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La sposa persiana di Carlo Goldoni pagina 9l'ebbe alle mani Per cento mamoède, che forman due tomani. IBRAIMA Per me ne hanno sborsato quatordeci i meschini, Che formano dugento gialli, europei zecchini. ZAMA Io so, che Machmut, avido di comprarmi, Saziar non si potea di soppiato in mirarmi. Pare a lodar volesse in me qualche bellezza, Ma il costume ti è noto; chi vuol comprar disprezza. Vidi però, che all'uso di Persia contrattando, Le man col padre mio sotto il manto celando, Le punta delle dita, le dita or curve, or tese Tanto alternò, che alfine a dir «basta» s'intese; E co la mano aperta, che suol valer per cento, Mostrossi il padre mio del prezzo esser contento. IBRAIMA Ma non aperse il pugno, che conta mille. ZAMA Alfine Noi siam Circasse, e siam del più colto confine. E Ircana non è degna né men di starci a fronte. IBRAIMA E soffrirem da lei busse, minaccie ed onte? Affé se mi ci metto... ZAMA Se mi ci metto anch'io... IBRAIMA Vuo' svellerle le chiome. ZAMA Vuo' fare il dover mio. Ora che vi è la sposa non conta più niente; Finito avrà l'audace di far l'impertinente. Scena seconda Fatima e dette. FATIMA (Desio mirarla in viso questa rival sì bella; Qui con le schiave unite vi sarà forse anch'ella) (da sé). IBRAIMA Vedi? (a Zama) ZAMA La sposa (a Ibraima). IBRAIMA O bella! ZAMA Mira che luci oneste! FATIMA (La schiava fortunata qual mai sarà di queste?). IBRAIMA Via; faciamole onore. ZAMA Sì, l'obligo lo vuole. IBRAIMA Signora, che coi lumi splendete al par del sole, Che a Venere in bellezza potete muover guerra, Che avete nel bel ciglio l'arbitrio della terra, Possano i cari figli, che voi darete al mondo Regger dell'universo coi loro cenni il pondo. ZAMA Di quelle lunghe chiome possano ai fili neri In numero esser pari de' figliuoli gl'imperi. Venuta dalle stelle a noi per ornamento, Il lume, la ricchezza scemaste al firmamento, Degna, che Persia tutta vi veneri e v'adori, Regina delle donne, bell'idolo de' cuori. FATIMA Donne, l'usato stile d'Oriente io non ammetto; Adulazion mi spiace, candor bramo, ed affetto. Al ver quest'alma avvezza, del ver s'appaga, e gode. Serbate a chi l'apprezza l'iperbolica lode. IBRAIMA Senti? Questa è virtude (a Zama). ZAMA Virtude, che innamora (a Ibraima). FATIMA (Qual sia Ircana fra queste, non ben discerno ancora) (da sé). IBRAIMA Sposa del signor nostro, che di lui donna siete, Usate il poter vostro, e di me disponete. FATIMA (Questa non è) (da sé). ZAMA Signora, sempre più in me si desta Il desio di servirvi. FATIMA (Non è nemeno questa. Fra quelle, che stan chete forse saravvi anch'ella Ma pur niuna di quelle parmi superba, e bella) (da sé). Scena terza Ircana e dette. IRCANA Olà, qual ozio è questo? Le schiave in concistoro? Itene immantinente ai giardini, al lavoro. FATIMA (Eccola, me l'addita quell'altero sembiante). IBRAIMA Frenate quell'orgoglio (a Fatima e parte). ZAMA Punite l'arrogante (fa lo stesso). IRCANA (Chi è costei, che non parte?) (da sé). FATIMA (Numi, consiglio, aita) (da sé). IRCANA (Ah sì la veggio; è questa la rivale abborrita Fuggasi) (da sé). FATIMA Ircana. IRCANA A nome chi sei tu, che m'appelli? FATIMA Di Tamas la consorte questa è, con cui favelli. IRCANA E ben? che dir vorresti? che io son tua schiava? FATIMA Invano Temi, che usar io voglia teco il poter sovrano. Non servono con l'altre le schiave, che han l'onore D'aver incatenato del signor loro il cuore. IRCANA Né comandare è dato a sposa non amata, Per obbedire il padre, dal giovane sposata. FATIMA È ver, non lo contrasto; tu sei la più felice. Vuoi, che io ti serva? Imponi! IRCANA A te servir non lice. Donna fra suoni, e canti al talamo venuta, Schiava obbedir non deve da' parenti venduta. FATIMA Tal legge in un serraglio rare volte si osserva Spesso il signor confonde colla sposa la serva. IRCANA E chi tal legge soffre mal volentier, sen rieda, Pria che all'onta privata la pubblica succeda. FATIMA L'onte sfuggir non cura chi soffre, e non s'aggrava. IRCANA Donna, che soffre i torti è più vil di una schiava. FATIMA Qual torto, se non mi ama sposo, di te invaghito? IRCANA Non vi è ragion, che approvi le ingiurie d'un marito. FATIMA Con tai ragion condanni te sol di contumace. IRCANA Condanno te, se resti, se lo sopporti in pace. FATIMA Ma se ne' lumi tuoi merto maggiore io vedo, Se Tamas compatisco, se amo il tuo ben... IRCANA Nol credo. Fingi ben, lo conosco, fingi soffrir suoi lacci, Ma tanto più t'accendi, quanto più fremi, e tacci. Chi sa sotto quel ciglio qual covisi lo sdegno, Qual della mia rovina si mediti il disegno? Fatima, donne siamo; parliam tra noi sincere, Ciascuna in modi vari sa fare il suo mestiere, Io d'un amor schernito non soffrirei gli affanni Tu, se il tuo cuor lo soffre, o sei stolta, o m'inganni. FATIMA Stolta sarò. IRCANA Non dice d'esserlo chi è in diffetto. FATIMA Dunque? IRCANA Dunque tu celi colla pace il dispetto. FATIMA E tu con labro sciolto ad insultare avvezzo Aggiungi all'altrui danno con l'ingiurie il disprezzo. Vuoi, che lo sdegno io nutra? tu pur lo nutri in seno, Ma con parole audaci non ne fo pompa almeno. IRCANA Taci; or siamo scoperte, sei mia nemica. FATIMA Ed io Dovrei a chi m'insulta giurar lo sdegno mio. Ma non temer, son tale, che a chi m'insulta ancora Non posso il cor sincero serbar nemico un'ora. IRCANA Segno di tua viltade. FATIMA T'inganni; un segno è questo, Che dell'anime vili la vendetta detesto, E se la virtù stessa vuoi che per te mi aggrave, Segno è, che non mi cale di altercar colle schiave. IRCANA Schiava son io che puote far tremare un'altera. FATIMA Anche di gallo il canto fa tremar una fera. IRCANA O parti, o Tamas d'una di noi vedrà la morte. FATIMA Veggala; ambe moriamo; ma dentro a queste porte. IRCANA Perfida! FATIMA Io non t'insulto. IRCANA Più il tuo tacer m'affanna. FATIMA Non la mia sofferenza, il tuo furor condanna. IRCANA Parto perché il tuo volto mi provoca, e m'uccide; Più della morte ho in odio donna, che freme, e ride (parte). Scena quarta Fatima sola. FATIMA No, non vogl'io pentirmi d'aver sofferto in pace, Senza cambiar le offese, senza insultar l'audace. L'ira sfogar col labbro con chi c'insulta è segno, Che sopra la ragione, predomina lo sdegno. È la viltà un estremo, temeritade è l'altro; Prudenza è il mezzo onesto, in un nobile, e scaltro: Nobile che gl'insulti sdegna, conosce, e prova; Scaltro, che per virtude sa simular, se giova. Era di quell'indegna ogni superbo detto Aspra mortal ferita d'una consorte al petto; Ma a lei giovar potea più, che a me l'irritarmi Empia per questo Ircana tentò di provocarmi, Ed io l'ira celando, senza mostrarla in viso, Le ingiurie, e le minaccie ricompensai col riso: Tamas, che l'abbia offesa dir non potrà, se affetto Tenero le promisi, e le mostrai rispetto. Pietà più facilmente sperare alle mie pene Posso nel di lui cuore... Eccolo, che a me viene. Scena quinta Tamas e detta. TAMAS (Eccola quell'audace; creduto ah non l'avrei... Onte, insulti ad Ircana? Provi gli sdegni miei) (da sé). FATIMA Sposo? TAMAS T'accheta, e parti. FATIMA A me che parta? Oh cielo! Tamas, alla tua sposa? TAMAS Torna a riporti il velo. FATIMA Come? TAMAS Divorzio io chiedo. FATIMA Senza ragion? TAMAS Ragione? È il mio voler, t'accheta: femmina invan s'oppone. FATIMA Io vi dissento; è legge nell'Alcoran firmata, Che non sia moglie a forza senza ragion scacciata. Al Cadì si ricorra, egli, che il dritto regge, Esamini le colpe, interpetri la legge. TAMAS Che parli di Cadì, di legge, e d'Alcorano? Io son nei tetti miei l'interpetre, e il sovrano. FATIMA Ah signor qual mia colpa v'arma a sì ria vendetta? TAMAS Non merta l'amor mio colei, che nol rispetta. FATIMA Che dir volete? Ircana... TAMAS Sì, l'insultasti, audace. FATIMA Ah non è ver. TAMAS Tag: zama sposa legge noi segno sdegno scena donna sei Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Intrichi d'amore di Torquato Tasso La favorita del Mahdi di Emilio Salgari Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come scegliere l'abito da sposa Incipit Caratteristiche del mixed wrestling Perché si regala la mimosa l'otto marzo Mixed wrestling e bondage
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