Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce pagina 4

Testo di pubblico dominio

sempre rimorde l'uomo tristo. BERTOLDO Il riso della corte non si confà con quello della villa. RE L'innocente passa libero fra le bombarde. BERTOLDO La donna irata, la fiamma impicciata e la padella forata son di gran danno in casa. RE Spesso interviene all'uomo tristo quello ch'ei teme. BERTOLDO Il gambaro spesse volte salta fuora della padella per salvarsi, e si trova nelle bragie. RE Chi semina iniquità raccoglie de' mali. BERTOLDO Sotto la scuffia bianca spesso vi sta la tigna ascosa. RE Chi ha intricato la tela la destriga. BERTOLDO Mal si può destricare, quando i capi sono avviluppati. RE Chi semina le spine non vada senza scarpe. BERTOLDO Non si può combattere contra più forti di sé. RE Non temere che alcuno ti faccia oltraggio. BERTOLDO Al buon confortatore non duole il capo. RE Temi tu forsi che la Regina ti facci dispiacere? BERTOLDO Donna iraconda, mar senza sponda. RE La Regina è tutta piacevole e brama di vederti; però va' via allegramente, e non dubitare. BERTOLDO In ultimo se ne dirà, e tal ride che piangerà. Bertoldo è condotto dalla Regina. Così Bertoldo fu condotto dalla Regina, la quale avendo inteso, come vi dissi, la burla fatta a quelle donne il giorno innanzi, aveva fatto preparare alquanti bastoni e commesso alle sue donne che, serratolo in una camera, gli sbattessero ben bene la polvere di sul mantello; e, subito ch'essa lo vide, mirando quel mostruoso aspeto, tutta sdegnata, disse: REGINA Mira che ceffo di babuino. BERTOLDO Il laveggio grida dietro la padella. REGINA Come t'addimandi tu? BERTOLDO Io non domando nulla. REGINA Come ti chiami? BERTOLDO Chi mi chiama, io gli rispondo. REGINA Dico come tu t'appelli. BERTOLDO Io non mi sono mai pelato, ch'io mi ricorda Mentre che la Regina interrogava Bertoldo, una delle serve portò di nascosto un vaso pieno d'acqua per fargli batter dentro il sedere, ma il villano astuto, accortosi di ciò, stava molto bene avvertito, e subito pensò una nuova astuzia, seguitando pur la Regina il suo parlare. Astuzia di Bertoldo, perché non gli fusse bagnato il podice. REGINA Come fai tu tante astuzie, che tu pari un indovino? BERTOLDO Ogni volta che mi vien adacquato il sedere, io indovino ogni cosa, e so se una donna fa l'amore e se ella ha mai fatto errore con alcuno, e s'ella è casta overo impudica; e in somma io indovino ogni cosa, e se vi fusse chi mi volesse bagnar di dietro io vi saprei dir ogni cosa adesso, adesso. Bertoldo scampa la furia dell'acqua. Allora quella serva che aveva portato il secchio con l'acqua per bagnarlo, udendo tal parola, lo portò via pian piano, per sospetto di non essere scoperta di qualche macchia; né ve ne fu alcuna che ardisse di fargli scherzo alcuno, perché tutte avevano, come si suol dire, qualche straccio in bucato. Ma la Regina, che ardeva di sdegno contro di costui, impose che esse pigliassero un bastone per ciascheduna in mano e lo bastonassero ben bene; ond'esse se gli avventarono addosso con maggior impeto che non fecero le furiose Baccanti addosso al misero Orfeo. Onde, vedendosi il povero Bertoldo in così gran pericolo, ricorse di nuovo all'usata astuzia, e rivolto a loro così disse: Nuova astuzia di Bertoldo per non esser bastonato. BERTOLDO Quella di voi che ha trattato di avvelenar il Re alla mensa, quella sia la prima a pigliare il legno e percuotermi, ch'io mi contento. Allora tutte s'incominciarono a guardare l'una con l'altra, dicendo: «Io non ho mai pensato di far questo»; «Né io», rispondeva l'altra, e così di mano in mano risposero tutte e per sino la Regina, a tale ch'esse tornarono i bastoni al suo luogo e il sagacissimo e buon Bertoldo restò illeso da quelle aspre percosse per allora. La Regina brama che Bertoldo sia bastonato per ogni modo. La Regina, che tuttavia ardeva di sdegno contra Bertoldo, e volendo per ogni modo ch'ei fosse bastonato, mandò a dire alle sue guardie che nell'uscir fuora lo bastonassero senza remissione alcuna e lo fece accompagnare a quattro dei suoi servi, i quali poi gli portassero la nuova di tutto quello ch'era successo. Astuzia sottilissima di Bertoldo, per non essere percosso dalle guardie. Quando Bertoldo vidde che in modo alcuno non la poteva fuggire, ricorse all'usato giudicio e, volto alla Regina disse: «Poi ch'io veggio chiaramente che pur tu vuoi ch'io sia bastonato, fammi questa grazia: ti prego in cortesia, che la domanda è onesta e la puoi fare, in ogni modo a te non importa pur ch'io sia bastonato, di' a questi tuoi che mi vengono accompagnare, che dicano alle guardie che portino rispetto al capo e che elle menino poi il resto alla peggio». La Regina, non intendendo la metafora, comandò a coloro che dicessero alle guardie che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio che sapevano; e così costoro, con Bertoldo innanzi, s'inviarono verso le guardie, le quali aveano di già i legni in mano per servirlo della buona fatta; onde Bertoldo incominciò a caminare innanzi agli altri di buon passo, sì che era discosto da loro un buon tratto di mano. Quando coloro che l'accompagnavano viddero le guardie all'ordine per far il fatto ed essendo omai Bertoldo arrivato da quelle, cominciarono da discosto a gridare che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio, che così aveva ordinato la Regina. I servi sono bastonati in cambio di Bertoldo. Le guardie, vedendo Bertoldo innanzi agli altri, pensando che esso fusse il capo di tutti, lo lasciarono passare senza fargli offesa alcuna, e quando giunsero i servi gli cominciarono a tempestare di maniera con quei bastoni che gli ruppero le braccia e la testa, e in somma non vi fu membro né osso che non avesse la sua ricercata di bastone. sì tutti pesti e fracassati tornarono alla Regina, la quale, avendo udito che Bertoldo con tale astuzia s'era salvato e aveva fatto bastonare i servi in suo luoco, arse verso di lui di doppio sdegno e giurò di volersene vendicare, ma per allora celò lo sdegno che ella avea, aspettando nuova occasione; facendo in tanto medicare i servi, i quali, come vi dissi, erano stati acconci per le feste, come si suol dire. Bertoldo torna dal Re, e fa una burla a un parasito. Venuto l'altro giorno, la sala reggale s'incominciò a empire di cavalieri e baroni, secondo il solito, e Bertoldo non mancò di comparire al modo usato; là onde vedutolo il Re, lo chiamò a sé e disse: RE E bene, come passò il negozio fra te e la Regina? BERTOLDO Dall'orlo alla scarpa vi fu poco vantaggio. RE Il mare era molto turbato. BERTOLDO Chi sa ben veleggiare passa ogni golfo sicuramente. RE Il cielo minacciava gran tempesta. BERTOLDO La tempesta s'è scaricata sopra d'altri. RE Credi tu che sia tornato sereno? BERTOLDO Io lasciai il cielo molto turbato. Insolenza d'un parasito. Allora un parasito che stava appresso il Re, il quale serviva ancora per far ridere e si chiamava Fagotto per essere egli uomo grosso, picciolo di statura, con il capo calvo, disse al Re: «Di grazia, Signore, fammi grazia ch'io ragioni un poco con questo villano, ch'io lo voglio chiarire». Disse il Re a lui: «Fa' quello che ti pare; ma guarda a non fare come fece Benvenuto, il quale andò per radere e fu raduto». «No, no – rispose Fagotto – io non ho paura di lui», e volto verso Bertoldo con un zeffo stravagante le disse: FAGOTTO Che dici tu barbagianni caduto del nido? BERTOLDO Con chi parli tu, allocco spennacchiato? FAGOTTO Quante miglia sono dal far della luna ai Bagni di Lucca? BERTOLDO Quanto fai tu dal caldaron della broda alla stalla? FAGOTTO Per che causa fa la gallina negra l'ova bianche? BERTOLDO Per che causa il staffile del Re fa venire nere a te le chiappe di Fabriano? FAGOTTO Chi sono più, i Turchi o gli Ebrei? BERTOLDO Chi sono più, quelli che tu hai nella camiscia o nella barba? FAGOTTO Il villano e l'asino nacquero tutti due a un parto istesso? . BERTOLDO Il gnattone e il porco

Tag: bertoldo    regina    fagotto    capo    astuzia    mano    sdegno    nuova    alcuno    

Argomenti: vaso pieno,    povero bertoldo,    doppio sdegno

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Decameron di Giovanni Boccaccio
L'Olimpia di Giambattista Della Porta
La spada di Federico II di Vincenzo Monti
Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo
Corbaccio di Giovanni Boccaccio

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

Capo Verde, un'oasi di mare a due ore di aereo da casa
Offerta capodanno a Nuova Delhi
Vacanze in Nuova Zelanda: alla scoperta di Dunedin
Alla scoperta della Nuova Zelanda
Escursioni ed avventure nel continente australiano


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13   |    14 successiva ->