La trovatella di Milano di Carolina Invernizio pagina 17

Testo di pubblico dominio

morire… —È Dio… che lo vuole… E poi che farei ancora al mondo… legata… a quell'uomo… —Tu sei libera, libera, puoi sposare Gabriele, che ti ama sempre… morrà senza di te… Il conte non si aspettava l'effetto terribile, fulminante prodotto dalle sue parole… Lo sciagurato credeva che facendo balenare una speranza di felicità avvenire nell'anima della figlia, l'avrebbe ritornata da morte a vita… Ma l'esistenza di Adriana non era più attaccala che ad un lievissimo filo: la minima emozione avrebbe bastato a romperlo. La notizia che si trovava libera, valeva come l'annunzio di morte del marchese Diego… E come era avvenuta? Era forse Maria che si era vendicata? E dove si trovava la giovane? Morta forse anche lei, dacchè nessuno gliene aveva parlato? Adriana aprì la bocca per domandare, ma dal suo petto non sfuggì che un grido rauco, inarticolato, che si spense in un debole singhiozzo. E le labbra restarono aperte, l'occhio si estinse, il corpo divenne immobile… Era spirata… Il conte rimase per alcuni secondi a guardarla con occhio stralunato: i suoi denti si urtavano. Poi quando cominciò a capire che tutto per Adriana era finito, ebbe un grido di belva ferita a morte e fuggì stringendosi le tempia fra le mani, gemendo, urlando: —Sono io… io che l'ho uccisa! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il giorno che Adriana venne seppellita nel Cimitero Monumentale, un giovane che aveva assistito di nascosto, dietro un alto mausoleo, ai minimi particolari della funebre cerimonia, attese che tutti se ne fossero andati, poi lasciò il suo nascondiglio per avvicinarsi a sua volta a quella tomba scavata di fresco e inginocchiatosi si mise a piangere, a singhiozzare come un fanciullo… Poi quello straziante dolore parve calmarsi… ed il giovane data una rapida occhiata attorno, trasse di tasca una rivoltella. Ma allora una voce sorse dietro di lui… —Fermatevi, signor Gabriele—disse—voi non avete il diritto di uccidervi su questa tomba. Egli si rivolse con impeto e vide dietro a sè Maria, vestita a bruno, ancor pallida e sofferente, ma i cui occhi gettavano lampi, il cui fiero atteggiamento imponeva. —Voi!—esclamò il giovane balzando turbato in piedi.—E perchè m'impedite di morir qui? —Perchè invece di dare in tal modo un supremo segno d'amore all'infelice Adriana, disonorereste la sua memoria. Gabriele ebbe un brusco sussulto. —Che dite? —La verità: il sangue che scorre sopra una tomba, lascia sempre una macchia, che nulla vale a detergere, è una profanazione, un sacrilegio. Non ha sofferto abbastanza la povera martire in vita, volete turbarla anche da morta? Se l'esistenza vi pesa, fate come me: dedicatela tutta a qualcuno che vi ami, pur avendo sacro il ricordo della donna amata. Non avete un padre… voi, una madre? Gabriele divenne livido… —Li avevo dimenticati—mormorò—grazie di ricordarmelo. Un sospiro d'immenso refrigerio sollevò il petto di Maria: ella stese la mano al giovane. —Voi siete buono—-disse—siete onesto, nella vostra anima non vi sono rimorsi: potete essere ancora felice. Egli scosse il capo… —Ebbene vivete per il dolore—aggiunse dolcemente Maria—sarà questa la più splendida prova d'amore che darete ad Adriana, la quale vi sorriderà dal cielo. Le lacrime velavano gli occhi di Gabriele. —Piangete? Siete salvo—disse ancora Maria—ah! se potessi anch'io trovar delle lacrime. Ebbe un fremito, ma si rimise tosto… e con accento velato, triste. —Volete che preghiamo insieme sulla tomba di quella martire?—mormorò… . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il conte Patta, dopo la morte di Adriana, tentò altri passi verso
Maria, sperando d'indurla a più miti consigli.
Ma la giovine si mostrò meno clemente della sorella: non seppe nè perdonare, nè dimenticare. Ella evitò sempre di parlare di suo padre e sarebbe morta prima di rivelare il suo segreto, che Annetta solo conosceva. Ma ogni settimana, Maria non mancava mai di recarsi a pregare sulla tomba di Adriana, dove veniva sempre raggiunta da Gabriele… L'una serbava sacro il culto dei ricordi, l'altro quello dell'amore!

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Argomenti: giovane data,    fiero atteggiamento,    supremo segno

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