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La spada di Federico II di Vincenzo Monti pagina 2oppon più saggio Saldi schermi di ferro e di coraggio. Allor, siccome è di quel forte il senno, Prender nuova sembianza e depor l'ire D'Agenore la figlia; e quei che fenno Tante piaghe al suo fianco impallidire; E dell'invitto che la salva al cenno Altri balzar dal solio, altri salire; E il rio mercato ir chiuso ove al mal frutto Compra il Britanno dell'Europa il lutto. Al grande audace mutamente in viso Guardansi i regi paventosi e muti, E tremar nelle destre all'improvviso Senton gli scettri in Albion venduti. Cade ne' petti attoniti preciso Ogni ardimento; e in fronte agli sparuti Correttor delle genti in solchi orrendi Scrive il dito di Dio: — Piega, o discendi. — Dell'odiosa scritta non sofferse L'ombra superba la veduta; e, fatto Di nembi un gruppo, in quello si sommerse; Nè più la vidi. Ma per lungo tratto Nube vidi tremenda che coperse Il germanico cielo esterrefatto; E questo tuono mi feriva: — Avara Regal semenza, a vender sangue impara. — D'Europa intanto alla città reina Viaggia della Spree la trionfata Spada, e la segue con la fronte china La borussa superbia incatenata. Densa al passar dell'arme pellegrina Corre la gente stupefatta, e guata: E già la fama con veloce penna Ne prenuncia la giunta in su la Senna. Fuor dell'onda levarsi infino al petto L'altero fiume regnator fu visto, E nel vivo raggiar del glauco aspetto Splendea la gioia di cotanto acquisto. Ma un segreto del cor grave rispetto Del trionfo al piacer sorgea commisto All'apparir del brando che si spinse Sol contro cinque in sette campi e vinse. Luogo è in Parigi alla Vittoria sacro, Ove i Genii di Marte alle severe Ninfe compagni dell'ascreo lavacro Cantan de' Franchi le virtù guerriere. Della diva d'intorno al simulacro Penson l'arme de' vinti e le bandiere; E n'è pieno il tempio, che alle nuove Nimiche spoglie omai vien manco il dove. Ivi di cento ferrei nodi avvolto Freme l'orgoglio delle genti dome, Ivi l'atre congiure, ivi lo stolto De' regnanti furor raso le chiome. Lordo di bava i mostri alzano il volto Alle perdute appese insegne, e, come Rabbia li rode, colle gonfie vene Fanno il dente suonar su le catene. Prodi di bianco pelo, a cui caduta Del corpo è la virtù, ma non del core, Custodiscono il loco; e la canuta Fronte ancor spira militar terrore. A questo tempio fra la turba, muta Di riverenza insieme e di stupore, In guardia dato al buon guerriero antico Passa il brando immortal di Federico. — Questo è dunque, dicean le generose Tremole teste de' vegliardi eroi, Questo è il ferro a cui tutta un dì s'oppose L'ira d'Europa e si pentì dappoi? Questa l'arme fatal che fea spumose Del nostro sangue le campagne? E noi, Illustri avanzi del tuo sdegno, or scinta Te qui vediamo e la tua luce estinta? Ma, se trofeo cadesti, o forte spada, D'una spada maggior che aprir ferita Sa più profonda, non verrà che cada Mai la fama al tuo lampo partorita. In questa di valor sacra contrada Alti onori t'avrai: chè riverita Pur de' nemici è qui la gloria, e schietti Della tua faran fede i nostri petti. — Sì dicendo, scoprir le rilucenti Colte in Rosbacco cicatrici antiche; E vivo scintillò negli occhi ardenti Il pensier delle belliche fatiche. Parve l'inclita spada a quegli accenti Agitarsi e sentir che fra nemiche Destre non cadde; parve di più pura Luce ornarsi e obbliar la sua sventura. Tag: spada ivi fronte ove luce ferro arme brando sangue Argomenti: germanico cielo, veloce penna, glauco aspetto, guerriero antico Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: I nuovi tartufi di Francesco Domenico Guerrazzi Confessioni di un Italiano di Ippolito Nievo Corbaccio di Giovanni Boccaccio Decameron di Giovanni Boccaccio Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Trattamento acne Alimentazione scorretta degli adolescenti Come determinare se un diamante è vero Come capire se l'ametista è vera Uso del ferro da stiro T3 Tourmaline Wet-to-Dry
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