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Giambi ed Epodi di Giosuè Carducci pagina 3Dormono ancora i fior dolce fiammanti Ne' bocci verdi; ma il soave e puro April verrà. D'agosto ombre aspettanti. Per voi lo giuro. V IL CESARISMO LEGGENDO LA INTRODUZIONE ALLA VITA DI CESARE SCRITTA DA NAPOLEONE III I Giove ha Cesare in cura. Ei dal delitto Svolge il diritto, e dal misfatto il fato. Se un erario al bisogno è scassinato O un cittadino per error trafitto, Tutto si sanerà con un editto. A sua gloria e per forza ei ci ha salvato. Chi ebbe tenga, e quel ch'è stato è stato. Nuovo ordine di cose in cielo è scritto. – Così diceva, senator da ieri, Il ladro fuggitivo servo Mena; E la plebe a Labien sassi gittava. Ma la legione undecima cantava: – Trionfo! quattro nivei destrieri, Divin trionfo, al divin Giulio infrena! – II Quattro al dio Giulio, o dio Trionfo, infrena, Come al buon Furio già, nivei cavalli: Leghi al carro d'avorio aurea catena L'Egitto e il Ponto e gli Africani e i Galli. Gracco, la plebe tua straniere valli Ari a un suo cenno; e tu curva la schiena, Sangue Cornelio, e a' senator da' gialli Crin la via mostra che a la curia mena. Dittatore universo, anche la vaga Lingua d'Ennio ei fermò; l'anno ha costretto Errante già per la siderea plaga. Ma fra tant'inni il mondo ode su 'l petto Santo di Cato stridere la piaga E scricchiolar di Nicomede il letto. VI PER GIUSEPPE MONTI E GAETANO TOGNETTI MARTIRI DEL DIRITTO ITALIANO I Torpido fra la nebbia ed increscioso Esce su Roma il giorno: Fiochi i suon de la vita, un pauroso Silenzio è d'ogn'intorno. Novembre sta del Vatican su gli orti Come di piombo un velo: Senza canti gli augei da' tronchi morti Fuggon pe 'l morto cielo. Fioccano d'un cader lento le fronde Gialle, cineree, bianche; E sotto il fioccar tristo che le asconde Paion di vita stanche Fin quelle, che d'etadi e genti sparte Mirar tanta ruina In calma gioventù, forme de l'arte Argolica e latina. Il gran prete quel dì svegliossi allegro, Guardò pe' vaticani Vetri dorati il cielo umido e negro, E si fregò le mani. Natura par che di deforme orrore Tremi innanzi a la morte: Ei sente de le piume anco il tepore E dice – Ecco, io son forte. Antecessor mio santo, anni parecchi Corser da la tua gesta: A te, Piero, bastarono gli orecchi; Io taglierò la testa. A questa volta son con noi le squadre, Né Gesù ci scompiglia: Egli è in collegio al Sacro Cuore, e il padre Curci lo tiene in briglia. Un forte vecchio io son; l'ardor de i belli Anni in cuor mi ritrovo: La scure che aprì 'l cielo al Locatelli Arrotatela a novo. Sottil, lucida, acuta, in alto splenda Ella come un'idea: Bello il patibol sia: l'oro si spenda Che mandò Il Menabrea. I francesi, posato il Maometto Del Voltèr da l'un canto, Diano una man, per compiere il gibetto, Al tribunal mio santo. Si esponga il sacramento a San Niccola Con le indulgenze usate, Ed in faccia a l'Italia mia figliuola Due teste insanguinate. – II E pur tu sei canuto: e pur la vita Ti rifugge dal corpo inerte al cuor, E dal cuore al cervel, come smarrita Nube per l'alpi solvesi in vapor. Deh, perdona a la vita! A l'un vent'anni Schiudon, superbi araldi, l'avvenir; E in sen, del carcer tuo pur tra gli affanni. La speme gli fiorisce et il desir. Crescean tre fanciulletti a l'altro intorno, Come novelli del castagno al piè; Or giaccion tristi, e nel morente giorno La madre lor pensa tremando a te. Oh, allor che del Giordano a i freschi rivi Traea le turbe una gentil virtù E ascese a le città liete d'ulivi Giovin messia del popolo Gesù, Non tremavan le madri; e Naim in festa Vide la morte a un suo cenno fuggir E la piangente vedovella onesta Tra il figlio e Cristo i baci suoi partir. Sorridean da i cilestri occhi profondi I pargoletti al bel profeta umìl; Ei lacrimando entro i lor ricci biondi La mano ravvolgea pura e sottil. Ma tu co 'l pugno di peccati onusto Calchi a terra quei capi, empio signor, E sotto al sangue del paterno busto De le tenere vite affoghi il fior. Tu su gli occhi de i miseri parenti (E son tremuli vegli al par di te) Scavi le fosse a i figli ancor viventi, Chierico sanguinoso e imbelle re. Deh, prete, non sia ver che dal tuo nero Antro niun salvo a l'aure pure uscì; Polifemo cristian, deh non sia vero Che tu nudri la morte in trenta dì. Stringili al petto, grida – Io del ciel messo Sono a portar la pace, a benedir – E sentirai dal giovanile amplesso Nuovo sangue a le tue vene fluir... In sua mente crudel (volgonsi inani Le lacrime ed i prieghi) egli si sta: Come un fallo gittò gli affetti umani Ei solitario ne l'antica età. III Meglio così! Sangue dei morti, affretta I rivi tuoi vermigli E i fati; al ciel vapora, e di vendetta Inebria i nostri figli. Essi, nati a l'amore, a cui l'aurora De l'avvenir sorride Ne le limpide fronti, odiino ancora, Come chi molto vide. Mirate, udite, o avversi continenti. O monti al ciel ribelli, Isole e voi ne l'oceàn fiorenti Di boschi e di vascelli; E tu che inciampi, faticosa ancella, Europa, in su la via; E tu che segui pe' i gran mar la stella Che al Penn si discovria; E voi che sotto i furiosi raggi Serpenti e re nutrite, Africa ed Asia, immani, e voi selvaggi, Voi, pelli colorite; E tu, sole divino: ecco l'onesto Veglio, rosso le mani Di sangue e 'l viso di salute: è questo L'angel de gli Sciuani. Ei, prima che il fatale esecutore Lo spazzo abbia lavato, Esce raggiante a delibar l'orrore Del popolo indignato. Ei, di demenza orribile percosso, Com'ebbro il capo scuote, E vorria pur vedere un po' di rosso Ne l'òr de le sue ruote. Veglio! son pompe di ferocie vane In che il tuo cor si esala, E in van t'afforza a troncar teste umane Quei che salvò i La Gala. Due tu spegnesti; e a la chiamata pronti Son mille, ancor più mille. I nostri padiglion splendon su i monti, Ne' piani e per le ville, Dovunque s'apre un'alta vita umana A la luce a l'amore: Noi siam la sacra legion tebana, Veglio, che mai non muore. Sparsa è la via di tombe, ma com'ara Ogni tomba si mostra: La memoria de i morti arde e rischiara La grande opera nostra. Savi, guerrier, poeti ed operai, Tutti ci diam la mano: Duro lavor ne gli anni, e lieve omai Minammo il Vaticano. Splende la face, e il sangue pio l'avviva; Splende siccome un sole: Sospiri il vento, e su l'antica riva Cadrà l'orrenda mole. E tra i ruderi in fior la tiberina Vergin di nere chiome Al peregrin dirà: Son la ruina D'un'onta senza nome. VII HEU PUDOR! I Mènte chi dice ch'ove il core avvampa Secondi l'aura de l'acceso ingegno. Avrei ben io d'infame eterna stampa Segnato in fronte questo gregge indegno. Feroce forse come il tuo m'accampa, Dante padre, nel cuore odio e disdegno; Ma chiusa rugge la vorace vampa Me distruggendo, e mai non giunge al segno. Altri laghi di pegola, addensata Di serpenti di mostri e dimon duri Altra e duplice bolgia avrei scavata; E v'avrei co' suoi monti e co' suoi muri, Come uno straccio lurido, gettata Questa terra di Fucci e di Bonturi. II No. Vanni Fucci in faccia a Dio rubava Con la bestemmia in bocca e in fronte il riso, Ribadito di serpi egli squadrava Da l'inferno le fiche al paradiso: Il poco pan che del suo pianto lava Ed è nel sangue de' suoi figli intriso Voi rubate a la patria, e poi con brava Lingua sputate a lei virtù su 'l viso. Le case de' nemici al sol lucente, Con la face a una man, ne l'altra i dardi, Vanni Fucci cercò superbamente: Voi, ne la chiusa notte, a passi tardi, Ferite al canto; voi da l'aurea lente Piccioletti ladruncoli bastardi. III Da le tombe del pian che aprile infiora E da i monti che batte il verno immite E da quelle che il mar cuopre e colora, Morti d'Italia, venite, venite! Mirate, o morti: il sangue vostro irrora, Ricadendo aureo nembo, a lor le vite; Empie a' lenoni il ventre e rincolora Le rose a' ludi de l'amor sfiorite. Mirate, o morti: ei fûr che la vittoria Vi Tag: sangue vita cielo cuore ciel anni trionfo santo veglio Argomenti: corpo inerte, due teste, nuovo ordine, grande opera, nuovo sangue Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Garibaldi di Francesco Crispi I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi Il colore del tempo di Federico De Roberto Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Città Vecchia di Varsavia I Caraibi e la Giamaica per una vacanza economica Trogir, una località sconosciuta a molti Mykonos, un'isola tra alternativa e vita notturna Saint Tropez, una calda estate tra colore e divertimento
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