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Nuove storie d'ogni colore di Emilio De Marchi pagina 16si avanza! (si alza, fa una rapida toilette allo specchio) Forse è la vecchia zia. Animo, su, coraggio. Sei stato a Custoza, corpo d'una baionetta, e devi aver paura d'una vecchia cuffia? Teresita, una vedovella ancor giovane, simpatica vestita con finissima semplicità e con molto buon gusto. Fa un inchino a Nicolò, che resta un istante imbarazzato. Teresita. Signore…. Nicolò. Signora…. Teresita. Lei ha bisogno di parlarmi. Nicolò. Sissignora… cioè…. veramente mia sorella Giacomina mi ha detto di chiedere della zia delle signorine, la vecchia zia, sissignora… Teresita. Sono io la zia delle signorine…. Nicolò. (sorpreso) Ah, lei fa da madre alle due orfanelle…. (avvicinandosi riconosce un'antica amicizia) Oh, ma scusi, noi ci conosciamo. Ah, chi l'avrebbe detto dopo tanti anni? Lei, lei è la signora Teresita… Teresita. (fingendo di cader dalle nuvole) E lei è il signor Nicolò… Guarda che combinazione! ma si è fatto così grasso…. Nicolò (ridendo con un po' di confusione) Credevo che volesse dire: così vecchio! Teresita. (amabile) Si è viaggiato insieme sulla strada della vita. Guarda che combinazione! Nicolò. Guarda che combinazione! (segue un brevissimo imbarazzo d'ambo le parti) Io credevo che la zia fosse una signora in età, colla cuffia. Teresita. La cuffia verrà… è in viaggio. Ma prego si accomodi, signor Nicolò…. (indica la sedia e siede lei per la prima). Nicolò. (ripetendo materialmente) Guarda che combinazione… (prende la sedia, vi si appoggia, ma non si siede) Ma da quanto tempo non ci vediamo più? Teresita. Oh è un gran pezzo! A che cosa devo attribuire l'onore della sua visita? Nicolò. (giocando colla sedia che fa girare sotto la mano) Mia sorella Giacomina mi ha detto: Va a Incirano, cerca della zia delle sorelle Bellini ed esponi il tuo caso. Teresita. E qual'è il suo caso? Nicolò. Il mio è un caso, dirò così, di coscienza: ma ora non so se devo parlarne. Teresita. Perchè non deve parlarne? Nicolò. (facendo girare più forte la sedia sotto la mano) Perchè…. io…. (dà in una risata allegra) perchè io credevo che la zia fosse una cuffia…. Teresita. (ride anch'essa mentre si abbandona nella poltrona) Dunque è alla cuffia che lei desidera parlare. Nicolò. No, stia buona, ora le dirò il mio caso. Ma è certo che, se avessi potuto immaginare di trovar qui lei al posto della…. cuffia… (ride) non sarei venuto. Teresita. (un po' offesa) Non merito dunque la sua confidenza? Nicolò. Lei merita tutto, ma il mio caso è di quelli che hanno bisogno di molta indulgenza. Teresita. Ma sieda…. Nicolò. (mettendosi a sedere sull'angolo della sedia) Intanto mi dica: come si trova qui a far da madre a queste due bambine? Teresita. Una serie di dolorose circostanze… Oh sapesse quante disgrazie! Morti i parenti di queste due povere figliuole ho pensato ch'io potevo essere utile in questa casa. Nicolò. (esitando) Ma scusi. Lei non aveva sposato quel marchese? Teresita. (molto riservata) Si. Nicolò. (c. s.) E… suo marito? Teresita. È morto. Nicolò. (con una certa sorpresa) Ah! è morto anche lui…. Teresita. In duello a Parigi. Nicolò. In duello a Parigi… Guarda, guarda. Teresita. (dopo un breve pensiero) Ma non parliamo dei morti. Quel che è passato, è passato. Nicolò. (astratto in una sua idea) O bello, o bello…. Teresita. Che cosa? Nicolò. (si corregge, si fa serio, si alza) Mi rincresce di aver risvegliato delle dolorose memorie. Mi scusi…. (in atto di congedarsi) mi perdoni… Teresita. (restando seduta) Ma che cosa fa? lei non mi ha ancora detto lo scopo della sua visita. Nicolò. È vero, ma io non so nemmeno se la mia visita abbia uno scopo. Giacomina doveva avvertirmi di queste circostanze. Teresita. (con tono quasi materno) Bene, si accomodi. Giacomina mi ha scritto tutto. Lei è venuto a Incirano per uno scopo molto lodevole e molto onesto. Vuol prender moglie. Nicolò. (affettando una certa sicurezza) Sì, voglio prender moglie. Teresita. (ridendo con gaiezza simpatica) O bello, o bello…. Nicolò. (un po' mortificato) Che cosa c'è di bello? Teresita. Bello che il signor Nicolò voglia finalmente prender moglie (ride). Nicolò. (serio) Non rida o mi scoraggia. Teresita. Ci ha pensato un pezzo il signor Nicolò. Nicolò. (in tono di rimprovero) E di chi la colpa? Teresita. Di chi? Nicolò. Ah Teresita! non si dovrebbero ricordare certe cose… (picchia nervosamente il bastoncino sul cappello). Teresita. (gravemente) Proprio! Nicolò. E tanto meno si dovrebbe ridere. Teresita. (sospirando) Si ride quando si è finito di piangere. Nicolò. (con una punta d'ironia) Beata lei che ha finito! Le donne son così facili a dimenticare… Teresita. Si dimentica… per non odiare. Nicolò. Io non ho meritato il suo odio. (con un leggiero tono di sarcasmo) A ogni modo la donna che sposava il marchese di San Luca deve aver trovato nel fasto del suo blasone qualche conforto a' suoi dolori. Teresita. (offesa) Nicolò, non dite queste parole che offendono una donna che fu già troppo infelice nella sua vita. Voi sapete come sono andate le cose. Il mio matrimonio fu per me una di quelle necessità che solo il cuore d'una donna sa comprendere e sa compatire. Voi sapete che mio padre era un uomo rovinato, che sulla nostra casa stava il disonore e il fallimento, che soltanto un matrimonio di convenienza poteva salvare una vecchia esistenza dalla disperazione. Allora voi eravate un giovine ufficiale senza fortuna, nell'impossibilità di mettere una casa. Poi venne la guerra e voi partiste per il campo… Nicolò. (con amarezza) E quando tornai dai pericoli della guerra, seppi che Teresita Morando era diventata la marchesa di San Luca. Teresita. (con un moto di ribellione) Già, e non pensaste nemmeno ch'io avessi potuto fare quel passo per un sentimento di abnegazione e di dovere. Voi pensaste solamente e semplicemente che Teresita Morando, ragazza vana, leggera, smaniosa di brillare, inebriata all'idea di portare una corona sul suo biglietto di visita, avesse dimenticato volontieri il povero tenente per darsi nelle braccia di un vecchio nobile… sciupato dai piaceri. Questo solo voi avete pensato: e non sareste stato un uomo se aveste pensato altrimenti. L'egoista non è obbligato a compatire e meno a comprendere… e tanto meno a perdonare. Nicolò. (si alza, resta un istante come combattuto, e mormora) Se sapeste invece quanto ha sofferto questo egoista! Teresita. (alzandosi anch'essa) E quest'ambiziosa oh! non ha forse sofferto! no. Rapita dai bagliori de' suoi diamanti questa vittima incoronata non ha versata mai una lagrima… Nei tre anni del suo matrimonio con quell'infelice boulevardier essa passò di trionfo in trionfo…. invidiata da tutto le miserabili che non hanno una corona sulla carrozza,… e un supplizio nel cuore. (abbandonandosi, alla sua passione) Voi non vi siete più occupato di me; ma per qualche motivo avete stentato a riconoscermi. Voi avete trovato facilmente dei dolci compensi… (arrestata improvvisamente da una specie di rimorso, cangia tono, e con affettata naturalezza ripiglia) Ma di che cosa si parla? oh buon Dio! questo non è lo scopo della vostra visita. A che pro diseppellire cose morte e finite? Sediamo; animo, sedetevi… Veniamo all'argomento, (come smarrita) Giacomina mi ha scritto… Che cosa mi ha scritto la buona amica? che voi volete accasarvi, che è tempo anche per voi di mettere giudizio. È giusto. Sa che le povere mie nipoti son buone e brave ragazze e anch'io sarei contenta di vederle collocate. Ma sedetevi dunque, parlate. Nicolò, (con espressione patetica) No, no, non ho più nulla a dire. Scusate, Teresita, io non son più degno di accostarmi a una donna… (si ritira qualche passo per andar via). Teresita. Non andate in collera per quello che vi ho detto. Vi domando scusa se vi ho offeso. Sedetevi, ragioniamo. Accettate almeno un bicchierino di vermouth…. (_toglie da uno stipo una bottiglia di cristallo e offre un Tag: zia guarda visita caso sedia cuffia tono bello pensato Argomenti: povero tenente Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Romanzo d'una signorina per bene di Anna Vertua Gentile Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Decameron di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Offerta capodanno in Norvegia Offerte capodanno a Londra Praga A chi rivolgersi per adottare un gatto Le scarpe per l'inverno
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