L'intreccio narrativo

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Durante il componimento di un romanzo, lo scrittore, è solito utilizzare dei sinonimi o dei vocaboli che vogliono esprimere un dato termine e spesso questa modalità di scrittura reca errori allo stesso operato. Per questo motivo, bisogna prestare attenzione, per non cadere nei refusi più frequenti. Gli errori legati ai termini, infatti, hanno una ricaduta anche sulla forma che, inevitabilmente, coinvolgo la trama e la storia stessa. Risulta necessario a questo punto chiarire i ruoli della trama, della storia, del plot e dell’intreccio. Ognuno di questi ha una valenza specifica nel romanzo e non può essere svolto a caso.


La trama è principalmente il contenuto del racconto. Giustamente i paesi anglofoni hanno trovato un’idonea corrispondenza nel termine plot. Quest’ultimo può essere definito come un riassunto della storia, che spesso chiediamo di farci raccontare da chi ha già letto il libro. La storia invece ha una valenza centrale nel testo narrativo, in essa accadono gli avvenimenti narrato e si poggiano le vicende descritte.


L'intreccio figura tutte quelle scene presentate nel racconto ma queste vengono presentate con particolare attenzione all’ordine descritto dal narratore.


Per concludere la lista affrontiamo la fabula, che richiama la sequenza delle azioni e degli avvenimenti narrati, con la differenza che qui si vuole prestare maggiore attenzione al tempo dell’azione, quindi all’ordine cronologico di sviluppo. Nella letteratura spesso capita di incontrare narrazioni che presentano gli eventi in modo sfalsato, talvolta fuori dal tempo e dalla logica. Qui sta la bravura dell’autore che è in grado di giocare con le parole tra fabula e intreccio, figurando in modo chiaro e preciso la scena in cui i personaggi si muovono.


La suspanse, ingrediente fondamentale per la buona riuscita di un romanzo, viene creata nel lettore attraverso un attento posizionamento degli elementi e svolgimento delle azioni, di modo che chi legge venga coinvolto per curiosità e intenzione di scoprire quello che deve accadere.


Lo scrittore abile sa bene che non è facile apportare modifiche ad un’opera già stesa, egli deve conoscere bene la struttura narrativa e lo schema che inizialmente ha deciso seguire.


Dopo aver definito questi punti può decidere di perfezionarlo ed, eventualmente, attuare piccoli stravolgimenti ma questo solo nel caso in cui si renda necessario per un perfetto svolgimento della storia.


Lo schema narrativo  di norma prevede una situazione di partenza a cui segue una scena di cambiamento, spesso questo accadimento complica l’inizio della scena e implica lo svolgimento di sviluppi non sempre controllabili dai personaggi. La scena prosegue tra diverse vicende fino ad arrivare al climax, cioè la situazione finale che conduce al termine della storia.


Lo scrittore può avvalersi di numerose tecniche, ad esempio può sfasare il tempo che congiunge fabula e intreccio, questo a volte rende più interessante la lettura.


Come esempio proponiamo l’analessi, una tecnica meglio conosciuta come flashback, oppure la prolessi, detta anche flash forward. Entrambe sono modalità di interruzione del flusso continuativo della scena ma se nel primo caso abbiamo un recupero di vicende passate, nel secondo il narratore fa un salto in avanti nel tempo.  Nel flashback  lo scrittore riporta ricordi, pensieri legati ad una storia o a vicende che hanno segnato la vita del personaggio stesso. Nella prolessi vengono presentati in anticipo fatti che si svolgeranno in un secondo tempo.


Il lettore subirà effetti molteplici confrontandosi con queste tecniche, in alcuni casi queste espressioni permettono di avere una conoscenza chiara e rapida della storia, ad esempio ripercorrendo i passi del protagonista. In altri casi, se non svolti in maniera adeguata, questi espedienti possono confondere il pubblico lasciandolo in sospeso fino alla conclusione della scena. A questo proposito proponiamo la lettura del romanzo di Nabokov, Fuoco Pallido. Qui l’autore utilizza in modo sublime le tecniche e non incorre in nessun modo in refusi contrastanti con la lettura.


Una terza tecnica molto utilizzata è quella della sospensione, cioè quella modalità di scrittura che permette di introdurre una pausa nel flusso degli eventi legati alla trama principale e, durante questo lasso di tempo, l’autore decide di portare avanti trame parallele, collegate direttamente a quella centrale. Queste sono molto utili nel momento in cui lo scrittore vuole inserire elementi aggiuntivi alla trama, che alla fine possano dare un profilo chiaro e unitario al lettore.


Non è semplice applicare questa tecnica ma, molto spesso, viene proposta la modalità del racconto nel racconto, cioè lo sviluppo di una trama secondaria, opposta alla principale, che porta in sé l’obiettivo di rafforzare la storia. Molto spesso assistiamo a questa tecnica nella stesura delle scene dei film oppure nella lettura delle opere antiche, come l'Odissea.


Lo sviluppo narrativo che si serve dell’ellissi riguarda l’omissione, da parte della voce narrante, di taluni eventi, i quali possono essere descritti in un altro momento. Qui la fantasia del lettore è di fondamentale importanza in quanto non tutti gli elementi vengono esplicitati e sarà suo compito costruirli e, infine, scoprirli.


Per concludere presentiamo la tecnica che si avvale dei racconti multipli. Questa vede comprendere nella trama racconti multipli, che complicheranno l’intreccio, arricchendolo di vicende distinte e legate a diversi personaggi. Lo sviluppo che ne consegue può essere di diversi tipi: il primo è inerente alla concatenazione, dove ogni racconto viene seguito da uno secondario, il secondo assume una forma di alternanza, dove diverse vicende si alternano ma si sviluppano in strutture parallele e infine il terzo che prevede l’incastro, cioè viene raccontata una storia diversa all’interno della storia principale.


Tutte queste modalità devono però assumere come fondamento l’unilateralità della storia del romanzo e la necessità di chiarezza. Abbiamo quindi presentato solo alcuni degli strumenti di cui si può avvalere uno scrittore per rendere il proprio scritto un’opera letteraria degna di nota e leggibilità.



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