Nel sogno di era pagina 11

Testo di pubblico dominio

una ferita impudica le aveva rivelato brutalmente ciò di cui non sospettava nemmeno l'esistenza: il male. Or la sua fierezza rivoltata si rifiutava a qualsiasi consolazione. Quando il montanaro, prima di partire, volle salutarla, ella chinò il capo ardente di vergogna. Non era dessa una cosa sola con sua sorella? Chi avrebbe ora potuto guardarla senz'onta? —Addio!—disse finalmente, coprendosi gli occhi con ambedue le mani; e sentì, sentì distintamente che una parte di lei era già morta. Conobbe in un punto la felicità e il dolore. Il mistero cadendo le aveva rivelato che fino allora era vissuta felice nell'ignoranza e che non potrebbe esserlo più. Un pensiero, che sarebbe stato empio in tutt'altro cuore che il suo, le si faceva strada a poco a poco in mezzo al dolore. Gesù non aveva dunque salvato il mondo; la sua passione divina non era bastata; il mondo soffriva ancora, poichè ancora esisteva la colpa! E, dalle vette serene della sua innocenza, questo mondo trascinantesi nel peccato originale, questo mostro già ucciso e che nuotava sopra il sangue di un Dio, la riempiva di un mortale ribrezzo. Avrebbe voluto nascondersi, sottrarsi a quell'idea di colpa, e non poteva. Sola, nella sua cameretta, era presa da subitanei rossori, come lei, come lei! La sua gemella era macchiata ed ella si sentiva coperta di macchie. Lo splendore della sua visione celeste si era oscurato, tutto era tenebre adesso. * * * Una ricostruzione lenta, ma precisa, si andava formando nel suo cervello. Rammentava ogni cosa con una chiarezza da veggente: l'infanzia selvaggia di Mària, i suoi impeti, i suoi slanci, i suoi desideri acuti e compressi, fino a quel giorno fatale in cui le montagne avevano ripercosso lo scoppio della mina—e poi il cambiamento d'umore, le profonde malinconie, i rapidi ed eccessivi scoppi di ilarità. Tutte le cose che lei sapeva!… E quella risposta franca:—Me le disse la moglie del pastore! Il cuore di Maria si stringeva a questo punto orribilmente. Non conosceva la parola menzogna, ma il fatto sorgeva così inesorabile nella sua memoria e così nudo! Impossibile interpretarlo in altro modo. Ella non poteva dire: "Mia sorella ha mentito", chè ancora sarebbe stata una scoperta preparata dalla conoscenza del peccato e dall'abitudine di vederlo comune fra gli uomini. No. Ella non sapeva nulla, ella credeva, e improvvisamente non può credere più. Alla luce erano successe le tenebre senza insegnamento, senza preparazione, precipitata dal cielo nell'abisso. E la striscia vergognosa della menzogna si allungava, si dilatava. Quello specchio! quei fiori rari còlti ai piedi dei ghiacciai e subito scomparsi! Quei ritorni affannati, sotto il sole, sotto la pioggia, senza dir mai di dove venisse! E i baci! i baci di cui la tempestava alla notte, serrandosela dormente sul cuore! A tale ricordo, il rossore scompariva dalle sue guancie, vinto da un sentimento più potente ancora, più intimo, più oscuro, che sembrava gelarle il sangue nelle vene e schiaffeggiarla con uno di quegli insulti che, invece di arrossare il volto, lo fanno diventare pallido. Dignità, fierezza, onore, pudore, fede ed affetto tutto sanguinava in un colpo solo. E chi l'aveva ferita, così era l'altra metà di sè stessa, la sorella, la gemella sua! Ora, tutte le parole belle: luce, amore, cielo, non le intendeva più.
Cosa volevano dire?……… …………………….
—Figlia mia, la notte non oscura il giorno, il peccato non annienta l'amore, Dio è sempre al di sopra di ogni cosa. Il sangue di Gesù fu versato per indicare la via a chi vuole salvarsi, ma lo spirito del male continua a tentare i figliuoli dell'uomo; l'inganno è teso sul mondo. E poichè il solitario le ebbe dette queste parole, Maria, senza collera, senza violenza, spinta da una logica inesorabile, rispose con accento straziato: —Padre, quando mi rivelasti il bene, dovevi insegnarmi che esiste il male. Anche tu mi hai ingannata. * * * Maria non parlava quasi più, non piangeva. Dalla soglia della sua cameretta appariva tutte le mattine soave come un'ombra, avendo di una bianca ombra tutte le sfumature e la calma misteriosa. Accudiva alle leggiere faccende domestiche e sedeva poi accanto al buon padre, sì che apparentemente sembrava che nulla fosse mutato in lei; ma l'angelico e quasi costante sorriso era scomparso dalle sue labbra. A fuggitivi rossori succedeva sulle sue guancie una pallidezza dolorosa; l'occhio si spegneva a poco a poco languidamente, a guisa di una stella quando sorge il chiarore del giorno. Trasaliva ad ogni rumore e si guardava attorno spaurita, quasi temesse delle nuove rivelazioni; e nello stesso tempo niente la interessava più. La neve si addensava davanti alla piccola finestra; righe di corvi la attraversavano, e qualche uccellino smarrito veniva ancora a picchiare contro i vetri, ed ella non vi poneva mente. Tutte le scene della natura, che la penetravano un tempo di sì dolce entusiasmo, le sfilavano davanti lasciandola indifferente. Il buon padre le disse: —Tornerà la primavera, e con essa i fiori, le farfalle e la gioia della mia diletta. Ella scosse la testa melanconicamente. Non era tutto un inganno? I fiori appassivano, morivano le farfalle, la gioia si cambiava in cordoglio. C'era un veleno nei raggi del sole, l'erba imputridiva, e le acque le più cristalline, scorrendo sulla terra, si facevano torbide e dense. Niente era puro al mondo. Quest'intimo pensiero, fisso come un chiodo, tagliente come una lama, fondo, solitario, la attaccava nelle sorgenti stesse della vita. Ammalata di offesa al pudore, un pudico silenzio era il velo nel quale si ravvolgeva tutta; ma alla notte il lettuccio era inondato di lagrime, e, quando fuori da ogni oggetto che le rammentasse la vita materiale, ella si abbandonava, puro spirito, al dolore, Dio solo conosceva il suo segreto. * * * Un mattino Maria non apparve. Il buon padre la trovò sveglia nel letto, e si avvide che faceva uno sforzo per sorridergli, per tranquillarlo. —Sono stanca, ho freddo, niente altro. Non aveva infatti nè febbre, nè malore apparente. Aggradì una tazza di latte, e volle che il padre le facesse come al solito la lettura dei libri santi, che ascoltò compunta e grave. Avendo trovato fra le pagine un fiore essiccato, egli lo prese delicatamente, e porgendolo alla fanciulla con un sorriso disse: —Vedi come è misericordiosa la natura e provvida. A mezzo il verno, cinti di neve, noi possiamo ancora contemplare un fiore. Esso è palliduccio, e come il ritratto di una persona cara; ce ne offre l'immagine e ci dice: la rivedrai. Maria non rispose. Prese il fiorellino distrattamente, ma, agitandolo sulle coltri, non si accorgeva di sciuparlo. A un tratto, aperta la mano, mormorò, lasciando cadere i frantumi: —È polvere! La profondità de' suoi occhi in quel momento colpì l'asceta. Una striscia color di viola li cingeva intorno, prolungando l'ombra delle ciglia, e dietro la pupilla, quasi nel mistero di un tabernacolo velato, vacillava una fiamma moribonda. —Anima cara, questo che or cade in polvere dalle tue mani non è che la promessa di ciò che verrà. Lo sai pure che ad ogni anno spuntano i fiori novelli, perchè Dio vuole che abbiamo sempre la nostra porzione di gioia. Ancora non rispose direttamente. Seguì cogli occhi—con quei dolci occhi cinti di viola—la piccola traccia bruna che il fiore polverizzato aveva deposto sulle coltri, e come parlando a sè stessa disse: —È una macchia! Acuta, penetrante, scendeva nei visceri di lui la desolazione: i suoi lombi si agghiacciavano e, atterrito, il cuore sospendeva nel suo petto i battiti. —Anima santa—gemette, prostrandosi a terra, sfiorando colle labbra la bianca rimboccatura del lenzuolo—rialzati e spera. I fiori novelli che tu coglierai saranno la prova che il Signore perdona. È perciò solo che si rinnova la terra. Un lieve riaccendersi della face, un leggiero passaggio di rose sulla fronte, un tremito nelle membra soavi

Tag: mondo    fiori    padre    cuore    poco    dio    notte    giorno    ombra    

Argomenti: giorno fatale,    visione celeste,    costante sorriso,    pudico silenzio

Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina:

La vita comincia domani di Guido da Verona
Novelle rusticane di Giovanni Verga
La divina commedia di Dante Alighieri
Il fiore di Dante Alighieri
L'amore che torna di Guido da Verona

Articoli del sito affini al contenuto della pagina:

La Cambogia fra magie ed enigmi
Dubai
Il Jardin Majorelle di Marrakech
Cina: un possibile itinerario di viaggio
Vacanze Estate Sitges


<- precedente 1   |    2   |    3   |    4   |    5   |    6   |    7   |    8   |    9   |    10   |    11   |    12   |    13 successiva ->