Frasi Belle - Le più belle frasi dolci e romantiche online e altro
|
||||
I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi pagina 7predisponendoli a patire fino alla morte. Ora è da sapersi che Don Girolamo da tre mesi indietro aveva ricevuto ordine di comporre cotesto discorso, ed essendovisi affaticato intorno due mesi, trenta giorni fa lo aveva consegnato al padrone, messo in pulito con rara perfezione; ma poichè il padrone ad ogni patto voleva dare ad intendere essere uno di quelli che quando Amore spira noto, ed a quel modo Ch'ei detta dentro, vo significando; avendo trovato scritto:—l'animo commosso da troppo affetto,—ordinò a Don Girolamo levasse, mettesse, aggiungesse, tornasse a levare, poi a mettere; e dopo una tortura di ben dieci giorni cacciò fuori il bel periodo: «l'animo all'improvviso commosso da subita piena di affetto impedirebbe le ornate parole.—O giovanetti, egregia della patria speranza, e cura nostra dolcissima, ormai cessarono i tempi nei quali l'albero della scienza non è più l'albero della vita. Noi vi ponemmo sopra un cammino ove nulla è tanto alto che a voi non sia dato sperare, nulla tanto sublime che non vi sia dato conseguire. Il guardiano di mandrie suine voi vedete giungere al papato; tale altro semplice fante perviene al regno di Svezia; il figlio di fabbricante di tele diventa ministro lodatissimo della Inghilterra; lo scalpellino di Possagno si muta in marchese Canova…—Che più? Napoleone, nato in umile isola, di piccolo lignaggio, domina il mondo. Su via, slanciatevi animosi nell'arringo dell'onore in cui vi condusse la carità quasi per mano, ed io vi prometto superbi destini. Che se per malignità di fortuna i superbi fati mancassero, rimarrannovi i generosi. Immaginatevi la creazione come una piramide immensa di cui la cuspide viene formata dalla Suprema Intelligenza, la base da sostanze più umili, ma legate insieme da un vincolo di amore: nessuna può dirsi inutile, ed in qualunque parte piaccia alla Provvidenza di collocarvi, esultate nel pensiero di rappresentare un frammento necessario alla macchina portentosa…… —Oh come anche in Siberia a cavare miniere? —Anche in Irlanda a bagnare di sudore una terra che non offre altro che sepolcri all'uomo? —Anche nella China, ove nasci per essere dato in pasto ai cani! —Anche… e chi sa fin dove avrei moltiplicato le interrogazioni a me stesso, se non mi veniva fatto di levare gli occhi e guardare il Presidente per vedere s'ei burlasse. Potenze dei cieli! il suo sguardo s'incontrò nel mio, e mi sentii le pupille come ferite dal bacino arroventato… pegno fraterno praticato dagl'imperatori cristiani di Costantinopoli;—il freddo lungo la spina diventò maggiore, a modo di Buoso io sbadigliava: Pur come sonno o febbre mi assalisse, mi prese nausea grande e languore come alloraquando sorprende il male di mare: chinai la faccia, e gittai tre boccate di acqua o quattro: nè qui rimase il parossismo, chè un molesto tintinnio ingombravami le orecchie, e le arterie delle tempie picchiavano forte come martelli, e gli occhi vagavano per entro fiumane di sangue. Allo improvviso mi parve che le fibre e le vene del mio cervello, comunque finissime, venissero distese sopra un leuto che il Presidente presentava ridendo alla statua di bronzo di Cosimo I nella piazza del Granduca, e la statua atteggiata la destra in roncigli di bronzo strappare acerbissimamente queste mie povere fibre;—piansi di angoscia, e rilevando disperato la faccia tornai a guardare il Presidente. Egli non discorreva più; mangiava: aveva davanti un'oliera con olio, aceto, pepe e sale, e ghermito per le gambe un mazzo di fanciulli, attendeva a trinciarli con un coltellaccio a modo di sparagi… Oh Dio! costui è un Polifemo in progresso; invece di mangiare uomini nudi e crudi, se li divora vestiti e conditi!—e stavo per venir meno. "Kelp, ben el kelp!" proruppe una voce dietro a me che valse a rompere il fascino: onde io mi volsi, e conosciuto l'uomo, esclamai in suono di lamento: "O benedetto chi gli dice: cane e figlio di cane! O se' tu, Zabulone!" "La tua anima è in pena?" "Mi circondano le amarezze della morte; salvami, per amore del Dio di Abramo…" "Fanciullo incorreggibile, perchè avventurare i tuoi nervi di seta fra questi pettini da lino?—Vieni all'aria aperta." "O Zabulone!"—Dopo aver fatto un ampio lavacro di aria fresca per lo capo e pel seno, io sospirai: "Costui dev'essere Gog e Magog…" "Egli è un uomo." "No, Zabulone; è Belzebuth, Belfegor, e Astarot, tutti in un picchio;—lo spirito degli alti luoghi, la legione che travagliava lo indemoniato fra le sepolture." "Egli è un uomo? Perchè calunnii Satana? Rispetto ai vinti! Lucifero fu scellerato, ma grande ribelle: ardì muovere guerra al trono di Dio, e nella battaglia rimase fulminato; caduto sopra un mare di fuoco, quivi sta chiuso dentro la immensa sua ira; e quando rugge, dall'Etna, dal Vesuvio, dalla Ecla o dal Chirombaco prorompono fiumi di fuoco; e quando muta fianco, il mondo traballa come un ebbro, l'Oceano sparisce, e si sprofondano i regni. Ora ti par egli che un Satana consenta a diventare borsaiolo?—io che lo conosco da molto tempo, mi guarderei bene da fargli questo torto." "Chi hai detto conoscere, Zabulone?" "Il Diavolo e il Presidente…" Zabulone appartiene al popolo dei Giudei:—i suoi anni sopra questa terra sono molti, ed io lo venero perchè so che ama il prossimo e teme Dio. Raccontare com'io lo conoscessi sarebbe troppo lunga storia. Corre ormai molto tempo ch'ei mi si dice amico, e mi promesse sovente stringere meco più ampia conoscenza nell'altro mondo; e siccome io credeva dapprima che gli Ebrei tenessero l'anima morta col corpo,—e poi perchè senza battesimo le anime non si salvano,—pensai o mi burlasse, o mi desiderasse capitar male, e volli contradire, ma per gentilezza mi tacqui. Adesso quasi comincio a sperarlo ancora io, perchè so di certo, e lo posso giurare, che Zabulone impresta sempre il suo danaro a mezzo per cento il mese senza provvisione, e qualche volta anche a meno, non mai a più.—E la mia speranza non suona eterodossa, perchè sappiamo come Traiano fosse salvo per le preghiere di San Gregorio Magno, e Stazio poeta per virtù di non so quale altro Santo. Ora tutta la corte celeste porrà la mano al canapo per tirare su l'Ebreo, il quale ebbe in costume di accomodare in presto il suo danaro al sei per cento l'anno. "Però di Satana"—soggiunse Zabulone—"troppo ci vuole a raccontare degnamente la storia: se ti basta quella del Presidente, io te la posso dire…" "Io te ne prego, Zabulone…" "Buonaparte!—nota bene che io la prendo larga:—Buonaparte, da quell'uomo di vasti concetti ch'egli era, intese convertire i mari in deserti, e farvi perire la odiata Inghilterra, come Palmira o Tebe dalle cento porte. La Inghilterra vinse, ma il suo nemico la lasciò ferita a morte nelle viscere. Buonaparte periva, dacchè le vite degli uomini sono corte, ma quelle dei popoli prima di morire si dibattono in lunga agonia: le ossa di Buonaparte ora dormono in Francia, ma la sua maladizione rode i precordii della Inghilterra come l'acqua tofanica. Adesso, figliuolo mio, vuoi tu sapere chi vinse Napoleone, chi fece capitare male lo smisurato suo concetto del blocco continentale? Noi altri tarli.—Ridi? A torto ridi; chè molto minore cosa che non siamo noi muove guerra alle città, e distrugge gli Dei. I conigli rovesciarono le mura di Tarragona, e i topi rosero il simulacro di Giove in Alessandria. Noi mercadanti, noi banchieri, noi contrabbandieri, noi imperatori del metallo coniato, a cui si curvano i re, fanno di cappello gl'imperatori, sorridono i papi,—e ce ne vantiamo;—noi potenza lenta, implacata, implacabile, invincibile, e impalpabile, solleviamo e precipitiamo chi meglio ci torna.—Io era giovane;—e o mi muovesse talento di agitarmi, o di raccogliere tesoro, o secreto odio contro uomo troppo potente e quindi funesto, o insomma pensieri più alti o più bassi di questi, io mi ridussi a vivere in Malta. Quanto sa l'inferno immaginare di avaro, di cupido e di Tag: noi uomo dio presidente amore troppo mondo cento male Argomenti: uomo troppo, semplice fante, frammento necessario, pegno fraterno, nausea grande Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Nel sogno di era Il fiore di Dante Alighieri Decameron di Giovanni Boccaccio Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Il naturale dei prodotti per la cura della pelle La bellezza della forma naturale Toronto e le sue attrazioni principali Offerta capodanno a Lussemburgo Offerta capodanno a Miami
|
||||