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Libro proibito di Antonio Ghislanzoni pagina 5dito dell'Altissimo!» Sclamar dai preti io sento. D'un prete la Perpetua Ier l'altro ha partorito…, A compier tai miracoli Di Dio bastar può il dito? STATISTICA [14] Su per giù, nasceranno In Italia cinquanta- Cinque spartiti ogni anno… Ne muoiono sessanta. A GELLIO DEPUTATO Gellio: se non ti avessero Eletto a deputato, Col titol di onorevole Chi mai ti avria chiamato? CHIASSI FUNEBRI Se muore un uom grande Per senno e valor, Nell'aria si espande Immenso fragor. Son genî incompresi, Son piccoli eroi, Son nani che gridano: «I grandi or siam noi!» FINALMENTE! Di Wagner la grand'opera (Oh evento fortunato!) Tutti fra poco udranno— E l'avvenir fra un anno Si chiamerà il passato. CONGRESSI Al Congresso operaio Andò il mio calzolaio. Io colle scarpe rotte Rimasi; il buon Crispino Brïaco l'altra notte Tornò senza un quattrino. —Dirmi oserete adesso Che inutil fu il Congresso? A GIACINTA In volto audacemente io ti guardai; A ragione, Giacinta, ti offendesti…. Se guardata nessun ti avesse mai, Fama di bella avresti. GIACULATORIA Grazie, o Signor! di un pargolo La casa mia si allieta; Fa ch'egli cresca incolume, Fa ch'ei non sia poeta! Se poi delle tue grazie Colmar lo vuoi, Signore: Fa ch'ei sia sempre un asino Ma ragli da tenore. CONVERSAZIONE CONIUGALE A mensa divorando Con gagliardo appetito, Così parlava Eugenia Al burbero marito: «Come felici siamo! «Dimmi: non ti consola «Pensar che noi formiamo «Due corpi e un'alma sola?» —Se un corpo solo avessimo, L'altro rispose, appieno Sarei felice, o Eugenia; Mi costeresti meno. RAFFRONTI STORICI [15] Narran le antiche cronache Che un pazzo imperatore Al suo cavallo il titolo Donò di senatore. Qual meraviglia? Ai facili Tempi che venner poi, Forse più eccelsi titoli Non ebber ciuchi e buoi? POUACH!!! Su questo cencio ignobile Che ha titol di Rivista Sputò la bava sordida Un rospo giornalista; Qui con oscene ingiurie Quel sozzo ordì i ricatti; E con tal foglio il podice Credi forbir? lo imbratti. EPIZOOZIA Fra le bestie bovine del paese Ha nello scorso mese Una peste terribile infierito; Per tema del contagio Il Sindaco è fuggito. NEL CIMITERO Che brava gente! A leggere Le scritte, esclameresti: «Color che qui riposano «Tutti eran probi e onesti!» Pur, se dall'urna sorgere Potesse alcun, senz'armi Col portafoglio in tasca Qui non vorrei trovarmi. DON NATALE [16] In Dio non crede, In nulla ha fede, Pur, don Natale È clericale. Che mai lo lega Alla congrèga Turpe e nefasta? —È pederasta. A FLAVIO Troppo imprecasti contro i venduti; Di tema, o Flavio, perchè non muti? Qualcun già mormora che sii sdegnato Perchè nessuno t'ha mai comprato. AL TEATRO MANZONI La gente uscia dall'atrio, Il dramma era finito: —Come i teatri annoiano! Sclamava un buon marito; Di becchi e donne adultere Sempre la scena è invasa; A tali drammi assistere Tutti possiamo in casa. AD UN POETA Tutti lodarono I tuoi sonetti; Prova certissima Che niun li ha letti. PASQUA Ad una signorina Amabile e garbata Dissi: Pasqua è vicina…. Vi siete confessata? Ed ella: al rito santo Ci andrò, ma all'ultim'ora; Spero di fare intanto Qualche peccato ancora. AD UN EX Perduto il titolo di deputato, Ex-onorevole fosti chiamato— Ma chi in gran conto non t'ebbe prima, Quasi onorevole oggi ti stima. NECROLOGIO Morì l'Osservatore Organo dei rétrivi…. Qual lutto per l'Italia! I redattor son vivi. I TELEGRAMMI DI RE GUGLIELMO [17] I. Ier, sotto i forti, Grande macello…. Sei mila morti…. Il tempo è bello. II. Bombardamento Ricominciato…. Morti seicento…. Dio sia lodato! III. Oggi, gelati Mille soldati…. Sano son io…. Sia lode a Dio! NAPOLEONE III [18] Lui grande al par di Cesare, Quando reggea l'impero, Lui vinto, infame dissero E stolto avventuriero; Giudicheranno i posteri Qual fu Napoleone; Ciò che fin d'or si giudica È il secolo buffone. A CLELIA Che fai? ti arresta, o Clelia! Già deponesti i crini…. Sciolti dal fianco caddero I vasti crinolini…. Il sen ricolmo e turgido Già sparve col corsetto…. Se ancor ti spogli, o Clelia, Che porterai nel letto? A GELLIO Dio! come l'aria è rigida! Il capo al vento immite Se ancor tu esponi, o Gellio, Puoi prendere un'orchite! LA CREMAZIONE Contro il sistema della cremazione Protestano con ira i collitorti I gesuiti ed i preti retrivi; Noi non cremiam che i morti, La Santa Inquisizione Preferì sempre di cremare i vivi. REALTÀ E POESIA [19] Già della Prussia Tutti i soldati Sotto Parigi Stanno accampati…. Già dell'assalto Suonata è l'ora…. E la repubblica Non soffia ancora? RICORDI D'UNIVERSITÀ I. L'esame di botanica Subiva uno studente. So, il professor dicevagli, Ch'ella ha studiato niente; Un quesito assai facile Proporre a Lei vogl'io: Con qual seme propagansi Le zucche?—E quei: col mio. II. Un professor di storia naturale Per schernire agli esami uno scolaro, Gli chiedeva con aria magistrale: «Sa dirmi quante gambe abbia il somaro?» E quei: «mi è d'uopo in pria veder le sue» Sotto il tavol guardò, poi disse: «due.» AGLI ELETTORI [20] All'urne accorrete, Nessuno si astenga! Però, riflettete Se più vi convenga Aver deputati Già sazi e contenti, O i nuovi affamati Che affilano i denti. I FALLITI —Tre volte Enzo è fallito,… Or dimmi: come avviene Che un tal lusso mantiene? Davver, ne son stupito! —Le son domande stolte; Per farsi millionario Non sai che è necessario Fallire almen tre volte? LE SCUOLE Studiar conviene Poco, ma bene. Or, che si studia Di tutto un po', Chi nelle pubbliche Scuole fu istrutto Può dir: «so tutto, Ma nulla so.» RIPARAZIONI [21] Dal freddo assiderato Un vecchio gentiluomo Giaceva sul selciato Della piazza del Duomo. —A tal ridotto siete! Diss'io, di terra alzandolo; Un tetto non avete? —L'avea; stan riparandolo. AVVERTIMENTI ATMOSFERICI Aprile al termine Già volge; e piove, Nevica, grandina Orribilmente. Non v'è più dubbio: Mite e benefica La Russia muove Verso l'Oriente. LA GUERRA D'ORIENTE Si vuole da molti Che sempre la guerra Prepari alla terra Più fulgide età. Già in arme ai bivacchi Stan turchi e cosacchi…. Dal knut e dal palo Qual luce uscirà? AD UN CRITICO [22] Se per lo stil sol vivono I libri, i miei morranno; I tuoi volumi, o Gellio, Eterna vita avranno. Così fia noto ai posteri Fin del mio nome ignari Che visse al nostro secolo Un asino tuo pari. A CLELIA Tanto il tuo viso è sudicio Di polveri, di intonachi, Di lisci, di cosmetici, Di esotici saponi; Che al corso jer scontrandoti, Io t'ho scambiato, o Clelia, Per un avviso mobile Dell'Agenzia Manzoni. GUARIGIONE RAPIDA Ieri cadean Tag: dio sempre tutti sotto deputato grande grazie terra casa Argomenti: don natale, conversazione coniugale, peste terribile Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Novelle rusticane di Giovanni Verga Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Intrichi d'amore di Torquato Tasso L'Olimpia di Giambattista Della Porta Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il coniglio Ariete Nano: il più noto e amato Come gestire una serena convivenza Come piantare le rose Storia e curiosità sul canarino Dentisti all'estero
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