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Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni pagina 9s'ei viene con me, c'è la zia, ci siete voi, è male; ma non è gran male. Ma se dite ora di non volerlo; se gli fate la mal'azione di licenziarlo, non arriva domani, che voi ed io per Livorno, e per Montenero siamo in bocca di tutti: si alzano sopra di noi delle macchine, si fanno degli almanacchi. Chi dirà: erano innamorati, e si son disgustati. Chi dirà: il padre si è accorto di qualche cosa. Chi sparlerà di voi, chi sparlerà di me; e per non fare una cosa innocente, ne patirà la nostra riputazione. FILIPPO (Quanto pagherei, che ci fusse Fulgenzio, che la sentisse!) Non sarebbe meglio che lasciassimo stare d'andar in campagna? GIACINTA Sarebbe meglio per una parte; ma per l'altra poi si farebbe peggio. Figurarsi! quelle buone lingue di Montenero, che cosa direbbono de' fatti nostri! Il signor Filippo non villeggia più, ha finito, non ha più il modo. La sua figliuola, poveraccia! ha terminato presto di figurare. La dote è fritta; chi l'ha da prendere? chi l'ha da volere? Dovevano mangiar meno, dovevano trattar meno. Quello che si vedeva, era fumo, non era arrosto. Mi par di sentirle; mi vengono i sudori freddi. FILIPPO Che cosa dunque abbiamo da fare? GIACINTA Tutto quel che volete. FILIPPO S'io fuggo dalla padella, ho paura di cader nelle bragie. GIACINTA E le bragie scottano, e convien salvar la riputazione. FILIPPO Vi parrebbe dunque meglio fatto, che il signor Guglielmo venisse con noi? GIACINTA Per questa volta, giacché è fatta. Ma mai più, vedete, mai più. Vi serva di regola, e non lo fate mai più. FILIPPO (È una figliuola di gran talento). GIACINTA E così? Volete, che chiami il servitore, o che non lo chiami? FILIPPO Lasciamo stare; giacché è fatta. GIACINTA Sarà meglio, che andiamo a pranzo. FILIPPO E in villa abbiamo da tenerlo in casa con noi? GIACINTA Che impegni avete presi con lui? FILIPPO Io l'ho invitato, per dirla. GIACINTA E come volete fare a mandarlo via? FILIPPO Ci dovrà stare dunque. GIACINTA Ma mai più, vedete, mai più. FILIPPO Mai più, figliuola, che tu sia benedetta, mai più! (parte). Scena undicesima Giacinta, poi Brigida. GIACINTA Nulla mi preme del signor Guglielmo. Ma non voglio, che Leonardo si possa vantare d'averla vinta. Già son sicura, che gli passerà, son sicura, che tornerà, che conoscerà non essere questa una cosa da prendere con tanto caldo. E se mi vuol bene davvero, com'egli dice, imparerà a regolarsi per l'avvenire con più discrezione, ché non sono nata una schiava, e non voglio essere schiava. BRIGIDA Signora, una visita. GIACINTA E chi è a quest'ora? BRIGIDA La signora Vittoria. GIACINTA Le hai detto che ci sono? BRIGIDA Come voleva, ch'io dicessi, che non ci è? GIACINTA Ora mi viene in tasca davvero: e dov'è? BRIGIDA Ha mandato il servitore innanzi. È per la strada, che viene. GIACINTA Valle incontro. Converrà, ch'io la soffra. Ho anche curiosità di sapere, se viene, o se non viene in campagna; se vi è novità veruna. Venendo ella a quest'ora, qualche cosa ci avrebbe a essere. BRIGIDA Ho saputo una cosa. GIACINTA E che cosa? BRIGIDA Ch'ella pure si è fatto un vestito nuovo, e non lo poteva avere dal sarto, perché, credo, che il sarto volesse esser pagato; e c'è stato molto, che dire, e se non aveva il vestito, non voleva andare in campagna. Cose, cose veramente da mettere nelle gazzette (parte). Scena dodicesima Giacinta, poi Vittoria. GIACINTA È ambiziosissima. Se vede qualche cosa di novo ad una persona, subito le vien la voglia d'averla. Avrà saputo, ch'io mi ho fatto il vestito novo, e l'ha voluto ella pure. Ma non avrà penetrato del mariage. Non l'ho detto a nessuno; non avrà avuto tempo a saperlo. VITTORIA Giacintina amica mia carissima. GIACINTA Buon dì, la mia cara gioia (si baciano). VITTORIA Che dite, eh? È una bell'ora questa da incomodarvi? GIACINTA Oh! incomodarmi? Quando vi ho sentito venire, mi si è allargato il core d'allegrezza. VITTORIA Come state? State bene? GIACINTA Benissimo. E voi? Ma è superfluo il domandarvi: siete grassa, e fresca, il Cielo vi benedica, che consolate. VITTORIA Voi, voi avete una ciera, che innamora. GIACINTA Oh! cosa dite mai? Sono levata questa mattina per tempo, non ho dormito, mi duole lo stomaco, mi duole il capo, figurarsi, che buona ciera, ch'io posso avere. VITTORIA Ed io non so cosa m'abbia, sono tanti giorni, che non mangio niente; niente, niente, si può dir quasi niente. Io non so di che viva, dovrei essere come uno stecco. GIACINTA Sì, sì, come uno stecco! Questi bracciotti non sono stecchi. VITTORIA Eh! a voi non vi si contano l'ossa. GIACINTA No, poi. Per grazia del Cielo, ho il mio bisognetto. VITTORIA Oh cara la mia Giacinta! GIACINTA Oh benedetta la mia Vittorina! (si baciano). Sedete, gioia; via sedete. VITTORIA Aveva tanta voglia di vedervi. Ma voi non vi degnate mai di venir da me (siedono). GIACINTA Oh! caro il mio bene, non vado in nessun loco. Sto sempre in casa. VITTORIA E io? Esco un pochino la festa, e poi sempre in casa. GIACINTA Io non so, come facciano quelle, che vanno tutto il giorno a girone per la città. VITTORIA (Vorrei pur sapere, se va, o se non va a Montenero, ma non so, come fare). GIACINTA (Mi fa specie, che non mi parla niente della campagna). VITTORIA È molto, che non vedete mio fratello? GIACINTA L'ho veduto questa mattina. VITTORIA Non so, cos'abbia. È inquieto, è fastidioso. GIACINTA Eh! non lo sapete? Tutti abbiamo le nostre ore buone, e le nostre ore cattive. VITTORIA Credeva quasi, che avesse gridato con voi. GIACINTA Con me? Perché ha da gridare con me? Lo stimo, e lo venero, ma egli non è ancora in grado di poter gridare con me. (Ci gioco io, che l'ha mandata qui suo fratello). VITTORIA (È superba, quanto un demonio). GIACINTA Vittorina, volete restar a pranzo con noi? VITTORIA Oh! no, vita mia, non posso. Mio fratello mi aspetta. GIACINTA Glielo manderemo a dire. VITTORIA No, no assolutamente non posso. GIACINTA Se volete favorire, or ora qui da noi si dà in tavola. VITTORIA (Ho capito. Mi vuol mandar via). Così presto andate a desinare? GIACINTA Vedete bene. Si va in campagna, si parte presto, bisogna sollecitare. VITTORIA (Ah! maledetta la mia disgrazia). GIACINTA M'ho da cambiar di tutto, m'ho da vestire da viaggio. VITTORIA Sì, sì, è vero; ci sarà della polvere. Non torna il conto rovinare un abito buono (mortificata). GIACINTA Oh! in quanto a questo poi, me ne metterò uno meglio di questo. Della polvere non ho paura. Mi ho fatto una sopravveste di cambellotto di seta col suo capuccietto, che non vi è pericolo, che la polvere mi dia fastidio. VITTORIA (Anche la sopravveste col capuccietto! La voglio anch'io se dovesse vendere de' miei vestiti). GIACINTA Voi non l'avete la sopravveste col capuccietto? VITTORIA Sì, sì, ce l'ho ancor io; me l'ho fatta fin dall'anno passato. GIACINTA Non ve l'ho veduta l'anno passato. VITTORIA Non l'ho portata, perché se vi ricordate, non c'era polvere. GIACINTA Sì, sì, non c'era polvere. (È propriamente ridicola). VITTORIA Quest'anno mi ho fatto un abito. GIACINTA Oh! io me ne ho fatto un bello. VITTORIA Vedrete il mio, che non vi dispiacerà. GIACINTA In materia di questo, vedrete qualche cosa di particolare. VITTORIA Nel mio non vi è né oro, né argento, ma per dir la verità è stupendo. GIACINTA Oh! moda, moda. Vuol esser moda. VITTORIA Oh! circa la moda, il mio non si può dir, che non sia alla moda. GIACINTA Sì, sì, sarà alla moda (sogghignando). VITTORIA Non lo credete? GIACINTA Sì, lo credo. (Vuol restare quando vede il mio mariage). VITTORIA In materia di mode poi, credo di essere stata sempre io delle prime. GIACINTA E che cos'è il vostro abito? VITTORIA È un mariage! GIACINTA Mariage! (maravigliandosi). VITTORIA Sì, certo. Vi par, che non sia alla moda? GIACINTA Come avete voi saputo, che sia venuta di Tag: vittoria filippo moda fatto meglio niente noi essere campagna Argomenti: abito buono Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Corbaccio di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come pulire le collane di perle Come seccare i petali di rosa Come affrontare con fiducia un colloquio di lavoro in azienda Come affrontare la paura del tradimento Come annunciare una gravidanza ai propri genitori
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