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Novelle rusticane di Giovanni Verga pagina 16borbottava la donna - portatemelo voialtre quel carico di legna! E i passanti tiravano l'asino per la coda e gli mordevano gli orecchi per farlo rialzare. - Non vedete che sta per morire? - disse infine un carrettiere; e così gli altri lo lasciarono in pace, ché l'asino aveva l'occhio di pesce morto, il muso freddo, e per la pelle gli correva un brivido. La donna intanto pensava al suo ragazzo che farneticava, col viso rosso dalla febbre, e balbettava: - Ora come faremo? Ora come faremo? - Se volete venderlo con tutta la legna ve ne dò cinque tarì - disse il carrettiere, il quale aveva il carro scarico. E come la donna lo guardava cogli occhi stralunati, soggiunse: - Compro soltanto la legna, perché l'asino ecco cosa vale! - E diede una pedata sul carcame, che suonò come un tamburo sfondato. Pane nero Appena chiuse gli occhi compare Nanni, e ci era ancora il prete colla stola, scoppiò subito la guerra tra i figliuoli, a chi toccasse pagare la spesa del mortorio, ché il reverendo lo mandarono via coll'aspersorio sotto l'ascella. Perché la malattia di compare Nanni era stata lunga, di quelle che vi mangiano la carne addosso, e la roba della casa. Ogni volta che il medico spiegava il foglio di carta sul ginocchio, per scrivere la ricetta, compare Nanni gli guardava le mani con aria pietosa, e biascicava: - Almeno, vossignoria, scrivetela corta, per carità! Il medico faceva il suo mestiere. Tutti a questo mondo fanno il loro mestiere. Massaro Nanni nel fare il proprio, aveva acchiappato quelle febbri lì, alla Lamia, terre benedette da Dio, che producevano seminati alti come un uomo. I vicini avevano un bel dirgli: - Compare Nanni, in quella mezzeria della Lamia voi ci lascierete la pelle! - Quasi fossi un barone - rispondeva lui - che può fare quello che gli pare e piace! I fratelli, che erano come le dita della stessa mano finché viveva il padre, ora dovevano pensare ciascuno ai casi proprii. Santo aveva moglie e figliuoli sulle braccia; Lucia rimaneva senza dote, su di una strada; e Carmenio, se voleva mangiar del pane, bisognava che andasse a buscarselo fuori di casa, e trovarsi un padrone. La mamma poi, vecchia e malaticcia, non si sapeva a chi toccasse mantenerla, di tutti e tre che non avevano niente. L'è che è una bella cosa quando si può piangere i morti, senza pensare ad altro! I buoi, le pecore, la provvista del granaio, se n'erano andati col padrone. Restava la casa nera, col letto vuoto, e le faccie degli orfani scure anch'esse. Santo vi trasportò le sue robe, colla Rossa, e disse che pigliava con sé la mamma. - Così non pagava più la pigione della casa - dicevano gli altri. Carmenio fece il suo fagotto, e andò pastore da curatolo Vito, che aveva un pezzetto di pascolo al Camemi; e Lucia, per non stare insieme alla cognata, minacciava che sarebbe andata a servizio piuttosto. - No! - diceva Santo. - Non si dirà che mia sorella abbia a far la serva agli altri. - Ei vorrebbe che la facessi alla Rossa! - brontolava Lucia. La quistione grossa era per questa cognata che s'era ficcata nella parentela come un chiodo. - Cosa posso farci, adesso che ce l'ho? - sospirava Santo stringendosi nelle spalle. E' bisognava dar retta alla buona anima di mio padre, quand'era tempo! La buon'anima glielo aveva predicato: - Lascia star la Nena, che non ha dote, né tetto, né terra. Ma la Nena gli era sempre alle costole, al Castelluccio, se zappava, se mieteva, a raccogliergli le spighe, o a levargli colle mani i sassi di sotto ai piedi; e quando si riposava, alla porta del casamento, colle spalle al muro, nell'ora che sui campi moriva il sole, e taceva ogni cosa: - Compare Santo, se Dio vuole, quest'anno non le avrete perse le vostre fatiche! - Compare Santo, se il raccolto vi va bene, dovete prendere la chiusa grande, quella del piano; che ci son state le pecore, e riposa da due anni. - Compare Santo, quest'inverno, se avrò tempo, voglio farvi un par di calzeroni che vi terranno caldo. Santo aveva conosciuta la Nena quando lavorava al Castelluccio, una ragazza dai capelli rossi, ch'era figlia del camparo, e nessuno la voleva. Essa, poveretta, per questo motivo faceva festa a ogni cane che passasse, e si levava il pan di bocca per regalare a compare Santo la berretta di seta nera, ogni anno a santa Agrippina, e per fargli trovare un fiasco di vino, o un pezzo di formaggio, allorché arrivava al Castelluccio. - Pigliate questo, per amor mio, compare Santo. È di quel che beve il padrone. - Oppure: - Ho pensato che l'altra settimana vi mancava il companatico. Egli non sapeva dir di no, e intascava ogni cosa. Tutt'al più per gentilezza rispondeva: - Così non va bene, comare Nena, levarvelo di bocca voi, per darlo a me. - Io son più contenta se l'avete voi. Poi, ogni sabato sera, come Santo andava a casa, la buon'anima tornava a ripetere al figliuolo: - Lascia star la Nena, che non ha questo; lascia star la Nena, che non ha quest'altro. - Io lo so che non ho nulla: - diceva la Nena, seduta sul muricciuolo verso il sole che tramontava. - Io non ho né terra, né case; e quel po' di roba bianca ho dovuto levarmela di bocca col pane che mi mangio. Mio padre è un povero camparo, che vive alle spalle del padrone; e nessuno vorrà togliersi addosso il peso della moglie senza dote. Ella aveva però la nuca bianca, come l'hanno le rosse; e mentre teneva il capo chino, con tutti quei pensieri dentro, il sole le indorava dietro alle orecchie i capelli color d'oro, e le guance che ci avevano la peluria fine come le pesche; e Santo le guardava gli occhi celesti come il fiore del lino, e il petto che gli riempiva il busto, e faceva l'onda al par del seminato. - Non vi angustiate, comare Nena - gli diceva. - Mariti non ve ne mancheranno. Ella scrollava il capo per dir di no; e gli orecchini rossi che sembravano di corallo gli accarezzavano le guance. - No, no, compare Santo. Lo so che non son bella, e che non mi vuol nessuno. - Guardate! - disse lui a un tratto, ché gli veniva quell'idea. - Guardate come sono i pareri!... E' dicono che i capelli rossi sieno brutti, e invece ora che li avete voi non mi fanno specie. La buon'anima di suo padre, quando aveva visto Santo incapricciato della Nena che voleva sposarla, gli aveva detto una domenica: - Tu la vuoi per forza, la Rossa? Di', la vuoi per forza? Santo, colle spalle al muro e le mani dietro la schiena, non osava levare il capo; ma accennava di sì, di sì, che senza la Rossa non sapeva come fare, e la volontà di Dio era quella. - Ci hai a pensar tu, se ti senti di campare la moglie. Già sai che non posso darti nulla. Una cosa sola abbiamo a dirti, io e tua madre qui presente: pensaci prima di maritarti, che il pane è scarso, e i figliuoli vengono presto. La mamma, accoccolata sulla scranna, lo tirava pel giubbone, e gli diceva sottovoce colla faccia lunga: - Cerca d'innamorarti della vedova di massaro Mariano, che è ricca, e non avrà molte pretese, perché è accidentata. - Sì! - brontolava Santo. - Sì, che la vedova di massaro Mariano si contenterà di un pezzente come me!... Compare Nanni confermò anche lui che la vedova di massaro Mariano cercava un marito ricco al par di lei, tuttoché fosse sciancata. E poi ci sarebbe stato l'altro guaio, di vedersi nascere i nipoti zoppi. - Tu ci hai a pensare - ripeteva al suo ragazzo. - Pensa che il pane è scarso, e che i figliuoli vengono presto. Poi, il giorno di Santa Brigida, verso sera, Santo aveva incontrato a caso la Rossa, la quale coglieva asparagi lungo il sentiero, e arrossì al vederlo, quasi non lo sapesse che doveva passare di là nel tornare al paese, mentre lasciava ricadere il lembo della sottana che teneva rimboccata alla cintura per andar carponi in mezzo ai fichidindia. Il giovane la guardava, rosso in viso anche lui, e senza dir nulla. Infine si mise a ciarlare che aveva terminata la settimana, e se ne andava a casa. - Non avete a dirmi nulla pel paese, comare Nena? Comandate. - Se andassi a vendere gli asparagi verrei con voi, Tag: santo compare casa pane nulla massaro padre padrone fare Argomenti: compare santo, cinque tarì, pane nero, marito ricco Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La vita comincia domani di Guido da Verona Le smanie per la villeggiatura di Carlo Goldoni Mastro don Gesualdo di Giovanni Verga Il conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Come fare soldi e contare, possibilmente, su un piccolo reddito passivo Come gestire una serena convivenza Casa sottosopra di Szymbark Capodanno in Polonia I tulipani in vaso
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