Il colore del tempo di Federico De Roberto pagina 8

Testo di pubblico dominio

paradis arrache des aveux… J'ai vu chaque élément de leur essence vraie Étaler sur l'écran sa redoutable raie. Con questi versi Sully Prudhomme canta uno dei più mirabili processi scientifici: l'analisi spettroscopica. Ma dove egli adopera l'immagine poetica del prisma che confonde i falsi paradisi, non è molto scientifico; perchè col prisma non si strappano confessioni ai paradisi veri o falsi, si scompongono soltanto le luci; e quando si attiene più fedelmente alla scienza, accennando alle righe di Frauenhofer, non è molto poetico. Dans l'éveil d'un muscle endormi
La foudre éparse se révèle,
Silencieuse, à Galvani.
Franklin l'annullait, terrassée;
Volta la gouverne, ammassée;
Ampère fait d'elle un aimant…
Neppure questa storia dell'elettricità è molto poetica; essa è inoltre poco scientifica, come poco precisa. Per dire che gli areonauti guardano il barometro, il poeta scrive: Ils montent, épiant l'échelle où se mesure
L'audace du voyage au déclin du mercure.
L'espressione è certo abilmente trovata, ma non somiglia un poco agli indovinelli che si propongono nelle conversazioni come passatempo? «Qual è quella scala dove si misura l'audacia del viaggio dall'altezza del mercurio?» Risposta: «La scala del barometro.» Wenzel, Dalton, en leurs balances,
Révèlent qu'entre tous les corps
Par d'exactes équivalences
Le poids régit tous les accords.
Questa è la teoria atomica. Disgraziatamente, se la strofe non è molto ispirata, neppure un professore di chimica ne sarebbe contento: in chimica vi sono combinazioni, non già accordi. Sully Prudhomme canta ancora che i cieli non ci sono più sbarrati, perchè Euclide e Pitagora hanno Dessiné du doigt dans le sable
Sur un triangle trois carrés,
Parce qu'ils les ont comparés…
Anche questo è un altro indovinello, del quale il lettore che ha dimestichezza con la geometria trova subito la spiegazione: il teorema del quadrato dell'ipotenusa, altrimenti detto il ponte degli asini; ma il geometra rammenterà al poeta che il triangolo dev'essere rettangolo…. Sully Prudhomme non mette soltanto in versi le scoperte scientifiche; espone anche la storia della filosofia: Qu'est-ce que l'Univers? Il vit: quelle en est l'âme?
Quel en est l'élément? L'eau, le souffle, ou la flamme?
Thalès y perd ses jours, Héraclite en pâlit.
Démocrite en riant a broyé la matière;
Il livre à deux amours cette immense poussière,
Et le repos y naît d'un incessant conflit.
Phérécyde a crié: «Je ne suis qu'une ombre!
«Je sens de l'être en moi pour une éternité».
Et Pythagore, instruit dans les secrets du nombre,
Recompose le monde en triplant l'unité.
Nessuno è dimenticato, nè fra gli antichi nè fra i moderni: da
Socrate a Fichte, da Platone a San Bonaventura, da Aristotile a
Hegel: l'enumerazione non dura meno di diciotto pagine. Il
poeta ci dice che
Condillac soutient Locke en fidèle héritier, come pure che Leibnitz divise l'Être en milliers de génies. Egli ci narra: Hobbes n'avait à l'homme octroyé de connaître
Que la ferme matière, unique fond de l'Être.
Dieu, l'esprit que sont-ils? Rien, des mots seulement,
Tout! répond Berkeley, car la matière ment…
La poesia scientifica e filosofica di Sully Prudhomme non è sempre così arida. Se scienza e arte poterono un tempo procedere insieme, ciò significa che fra le due attività non c'è antinomia assoluta. L'anima umana è una, e le sue facoltà, quando sembrano più distinte, sono insieme connaturate e confuse. Ma ciascuna di esse può avere naturalmente, o acquistare con l'esercizio, un diverso grado di forza, e trionfare dell'altra. L'esercizio delle native facoltà poetiche ha fatto di Sully Prudhomme un poeta squisito, armonioso, leggiadro, efficacissimo nell'esprimere gli stati d'animo ambigui, perplessi e fuggevoli; capace anche, secondo l'espressione del Lemaître, di vere invenzioni di sentimenti. Ma, dall'altro lato, l'abito dello studio severo, dell'indagine positiva, dell'osservazione paziente, del ragionamento astratto, ha impacciato il volo lirico e l'ispirazione vivace. Metterli d'accordo non è impossibile, ma non è facile. Egli vi è riuscito qualche volta. Il suo sonetto, nelle Èpreuves, che ha per tema Spinoza, è veramente bello: C'était un homme doux, de chétive santé,
Qui, tout en polissant des verres de lunettes,
Mit l'essence divine en formules très-nettes,
Si nettes que le monde en fut épouvanté.
Ce sage démontrait avec semplicité
Que le bien et le mal sont d'antiques sornettes,
Et les libres mortels d'humbles marionnettes
Dont le fil est aux mains de la Nécessité.
Pieux admirateur de la Sainte-Écriture,
Il n'y voulait y voir un dieu contre nature;
A quoi la synagogue en rage s'opposa.
Loin d'elle, polissant des verres de lunettes,
Il aidait les savants à compter les planètes.
C'était un homme doux: Baruch de Spinoza.
Qui, per un incontro fortunato, c'è la scienza, c'è la filosofia, ma ci sono anche la poesia e l'arte che le animano. Sully Prudhomme deve però aver temuto che l'arte in questo sonetto sia troppa, e pensato che una poesia scientifica e filosofica debba essere più scientifica e filosofica; perchè, riprendendo lo stesso tema nel Bonheur, ecco come lo ha svolto: Un juif cartésien, plus hardi que le maître,
Arrache, imperturbable, à ses leçons leurs fruits,
Et le condanne en forme à nommer Dieu tout l'Être,
Dont le temple infini soi-même se construit.
Spinoza dans la Bible est entré sans surprise;
    Mais, pendant qu'il y plonge, il se sent la main prise
Dans le poignet de fer de la Nécessité!
Le front calme, à la suivre il n'a pas hésité.
L'Être assiste, éternel, au cours changeant des âges,
Le froid de la raison fait du monde un cristal;
L'homme en est une face où des pâles images
Répètent l'univers sous un angle fatal….
II. L'opera di Sully Prudhomme non risolve adunque, rispetto alla forma, il dissidio fra scienza ed arte, o lo risolve male. Egli ha voluto dimostrare che la scienza non è fatale all'arte; ma di questa compatibilità l'arte sua fredda, compassata e didascalica ci fa dubitare. Resta da considerare in qual modo egli si diporta nella quistione etica: se l'arte è da lui sacrificata alla scienza, alla stessa scienza non dovrà egli sacrificare la fede? Questa è infatti la soluzione che troviamo nei Destini. Appena la Terra esce dal Caos, il Male comincia ad operarvi, a ordirvi le sue trame spaventose. Raffinatamente, per nuocer meglio, esso mescola al dolore qualche piacere, che dia di tanto in tanto al genere umano una tregua, dalla quale questo esca fortificato, pronto a sopportare nuovi, maggiori dolori. Ma, nello stesso punto che il Male scendeva in campo, anche il genio del Bene si destava, e contrapponeva l'opera sua a quella del nemico. Creò da principio l'amore, e credette d'aver fatto così ciò che di meglio si poteva fare per la felicità del mondo; ma poi mutò opinione: S'il est bon de sentir, meilleur est de pouvoir.
Oui, le couple est heureux de deux corps qui s'attirent
Pour fondre lentement deux âmes qui s'admirent,
Mais la possession suprême est de savoir…
Quel plaisir comparable à l'orgueil de connaître,
De suivre à l'infini dans la trame de l'être
Le long fil de la cause enchaînant les effets!
Ma neanche questo destino gli pare finalmente il più desiderabile. Un mondo di soli intelligenti, senza giusti, sarebbe perfetto? E sarebbe bello quel mondo dove non vi fossero nè eroi nè martiri? Je veux que l'habitant de ce nouveau séjour
Réhausse en lui les dons de puissance et d'amour
Par une conquérante et généreuse vie
Où le vouloir travaille et le coeur sacrifie…
Il sapere, la scienza, non è dunque

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