Libri vuole

Libri su vuole, con la parola vuole

Il colore del tempo (pagina 7)
di Federico De Roberto (estratti)

... Quindi le due tavole dei valori, differenti in apparenza, dei vincitori e dei vinti, dipendono entrambe da una imposizione, da una vittoria; e la vittoria morale vale la materiale, e i valori di quelli che il Nietzsche chiama schiavi, quei valori che egli disprezza e vuole soppressi, valgono gli altri, e in conclusione nel mondo non si vedono due tavole di valori distinte e separate, ma una bilancia che, se oscilla continuamente da una parte e dall'altra, oscilla appunto perchè tende continuamente all'equilibrio ... » Il Superuomo che si sostituisce agli Dei non è dunque anch'egli una specie di Dio? Di più: ha il filosofo di mira la felicità? Scrive per renderla più facile, o meno difficile? Pare di sì, perchè combatte il pessimismo, vuole l'ottimismo, prevede il giuoco spensierato, il riso alato, la danza leggera ... Dunque il Superuomo è già esistito; dopo che tornerà ad esistere, sparirà un'altra volta; e quest'uomo moderno, che il Nietzsche odia, disprezza e vuole soppresso, fu anch'egli e sarà ancora un numero infinito di volte ... Ma poichè la fede è immobile, mentre la scienza vuole andare avanti; poichè la prima è cieca, mentre la seconda è osservatrice; poichè quella si contenta di affermare, mentre questa vuol dimostrare; per queste ragioni il dissidio si è venuto lentamente operando e aggravando; finchè, ai nostri giorni, grazie al progresso scientifico veramente enorme compito ultimamente, è divenuto acutissimo ... A questo dissidio nella quistione etica fa riscontro un dissidio, egualmente grave, nella quistione estetica: noi vediamo un partito il quale vuole che l'arte, che la poesia, siano scientifiche, che dalla scienza traggano l'ispirazione ed alla scienza servano di sussidio: e un altro, il quale afferma che la scienza è fatale all'arte, e che la ucciderà, se non l'ha già uccisa ...
Il colore del tempo (pagina 29)
di Federico De Roberto (estratti)

... Certo le capacità si diversificano, si sviluppano variamente e si specificano in un senso o nell'altro; non abbiamo bisogno di ripetere ciò che già dicemmo ragionando dei rapporti della scienza e dell'arte; ma, perchè esse sono distinte, diremo che l'artista non ha nessuna delle facoltà umane dello scienziato, e viceversa; mentre sappiamo che sapienti e poeti furono un tempo, da Empedocle a Leonardo, e possono ancora essere, sebbene troppo raramente, un genio solo? Diremo, col Nordau, che il genio artistico «non è altro che un organetto» capace solo di ripetere meccanicamente certi pezzi di musica, mentre il genio scientifico crea liberamente? Dice egli sul serio quando afferma che il genio scientifico, filosofico, politico è «affrancato» dalle commozioni, dai sentimenti? Dove sono queste separazioni così profonde tra uomini ed uomini? Non sarà creazione, se il Nordau non vuole, quella del poeta; ma allora chi al mondo ha creato mai nulla? C'è qualcosa di nuovo sotto il sole? La creazione, se questa parola si può adoperare, non è tanto degli ordinatori di popoli, quanto degli speculatori di dottrine, quanto dei trovatori di immagini? La classificazione dei genî non si deve pertanto fondare sulla «dignità» dei loro diversi attributi, i quali sono tutti degni egualmente; potrà solo dipendere dall'utilità delle loro opere ... Certamente; ma questo esempio ha un significato contrario a quello che il Nordau gli vuole attribuire ... E se lo stesso Nordau riconosce che soltanto per un ricordo dei tempi selvaggi e barbari si accorda anche oggi «il posto supremo al soldato», come poi vuole che Alessandro e Cesare e Bonaparte siano da chiamare genî più alti, più puri, più esclusivamente umani di Platone, di Dante, di Shakespeare? Non si potrebbe sostenere con fortuna precisamente l'opposto? E la stessa idea di questa classificazione, di questa gerarchia, non è poco felice? Se il paragone non fosse, come dice il motto, odioso, non sarebbe inutile? Quando avremo dimostrato che Washington vale più di Vittor Hugo, forse non leggeremo più la Leggenda dei Secoli, o dovremo mettere la statua del suo autore sopra un piedistallo dieci centimetri più basso? E se, per confessione del Nordau, i filosofi dell'avvenire non stimeranno le dottrine del Darwin «più di quanto noi stimiamo oggi le teorie filosofiche di Parmenide o d'Aristotile», se il tempo distrugge le leggi come i quadri, le statue come i regni, le dottrine come gli edifizî, se tutte le cose umane sono egualmente caduche, perchè queste distinzioni? Ma io dimentico che uno dei libri più singolari di Max Nordau porta un titolo molto significante ...
L'amore che torna (pagina 41)
di Guido da Verona (estratti)

... E in fondo una passione ci vuole; siano i cavalli od il giuoco, la donna o l'arte, qualcosa infine che rinnovi ogni giorno la gioia di vivere ... Vi si dànno accademie di musica, musica ottima qualche volta, si mangia bene, si beve meglio, alcuni anzi bevono troppo, si giuoca e vi si fa la corte a chi si vuole, senz'avere al fianco lo spettro d'un marito importuno ... Ci vuole un po' di tatto, un colpo d'occhio sicuro, del brio, della spavalderia, dell'agilità ... E un'altra cosa ci vuole, che forse non sospettate: una donna che vi faccia strada; perchè questa Parigi, regno della femminilità, è ancora quella che al tempo dei Re governavano le favorite ...
La vita comincia domani (pagina 41)
di Guido da Verona (estratti)

... — Vuole? — Sì, sì ... — Cosa vuole il babbeo? — Eh ... lei capirà bene cosa vuole! — spiegò la Berta facendosi rossa ... oh, no! Ci sarebbe Maurizio, quello dei cani, che certo la sposerebbe volentieri, ma lei non lo vuole ...
La vita comincia domani (pagina 59)
di Guido da Verona (estratti)

... Inoltre so di trovarmi dinanzi ad un uomo il quale ha bisogno di prove, non di sussurri, e non vuole daghe di cartapesta ma buone lame da combattimento ... Vuole? Salvatore Donadei, con il palmo della sua mano grassa e villosa carezzava il bracciuolo della poltrona di cuoio; la barba gli nascondeva il mento poggiato su l'ampia cravatta nera; la catenella d'oro degli occhiali, passata dietro l'orecchio sinistro, gli dondolava su la spalla mal costrutta e pesante ... — Che vuole? Abbiamo condotta un'istruttoria lunga, laboriosa, pericolosa; da un piccolo indizio, da un fatto quasi trascurabile, che sarebbe sfuggito ad altri, noi ci siamo accinti ad una impresa che poteva parere, non dico assurda, ma cento volte pazza e fantastica ...
Orfeo
di Angelo Poliziano (estratti)

... Aristeo ama e disamar non vuole, né guarir cerca di sì dolce doglie: quel loda Amor che di lui ben si duole ... Udite, selve, mie dolce parole, poi che la nympha mia udir non vuole ... Udite, selve, mie dolce parole, poi che la nympha mia udir non vuole ... Udite, selve, mie dolce parole, poi che la nympha mia udir non vuole ... Udite, selve, mie dolce parole, poi che la nympha mia udir non vuole ... Udite, selve, mie dolce parole, poi che la nympha mia udir non vuole ...
Piccolo mondo moderno (pagina 18)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Una religione nuova! Poniamo, se vuole, la religione mia, ch'è la religione del dubbio, una religione che invece di obbligarci a credere quello che non si può sapere, ci proibisce di negarlo e c'impone il dubbio, il quale è infinitamente più sapiente e utile della fede, perchè ci dispone a tutte le possibilità! Ed è anche più poetico!" Maironi scattò con una violenza strana ... "No, no, sia tutto per o sia tutto contro! Neghi piuttosto! Dica che l'uomo creò Iddio perchè gli fece comodo! Oppure dica che il Dio della religione è una maschera del Dio vero e che Lei non vuole adorare le maschere! Oppure si ribelli, dica che Lei non si è obbligato a niente per avere il Suo corpo e il Suo intelletto, che i Suoi desideri di vita e di libertà non se li è dati Lei, che Lei vuole l'una e l'altra! Dica questo se Le piace, ma non quello che ha detto!" "Ecco, i cattolici, come sono" ribattè Dessalle, sorridendo ...
Piccolo mondo moderno (pagina 59)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Mia madre sarebbe felice di vedermi abbandonare una classe sociale dove non si vuol saperne della giustizia eterna per non sentirsene obbligati a sacrifici duri, oppure se ne fa un Dio personale col quale non è poi tanto difficile di accomodare i conti; una classe dove non si vuole che godere giorno per giorno, non si vuole che ... "Vuole aspettar un poco?" diss'ella affranta dallo sgomento e dallo sforzo ... Cedo tutto a mio fratello e vengo a servire Lei se vuole; se non vuole vengo a starle vicino, vivrò di lavoro e forse Lei qualche volta avrà pietà di me!" Ella s'interruppe, lasciò le mani di Piero; i belli occhi parlanti si velarono di pianto ...