I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi pagina 13

Testo di pubblico dominio

morvido. Dio lo punirà nella sorgente del suo peccato. Egli ambiva lasciare nome e famiglia di fortune e di pompe superba, e il suo nome morirà con lui; egli seppellirà i suoi figli che lo conoscono, ch'egli non può ingannare, e lo disprezzano; il suo retaggio andrà disperso come un nuvolo di polvere sospinta dal vento. La mano del Signore toccherà le radici di questa pianta maligna, e prima di morire vedrà cadersi tutte le sue foglie maladette dintorno. Egli ha radunato per riempire una fossa… Erede di tutti i suoi, egli vi getterà dentro in confuso moglie, figli, e tesori… e Satana infine ridendo vi getterà lui stesso.—La vita, o Gualberto, è un lungo conto corrente; ma prima di morire, la coscienza, computista senza errore, tira a tutti la somma, e quanto più ella tarda, o fa improvvisi i conti, tanto maggiormente giungono pieni di paura. La giustizia di Dio vive e governa. A ogni uomo verrà retribuito secondo le sue opere, e questa persuasione unita a molte altre cause varrà non poco a migliorare questa nostra specie.—Però le cose procedono lente al bene, spesso si arrestano, qualche volta deviano: le generazioni umane, come le generazioni delle foglie, ora nascono, ora muoiono; il verno le disperde, aprile le rinnuova, e tu guarda al tronco che non muore mai. La opera dei secoli non può conseguirsi in giorni o in anni, ma la sapienza governata dalla speranza visse nei tempi passati, nei presenti sonnecchia mercè le nuove ipocrisie, e vivrà in quelli che non furono peranche generati dal volere di Dio; e tu in ispirito puoi assistere al giorno della creazione, in cui furono appesi al firmamento il sole e la luna, come al giorno della distruzione, ove una gran voce scrollerà l'universo dicendo:—Basta!—E cotesti luminari si spegneranno a modo di lampade a cui manca l'alimento.—Zabulone ebreo ti dava questi ammaestramenti perchè ti consolassero, e tu tienli avanti gli occhi come le tavole della testimonianza, ricordandoti quello che Rabbi Santo favellava a Don Pietro: Por nascer en espino
La rosa, ya no siento
Que pierde; ni el buen vino
Por salir del sarmiento;
Ni vale el Azore menos
Por que en vil nido siga
Ni los exemplos buenos
Porque Judio los diga.¹
NOTA. Pag. 156.—(1) Rabbi Santo chiamava se stesso Don Santo Judio de Carrion, perchè nato a Carrion de los Condes nella Castiglia vecchia: Señor noble rey alto
Oid este sermon
Que os dise Don Santo
Judio de Carrion
Nacque sul principio del secolo XIV. Nel 1360 essendo già vecchio, diresse a Pietro il Crudele, re di Castiglia, un poemetto intitolato:—Consejos y documentos del Judio Rabbi Don Santo al rey Don Pietro. Dicesi si chiamasse veramente Don Mose, e fosse chirurgo del re. Attribuiscono a lui il poema:—La Dansa general de la Muerte, o Dansa Macabra.

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