Nel sogno di era pagina 6

Testo di pubblico dominio

istante riuniti e stretti, nell'ansia di un silenzio che sembrava non dovesse rompersi più. Finalmente il solitario rialzò le fanciulle, e disse: —Non temete. Riconosco questi rumori. Sono gli uomini che lavorano per cambiare l'opera del Creatore. Epperò, se Dio lo permette, inchiniamoci e preghiamo per loro. Pregarono esse come solevano, insieme al buon padre, senza comprenderlo mai interamente Però verso sera, essendo cessati i rimbombi, Mària s'accostò di nuovo e chiese: —Chi sono gli uomini? —I nostri fratelli, lo sai. —I pastori? —I pastori ed altri. —E dove abitano? —Nel mondo. —E che cosa fanno? Ristette il solitario, dubbioso sulla risposta. Maria intervenne: —Il mondo è grande, grande, grande. Contiene monti, contiene mari, e dappertutto i figliuoli di Adamo vivono ammirando e lodando Dio. Non è così? —Sì, è così—rispose egli, ponendo la mano sulla testa della sua diletta, e guardandola con inesprimibile dolcezza. Mària, un po' pallida e collo sguardo inquieto, interrogò di nuovo: —Quale è il lavoro che gli uomini intraprendono per cambiare l'opera di Dio? Ora Maria aspettava ansiosa la risposta che il padre avrebbe data alla sorella. —Dio lascia piena facoltà all'uomo di impiegare come egli crede la sua intelligenza, e l'uomo qualche volta per suo utile atterra alberi, fora montagne e uccide gli animali. Tutto ciò è permesso. Non abbiamo noi atterrato i più bei pini e gli abeti più poderosi per fabbricare la nostra casetta? Tanta è la bontà di Dio che fa nostri tutti i beni della terra. Ancora il prete parlò a lungo quella sera; e quando ebbe finito di parlare, aperto il Vangelo, lesse tutto il capitolo X dei fatti degli Apostoli, e sul fatto della vela calata dal cielo a Pietro e della voce che gli disse: "Le cose che Dio ha purificate, non farle tu immonde." Maria cominciò a chiudere gli occhi, assorta in una visione di pace; mentre la sorella, sempre pallida e collo sguardo inquieto, sembrava ascoltare, fuori, nelle ombre della notte, la voce misteriosa degli uomini. * * * —Sorella, tutto pieno di fiori è il bosco; andiamo a coglierli. —Non ho voglia di cogliere fiori. —Spuntano già le fragole; ne ho viste ieri sul ciglio della montagna, ma non le presi perchè tu non c'eri. Vieni? —Non ho voglia di cercare le fragole. Maria tacque. Cheta cheta sedette ai ginocchi della sorella, e coi fili d'erba che trovava a portata della mano si pose a intrecciare piccoli panieri, sbagliando spesso e ricominciando con una grande pazienza, senza levare gli occhi. I suoi piedi nudi posavano in un raggio di sole, ed ella si guardava bene dal moverli, per non disturbare il viaggio di un piccolo coleottero che andava e veniva portando bottino al nido. Calma nell'aspetto, era intimamente lieta pensando che quei panierini avrebbero servito a tante altre bestiuole, e già colla immaginazione li vedeva biancheggiare di ovicini, animarsi nel tripudio di aluccie svolazzanti, di minuscoli corpi iridati di ogni più bel colore. —Aspettate, aspettate—mormorava piano colla tenerezza di una giovane madre—la farò io la burla, vi preparerò io una bella casetta. Aspettate, bellini, carini…—Cercò altre parole, ma ella non ne sapeva poi molte delle parole, e, tutta intesa alla gioia del suo lavoro continuava a ripetere: carini, carini. Sembrava che essi ascoltassero. Su, su per i piedi, sul lembo del povero gonnellino si trascinavano gli insettucci; e i moscerini le volavano in giro, e una lunga libellula tutta azzurra colle ali d'argento le riposò in grembo per qualche minuto. —Oh! oh!—esclamò Maria sorridendo, rossa in viso per il piacere—sono io forse la Madonna? Un pudore religioso la prese, quasi un dubbio s'ella fosse veramente degna che gli insetti di Dio le mostrassero tanta deferenza. Ella sapeva che parecchi santi erano stati amati così dalle piccole creature che gli uomini disprezzano. E guardava nel suo grembo la libellula; trattenendo il fiato, colle braccia aperte e gettate indietro per non spaventarla, tutta invasa, tutta tremante di una dolcissima confusione, immota, ma con un battito interno che le gonfiava il seno. Allora una parola ch'ella non aveva mai pronunciata da sola, una parola dei libri santi, una parola del Vangelo le salì improvvisamente alle labbra. Non la disse, non la mormorò, la sospirò appena: Amore! * * * Continuavano i colpi a scuotere le vette ed a far rimbombare le valli, sempre, tutti i giorni. —Sono le mine—aveva detto il prete; ma ancora le fanciulle non capivano. Mària passava le giornate sul suo picco solitario, dove i colpi sembravano ripercossi più fortemente dal vuoto del sottostante abisso. Ella contava i primi colpi, ma non sapeva contare molto; e quando non poteva più andare avanti, stringeva le labbra, come per un interno dolore. Un fascino straordinario le veniva da quel combattimento ignoto, un tumulto nel sangue, un impeto di correre e di mischiarsi ai combattenti. —Non ti piacerebbe andar là?—chiese a Maria; ed il suo occhio apparve così ardente che la dolce fanciulla se ne sbigotti. —Maria Vergine! Un'altra volta le disse:—Non pensi tu che, al di là di questi monti, lontano lontano, dove finisce la valle, esistono ancora delle città, come Ninive, come Babilonia? e dei Re come Salomone e delle Regine come Saba? L'oro e le gemme dove saranno se non laggiù? Oh! vorrei vederla una gemma! Le gemme abbelliscono una donna, poiché Giuditta se ne adornò quando volle piacere ad Oloferne. —Gesù! La dolce fanciulla si coperse il volto colle mani, e Mària tacque. * * * Da quel giorno i suoi silenzi crebbero, si fecero più cupi. Non volle più mischiarsi ai giuochi ingenui della sorella; le visioni luminose di costei, tutto quel mondo ideale dov'ella trovava la felicità, sembrava irritarla sempre più. Un pensiero oscuro le solcava la fronte, una fiamma la divorava internamente, ed i suoi occhi ne serbavano il riflesso. Quando non stava muta e concentrata sul suo picco spariva per lunghi intervalli, e ritornava poi stanca, coi capelli arruffati, le guancie in fiamme. Aveva delle ore di languore estremo. Pregava appassionatamente, sopratutto la sua preghiera d' elezione, ch'era il De Profundis. Diceva il primo versetto con un fervore che le metteva dei singhiozzi nella voce: De profundis clamavi ad te Domine, Domine exaudi vocem meam. Ma continuando, diventava pallida pallida, la voce le moriva in gola, uno sguardo lungo, disperato, sembrava scovare dall'anima sua l'intimo anelito e portarlo su quelle parole ardenti fino a Dio. * * * —Dove sta Mària tutti i giorni per tante ore? —Padre, tu sai ch'ella amò sempre la corsa e le lunghe escursioni. Ella è come gli uccelli dell'aria; la terra la stanca e nel nido si annoia. Lasciala volare la nostra aquiletta…………………. ……………………………………………………….. Ma, dopo qualche tempo, l'umore di Mària cambiò ancora. Ella continuava bensì ad assentarsi, ma al suo ritorno non aveva più quell'aria selvaggia e fiera. Una insolita dolcezza le ammorbidiva lo sguardo, e le capitava qualche volta di sorridere da sola, come inseguendo il bagliore di una visione. Si faceva più tenera, più mansueta. Acconsentiva a intrecciare corone insieme a Maria, mostrava di interessarsi al suo piccolo mondo di insetti e di fiori. Quando rideva, le si illuminava tutta la faccia, ed aveva allora un'espressione così nuova che la dolce fanciulla non rifiniva dal guardarla e dall'ammirarla. Le disse una volta: —Mària, non sei più la Mària di prima. Qualche cosa di diverso c'è in te. E quella a ridere coi dentini fitti e bianchi, che sembravano voler mordere le labbra. Le era spuntato da poco tempo un nèo sulla guancia destra. —E questo spino nero che ti ha cambiato—diceva Maria.—Non ti ha cambiata male; ma, se ti annoia di tenerlo, io potrò ben levartelo. —No, no guai a te! È la mia bellezza. —Bellezza, bellezza,—ripeteva Maria per

Tag: dio    uomini    sempre    grande    volta    tutto    sguardo    mondo    voce    

Argomenti: dolce fanciulla,    pensiero oscuro,    povero gonnellino,    pudore religioso,    battito interno

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

Diario del primo amore di Giacomo Leopardi
I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi
Il fiore di Dante Alighieri
La favorita del Mahdi di Emilio Salgari
Corbaccio di Giovanni Boccaccio

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

La Dominica l'isola della natura dei Caraibi
Offerta capodanno a Nuova Delhi
I giardini di Kirstenbosch in Sudafrica
Il coniglio Ariete Nano: il più noto e amato
Le Bahamas meta di un sogno


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13 successiva ->