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Le Grazie di Ugo Foscolo pagina 4intreccia Le chiome dell'azzurra onda spumanti: L'altra sorella a' zefiri consegna A rifiorirle i prati a primavera L'ambrosio umore ond'è irrorato il seno Della figlia di Giove: vereconda La terza ancella ricompone il peplo Su le membra divine, e le contende Di que' selvaggi attoniti al desio. Non prieghi d'inni o danze d'imenei Ma de' veltri perpetuo l'ululato Tutta l'isola udia, e un suon di dardi E gli uomini sul vinto orso rissosi E de' piagati cacciatori il grido. Cerere invan donato avea l'aratro A que' feroci, invan d'oltre l'Eufrate Chiamò un dì Bassaréo giovine dio A ingentilir di pampini le balze: Il pio stromento irruginìa su' brevi Solchi sdegnato; divorata innanzi Che i grappoli novelli imporporasse A' rai d'autunno, era la vite: e solo Quando apparian le Grazie i predatori E le vergini squallide e i fanciulli L'arco e il terror deponeano ammiranti. Con mezze in mar le rote iva frattanto Lambendo il lito la conchiglia, e al lito Pur con le braccia la spingean le molli Nettunine. Spontanee s'aggiogarono Alla biga gentil due delle cerve Che ne' boschi Dittei schive di nozze Cintia a' freni educava; e poi che dome Aveale a' cocchi suoi pasceano immuni Di mortale saetta. Ivi per sorte Vagolando fuggiasche eran venute Le avventurose, e corsero ministre Al viaggio di Venere. Improvvisa Iri che segue i Zefiri col volo S'assise auriga, e drizzò il corso all'Istmo Del Laconio paese. Ancor Citera Del golfo intorno non sedea regina: Dove or miri le vele alte su l'onda Pendea negra una selva, ed esiliato N'era ogni Dio dai figli della terra Duellanti a predarsi: i vincitori D'umane carni s'imbandian convito. Videro il cocchio e misero un ruggito Palleggiando la clava. Al petto strinse Sotto il suo manto accolte le gementi Sue giovinette, e, O selva ti sommergi, Venere disse, e fu sommersa. Ah tali Fors'eran tutti i primi avi dell'uomo! Quindi in noi serpe miseri un natio Delirar di battaglie e se pietose Nol placano le Dee, cupo riarde Ostentando trofeo l'ossa fraterne; Ch'io non lo veggia almeno or che in Italia Fra le messi biancheggiano insepolte! Qui di Fare il golfo Cinto d'armoniosi antri a' delfini Qui Sparta e le fluenti dell'Eurota Grate a' cigni; e Messene offria securi Ne' suoi boschetti alle tortore i nidi Qui d'Augia il pelaghetto inviolato Dal pescator mandava acque lustrali Alla sacra Brisea donde il propinquo Taigeto udiva strepitar l'arcano Tripudio e i riti onde il femmineo coro Placò Lieo; tornavano i garzoni Ghirlandati alle vergini in Amicle Terra di fiori; non l'Eloa maremma Li rattenne non Laa che fra tre monti [...] Dite candide Dee, ditemi dove La prima ara vi piacque, onde se invano Or la chieggio alla terra, almen l'antica Religione del bel loco io senta. Tutte velate procedendo all'alta Dorio che di lontan gli Arcadi vede, Le belle Dee vennero a Trio; l'Alfeo Arretrò l'onda, e die' a' lor passi il guado Che anc'oggi il pellegrin varca ed adora. Fe' manifesta quel portento a' Greci La Deità; sentirono da lunge Odorosa spirar l'aura celeste. <Non sono genii mentiti. Io dal mio poggio Quando tacciono i venti fra le torri Della vaga Firenze odo un Silvano Ospite ignoto a' taciti eremiti Del vicino Oliveto: ei sul meriggio Fa sua casa un frascato, e a suon d'avena Le pecorelle sue chiama alla fonte. Chiama due brune giovani la sera Nè piegar erba mi parean ballando. Esso mena la danza. N'eran molte Sotto l'alpe di Fiesole a una valle Che da sei montagnette ond'è ricinta Scende a sembianza di teatro Acheo. Affrico allegro ruscelletto accorse A' lor prieghi dal monte, e fe' la valle Limpida d'un freschissimo laghetto. Nulla per anco delle Ninfe inteso Avea Fiammetta allor ch'ivi a diporto Novellando d'amori e cortesie Con le amiche sedeva, o s'immergea Te, Amor, fuggendo; e forse la spiavi Dentro le cristalline onde più bella. Fur poi svelati in que' diporti i vaghi Misteri, e Dioneo re del drappello Le Grazie afflisse. Perseguì i colombi Che stavan su le dense ali sospesi A guardia d'una grotta; invan gementi Sotto il flagel del mirto onde gl'incalza Gli fan ombra dattorno, e gli fan prieghi Che non s'accosti; sanguinanti e inermi Sgombran con penne trepidanti al cielo. Della grotta i recessi empie la luna, E fra un mucchio di gigli addormentata Svela a un Fauno confusa una Napéa. Gioì il protervo dell'esempio, e spera Allettarne Fiammetta; e pregò tutti Allor d'aita i Satiri canuti E quante emule ninfe eran da' giochi E da' misteri escluse: e quegli arguti Oziando ogni notte a Dionèo Di scherzi, e d'antri, e talami di fiori Ridissero novelle. Or vive il libro Dettato dagli Dei; ma sfortunata La damigella che mai tocchi il libro. Tosto smarrita del natio pudore Avrà la rosa, nè il rossore ad arte Può innamorar chi sol le Grazie ha in core. > E solette radean lievi le falde D'Olimpo irriguo di sorgenti. Or quando Fur più al cielo propinque ove di rosea Luce le vette al sacro monte asperge E donde sembran tutte auree le stelle Alle vergini sue che la seguieno Volse la santa Dea queste parole: Assai beato o giovinette è il regno De' celesti ov'io riedo. All'infelice Terra ed a' figli suoi voi rimanete Consolatrici; sol per voi sovr'essa Ogni lor dono pioveranno i numi. E se vindici fien più che clementi Anzi al trono del padre io di mia mano Guiderovvi a placarlo. Al partir mio Tale udirete un'armonia da l'alto Che diffusa da voi farà più miti De' viventi i dolori. Ospizio amico Talor sienvi gli Elisi, e sorridete A' vati che cogliean puri l'alloro Ed a' prenci indulgenti, ed alle pie Giovani madri che a straniero latte Non concedean gl'infanti, e alle donzelle Che occulto amor trasse innocenti al rogo, E a' giovinetti per la patria estinti. Siate immortali. Disse e le mirava E dagli sguardi diffond... Poi d'un suo bacio confortò le meste Vergini sue che la seguian con gli occhi E li velava il pianto, e lei dall'alto Vedean appena, e questa voce udiro: Daranno a voi dolor novello i fati E gioja eterna. E sparve: e trasvolando Due primi cieli si cingea del puro Lume dell'astro suo. L'udì Armonia E giubilando l'etere commosse. Chè quando Citerea torna a' beati Cori, Armonia su per le vie stellate Move plauso alla Dea pel cui favore Temprò un dì l'universo. E non che ornar di canto, e chi può tutte Ridir l'opre de' Numi? Impaziente Il vagante inno mio fugge ove incontri Graziose le menti ad ascoltarlo Pur non so dirvi, o belle suore, addio, Sento piena di nuovi inni la mente. Ma e dove or io vi seguirò, se il Fato Ah da gran giorni omai profughe in terra Alla Grecia vi tolse, e se l'Italia Che v'è patria seconda i doni vostri Misera ostenta e il vostro nume obblia? Pur molti ingenui de' suoi figli ancora A voi tendon le palme. Io finchè viva Ombra daranno a Bellosguardo i lauri Ne farò tetto all'ara vostra, e offerta Di quanti pomi educa l'anno, e quante Fragranze ama destar l'alba d'aprile. E il fonte e queste pure aure e i cipressi E secreto il mio pianto e la sdegnosa Lira, e i silenzi vi fien sacri e l'arti. Fra l'arti io coronato e fra le muse Alla patria dirò come indulgenti Tornate ospiti a lei, sì che più grata In più splendida reggia, e con solenni Pompe v'onori: udrà come redenta Fu due volte per voi, quando la Fiamma Pose Vesta sul Tebro, e poi Minerva Diede a Flora per voi l'attico Ulivo. Venite o Dee, spirate Dee, spandete La Deità materna, e novamente Deriveranno l'armonia gl'ingegni Dall'Olimpo in Italia: e da voi solo Nè dar premio potete altro più bello Sol da voi chiederem Grazie un sorriso. Inno Secondo Ad Antonio Canova Vesta Tre vaghissime donne a cui le trecce Infiora di felici Itale rose Giovinezza, e per cui splende più bello Sul lor sembiante il giorno, all'ara vostra Sacerdotesse, o care Grazie, io guido. Qui e voi che Marte non rapì alle madri Tag: grazie terra sue due armonia onde onda sol patria Argomenti: sacro monte, femmineo coro, ospite ignoto, chiama due, natio pudore Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: Storia di un'anima di Ambrogio Bazzero La divina commedia di Dante Alighieri Fermo e Lucia di Alessandro Manzoni Fior di passione di Matilde Serao Giambi ed Epodi di Giosuè Carducci Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Guadalupa, l'acqua cristallina del mare dei Caraibi Vacanze Estate Savona Una buona tazzina di caffè Vacanza Mauritius, l'Isola del Sorriso Offerta capodanno alle Hawaii
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