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La famiglia dell'antiquario di Carlo GoldoniAtto primo Scena prima Camera del conte Anselmo, con vari tavolini, statue, busti e altre cose antiche. Il conte Anselmo ad un tavolino, seduto sopra una poltrona, esaminando alcune medaglie, con uno scrigno sul tavolino medesimo; poi Brighella ANSELMO Gran bella medaglia! Questo è un Pescenio originale. Quattro zecchini? L'ho avuto per un pezzo di pane. BRIGHELLA Lustrissimo. (con vari fogli in mano) ANSELMO Guarda, Brighella, se hai veduto mai una medaglia più bella di questa. BRIGHELLA Bellissima. De medaggie no me ne intendo troppo, ma la sarà bella. ANSELMO I Pesceni sono rarissimi; e questa pare coniata ora. BRIGHELLA Gh'è qua ste do polizze... ANSELMO Ho fatto un gran bell'acquisto? BRIGHELLA Comandela, che vada via? ANSELMO Hai da dirmi qualche cosa? BRIGHELLA Gh'o qua ste do polizze. Una del mercante da vin, e l'altra de quello della farina. ANSELMO Gran bella testa! Gran bella testa! (osservando la medaglia) BRIGHELLA I xè qua de fora, i voleva intrar, ma gh'ò dito, che la dorme. ANSELMO Hai fatto bene. Non voglio essere disturbato. Quanto avanzano? BRIGHELLA Uno sessanta scudi, e l'altro cento, e trenta. ANSELMO Tieni questa borsa, pagali, e mandali al diavolo. (leva una borsa dallo scrigno) BRIGHELLA La sarà servida. (parte) ANSELMO Ora posso sperare di fare la collana perfetta degl'imperatori romani. Il mio museo a poco a poco si renderà famoso in Europa. BRIGHELLA Lustrissimo. (torna con altri fogli) ANSELMO Cosa c'è? Se venisse quell'Armeno con i camei, fallo passare immediatamente. BRIGHELLA Benissimo; ma son capitadi altri tre creditori; el mercante de' panni, quel della tela, e il padron de casa, che vuol l'affitto. ANSELMO Hanno date le loro polizze? BRIGHELLA Lustrissimo sì; eccole qua. Dusento scudi in tutto. ANSELMO E ben, pagali, e mandali al diavolo. BRIGHELLA In te la borsa, no gh'è tanto. ANSELMO Prendi ancor questa. BRIGHELLA Da qua avanti no la sarà tormentada dai creditori. ANSELMO Certo che no. Ho liberate tutte le mie entrate. Sono padrone del mio. BRIGHELLA Per la confidenza, che Vusustrissima se degna de donarme, ardisso dir, l'ha fatto un buon negozio a maridar l'illustrissimo signor Contin, suo degnissimo fiol, con la fia del sior Pantalon. ANSELMO Certo, che i ventimila scudi di dote, che mi ha portato in casa in tanti bei denari contanti è stato il risorgimento della mia casa. Io avevo ipotecate, come sai, tutte le mie rendite. BRIGHELLA Za, che la xè in pagar debiti; la sappia, che co vago fora de casa, no me posso salvar; quattro ducati qua, tre là: a chi diese lire, a chi otto, a chi sie; s'ha da dar a un mondo de botteghieri. ANSELMO E bene; che si paghino, che si paghino. Se quella borsa non basta; vi è ancor questa, e poi è finito. (mostra un'altra borsa, che è nello scrigno) BRIGHELLA De vintimile scudi, no la ghe n'ha altri? ANSELMO Per dir tutto a te, che sei il mio servitor fedele; ho riposto duemila scudi per il mio museo, per investirli in tante statue, in tante medaglie. BRIGHELLA La me perdona; ma buttar via tanti bezzi in ste cosse... ANSELMO Buttar via? Buttar via? Ignorantaccio. Senti, se vuoi avere la mia protezione, non mi parlar mai contro il buon gusto dell'antichità, altrimenti ti licenzierò di casa mia. BRIGHELLA Diseva cussì, per quello, che sento a dir in casa; per altro accordo anca mi, che el studio delle medagie l'è da omeni letterati; che un bel museo onora una casa; che sto diletto è da Cavalier nobile, e de bon gusto, e che son sempre ben spesi quei denari, che contribuisce all'onor della casa, e delle città. (El vol esser adulà? Bisogna adularlo). (da sé, parte) Scena seconda Il conte Anselmo solo. ANSELMO Bravo. Brighella è un servitore di merito. Ecco un bell'anello etrusco. Con questi anelli gl'antichi Toscani sposavano le loro donne. Quanto pagherei avere un lume eterno, di quelli, che ponevano i Gentili nelle sepolture de' morti. Ma a forza d'oro, l'averò senz'altro. Scena terza La contessa Isabella e detto. ISABELLA (Ecco qui; la solita pazzia delle medaglie). (da sé) ANSELMO Oh, Contessa mia, ho fatto il bell'acquisto! Ho ritrovato un Pescenio. ISABELLA Voi colla vostra gran mente fate sempre de' buoni acquisti. ANSELMO Direste forse, che non è vero? ISABELLA Sì, è verissimo. Avete fatto anche l'acquisto di una nobilissima nuora. ANSELMO Che! sono stati cattivi ventimila scudi? ISABELLA Per il vilissimo prezzo di ventimila scudi avete sagrificato il tesoro della Nobiltà. ANSELMO Eh via, che l'oro non prende macchia. Siam nati nobili, siamo nobili, e una donna venuta in casa per accomodare i nostri interessi, non guasta il sangue delle nostre vene. ISABELLA Una mercantessa mia nuora? Non lo soffrirò mai. ANSELMO Orsù; non mi rompete il capo. Andate via, che ho da mettere in ordine le mie medaglie. ISABELLA E il mio gioiello, quando me lo riscuotete? ANSELMO Subito. Anche adesso, se volete. ISABELLA L'ebreo lo ha portato; ed è in sala, che aspetta. ANSELMO Quanto vi vuole? ISABELLA Cento zecchini coll'usura. ANSELMO Eccovi cento zecchini. Ehi! Sono di quelli della mercantessa. ISABELLA Non mi nominate colei. ANSELMO Se temete che vi sporchino le mani nobili, lasciateli stare. ISABELLA Date qua, date qua, già che il diavolo vuol così. (li prende) ANSELMO Volesse il cielo che avessi un altro figliuolo. ISABELLA E che vorreste fare? ANSELMO Un'altra intorbidata alla purezza del sangue con altri ventimila scudi. ISABELLA Animo vile! così vi lasciate contaminar dal denaro? Mi vergogno di essere vostra moglie. ANSELMO Quanto sarebbe stato meglio, che voi ancora mi aveste portato in casa meno grandezze, e più denari. ISABELLA Orsù, non entriamo in ragazzate. Ho bisogno di un abito. ANSELMO Benissimo. Farlo. ISABELLA Per la casa abbisognano cento cose. ANSELMO Orsù tenete. Questi con i cento zecchini, che vi ho dato sono quattrocento zecchini. Fate quello bisogna per voi, per la casa, per la sposa. Io non me ne voglio impacciare. Lasciatemi in pace se potete. Ma ehi! Questi danari sono della mercantessa. ISABELLA Lo fate apposta per farmi arrabbiare. ANSELMO Se non fosse stata lei, la faressimo magra. ISABELLA In grazia delle vostre medaglie. ANSELMO In grazia della vostra albagia. ISABELLA Son chi sono. ANSELMO Ma senza questi, non si fa niente. (accenna i denari) ISABELLA Avvertite bene; che Doralice non venga nelle mie camere. ANSELMO Chi? Vostra nuora? ISABELLA Mia nuora, mia nuora; giacché il diavolo vuol così. (parte) Scena quarta Il conte Anselmo solo. ANSELMO È pazza, è pazza la poverina. Prevedo, che fra suocera, e nuora vi voglia essere il solito divertimento. Ma io non ci voglio pensare. Voglio attendere alle mie medaglie, e se si vogliono rompere il capo, lo facciano, che non m'importa! Non posso saziarmi di rimirare questo Pescenio! E questa tazza di diaspro orientale, non è un tesoro? Io credo senz'altro sia quella in cui Cleopatra ha stemprata la perla, alla famosa cena di Marcantonio. Scena quinta Doralice e detto. DORALICE Serva, signor suocero. ANSELMO Schiavo nuora, schiavo. Ditemi v'intendete voi di anticaglie? DORALICE Sì, signore, me n'intendo. ANSELMO Brava! me ne rallegro, e come ve n'intendete? DORALICE Me n'intendo, perché tutte le mie gioie, e tutti i miei vestiti sono anticaglie. ANSELMO Brava! Spiritosa! Vostro padre prima di maritarvi doveva vestirvi alla moda. DORALICE Lo avrebbe fatto, se voi non aveste preteso i ventimila scudi in danari contanti, e non aveste promesso di farmi il mio bisogno per comparire. ANSELMO Orsù, lasciatemi un po' stare; non ho tempo da perdere in simili fraschierie. DORALICE Vi pare una bella cosa, che io non abbia nemmeno un vestito da sposa? ANSELMO Mi pare, che siate decentemente vestita. DORALICE Questo è l'abito, che avevo ancor da fanciulla. ANSELMO E perché siete maritata non vi sta bene? Tag: brighella isabella casa qua nuora bella medaglie fatto borsa Argomenti: contessa isabella Altri libri consultabili online del sito affini al contenuto della pagina: La via del rifugio di Guido Gozzano Diario del primo amore di Giacomo Leopardi Il diavolo nell'ampolla di Adolfo Albertazzi Il ponte del Paradiso di Anton Giulio Barrili Intrichi d'amore di Torquato Tasso Articoli del sito affini al contenuto della pagina: Zante, l'isola di Ugo Foscolo. Il soriano: grandi caratteristiche nella semplicità Come profumare i vestiti ed evitare che abbiano un cattivo odore Vacanze a Cipro: l'incontro con la mitologia Offerta capodanno a Cracovia
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