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I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi pagina 10Waltom. Il picchio fu sommesso, e nonostante l'uscio venne subito aperto, conciossiachè la casa del mercante si assomigli ad Argo: gli occhi di coloro che vi abitano dentro non istanno mai tutti chiusi. Aperto l'uscio, il sopraggiunto domandò favellare al signore Waltom, e subito. Il servo risposegli che dormiva. "Svegliatelo," insistè l'altro; e poichè il servo si mostrava irresoluto, il Presidente, pestando forte del piè la terra, ordinò imperioso: "Va e sveglialo subito, perchè qui si tratta di morte e di vita." E il servo spaventato, non senza farsi il segno della croce, scappò via, non curando altra informazione. Comunque paresse strano ricevere a colloquio in ora sì tarda un uomo ignoto, pure le condizioni dei tempi, del paese, e dei traffici, non persuadevano rimandarlo inascoltato. Il signore Waltom, ch'era persona prestante molto, scese giù di letto, si gittò addosso una veste da camera, e comandò introducessero il tardo visitatore. Il Presidente entra.—Invitato con cenno a sedere recusa, e con sottile arguzia imitando i modi inglesi diceva: "Signore, la vostra mano…" "Perchè?" "Giuratemi su l'onore vostro che non sarete per isvelare mai il mio nome nè quanto sono per dirvi." Il signore Waltom, meditato un poco, risponde risolutamente: "Non posso." "Perchè?" "Se fosse cosa che nuocesse al re, allo stato, a chiunque altro insomma, il mio dovere sarebbe palesarla." "Oh no, riguarda voi solo, e consento ve ne possiate giovare: solo intendo che dobbiate tacere da qual parte vi viene." "In questo caso parlate, e confidate sul mio onore." "Bene!—Tenete presso di voi un giovane chiamato Guglielmo?" "Sì." "In quale condizione?" "Cassiere di banco." "La cassa vostra poneste in sua piena balía?" "Dapprima no: ogni sera aveva a rendermi il conto e le chiavi; sperimentata poi la bontà sua, oppresso dai negozi, trascurai questa diligenza, e di presente facciamo i conti una volta al mese: le chiavi ritiene sempre." "Signore, duolmi annunziarvelo; voi siete tradito…." "Possibile!" esclamò il mercante levandosi a mezzo da sedere… "Uditemi.—Abito il terzo piano della casa ove tengono giuoco. Stasera per avventura mi venne fatto entrare là dentro, e con sorpresa ho visto il vostro cassiere giuocare, e perdere monti di ghinee;…. somme sicuramente superiori alla sua fortuna." "Lo avete veduto voi?" "L'ho visto: ed informatomi s'egli avesse usanza praticare quel luogo, e se giuocasse sempre disperatamente in cotesta maniera, mi dissero da molte sere mandare a male tesori da fare ribrezzo.—Ritiratomi in camera ho dubitato lungamente se il mio dovere di uomo mi obbligasse o no a porgervene avviso: mi è parso sì, e venni per questo. Adesso buona notte, signore!—Spiacemi bene non avere incontrato migliore occasione per fare la vostra conoscenza, ma potete credere che non dipese da me." "Buona notte, signore! Gran mercè dello avviso: state sicuro tanto sopra la mia discretezza quanto sopra la mia riconoscenza." Si strinsero le destre: se le scossero more anglico, da slogarsi le spalle; e il signore Waltom pensò:—"Questa è una degna e rispettabile persona." Il Presidente guardandosi attorno uscì cauto, e rasentando le muraglie con passi veloci, scorso ch'ebbe un lungo tratto di via traversò la strada come ramarro nei giorni canicolari; quivi ristrettosi sotto le muraglie guardò il palazzo dond'era uscito. Egli vide una finestra illuminata al secondo piano: apparteneva alla camera che abitava il cassiere; dopo breve ora il chiarore crebbe a dismisura, e stropicciandosi le mani costui con compiacenza mormorò: "La girandola ha preso fuoco!" E sì che s'ingannava; imperciocchè senza aggravarsi l'anima della nuova tristezza, cotesta vita tanto insidiata stava per ispegnersi. Guglielmo ridottosi nella sua stanza aprì la scrivanía: preso un foglio di carta velina, ed assettatosi con singolare compostezza, scrisse: "Madre mia!" E si fermò,—considerando le parole scritte… Coteste lettere presero allo improvviso sembianza di forma umana,—della madre sua,—che vedova e povera, per prova estrema di amore aveva sofferto staccarsi dal seno l'unico figliuolo affinchè andasse a procacciarsi sua ventura nel mondo, e nello abbracciarlo sul punto di dargli commiato gli aveva detto, frenando le lagrime:—"Figliuolo mio, dalla mia benedizione, e dalla raccomandazione di tenerti sempre davanti gli occhi gli esempi paterni, a me non è concesso darti altro viatico; e nonostante, queste cose ti potranno giovare meglio che danari e credito presso persone potenti.—Tu parti da casa tua con due compagne, la povertà e la probità: cerca di lasciare la prima a mezzo cammino, ma guarda bene ritornare indietro senza la seconda.—Va dunque, e Dio aggiunga alla tua felicità quella che i tuoi genitori avrebbero dovuto godere sopra la terra!"—Poi quelle sembianze venerande si scompigliavano, e le lettere mutavansi in altrettanti occhi gonfi e screpolati di vene sanguigne, e già da tutti gli occhi pioveva un diluvio di lagrime. Dopo alcuno spazio dì tempo si provò a continuare la lettera, ma vide con ispavento la carta diventare nera come se la morte l'avesse coperta con un lembo del suo velo….—Infelice! senza accorgersene egli l'aveva tutta bagnata di pianto. Tolse un altro foglio, e scrisse da capo: "Cara madre!" E si fermò…. perchè—incominciò a pensare—se la spada del dolore ha da passarle l'anima, spingerò io con la mia mano questa spada? La fama le narrerà la mia infamia e il mio delitto, ma ella non vi presterà fede…..—è tanto incredulo il cuore di una madre per le colpe dei figli!—Così io morrò sicuro di lasciare nel mondo una creatura almeno che mi ami, poichè nel duro passo al quale mi trovo condotto a me non soccorre altro conforto…..—Oh non versiamo altro fiele nella tazza già troppo senza fine amara.—E lacerò il foglio. E nonostante,—indi a poco riprese a pensare,—e nonostante formerebbe parte di espiazione raccontare la mia colpa intera:—certo lo annunzio partecipato da me le sarà veleno, ma il sospetto di averla io in questo istante supremo dimenticata l'attossicherebbe più acerbamente e più presto. Scelse un terzo foglio; lo accomodò sopra lo scrittoio, vi pose in mezzo la falsa riga, e molto propriamente l'appuntò con cera bianca perchè non iscorresse da una parte nè dall'altra e i righi venissero diritti bene. Veramente,—proseguiva meditando,—sopra la infamia del figlio così ella non potrà più rimanere dubbia…. Non importa,—purchè nei pochi istanti che le durerà la vita non rimanga neppure dubbia che la mia tenerezza e la mia memoria non le mancarono mai….. E accostata la penna, tracciò la prima lettera. Trovando poi che si erano ingrossate le punte e tracciavano male il carattere, con un pannolino attese ad asciugarle diligentissimamente. Nè le madri—continuava tra se—per vergogna rinnegano i figli…. mai…. Sul trono o sul patibolo, lo immenso amore che sgorga dalle viscere materne aumenta gloria o mitiga vituperio.—Ma la madre di Pausania, che portò prima le pietre per turare la porta del tempio onde fare morire di fame il figliuolo ricovrato là dentro?—È menzogna.—Furono uomini quelli che scrissero cotesta favola, nè ardirono scriverla se non aggiungendo:—si dice.—E col temperino ragguagliò e pareggiò le punte della penna.—Se fosse stata una madre, avrebbe smentito la fama bugiarda…. "Cara madre!"—vergò per la terza volta, quando allo improvviso fu aperto con impeto l'uscio della camera, e una voce concitata lo chiamò: "Signor Guglielmo!" Lo sciagurato giovane non piega il collo, non muta il fianco, e persuaso venissero per condurlo al supplizio, esclama: "Perchè tanto presto! Le ventiquattro ore non sono ancora passate." "Signor Guglielmo, date ascolto." "Scrivo a mia madre l'ultimo addio; raccomando la mia anima al Signore, e sono da voi, perchè anche a me tarda finire: anche pochi momenti in grazia…. per Tag: signore madre occhi foglio tanto camera anima fare prima Argomenti: alcuno spazio, vita tanto, immenso amore, persona prestante, sottile arguzia Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Il benefattore di Luigi Capuana L'arte di prender marito di Paolo Mantegazza Le femmine puntigliose di Carlo Goldoni Nuove storie d'ogni colore di Emilio De Marchi Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come riconoscere i sintomi di una gravidanza Come affrontare con fiducia un colloquio di lavoro in azienda Come truccarsi per le occasioni speciali L'innesto della rosa Come fare il bagno al gatto
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