mi sembra, di questa loro attenzione! Il figlio. Ah, si! Grazie! Ma non ha ancora compreso che questa commedia lei non la può fare! Noi non siamo mica dentro di lei, e i suoi attori stanno a guardarci da fuori. Le par possibile che si viva davanti a uno specchio che, per di più, non contento d'agghiacciarci con l'immagine della nostra stessa espressione, ce la ridà come una smorfia irriconoscibile di noi stessi? Il padre. Questo è vero! Questo è vero! Se ne persuada! Il capocomico (all'Attor Giovane e alla Seconda Donna). Va bene, si levino davanti! Il figlio. È inutile! Io non mi presto. Il capocomico. Si stia zitto, adesso, e mi lasci sentir sua madre! Alla Madre: Ebbene? Era entrata? La madre. Sissignore, nella sua camera, non potendone più. Per votarmi il cuore di tutta l'angoscia che m'opprime. Ma appena lui mi vide entrare— Il figlio.—nessuna scena! Me ne andai; me n'andai per non fare una scena. Perché non ho mai fatto scene, io; ha capito? La madre. È vero! È così. È così! Il capocomico. Ma ora bisogna pur farla questa scena tra lei e lui! È indispensabile! La madre. Per me, signore, io sono qua! Magari mi desse lei il modo di potergli parlare un momento, di potergli dire tutto quello che mi sta nel cuore. Il padre (appressandosi al Figlio, violentissimo). Tu la farai! per tua madre! per tua madre! Il figlio (più che risoluto). Non faccio nulla! Il padre (afferrandolo per il petto, e scrollandolo). Per Dio, obbedisci! Obbedisci! Non senti come ti parla! Non hai

Tag: figlio    madre    capocomico    padre    qua    vasca    scena    bambina    signore    

Argomenti: terribile scena,    sgomento ansioso,    povero amorino,    solito piglio,    smorfia irriconoscibile

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