Libri vita
Libri su vita, con la parola vita
Confessioni di un Italiano
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ecco la morale della mia vita ... E siccome questa morale non fui io ma i tempi che l'hanno fatta, così mi venne in mente che descrivere ingenuamente quest'azione dei tempi sopra la vita d'un uomo potesse recare qualche utilità a coloro, che da altri tempi son destinati a sentire le conseguenze meno imperfette di quei primi influssi attuati ... Ma in tutto ciò nulla sarebbe di strano o degno da essere narrato, se la mia vita non correva a cavalcione di questi due secoli che resteranno un tempo assai memorabile massime nella storia italiana ... Al limitare della tomba, già omai solo nel mondo, abbandonato così dagli amici che dai nemici, senza timori e senza speranze che non siano eterne, libero per l'età da quelle passioni che sovente pur troppo deviarono dal retto sentiero i miei giudizi, e dalle caduche lusinghe della mia non temeraria ambizione, un solo frutto raccolsi della mia vita, la pace dell'animo ... Un'altra asseveranza deggio io fare, alla quale la voce d'un ottuagenario sarà forse per dare alcuna autorità; e questa è, che la vita fu da me sperimentata un bene; ove l'umiltà ci consenta di considerare noi stessi come artefici infinitesimali della vita mondiale, e la rettitudine dell'animo ci avvezzi a riputare il bene di molti altri superiore di gran lunga al bene di noi soli ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 15)
di Ippolito Nievo (estratti)
... quella libertà fanciullesca dalla quale sovente i sensi vengono stuzzicati prima dei sentimenti, con sommo pericolo dell'euritmia morale per tutta la vita ... L'incancrenirsi di siffatti costumi sotto l'orpello luccicante della nostra civiltà è la sola causa per cui la volontà è diventata aspirazione, i fatti parole, le parole chiacchiere; e la scienza si è fatta utilitaria, la concordia impossibile, la coscienza venale, la vita vegetativa, noiosa, abbominevole ... Dalla vita che le si lasciò menare essendo bimba e zitella, sorsero delle eroine; non mai delle donne avvedute e temperanti, non delle buone madri, non delle spose caste, né delle amiche fide e pazienti: sorgono creature che oggi sacrificherebbero la vita ad una causa per cui domani non darebbero un nastro ... Avvezza a condursi colla sola regola del proprio talento, la voleva cambiare divertimenti ed occupazioni ogni tratto; non sapendo che questo è il vero mezzo per annoiarsi di tutto, per non trovar più né requie né contento nella vita, e per finire col non sentirsi mai felici appunto per volerlo esser troppo e in cento modi diversi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 21)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Vi ripeto ancora ch'io non sono divoto; e me ne duole forse perché durai grandissima fatica a trovare un'altra via per cui salire alla vera e discreta stima della vita ... Dovetti percorrere sovente, col disinganno al fianco, e la disperazione dinanzi agli occhi, tutta la profondità dell'abisso metafisico; dovetti sforzarmi ad allargare la contemplazione d'un animo, diffidente e miope sopra l'infinita vastità e durevolezza delle cose umane; dovetti chiuder gli occhi sui più comuni e strazianti problemi della felicità, della scienza e della virtù contraddicenti fra loro; dovetti io, essere socievole e soggetto alle leggi sociali, rinserrarmi nel baluardo della coscienza per sentire la santità e la vitalità eterna e forse l'attuazione futura di quelle leggi morali che ora sono derise calpestate violate per tutti i modi; dovetti infine, uomo superbo della mia ragione e d'un vantato impero sull'universo, inabissarmi, annichilirmi, atomo invisibile, nella vita immensa ed immensamente armonica dello stesso universo, per trovar una scusa a quella fatica che si chiama esistenza, ed una ragione a quel fantasma che si chiama speranza ... O s'affidano a guide fallaci, alleate delle loro passioni, e bevono con compunzione lagrime spremute dagli occhi altrui: o cancellano la vita dello spirito, non sapendo che lo spirito si ridesta quandochessia a patire tutti in una volta i dolori che dovevano preparargli la strada alla morte ... Per loro la vita è tutto ... E se l'osassero avrebbero a scegliere fra la pistola, suicidio del corpo, e il fastidio della vita, suicidio dell'anima ... Dopo molti anni strappai al mio cuore un brano sanguinoso sul quale era scritto giustizia, e conobbi che la vita umana è un ministero di giustizia, e l'uomo un sacerdote di essa, e la storia un'espiatrice che ne registra i sagrifici a vantaggio dell'umanità che sempre cangia e sempre vive ... A chi compiange la mia cecità, e lagrima nella mia vita uno sforzo virtuoso ma inutile che non avrà ricompensa nei secoli eterni, io rispondo: Io sono padrone in faccia agli altri uomini del mio essere temporale ed eterno ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 34)
di Ippolito Nievo (estratti)
... collo che corrispondevano ad altrettanti fatti o frivoli o gravi o soavi o dolorosi, ma per me sempre memorabili, della mia vita ... Se voi lettori foste vissuti coll'anima mia, io non avrei che a far incidere quella lunga serie di minutaglie e di vecchiumi, per tornarvi in mente tutta la storia della mia vita, a mo' dei geroglifici egiziani ... Un popolo che ha grandi monumenti onde inspirarsi non morrà mai del tutto, e moribondo sorgerà a vita più colma e vigorosa che mai: come i Greci, che se ebbero in mente le statue d'Ercole e di Teseo nel resistere ai Persiani di Serse, ingigantirono poi nella guerra contro Mahmud alla vista del Partenone e delle Termopili ... Alle volte io temetti che con tale usanza si venisse a porre nella vita un soverchio affetto, e che il culto del passato significasse avidità del futuro ... Essa è la regola interna secondo cui le cose esterne hanno questo o quel valore; e che dai propri modi di essere giudica la vita o un ozio, o un piacere, o un sacrifizio, o una battaglia, o una modalità ... E molto facilmente chi stimi la vita un'occasione di piaceri non la stimerà più tale al momento d'andarsene ... Quella ciocca di capelli restò l'A del mio alfabeto, il primo mistero della mia Via Crucis, la prima reliquia della mia felicità; la prima parola scritta insomma della mia vita; varia com'essa, e quasi inesplicabile come quella di tutti ... Poi a poco a poco la finta di dormire mi si volse in sonno vero, ed il sonno in un ghiribizzo continuo di sogni, di fantasmagorie, di trasfiguramenti, che mi lasciò di quella notte l'idea lunga lunga d'un'intera vita ... I dispetti della Pisana, le smorfie dei bei cugini, il mio abbattimento, la fuga, il risvegliarsi in riva al canale, il guazzo periglioso di questo, la gran prateria, il giungere sull'altura, le meraviglie di quella scena stupenda di grandezza, di splendore, e di mistero; il cader delle tenebre, i miei timori, e il correre traverso la campagna, e lo scalpitarmi a tergo del cavallo, e l'uomo dalla gran barba che m'avea tolto in groppa; il galoppo sfrenato traverso l'oscurità e la nebbia, le sculacciate di Germano sul primo giungere a Fratta, quegli altri martirii della cucina, e quello spiedo e quella Contessa, e la mia fermezza di non voler disobbedire alla raccomandazione di chi m'avea reso un servigio ad onta del tremendo castigo minacciatomi; la carezza della Clara e le parole del signor Lucilio, le mie smanie, le disperazioni poiché fui coricato, e l'apparimento in mezzo a queste della Pisana, della Pisana umile e superba, buona e crudele, sventata bizzarra e bellissima secondo il solito, non vi pare che ce ne fossero troppe pel cervello d'un bambino? E lì in un foglietto di carta sotto il pagliericcio io aveva un talismano che per tutta la vita mi avrebbe ravvivato a mio grado tutto quel giorno così vario così pieno ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 52)
di Ippolito Nievo (estratti)
... vorrebbe vivere di quella vita che la natura aveva preparato agli uomini savi, uguali, innocenti! — rispose mestamente Lucilio ... — Vita che nei nostri vocabolari ha nome di sogno e di poesia ... — Nella morte, nella morte!! dica nella vita, nella vera vita che durerà sempre! — sclamò come inspirata la Clara — ed ecco dove Dio risorge, e torna ad aver ragione sulle contraddizioni di quaggiù ... Ma fra tanta ciurma semimorta si erge in alto qualche fronte che sembra illuminarsi d'una luce sovrumana: dinanzi a questa il cinico va balbettando confuse parole; ma non può impedire che non gli tremoli in cuore o speranza o spavento d'una vita futura ... Fidiamoci a lui per non diventar creta prima del tempo; per non perdere almeno quella poesia istintiva dell'anima che sola abbellisce la vita! ... Chi raccolse mai nelle pupille uno di quei sorrisi e non ne tenne poi conto per tutta la vita? Quel sorriso che domanda compassione, che promette felicità, che dice tutto, che perdona tutto; quel sorriso esprimente un'anima che si dona ad un'altra anima; che non ha in sé riverbero alcuno di immagini mondane, ma che splende solo d'amore e per amore; quel sorriso che comprende ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 53)
di Ippolito Nievo (estratti)
... È una meteora; è un baleno; ma in quel baleno, più che in dieci anni di meditazioni e di studi l'anima travede i confusi orizzonti d'una vita futura ... Oh quante volte all'oscurarsi di quelle sembianze s'annuvolò dentro di noi il bel sereno della speranza, e il pensiero precipitò bestemmiando nel gran vuoto del nulla, come Icaro sfortunato cui si fondevano le ali di cera! Quali sùbiti, dolorosi trabalzi dall'etere inane dove nuotano miriadi di spiriti in oceani di luce, al morto e gelido abisso che non vedrà mai raggio di sole, che mai non darà vita per volger di secoli a una larva pensata! E la scienza, erede di cento generazioni, e l'orgoglio, frutto di quattromill'anni di storia, fuggono come schiavi colti in fallo, al tempestar minaccioso d'un sentimento ... — Giuralo per quanto hai di più sacro! giuralo pel tuo Dio e per la vita di tua nonna! — soggiunse Lucilio ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 66)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Infatti se qualche vecchio sacerdote di manica larga pegli altri, serbava nella propria vita la semplicità e l'integrezza dei costumi sacerdotali, era proprio un caso raro; in generale vecchi o giovani chi sdrucciolava nell'anarchia filosofica non dava grandi esempi né di pietà, né di castità, né delle altre virtù comandate specialmente al clero ... Nei primi la gravità il riserbo la credenza se non l'entusiasmo e l'abnegazione sacerdotale si perpetuavano da zio in nipote, da piovano in cappellano; nei secondi la coltura classica, la libertà filosofica, l'eleganza dei modi, e la tolleranza religiosa erano instillate dai liberi colloqui nei crocchi famigliari; si facevano preti o spensieratamente per ubbidienza, o per golaggine d'una vita commoda e tranquilla ... Ciò non toglie peraltro che le dissenzioni del clero non alimentassero più del bisogno il pettegolezzo delle conversazioni; e i vivaci abatini di bella vita, se non si compensavano, si vendicavano almeno coll'impertinenza e colla mordacità della maggiore influenza che gli avversari s'avevano acquistata con secoli e secoli d'austerità, e di perseveranza ... La vita e le cose che sono in essa, disprezzate ugualmente; ecco la parentela; ma perciò appunto volte tutte alla spensieratezza alla gioia; ecco la diversità ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 89)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Sul muro spenzolavano ancora sfogliati e polverosi rami di olivo appesivi da lui nell'ultima domenica delle Palme di sua vita ... Questo interno scoraggiamento mi rendeva terribile ed amara perfin la memoria di quel buon vecchio che ad onta delle mie disperate invocazioni non avrei più potuto rivedere, e che dormiva nel sepolcro, mentr'io mi trangosciava nella vita ... Mi pareva che il fuoco della vita si ritraesse da me; sentiva il gelo, i fantasmi, i terrori dell'agonia che mi opprimevano; vi fu un istante che cambiato quasi in cadavere credetti di essere lo stesso Martino, e mi maravigliava di essere uscito dalla fossa, e aspettava e temeva che di momento in momento entrassero i becchini per riportarmivi ... Del resto credo che mi sarei precipitato dalla finestra, e la mia vita sarebbe passata senza il lungo epitaffio di queste confessioni ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 90)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Qua e là si frapponeva l'immagine di qualche santo, qualche polizzino di comunione col suo testo latino e la cifra dell'anno in fronte; modeste pietre miliari d'una lunghissima vita, ammirabile di fede, di sacrifizio, e di contenta giocondità ... Pareva fossero ricordi o ammaestramenti d'esperienza ritratti da qualche stretta pericolosa della vita, vittoriosamente superata; e a rinfiancarli il buon vecchio aveva aggiunto qualche massima divota e i comandamenti di Dio ove cadevano a proposito ... Parlo delle cose di questa vita ... Guardate! con quattro righe buttate giù sulla carta egli me ne insegnava dopo morto più ch'io non avrei potuto insegnarne agli altri studiandoci sopra tutta la vita! Di più, frammezzo a' suoi precetti ve n'erano di tanto sublimi nella loro semplicità ch'io non arrivava a comprenderli; e sì che le parole dicevano chiaro! — Per esempio, dove stava scritto di cercare quali altri doveri sconosciuti ci incombessero da adempiere se l'adempimento di quelli che conosciamo non bastasse a farci vivere in pace con noi stessi, cosa voleva dire il buon Martino? E questo era proprio il mio caso; e dietro questa massima più che colle altre mi tornava conto di lambiccare il cervello ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 91)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io era divenuto così piccino nella mia propria stima che non mi ravvisava più; la memoria d'un vecchio servitore morto, seppellito e già roso dai vermi mi costringeva ad abbassare il capo confessando che con tutto il mio latino nella vera e grande sapienza della vita era forse più indietro che i villani ... Infatti nella loro semplice religione essi definiscono coraggiosamente la vita per una tentazione, o una prova ... Aveva un bel piluccarmi le idee, un bel voltare e rivoltare questa matassa di destini, di nascite, di morti e di trasformazioni! Senza un'atmosfera eterna che la circondi, la vita rimane una burla, una risata, un singhiozzo, uno starnuto; l'esistenza momentanea d'un infusorio è perfetta al pari della nostra, coll'ugual ordine di sensazioni che declina dalla nascita alla morte ... Abbiti l'ossequio del tuo indegno figliuolo anche al di là della tomba, o vecchio Martino! Egli ti ha amato in vita, e se non ti diede gran parte della sua stima allora, adesso te la dona tutta, te la dona col fatto, accettando ciecamente i tuoi consigli, e mostrandosi degno di aver raccolto il prezioso retaggio ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 94)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Io spero di cancellare la prima parte della mia vita, sovrapponendovi la seconda più alta e più generosa ... E nella vita nuova a cui vi eccito si vogliono la fede e lo zelo; due forze pensate e continue! La croce del sacrifizio e la spada della persuasione: ecco i nostri simboli, superiori di gran lunga alle corone di mirto e alle colombe accoppiate ... L'anno scorso per esempio io vi avea raccomandato di frequentare a Padova l'avvocato Ormenta, un uomo integerrimo, giusto, generoso che avrebbe volto l'ingegno vostro al suo vero ministero, e vi avrebbe indicato il vero scopo e l'ampia utilità della vita ... — Tutti segni d'una vita austera e sublime, figliuol mio ... Tornerete quest'anno dall'avvocato, vi addomesticherete con lui, e, o il giudizio m'inganna, o io vi avrò reso il gran servigio di farvi trovare una buona e sicura guida per la vita cui siete destinato ... Io era fuori di me, mi pareva di esser diventato un apostolo; di chi e perché non sapeva; ma infatti la testa mi andava per le nuvole, e nulla al mondo io disprezzava tanto come i miei sentimenti e la mia vita degli anni trascorsi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 108)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ella partì quindici giorni dopo; e soltanto nell'accomiatarsi parve che il dolore di doversi separare da me soverchiasse la contentezza di correre a una vita nuova piena di splendide lusinghe ... Quella vita, se non felice, era tranquilla utile occupata ... Sono superiori a noi nella costanza dei sacrifizi, nella fede, nella rassegnazione; muoiono meglio di noi: ci son superiori insomma nella cosa più importante, nella scienza pratica della vita, che, come sapete, è un correre alla morte ... Pur troppo peraltro è vero che lo spettacolo delle sventure altrui è conforto alle nostre: per questo avanzando nella vita sembriamo indurirci alle percosse del dolore, ma non è per abitudine, bensì perché l'occhio, allargandosi d'intorno, ci scopre ad ogni momento altri infelici oppressi e ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 128)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Addio, fresca e spensierata giovinezza, eterna beatitudine dei vecchi numi d'Olimpo, e dono celeste ma caduco a noi mortali! Addio rugiadose aurore, sfavillanti di sorrisi e di promesse, annuvolate soltanto dai bei colori delle illusioni! Addio tramonti sereni, contemplati oziosamente dal margine ombroso del ruscello, o dal balcone fiorito dell'amante! Addio vergine luna, ispiratrice della vaga melanconia e dei poetici amori, tu che semplice scherzi col capo ricciutello dei bambini, e vezzeggi innamorata le pensose pupille dei giovani! Passa l'alba della vita come l'alba d'un giorno; e le notturne lagrime del cielo si convertono nell'immensa natura in umori turbolenti e vitali ... — Addio atrii lucenti, giardini incantati, preludi armoniosi della vita! ... Oceano senza fondo e senza confine della divinità, io affido senza paura ai tuoi memori flutti questa mia vita omai stanca di correre ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 132)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Queste anime ipocrite che sacrificano la vita intiera per afforzare e per salvare le deboli, sono le sole che difendano omai la fede e i buoni costumi contro le perversità mondane ... Fummo otto ad offerire la nostra libertà la nostra vita per l'allontanamento di quel flagello, e se quegli infami quegli scellerati saranno costretti ad abbandonare la preda sì vilmente guadagnata, Dio avrà forse benignamente riguardato il nostro sacrifizio! ... Io sarei morto ingenuamente di crepacuore; egli si sforzò a vivere per persuadere se stesso che delle proprie passioni della propria vita egli era sempre il solo padrone ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 136)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Pareva che i fantasmi rinatigli d'improvviso in capo lo sospingessero a una corsa sfrenata, a un'ultima baldoria di vita e di gioventù ... Ognuno, almeno una volta in sua vita, ha creduto facile l'impossibile, e onnipotente la propria debolezza ... Ma quando, ricredendoci da questa opinione giovanile, qualche cosa di forte qualche cosa di sano ci resta, la vita serba ancora per noi un'ora di riposo se non di gioia ... Allora lo smarrimento dello spirito ci fa traballare come ubbriachi e cader supini per non più rialzarci a mezzo il cammino della vita ... Egli lottava disperato nel mare della vita, ma le forze gli mancavano, l'acqua gli saliva al petto alla gola; già ne avea piene le fauci, già la mente si scombuiava nell'abisso del nulla e dell'obblio, dove non più superbia non più speranza; il nulla, il nulla, eternamente il nulla ... “Oh la vita, la vita! datemi ancora un anno, un mese, un giorno solo della mia vita piena confidente rigogliosa d'un tempo! Tanto che possa rinfiammare un lampo d'amore, bearmi di piacere e d'orgoglio e morire invidiato sopra un letto di rose! Datemi un giorno solo del mio bollor giovanile, perché possa scrivere a caratteri di fuoco una maledizione che abbruci gli occhi di quelli che oseranno leggerla, e rimanga terribilmente famosa fra i posteri, come il Mane Tecel Fares del convito di Baldassare! Ch'io muoia; sì ma che possa coll'ultimo grido dell'anima lacerata sgominare per sempre gli impudenti tripudii di coloro che non ebbero una lagrima pei miei dolori! ... Così farneticava lo sciagurato stringendo la penna con mano convulsa, e cercando disperatamente nella tetra fantasia quelle parole tremende, infernali, che dovevano prolungare nella posterità la sua vita di martirio e vendicarlo delle angosce sofferte ... Morire a ventott'anni, assetato di vita, avido di speranza, delirante di superbia, e sazio solo d'affanno e d'avvilimento! Senza un sogno, senza un fede, senza un bacio abbandonare la vita; sempre col solo spavento, colla sola rabbia dinanzi agli occhi, di doverla abbandonare! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 144)
di Ippolito Nievo (estratti)
... L'accusato era un brioso fellah delle vicinanze; mia madre scriveva roba di fuoco intorno a questa ingiustizia del marito; sembra ch'ella sospettasse in lui un sistema premeditato per annoiarla di quella vita, per finirla affatto o per isforzarla a fuggire ... Perché l'amore di figlio non ebbe egli nella mia vita che un barlume lontano di confuse memorie, ove posarsi? Tale è la sorte degli orfani ... Ohimè! ed era per cagion mia che ella avea sofferto tanto vitupero, sfidato tanti patimenti! Sentiva quasi il rimorso d'esser nato; sentiva che una lunghissima vita tutta consacrata a consolare, a far beata quell'anima santa avrebbe appena bastato ad appagar il mio cuore; ed io non aveva né contemplato il suo volto, né sorriso ai suoi sguardi, né succhiato un gocciolo solo del suo latte! ... Come si univano misteriosamente nell'angoscia che mi riboccava dal cuore in urli e in singhiozzi, e la patria venduta, e l'amico volontariamente morto, e l'amante infedele e spergiura, e l'ombra della madre impressa ancora il volto dei patimenti della sua vita! ... Perché non m'era io alzato a svergognarli con tutto il coraggio dell'innocenza e la veemenza d'un figlio che si sente insultato nella memoria della madre? Perché i miei piccoli occhi non aveano lampeggiato di sdegno, e il cuore non avea rifuggito dall'accettare la compassione di coloro che mi faceano pagare a prezzo d'infamia un tozzo di pane ed un cantuccio d'ospitalità? — Mi salivano al volto le fiamme della vergogna; avrei dato tutto il mio sangue tutta la mia vita per riavere uno di quei giorni, e vendicarmi di una sì disonorevole servitù ... Nell'indole del fanciulletto sta racchiuso il compendio il tema della vita intera: onde io non mi stancherò mai di ripetere: “O anime rettrici dei popoli, o menti fiduciose nel futuro, o cuori accesi d'amore di fede di speranza, volgetevi all'innocenza, abbiate cura dei fanciulli!” — Lì stanno la fede, l'umanità, la patria ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 151)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Costei aveva ricevuto da madre natura tutte le più brutte impronte della fedeltà: perché io ho sempre osservato che fedeltà ed avvenenza litigano sovente fra loro e s'acconciano assai di rado a una vita tranquilla e comune ... Forse quello non era il miglior punto; forse, Dio mel perdoni, altri doveri allora m'incombevano, e non era tempo da svagarsi come Rinaldo nel giardino d'Armida; ma badate che io non dissi di avermi fatto violenza per dimenticare il resto; me ne dimenticai anzi così spontaneamente, che quando ulteriori circostanze mi richiamarono alla vita pubblica, mi parve tutto un mondo nuovo ... Ma non mi dava il cuore di pensar solamente ad una separazione; e quanto al farla compagna della mia vita, del mio esiglio, della mia povertà, non credeva averne il diritto ... I racconti che la mi faceva della sua vita passata ad altro non tendevano che a persuadermi dell'amor suo continuo e fervoroso benché vario e bizzarro per me ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 155)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Sentiva di dentro un laceramento come dei visceri che mi fossero strappati; indi rimasi immobile smarrito privo affatto di vita come chi si trova di fronte ad una sventura che finirà solo colla morte ... O Venezia, o madre antica di sapienza e di libertà! Ben lo spirito tuo era allora più sparuto e più nebbioso dell'aspetto! Egli svaniva oggimai in quella cieca oscurità del passato che distrugge perfino le orme della vita; restano le memorie, ma altro non sono che fantasmi; resta la speranza, il lungo sogno dei dormenti ... V'hanno certi momenti supremi nella vita dei popoli che gli inetti son traditori, quando si arrogano i diritti del valore e della sapienza ... Io avea toccato l'apice dei miei desiderii; aveva stretto fra le mie braccia bella contenta amorosa la prima la sola donna che avessi mai amato; quella che io aveva figurato fin dai primi anni essere la consolazione della mia vita, e il rimedio d'ogni dolore, mi aveva colmato inebbriato di quante voluttà possono mai capire in seno mortale! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 158)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Guai se fossi stato avvezzo per tutta la mia vita alle mollezze dei materassi e dei piumini veneziani! In un paio di notti mi avrei logorato le ossa ... dunque la mia protezione, la mia compagnia hanno finito di rendervi fastidiosa la vita! ... Ma che valore ha mai la mia vita pel bene degli altri? ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 171)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Dallo splendore della corte e delle cerimonie, più che dalla virtù e dalla santità della vita si misurava l'eccellenza del principe del cristianesimo ... V'hanno certi dissesti morali ed economici nella vita d'un popolo, originati da lunghi secoli di corruzione di ozio e di servitù, per riparar ai quali non basta l'accorgimento e la tolleranza del paziente stesso, come per guarire non basta all'infermo sapersi malato e desiderar salute ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 175)
di Ippolito Nievo (estratti)
... avea serbato una fede candida un amore costante, e pur allora lo aveva provato coll'esporre la mia vita nel salvare la sua, per quanto il modo ed il luogo dove la trovava dovessero inviperire la mia rabbia, e convertir l'affetto in furore, vederla furibonda e sdegnosa contro di me, mentre l'aspettava umile e tremante, fu un cotal colpo che mi lacerò le viscere ... La storia del cuor suo e quella della sua vita dopo la mia partenza si illuminavano a sprazzi nella mia atterrita fantasia; ma aveva ribrezzo di guardare, sentiva che pel momento era uno sforzo superiore alle mie forze ... Ma lasciami prendere di te questa sola vendetta, che tu sappia di aver fatto l'eterna sventura di quell'uomo al quale potevi essere gioia, conforto, felicità per tutta la vita! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 192)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ma quella volta, conoscendo dal tenor della lettera che veramente io era sgomentatissimo e in procinto di fare qualche pazzia, mi rispose subito che aveva sempre taciuto pregata di ciò dalla Pisana stessa, che allora peraltro voleva accontentarmi perché vedeva l'agitazione della mia vita; che sapessi dunque esser già da sei mesi la Pisana in casa di suo marito, occupatissima a fargli d'infermiera, e che non pareva disposta ad abbandonarlo ... Mi dessi pace che ella mi amava sempre, e che la sua vita a Venezia era proprio quella d'un'infermiera ... Cosa gli saltava a quel putrido carcame di rubarmi la mia parte di vita? ... Così, menando questa vita di continui piaceri, e di domestica felicità, non si parlava più di ripartire ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 193)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Peraltro vi dirò che quella vita così miope e bracciante aveva allora una scusa; c'era una grande intelligenza che pensava per noi, e la cui volontà soperchiava tanto la volontà di tutti che con poca spesa d'idee si vedevano le gran belle opere ... Non voglio far pronostici; ma se si fosse continuato così una ventina d'anni ci saremmo abituati a rivivere, e la vita intellettuale si sarebbe destata dalla materia, come nei malati che guariscono ... A vedere il fervore di vita che animava allora mezzo il mondo c'era da perder la testa ... Capisco ora che quella non è vita propria a svegliare le nostre facoltà, e a invigorire le forze dell'anima; si cessa di esser uomini per diventar carrucole ... Cominciai un severo esame di coscienza; a riandare la mia vita passata e a vedere come la presente le corrispondeva ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 200)
di Ippolito Nievo (estratti)
... vedovo sconsolato ai primi passi nella selva selvaggia della vera vita militante e dolorosa ... Ohimè, Pisana! quante lagrime sparsi per te! Quante lagrime di cui avrei vergognato come di una debolezza femminile allora; eppur adesso me ne glorio come d'una costanza che diede alla mia vita qualche impronta di grandezza e di virtù! ... Sarà aspettazione, sarà espiazione, o riposo; ma non saranno più le confuse e vane battaglie della vita ... La vita si ripete e si ricopia sempre ... Dinanzi alle grandi ombre del sepolcro non vi sono né illusi né imbecilli; ognuno racquista tanta lucidità che basti a riverberargli in un terribile baleno le colpe e le virtù di tutta la vita ... Io m'ingegnava di usare alla meglio questi ultimi giorni col versare nell'anima di Spiro e di mia sorella l'esperienza della mia vita, col mostrar loro in qual modo s'eran venuti formando i miei sentimenti, e come l'amore, l'amicizia, l'amore della virtù e della patria eran venuti irrompendo confusamente, indi purificandosi a poco a poco, e sollevando l'anima mia ... Io vedeva attraverso le pareti, io leggeva nell'anima di colei che veniva a trovarmi; credo che ebbi paura di quel lampo quasi sovrumano di chiaroveggenza e che temetti di mancare al rifluir repentino di tanto impeto di vita ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 205)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Bruto, che fin'allora era andato in solluchero per l'allegra vita che si menava, scoperse con rammarico quei primi segni di dissapore e di trasordine, non ne capiva gran fatto ma gliene doleva all'animo ... Mi parve di salvare la vita d'una creatura angelica a prezzo della mia, e la coscienza di questa valorosa azione diede al mio aspetto la serena contentezza della virtù ... Oh qual tumultuoso vortice d'affetti s'ingroppa e si sprofonda fra le piccole pareti d'un cuore! Anche allora io diedi prova di quell'estrema pieghevolezza che impresse molte azioni della mia vita d'un colore strano e bizzarro, per quanto la mia indole tranquilla ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 207)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Vi prenderà stupore e noia che la mia vita per qualche tempo così capricciosa e disordinata riprendesse allora un tenore sì quieto e monotono ... Ma io racconto e non invento: d'altra parte è questo un fenomeno comunissimo e naturale nella vita degli Italiani, che somiglia spesso al corso d'un gran fiume calmo lento paludoso interrotto a tratti da sonanti e precipitose cascate ... Dove il popolo non ha parte del governo continuamente, ma se la prende a forza di tanto in tanto, questi sbalzi queste metamorfosi devono succedere di necessità, perché altro non la vita del popolo se non la somma delle vite individuali ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 208)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Dal racconto di questa vita dovete già avermi conosciuto abbastanza ... Eravamo nati, si può dire, diciott'anni prima; ci voleva la scuola delle sventure per educarci, e la vita dei popoli non si misura da quella degli individui; se noi figliuoli s'aveva scontato la viltà dei padri, i figliuoli nostri forse avrebbero raccolto la messe fecondata dal nostro sangue e dalle lagrime ... Io fui a trovarlo il penultimo giorno di sua vita, gli domandai del suo stato e mi rispose colla solita solfa ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 212)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Dimandai anche quando io sarei uscito di prigione per la cerimonia, giacché marciva là dentro da tre mesi, e mi pareva un onesto mercato quello di pagar colla vita una boccata d'aria libera ... — “Così si commuta la pena di morte in quella dei lavori forzati in vita da subirsi nella galera di Ponza” — continuava il nasaccio parlatore del signor cancelliere ... Nell'isola di Ponza e precisamente nell'ergastolo ove fu confinato il libero arbitrio della mia umana libertà non si può dire che abbondassero i commodi della vita ... Forse che ritenevano lecito di privar degli occhi un uomo cui si avea regalato la vita; ma non capisco allora perché non si fossero riserbati un cotal privilegio nell'atto di grazia ... Ella mi disse di essersi molto adoperata per me sia nel farmi graziare della vita sia nell'ottenere la mia liberazione; ma che non avea potuto riescir prima ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 216)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Credo all'entusiasmo delle anime che irrompendo quandocchesia nella vita sociale anticiperanno di qualche millennio il trionfo della scienza, come il matematico calcolatore è prevenuto nelle sue scoperte dalle audaci ipotesi del poeta! — E perciò, Lucilio, seguitate il sogno della vostra gioventù, e credete rinfocolare questo immenso entusiasmo colle mene segrete, e colle oscure macchinazioni! ... La mia vita voglio che sia un tentativo ma un forte ostinato tentativo: in tutto sono così e beati gli altri se mi imitassero! Battendo si conficca il chiodo ... Byron è troppo grande; oltreché nei libri e nelle rime deve finir poeta anche nella vita ... — Sì, sì, ora che è morto il povero Piovano che m'ha battezzata! Sapete ch'è una gran malinconia il trovar la nostra vita sempre più cinta e ombrata da sepolcri! Ormai la prima fila è andata quasi tutta ... Bensì la mia propria natura mi comanda di spender bene e di usare spietatamente la vita ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 219)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La vita di me e di tutti i miei, sì, tutto basterà appena a ricomprare tanti sacrifizi! Il meno ch'io le possa offrire è tutta intera la vita che mi rimane! — Pensiamoci, Carlo; son qui con voi apposta ... Ella non si era opposta in sua presenza perché né voleva mostrarsi d'un parere contrario al mio, né rintuzzare palesemente quella fiera gagliardia del giovine, ma in segreto poi mi confessava che le sembrava un consiglio precipitato e Luciano troppo tenerello ancora per esporsi senza rischio ad una vita avventurosa ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 220)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Certo io metto quel momento fra i più felici della mia vita ... Quando poi le lagrime e il singulto concessero un varco alla voce, quali parole quali preghiere quali promesse non adoperai io perché mi salvasse una vita a mille doppi più preziosa della mia! Lo supplicai come i devoti supplicano Iddio; tanto avea bisogno di sperare che avrei rinnegato la ragione, e stravolto l'ordine del mondo per conservare una qualche lusinga ... Una pietosa astuzia della speranza mi persuase che ben potea rendere la salute e la vita alla Pisana quello che in me avea racceso la fiaccola della luce! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 221)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Molto si può tentare contro le malattie della carne e del sangue; ma lo spirito, Carlo? dove sono i farmaci che guariscon lo spirito, dove gli istrumenti che ne tagliano la parte incancrenita per prolungar vita alla sana, dove l'incanto che lo richiami in terra quando una virtù irresistibile lo assorbe a poco a poco in quello che Dante chiamava il mare dell'essere? ... In questo mondo si viene quasi colla certezza di veder morire il padre e la madre: solo chi paventa la morte per sé, deve disperarsi dell'altrui; la morte d'un amico fa più male a noi per la compagnia che ci ruba che non a lui per la vita che gli toglie ... Io e voi dobbiamo, mi pare, conoscer la vita, e stimarla adeguatamente al suo giusto valore ... La scienza, le virtù, i doveri della vita si riassumono in un'unica parola: Pazienza! ... Ma l'assassinio, Lucilio, l'assassinio di quella sola creatura che vi ha amato più di se stessa, più della vita, più dell'onore, oh questo è un delitto che non ha per iscusa la necessità né per espiazione la pazienza ... Sia per lavarlo che per dimenticarlo fa d'uopo il sacrifizio di un'altra vita; la morte sola salda il debito della morte ... Io non sono di quei prudenti idolatri della vita che nella moglie nei figliuoli nella patria si preparano altrettante scuse per non arrischiarla neppur al pericolo d'un'infreddatura: ma quando ad una virtù dubbia ed inutile s'oppongono virtù certe, utilissime, generose, quando le passioni vi lasciano il tempo di deliberare, oh allora, Carlo, la famiglia, la patria, l'umanità vi comandano di non disertare, di combattere fino all'estremo! ... Ogni altro affetto mi sarebbe un rimorso; son troppo infelice, Lucilio! Avrò veduto morire colei alla quale avrei dovuto abbellire la vita colle gioie più sante dell'amore, e della devozione! — Ed io dunque, ed io? — sclamò con un ruggito Lucilio, afferrandomi il braccio convulsivamente ... Io che ho veduto disseccarsi l'anima dell'anima mia, io che ho assistito ancora e bollente di passioni al funerale d'ogni mia speranza, io che non ho veduto la morte di colei che mi amava, ma il suicidio dell'amor suo, io che ho vissuto trentacinque anni vagando disperato col pensiero fra le rovine della mia fede e chiedendo indarno alla vita il lampo d'un sorriso, io che ho avventato freneticamente ogni virtù del mio ingegno, ogni potenza del mio spirito a scrollare invano le porte d'un cuore che era mio, io che ho sognato di sconvolgere il mondo per carpire dalla confusione del caos quell'unico bene che desiderava e che m'era sfuggito, io che ho veduto tutta la forza d'una attività senza pari accasciarsi sconfitta dinanzi ad una indifferenza forse bugiarda, io che vedeva il paradiso non più discosto da me che non lo siano fra loro le anime di due amanti, e non ho potuto giungervi, non ho potuto dissetarmi queste avide labbra d'una stilla sola di felicità, perché vi si opponeva la memoria di tre parole imprudenti spergiure, io dunque che avea trovato l'anima più pura il cuore più delicato e sublime che sia mai stato quaggiù, e questa arra quasi infallibile di felicità la vidi mutarsi in mia mano senz'alcuna ragione in un veleno mortale e senza rimedio, credete voi che io non abbia avuto motivi bastevoli e volontà e forza di uccidermi? ... Perché l'uomo fornito di ragione non deve piegarsi ad atto alcuno che non sia ragionevole; perché non era né poteva esser certo che la morte mia sarebbe stata giusta ed utile a me od agli altri; mentre la vita invece poteva esserlo in qualche maniera, e deferiva alla natura una sentenza ch'io non mi sentiva in grado di pronunciare ... La natura ci dà la vita indi ce la toglie; siete voi tanto sapiente da comprendere e giudicare le leggi di natura? Riformatele mutatele giudicatele a vostro talento! ... — Sì, Lucilio! Vivano pure gli innocenti nel dolore, gli infelici nel martirio e i colpevoli nell'espiazione; sopportino tutti la vita coloro che nella ragione non trovano bastevoli argomenti per poterla distruggere ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 222)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Qui invece nella vita una cosa sola v'ha di certo e immutabilmente certo ... Credete voi fermamente di esser giusto verso tutti, verso i vostri figli, verso la moglie i parenti gli amici la patria, verso la Pisana stessa, e verso la vostra coscienza, rifiutando cieco e disperato la vita? ... Adesso non vi rendo molte speranze, ma sibbene quelle che la provvida natura ci consente sempre, finch'ella non arresta, forse provvida del pari, l'arcano movimento della vita ... Così finì quel colloquio per me assai memorabile, e che decise forse di tutta la mia vita avvenire ... Mio Dio, qual tormento era per me il veder ravvivarsi dentro agli occhi suoi la fiamma della vita, e assistere insieme al continuo deperimento delle sue forze che a mala pena le reggevano la stanca e stremata persona! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 223)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Maledici la mia stupida superbia, la mia ingrata diffidenza, e il vile egoismo con cui son vissuto due anni bevendo il tuo sangue, e suggendoti dalle carni la vita! ... Ma non capisci che tutti quelli che tu chiami dolori patimenti sacrifizi, erano per me piaceri ineffabili, colmi d'una voluttà tanto più dolce quanto più nobile e sublime? Non capisci che l'indole mia strana e mutabile mi portava forse a stancarmi dei piaceri più comuni, e a cercare in un'altra sfera anche a rischio di perdermi contentezze diverse e diletti che non avessero paragone nella mia vita passata? Non hai ravvisato il primo sintomo di questa, direi quasi, pazzia in quel mio incredibile e tirannico capriccio di sposarti all'Aquilina? ... Perdonami di averti amato alla mia maniera; di aver sacrificato te ad un mio ghiribizzo strano e inconcepibile, di non aver cercato nella tua vita altro che un'occasione di appagare le mie strane fantasie! ... Carlo, Carlo, te lo raccomando! Vivi perché la tua vita sarà degna di esser imitata da quelli che verranno ... Null'altro ti chieggo null'altro desidero perché il momento della partenza sia insieme il più felice della mia vita ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 224)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Carlo, sei tu forte animoso? Hai fede nella virtù e nella giustizia? Giurami allora che non sarai vile, che non abbandonerai il tuo posto, che misero o felice, accompagnato o solo, per la virtù per la giustizia combatterai fino all'estremo! — Oh Pisana, cosa mi chiedi mai? Come credere alla virtù e alla giustizia quando non ti abbia al fianco, quando una vita come la tua ottenga una sì misera ricompensa? — Una vita come la mia è così invidiabile che beati gli uomini se potessero averne ciascuno una di simile! Una vita che principia coll'amore e termina col perdono colla pace colla speranza per sollevarsi in un altro amore che non avrà più fine, è tanto superiore ad ogni mio merito che ne ringrazio e ne benedico Iddio come d'un dono grazioso ... La vista di quelle persone che mi inchiodavano sì irremissibilmente alla vita mi fu in quel punto insopportabile e direi quasi odiosa ... Pensai che espiazione o battaglia la vita nostra è un bene almeno per gli altri; e che quanto più è un male per noi tanto più meritorio è il coraggio di portarla fino alla fine ... Il delirio dell'agonia fu per lei un sogno di visioni incantevoli; fin'allora io avea creduto che fossero artifiziose bugie quelle grandi parole che si mettono in bocca ai moribondi; ma mi persuasi allora che le anime sante rivolgendosi dal punto supremo a gettare sulla loro vita ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 226)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Pochi giorni prima che partissimo da Londra, arrivò la notizia che Sua Eccellenza Navagero era passato a miglior vita lasciando la Pisana sua erede universale, e ov'ella morisse senza testamento, instituendo con ogni suo avere uno spedale che dovea portare il nome di lei ... CAPITOLO VENTESIMOPRIMO Come io cooperassi a risvegliare in Venezia qualche attività commerciale, principio se non altro di vita, e come il maggiore de' miei due figli partisse con lord Byron, per la Grecia ... Si sanno le cagioni per cui è caduta Venezia: e quelle cagioni stesse fecero sì, che neppur potesse rialzarsi all'attività della vita materiale ... Se la Repubblica di San Marco fosse entrata a parte vigorosamente e costantemente nella vita italiana durante il Medio Evo, forse allo scadere de' suoi commerci avrebbe trovato nell'allargamento in terraferma un nuovo fomite di prosperità ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 227)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Non commercio, non ricchezza fondiaria, non arti, non scienze, non gloria, né attività di sorta alcuna: pareva morte, e certo era sospensione di vita ... Nostro errore, nostra disgrazia è di misurare la vita d'un popolo da quella d'un individuo: lo dissi altre volte ... Maggiore argomento di discordia ci era la condotta di Luciano, il quale anziché imitare nell'arrendevolezza e nell'operosità il fratello minore, si buttava allo scapato, non voleva sentire né ammonizioni né consigli, e quando lo si rimproverava, massime sua madre, di non volersi occupare delle cose più utili alla vita, rispondeva che, poiché non ci era vita, non capiva in che potessero consistere quell'utile o quel disutile, e che egli vi trovava il suo conto o bene o male a dimenticarsi di tutto ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 228)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Padre mio, son tanto sicuro che questo mio proposito otterrà sanzione dalle opere di tutta la vita, che vi chieggo fin d'ora perdono della mala stima che vi ho lasciato concepire di me, e vi prego di esser generoso e confidente anticipandomi d'alcuni mesi la buona opinione che mi darò poi cura di meritare ... Luciano era assai giovinetto, facile perciò a rimaner abbagliato da quell'apparenze di sublimità mefistofelica che in fin dei conti non servono ad altro che a nascondere un'assoluta impotenza di comprendere la vita e di raggiungerne lo scopo ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 231)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Come durante la guerra si avea menato dei Turchi una strage inesorabile, né si badava alle delicature e ai mezzi termini dei Fanarioti; così, conquistata coll'indipendenza la pace, per assicurare al popolo quella vita calma ed ordinata che sola può render utile l'acquisto della libertà ed assicurarne per sempre l'esercizio, bisognava rintuzzare ogni causa d'inquietudine, e ridurre all'obbedienza quei poteri secondari che avevano cooperato validamente al buon esito della guerra, ma che allora inceppavano con assai danno l'azione del governo ... Avevano arrischiato la vita sul campo per la salute della patria? Per l'egual ragione dovevano accontentarsi di perderla anche sul patibolo, se non si sentivano in grado di correggersi dalle loro turbolente abitudini ... Ella spirò l'anima fra le mie braccia, mentre tre soldati tre eroi che avevano perigliato cento volte la vita contro le scimitarre degli Ottomani, si scioglievano in lagrime intorno al suo letto ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 234)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io non credo d'aver mai avuto il coraggio di schiccherare all'Aquilina una così lunga predica, ché allora non dubito che l'avrei persuasa; anzi colgo l'occasione di dichiararvi che per quanto parolaio e quaresimalista possa sembrarvi nel racconto della mia vita, all'atto pratico poi sono sempre stato assai parco di parole, e tre persone che avessi dinanzi più del solito bastavano per impegolarmi lo scilinguagnolo ... In quel contagio credo che morisse anche la Doretta che dopo una vita piena di vitupero e di pellegrinaggi era tornata in Venezia ad infamare la propria vecchiaia ... Sappiamo cosa si può sperare della vita, e qual bene o qual male è la morte ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 235)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La vita nasce da contrazione, la morte da espansione; ma la vitalità universale assorbe in sé questi varii movimenti che sono per lei quasi funzioni di visceri diversi ... E le donne, vedete, hanno maggior facilità di noi a vivere, direi quasi, oltre la vita ... Sembra ch'esse abbiano più chiaro di noi il presentimento d'una vita futura ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 239)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Là si vide il doppio intento d'una condotta e d'un modo di pensare che pareva uguale ed era tutt'altro: l'Ormenta, i Cisterna e i loro satelliti pensavano all'utile proprio, alla sicura comodità della vita sotto la scusa della gloria di Dio; Rinaldo e la Clara operavano per la gloria di Dio in tutto e per tutto, e la sostanza i commodi la vita avrebbero sacrificato allegramente per quel santissimo scopo ... E siccome altri giovani di più matura esperienza o più rettamente guidati si opponevano a quelli colla parola coll'esempio, gridando che era un abbominio il negare così ogni idealità delle vita, e il rendersi come porci in brago schiavi solo dei commodi e dei godimenti; quei maestri di corruzione soffiavano che eran gridate d'invidia e che non bisognava badarci, e che era tutto effetto d'ipocrisia, ma che ci voleva coraggio per beffarsi delle predicazioni di quei farisei ... Egli mi rispose che della vita faceva omai il conto ch'ella merita, e che nulla di male poteva intervenirgli persuaso com'era che non fossero mali quelli che affliggono solamente l'immaginazione ... — La vita non si compone soltanto di quello che tu credi! L'anima tua potrebbe ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 248)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Cerco i posti più arrischiati, combatto le scaramucce più audaci; ma il cielo mi vede e mi protegge, il cielo che mi darà vita bastevole a rigenerare il mio nome ... Dove la speranza della gloria e l'emozione acuta del pericolo compensano ad usura il sacrifizio della vita, non è il luogo di chi cerca penitenza e perdono ... Lo ripeto; il sacrifizio, fosse pur quello della vita, non ricompera nulla senza la prova della costanza ... Grande stupidità è la nostra di misurare la vita dei popoli da quella degli individui; i popoli devono, perché possono, aspettare; lo possono perché hanno dinanzi non venti trenta o cinquant'anni, ma l'eternità ... IN MARE, dicembre 1848 Per te, padre mio, per te soltanto io mi tolsi di scrivere questi cenni della mia vita ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 250)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Si consolano amandosi a vicenda, e, meno Roma, la loro vita è quella d'una volta ... Come sopporterebbero mai due poveri vecchi una vita varia stentata angosciosa, senza nessuna certezza né di riposo né di sepolcro? Meglio così; e che il destino mi condanni a patir solo ... Non è certo di quelle che innamorano; io almeno non oserei; ma hanno in sé quanto può assicurare la felicità d'una famiglia, e spose e madri passano per la vita come apparimenti celesti, tutte per gli altri nulla per sé ... Omai peraltro tutti ci siamo assuefatti alla vita marinaresca; e a non vedere altro che cielo ed acqua ... Scommetto che quella canzone fu composta da un pescatore chiozzotto, mentre la bonaccia d'estate arrestava il suo burchio in mezzo all'Adriatico ed egli non vedeva altro che il mare, sua vita, e il cielo, sua speranza ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 251)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Che altro è mai la vita se non un lungo esiglio? ... Quello ch'io scrivo, la mia famiglia lo seppe già per lettere; e io non sono un letterato ch'abbia in animo di stampar la sua vita: tuttavia l'abitudine mi padroneggia; ho cominciato a imbrattar carta parlando di me, e ci ho pigliato gusto, e di tanto in tanto debbo obbedire ad un ghiribizzo ... Montagne, torrenti, selve, pianure, tutto serba l'impronta dell'ultima rivoluzione che ha sconvolto il creato, e tràttone l'ordine meraviglioso della vita presente ... Ma la vita della natura somiglia qui tanto all'europea, come la cadente esistenza d'un vecchio alla robusta e piena salute del giovine ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 252)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Del resto fuori di questi passeggeri trattenimenti la nostra vita è quella dei ricchi villeggianti sulle rive della Brenta; più questo cielo, e questa magica natura che tramuta la terra in paradiso ... V'ha, sì nella provincia un vescovo, ma è miracolo se una volta in sua vita si cimenta fin quassù ... Bisogna serenare dieci notti prima di trovare una capanna dove un povero e coraggioso missionario arrischia la vita per insegnare ai selvaggi quell'abbicì della civiltà che è il cristianesimo ... Insomma se non fosse la lontananza, l'incertezza delle corrispondenze, e quella smania di novità che accresce sempre mano a mano che si veggono cose più nuove e stupende, torrei volentieri di finir qui la mia vita ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 255)
di Ippolito Nievo (estratti)
... sarebbero più tanti dispareri intorno alla vita! Io non sono né teologo né sapiente né filosofo; pure voglio sputare la mia sentenza, come il viaggiatore che, per quanto ignorante, può a buon dritto giudicare se il paese da lui percorso sia povero o ricco, spiacevole o bello ... La vita è quale ce la fa l'indole nostra, vale a dire natura ed educazione; come fatto fisico è necessità; come fatto morale, ministero di giustizia ... La sua vita sarà un bene per lui e per tutti, e lascerà un'orma onorata e profonda nella storia della patria ... O luce eterna e divina io affido ai tuoi raggi imperituri la mia vita tremolante e che sta per ispegnersi! ... De' miei figli chi se n'è andato con generosa impazienza, chi si è scordato di me, e chi rimane al mio fianco per non farmi disprezzare i beni sicuri di questa vita mentre aspiro agli ignoti e misteriosi dell'altra ... O primo ed unico amore della mia vita, o mia Pisana, tu pensi ancora, tu palpiti, tu respiri in me e d'intorno a me! Io ti veggo quando tramonta il sole, vestita del tuo purpureo manto d'eroina, scomparir fra le fiamme dell'occidente, e una folgore di luce della tua fronte purificata lascia un lungo solco per l'aria quasi a disegnarmi il cammino ... Oh tu sei ancora con me, tu sarai sempre con me; perché la tua morte ebbe affatto la sembianza d'un sublime ridestarsi a vita più alta e serena ...
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Corbaccio
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Non è ancora molto tempo passato che, ritrovandomi solo nella mia camera, la quale è veramente sola testimonia delle mie lagrime, de' sospiri e de' ramarrichii, sì come assai volte davanti avea fatto m'avenne che io fortissimamente sopra gli accidenti del carnale amore cominciai a pensare; e, molte cose già passate volgendo e ogni atto e ogni parola pensando meco medesimo, giudicai che, senza alcuna mia colpa, io fossi fieramente trattato male da colei la quale io mattamente per mia singulare donna eletta avea e la quale io assai più che la propria vita amava e oltre ad ogni altra onorava e reveriva ... E in tanto d'afflizione trascorsi, ora della mia bestialità dolendomi ora della crudeltà trascurata di colei, che, uno dolore sopra un altro col pensiero agiugnendo, estimai che molto meno dovesse essere grave la morte che cotal vita; e quella con sommo desiderio cominciai a chiamare; e, dopo molto averla chiamata, conoscendo io che essa, più che altra cosa crudele, più fugge chi più la desidera, meco imaginai di costrignerla a trarmi del mondo ... E già del modo avendo diliberato, mi sopravenne un sudore freddo e una compassion di me stesso, con una paura mescolata di non passare di malvagia vita a piggiore, se io questo facessi; che fu di tanta forza che quasi del tutto ruppe e spezò quello proponimento che io davanti reputava fortissimo ... E non vedi tu tutto 'l giorno le persone che hanno alcuno in odio, per diradicarlo e levarlo di terra, mettere le lor cose e la propria vita in aventura, contr'a le leggi umane e divine adoperando? E tanto di letizia e di piacer prendono quanto di tristizia e di miseria sentono in cui hanno in odio ... Perché dunque t'afliggi? Perché la morte desideri, la quale ella medesima, tua nimica, secondo che tu estimi, non cercò di darti? E' non mostra che tu abbia ancora sentito quanto di dolceza nella vita sia, quando così leggiermente di tòrti di quella appetisci; né ben considerato quanto più d'amariturine sia negli etterni guai che in quegli del tuo folle amore: li quali tanti e tali ti vengono, quanti e quali tu stesso te li procacci; et ètti possibile, volendo essere uomo, di cacciarli; il che degli etterni non avverrebbe ... Leva addunque via, anzi discaccia del tutto questo tuo apetito; né volere ad una ora te privare di quello che non acquistasti et etterno supplicio guadagnare e, a chi ti vuole male, sommamente piacere; siati cara la vita e quella, quanto puoi il più, t'ingegna di prolungare ...
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Decameron (pagina 4)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... creature umane si crede per certo dentro alle mura della città di Firenze essere stati di vita tolti, che forse, anzi l'accidente mortifero, non si saria estimato tanti avervene dentro avuti? O quanti gran palagi, quante belle case, quanti nobili abituri per adietro di famiglie pieni, di signori e di donne, infino al menomo fante rimaser voti! O quante memorabili schiatte, quante ampissime eredità, quante famose ricchezze si videro senza successor debito rimanere! Quanti valorosi uomini, quante belle donne, quanti leggiadri giovani, li quali non che altri, ma Galieno, Ipocrate o Esculapio avrieno giudicati sanissimi, la mattina desinarono co' lor parenti, compagni e amici, che poi la sera vegnente appresso nell'altro mondo cenaron con li lor passati! A me medesimo incresce andarmi tanto tra tante miserie ravolgendo: per che, volendo omai lasciare star quella parte di quelle che io acconciamente posso schifare, dico che, stando in questi termini la nostra città, d'abitatori quasi vota, addivenne, sì come io poi da persona degna di fede sentii, che nella venerabile chiesa di Santa Maria Novella, un martedì mattina, non essendovi quasi alcuna altra persona, uditi li divini ufici in abito lugubre quale a sì fatta stagione si richiedea, si ritrovarono sette giovani donne tutte l'una all'altra o per amistà o per vicinanza o per parentado congiunte, delle quali niuna il venti e ottesimo anno passato avea né era minor di diciotto, savia ciascuna e di sangue nobile e bella di forma e ornata di costumi e di leggiadra onestà ... Li nomi delle quali io in propria forma racconterei, se giusta cagione da dirlo non mi togliesse, la quale è questa: che io non voglio che per le raccontate cose da loro, che seguono, e per l'ascoltate nel tempo avvenire alcuna di loro possa prender vergogna, essendo oggi alquanto ristrette le leggi al piacere che allora, per le cagioni di sopra mostrate, erano non che alla loro età ma a troppo più matura larghissime; né ancora dar materia agl'invidiosi, presti a mordere ogni laudevole vita, di diminuire in niuno atto l'onestà delle valorose donne con isconci parlari ... Natural ragione è, di ciascuno che ci nasce, la sua vita quanto può aiutare e conservare e difendere: e concedesi questo tanto, che alcuna volta è già addivenuto che, per guardar quella, senza colpa alcuna si sono uccisi degli uomini ... E se questo concedono le leggi, nelle sollecitudini delle quali è il ben vivere d'ogni mortale, quanto maggiormente, senza offesa d'alcuno, è a noi e a qualunque altro onesto alla conservazione della nostra vita prendere quegli rimedii che noi possiamo? Ognora che io vengo ben raguardando alli nostri modi di questa mattina e ancora a quegli di più altre passate e pensando chenti e quali li nostri ragionamenti sieno, io comprendo, e voi similemente il potete comprendere, ciascuna di noi di se medesima dubitare: né di ciò mi maraviglio niente, ma maravigliomi forte, avvedendomi ciascuna di noi aver sentimento di donna, non prendersi per voi a quello di che ciascuna di voi meritamente teme alcun compenso ... E se così è, che essere manifestamente si vede, che faccian noi qui, che attendiamo, che sognamo? perché più pigre e lente alla nostra salute che tutto il rimanente de' cittadini siamo? reputianci noi men care che tutte l'altre? o crediamo la nostra vita con più forti catene esser legata al nostro corpo che quella degli altri sia, e così di niuna cosa curar dobbiamo la quale abbia forza d'offenderla? Noi erriamo, noi siamo ingannate: che bestialità è la nostra se così crediamo? quante volte noi ci vorrem ricordare chenti e quali sieno stati i giovani e le donne vinte da questa crudel pestilenzia, noi ne vedremo apertissimo argomento ...
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Decameron (pagina 70)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Io maledico la mia sventura, quando, per mutar vesta, sì dissi mai; sì bella nella oscura mi vidi già e lieta, dove in questa io meno vita dura, vie men che prima reputata onesta ... Ma avanti che io venga a far la risposta a alcuno, mi piace in favor di me raccontare, non una novella intera, acciò che non paia che io voglia le mie novelle con quelle di così laudevole compagnia, quale fu quella che dimostrata v'ho, mescolare, ma parte d'una, acciò che il suo difetto stesso sé mostri non esser di quelle; e a' miei assalitori favelando dico Che nella nostra città, già è buon tempo passato, fu un cittadino il quale fu nominato Filippo Balducci, uomo di condizione assai leggiere, ma ricco e bene inviato e esperto nelle cose quanto lo stato suo richiedea; e aveva una sua donna moglie, la quale egli sommamente amava, e ella lui, e insieme in riposata vita si stavano, a niuna altra cosa tanto studio ponendo quanto in piacere interamente l'uno all'altro ... Ora avvenne, sì come di tutti avviene, che la buona donna passò di questa vita, né altro di sé a Filippo lasciò che un solo figliuolo di lui conceputo, il quale forse d'età di due anni era ... Per che, data ogni sua cosa per Dio, senza indugio se n'andò sopra Monte Asinaio, e quivi in una piccola celletta se mise col suo figliuolo, col quale di limosine in digiuni e in orazioni vivendo, sommamente si guardava di non ragionare, là dove egli fosse, d'alcuna temporal cosa né di lasciarnegli alcuna vedere acciò che esse da così fatto servigio nol traessero, ma sempre della gloria di vita eterna e di Dio e de' santi gli ragionava, nulla altro che sante orazioni insegnandogli ... E in questa vita molti anni il tenne, mai della cella non lasciandolo uscire né alcuna altra cosa che sé dimostrandogli ...
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Decameron (pagina 105)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E per ciò ti priego, non per l'amore che tu mi porti, al quale tu di niente se' tenuto, ma per la tua nobiltà, la quale in usar cortesia s'è maggiore che in alcuno altro mostrata, che ti debba piacere di donarlomi, acciò che io per questo dono possa dire d'avere ritenuto in vita il mio figliuolo e per quello averloti sempre obligato ... Il quale, o per malinconia che il falcone aver non potea o per la 'nfermità che pure a ciò il dovesse aver condotto, non trapassar molti giorni che egli con grandissimo dolor della madre di questa vita passò ... Il che ella in processo di tempo conoscendo, e veggendosi bella e fresca e sentendosi gagliarda e poderosa, prima se ne cominciò forte a turbare e a averne col marito disconce parole alcuna volta e quasi continuo mala vita; poi, veggendo che questo, suo consumamento più tosto che ammendamento della cattività del marito potrebbe essere, seco stessa disse: “Questo dolente abbandona me per volere con le sue disonestà andare in zoccoli per l'asciutto, e io m'ingegnerò di portare altrui in nave per lo piovoso ...
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Decameron (pagina 172)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Mitridanes, vergognandosi forte, disse: “Tolga Iddio che così cara cosa come la vostra vita è, non che io, da voi dividendola, la prenda, ma pur la disideri, come poco avanti faceva; alla quale non che io diminuissi gli anni suoi ma io l'agiugnerei volentier de' miei ... E per ciò, sì per questo e sì per quello a che la nostra età ci dee principalmente inducere, una magnificenzia da uno inamorato fatta mi piace di raccontarvi, la quale, ogni cosa considerata, non vi parrà per avventura minore che alcuna delle mostrate, se quello è vero che i tesori si donino, le inimicizie si dimentichino e pongasi la propia vita, l'onore e la fama, ch'è molto più, in mille pericoli per potere la cosa amata possedere ... In questo tempo, non essendo Niccoluccio a Bologna e la donna a una sua possessione forse tre miglia alla terra vicina essendosi, per ciò che gravida era, andata a stare, avvenne che subitamente un fiero accidente la sopraprese, il quale fu tale e di tanta forza, che in lei spense ogni segno di vita e per ciò eziandio da alcun medico morta giudicata fu; e per ciò che le sue più congiunte parenti dicevan sé avere avuto da lei non essere ancora di tanto tempo gravida, che perfetta potesse essere la creatura, senza altro impaccio darsi, quale ella era, in uno avello d'una chiesa ivi vicina dopo molto pianto la sepellirono ... Il quale, poi che ogni paura ebbe cacciata da sé, con più sentimento cercando, trovò costei per certo non esser morta, quantunque poca e debole estimasse la vita: per che soavemente quanto più poté, dal suo famigliare aiutato, del monimento la trasse e, davanti al caval messalasi, segretamente in casa sua la condusse in Bologna ... Era quivi la madre di lui, valorosa e savia donna, la qual, poscia che dal figliuolo ebbe distesamente ogni cosa udita, da pietà mossa chetamente con grandissimi fuochi e con alcun bagno in costei rivocò la smarrita vita; la quale come rivenne, così gittò un gran sospiro e disse: “Oimè! ora ove sono io?” A cui la valente donna rispose: “Confortati, tu se' in buon luogo ... Alla quale messer Gentile rispose: “Madonna, chente che il mio disiderio si sia stato ne' tempi passati, io non intendo al presente né mai per innanzi (poi che Idio m'ha questa grazia conceduta, che da morte a vita mi v'ha renduta, essendone cagione l'amore che io v'ho per adietro portato) di trattarvi né qui né altrove se non come cara sorella ...
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Decameron (pagina 179)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Essi avevano cominciati gli studii, e parimente ciascuno d'altissimo ingegno dotato saliva alla gloriosa altezza della filosofia con pari passo e con maravigliosa laude: e in cotal vita con grandissimo piacer di Cremete, che quasi l'un più che l'altro non avea per figliuolo, perseveraron ben tre anni ... Nella fine de' quali, sì come di tutte le cose addiviene, addivenne che Cremete già vecchio di questa vita passò: di che essi pari compassione, sì come di comun padre, portarono, né si discernea per gli amici né per gli parenti di Cremete qual più fosse per lo sopravvenuto caso da racconsolar di lor due ... Quivi Tito, solo nella sua camera entratosene, alla piaciuta giovane cominciò a pensare, tanto più accendendosi quanto più nel pensier si stendea: di che accorgendosi, dopo molti caldi sospiri seco cominciò a dire: “Ahi! misera la vita tua, Tito! Dove e in che pon tu l'animo e l'amore e la speranza tua? or non conosci tu, sì per li ricevuti onori da Cremete e dalla sua famiglia e sì per la intera amicizia la quale è tra te e Gisippo, di cui costei è sposa, questa giovane convenirsi avere in quella reverenza che sorella? che dunque ami? dove ti lasci transportare allo 'ngannevole amore? dove alla lusinghevole speranza? Apri gli occhi dello 'ntelletto e te medesimo, o misero, riconosci; dà luogo alla ragione, raffrena il concupiscibile appetito, tempera i disideri non sani e a altro dirizza i tuoi pensieri; contrasta in questo cominciamento alla tua libidine e vinci te medesimo mentre che tu hai tempo ... Gisippo, udendo questo e il suo pianto vedendo, alquanto prima sopra sé stette, sì come quegli che del piacere della bella giovane, avvegna che più temperatamente, era preso; ma senza indugio diliberò la vita dello amico più che Sofronia dovergli esser cara, e così, dalle lagrime di lui al lagrimare invitato, gli rispose piangendo: “Tito, se tu non fossi di conforto bisognoso come tu se', io di te a te medesimo mi dorrei, sì come d'uomo il quale hai la nostra amicizia violata, tenendomi sì lungamente la tua gravissima passione nascosa ...
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La divina commedia (pagina 32)
di Dante Alighieri (estratti)
... "Io fui sanese", rispuose, "e con questi
altri rimendo qui la vita ria,
lagrimando a colui che sé ne presti ... Pace volli con Dio in su lo stremo
de la mia vita; e ancor non sarebbe
lo mio dover per penitenza scemo,
se ciò non fosse, ch'a memoria m'ebbe
Pier Pettinaio in sue sante orazioni,
a cui di me per caritate increbbe ... Vende la carne loro essendo viva;
poscia li ancide come antica belva;
molti di vita e sé di pregio priva ...
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La divina commedia (pagina 48)
di Dante Alighieri (estratti)
... Virtù diversa fa diversa lega
col prezïoso corpo ch'ella avviva,
nel qual, sì come vita in voi, si lega ... E io a l'ombra che parea più vaga
di ragionar, drizza'mi, e cominciai,
quasi com'uom cui troppa voglia smaga:
"O ben creato spirito, che a' rai
di vita etterna la dolcezza senti
che, non gustata, non s'intende mai,
grazïoso mi fia se mi contenti
del nome tuo e de la vostra sorte" ... "Perfetta vita e alto merto inciela
donna più sù", mi disse, "a la cui norma
nel vostro mondo giù si veste e vela,
perché fino al morir si vegghi e dorma
con quello sposo ch'ogne voto accetta
che caritate a suo piacer conforma ... Uomini poi, a mal più ch'a bene usi,
fuor mi rapiron de la dolce chiostra:
Iddio si sa qual poi mia vita fusi ...
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Fermo e Lucia (pagina 14)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... La conversazione rimase più pacata, più semplice, senza apparato, cordiale: e invece di trattenersi di riparazione, di puntigli, di ricantare le storie delle soddisfazioni prese, e dei sopramani vendicati, non si parlò che del Padre Cristoforo, e delle virtù dei capuccini; e taluno che per la cinquantesima volta avrebbe raccontato come il Conte Muzio suo avo aveva saputo fare stare quel Marchese Stanislao che ognun sa che Rodomonte era, parlò invece della vita penitente di un Fra Benedetto, morto molti anni prima ... Sciolta la brigata, il signore, ancora tutto commosso si maravigliava di tratto in tratto fra sè di ciò che aveva detto, di ciò che aveva sentito, e borbottava fra i denti: «Gran Frate, Frate singolare! Se rimaneva ancor lì per qualche momento, quasi quasi gli avrei domandato io scusa perch'egli mi abbia ammazzato il fratello!» Però è da notarsi che tutti i convitati partirono di là un po' migliori di quello che vi fossero andati, e ch'egli stesso fu per tutta la sua vita un po' meno superbo e un po' più indulgente ... Il Padre Cristoforo camminava con una consolazione quale non aveva provata mai dopo quel giorno terribile, ad espiare il quale tutta la sua vita doveva essere consacrata ... Non è nostro disegno di narrare la vita fratesca del nostro buon padre: diremo dunque soltanto ch'egli passò il suo noviziato sostenendo alacremente le dure discipline di quello stadio, e sottomettendosi bravamente alle prove, talvolta assai strane a cui erano posti i novizj; facendo per ragione ciò che gli ...
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Fermo e Lucia (pagina 40)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... E la donna non amava la fumosetta, per cui era costretta a far vita da carceriera poco dissimile da quella di carcerata, e che l'aveva resa depositaria d'un segreto pericoloso ... Cominciò quindi a dolersi davvero di ciò che aveva fatto, a paragonare la vita che menava prima del suo fallo con quella che strascinava in allora, e a trovare la prima soave, a rammaricarsi di non averla saputa conoscere ... Le tornava allora alla mente il chiostro, e una vita quieta, onorata, lontana dai pericoli, la dignità di monaca, e quella benedetta pompa di badessa, e quella benedetta boria di essere la più nobile del monastero, ultimo rifugio della sua superbiuzza, le parve un zucchero in paragone dello stato di umiliazione, di prigionia, di disprezzo nel quale si trovava ... Finalmente, raddolcendo alquanto il tuono della voce, e le parole, disse a Geltrude che questi eran falli da piangersi per tutta la vita, e che ella doveva vedere in questo tristo accidente un avviso del cielo, che le dava ad intendere che la vita del secolo era troppo piena di pericoli per lei, e che non v'era asilo, riposo, sicurezza ... Il Marchese, – ci ripugna dargli in questo momento il titolo di padre – la prese in parola, le annunziò il più ampio perdono, si congratulò con lei del partito ch'ella aveva preso, della vita riposata e felice ch'ella avrebbe menata, e la oppresse di quelle lodi che fanno paura, perchè lasciano indovinare a quali improperj esporrebbe il cangiar di risoluzione ...
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Fermo e Lucia (pagina 75)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Poichè ci siamo avvenuti in un personaggio, la memoria del quale apporta una placida commozione di riverenza, una nuova giocondità anche alla mente che già stia contemplando, e scorrendo fra gli uomini i più eletti che abbiano lasciato ricordo di sè sulla terra: or quanto più un po' di riposo nella considerazione di lui debb'essere giocondo a noi che da tanto tempo siamo condotti da questa storia per mezzo ad una rude, stolida, schifosa perversità, dalla quale certamente avremmo da lungo tempo ritirato lo sguardo, se il desiderio del vero non ve lo avesse tenuto a forza intento! Federigo Borromeo fu uno degli uomini rarissimi in qualunque tempo, i quali adoperarono una lunga vita, un ingegno eccellente, un animo insistente nella ricerca «di ciò che è pudico, di ciò che è giusto, di ciò che è santo, di ciò che è amabile, di ciò che dà buon nome, di ciò che ha seco virtù, e lode di disciplina7 ... » Nato coi più bei doni dell'animo, il primo uso che egli fece della sua ragione fu di coltivarli con ardore e con costanza, di custodirli con una attenzione sospettosa, come se fino d'allora egli ponesse cura a conservare tutta bella, tutta irreprensibile una vita, che in progresso di tempo avrebbe avute età così splendide: e infatti la vita di lui è come un ruscello che esce limpido dalla roccia, e limpido va a sboccare nel fiume: tutto ciò che si sa di lui è gentilezza, e sapienza: e gli errori stessi che la prepotenza dell'universale consenso aveva imposti alla sua mente, sono sempre accompagnati e quasi scusati da una intenzione pura, e l'applicazione di esse alle cose della vita è stata per lui un esercizio di tutte le virtù ... Nutrito tra le pompe e lo splendore delle ricchezze, fra quel basso corteggio che coglie i fortunati del secolo alle prime porte della vita, per corromperli, per cattivarli, per farli fruttare, egli scorse dai primi suoi giorni che l'umiltà, e la staccatezza sono verità, bellezza, e le prescelse: posto sotto la disciplina del suo celeste cugino San Carlo, in presenza di quella virtù severa, e malinconica, l'animo puerile di Federigo non fu disgustato dalla severità, e sentì l'ammirazione e la docilità volonterosa per la virtù ...
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Fermo e Lucia (pagina 87)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il Conte stesso, quantunque la sua vita intera pesasse in quel giorno su la sua memoria, quantunque tanti fatti si presentassero alla sua mente, spogliati di quella maschera con cui gli aveva veduti nel momento della esecuzione, e lasciassero ora vedere la loro forma vera e spaventosa, pure sentiva una certa pace in quel nuovo consorzio fra quelle idee che gli facevano intravedere una nuova vita di mente, un nuovo interesse, una serie di pensieri coi quali si potesse vivere ... Noi crediamo far cosa opportuna traducendo quel poco dal bel latino di quello scrittore poco conosciuto, e che meriterebbe certamente di esserlo più di tanti altri, e perchè in tanta perversità di idee, di cognizioni, di giudizj, e di stile, egli (che che ne dica molto leggiermente il Tiraboschi) fu uno di quelli che più si avvicinarono a quella castigatezza e a quella semplicità che da se stessa si attacca alle parole dove è espresso il vero; e perchè in qualche parte delle sue storie, e principalmente nella vita del Card ... Ad un tempo, molti dei principali della città uniti con lui in occulta società di atroci consigli e di funeste faccende, poichè videro le faccende già accordate e avviate rimanersi a mezzo abbandonate da lui, s'apposero tosto ch'egli aveva cangiato vita, nè poterono disconoscere l'autore d'un tanto cangiamento ... La sua condotta di tanti anni lo aveva posto in una situazione tale che per assicurare la sua vita, egli aveva mestieri di molto più mezzi e riguardi che non abbisognassero al comune degli uomini; e una delle prime riflessioni che gli erano occorse dopo il suo proposito di nuova condotta si era che una gran parte di questi mezzi non poteva più conciliarsi con questa sua nuova condotta ... Ma egli aveva sentito con persuasione (e probabilmente fu questo uno dei capi che egli discusse in quel colloquio col Cardinale), aveva sentito che le ingiustizie passate non potevano rendergli necessarie nuove ingiustizie, che egli doveva assicurare la propria vita solo perchè questo era un dovere, e che era un dovere soltanto fin dove per adempirlo, non si dovesse ...
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Fermo e Lucia (pagina 94)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Vossignoria non ha mai veduto nulla di somigliante, e mi si affacciarono, dico, mi fermarono, e mi intimarono in nome d'un certo Signore (i nomi non servono a nulla) che io mi guardassi bene, per quanto aveva cara la vita (mi pare che fosse un parlar chiaro) dal fare quel tal matrimonio ... «La pelle! la pelle! non è una ragione bastante?» Il Cardinale, alzando gli occhi in faccia a Don Abbondio disse con una indegnazione composta: «Ma quando vi siete presentato alla Chiesa, alla Chiesa dei martiri per ricevere questa missione che esercitate, quando avete assunti volontariamente questi doveri del ministero, la Chiesa vi ha ella fatto conto della pelle? Vi ha ella detto che quei doveri erano senza pericoli? Vi ha detto che dove il pericolo cominciasse ivi cesserebbe il dovere? O non v'ha espressamente dichiarato che vi mandava come un agnello fra i lupi? Vi ha promessa la sicurezza temporale per ricompensa? o la vita eterna? Non sapevate voi che v'erano dei violenti nel mondo? La pelle! Offeritela per le mani dei violenti in sagrificio alla fede e alla carità, e la Chiesa la raccoglierà come un nobile tesoro, la conserverà di generazione in generazione, di sacerdozio in sacerdozio, come un oggetto di culto, come un testimonio della forza che le è stata data dall'alto, come un tempio dove lo Spirito avrà operate le sue maraviglie ... Come! al soldato che riceve pochi soldi di paga, che combatte per una causa che non conosce non è lecito dire: ho voluto salvare la vita! non è lecito, è turpe; supporre ch'egli lo possa pensare, è una ingiuria e non una scusa! e sarà scusa per noi! Dio buono, per noi che predichiamo le parole della vita, che rimproveriamo ai fedeli il loro attacco alle cose terrene, che facciam loro vergogna, che gli chiamiamo ciechi perchè non sentono il valore della promessa, o perchè operano come se non lo avessero compreso! Che più? per questa stessa vita del tempo, la Chiesa non ha ella pensato a voi? non vi nutrisce ella della sostanza dei poveri? non vi munisce di riverenza e d'ossequio? non vi copre ella d'un abito, che prima pure che si sieno vedute le vostre opere vi attrae la venerazione, perchè vi segna come un uomo trascelto, come uno di quegli che non hanno altra professione che di fare il bene? E perchè vi distingue ella così, se non a fine che possiate farlo? QUEGLI da cui abbiamo la missione e l'esempio, il precetto e la forza di eseguirlo, quando venne su la terra ad illuminare i ciechi, a congregare i dispersi, ad evangelizzare i poveri, a curar quelli che hanno il cuore spezzato, a ben fare, a salvare, pose Egli per condizione di aver salva la vita?» Don Abbondio teneva bassi gli occhi, il capo, le mani; il suo spirito si dibatteva tra quelli argomenti, come un pulcino negli artigli del falco che lo tengono elevato in una regione sconosciuta, in un'aria che non ha mai respirato ... Quando la vita non si ha da contare per nulla, non so che dire ...
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Fermo e Lucia (pagina 157)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Credi tu che se vi fosse stata una buona ragione, io non l'avrei trovata in quarant'anni? perchè, son quarant'anni ch'io vi penso, e grazie a Dio, per quarant'anni ne ho avuto dolore, e mi sono accusato: e ho pregato Dio che in segno del suo perdono eterno, Egli mi punisse in questa vita, che pigliasse la mia in sacrificio, come io aveva ardito disporre di quella d'un uomo; che mi facesse morire in servizio d'altrui; e spero d'essere esaudito ... Non creder tu ora dunque di poter consolarmi: consolati piuttosto di essere tu in tempo a perdonare: non ispender vane parole; ascolta piuttosto le mie; v'è dentro il pensiero di tutta la mia vita, della men trista parte di essa ... E quando la vita d'un uomo ... gran Dio! la vita d'uno fatto a vostra immagine! si trovò in confronto col mio onore, io gliel'ho sagrificata ... ah! è ben amaro! E il non pentirsi è orrendo, orrendo più che non si possa comprendere in questa vita ... » «Sì, Fermo, a Don Rodrigo: è un nome che fu posto sul fonte della rigenerazione ad una creatura redenta col Sangue d'un Dio; è un nome che forse è scritto sul libro della vita: perchè Dio perdona; guai a te, se non fosse!» Dette queste parole, il vecchio stette pensoso un momento, tenendo tuttavia la mano di Fermo, poi abbandonatala, prese la sua sporta, ne trasse dal fondo un pezzo di pane arido, e scolorato, lo mostrò a Fermo, e disse: «Vedi tu questo pane? Lo conservo da quarant'anni; l'ho mendicato nella casa di quello sventurato ... Ti ha promesso di perdonare tutti i tuoi falli, se tu perdoni a chi t'ha offeso, ti ha promesso di renderti felice per sempre al fine di questa vita, se tu osservi la sua legge ...
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Fior di passione (pagina 4)
di Matilde Serao (estratti)
... La scena della novella egli la vedeva svolgersi innanzi ai suoi occhi, coi personaggi che discorrevano, agivano, si muovevano, si abbracciavano, si uccidevano, meglio che sul palco scenico, come nella vita ... Egli palpitava, fremeva, non osava muoversi, non osava respirare; era commosso, febbricitante innanzi al suo sogno che era vita ... Esse venivano a lui, sedevano, gli narravano la propria vita, piangevano, ridevano appoggiavano il capo sulle sue ginocchia, canticchiavano una canzoncina, mormoravano dei versi pieni di dolore, suonavano sopra l'arpa una tarantella, sfogliavano dei fiori, poi, come Ophelia, partivano per ritornare ... Lui le conosceva, le chiamava per nome, sapeva la loro vita, Qualcuna, la più stranamente bella, la più misteriosamente incantatrice, la più gaia o la più triste, lo abbracciava e lo baciava, lievemente, sulla fronte, poichè egli l'amava ...
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Fior di passione (pagina 5)
di Matilde Serao (estratti)
... è così vero che è come la vita ... Le ho create io, sono vita mia, forma mia, mi appartengono, mi vogliono bene, lo le amo senza confine, senza misura, con la più cieca passione, io le amo ... Io scrivo la loro storia, preso da una emozione che mi affoga, come se narrassi la vita dell'essere che adoro ... Ma quando la loro vita declina, un'angoscia sottile mi vince; io le amo, non posso vederle declinare; quando sono prese dalla malattia per cui debbono morire, io le amo e mi lascio invadere dalla malinconia; quando esse precipitano alla catastrofe in cui debbono perire, io sono assalito dalla disperazione, perchè le amo ... Io muoio della loro vita ... Ma l'amore, il profondo ed unico amore della sua vita era quella giovanetta svelta che girava per la casa con la sua testa luminosa, coi grandi occhi sereni ed innocenti ...
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Fior di passione (pagina 10)
di Matilde Serao (estratti)
... La vita era bella, nevvero? e Cesare sarebbe arrivato l'indomani presto ... La vita è un romanzo ... --Ed io, zia? --Metti il romanzo nella tua vita, bambina ... È ostinata, cocciuta, invincibile: e non resta che benedirne melanconicamente il volo, seguirla con l'occhio sinchè scompare, per rimanere impensierito della vita breve ed infelice che avrà ...
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Fior di passione (pagina 22)
di Matilde Serao (estratti)
... Io stessa, signor Cesare, sono molto sola, molto infelice in questa dura e lunga vita che trascino a stento ... Sinchè al giorno ultimo della vita, io potrò morire nelle sue braccia, soddisfatta, stringendole mormorando: T'amai, non ho peccato, t'amo ... Senza dubbio sono giunta alla più dolorosa ora della mia vita ... Sento un unghia che mi lacera il cuore, me lo sento sanguinare: a goccia a goccia perdo il più ricco sangue della mia vita ... Non posso più durare a questa vita di vergogna e di disonore: arrossisco dinanzi a mio marito, dinanzi ai miei servi ...
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Giambi ed Epodi
di Giosuè Carducci (estratti)
... Dietro me cadavere Lasciai la prima vita ... Chi sa che su dal ciel la Musa o Dio Non l'accolga sanando e sovra il torpido Padule de l'oblio non gli dia l'ali Da rivolare a gli sperati amor? Sommario LIBRO I I AGLI AMICI DELLA VALLE TIBERINA II MEMINISSE HORRET III PER EDUARDO CORAZZINI MORTO DELLE FERITE RICEVUTE NELLA CAMPAGNA ROMANA DEL MDCCCLXVII IV NEL VIGESIMO ANNIVERSARIO DELL'VIII AGOSTO MDCCCXLVIII V IL CESARISMO LEGGENDO LA INTRODUZIONE ALLA VITA DI CESARE SCRITTA DA NAPOLEONE III I II VI PER GIUSEPPE MONTI E GAETANO TOGNETTI MARTIRI DEL DIRITTO ITALIANO I II III VII HEU PUDOR! I II III VIII LE NOZZE DEL MARE ALLORA E ORA IX VIA UGO BASSI X ONOMASTICO XI LA CONSULTA ARALDICA XII NOSTRI SANTI E NOSTRI MORTI XIII IN MORTE DI GIOVANNI CAIROLI XIV PER LE NOZZE DI CESARE PARENZO RIPRESA XV AVANTI! AVANTI! I II III LIBRO II XVI A CERTI CENSORI XVII PER IL LXXVIII ANNIVERSARIO DALLA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA FRANCESE XVIII PER VINCENZO CALDESI OTTO MESI DOPO LA SUA MORTE XIX FESTE ED OBLII XX IO TRIUMPHE! XXI VERSAGLIA NEL LXXIX ANNIVERSARIO DELLA REPUBBLICA FRANCESE XXII CANTO DELL'ITALIA CHE VA IN CAMPIDOGLIO XXIII GIUSEPPE MAZZINI XXIV ALLA MORTE DI GIUSEPPE MAZZINI XXV A UN HEINIANO D'ITALIA XXVI PER IL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI MENTANA XXVII A MESSER CANTE GABRIELLI DA GUBBIO PODESTÀ DI FIRENZE NEL MCCCI XXVIII LA SACRA DI ENRICO QUINTO XXIX A PROPOSITO DEL PROCESSO FADDA I II XXX IL CANTO DELL'AMORE LIBRO I I
AGLI AMICI DELLA VALLE TIBERINA Pur da queste serene erme pendici D'altra vita al rumor ritornerò; Ma nel memore petto, o nuovi amici, Un desio dolce e mesto io porterò ...
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Giambi ed Epodi (pagina 3)
di Giosuè Carducci (estratti)
... V
IL CESARISMO
LEGGENDO LA INTRODUZIONE ALLA VITA DI CESARE SCRITTA DA NAPOLEONE III I Giove ha Cesare in cura ... VI
PER GIUSEPPE MONTI E GAETANO TOGNETTI
MARTIRI DEL DIRITTO ITALIANO I Torpido fra la nebbia ed increscioso Esce su Roma il giorno: Fiochi i suon de la vita, un pauroso Silenzio è d'ogn'intorno ... Fioccano d'un cader lento le fronde Gialle, cineree, bianche; E sotto il fioccar tristo che le asconde Paion di vita stanche Fin quelle, che d'etadi e genti sparte Mirar tanta ruina In calma gioventù, forme de l'arte Argolica e latina ... – II E pur tu sei canuto: e pur la vita Ti rifugge dal corpo inerte al cuor, E dal cuore al cervel, come smarrita Nube per l'alpi solvesi in vapor ... Deh, perdona a la vita! A l'un vent'anni Schiudon, superbi araldi, l'avvenir; E in sen, del carcer tuo pur tra gli affanni ... I nostri padiglion splendon su i monti, Ne' piani e per le ville, Dovunque s'apre un'alta vita umana A la luce a l'amore: Noi siam la sacra legion tebana, Veglio, che mai non muore ...
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I nuovi tartufi
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Animoso difensore della verità, tu avresti dato per lei la vita se tu ne avessi avuto due ... Giovani entrambi, quantunque d'indole, di corpo e di voglie affatto diverse, una invincibile tristezza ci univa finchè gli durò la vita, la quale fu breve e senza gioie: egli rassegnato, io ribellante; egli mansueto, almeno in sembianza, io iroso; egli sazio del presente, disperato del futuro, io dell'avvenire fidentissimo, e cupido d'impadronirmi del tempo; egli argomentatore per via di formule, io pieno di fantasimi; egli pauroso di darsi in balía delle immaginazioni, io non che inchinevole, lieto di lasciarmi trasportare dal torrente della fantasia; egli biondo e di sguardo azzurro e tranquillo, io nero e bieco: e nonostante, la tristezza comune ci tenne uniti ... Povero amico! l'amarezza infinita che contristò tuoi pochi giorni non poteva trovare conforto nel mondo, però che non derivasse da obietti o da casi esteriori, ma sì da incognita, interna, ed arcana scaturigine del cuore; e come se sapesse che presto avrebbe abbandonato la vita, così per averla maggiormente in odio pose ogni studio a inacerbire i disagi fisici e morali, come se essi non fossero di per se medesimi abbastanza incomportabili ... —Nonostante a lui piacque così; e quantunque di beni largamente provvisto, egli sempre repugnò adoperarli se non in quanto i bisogni più urgenti della vita desiderassero ... —Certo io non saprei ben dire se piangesse il fiore della giovanezza perduta, o per tedio che la morte ritardasse tanto a scuoterlo giù dall'albero della vita; pure dacchè stava in potestà sua concluderla, e il modo nè il coraggio gli mancavano, dubito nol facesse per amore della esistenza, dalla quale, per quanto sappiamo, non ci è dato separarci senza rammarico, e forse senza spavento ... Paionmi cose degne di vedersi quei giovanetti in virtù della istruzione chiamati a nuova vita, e la esultanza dei parenti, e la carità pubblica…" "A egregie cose accendono le urne dei forti, o Pindemonte… Va tu se vuoi; per me non mi lascio prendere a queste lustre…" "Ma qui non vedo insidia; e tu, o Ascanio, diffidando sempre di tutto e di tutti, farai come colui che lasciava morirsi di fame per paura di veleno…" "Di' piuttosto che per avere bevuto troppo veleno ormai non temo più tossico ... Così chiamarono Xenodochia le case destinate a conforto dei pellegrini stanchi dalla via: Orfanotrofia quelle ove gli orfani nudrivansi ed educavansi: Nosocomia le altre per gl'infermi: Ptocotrofia ove i poveri trovavano sostentamento: Gerontocomia ove i vecchi avevano sollievo negli anni estremi della vita: Brefotrofia ove i neonati e gli esposti si accoglievano ...
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I nuovi tartufi (pagina 5)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... —Vi fu un tempo nella mia vita in cui mi parve animoso molto prendere in prestito a Nemesi i suoi flagelli e sferzare a sangue le ipocrisie finte, le superbie manifeste, le ignoranze invereconde, le mediocrità maligne ... Adesso poi non ispero più nulla; niente altro desidero che uscire presto dal mondo, e aborro del pari la schiera degl'ingannati e quella degl'ingannatori: Ma del misero stato ove noi semo
Condotte dalla vita altra serena,
Un sol conforto, e della morte, avemo:
io ripeto con le colombe del Petrarca ... Ahimè! uguali ad Ascanio altri non pochi mi circondarono nella vita senza fede e senza speranza, e siccome erano disperati veramente, non per vana ostentazione, così li vidi appassire, prendere a sazietà la vita, e morire ... —Alla mia destra appariva un personaggio egregiamente nudrito, tondo e rubicondo, con occhi sporgenti e lucidi di quella tale lucentezza che osserviamo negli occhi dei bambini e dei vecchi; quando incomincia o cessa la vita; età che si toccano per la impotenza imbecille; se non che la infanzia ha davanti a se la speranza, e la vecchiezza il sepolcro ...
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I nuovi tartufi (pagina 6)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... —Ma poichè il corpo appariva veramente turgido, mandarono per la balia che accorresse con la seggiola: la levatrice fece pressa, ma la sua arte le venne meno; il parto si presentava male; pareva avesse il capo grosso come il padre; chiamarono medico e cerusico, che ristrettisi a consulto deliberarono la operazione cesarea; ma il partoriente non ne volle sapere: allora introdussero con fatica la tanaglia, e il cerusico ne strinse i manichi, il medico strinse a mezza vita il cerusico, la balia il medico, il padre la balia, la madre il padre, e via discorrendo tutti di casa; e tira tira, trassero fuori… una traduzione in ottava rima, che battezzarono subito, perchè dato appena un segno di vita la poverina precipitò nel limbo dei Santi Padri ... «Signori,—cominciò egli—da me per certo voi non aspettate fiorito nè eloquente discorso: mancami all'uopo esercizio di buoni studi e conoscenza dell'arte difficile della parola; e dove l'uno e l'altra fossero in me, come pur troppo non sono, l'animo allo improvviso commosso da subita piena di affetto…» —Don Girolamo, prete di santa vita, e di dottrina insigne, stava in casa di costui a condizioni alquanto migliori dei negri adoperati in America alla coltura dello zucchero:—gli pagava una lira al giorno, con obbligo di celebrare la messa, insegnare il latino al ragazzo, accompagnare la signora, tenere i libri di amministrazione, rispondere alle lettere, comporre memorie, suppliche, contratti ec ...
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Il benefattore (pagina 12)
di Luigi Capuana (estratti)
... —Ti sei dunque fatto giuoco di me! E perchè mai? Perchè? Che indegna commedia sei qui venuta a rappresentare? Ella affondava il viso tra le mani, per non udire, immobile, fulminata… E, come dicesi che avvenga alle persone prossime a morire di morte violenta, vedeva passarsi davanti agli occhi, in un lampo, tutto quel che aveva sofferto per lui: e le segrete angosce, e le lotte, e i tormenti dei rimorsi, prima di decidersi al tremendo sacrifizio della sua vita immacolata, della sua reputazione forse e della sua pace; e le raggianti fantasie di amore e di felicità con le quali si era confortata all'immolazione di tutta sè stessa ai piedi di lui! Oh! Ella l'amava tanto, che non avea saputo trovare parole per esprimerglielo, istupidita dalla gioia di darsi incondizionatamente, anima e corpo; resa quasi inerte e ghiaccia dall'estremo accesso della sua stessa passione… Ed egli non lo aveva capito! E poteva rinfacciarle:—Così tu ami? Così?—E buttarle in viso la infame accusa:—Che indegna commedia sei qui venuta a rappresentare?… Ella non udiva più quel che Ezio continuava a dire contro di lei con voce soffocata, scotendole violentemente un braccio ... E l'unica volta che gli era accaduto di sentirsi elevare dalla misera volgarità della sua vita, l'unica volta che una nobilissima creatura gli era venuta incontro portandogli in regalo il fragrante fiore della sua passione, la sua infinita tenerezza, l'intiera essenza della sua anima, egli l'aveva ricacciata indietro, calpestando quel fiore, spargendo villanamente per terra quella purissima essenza!… Ah, il fatale sogno! E che grande enimma la vita umana! Un'intima voce ci avverte:—Ecco, la felicità sta per passare per la tua via!—E noi stiamo ad attenderla, guardando qua e là, vicino, lontano, a destra a sinistra; illudendoci di doverla sùbito riconoscere a certi segni, secondo certi nostri preconcetti, senza riflettere un momento che essi possano essere fallaci… E la felicità, infatti, passa via, si allontana, sparisce; e soltanto allora noi ci accorgiamo di esserci stoltamente ingannati!… È inutile attenderla ancora, ella non ripassa mai dallo stesso punto! Filosofava così per distogliersi dall'idea di scappare da quell'albergo straniero, accorrere da lei, gettarsele ai piedi e chiederle perdono!… Inoltre, chi poteva proprio assicurarlo che egli giudicasse dirittamente ora e non allora? Come discernere, con certezza, se la misteriosa malattia che lo faceva così sentimentalmente fantasticare provenisse da profondo dolore per grave delusione, o da dispetto di orgoglio e di vanità femminile? O da altra cagione, accidentale, che non aveva niente che vedere con l'una o con l'altra? E così quando lesse, pochi giorni dopo, in un giornale italiano la notizia del suicidio della signora Arici attribuito a momentanea esaltazione morbosa, egli rimase perplesso, con un groppo di ...
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Il colore del tempo
di Federico De Roberto (estratti)
... Manca ai nostri scrittori la lena necessaria a concepire e condurre a buon fine le grandi opere organiche? È il bisogno del lucro, in questa nostra società, dove la concorrenza cresce ogni giorno e la lotta per la vita diviene sempre più aspra, quello che sminuzza in tal modo la produzione intellettuale? O non accade piuttosto così per la tirannia del giornale, nuovo mostro che si nutre di cervella e di midolle vive? Il costume democratico, come ha trasformato tante altre cose, non ha anch'esso contribuito a trasformare le forme del pensiero, e a mettere in voga le brevi, succose ed enciclopediche scritture a scapito delle ponderose, metodiche e particolari trattazioni?… Una sola di queste cause basterebbe alla spiegazione del fatto; tutt'e quattro insieme ne dànno pienamente ragione ... Come noi corriamo da un capo all'altro del mondo, trascinati dall'ansante vapore; come le nostre parole volano sui fili elettrici; così tutta quanta la nostra vita morale e intellettuale precipita vertiginosamente ... Chi ottenne mai in vita un più largo, sincero e spontaneo consenso d'ammirazione? Lo chiamarono il Padre; personificò realmente il secolo, «del quale aveva professato tutte le credenze, condiviso tutte le illusioni, cantato tutte le glorie, sopportato tutte le sciagure ... Le sue scoperte, feconde di tanti pratici adattamenti, hanno affrettato il corso della vita umana: il nostro pensiero e il nostro linguaggio acquistano caratteri scientifici ... Questi voli della fantasia, queste immaginazioni di un mondo e d'una umanità tanto migliori dei nostri, non sono sogni, vaneggiamenti, delirî? Chi può credere seriamente che le condizioni della vita, della vita fisiologica, della natura umana, si modificheranno così? Eppure, se la ragione ricusa di ammettere il mutamento, il cuore lo vuole e irragionevolmente lo aspetta! L'ottimismo fanciullesco delle aspettazioni è un modo di reagire contro la senile tristezza degli accertamenti ...
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Il colore del tempo (pagina 3)
di Federico De Roberto (estratti)
... Mentre altri trionfa descrivendo i costumi giapponesi e la vita dei grandi alberghi cosmopoliti, Alfonso Daudet conquista la gloria descrivendo il Mezzogiorno, scoprendo Tarascona, creando Tartarin e Numa Roumestan ... Se non che: studiate la sua vita, leggete il suo epistolario: vedrete che egli stesso operava contrariamente alla sua fede; i suoi atti e le sue idee facevano a pugni ... «Egli che voleva conoscere la vita, il mondo, l'universo», sono parole del Rod, «trascurava poi di conoscere sè stesso; egli che additava la volontà di vivere come la sorgente di tutti i mali, e che faceva consistere nel lavorare a distruggerla lo scopo supremo della morale, manteneva poi accuratamente la volontà sua propria, senza diffidenza, senza accorgersene, con una specie di candore; egli che scopriva con occhio penetrante l'insieme delle illusioni delle quali siamo vittime, le accoglieva per conto suo: chiaroveggente quando ne stava lontano, cieco appena si accostava ad esse» ... IL TOLSTOISMO Il signor Ossip-Lourié ha pensato di riunire in un maneggevole libretto tutti i pensieri, le sentenze e i giudizî di Leone Tolstoi, traendoli con molta pazienza dalle sue opere e raggruppandoli in tredici paragrafi, nei quali si ragiona della vita e della morte, della religione e della scienza, del patriottismo e dell'istruzione, e via dicendo ... Uno dei primissimi pensieri della raccolta, il terzo, dice: «Per intendere il senso della vita bisogna, innanzi tutto, che essa non sia assurda nè cattiva:—l'intelligenza viene in seconda linea» ... Ma il pensiero susseguente è così espresso: «La vita consiste nella ricerca dell'ignoto e nella subordinazione dell'azione alle conoscenze nuove»: dove si vede che l'intelligenza, già in seconda linea, passa improvvisamente in prima ... Il sesto pensiero dice: «La vera vita è la vita comune di tutti, non quella di ogni uomo particolare ... Tutti debbono lavorare per la vita altrui» ... E ancora: il settimo pensiero dice: «La vera vita non ha che vedere col passato, nè con l'avvenire: è quella del momento presente, e consiste in questo: che ciascuno faccia ora quel che deve fare» ... Ma il passato e l'avvenire che, secondo tale proposizione, non riguardano la vera vita, diventano a un tratto importanti, perchè (pensiero dodicesimo): «La vera vita è quella che aggiunge qualche cosa al bene accumulato dalle generazioni passate, che aumenta questa eredità nel presente e la trasmette alle generazioni future» ...
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Il colore del tempo (pagina 4)
di Federico De Roberto (estratti)
... passaggio dalla concezione della vita personale e animale alla concezione sociale, e da questa alla divina» ... Se il miglioramento, se la purificazione della vita non si opera tanto presto quanto sarebbe pure desiderabile, la lentezza è forse una buona ragione per marchiare col ferro rovente tutta quanta l'umanità? Non le si deve tenere nessun conto dei lunghi sforzi sostenuti per uscire dalla vita animale? Invece il Tolstoi non le perdona niente ... » Certo; ma, per pensare in altro modo, che cosa occorre? Non potrebbe darsi che, tanto per vivere e sentire, quanto per pensare e giudicare in altro modo, occorresse semplicemente cambiare tutta la natura umana? Per agire nella vita secondo «la ragione e la coscienza», come vuole il Tolstoi, e come infatti si dovrebbe, bisognerebbe che fra coscienza e ragione vi fosse accordo costante e perfetto; ora, pur troppo, i dissidî fra le due sono lunghi, gravi e frequenti ... «Il dovere che incombe ad ogni uomo di prender parte alla lotta contro la natura, per assicurare la propria vita e l'altrui, sarà sempre il primo» ... Ciò è innegabile; ma fra la propria vita e l'altrui, o per lo meno fra l'interesse proprio e l'altrui, bisogna troppo spesso, e quasi sempre, scegliere; e per un martire o un eroe, che sacrifica agli altri sè stesso, milioni e milioni d'uomini procacciano prima d'ogni altra cosa l'utile proprio; e insomma: alla lotta degli uomini contro la natura ne succede un'altra: quella degli uomini fra loro ... Egli bolla anche gli scienziati, perchè «passano i loro migliori anni a disabituarsi dalla vita, cioè dal lavoro»; come se passare le intere giornate al microscopio, al crogiuolo o alla tavola anatomica sia darsi bel tempo; e come se gli scienziati «veri» possano coltivare la scienza e zappare la terra tutt'in una volta… Istupiditi e fossilizzati, i dotti «acquistano una presunzione che impedisce loro di poter mai tornare alla semplice vita del lavoro» ... Ma allora perchè non dire, più brevemente, che quella passata zappando la terra è la miglior vita, la più degna, la sola lodevole? Ma no: «la scienza e l'arte sono necessarie all'uomo quanto il cibo, la bevanda e il vestimento» ...
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Il colore del tempo (pagina 6)
di Federico De Roberto (estratti)
... L'illusione, la menzogna, è forse la condizione stessa della vita: «la falsità di un giudizio non è per noi una obbiezione contro di esso; la quistione, per noi, è questa: In quale misura questo giudizio falso è utile alla conservazione o allo sviluppo della vita, alla conservazione o al perfezionamento della specie?» Se, dunque, la verità può essere nefasta e la menzogna benefica, perchè si continua a cercare ad ogni costo la verità? Evidentemente perchè si attribuisce ad essa un pregio assoluto, un valore metafisico ... Poi ecco il Coscienzioso dello spirito, lo Scienziato obbiettivo, che ha consacrato la sua vita a studiare il cervello della sanguisuga; e il vecchio Mago, l'eterno commediante che rappresenta tutte le parti e inganna tutti, ma non sè stesso, ed è triste e disgustato; e l'ultimo Papa, che non può consolarsi della morte di Dio; e poi «il più orribile tra gli uomini», l'Uccisore di Dio; e poi ancora il Mendicante volontario, che cerca la felicità in un cantuccio di prato dove le vacche ruminano tranquillamente; e finalmente l'Ombra, lo scettico, che, dopo aver percorso tutti i dominî del pensiero, si è smarrito e va errando senza scopo per l'universo ... E infine il saggio porterà in tutte le avventure della vita la serenità, la grazia, il sorriso del fanciullo che giuoca; s'innalzerà su sè stesso, oltrepasserà sè stesso sulle ali del riso e della danza: questo è l'ultimo, il supremo consiglio della saggezza ...
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Il colore del tempo (pagina 13)
di Federico De Roberto (estratti)
... Egli ci dice: «Se voi amate, non già questo amore fa parte del vostro destino, ma la coscienza di voi stesso, che avrete trovata in fondo all'amor vostro, modificherà la vostra vita ... Le vesti, le armi e gli ornamenti del destino si trovano nella nostra vita interiore ... «Se ci si lasciasse guidare nella vita soltanto dalle idee chiare, presto si diverrebbe degni di poco amore, di poca stima» ... Sully Prudhomme ha espresso un voto alla Hartmann: sentendo operare dentro di sè l'istinto della riproduzione, e pensando alla infinita moltitudine di mali che insidierebbero la vita cui egli darebbe il varco, ha voluto frenare l'istinto, vietare alla nuova vita di nascere, non farsi complice dei futuri dolori ... Se anche non indebolisce la nostra vita interiore, la turba ...
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Il colore del tempo (pagina 14)
di Federico De Roberto (estratti)
... Le anime ordinarie sono tormentate dal desiderio dello straordinario: ciascuno dovrebbe invece dire a sè stesso che più le cose che ci accadono ci sembrano normali, generali, uniformi, più noi arriviamo a discernere e ad amare in esse le profondità e le felicità della vita, più ci avviciniamo alla tranquillità ed alla verità della gran forza che ci anima… ... «Piangere con quelli che piangono, soffrire con quelli che soffrono, tendere il proprio cuore a tutti i passanti perchè lo feriscano o lo carezzino», non è, secondo lui, il dovere per eccellenza: «le lacrime, le sofferenze, le ferite in tanto sono salutari in quanto non scoraggiano la nostra propria vita ... Non lo dimentichiamo: qualunque sia la nostra missione su questa terra, qualunque sia lo scopo dei nostri sforzi e delle nostre speranze e il risultato dei nostri dolori e delle nostre gioie, noi siamo prima d'ogni altra cosa i ciechi depositarî della vita ... Ci fu data la vita non sappiamo perchè; ma sembra evidente che ciò non sia stato per indebolirla o perderla ... Noi rappresentiamo anzi una forma specialissima della vita su questo pianeta: la vita del pensiero, la ...
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Il colore del tempo (pagina 15)
di Federico De Roberto (estratti)
... vita dei sentimenti; pertanto tutto ciò che è capace di diminuire l'ardore del pensiero, l'ardore dei sentimenti, è probabilmente immorale…» ... Ma così, per correggere gli eccessi della morale remissiva, non rischia egli di cadere nella morale prepotente,—se pure la prepotenza si può dire morale? Questa difesa gelosa, questo culto della propria vita non potrebbe, non deve, legittimare il peggiore, il più feroce egoismo? La sua intenzione era quella di cercare un temperamento; ma è caduto in una contraddizione ... Bisogna, ha detto, che la vita del pensiero e dei sentimenti sia quanto più ardente è possibile ... Ora, come mai si potrà collocare fuori di noi il centro dell'orgoglio e della felicità, se fuori di noi non c'è giustizia? Che argomento d'orgoglio, che oggetto di gioia può essere un mondo dove non c'è giustizia? E come mai, se noi siamo una parte di questo mondo, una sua emanazione, un suo portato, possiamo avere l'idea d'una cosa che in esso non si trova?… I beni della terra, i sorrisi della fortuna, ha detto, sono necessarî, sono preferibili ai dolori, perchè la saggezza che si acquista nel dolore è turbata dall'aspettazione della gioia; mentre quanto più il saggio è felice, tanto meno è esigente, quanto più la felicità si prolunga, tanto più si acquista un concetto «indipendente» della vita ... Poco dopo dice tutto il contrario, loda i saggi che non escono dalla vita, che restano nella realtà: «Non basta amar Dio e servirlo come meglio si può, perchè l'anima umana si affermi e si tranquilli ...
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Il colore del tempo (pagina 17)
di Federico De Roberto (estratti)
... Ora, se è così, se gli uomini dedicano parte delle loro forze alle donne, se le donne debbono essere mantenute o protette dagli uomini, diremo che uomini e donne sono eguali? Egualmente necessarî riguardo alla vita, sì; ma diseguali le une dinanzi agli altri ... Dice l'Albert che «nei primi tempi, quando la lotta per la vita era dura, l'uomo dovette imporsi alla donna come provveditore della famiglia» ... Ecco: essi cominciano ad abusare della loro maggior forza per farsi la parte più bella; ma già nei papiri di ventidue secoli prima di Cristo si legge il consiglio di moderazione che oggi la nostra morale diffonde: «Se tu sei saggio, ama la donna tua; senza discordie, senza litigi, nutriscila, adornala, rendi felici tutti i giorni della sua vita: ella è un bene, e il suo possessore deve stimarne il valore…» ... Il nodo della quistione è questo: poichè gli uomini sono superiori alle donne, come più intelligenti, più attivi, più liberi, così c'è da parte loro una tendenza a trascurarle, a sottoporle, ad opprimerle, e talvolta anche a sopprimerle; ma poichè le donne, rispetto alla specie, valgono altrettanto quanto gli uomini, e uomini e donne sono egualmente necessarî alla continuazione della vita, così c'è un'altra tendenza a considerare nulli e vani i vantaggi maschili ed a parificare in tutto e per tutto i due sessi ...
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Il colore del tempo (pagina 20)
di Federico De Roberto (estratti)
... L'amore libero, dice l'Albert, dev'essere «la vita sessuale indipendente dalla vita individuale» ... Prima di tutto le due vite, i due istinti operano insieme in uno stesso individuo e lo sospingono in vario senso e vengono in contrasto; poi, e qui è la gravità maggiore, mentre ciascun individuo è indipendente e autonomo nell'esercizio della vita sua propria, dipende strettamente dall'individuo dell'altro sesso per l'esercizio della vita sessuale ... Una delle cose più notevoli, nelle relazioni dei sessi, è questa: che mentre essi sono entrambi egualmente necessarî a compiere l'ufficio della propagazione della vita, l'appetito dell'amore è più gagliardo negli uomini che non nelle donne, in tutti i maschi animali che non nelle femmine ...
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Il colore del tempo (pagina 30)
di Federico De Roberto (estratti)
... Nel torneo della vita non siamo i giostranti, siamo i giudici del campo sotto il baldacchino di velluto ... Se questa è veramente la tesi che il romanziere ha voluto studiare, bisogna dire che l'ha smarrita per via, oppure che ne ha derivato conclusioni molto diverse dalle previste; perchè nella sua battaglia di fuchi non periscono i fuchi soltanto, ma la stessa regina; e peggio ancora, lo scopo della lotta, la conservazione della specie, la continuazione della vita, non è ottenuto ... La disgraziata, dopo il primo tentativo di suicidio, ne medita un secondo; ma, confortata dall'affetto che Henneberg le dimostra, si riaffeziona alla vita, e spera che egli la redima, sposandola ... Koppel, ottimo insegnante, integerrimo padre di famiglia, smentisce tutta una tranquilla vita di lavoro, tradisce i principî socialisti un tempo professati, per buttarsi a capo fitto nella speculazione ...
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Il colore del tempo (pagina 31)
di Federico De Roberto (estratti)
... Intorno a loro formicola tutto un mondo, una umanità piena di vita, indimenticabile ... Chi ha scordato Busch, il sozzo affarista riscattato dal cieco amore che porta al fratello, a quel povero tisico che muore sognando una società rigenerata, in quella stessa casa dove si ordiscono i più immondi ricatti? Chi ha scordato quella Méchain che va attorno col sacco pieno di polizze scadute, di cambiali protestate, di titoli avariati, e che raccatta per pochi soldi un mucchio di azioni della Banca Universale, una sola delle quali valeva un tempo più di tremila lire? E i due sposini Jordan, poveri e sereni e felici, immuni dal contagio in mezzo a tanti dannati, a tante vittime della cupidigia? E l'ingenuo e illuso ingegnere Hamelin; e sua sorella, la povera signora Carolina; e la folle baronessa Sandorff, e le disgraziate contesse di Beauvilliers, e le povere orfanelle cui è stato insegnato a pregare il buon Dio perchè aiuti il signor Saccard, e che continuano a recitare l'innocente preghiera dopo che lo sciagurato ha rovinato mezza Parigi; e l'accecato Dejoie, che perde per lui i denari e la figlia, e nondimeno crede ancora in lui e prega il giudice di liberarlo per potergli affidare una seconda volta la fortuna, la vita e l'onore?… Questo non è il luogo di giudicare l'opera di Emilio Zola, di additarne le esagerazioni e i difetti; ma con tutti i suoi difetti e le sue esagerazioni non mette egli in piedi creature di carne e ossa, non le anima d'un soffio possente, non rende il colore, il calore, il movimento della vita? Max Nordau gli rimprovera la mancanza di proporzione, l'accumulazione di troppi fatti; dice che i suoi romanzi sono, perciò, «mostruosamente e visibilmente falsi» ... La critica, senza comprendere l'importanza psichiatrica di tale carattere, ha già da lungo tempo rilevato che in qualunque romanzo di Zola predomina un fatto, sotto forma di idea incoercibile, formante il perno dell'opera, e influente come simbolo terribile sulla vita e sulle azioni dei personaggi…» Queste osservazioni sono giuste in parte, e si adattano specialmente all'Argent Ma il giorno che Max Nordau ha ripreso il tema dello Zola, che altro ha fatto se non seguirne l'esempio? In questa Battaglia non è accumulata una gran quantità di osservazioni, di casi, di episodî relativi alla febbre del denaro? La Borsa, il Giuoco, la Speculazione non è uno dei personaggi principali del romanzo, non vi agisce, non vi ordisce le sue seduzioni, i suoi raggiri, le sue perfidie? La differenza è questa: che lo Zola, esagerando, ingrossando, calcando la mano, ci persuade, ci scuote, ci trascina; mentre il Nordau ci lascia freddi e indifferenti ... Ma forse che Henneberg e Zagal e il re di Laos e Pfister e la famiglia Rigalle sono stinchi di santi, gente per bene, tipi ordinari? «Il campo nel quale si muove lo Zola è quello del romanzo popolare a fascicoli, vale a dire di un romanticismo deperito, che non svolge i suoi sogni nei palazzi come il romanticismo già in voga, ma nelle taverne, nelle carceri, nei manicomî, e si tiene tanto lontano dallo strato medio della vita normale quanto già il romanticismo antico in direzione opposta» ... Ma crede forse il Nordau di essersi per proprio conto tenuto nello «strato medio della vita normale»? Crede che storie di fortune e di rovesci, di suicidî e di pazzie come quelle narrate nella sua Battaglia accadano tutti i giorni? Egli che se la prende non solo con lo Zola, ma anche con gli altri naturalisti; che accusa il Goncourt di farci «ballare dinanzi agli occhi tipi senza carne, composti di fumo e di nebbia,» è poi sicuro di non aver composto con la stessa ricetta qualche personaggio del suo romanzo, come Henneberg, ribaldo capace di pagare con la vita le sue ribalderie; o meglio come l'Augusta, angelo caduto nel fango, mercantessa di baci che diviene poi moglie esemplare, spirito emancipato e ribelle che si mostra poi ligio a quanto credeva pregiudizio? Egli che accusa e deride gl'impressionisti alla Daudet non si è proprio ricordato, sia pure inconsciamente, di nessun personaggio del Daudet, quando ha descritto la famiglia Masmajour e il re di Laos e il generale Zagal?… Lo Zola ha più volte dichiarato di aver fatto, coi suoi romanzi, altrettanti esperimenti scientifici ...
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Il colore del tempo (pagina 33)
di Federico De Roberto (estratti)
... L'uomo non nasce con la scienza della vita; questa scienza dev'essere appresa a poco a poco: tutte le volte che noi abbiamo il sentimento della nostra imperizia siamo intimiditi, la qual cosa, naturalmente, ci accade molto più spesso nella fanciullezza che non nella maturità ... L'incapacità di adattarsi alla vita pratica, che è dei timidi nati ed ostinati, spinge alla vita speculativa o immaginativa, alla scienza o all'arte ... Il Wagner ha detto: «Se noi avessimo la vita, non avremmo l'arte ... » E i difetti del timido nella vita, la sua smania di originalità, il suo scrupolo di perfezione, sono altrettante qualità del timido che si dà all'arte ... Il più gran numero delle persone che finiscono gli studî conseguendo una laurea o un diploma, spendono nel rimanente della loro vita la scienza acquistata in gioventù, giudicandola sufficiente, rinunziando ad accrescerla ...
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Il conte di Carmagnola
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Un fuoruscito al Conte Di Carmagnola insidiò la vita Fallito è il colpo, e l'assassino è in ceppi ... Oh! mi sia dato alfin questa mia vita, Pur or sottratta al macchinar dei vili, Questa che nulla or fa che giorno a giorno Aggiungere in silenzio e che guardarsi Tristamente, tirarla in luce ancora E spenderla per voi, ma di tal modo, Che dir si possa un dì, che in loco indegno Vostr'alta cortesia posta non era ... I miei nemici Fatto avean siepe intorno al trono: allora M'accorsi alfin che la mia vita anch'essa Stava in periglio: — a ciò non gli diei tempo ... Ché la mia vita io voglio dar, ma in campo, Per nobil causa, e con onor, non preso Nella rete dei vili ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 14)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Era in lui, tra il modo con cui concepiva la vita nel passato e il modo con cui gli si presentava ora, dopo l'intervallo tragico e quasi mortale? Ora sentiva come non mai l'orrore di quel passato ... Ah Ferdina! Ferdina! Proprio così: volersi bene senza pretendere dalla vita più di quanto la vita può dare; e più si vuol bene, e più se ne vorrebbe, e s'è più contenti! Dopo una pausa, pur china sul lavoro e senza badare che egli aveva socchiuso gli occhi, la ragazza soggiunse: — E quando s'è contenti si vorrebbe veder contenti tutti; fa dispiacere che chi è buono come noi, più di noi, debba soffrire ... Nelle brevi soste al Caffè Vecchio, dal tabaccaio nel Borgo, nella farmacia di San Rocco, non era solito ammonire che a consolazione della vita bisogna mirar in alto? Ora a vederlo prendere su da terra un chiodo tutti l'avrebbero accusato di contraddizione ...
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Il fiore (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)
... CXV
Dio d'Amore e Falsembiante «Dì, Falsembiante: in che maniera puote Seguire Idio chi à tutto venduto, Ed àllo tutto a' pover' dispenduto, E le sue borse son rimase vote, Ed è forte e possente e à grosse gote? Gli sarebbe per dritto conceduto Ch'a trar sua vita domandasse aiuto, Come quest'altri che·ttu or mi note?» ... De mia vita fe' libro, e sì leggea Ch'e' non volea ch'i' gisse mendicato: Verso mia madre troppo misprendea! CXX
Falsembiante «Questo buonuon volea ch'i' rinegasse Mendichità e gisse lavorando, S'i' non avea che mia vita passando Potesse, sanza ch'altro domandasse ... CXXI
Falsembiante «I' sì nonn–ò più cura d'ermitaggi, Né di star in diserti né 'n foresta, Ch'e' vi cade sovente la tempesta: Sì chito a·ssan Giovanni que' boscaggi! In cittadi e 'n castella fo mie' staggi Mostrando ched i' faccia vita agresta; Ma s'alla villa buon morsel s'aresta, E' pur convien per forza ch'i' n'asaggi ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 15)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Ricorda, signorina, le Nozze di Cana, che maraviglia? Quelle centinaia di personaggi d'ogni razza e d'ogni provenienza, si occupano ben poco del convitato principale e del miracolo ch'egli sarà costretto a fare per loro soddisfazione; ma che importa? La nota dominante è l'allegria della festa: l'allegria basterà dunque a collegare, a stringere in una tante espressioni svariate; e finalmente la vita umana non sarà stata mai rappresentata così vera, così evidente, nella pienezza delle sue forze, nella molteplicità delle sue espansioni ... Come il famoso Canaletto per le sue architetture e per le vedute dei punti più pittoreschi di Venezia, il Longhi suo contemporaneo, in graziose scene di mascherate, di conversazioni signorili e di adunate popolari, aveva espressa la vita della sua città in tutti gli aspetti ... Ma in così piccolo spazio quanta evidenza di rappresentazione, quanta potenza di vita! E non senza una leggera intenzione di satira; quale almeno si poteva intendere ai giorni suoi, ch'erano pur quelli del Goldoni e del Parini, e quanta se ne poteva tollerare nella società un po' frolla del Settecento, ma fine, delicata, tutta garbo e misura ... Poi la condusse davanti ad un altro quadro, dove alla vita del ridotto succedeva la vita del monastero; allegrissima anche questa, nel parlatorio elegante, dove le monache e le educande, sporgendo coi visetti maliziosi dalla grata, ricevevano i complimenti d'una comitiva di cavalieri e di dame ...
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Intrichi d'amore
di Torquato Tasso (estratti)
... S'intricò Alessandro nel frenetico della gelosia, con pericolo d'onore e della vita; ma ricercando l'aiuto di sopra, lo districò felicemente, con il ritrovo della sua prima moglie: essempio pur a noi che non dovemo usar questi termini con le mogli; ma quando occorre ricorriamo al Signore, che può e sa provedere a ogni cosa ... Scena 2 CORNELIA Dunque Alessandro è morto? Dunque Alessandro non vive? Come non muori, Cornelia, se non vive più colui ch'era la vita tua? Ohimè, che io scoppio di doglia: non mi trattenete, di grazia, che io voglio uscir fuora scorrendo per tutto, acciò le strade sappiano ancora che io sono la misera, che io sono ll'infelice ... Ahimè, ahimè! CAMILLO Se le lagrime, Signora mia, fossero potenti a risorger morti, non farei altro che piangere, per ritornar in vita colui da chi confesso questa vita e quanto tengo; ma se nulla rilevano, non piangete, di grazia ... CAMILLO Anzi, essendo più acerbo il vedere che l'udire le cose che ci apportano noia, è stato manco il male a non vederlo morto, perchè il dolore più intensamente vi avrebbe trafitto l'animo con pericolo della vita ...
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Intrichi d'amore (pagina 6)
di Torquato Tasso (estratti)
... ch'aveva eseredato il figliuolo, secondo mi ricordo aver letto nella general istoria di Sabellico: e fu che il figlio incolpando il padre che egli era stato causa della sua vita licenziosa, perchè non osava castigarlo a tempo che era figliuolo; il padre replicando che se bene voleva castigarlo, egli non l'obediva; Solone sentenziò che il padre, perchè non l'aveva castigato, non fosse degno di sepoltura dopo sua morte; e il figlio, perchè non l'aveva obedito, fosse privato delli beni paterni: ma che il figliuolo di esso giovene succedesse poi all'eredità, perchè delictum patris filio nocere non debet ... MANILIO Come non voglio disperarmi, considerando che dovendo morire, il sudor della mia vita sarà perduto? ALBERTO Anzi è guadagnato, perchè la robba lasciata ad un tristo erede è persa; poichè non ha tanto pensiero il padre in acquistar la robba, quanto ha fretta il figliuolo in consumarla ... Talchè, come dissi al principio, disponete di voi e della robba vostra in altro modo, con farvi alcun bene per l'anima; che tanto ne ha il padre quanto ne fa in vita, che dopo morte il figliuolo non si ricorda più del fatto tuo ... FLAMINIO Deh, Bianchetta, in voi sta la salute e la vita mia, e del resto <mi> vi farò conoscere persona gratissima ...
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Intrichi d'amore (pagina 16)
di Torquato Tasso (estratti)
... GIALAISE È lo vero, pe vita mia ... Ecco ccà lo spiecchio, ca l'aggio intro la saccoc<c>ia: no' te tricare chiù, pe vita toia, fammela benire chella cornutiella; e poi se hai bisuogno di quarche favore a Napole, appriesso chilli reggienti, presidienti, e lo Vicerè, lascia far a me, ca te siervo alla coscia ... Abbracciami, baciami, vita mia, baciami, baciami ...
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Intrichi d'amore (pagina 18)
di Torquato Tasso (estratti)
... Avertendosi la Signora che voi bestialmente sete innamorata di Camillo, farà bene a farvi passar di questa vita presente ... ERSILIA Come di questa vita presente? Dunque mi farà morire? MAGAGNA Oh, potta, che m'era scappata! ERSILIA Ritorniamo a casa; che se sarà così, mi contentarò volentieri, pur che mi conceda che avanti la mia morte possa vedere o parlare al mio dolcissimo Camillo, il quale dà lume a quest'occhi e dà spirito a queste labbra ... Camina pure, perchè la vita presente non s'intende di farti morire, ma di passarti di questa vita presente, cattiva e trista, che menavi, a vita onesta e santa, come sarà al monastero ... ERSILIA Eh! per vita tua, te ne prego, te ne supplico: ascolta una parola ... MAGAGNA Quietati, che non è Camillo che ti fa morire; ma per dirla in breve, la Signora Cornelia è causa che, amando più che la vita sua Camillo, ella disegnava pigliarselo per marito, e tu avendoli guastato il giuoco per le mani, ti darà scacco matto di pedina ...
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Intrichi d'amore (pagina 23)
di Torquato Tasso (estratti)
... FLAMINIO Deh, vita mia! Tu viva e crudele causavi la mia dolce morte, adesso morta e dispettosa cagioni l'amara vita mia; allora desiderando di vivere e sperando che col tempo si riscaldasse il tuo giaccio, ma ora che fredda ti tocco, vorrei morire e non posso ... Chi dunque si vendica di te, s'io ero l'offeso, e ti pregai sempre la vita? Chi mi t'ha morta, o vita mia? Come vive chi è stato causa della tua morte? E tu, boia infame, perchè l'uccidesti? Dimmi, e dammi conto del perduto mio bene ...
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Intrichi d'amore (pagina 25)
di Torquato Tasso (estratti)
... E ditemi, che strano accidente vi move a romper le leggi dell'amicizia, a voler uccider colui che metteria mille vite per voi? FLAMINIO Ah, falso, perverso, iniquo, traditore! Due volte mi hai tradito, e in quest'ultima, avendomi tolto il mio bene e la vita mia, è forza che io ti tolga la vita per toglier dal mondo un orrendo mostro come tu sei: e per ciò non ti accade a tardar più ... Togliete a me la vita, e lasciate andar lui ... Perdonatemi, non posso star più con voi, che dove sta Ersilia, ivi sta il mio cuore, e senza lei vivo senza la vita ...
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L'Olimpia (pagina 14)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Ite, padri, affaticatevi in nodrir figli, in allevargli nobili e delicati; ché all'ultimo che dovrebbono con ogni loro sforzo essere il sustentamento della nostra vecchiezza, o stanno annoverando i giorni che finisca il termine della nostra vita, o ne fanno morir di doglia innanzi tempo ... Lasciate la robba a quei che desiano piú la nostra morte che la propria lor vita ... Il rimedio sarebbe una morte che ambiduo ne togliesse di vita; ella è il medico e la medicina di tutti i mali ...
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L'Olimpia (pagina 15)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Andiamo per mostrar che facciamo alcuna cosa; e poiché abbiamo perduto le robbe e le carni, poco sará se perderemo questo poco di vita che n'avanza ... Con che faccia gli potrò comparir piú dinanzi? Deh, perché son vivo? perché non moro? che fa in questa vita? Ma il tempo fugge e io lo sto perdendo in parole ... Che difficultá può patire chi non estima la vita? Ma di grazia, facciam collegio della mia vita e cerchiamo qualche rimedio;… PROTODIDASCALO ... Fuggir io, star senza vederla io? piuttosto potrei vivere senza la vita ... Se perseveri in questa ostinazione adamantinale, serai in discrimine di essere obtruso in carcere e d'esserti obtruncato il capite, e perderai Olimpia e la vita ...
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L'Olimpia (pagina 17)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Teodosio dal capitan de' satelliti riputato fatuo, riconosciuta la sua giustizia, è stato liberato; e Lampridio, irretito dalle illecebre amorose, inopinatamente è collapso un'altra volta in mano della giustizia e in discrimine della vita senza un modiolo di speranza, se il divino suffragio per sua perenne grazia, per farlo evadere da questi travagli, non avesse condotto in questa cittá Filastorgo suo padre ... Con queste tue pedanterie mi fai salire tanta rabbia che, se non importasse la vita di mio figliuolo, mi faresti uscir da' gangheri ... Oimè Lampridio, oimè figliuolo mio caro, quanto piú desiava vederti meno ti potrò vedere; a tempo ch'io pensava goder teco questo poco di vita che mi avanza, violenta morte me ti trarrá da queste mani ...
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L'amore che torna (pagina 11)
di Guido da Verona (estratti)
... Colgono anzi l'occasione per commentare la tua vita passata, presente, le tue condizioni finanziarie, le tue abitudini, che non furono mai quelle di un francescano ... Invano io m'affaticavo a spiegare come in tutto ci sia dell'esagerazione, come il tuo carattere sia sempre stato così, e come infine questa tua recente avventura non debba esser altro che un diversivo, una specie di commiato un po' focoso dalla tua vita di scapolo ... Hai riflettuto a quello che abbandoni? — Ho riflettuto più del necessario; non solo, ma sono giunto a questa conclusione: che la mia vita con lei sarebbe per entrambi un'agonia di tutte le ore ... Ma Edoarda? questa fanciulla di cui distruggi la vita con una tranquillità così gelida? — Ah? e tu credi ch'io non abbia pensato a lei? che non mi sia torturato fino allo spasimo, prima d'arrendermi all'evidenza di questa impossibilità? Feci una pausa; presi una mano di Fabio con effusione, con preghiera: — Senti ...
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L'amore che torna (pagina 15)
di Guido da Verona (estratti)
... una vita breve ... Furono giorni di disperazione, che nessuna gioia della vita potrebbe mai compensare ... Ed Elena serenamente si dispose a vivere la sua vita nuova, poichè il tutore le aveva trovato un posto d'istitutrice in una scuola privata ... Mathias le scriveva quasi ogni giorno; ella rispondeva sempre, e, come ad un fratello, tutto gli raccontava: la grande aridità della sua vita, i bui pensieri, lo sconforto, i libri che leggeva, le persone che frequentava, le memorie della povera morta, il gran desiderio che aveva ella stessa di morire ... Frattanto era trascorso più di un anno, e la sua tristezza non guariva; ogni cosa le dava un senso di profonda mediocrità, e sognava di andare per il mondo alla ventura, fin quando, in una terra lontana, improvvisamente, come schiuse da un prodigio, davanti a lei si aprissero le porte meravigliose della vita ... Allora, fra le città straniere, qua chiamata e là respinta, fra gli usi e le persone più varie, con il coraggio dei vent'anni, con l'intelligenza versatile che nasce dalle difficoltà, imparando a fingere, a destreggiarsi fra gli uomini, cominciò per lei quella corsa randagia, infaticabile, ch'era la sua battaglia per la vita ... S'innamorò di quei naufraghi alteri che non volevano arrendersi alla nemica vita, e discutevano fra i loro cenci una filosofia nuova della società ...
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L'amore che torna (pagina 16)
di Guido da Verona (estratti)
... Com'essi era caduta sotto l'invincibile furore della fortuna e più non le rimaneva che una forza: quella di considerare la vita come una catena di avvenimenti provvisori, cioè dall'oggi al domani, con instabilità seguendo l'alea dei nomadi, e senza perdere mai la coscienza di rimanere un «essere umano» ... Pochi centesimi bastarono alla sua vita, qualche libro, qualche fiore ... D'un tratto il pastore, fermandosi davanti a lei, rigido, con il capo scoperto, mentre il sole gli dorava la fronte, ripetè la sua domanda: — Non vorreste voi, Elena, dividere con me, nella mia casa e nella mia vita, quella missione di carità umana che mi è concessa da Dio? Era un pomeriggio di sole; tutte le finestre del convento splendevano come raggiere; dal vivaio, le rose inclaustrate mandavano per l'aria dorata un profumo inebbriante ... Ella compiva queste crudeltà involontariamente, senza più ripensarvi, perchè nella sua vita si era fatta un'anima di avventuriera e non sapeva bene intendere nè definire cosa mai fosse quel comune desiderio degli uomini, che li spingeva tutti a volerla, fosser anche d'animo puro e dolce come il pastore Miller o come l'amico Mathias, del quale aveva ora migliori notizie ...
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L'amore che torna (pagina 17)
di Guido da Verona (estratti)
... Ma egli sfioriva ogni giorno, intento sopra quella tela che assorbiva la sua vita ... Divenire attrice, interpretare le anime, apparire su la scena, ella sola, davanti a mille, dire una frase, inebbriare una platea! Quante volte, nei giorni più neri della sua vita, si era cullata in questo sogno, si era sentita la virtù di esprimere, di raffigurare, di commuovere! ... Ma, dimmi: tu che sei bella come un fiore, quale vantaggio ricavi dall'aver fatta la vita che fai e dal lavorare tutto il giorno per pochi centesimi, quando, con un bacio che tu volessi dare, potresti esser vestita di seta e coperta di gioielli da capo a piedi, potresti pagarti ogni capriccio e menar la vita che più ti conviene? Perchè ti sacrifichi? per rimanere onesta? Bel merito! Se ci ragioni sopra un momento, vedrai che questa è una parola, null'altro che una parola ... Si vede che aspetta il suo tipo, che aspetta me: proviamo!» Questa è la vita, bambina mia ... Di tutto questo ella non fe' cenno a Mathias, perchè ne avrebbe sentita troppa vergogna davanti a quell'anima così lontana dalla vita ... In lui si compiva una rinunzia suprema; il tacito sogno della sua vita moriva ... I discorsi più frequenti cadevano su l'avvenire di Elena, poichè non gli sembrava possibile ch'ella volesse continuare una vita simile ...
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L'amore che torna (pagina 20)
di Guido da Verona (estratti)
... Che la vita per te sia buona, quanto è stata perfida con me ... Un marito? Ecco una cosa cui non aveva pensato ancora nella sua vita di zingara ... Allora si figurava la propria vita, s'ella fosse divenuta la moglie di quel pastore luterano, e si vedeva in una linda casa tedesca, con indosso un bel grembiule bianco, non sapendo come nascondere l'abbondanza eccessiva de' suoi capelli per parere più semplice; e si vedeva intenta nel rammendare il bucato, nel badare alle cose della cucina, mentre, davanti al fuoco, il pastore leggerebbe ad alta voce la Bibbia e due o tre marmocchi evangelici ascolterebbero attoniti, senza comprendervi nulla ... Erano parole sfiduciate, pensieri pieni di una stanchezza estrema, riflessioni amare di un'anima che sente ogni giorno impallidire il fuoco della vita ...
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L'amore che torna (pagina 21)
di Guido da Verona (estratti)
... Poi se lo figurò morto, immobile sopra una coltre, senza lacrime accanto nè ghirlande, solo nel trapasso come in vita fu solo, con le labbra suggellate nello sforzo di chiamarla per nome ... Elena, per guardarti ancora e sempre, anche dopo la vita ... I luoghi della sua giovinezza le dettero al cuore una commozione profonda; ma ora vedeva sotto una luce nuova questa libera e splendida città del piacere, dove nell'aria stessa trema una vibrazione di vita che assilla i desiderii ed esalta i sogni fino al tormento ...
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L'amore che torna (pagina 23)
di Guido da Verona (estratti)
... La nostra vita era semplice, buona, satura di gioia; talora non conoscevo più limiti alla mia felicità ... Una vita sovrabbondante si agitava in noi, prostrandoci a volte sotto l'eccesso della sua violenza e rendendoci soavemente neghittosi ad ogni sforzo morale ... La sua vita intima cadeva sotto il dominio vigile de' miei sensi, ed il mio spirito non faceva che ardere nel maraviglioso e continuo desiderio di lei ... Alle volte mi pareva che le fosse rimasta una inguaribile nostalgia della sua vita vagabonda, un bisogno intimo di tornare all'avventura, di riaffrontare il pericolo, e paventavo il giorno in cui avrebbe ricominciato il suo cammino, mossa da una forza incontrastabile, considerando anche l'amore come un episodio del suo viaggio, come un incontro necessario fatto per via ... Un giorno mi avvenne di comparare la sua vita molteplice alla fioritura di un melo possente che prosperava nel mezzo del frutteto, parendo esaudire un sogno di eterna dionisiaca primavera ...
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L'amore che torna (pagina 26)
di Guido da Verona (estratti)
... — E tu l'ami? — È il primo, il solo sentimento della mia vita ... — Bah! — risposi con millanteria, — la vita è una avventura di tutti i giorni: qualche santo provvederà! — Bene, spera nei santi, se hai fede ... I sacrifizi di questo genere si compiono piuttosto nei romanzi che nella vita ... Egli si avvicinò di nuovo, sorridente: — Vedi che questi sacrifizi, alle volte, si fanno anche nella vita ...
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L'amore che torna (pagina 27)
di Guido da Verona (estratti)
... Poi, si può commettere un errore nella vita, e portarne anche la pena; ma che si debba scontarlo con un supplizio di tutte le ore, senza rimedio e senza fine, questo non è ammissibile, non è neanche umano! ... Pensa che nella vita potrebbe venire un'ora simile anche per te ... Lì, nell'antica ombra di quella foresta, nel solenne patto concluso, finiva certamente un tempo irrevocabile della mia vita, e sentii con paura, nel recesso dell'anima, tremare vagamente il presagio di una sventura lontana ... E del resto cosa importa? Non ho paura, Fabio! Non ho avuta mai paura della vita, io! — Sarai felice almeno? — egli domandò ancora, mentre con attenzione attorcigliava un ramo d'edera ...
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L'amore che torna (pagina 30)
di Guido da Verona (estratti)
... vivevano la vita semplice del pascolo, della semina e della mietitura, tesero le braccia concordi alla soave immagine di Maria, perchè degnasse accogliere le invocazioni della sua grande georgica famiglia ... E v'era, nell'agonìa di quelle anime floreali, la tristezza inconsolabile delle cose che hanno avuta una magnificenza caduca, la disperazione delle creature che sono vissute inutilmente, senza perpetuare la vita ... che crudele ironia! Come mai ho potuto una volta credere alla possibilità di questo sogno assurdo? E però mi ricordo ancora, come in una visione che non appartenga più alla mia vita, la sera in cui fu data questa promessa, e ti rivedo ancora, intento a sfogliare un calendario, un piccolo calendario di pelle rossa, con sopra, in miniatura, una caccia inglese ... ineffabile vita!» E la contessa leggendo rise, poi ti disse qualcosa a bassa voce, nascondendo la bocca dietro il ventaglio ... » Che orribile parola è questa! Com'è piena di vuoto! Perchè vi sono alcune parole che fanno tanto male all'anima di chi soffre, ed appunto sono queste parole, che dicono «mai», che dicono «sempre», che dicono «addio?» Perchè? Io mi sforzo d'immaginare cosa potrà essere la mia vita il giorno che verrai per dirmi: «È finito ...
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L'amore che torna (pagina 34)
di Guido da Verona (estratti)
... Oh, mai come in quell'ora mi sembrò di conoscere il mondo in cui ero vissuto, e mai con maggior tristezza rimpiansi la mia vita sprecata in mille vanità passeggere, lembo a lembo, fra le gioie più sterili! ... Edoarda invece mi appariva come una immagine del tutto lontana, perduta fra le memorie di un'altra vita, pressochè scomparsa ... Vedi: quando si è trascorsa una vita nomade come la mia, quando si è stata una donna senza legge e senza meta, di paese in paese, tra una folla d'estranei, in balìa di tutte le sorti, quando ci si è trovati fin dalla più lontana giovinezza senza una famiglia nè un tetto nè un amore nè una felicità qualsiasi nella vita, tu non puoi comprendere come di tanto in tanto si provi un bisogno infinito di riposare, di vivere più presso alla natura, a questa grande madre che rende la gioventù e la purezza dell'anima ... Bisognava nondimeno prendere una decisione seria, perchè la nostra vita era tutta in balìa d'un precario destino ... Le mie scarse rendite eran quasi del tutto assorbite dagli interessi di alcuni debiti gravosi, ed esaurito il credito, non mi rimaneva che vender Torre Guelfa con le campagne circostanti, e contentarmi di una meschinissima vita ... Io medesimo, giunto verso i trentaquattr'anni e perdute ormai quelle temerarie illusioni che rendon facile ogni strada sul fiorire della giovinezza, mi trovavo nella dura necessità di ricominciare la mia vita, con altrettanta parsimonia quanto ero stato prodigo e spensierato, uscir dalla lunga pigrizia per sottomettermi ad un qualsiasi mestiere lucroso, mentre il mio solo studio fino a quel tempo non era stato che di godere la maggior allegrezza nell'ora fugace ... Invece quanta cenere, quanto inutile spreco! E rivedevo le mie terre, cento volte più vaste che non si possa con uno sguardo abbracciare, pezzo a pezzo vendute, o cadute in possesso dell'usuraio, che ora, quasi per insidiarmi fin nell'ultimo riparo, stendeva la mano rapace su le campagne intorno a Torre Guelfa, pronto forse un giorno a cacciarmi dal mio tetto, per condurre la sua vita opulenta e laida in quel feudo che aveva la sua storia scritta a lettere d'oro nelle cronache di Roma ... La nostra vita, nei primi tempi, fu tutta spensieratezza e gioia ...
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L'amore che torna (pagina 35)
di Guido da Verona (estratti)
... A poco a poco la mia vita si era fatta monotona ... — Tu non puoi figurarti, — le rispondevo, — che sforzo terribile sia per un uomo della mia natura quello di ricominciar la vita, e ricominciarla per forza, senza un'attitudine, senza un vero ideale ... E intanto le settimane passavano, il denaro dileguava, l'inettitudine della mia vita si faceva più grande ... Così, fra vani pensieri e lunghe ore d'inerzia, scorreva la mia vita novella, mentre di giorno in giorno andava in me nascendo un disprezzo immenso di me stesso ... Si chiamava Elia d'Hermòs, era d'origine albanese, o così almeno diceva, poichè la sua vita era tutta un mistero ... Il suo discorso era gaio, paradossale, volubile, quantunque in ogni parola si tradisse la profonda esperienza ch'egli aveva dell'uomo e delle sue passioni, della vita e de' suoi casi ...
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L'amore che torna (pagina 36)
di Guido da Verona (estratti)
... Ma egli possedeva in massimo grado quel bel dono degli avventurieri, e cioè la simpatia suggestiva, il coraggio sfacciato di professarsi apertamente per un essere amorale, con l'abilità insieme di ravvolgere la propria persona in un velo di mistero seducente, e di trattar la vita come una burla, cosa che piace ai meno forti ... Altri sapevan qualcosa intorno all'oscura amicizia che fino alla morte professò per lui la famosa Duchessa di Lezières, questa Saffo impenitente, che non si peritò di chiudere la sua magnifica vita di depravazione con una frase rimasta celebre: — «Fra me e mio figlio abbiamo possedute le più belle donne di Francia ... — Sotto la vostra implacabile scure, beato chi salva la testa! — Credete veramente che valga la pena di lasciar in piedi gl'idoli, quand'essi non sono per lo più che abili ciurmatori della buona fede altrui? Tutta la vita non ho fatto che osservare; adesso, qualche volta, mi credo lecito un giudizio ... La nostra vita moderna è in fondo una convenzione messa in vigore da uomini rapaci e timidi ... Si traversa un'epoca di abbruttimento, si fa uno sforzo enorme per dare alla vita quei pregi che in altri tempi la vita offriva spontaneamente ... Tutto nella vita è un dare ed un rendere ...
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L'amore che torna (pagina 37)
di Guido da Verona (estratti)
... La vita dell'uomo è una cambiale che scade ogni giorno: o la si esige nelle ventiquattr'ore, o il domani è carta straccia ... — Oh, mio caro, so che parlate per burla! — No, davvero! E voi stesso, come tutti, almeno cento volte nella nostra vita sarete pur venuto a qualche transazione con la vostra coscienza, senza darvene forse un conto esatto; mentre io, fin dal principio, ebbi il coraggio di rassegnarmi a queste necessità inevitabili ... — Trovo — seguitò, — che il più ragionevole fra i diritti dell'uomo è quello di sfruttare l'imbecillità de' suoi simili, poichè, nella lotta per la vita, o si è pecore o si è leoni ... Nel medesimo tempo mi andavo accorgendo ch'egli sapeva di me e della mia vita assai più cose ch'io non desiderassi ...
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L'amore che torna (pagina 49)
di Guido da Verona (estratti)
... Quello che tu sei oggi, sono stato più volte io stesso, nella mia vita: ma non avevo i pregiudizi e per questo mi risollevai sempre ... Io, vedi, li ho tutti esclusi: vi sono passato sopra, calpestandoli come fango; ciò nonostante — e forse ne stupirai — la coscienza non mi rimorde per nessuna fra le azioni che ho compiute in vita mia ... Senza questo atteggiamento la tua vita non avrebbe avuta una ragion d'essere ... Egli chiuse la sua vita con un gesto magnifico, e morì com'era vissuto, insegnando la sua serena indifferenza ...
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L'amore che torna (pagina 54)
di Guido da Verona (estratti)
... In questo caso dovevo, per i miei vecchi giorni, serbar intatta la pochissima terra che avrei salvata sistemando le usure, vendere le ultime gioie di famiglia che ancora mi rimanevano a Roma presso un banchiere, e, datomi ad una professione sopportevole, campar la vita che mi restava in una casa modesta, con Elena fin quando ella volesse, poi anche solo, non lieto, non triste, come il maggior numero degli uomini che si accontentano di umili destini ... Da un lato adunque il rimedio pacifico, la mediocre serenità, la vita veduta fino all'ultimo giorno senza divario, lenta, quasi monotona, confuso con tutti, io, che fui solo ... La sola cosa che non mi rimprovero nella mia vita è quella di non aver perduto mai, in alcun frangente, il senso della mia diversità ... Così ella è salva; la nomade si elegge un confine, si assegna una meta, entra ella pure nel numero delle persone che han definito e risolto il problema della lor vita ... Sì, certo; quando nella vita non è più possibile andar oltre, si può talvolta, quasi per una rimembranza di noi stessi, far ritorno verso ciò che fu nostro ... Mi avvidi che il mio calcolo non aveva nemmeno questa rettitudine, poichè ammettevo che fossero entrambe necessarie alla mia vita ...
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L'amore che torna (pagina 56)
di Guido da Verona (estratti)
... Ah sì? Perchè lavoro, perchè vedo finalmente avverarsi un mio sogno di tanti anni, perchè tento di provvedere da me alla mia vita, ecco ti vergogni? ... » Ecco: noi che fummo uno spirito solo, noi che inoltrammo il nostro desiderio, la nostra confidenza, le nostre voluttà, fino a comporre insieme un'unica e necessaria vita, ecco, noi dobbiamo tornare due esseri distinti e indifferenti, ridere su le nostre debolezze, considerare tutto il passato come un episodio fatalmente chiuso, e simili a due pellegrini che abbiano insieme percorso un faticoso cammino, dividerci ad un bivio, senza lacrime, senza rimpianti, per andar soli, o con altri, verso le case lontane ... Non è colpa tua, nè mia; vi sono ragioni che rendono questa vita insostenibile, almeno a te ... Oh, non v'è dubbio! La tua fermezza è ammirevole! Fra la Elena di Torre Guelfa e la Elena d'oggi sono passati, non due, ma dieci anni di vita ... — Quante cose belle non si possono avere nella vita! Noi stessi uccidiamo ogni giorno qualcosa del nostro amore ...
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L'amore che torna (pagina 59)
di Guido da Verona (estratti)
... Portare con sè un grave peso di desiderii non estinti, e sapere che la vita dovrà necessariamente continuare per entrambi, arida, squallida, come una terra devastata ... Oh, l'amore, che dice «sempre» — che dice «mai», che misura le sue forze anche al di là dalla vita e sfida in bellissimi lirismi tutte le necessità caduche del nostro infedele spirito! Mi parve in quel momento ch'ella fosse la sola colpevole del nostro abbandono, e mi cacciasse da sè per darsi ad altri amori, vietandomi ormai per sempre i suoi baci, le sue carezze, il suo profumo, tutte le cose che avevo pazzamente amate in lei ... questa è la vita ... La tua vita sarà più semplice, più calma, più libera ...
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L'amore che torna (pagina 62)
di Guido da Verona (estratti)
... vita mia! ... Nella città ch'era stata mia, or m'attendevano sguardi curiosi e cuori chiusi, nella città stessa ove il mio fasto mi aveva data una effimera gloria e la mia vita era stata un esempio per molti ... Guardavo intorno con una curiosità stanca, rievocando memorie lontane, pensando alle partenze ed ai ritorni che si fanno nella vita, pensando all'amore che si dimentica per via, alla ricchezza che passa, all'invidia che segue da presso quando si domina, ed allo scherno che assale da ogni parte allorchè si precipita ... Oh, commedie della vita ... La vita le aveva insegnato a celarsi, ma il suo cuore fioriva come una pianta odorosa, che sveli con la sua fragranza il nascondiglio ... Nella mia vita randagia, fra i sentimenti e le cose, avevo trovato infine un essere d'elezione, ma senza imparare a conoscerlo se non nell'ora dell'abbandono ... Perenne tormento, perenne inutilità del mio cuore! Mi sentii malato; una voglia sterile di baci tormentò le mie labbra desiderose; e nell'età virile, quando già si comincia ad inaridire, sentii che la vita in me tornava, che tornava l'amore, come una chiara fontana dissuggellatasi all'improvviso ... ineffabile vita!» E risi amaramente perchè quei tempi eran lontani, l'anima mia profondamente mutata ...
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L'amore che torna (pagina 64)
di Guido da Verona (estratti)
... Elena» Vi son giorni della vita in cui pare che un naufragio immenso accada intorno a noi; pare che si spenga il sole anche su le memorie più lontane, anche nell'anima, e per sempre ... Come una morte nella vita, queste agonie della speranza lasciano in chi le soffre un segno duraturo ... Ebbi la voglia di risollevarmi e non l'energia per lottare; volsi nella mente le idee più pazze; volli tornare da Elena, inginocchiarmi, supplicarla di riprendere la nostra vita, e mi sentivo capace d'ogni sacrifizio pur di non perdere questo amore ... La sua voce mi saliva nell'anima come una distante musica; a volte mi pareva di attingere la mia vita nel suo caldo respiro, a volte mi pareva che si aprisse una porta e la vedessi d'improvviso entrare, più bella, più sorridente che mai ...
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L'amore che torna (pagina 65)
di Guido da Verona (estratti)
... Per venti giorni trascinai nella mia casa una orribile vita ... In quel tempo desiderai di morire; lo desiderai con la medesima voluttà profonda che avevo messa nell'amare la vita; provavo l'impressione di un annegamento continuo; la forza degli altri e delle cose avverse mi pareva crescere a dismisura, la mia, farsi piccola ed inane ... Ma era mutato anch'egli: quel matrimonio d'Edoarda aveva interamente scomposto l'ordine della sua vita ... Fabio era partito; avevo come soli compagni il medico di Terracina, Ludovico, Lazzaro, i suoi figli ed i villici della fattoria, gente onestamente rude che insegna l'amore della vita sana ... Colei che avevo amata, che amavo, era nell'intimo del mio cuore come un gioiello ben custodito, e provavo la voluttà di avere sofferto, io, che nella vita ero passato aridamente, senza vere passioni ... In tutte le immagini belle, che davan musica e luce alla mia vita nova, ella passava come una trasfigurazione, lasciando cadere intorno a sè fiori di rimembranza e di speranza, parole udite, sorrisi ...
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L'amore che torna (pagina 70)
di Guido da Verona (estratti)
... Meditai di uccidermi per non soffrire più, e certo l'avrei fatto, se nel cuore, profondo come il fuoco della stessa mia vita, non mi fosse rimasto il pensiero di poterla riavere un giorno ... L'avrei accolta sciupata e macchiata, comunque volesse tornare a me, anche dalla strada ed anche per esserne beffato; avrei tutto sofferto da lei, perfino il disamore, il tradimento, la vergogna, pur di averla sempre vicina e respirare nel cerchio paradisiaco della sua vita ... Con una sete rabbiosa mi detti al piacere che mi tediava, alla dissolutezza che mi lasciava nell'anima stanca un più enorme fastidio della vita ... — Sai, — ripresi con amabilità, — vengono certi momenti nella vita, in cui si è costretti a frugare anche nel mazzo delle vecchie carte gialle ... Me ne ricorderò tutta la vita ...
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L'amore che torna (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)
... Egli mi raccontò della sua vita, io della mia, senza dirci entrambi una parola di verità, come avviene molto spesso ... — A Roma, — domandai — che vita fate? La società? — No, affatto; mio marito la odia ... una vita sciocca, in fondo ... Non ha cambiate le sue vecchie abitudini, e povera me se volessi costringerlo a condurre una vita mondana ... — Certo, — risposi leggermente; — vicino a questo, come a tutti gli altri pericoli, a tutte le altre tentazioni della vita ...
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L'amore che torna (pagina 72)
di Guido da Verona (estratti)
... I miei sguardi non fecero che volgersi tra lei e Pietro De Luca, cercando quasi d'indovinare le vicende intime della lor vita, e meravigliandomi che un altro uomo avesse potuto aprire a così piena bellezza quella fanciulla un po' schiva, che dai grandi suoi occhi, pieni di pensiero e di trasparente anima, guardava nella vita con un senso di naturale malinconia ... La mia vita infatti non era più che una ricerca ed una soddisfazione di capricci continui, per lenire quel desiderio inestinguibile che dentro mi torturava ... Il Capuano mi dava molte notizie su la sua vita intima e spesso lo istigavo abilmente perchè soddisfacesse qualche mia curiosità ... Vicino a Edoarda egli stava per divenire un di que' cocciuti e fidi cavalieri serventi che spesseggiano intorno alle belle signore, le seguono dappertutto, nella intimità della famiglia e nei ritrovi della vita mondana ...
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L'amore che torna (pagina 80)
di Guido da Verona (estratti)
... Vedi, la vita non è tutta una burla; v'è pur qualcosa che si deve scontare, o tosto o tardi, e temo di essere proprio giunto a quel segno ... — Via! tu hai sonno adesso, e non v'è nulla che faccia considerare la vita sotto un colore buio come l'aver dormito male ... In che altro modo si procurerebbe il denaro per condurre la vita che fa? — Se recita, può darsi che guadagni abbastanza ... Come per incanto la Borsa mi fece riacquistare il perduto, ed al giuoco mi assistette una fortuna così tenace che il rubicondo e calvo marchese della Pergola, dondolando la sua buona testa di vecchio fanciullone, perduto il colpo, non ristava dall'esclamare: «Inutile! inutile! contro di te non si può spuntarla! Sei tornato in pieno calore!» Così la mia vita era tutta un'alternativa d'aurore e di tramonti; nell'attimo stesso in cui stavo per cadere, una mano invisibile scendeva, pronta, per soccorrermi ancora ... In quei momenti d'auge, l'operoso, l'ape umana, par quasi un piccolo insetto previdente e sciocco, poich'esso costruisce piano piano l'alveare, con stenti e con amore, sviscerandosi ogni giorno un poco, mentre noi, nella nostra vita, ne facciamo e distruggiamo a decine, alveari grandi e piccoli, con una facilità stupefacente ... Allora dovetti sobbarcarmi ad una vita ...
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L'amore che torna (pagina 84)
di Guido da Verona (estratti)
... Se poi ti chiedesse mie notizie, — cosa improbabile, — dille semplicemente che vivo una vita tranquilla ... Tutta la vita è un ritorno verso quello che poteva essere, mentre invece non fu ... Non so davvero perchè ti ostini a voler trascinare questa mediocre vita del gentiluomo decaduto ... N'ho vedute io d'assai peggiori nella mia vita ... — La vita, mio caro! ...
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L'amore che torna (pagina 86)
di Guido da Verona (estratti)
... — C'è un proverbio che dice: — «Mors tua, vita mea» ... Lì, davanti a quella piazza folle di lumi, dove, nel fondo, biancheggiava la fontana come uno straordinario fiore, mentre per l'aria solcavano i fischi delle impazienti locomotive, e la gente frettolosa e le vetture pigre si confondevano in una specie di affaccendata ridda, mi rammentai tutte le partenze, tutti gli arrivi che per me si erano variamente compiuti, lì, su quella piazza medesima, durante la mia così diversa vita ... » — Tutto nella vita è così: un'irrisione, un gioco; ed il peccato, il dovere, la volontà, il ribrezzo, l'amore, la morte, si mescon necessariamente insieme, come nell'intreccio di una commedia imprevedibile ... Quando il Capuano ebbe terminata la sua faccenda, si volse a me rapidamente: — Cosa ne dici dunque? Nulla, è vero? Sono i casi della vita ... Una voce interiore mi assilla di continui rimproveri, e mi dice: «Anche tu l'hai sposato per opportunità, perch'egli almeno ti rendesse una vita fittizia, quando l'altra, la vera, te l'avevano spezzata ... Senza darsi la pena di troppe indagini, forse per un naturale istinto, aveva indovinato il mio cuore, aveva compreso che anima ero, cosa potevo dargli ancora di me stessa, e per indifferenza o per bontà se n'era contentato, studiandosi di rendermi la vita serena e dolce ...
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L'amore che torna (pagina 87)
di Guido da Verona (estratti)
... E, vuoi che ti dica la verità? Sposandomi, oltre a quel proposito, avevo anche un desiderio diverso: volevo rinnovarmi, vivere io pure una vita rumorosa, rendermi vietata, invidiata ... Poichè, di fatti, ogni vita finisce in polvere ed ogni uomo ha nel mondo il suo becchino che l'aspetta ... La vita, la morte: due diversi enigmi d'un fenomeno più grande, che non conosciamo; due forze contrarie che si elidono, due potenze nemiche ma inestricabili, che infuriano attraverso la materia, senza una meta palese ... Ho scritto il libro della mia vita; vi manca una pagina: te la racconto, becchino ... Fra le tante cose delle quali non ho saputo rendermi conto nella vita, è quella di non aver saputo comprendere come mai, fra i tanti mestieri che vi son da fare al mondo, un uomo possa liberamente scegliersi quello del becchino ... Invece, nient'affatto! Un bel giorno ti sei sentito spinto verso le pompe funebri e ti è piaciuto affrontare la vita nella triste qualità del beccamorto ... La vita, quand'essa mi piacque, me la ghermii come un'amante barbara; quando n'ebbi tutto spremuto il natural piacere, ancora me ne saziai come d'una invereconda cortigiana ... » Questa è la parola ch'io vidi splendere su la totale conoscenza della vita, come un disperato limite, che invano tentai di varcare ...
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L'arte di prender marito (pagina 5)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Timido per temperamento e perchè della società umana non conosceva che la casa della mamma e la scuola; modesto, perchè aveva studiato molto e sapeva moltissimo; ma il suo ideale era così lontano e così in alto da parergli impossibile raggiungerlo anche con una vita di ottant'anni ... E con sforzi dolorosi riuscì a non visitarla per tre giorni di seguito, ma non potè giungere al quarto e quell'assenza non servì che a una cosa sola: a persuaderlo che ormai l'amore per Emma e la vita erano per lui una cosa sola ... Invece nel Rinaldini l'amore cresceva ogni giorno, e ormai a furia di dilagare, aveva innondato ogni fibra di lui, penetrando nei più sottili meandri della sua vita ... Non le pareva possibile trovare per la figliola un giovane più prezioso, che le fosse compagno per tutta la vita ... Aveva da molti anni in casa una bella cameriera, che faceva anche un po' da maggiordomo e che forse aveva risolto per lui il gran problema dell'amore, che tormenta tante migliala di uomini, che semina per le strade della vita tanti feriti e tanti morti ...
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L'arte di prender marito (pagina 7)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Era una vita d'inferno quella che passava a Perugia la povera
Maria, ed essa era venuta a Firenze per confortarsi coll'amica
Emma e chieder consiglio ai genitori ... Non vi è amore, che resista alla lotta quotidiana colle necessità della vita ... Se la miseria uccide l'amore, la ricchezza senza amore non lo può uccidere, perchè l'amore non c'è; ma non deve darci che una vita insopportabile… ... Potrei da un momento all'altro sparire dal mondo e voglio che la mia voce mi sopravviva e ti aiuti nell'ora più importante della tua vita, quando avrai a scegliere colui, che deve essere il tuo inseparabile compagno, che deve essere il padre dei tuoi figli ...
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L'arte di prender marito (pagina 15)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Molti e molti giovani passano la vita a questo modo o con poche varianti ... E senza poesia che cosa è la vita? Lo so anch'io: vi sono dei fannulloni innocenti, buoni, che amano le loro mogli, che non sono neppur giuocatori; ma che della noia hanno fatto la loro atmosfera, e non sanno escirne per respirare un'aria più vitale, più fresca, più inebbriante ... Essi non sono mai stanchi che d'una sola stanchezza, quella dell'ozio; mentre l'uomo per sentirsi vivere, per godere della vita deve provare ogni giorno un'altra stanchezza, l'unica salubre, l'unica umana; quella del lavoro ... Gli uomini non sono eguali che in una cosa sola: davanti alla morte; ma anche qui, quanta differenza nel modo di morire! Si può morire appena nati o a cent'anni, si può morire in uno strazio di dolori o sorridendo; a gocciole o di schianto; maledicendo o benedicendo la vita ...
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L'arte di prender marito (pagina 17)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Il banchiere può facilmente aprire le porte della ricchezza alla propria famiglia e per le sue relazioni alte e molteplici, offre alla moglie una società variata, divertimenti rumorosi; tutte le compiacenze della vita mondana ... Quanti infelici di meno, quanti minori disastri nelle famiglie, quanti meno cassieri fuggiti all'estero e quanti meno suicidi sulla tavola anatomica; se noi dessimo alla donna, più larga parte nella nostra vita di pensiero e d'azione! Se non ne facciamo più una schiava, non ne abbiamo fatto che una liberta; un animaletto gentile e domestico, che ci distrae e ci diverte; ma non le confidiamo quasi mai gli affari gravi, non fidandoci della sua segretezza e molto meno della sua intelligenza! Di questo ingiusto disprezzo noi siamo i primi a scontare la pena, perchè la donna ha un sesto senso, che è una seconda vista e che le permette di vedere ciò che spesso molti uomini di genio non sanno vedere ... Io avevo pensato, ripensato e meditato: avevo voltato la cosa per diritto e per rovescio, con lente di microscopio e scalpello di anatomico, credevo di aver anatomizzato ogni fibra e misurato ogni cellula; ed ecco che all'occhio della donna di botto, senza bisogno nè di tempo, nè di lenti, nè di scalpello, appariva il lato debole, eppur onnipotente della questione; quello appunto che io non avevo veduto e neppur sospettato! E non l'avevo visto, perchè io era un uomo, e la tua mamma, la mia, lo avevano subito scoperto, perchè eran donne e perchè la natura ha dato ad esse gli occhi del cuore, che vedon le cose più profonde e le più vere; quelle che toccano la salute e la felicità delle persone che esse amano! E non è forse per questo, che la natura provvida ha fatto l'uomo diviso in due metà, disgiunte nei corpi, ma riunite in uno stesso fiato d'attrazione e di amore; due metà che non possono viver separate, che con dolore e coll'atrofia della vita in due; che è poi l'unica vita vera e completa, quella che costruisce il nido e crea gli uomini? Nell'una delle due metà avete la sentinella previdente e vigile, che spia il pericolo, che raccoglie il fremito del vento che minaccia, del fulmine che s'avvicina; nell'altra il pugno che si prepara alla difesa e all'offesa ...
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L'arte di prender marito (pagina 20)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... E la sua coltura porterà nella conversazione della famiglia molte idealità, e tu e i tuoi figliuoli respirerete un'aria, che sa di primavera; e forse troverete che le gioie maggiori della vita son sempre quelle che costano meno, ma che germogliano da tutte le poesie del pensiero e dalle estasi del sentimento ... La vita moderna ha per carattere principalissimo di dilagar per ogni verso, in alto, in basso, a destra, a sinistra; nell'angolo più oscuro e nelle miniere più profonde ... Si son strappate tante siepi; si son rotte tante dighe, che oggi riesce impossibile ad un uomo di esser solo e di vivere della sola propria vita ... Un filosofo antico avrebbe desiderato che le case fossero tutte di vetro, perchè nulla sfuggisse della vita privata ... Noi abbiam fatto penetrare nelle case di tutti la vita dell'umana famiglia, e senza distruggere l'individuo, ne abbiam fatto un membro vivo e palpitante di tutto l'organismo umano ...
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L'arte di prender marito (pagina 22)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Esse non hanno avuto la fortuna di trovare nei sentieri della vita l'uomo del loro cuore e son rimaste ragazze ... Non per questo sono infelici, ma bastano a sè stesse e dedicano la loro vita ad uno dei tanti scopi, ai quali possiamo dirigere la nostra navicella ... Lo stesso varrebbe dire che il primo quadro d'un pittore deve essere l'ottimo fra tutti quelli che egli farà nel corso della sua vita; che il primo discorso, il primo libro, la prima statua, la prima opera in musica saranno ciò che di meglio faranno il deputato, l'autore, lo scultore, il maestro ... E tu vincerai la massima fra le battaglie della vita, aspettando, aspettando lungamente, aspettando sempre ... * * * Quando penso a tutto questo, son tentato quasi quasi di dar ragione ai molti, che a furia di meditare sui mille pericoli e sui cento trabocchetti che circondano il matrimonio, rimangono celibi per tutta la vita ...
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L'arte di prender marito (pagina 24)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... L'amore è in essi una funzione della vita, non tutta la vita ... Son rare eccezioni, che fanno grande onore all'umanità, ma sono eccezioni e son rare, e quando si applica il calcolo di probabilità all'arte della vita, si deve sempre fondarlo sulle medie e sulla maggioranza ... Le donne ogni giorno tagliano i piccoli nodi che si formano tra le mani, nel dipanare l'intricata matassa della vita, con quella piccola spada, che hanno sempre in tasca, sul tavolino, in letto, da pertutto; e che si chiama bugia ...
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L'arte di prender marito (pagina 25)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... in cui la menzogna ci avviluppa e ci ravvolge dal capo ai piedi, come una ragnatela bavosa, che al passeggiare in una vigna abbandonata ci si appiccica schifosa e fetente alla faccia; il conoscere un poggio alto e sereno, dove non giunga la bugia e il poter rifugiarvisi fidenti e sicuri, è tale una grandezza, tale una letizia per l'anima da bastare a farci benedire la vita ... Là su quella pietra di paragone portiamo il falso oro, le false gemme, per sapere cosa sono e cosa valgono: là portiamo tutte le piccole e grandi ipocrisie della vita per vederle sfumare nell'aria come una pagliuzza, che arde e si consuma sotto i raggi concentrati del sole ... Non si è vergini che una volta sola nella vita ... Ma invece ogni affetto, per forte e sincero e fido che sia, deve attraversare i tre stadii, pei quali passa inesorabilmente ogni cosa viva e che alla vita appartiene ... Quanto al morire ammetto con te, che il tuo amore morirà, ma con te, e che l'amore di tuo marito non tramonterà che col tramonto della sua vita ... * * * Il desiderio è la pianta da cui nascono tutte le gioie della vita; finchè la manterremo viva e la coltiveremo con intelletto d'amore, noi saremo sicuri di raccoglierne sempre i frutti ... Tu devi aver sempre per lui qualcosa da dare, e invece l'amore, che è spensierato e folle, ti suggerirà forse di dar tutto oggi e subito ed è anche per questo, che il più degli amori ha vita così breve e fragile ...
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La favorita del Mahdi (pagina 58)
di Emilio Salgari (estratti)
... Lasciami la vita e io sarò tuo schiavo ... —Vigliacco!… Odimi, Takir: tu puoi riscattare la vita rispondendo alle domande che ti farò ed eseguendo quello che ti ordinerò ... —Sono pronto a ubbidirti, ma lasciami la vita ... La tua vita è in mia mano; se taci io la spengo ... —Grazia!… grazia!… M'avevi promesso di non uccidermi!… Grazia, abbi pietà di me, Omar! —Se io ti lascio in vita tu puoi tradirmi e mandare in fumo tutti i miei progetti ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 6)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Virgilio disse per avere ritornato in vita Ippolito, e Plinio, i figliuoli di Tindaro ... Sono alcuni che vogliono che Esculapio fusse percosso per aver reso la vita a Tindaro, non a' figliuoli ... Stafilio disse che non ritornò in vita nissuno, ma che sanò Ippolito che fuggiva da Trezene, e per quello fu morto ... Quelli che volseno lui avere atteso a rendere la vita, la maggior parte di loro disse, per averla resa a quelli che morirono nella guerra di Troia: altri a quella di Tebe ...
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La trovatella di Milano (pagina 16)
di Carolina Invernizio (estratti)
... —Non più, signore—interruppe Maria con un accento d'indignazione frenata, che le rese la sua altera beltà—la moglie di Mario Durini, uno degli eroi caduti sulle barricate di Porta Vittoria, la popolana che arrischiò la sua vita per la libertà, non può vivere sotto il tetto di chi ha traditi i suoi fratelli, la patria ... —Come potrete dimostrarlo? Forse raccontando le vostre gesta passate? Se vi abbassaste fino ad una così orribile confessione, forse avrei della compassione per voi, potrei perdonarvi, ma piuttosto che seguirvi, rinnegare chi mi ha dato più della vita, mi ucciderei ... La scossa subita all'orribile, inaspettata rivelazione del marito, le aveva spezzata la vita ... —Che?… Che dite?… —Che nulla vi ha nella vostra vita, nè in quella di vostro padre, di cui possiate arrossire ... Per ogni peccato misericordia, e ricordate che basta talvolta una lacrima sincera di pentimento a scontare una vita d'iniquità… E suo padre piangeva ai suoi piedi, supplicava di perdonarlo? Adriana non resistette, le sue labbra serrate si apersero a mezzo ed un nome ne sfuggi ...
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La via del rifugio
di Guido Gozzano (estratti)
... Socchiudo gli occhi, estranio ai casi della vita ... Ma dunque esisto? O strano! vive tra il Tutto e il Niente questa cosa vivente detta guidogozzano! Resupino sull'erba (ho detto che non voglio raccorti, o quatrifoglio) non penso a che mi serba la Vita ... Socchiudo gli occhi, estranio ai casi della vita; sento fra le mie dita la forma del mio cranio ... La Vita? Un gioco affatto degno di vituperio, se si mantenga intatto un qualche desiderio ... Il buon custode parla: “O figliuolo, come somigli al padre di tuo padre! Ma non amava le città lontane egli che amò la terra e i buoni studi della terra e la casa che tu schiudi alla vita per poche settimane ...
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La via del rifugio (pagina 2)
di Guido Gozzano (estratti)
... Tutto ritorna vita e vita in polve: ritorneremo, poichè tutto evolve nella vicenda d'un'eterna favola” ... Come dal tutto si rinnovi in cellula tutto; e la vita spenta dei cadaveri risusciti le selve ed i papaveri e l'ingegno dell'uomo e la libellula ... E la Signora scaltra e la bambina ardita si mossero: la vita una allacciò dell'altra ... Tu senti che non giova all'uomo soffermarsi, lattare i sogni sparsi per una vita nuova ...
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La via del rifugio (pagina 6)
di Guido Gozzano (estratti)
... Socchiudo gli occhi, estranio ai casi della vita: sento fra le mie dita la forma del mio cranio ... Cesserebbe la trista vicenda in vita e in sogno ... I — “O Poeta, la tua mamma che ti diede vita e latte, che le guancie s'è disfatte nel cantarti ninna–nanna, lei che non si disfamò, perchè tu ti disfamassi, lei che non si dissetò, perchè tu ti dissetassi, la tua madre ha fame, tanta fame! E cade per fatica, s'accontenta d'una mica; tu soccorri quella santa! Ella ha sete! Nè t'incresca di portarle tu da bere: s'accontenta d'un bicchiere, d'un bicchiere d'acqua fresca” ... O s'affacci al limitare, si rivolga alla comare: ma lasciatemi sognare, ma lasciatemi sognare!” II — “O Poeta, la tua mamma che ti diede vita e latte, che le guancie s'è disfatte nel cantarti ninna–nanna, la tua mamma che quand'eri ammalato t'assisteva, non mangiava, non beveva nei tristissimi pensieri, lei che t'era sempre intorno per rifarti sano e forte per contenderti alla Morte, e piangeva, e notte e giorno invocava Gesù Cristo e la Vergine Maria: o Poeta! ed oggi ho visto la tua madre in agonia! Oh! l'atroce dipartita! Chinerai la testa bionda sulla fronte incanutita della santa moribonda?” — “Taciturna è la fortuna ... Che mi ciarli, che mi ciarli? Non concedo mi si parli quando parlo con la Luna! Forse che dallo speziale non c'è benda e medicina? Forse che nel casolare non c'è Ghita la vicina? La vicina a confortare, medicina a risanare: ma lasciatemi sognare, ma lasciatemi sognare!” III — “O Poeta, la tua mamma che ti diede vita e latte, che le guancie s'è disfatte nel cantarti ninna–nanna, — odi, anco se t'annoia! — lei che t'ebbe come un sole, che t'apprese le parole che ora sono la tua gioia, la tua mamma in sulla porta fu trovata sola e morta! Sola e morta chi sa come singhiozzando nel tuo nome ...
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La vita comincia domani (pagina 2)
di Guido da Verona (estratti)
... Era giovinetto, nel pieno vigore dell'adolescenza, ricco di mirabile ingegno, dedito a studî profondi, appassionato cultore di lettere, musicista oltremodo virtuoso, quando una malattia cerebrale, repentina e violenta, lo ridusse in fin di vita ... Talvolta, nell'ore di maggior lucentezza, quando una fiamma di lirismo traversava il suo povero spirito rabbuiato, o quando più forte pulsavan nella sua carne d'adolescente l'arterie della vita, quando inconsciamente vedeva succedere intorno a sè qualcosa d'insolito, e gli altri o goderne o soffrirne, allora una memoria lontana delle sue musiche dimenticate gli si ridestava nell'attonito cuore, nel vacuo cervello, come se la sola voce che potesse ancor metterlo in comunione con le cose fuggenti, con l'enigma dell'anime altrui, fosse la parola musicata, il trillo della corda sonora, la nota limpida che gli sgorgava sotto l'archetto, che si rompeva bruscamente in una sciocca risata ... — mi dice ridendo, — la vita comincia domani ... «Cammina: la vita comincia domani, domani, domani ...
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La vita comincia domani (pagina 6)
di Guido da Verona (estratti)
... Ho creduto ad altre cose false nella vita, e le rinnego; una sola cosa è vera, necessaria, inevitabile: te ... Ancora una volta era necessaria quella vicinanza, che non è fortuita ma universale, della voluttà con la disperazione, del nascere con il morire: inestricabile nodo che s'aggroviglia nell'ironia continua della vita ... Si rivedeva nella piena giovinezza, povero ma risoluto a far molto cammino, senz'altra ricchezza nella vita che il suo forte ingegno ed un amico più forte ... Questi era medico ed egli ingegnere di ponti e miniere, sbalzato dalla sorte in ricche terre inospitali, a tutte le temerità risoluto pur di conquistarsi la vita ...
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La vita comincia domani (pagina 10)
di Guido da Verona (estratti)
... Quando una donna riesce, con affetto, con serenità, vorrei dire, con passione a compiere il suo dovere nella vita, nessuno avrebbe il diritto di frugare come tu fai dentro l'anima sua, per rubarle un secreto ch'ella cerca di seppellire nella sua intimità più profonda, e non certo per risparmiare sè ... Mentiva, pur sentendo nel suo grembo agitarsi una vita oscura, la quale sotto gli occhi dell'infermo non poteva nascere, nè poteva, in quella casa vigilata, secretamente morire ... — Ma tu diméntichi, — disse pensierosamente il malato, — che siamo stati veri fratelli durante l'intera vita ... Ma la mia vita, Giorgio, è ben altra; ed è così lontana dalla sua, come potrebbe esserlo da quella immaginaria d'un uomo conosciuto in un libro ... La mia vita vera è di camminare in silenzio vicino al tuo letto, di portarti uno scialle perchè tu non abbia freddo, e di sentirmi lieta come non mai se un giorno ti desti più riposato, e mi guardi sorridendo, con un poco di riconoscenza nel viso ... Egli l'interruppe, tendendo una mano per incontrare la sua: — Oh, se sapessi quanta ne ho! E che rimorso anche! Senza di te, mi sarei già liberato di questa mia vita inutile ... E lo guardava trasognata, vedendo insieme l'obliqua lama di sole fendere la stanza, piena di pulviscolo, di vita e di tempeste, come il suo cervello sovreccitato ... — Ed è allora che assale, non un rammarico solo della partenza, ma il rimpianto irremediabile di tutto quello che la vita poteva essere per noi ... Non si pensa che anch'essi a lor volta finiranno, e la vita che prosegue ha qualcosa di stupefacente, come se fosse una forza radiosa e mostruosa che urla e splende mentre soffoca noi ...
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La vita comincia domani (pagina 17)
di Guido da Verona (estratti)
... Se una vita era in pericolo, a lui toccava salvare quella vita: questa era la sua missione nel mondo, questo gli appariva semplice, come al timoniere il mettere su la barra la sua mano forte, come allo spegnitore d'incendi l'avventarsi dentro il fuoco ... Allora l'uomo — non più il medico — pensò ad un tempo lontano della lor giovinezza, quando quella creatura sfinita era un maschio avventuriero della buona strada, e si erano data la mano, da uomini, da galantuomini, per affrontarla insieme, la vita ... Non aveva più famiglia, era solo nel mondo, e in luogo d'ogni altro amore aveva l'ambizione inflessibile di avanzarsi contro la vita per una via di conquiste, sacrificando tutti gli agi allo splendore della sua meta lontana ... Da presso, da lontano, separati e mai disgiunti nelle dure imprese che affrontavano, traverso l'età e le molte insidie che la vita ordisce contro gli affetti umani, salvarono quest'amicizia sacra, questo patto fraterno che li rendeva più forti, e delle cose o dei principii che la vita aveva loro insegnato a considerare in guise opposte non discutevano mai, per non gettare un'ombra pur lieve su questa concordia assoluta ... Quanta vita nella memoria! quante vicende coraggiose! quante belle pagine di due storie umane, vissute per cammini opposti, con un solo cuore! — «Ti ricordi? ... Gli sembrò allora, per la prima volta in tutta la vita, che da quelle parole, da quell'attimo, fosse per insorgere un ostacolo fra loro ...
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La vita comincia domani (pagina 20)
di Guido da Verona (estratti)
... Molte volte un atto infinitesimale di coraggio basterebbe all'uomo per risolvere tutto il problema della sua vita ... Senza busto, con i capelli raccolti da un pettine solo, ravvolta in una vestaglia di seta che la fasciava senza nasconderla, con i piedi scalzi nelle pianelle di raso orlate d'ermellino, il pizzo della camicia che si arruffava nell'incrociatura, ella raccolse contro di lui tutto il calore del suo corpo innamorato, sentendosi a poco a poco disperdere in un oblìo voluttuoso, come se al di là da tutte le angoscie, da tutte le servitù cui la vita incatena, ella non volesse più rimanere altro che l'amante, l'innamorata, la femmina perdutamente sua, nè volesse ormai conoscere altra disperazione oltre quella de' suoi baci ubbriacanti nella complicità e nell'ebbrezza d'una notte d'amore ... Egli portava sopra l'abito una tunica di tela greggia che gli scendeva sino alle caviglie, stretta ai polsi e serrata in vita da un cordone come un saio da monaco; l'alta sua persona prendeva in quella veste una apparenza ieratica ... «Ma il senso eterno del mondo, la legge implacábile della natività, non è forse chiusa in questa parola fra tutte più necessaria: «uccidere?» Dalle origini stesse della vita l'uomo non fece che stabilire limiti ... Ora, vi dico, il nodo è serrato ma semplice: Se io debbo vivere, la mia vita vuole una morte ...
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La vita comincia domani (pagina 21)
di Guido da Verona (estratti)
... O Evangelisti, non credete voi che si possa talvolta sopprimere una vita semispenta, per salvarne altre, pulsanti, gaudiose, di là da quel sepolcro? Non ammettete l'uomo eretto a giudice solo ed eroico di sè stesso, l'uomo anarchico, superiore alla legge pattuita, che usa d'una sua forza spaventosa, ed in silenzio, nel buio, toglie di mezzo l'ostacolo che lo divide dalla sua felicità? Chi me lo impedisce? ... Forse la coscienza? — Essa è paura, è viltà, è un terrore atavico dell'uomo: bisogna insegnarle a volere con inflessibilità quello che davanti alla vita, e non davanti agli uomini, è giusto ... — mi dice ridendo — la vita comincia domani ... «Cammina: la vita comincia domani, domani, domani ...
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La vita comincia domani (pagina 24)
di Guido da Verona (estratti)
... Mi hai rammentata un'ora temeraria della mia vita, quando, per ambizione o per ingenuità, credevo si potesse far del bene alla folla trascinandosela dietro con la magìa della parola, come un branco imbrigliato, ed avevo in me difatti questo genio demagogico, questa potenza istrionica della quale ora mi rido ... E poichè mi rammenti le ore di coraggio ch'ebbi nella mia vita, con quel medesimo coraggio ti rispondo: — Sì, ti odio! Ne' suoi occhi metallici brillava una sinistra luce; la sua bocca rise, paga d'aver esclamata la verità ... — Vorrei essere ad un altro tempo della mia vita per accettare le tue parole come una bella sfida ... È un odio, sì; ma tale che se potessi, dando la mia vita, redimermi dinanzi a te, o farti un bene qualsiasi, anche minimo ... — Sì! e puoi non dubitarne se ripensi alla mia vita ... Io vi ho perdonati; non con la bocca, non con le parole che tu alteramente mi rifiutavi or ora, ma col mio spirito, con la mia fede, con tutta quella estrema vita che si àgita in me ... Davanti a me finisce quella striscia di sole che si chiama la vita, e se i deboli, se gli avari, se i timidi, appunto verso la fine s'abbrancano con maggior disperazione ai beni che lasciano quaggiù, io, poichè sono stato un forte come te, un orgoglioso come te, ne faccio abbandono senza odiare quelli che possono vivere ancora, ed umanamente, con pace, dico loro: Il diritto è vostro ... — Le più serene filosofie, le rinunzie più sante, celano spesso nel fondo un acerbo rancore contro la vita ...
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La vita comincia domani (pagina 26)
di Guido da Verona (estratti)
... La vita di un altro, si può rubarla, prenderla a tradimento forse ... — Mi hai messo davanti agli occhi uno specchio e mi hai detto: «Guàrdati!» Ecco, mi vedo; e sono orrendo! — No, sei vivo e difendi la tua vita: questa è la sola differenza fra noi ... I loro pensieri correvano con isfrenata velocità per il più vasto campo che vi sia da percorrere, cioè dalla vita alla morte, dal principio alla fine d'una esistenza umana ... Oseresti fare per me quello che ora mi chiedi? — Se ciò valesse meglio che offrirti la mia stessa vita, sì, lo farei ... mi tiene alla vita, m'incatena, m'impedisce di punirmi con la stessa mano che t'aiuta, se ... Colui che fu nella vita il suo fratello senza colpa gli posò una mano sulla spalla, come avrebbe fatto nel posarla sulla pietra d'un reconditorio, e disse: — Tutta la mia vita mi sia testimone della risposta: «Sì, lo voglio!» L'avversario lo prese ai polsi, lo serrò convulsamente: — Sia! Poi si volse: l'armadio carico di boccali traluceva nell'ombra; su la tavola ingombra, il fascio del riflettore traeva barbagli dalle boccette di cristallo, dagli aghi d'acciaio, rilucentissimi ...
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La vita comincia domani (pagina 31)
di Guido da Verona (estratti)
... » — «Ebbene? — si rispose; — la vita prosegue nella sua necessaria vicenda: il cadere d'una piuma d'ala non turberebbe altrimenti l'equilibrio immutevole delle cose ... Poi, quando si fu ristorato in quell'aria balsamica e si fu cullato quasi per ozio in questi erranti pensieri, d'un tratto gridò a sè medesimo: — «Non sei che un istrione! Cerchi di recitare la vita perchè hai paura di viverla! No, la tua parola è un'altra, più bella che «Dimenticare ... Se tutta la sua vita d'imperio, d'indagine, di lotta, era contro una dedizione così assoluta, se la sua fredda mente poteva sorridere di questo piccolo ...
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La vita comincia domani (pagina 44)
di Guido da Verona (estratti)
... Altro non facemmo in vita che scambiarci nelle ore più forti una rapida stretta di mano ed uno sguardo chiaro, che vedeva la strada fino all'ultima pietra milliare, che non diceva mai: «Férmati» — ma diceva tranquillamente: «Arriverai!» Poichè ti conobbi meglio di chicchessia, risponderò in tua vece a coloro che oggi videro cadere su te la pietra del sepolcro ... Egli vorrebbe solamente insegnarvi a sciogliere questa parola dal suo dolore, dal suo terrore, dall'inutile angoscia ch'essa propaga in ogni giorno della vita; vorrebbe convincervi che la morte non è una cosa triste, poichè il bene ultimo, l'ultima felicità degli uomini è la pace ... Era un profeta, non perchè avesse donato ancora una volta la inconoscibile verità, ma perchè predicava la scienza come la sola religione degna del tempo futuro, come quella che, svincolato il pensiero da ogni teosofia, da ogni metafisica imbastita su ipotesi arbitrarie o su telai di parole ingannevoli, guiderebbe ogni spirito ai limiti della conoscenza ed al sereno amore della vita ...
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La vita comincia domani (pagina 48)
di Guido da Verona (estratti)
... E più forte, fra quei brividi che han nome di rimorso e di paura, la gioia del sentirsi libera le irrompeva nell'anima come un'ondata barbara di felicità, le brillava come un fuoco di stelle sui vertici della vita ... V'è un giorno della vita il quale pare che raccolga in sè la conclusione di tutto quel che si fece, il seme di tutto quello che si farà ... ma, che vuoi? l'uomo, anche il più forte, non può sottrarsi a tutte le catene, a tutte le commedie che intessono la vita ... E attenderemo insieme che nasca il nostro bimbo, quello che noi dovremo amare molto, molto, Novella, perchè gli abbiamo dato più che la nostra vita ...
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La vita comincia domani (pagina 54)
di Guido da Verona (estratti)
... Tutto le assomigliava, tutto proveniva da lei; era nel tempo e nello spazio, nell'attimo e nell'eterno, era l'arteria della sua vita molteplice, era, nel suo mondo negativo, la conclusione sintetica ed immensa che il credente riassume in Dio ... Amandola, questo ribelle, questo anarchico, sentiva di ubbidire; di ubbidire non a lei forse, nè al cieco dominio della sua propria passione, ma quasi ad una legge di natività, immemorabile come la vita, più necessaria e più semplice di tutte l'altre da lui contemplate, — «una legge di dedizione e di generazione, ínsita in tutto ciò che vive, radicata nell'elemento stesso del mondo, la legge per cui tutto continua, la sola che tutto comprende, ciò che veramente è l'anima delle cose, il Dio non creato dagli uomini ... E ripensava più oltre quel che aveva scritto: «O profeti degli errori più diuturni, o conquistatori terribili che volgeste in cenere funeraria la bellezza dionisiaca della vita, non è forse tempo ancora che un Dio più evoluto esca dalle nostre officine? Non è forse tempo ancora che il crogiuolo d'un chimico rivelatore imprigioni per sempre nella materia la favola dei vostri paradisi? «La remota vostra leggenda metafisica servì a creare la morte quale noi oggi la vediamo, ed in ogni cosa che l'uomo toccò, in ogni passo che fece, in ogni respiro d'aria che bevve co' suoi polmoni avidi, trovò questo veleno mesciuto negli elisiri della vita ... La vita non è che l'Oriente verso il quale si cammina, il sole che nascerà domani ... L'inutilità immensa e magnifica di tutte le cose è in questo appunto, che la vita comincia davanti a noi, comincia domani ... Il suo «domani» era ciò che non aveva conosciuto ancora nella veemente sua vita, se non fra distratte avventure, ch'erangli parse lievi all'anima e fors'anche ai sensi come quel rumore di seta scivolante che fa, nel cadere, una gonna slacciata ... La sua missione gli pareva divenuta quasi puerile, al segno da sentirsene stanco e da non saper comprendere più, nemmeno razionalmente, per qual ragione proprio lui, che in fondo era un autocrate, un inutilista, un distruttore, proprio lui che in fondo spregiava tanto gli uomini da sentirsene padrone come d'un branco di pecore, avesse fino allora speso tanti anni della sua vita, e sempre con indefesso amore, con un'abnegazione talora confinante con l'eroismo, per guarire una folla d'estranei, davanti ai quali non compiva che un atto malinconico e faticoso di servitù ... Egli s'era provato ad uscire dal dominio suggestivo delle parole, rompendo la catena dei sensi, ed era giunto a quel segno dove la convenzione cessa, gli estremi si confondono, e tutte le parole che in sè racchiudono un senso antagonistico — piacere o dolore, fede o negazione, dovere o diritto, e più oltre, fino all'ultime: vita o morte — non possono altro rappresentare che un suono di sillabe diverse ...
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La vita comincia domani (pagina 60)
di Guido da Verona (estratti)
... L'edizione andò a ruba; gli altri giornali, usciti a breve distanza l'un dall'altro, furono saccheggiati; la vita cittadina s'interruppe, la strada cominciò a guerreggiare di partigiani e d'avversari ... Tutto ciò era come l'ondata che soverchia la diga ed ogni cosa travolge; accadeva nella vita uniforme d'ogni giorno il tragico fatto clamoroso che innamora e spaventa la folla ... V'eran ancora intorno a lui nemici attenti e gagliardi, persone che di soppiatto avevano spiata la sua ombra, ed apertamente ora si radunavano per abbatterlo dal suo piedestallo, poichè li molestava! Il morto, quegli che la sua mano aveva ucciso, non era più un povero fratello buono ed esausto, ma una moltitudine selvaggia, piena di muscolo e di potenza che dalla violenta strada si avventerebbe contro lui per sopraffarlo, per contendergli la vita, per esercitare contro l'uomo incurvabile una vendetta soffocante ... Ma spegnere la creatura che si ama, la creatura fraterna, indifesa e debole, spegnere l'uomo al quale si darebbe la propria vita serenamente se questo fosse necessario, non vi sembra, o giudici, l'estremo più insuperabile della volontà umana? Uccidere perchè il vostro cervello, nitido, sicuro, vi dice: — «Sì, lo puoi ... Sì, lo devi!» — mentre il cuore convulsamente si rifiuta e mentre sapete, o giudici, che in quell'atto rinnegherete l'intera vostra vita, l'intera opera vostra ... Lo feci, perchè dovetti risolvere da me stesso un dilemma invero terribile: — O affrettare appena l'agonia d'un fratello condannato, o lasciare che finisse con un dramma la vita radiosa e fertile della donna che amavo ... Qui è tutto il problema, o giudici sereni: — Abbiamo noi il diritto, noi che studiammo la morte come una scienza precisa, noi che salvammo tante creature, le quali non appartenevano al nostro cuore, noi che vediamo il segno infallibile delinearsi nella materia moritura, abbiamo noi il diritto, in certi casi, d'impadronirci della morte? E chi me lo vieta, se io non credo nell'uomo divino, come non credo nel miracolo che nessuno mai vide? Perchè dunque rimarrei spettatore neghittoso d'un breve indugio davanti al sepolcro inevitabile, quand'esso deve trascinare con sè, nel suo calamitoso cerchio, un'altra vita gonfia di albore, la quale ambisce a splendere con libertà e con gioia? La natura non m'insegnò a rispettare ciò che vive; tanto meno ciò che muore ...
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La vita comincia domani (pagina 70)
di Guido da Verona (estratti)
... Si era fatto amare abbastanza per trovare intorno a sè una falange di partigiani, serrata e forte, che ovunque lo avrebbe difeso a spada tratta, vita per vita; ormai non gli restava che godere il premio della sua temeraria impunità ... La folla, quella medesima folla ch'era insorta contro il suo nome, ora l'applaudiva; persuasa o meno, egli era stato il più forte; e ciò bastava perchè, secondo la logica della vita, il più forte avesse anche ragione ... Questo era vero nella breve battaglia fra due fuggenti uomini, com'è vero nella storia dei popoli, nelle leggi fondamentali della vita, in tutte le distruzioni, in tutte le creazioni della possibilità umana ... Non era neanche giunto alla pienezza della maturità; aveva trentotto anni, e davanti a sè la vita, come una limpida libera strada ... Persuaso di poter imprimere un segno anche minimo nella storia della conoscenza umana, aveva intesa la vita come un sacerdozio, e, sebbene ciò fosse dissimile dalla sua natura, la spendeva con tenacità in una intensa e buona fatica ... Aveva eretta la Scienza a sola divinità della vita: era persuaso che il Dio lontano fosse, fino ad un certo punto, il potere dell'uomo ...
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La vita comincia domani (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)
... La sua concezione della vita escludeva nel modo più scientifico tutto quanto è miracolo, tutto quanto è rivelazione; escludeva il Dio perpetuo ed immemorabile, che può non nascere nè morir con l'uomo ... Un giorno, in mezzo a tanto volo, gli era accaduto quello che accade all'essere più comune: — s'era innamorato, innamorato fino ad uccidere, — e non più d'un pensiero astratto, ma d'una creatura fugace, lieve, bella, transitoria, d'una forma femminile che s'impadroniva del suo mondo, che pareva radunare in sè le ragioni estreme della vita ... Gli parve che i confini della vita divenissero più angusti, ma più definitivi, e si accorse di aver esclusi da ogni ammissibilità molti principî dei quali non aveva dimostrata in alcun modo la inconsistenza ... Un dubbio interamente soggettivo entrava così nel suo mondo spirituale, poichè infatti, nell'ebbrezza della passione, il piccolo fenomeno della sua propria vita ed il fenomeno parimenti fugace della creatura che amava gli parvero d'un tratto essere divenuti la cosa più vasta, più significante, nell'universo mondo ... Cominciò a ricercare nelle origini, laggiù, dov'era nato l'amore, laggiù, dove per la prima volta, con una tristezza paurosa e crudele, aveva in sogno posseduta la moglie del suo fratello infermo, accorgendosi nel medesimo tempo ch'ella era già ne' suoi sensi, quando ancora con l'animo ne rifuggiva, e l'amicizia era già morta, e la donna era già sua, e la vita subitamente lo assaliva da tutte le parti con un furore incontrastábile ... Anch'ella inconsciamente scordava l'ombra del morto, per difendere, per amare quelli che facevano continuare la implacabile vita ...
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La vita comincia domani (pagina 72)
di Guido da Verona (estratti)
... figlio, eran legati, avvinti l'uno all'altra per intera vita ... Li avevano lasciati soli, mentre di là v'eran il medico, la levatrice, le domestiche, l'intera famiglia radunata intorno alla culla, e già tutti eran curvi su quella debole incominciante vita, come se il nascere fosse ancora un miracolo che stupefacesse i vivi, e come se davanti al vagito d'una creatura nascente fosser cosa di ben lieve importanza tutte l'altre voci che provengono dal confuso agitarsi del mondo ... Una volta di più il divino esulava dalla materia ; l'uomo non era che il tramite aleatorio traverso il quale passa la corrente inestinguibile della vita; il figlio, appena concepito, impoveriva già la sua madre; nascendo, incominciava ad ucciderla ... Davanti a quel primo vagito, a quel primo brancolare nella luce d'una creatura da poco respirante, essi, che l'avevano generata, esaurivano sostanzialmente la lor ragione d'essersi amati, finivano di ubbidire alla volontà naturale della materia, trasmettevan nella forza d'un cuore più celere il già morente fuoco delle lor vene, quasichè la lor concorde ragione di vivere fosse trapassata in quel più giovine spirito, e la vita camminasse oltre, immemore, sopra la loro subitanea vecchiezza ... Se tale infatti è il mondo, qual'esso appare all'uomo che avvedutamente lo guardi, come potremmo ancora senza tedio accingerci a pensare, a volere, ad amare, ad irrompere insomma con tutta quella ingordigia ch'è nostra nei dominii della vita? Se una tale inutilità sovrasta ogni meta, perchè mai l'uomo si affaticherebbe ad essere qualcosa più che un rassegnato gauditore di gioie distruttibili? O forse la materia è così prodigiosa, ch'essa ci salva persino dal nostro medesimo pensiero, e quanto più la nostra mente s'accanisce a distruggere il senso del vivere, tanto più l'istinto illogico ed imperioso della nostra vitalità ci sospinge ad amare con ebbrezza quello che pur vediamo essere un nulla? ... Ma ora, lontanata la guerra, egli sentiva una ripugnanza invincibile della sua frode; perchè, se l'uomo può mentire in un giorno di pericolo, non deve, non può, tutta la sua vita vivere nella menzogna ...
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La vita comincia domani (pagina 73)
di Guido da Verona (estratti)
... Verso la primavera si sarebbero sposati, ed ora veramente, senza ombra di rimorso, vedeva la vita splendere davanti a sè come una striscia di sole ... Lontano da lei, la vita mutava colore ... Da quando ella era con lui, così intima nella sua vita, gli aveva insegnato ad amare i suoi piccoli capricci femminili, ai quali egli s'arrendeva sorridendo ... Tutte queste cose infatti cominciavano con divenire anche a lui quasi necessarie, cominciavano con occupare un posto notevole nella sua vita severa ...
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La vita comincia domani (pagina 74)
di Guido da Verona (estratti)
... Era stanco, in un modo profondo, e forse dell'intera sua vita; stanco della strada per la quale aveva camminato fino allora, — e, non sapeva il perchè, ma stanco insieme del suo proprio cervello ... » — ecco quello ch'era divenuto assolutamente estraneo al suo mondo; non capiva più come si potesse spendere la vita per « gli altri » ... Andrea Ferento aveva cantato il «Dio che muore con l'uomo», aveva creduto nella passante Inutilità della vita; come tutti i sognatori, come tutti gli apostoli, aveva rifiutato di piegare la sua dura fronte sotto il peso delle inevitabili obbedienze umane ... Un giorno, a mezzo del cammino, gli era stato necessario di sopprimere, di chiamare a sé, per anticiparle un dono, «la pallida alleata, Morte»; — e, sicuro d'averne il diritto, reso incolpevole dalla sua temerità, uomo contro uomo, vita contro vita, sereno, implacabile, aveva ucciso ... Ecco: a biasimarlo, in lui non s'era levata la voce oscura d'un Dio; a incatenare il suo polso libero non era bastata la forza vindice dei poteri sociali; sopra il suo delitto travolto la vita rifluiva, come sopra la diga sommersa il fiume barbaro ... E tuttavia, da quel giorno, qualcosa d'inafferrabile era entrato a disordinare la sua mente; la terra da quel giorno brulicava davanti agli occhi suoi d'infinite agonìe; sopra tutte le speculazioni del pensiero appariva, scaturiva chiaramente una verità essenziale, non facile ad esprimersi con parole, per quanto essa brilli e traspaia da ogni cosa viva: — e cioè, nell'immanenza perpetua dell'anima universale», insoffocábile divinità che tutto compénetra il senso della vita e della morte ... Per lui, medico, per lui, apostolo della vita, quest'alleanza era tradimento ... Se veramente, com'egli aveva concluso, la vita era un fatto aleatorio ed inutile, si doveva poterla sopprimere senza udire nell'eco interiore dell'essere quel grido universale che si eleva dalla materia lesa, contro l'atto che uccide ...
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La vita comincia domani (pagina 76)
di Guido da Verona (estratti)
... Non aveva più che un sogno: infrangere con quel rito anniversario l'ultimo anello della catena, poi, trascorso alcun tempo, essere finalmente sua, sua per sempre, legata, vincolata con lui fino all'ultimo giorno della vita ... Egli le aveva comunicata quella decisione con parole semplici: — «Era stanco, si era fatto troppo rumore intorno al suo nome; già da lungo tempo aveva desiderato di ritirarsi a vivere per lei sola e con lei sola, fors'anche lontano di lì, ricominciando la vita ... L'uomo che aveva ucciso, nel tornare incontro al suo delitto sentiva nascere in sè, proprio nel fatto intrinseco della sua vita, una dissimiglianza, un antagonismo con quanto era principio e continuazione di vita ...
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La vita comincia domani (pagina 79)
di Guido da Verona (estratti)
... Quanto sole, quanto sole a perdita d'occhio, su la magnificenza della vita! ... Aveva lottato per uccidere — e di questo era stato capace; aveva lottato per nascondere il suo delitto — e di questo era stato capace; aveva lottato prima di distruggere la sua magnifica vita in un fiero esilio — e di questo era stato capace ... Egli era dunque rimasto, fra le rovine d'ogni altra certezza, davanti al suo grande amore; i culti positivi, che aveva liberalmente professati nella vita, erano insorti con ribellione davanti a quel primo atto di vera libertà; rimaneva una sola cosa che non era distrutta nel mondo: l'amore ...
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La vita comincia domani (pagina 82)
di Guido da Verona (estratti)
... mai più indietro, verso la nostra vita che finì ... Tu non sei fra quegli uomini che davvero possono rinunziare alla vita; fra poco avrai nuovamente bisogno d'esser forte com'eri, buono ed operoso com'eri ... Quando mi dicesti che abbandonavi l'Università, la Clinica, i tuoi libri, nulla feci per impedirtelo, ma pensai: — «Tutto questo ricomincerà in una vita nuova, ed io stessa gli dirò: «Andiamo ... » Un colore di vita brillò su la fronte dell'uomo che non poteva essere un vinto ... Lo avevo già condannato a spegnersi, avevo già cominciato ad impadronirmi della sua vita ...
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La vita comincia domani (pagina 83)
di Guido da Verona (estratti)
... Era ciò che di più bello aveva creato l'uomo: sè stesso; era finalmente la ragione magnifica della vita, la guisa di non morire ... — mi dice ridendo; — la vita comincia domani ... «Cammina: la vita comincia domani, domani, domani ...
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Marocco
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Qui ferve ancora la vita affrettata, rumorosa e splendida delle città europee; e un viaggiatore di qualunque parte d’Europa sente l’aria della sua patria nella comunanza d’una infinità d’aspetti e di consuetudini ... A tre ore di là, il nome del nostro continente suona quasi come un nome favoloso; cristiano significa nemico, la nostra civiltà è ignorata o temuta o derisa; tutto, dai primi fondamenti della vita sociale fino ai più insignificanti particolari della vita privata, è cambiato; e scomparso fin anche ogni indizio della vicinanza d’Europa ... L’andatura, gli atteggiamenti, il modo di guardare, tutto è novo per noi; tutto rivela un ordine di sentimenti e d’abitudini affatto diverso dal nostro; una tutt’altra maniera di considerare il tempo e la vita ... In questo piccolo spazio si concentra tutta la vita di Tangeri, che è la vita d’un villaggio ...
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Marocco (pagina 3)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Di due suoi amici che avevo interrogati prima di partire, uno m’aveva assicurato ch’era un uomo capace d’andare a cavallo da Tangeri a Tumbuctù, senz’altra compagnia che un paio di pistole; l’altro aveva biasimato la sua pessima abitudine di rischiare la propria vita per salvare quella degli altri ... Ma la gente, la vita di questa casa mi riuscì affatto nuova ... L’agricoltura, oberata di balzelli, vincolata nell’esportazione dei prodotti, non curata che quanto richiedono le prime necessità della vita, è decaduta a segno da non meritar quasi il nome d’arte ...
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Marocco (pagina 55)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Questa che meniamo qui non è vita ... E poi non si dimentica mai la religione in cui s’è nati, le chiese dove nostra madre ci condusse a pregare, i suoi consigli, il tempo più bello della nostra vita ... Dopo una passeggiata d’un’ora, son tornato a casa pieno di malinconia, e ho passato parecchie ore nella mia stanza, col viso all’inferriata e gli occhi fissi su gli alberi sgocciolanti del giardino, pensando a un povero corriere che forse in quei momenti passava a nuoto, a rischio della vita, il Sebù ingrossato, stringendo fra i denti una borsa di cuoio con dentro una lettera di mia madre ... L’inglese Drummond Hay, uscendo una mattina da una porta di Tangeri, vide un drappello di soldati che trascinavano verso il macello degli ebrei due prigionieri legati per le braccia e per la vita ... I soldati gridarono con voce fioca:—Dio prolunghi la vita del nostro signore e padrone!—Ma parecchi di essi parevano istupiditi dal terrore ...
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Marocco (pagina 56)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Nessun dubbio che questo popolo è dotato di mirabili attitudini, e che le industrie sue piglierebbero un grande incremento, come lo piglierebbe l’agricoltura, che fu già fiorentissima, se le desse vita il commercio; ma il commercio è inceppato dalle proibizioni, dalle restrizioni, dai monopoli, dalle tariffe eccessive, dalle modificazioni continue, dalla inosservanza dei trattati; e benchè gli Stati d’Europa abbiano molto ottenuto in questi ultimi anni, esso non è ancora che piccolissima cosa appetto a ciò che diventerebbe agevolmente, grazie alla ricchezza naturale e alla posizione geografica del paese, sotto un governo civile ... Qualche volta, messo a questi ferri, anche Giobbe direbbe la sua; ma vengon poi le calde strette di mano, i dolci sorrisi, le dimostrazioni d’una simpatia irresistibile e d’un affetto che non si spegnerà che colla vita ... L’affare più duro è quello del grosso moro Scellal, e si dice che ne dipenda la sorte di tutta la sua vita: perciò egli è nel palazzo a tutte le ore, ravvolto nel suo ampio caic, inquieto, pensieroso, qualche volta colle lagrime agli occhi, e tien sempre fisso sull’Ambasciatore uno sguardo supplichevole, che par quello d’un condannato a morte che domandi la grazia ...
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Marocco (pagina 60)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... * * * Da qualche giorno, passeggiando per Fez, mi si affaccia alla mente con una persistenza ostinata l’immagine d’una grande città americana, alla quale accorre gente da ogni parte del mondo, una di quelle città che rappresentano quasi il tipo a cui tutte le città nuove si vanno lentamente informando, e la cui vita è forse un esempio di quello che sarà fra un secolo la vita di tutte; una città la cui immagine non si può presentare a nessun europeo, accanto a quella di Fez, senza farlo sorridere di pietà, tanto è grande la distanza che le separa sopra la via del progresso umano ... Un gran numero di famiglie vivono negli alberghi, vita che condanna la donna alla solitudine e all’ozio ... maturano rapidamente e si preparano fin dall’infanzia alle fatiche e alle lotte della vita sovreccitata, aspra e avventurosa che li aspetta ... La vita dell’uomo non è che una sola e lunga campagna, un seguito non interrotto di combattimenti, di marcie e di contro-marcie ... E la donna soffre di questa vita anche più del marito ...
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Marocco (pagina 62)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Malgrado ciò, e la varietà delle vedute, questa popolazione tutta d’un colore e senza distinzione apparente di ceto, questo non sentir mai altro rumore che un eterno fruscìo di pantofole e di cappe, queste donne velate, queste case cieche e mute, questa vita piena di mistero finisce per tediar mortalmente ... Col calar della notte, cessa ogni commercio, ogni movimento, ogni segno di vita; Fez non è più che una vasta necropoli, dove se si sente per caso una voce umana, è l’urlo d’un pazzo o il grido d’un assassinato; e chi volesse andare a zonzo a ogni costo, dovrebbe farsi scortare da una pattuglia coi fucili carichi e da un drappello di falegnami, i quali ogni trecento passi buttassero giù una porta che sbarra la strada ... E queste notizie, e quello che vedo ogni giorno, e la vita singolarissima che vivo qui, mi danno poi nella notte dei sogni così stranamente intricati di teste recise, di deserti, d’arem, di prigioni, di Fez, di Tumbuctù, di Torino, che la mattina mi sveglio con un caos inesprimibile nella testa, e per qualche momento non raccapezzo più in che mondo mi sia ... * * * Di quante figure belle, grottesche, orribili, buffe, stranissime, mi rimarrà la memoria per tutta la vita! Ne ho la testa affollata, e quando son solo me le faccio passare dinanzi ad una ad una, come le figure d’una lanterna magica, con un piacere che non so esprimere ... Passa una bellissima morina di dieci anni, coi capelli sciolti giù per le spalle, vestita d’una camicia bianca stretta alla vita da una ciarpa verde, la quale spenzolandosi dal parapetto d’una terrazza per saltare sulla terrazza di sotto, la camicia le si attaccò alla punta d’un mattone e restò su, lasciando molti segretini all’aria aperta; ed essa, che sapeva d’esser guardata dal palazzo dell’Ambasciata, e non poteva più nè risalire nè scendere, si mise a strillare come una disperata, e tutte le donne della casa accorsero smascellandosi dalle risa ...
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Marocco (pagina 66)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Infine è un sentimento di piacere vivissimo pensando che in questo paese mi son formato nella testa un altro mondicino, popolato, animato, pieno di nuovi personaggi che mi vivranno nella mente per tutta la vita, che evocherò a mio piacere, e m’intratterrò con essi, e mi parrà di rivivere in Affrica ... quello che mi espresse il negoziante moro per dimostrarmi la vanità di questo grande affaccendarsi dei popoli civili a studiare, a cercare, a scoprire; e allora questo bel viaggio non mi par più che il passaggio rapidissimo d’una bella scena in uno spettacolo d’un’ora, che è la vita; e la matita mi cade di mano e mi piglia un nero sconforto ... Ah! la voce di Selam che mi chiama! Si parte dunque! Si ritorna alla tenda, alle cariche guerriere, alle grandi pianure, alla gran luce, all’allegra e sana vita dell’accampamento ... MECHINEZ Dopo ventiquattro giorni di vita cittadina, la carovana mi fece l’impressione viva d’uno spettacolo nuovo ...
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Marocco (pagina 74)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ah! se m’avessero visto, in quel breve tragitto, l’Ussi e il Biseo! Quanto dovevo esser pittoresco io, rappresentante d’Italia in groppa a una mula, con una ciarpa bianca attorcigliata intorno al capo, seguito dal mio stato maggiore composto d’un cuoco in maniche di camicia, di due marinai armati di bastone e d’un moro stracciato! O arte italiana, quanto hai perduto! Arzilla, Zilia dei Cartaginesi, Julia Traducta dei Romani, passata dalle mani di questi in potere dei Goti, saccheggiata dagl’Inglesi verso la metà del decimo secolo, rimasta per trent’anni un mucchio di sassi, poi rifabbricata da Abd-er-Rhaman ben Alì califfo di Cordova, posseduta dai Portoghesi e ripresa dai Marocchini, non è più che una cittaduzza di poco più di mille abitanti tra mori ed ebrei; circondata, dalla parte di terra e dalla parte di mare, da alte mura merlate, che cadono in rovina; bianca e quieta come un chiostro, e improntata, come tutte le altre piccole città maomettane, di quella ridente malinconia, che fa pensare al sorriso d’un moribondo, il quale goda di sentirsi mancare la vita ... La sera, sul tramonto, arrivò l’Ambasciatore, che venne all’accampamento attraversando la città; e ho ancor vivo dinanzi agli occhi lo spettacolo di quella bella cavalcata piena di colori e di vita, che uscendo da una gran porta merlata, s’avanzava in un pittoresco disordine, lungo la riva dell’Oceano, gettando sulla sabbia rosata dal crepuscolo, le sue lunghissime ombre nere; e risento la tristezza che provai in quel momento dicendo tra me:—Peccato! Peccato che questo bel quadro si debba dissolvere, questo bel quadro che contiene tant’Affrica e tanta Italia, tanti lieti pronostici e tante care memorie!—E là infatti si può dire che terminasse il nostro viaggio, poichè la mattina seguente ci accampavamo a Ain-Dalia, e due giorni dopo rientravamo in Tangeri, dove la carovana si scioglieva in quella medesima piazzetta del piccolo mercato, da cui due mesi prima era partita ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 2)
di Emilio De Marchi (estratti)
... infonde energia, quando c'è uno scopo nella vita; ma io, al contrario, chi sa perchè? mi sentivo stracco, svogliato, isolato nel mondo, come se colla morte del povero Battista mi fosse morto un braccio ... Mi sedevo su una banchina a guardar l'erba e gli scherzi che fanno le ombre delle frasche sul terreno, collo sguardo perduto sul Milano pieno di case e di campanili che mi stava davanti, immerso in un mare di riminiscenze nelle quali entrava il povero Battista, la zia di Valmadrera, le trappole, il vin bianco, la vita e la morte; finchè, gira e rigira, il pensiero, quasi trascinato dalla sua corrente, andava a fermarsi sull'insegna vistosa dell'Ombrellino rosso, che vedevo ballar sotto gli occhi come una fiamma, come un girasole; e me ne sentivo fin rossa o calda la faccia ... La vita senza occhi adesso mi pareva meno buia della vita senza Paolina ... Era vestita di bianco, tranne un brutto nastro di lutto in vita e piccole fettuccie nere sulle spalle; ma su quel bianco e su quel nero spiccava la testolina d'angioletto coi riccioli d'oro ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 10)
di Emilio De Marchi (estratti)
... La sua vita era la sintesi delle dolorose battaglie e delle sconfitte che aspettano ogni anima che voglia uscire dalla volgarità delle cose ... Quando dall'alto d'una collina il suo sguardo girava sulla vasta campagna, egli poteva dire:—Tutto questo è mio, perchè la ricchezza vera non è nel possesso delle cose, ma nel possesso d'una coscienza che si eleva dal fango dei volgari interessi e conquista l'ideale d'una vita libera e contemplativa ... Si trovò perduta in mezzo ai sacelli di zucchero e di caffè come in una landa sterile e brulla che doveva percorrere per tutta la vita ... Rastignac parlava una parola che essa anelava da un pezzo di udire, che le pareva di aver udito altro volte ne' bei sogni della giovinezza, quando la vita è un sogno e l'amore una rugiada ...
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Orfeo
di Angelo Poliziano (estratti)
... ANGELO POLIZIANO A MESSER CARLO CANALE SUO SALUTE Solevano i Lacedemonii, humanissimo messer Carlo mio, quando alcuno loro figliuolo nasceva o di qualche membro impedito o delle forze debile, quello exponere subitamente, né permettere che in vita fussi riservato, giudicando tale stirpa indegna di Lacedemonia ... Ma vedendo che e voi e alcuni altri troppo di me amanti, contro alla mia volontà in vita la ritenete, conviene ancora a me havere più rispetto allo amor paterno e alla voluntà vostra che al mio ragionevole instituto ... Portate, venti, questi dolci versi drento all'orecchie della donna mia: dite quante io per lei lacrime versi e la pregate che crudel non sia; dite che la mie vita fugge via e si consuma come brina al sole ... Aristeo ad Euridice: Non mi fuggir, donzella, ch'i' ti son tanto amico e che più t'amo che la vita e 'l core ... Ella fuggiva l'amante Aristeo, ma quando fu sopra la riva giunta, da un serpente venenoso e reo ch'era fra l'herb'e fior, nel piè fu punta: e fu tanto possente e crudo el morso ch'ad un tratto finì la vita e 'l corso ... O cielo, o terra, o mare! o sorte dira! Come potrò soffrir mai dolor tanto? Euridice mia bella, o vita mia, senza te non convien che 'n vita stia ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 17)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Ho sempre amato mio fratello come una madre, l'amo ancora con un senso di dovere materno, teneramente, direi che la mia vita esterna gli appartiene ancora tutta, che gli potrei sacrificare anche la gioia di veder Lei; ma la mia vita interna, quella che non dipende dalla mia volontà, appartiene a Lei ... "Je crois que non" mormorò egli malgrado sè, in una vertigine, pallido come se gli mancasse la vita ... Si sentiva una furiosa voglia di cinger con un braccio la vita di Jeanne e trascinarla fuori, all'aperto, di correre l'erbe dei prati, gli oliveti, le cime dei colli, gridando al cielo la sua libertà e la sua gioia ... Rideva in pari tempo, internamente, della propria voglia folle, tremava di tradirsi, si comprimeva nel petto la nuova intensa vita ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 39)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Supponeva che Maironi facesse gite frequenti a Brescia; non possedeva egli grandi poderi nel Bresciano? Pigiò molto su questi grandi poderi e poi toccò dei fastidi della vita cittadina, della sorte beata di chi può vivere sulle proprie terre occupandosi di esse, studiando, magari anche sognando un poco! E qui mise a posto una delle sue risatine discrete ... Vita doctrix! Frequenti un poco di più la scuola della vita, ma proprio da scolaro che sta sul banco ad ascoltare e guardare ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 52)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... governante dimorarono a Oria, stentando la vita egli a Torino e loro qui ... Son lettere piene di vita e di freschezza, specialmente quelle di mia madre, che mi hanno fatto spesso sorridere per certi tocchi di vivace comicità, per certi schizzi di figure umane tanto vive ch'ella vi butta giù alla brava, senza pretese, mentre mio padre adopera un linguaggio più letterario ... Ma quanta vita nella sua fede, quanta purezza, quanto calore, quanto umile, tenero amore per la sua compagna incredula! Niente la superbia di chi si pretende solo possessore della verità; fede, semplice fede, fede di uno che crede come una pianta piega verso il sole, perchè non potrebbe fare altrimenti ... La prima delle due carte era di affari, molto importante, tale da poter influire profondamente sulla mia vita ...
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Ricordi di Parigi (pagina 8)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... In mezzo ai mobili di mille forme sconosciute, di legno di rosa o di legno di ferro, intarsiati di avorio o di madreperla, cesellati con una pazienza prodigiosa, si rizzano i baldacchini purpurei, i paraventi dipinti di giardini misteriosi, i parafuochi ricamati di farfalle argentee e di uccelli dorati, le pagode a sette piani coperte di chimere e di mostri, i chioschi snelli dai tetti arrovesciati e frangiati, su cui spenzolano dalla vôlta le enormi lanterne fantastiche, simili a tempietti aerei d'oro e di corallo, fra le pareti coperte di grandi stendardi di seta gialla ornati di caratteri cabalistici di velluto nero; dai quali, abbassando lo sguardo, si ritrovano le portantine delle dame, i bottoni dei mandarini, le scarpette ricurve, le pipe da oppio, le bacchettine da riso, i bizzarri strumenti di musica, e immagini della vita chinese d'ogni tempo e d'ogni ceto, che appagano cento curiosità, svegliandone mille, e metton la testa in tumulto ... Di qua, le pietre preziose della Siberia, i grandi blocchi di malachite dell'Ural, gli orsi bianchi, e la volpe azzurra, le stufe enormi, le stoffe porporine di Mosca, mille scene dipinte della vita russa, intima e grave, e saggi ingegnosi di nuovi metodi d'insegnamento, che rivelano una cultura fiorente; di là, i vestiarii briganteschi e splendidi del Caucaso, i pugnali e i gioielli barbarici, e un barlume del cielo di Tartaria e un riflesso del sole di Persia; e poi l'oreficeria e la ceramica dall'impronta bizantina, fra cui brillano i grandi piatti di mosaico a fondo d'oro, nuova gloria di Mosca: una esposizione varia e tumultuosa che conduce il pensiero a salti, d'oggetto in oggetto, dalle rive della Vistola alla muraglia della China, e lascia quasi sgomenti dinanzi all'immagine dell'Impero smisurato e deforme ... Figuratevi da una parte le pelli degli orsi bianchi uccisi dai navigatori danesi in mezzo ai ghiacci polari, dall'altra i tappeti fatti a mano dalle belle fanciulle brune nei villaggi irradiati del Peloponneso; di qui i legni della foresta di Dodona, di là gli zoccoli delle grosse contadine di Fionia; a destra i marmi delle miniere del Laurium, che rammentano le glorie dello scalpello antico; a sinistra le reti dei pescatori del Baltico, che fanno sentire nella mente echi lontani di canzoni pie e melanconiche; e dirimpetto alle immagini degli oggetti ritrovati negli scavi delle terre famose, di fronte alla poesia delle rovine immortali e delle ceneri glorificate dal mondo, i visi pacati, i costumi semplici, le feste patriarcali di un popolo grave e paziente, industrioso ed economo, che ispira l'amore del lavoro tranquillo e della vita oscura e raccolta ... Di là dalla Danimarca, s'apre un nuovo infinito orizzonte, dinanzi al quale il visitatore si arresta, e gli balenano alla mente i pampas sterminati, le tempeste di sabbia, i nembi di cavallette, gli armenti innumerevoli, i viali deserti fiancheggiati da monumenti titanici di pietra, e le foreste senza fine e le immense valli solitarie su cui sorge appena l'aurora della vita umana, e qua e là, dietro un velo di nebbia, faccie mostruose e stupefatte, di Incas, che tendon l'orecchio agli squilli vittoriosi della civiltà che s'avanza ...
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Ricordi di Parigi (pagina 13)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Un tale dice:—Belle pagine di giornale illustrato!—Ma l'aria dei boulevards si respira, l'umidità del Tamigi si sente, l'ora s'indovina, i visi si riconoscono, tutta quella vita si vive ... La storia, la leggenda, la mitologia, il cristianesimo, l'epopea napoleonica e la vita mondana, il ritratto, la miniatura e il quadro smisurato; l'audacia pazza e la pedanteria fradicia; c'è ogni cosa; ma sopra tutto una ricchezza grande d'invenzione e di pensiero, che rivela l'aiuto potente d'una letteratura immaginosa e popolare, d'un sentimento drammatico vivo e diffuso, e della vita varia, piena, appassionata, tumultuosa d'una metropoli enorme ... Poi si succedono i ritratti pieni di vita e di forza ...
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Ricordi di Parigi (pagina 15)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Il foglio di carta esce in buste da lettera, lo spago in corde, il bronzo in medaglie, il filo di ottone in spille, il filo di lana in calze, il pezzo di legno in frammenti di mobili; la ricamatrice svizzera ricama con trecento aghi, il papirografo inglese riproduce trecento esemplari d'un manoscritto, la macchina dei saponi taglia i cubi, gl'involta e li pesa; la macchina del Marinoni mette fuori i giornali piegati; le gigantesche filatrici di Birmingham e di Manchester lavorano accanto alle macchine d'estrazione delle miniere; la grande macchina da ghiaccio getta il suo furioso soffio gelato in mezzo agli aliti di fuoco delle macchine da gaz; altre lavorano i diamanti, altre lacerano e torcono il metallo come una pasta, altre lavano, raffinano, travasano, disegnano, dipingono, scrivono; in ogni parte freme una vita meravigliosa ed orribile di mostri di cento bocche e di cento mani, che irrita i nervi, introna le orecchie e confonde l'immaginazione ... Fra le grandi membra di tutti questi lavoratori smisurati, s'agita come una vita segreta un indescrivibile lavorio di rotine che sembrano immobili, di seghe che paion fili, di congegni delicatissimi e quasi invisibili, che vibrano, tremano, trepidano, e ingigantiscono ancora, col paragone della loro umile piccolezza, le ruote enormi, le cerniere colossali, le caldaie titaniche, le correggie spropositate, le gru, gli stantuffi, i tubi mostruosi, che si slanciano in alto come colonne monumentali, e si succedono in una fila senza fine, presentando l'aspetto di non so che bizzarra e deforme città di metallo, in cui si dibatta fra le catene una legione di dannati o di pazzi ... Ma anche l'uomo lavora; un gran numero di donne cuciscono colle macchinette; intorno alle grandi macchine vigilano degli operai, e meccanici e artefici di tutti i paesi, vestiti trascuratamente, osservano, notano, si caccian per tutto, fra gli stantuffi e le ruote, a rischio della vita; fra i quali si vedono qua e là delle faccie scarne e pallide, ma piene di vita, su cui lampeggia una volontà di ferro e un'ambizione implacabile ...
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Ricordi di Parigi (pagina 17)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Mille ingegni eletti, in varii tempi, non brillarono d'altra luce che del riflesso del suo genio; altri, attratti nella sua orbita, sparirono nel suo seno; altri s'affaticarono inutilmente, tutta la vita, per levarsi dalla fronte l'impronta ch'egli v'aveva stampata ... Ed egli è ancora pieno di vita, di forza, d'idee, di disegni, ed annunzia ogni momento la pubblicazione d'un'opera nuova ... Chi non ha fatto mille volte quest'osservazione? In alto v'è quel suo eterno ciel bleu che ricorre ad ogni pagina, i firmamenti mille volte percorsi, gli astri continuamente invocati, gli angeli, le aurore, gli oceani di luce, mille sogni e mille visioni della vita futura, un mondo tutto ideale, in cui egli si sprofonda come un estatico, trasportando con sè il lettore abbarbagliato e stordito; e sotto, dei mari neri e tempestosi, tenebre su tenebre, la sua eterna ombre, i suoi abîmes, i suoi gouffres, il bagno, la cloaca, la corte dei miracoli, il carnefice, il rospo, la putredine, la deformità, la miseria, tutto quanto v'ha di più orribile e di più immondo sopra la terra ... Riandate rapidamente tutte le sue creazioni: esse lasciano l'impressione d'un'enorme epopea di frammenti, che risale da Caino a Napoleone il grande, e una memoria confusa di amori divini, di lotte titaniche, di miserie inaudite, di morti orrende, viste come a traverso a una bruma paurosa, rotta qua e là da torrenti di luce, in cui formicola una miriade di personaggi metà creature reali e metà fantasmi, che sconvolgono l'immaginazione, Tutte le opere sue son come colorate dal riflesso d'una vita arcana ch'egli abbia vissuta, altre volte, in un mondo arcano, al quale par che alluda vagamente ad ogni pagina, e alle cui porte s'affaccia continuamente, impaziente dei confini che gli sono assegnati sulla terra, Una fantasmagoria immensa di cose ignote all'umanità par che lo tormenti di continuo, come una visione febbrile ...
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Ricordi di Parigi (pagina 19)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... affaticate, tormentate, astruse, in cui volendo esprimere l'inesprimibile, tenta da tutte le parti il proprio concetto, e accumula metafore su metafore, paragoni su paragoni, e ricorre inutilmente al suo misterioso linguaggio di tenebre e di luce, d'ombre e d'abissi, di inconnu e di insondable, e tutta la sua fortissima e ricchissima lingua non basta a render nemmeno una pallida idea di quel non so che di immane e di mostruoso che ha nel capo; in quelle pagine i freddi pedanti trovano con gioia una presa assai facile alla critica che distrugge e deride; ma l'anima dell'artista vi sente l'anelito del titano che lotta con una potenza sovrumana, e assiste a quegli sforzi poderosi con un sentimento di stupore e di rispetto, come a uno di quegli spettacoli in cui un uomo rischia la vita ... Egli v'afferra di nuovo, vi soggioga, siete suoi, rivivete in lui per un altro periodo della vostra vita ... In momenti solenni della vita, accanto al letto d'un moribondo, durante una grande battaglia della coscienza, i suoi versi ripassano per la mente, come lampi, e risuonano all'orecchio consigli d'un amico affettuoso e severo che ci dica:—Sii uomo!—Poichè egli ha tutto sentito, tutto compreso e tutto detto; ha le disperazioni tremende e le rassegnazioni sublimi; non v'è dolore umano a cui non abbia detto una parola di conforto; non c'è sventura al mondo su cui non abbia fatto versare delle lagrime ...
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Ricordi di Parigi (pagina 31)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Arrivato a questo punto lo Zola tagliò corto, ma capii da certi lampi de' suoi occhi e da certi suoi stringimenti di labbra, che quello dev'esser stato un periodo tremendo della sua vita ... Visse in mezzo alla povera gente, abitò in parecchie di quelle case operaie che descrisse poi maestrevolmente nell'Assommoir;—in una, fra le altre, dove stavano trecento operai dei più miserabili;—studiò il vizio e la fame, conobbe delle Nana, faticò, digiunò, pianse, si perdette d'animo, lottò con coraggio; ma infine il suo carattere si fortificò in quella vita, e ne uscì armato e preparato alle battaglie che lo aspettavano nella grande arena dell'arte ... Questa è la sua prima vita d'uomo ... La sua prima vita letteraria non è meno singolare, ed egli la espose colla medesima franchezza, continuando a giocare col pugnaletto ... Nel Musset non si vede chiaramente che cosa abbia attinto, se non è il sentimento di certe finezze voluttuose della vita signorile, ch'egli esprime però senza compiacenza, da artista profondo, ma freddo ...
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Ricordi di Parigi (pagina 35)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Gli domandai se aveva fatto pure degli studi così accurati e così pratici per descrivere la vita delle halles, le botteghe di formaggi, il lavoro delle stiratrici, le discussioni del Parlamento, le ribotte degli operai ... Egli farà un romanzo in cui descriverà la vita militare francese, com'è ... Poi un altro romanzo: le lotte dell'ingegno per aprirsi una strada nel mondo, un drappello di giovani che vanno a cercar fortuna a Parigi, la vita giornalistica, la vita letteraria, l'arte, la critica, la miseria in abito decente, le febbri, le disperazioni e i trionfi del giovane di genio, divorato dall'ambizione e dalla fame: una storia in cui riverserà tutto il sangue che uscì dalle ferite del suo cuore di vent'anni ...
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Ricordi di Parigi (pagina 36)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... sentirà, come un accompagnamento musicale, lo strepito di quella vita precipitosa, e vi sarà l'amore nel vagone, l'accidente nella galleria, il lavoro della locomotiva, l'incontro, l'urto, il disastro, la fuga; tutto quel mondo nero, fumoso e rumoroso, nel quale egli vive col pensiero da lungo tempo ... Passata la febbre dei primi giorni, quando si comincia a entrare un po' addentro a quella vita tumultuosa, si prova un disinganno, come al vedere la città la mattina per tempo, mentre è ancora scarmigliata e insonnita ... E così dopo qualche mese di vita parigina si dice:—Questa è Parigi? Ma i primi mesi sono bellissimi, in specie per i cambiamenti che seguono in noi ... Si prova subito un raddoppiamento d'attività fisica per effetto del raddoppiamento di valore del tempo, e l'orologio, fino allora sprezzato, assume la direzione della vita ... La vita sensuale e la vita intellettuale si intrecciano così sottilmente, e ci allacciano la giornata in una rete così fitta di piaceri e di pensieri, che non è più possibile stricarsene ... In capo a pochi giorni ci troviamo nelle condizioni d'ogni buon «borghese» parigino: scambiamo cioè per dottrina e per spirito nostro tutta la dottrina e tutto lo spirito che ci corre intorno, tanto sentiamo nel serra serra di quella moltitudine che si rimescola vertiginosamente, il calore e il palpito della vita di tutti ... Si sentono come i fumi d'un vino traditore, che salgono a grado a grado alla testa; un'irritazione voluttuosa, provocata dalla furia di quella vita, dallo sfolgorio, dagli odori, dalla cucina afrodisiaca, dagli spettacoli eccitanti, dalla forma acuta in cui ogni nuova idea ci ferisce; e non è passato un mese, che quel ritornello eterno di tutte le canzonette,—la bella donnina, il teatro e la cenetta—ci s'è piantato nella testa tirannicamente, e tutti i nostri pensieri gli battono le ali dintorno ... Abbiamo già dinanzi un altro ideale di vita, da quello che avevamo arrivando, più facile allo spirito, più difficile alla borsa, verso il quale la nostra coscienza ha già fatto, prima che ce n'accorgiamo, mille piccole transazioni codarde ...
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Ricordi di Parigi (pagina 37)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Certi stati d'animo, in fatti, brevi, ma deliziosi, sono specialissimi di quella vita: come è passare in carrozza per una delle strade più splendide e più rumorose, verso sera, sotto un bel cielo azzurro lavato di fresco da un temporale di primavera, pensando che ci aspetta dopo la corsa una bella mensa coronata di spalle bianche e tempestata di frizzi, e dopo la mensa, una nuova commedia dell'Augier, e poi un'ora in un crocchio d'amici colti ed amabili al caffè Tortoni, e in fine, a letto, un capitolo d'un nuovo romanzo del Flaubert, tra riga e riga del quale penseremo già alla gita che faremo a Saint-Cloud la mattina seguente ... Non l'ora, ma il quarto d'ora è pieno di promesse misteriose e d'indovinelli, che tengono l'animo sospeso nella speranza di qualche cosa d'impreveduto: supremo alimento della vita ... Ma poi dalla cassettina dei liquori spiccia anche per noi uno zampillo dell'eloquenza argentina dei conviti, e un piccolo trionfo riportato là, in quella terribile arena, ci pare il primo trionfo legittimo della nostra vita ... Il tempo vola, non vogliamo perderne un'ora, abbiamo mille cose da cercare, da studiare, da godere; ci piglia la furia di far entrar in ogni giornata, come il ladro nel sacco, tutta la ricchezza che vi può capire; un demone implacabile ci caccia a sferzate di salotto in salotto, dal teatro all'accademia, dall'uomo illustre al bouquiniste, dal caffè al museo, dalla sala da ballo all'ufficio del giornale; e la sera, quando la grande città ci ha detto e dato tutto quello che le abbiamo domandato, sempre amabile e allegra; quando sediamo a cena cogli amici, stanchi, ma contenti di sentirci la nostra preda nella testa e nel cuore, e ci cominciano a scoppiettare intorno le arguzie e gli aneddoti, e il primo bicchiere di Champagne ci tinge di color d'oro tutti i ricordi della giornata; allora con che slancio d'entusiasmo salutiamo la grande Parigi, l'ospite amorosa e magnifica, che a tutti apre le braccia, e profonde ridendo baci, oro ed idee, e rinfiamma in tutti i cuori col suo soffio giovanile il furore della gloria e l'amore della vita! Ma dopo alcuni mesi, che cambiamento! Comincia a nascervi in cuore una piccola antipatia per una cosa insignificantissima; poi ve ne salta su ogni giorno una nuova; e in capo a un mese scappereste da Parigi mandandole il famoso saluto del Montesquieu a Genova; Adieu… ...
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Ricordi di Parigi (pagina 39)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Quasi vi domanderebbero:—Ma che proprio si può nascere in Italia?—Quest'idea d'esser nato a Parigi, d'aver avuto questo segno di predilezione da Dio, sta in cima a tutti i pensieri del Parigino, come una stella, che irradia tutta la sua vita d'una consolazione celeste ... Non c'è in tutta la letteratura contemporanea uno di quei caratteri grandi, modesti, benevoli, logici, che uniscono allo splendore della mente la dignità della vita; una di quelle figure alte e candide, davanti a cui si scopre la fronte senza esitazione e senza reticenze, e il cui nome è un titolo di nobiltà e un conforto per il genere umano ... Una sensualità immensa e morbosa costituisce il fondo di tutta quella vita, e si rivela nelle lettere, nella musica, nell'architettura, nelle mode, nel suono delle voci, negli sguardi, persino nelle andature ... E viene un giorno, infine, in cui quella vita v'indigna; un giorno in cui vi sentite rabbiosamente stanchi di quell'immenso teatro, impregnato d'odor di gaz e di pasciulì, dove ogni spettacolo finisce in una canzonetta; un giorno in cui siete stufi di bisticci, di blague, d'intingoli, di tinture, di réclame, di voci fesse, di sorrisi falsi, di piaceri comprati; e allora l'odiate, quella città svergognata, e vi pare che per purificarvi da tre mesi di quella vita, dovreste vivere un anno sulla sommità d'una montagna, e provate una smania irresistibile di correre ai campi aperti e all'aria pura, di sentir l'odore della terra, di rinverginarvi l'anima e il sangue nella solitudine, faccia a faccia colla natura ...
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Ricordi di Parigi (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Egli è naturalmente franco, anche se i suoi modi non lo paiono; non diffidente; più facile a essere ingannato che a ingannare; inclinato a perdonare le offese, conciliante, sdegnoso dei rancori meschini e di tutte le piccole grettezze della vita ... Uscito fuori dal piccolo cerchio della sua vita ordinaria, lo spettacolo della vita immensa di Parigi esalta tutte le sue facoltà e tutti i suoi sentimenti buoni e cattivi ... La corruzione medesima, enorme e splendida, finisce per sedurci come un vasto e svariatissimo campo di studio, più di quello che ci respinga per la sua laidezza; e ci abituiamo a considerarla quasi come una forma utile della vita, come una grande e terribile scuola, che chiude un tesoro infinito d'esperienze e d'idee, e fa scattare la molla di mille ingegni potenti ... Nelle sale del Bullier, in mezzo al turbinio di trecento ragazze, che ballano tutte insieme cantando a una voce Perruque blonde, invece d'un grido contro la corruzione, ci esce dal cuore un inno ardente alla gioventù e alla vita ... —E così in tutti i campi della vita, trovate là con un sentimento misto di rammarico per voi e di ammirazione per Parigi, l'originale di mille cose di cui in casa vostra non avevate visto che il fac simile, ridotto a forma tascabile per la gente minuta ... Quindi un inseguirsi e un congiungersi continuo d'idee e di sforzi diretti al medesimo segno, una frequenza grande di attriti da cui esce luce e calore; ogni palmo di spazio disputato da mille contendenti; invece del cammino la corsa, invece della controversia la mischia; e in questa mischia perpetua, buttato via tutto il bagaglio superfluo, tutto fatto arma di offesa e di difesa, sfrondato il pensiero, stretto il linguaggio, precipitata l'azione; arte e vita ugualmente ardite e rapide, e tutto incoraggiato dalla gran voce festiva della grande città, che parla ad acutissime note cristalline, intese da tutta la terra ... E più ci s'addentra nello studio di quella vita, più si rimane meravigliati vedendo l'immenso lavoro che si fa sotto quell'apparenza di dissipazione universale; quanti lavoratori sudano nella solitudine; quanti si preparano alla lotta pubblica, nell'oscurità, con incredibili fatiche; come ogni maniera d'ingegno, non solo, ma qualsiasi parzialissima facoltà appena più che mediocre, trovi là il modo d'esercitarsi con vantaggio proprio e comune; come a ogni ingegno si formi subito intorno spontaneamente un cerchio d'intelligenze colte ed amiche che lo aiutano a estrinsecarsi e a salire; come ogni menoma promessa di riuscita nel campo dell'intelligenza, desti intorno a sè, in tutte le classi della cittadinanza, un sentimento gentile di curiosità e di rispetto, e strappi a tutti quel tributo anticipato di gloria, che concorre mirabilmente a farla diventare realtà; che impulso strapotente sia alle forze umane la certezza dell'improvviso e largo cambiamento di fortuna che produce là il vero «successo»; come sia grande e inebbriante in quella città il trionfo dell'ingegno, che appena salutato da lei, riceve saluti di ammiratori ignoti e offerte e consigli da ogni parte del mondo; come all'uomo caduto sopra una via, rimangano aperte cento altre vie, solo che si rassegni ad abbassare d'un piccolissimo grado le sue pretensioni alla gloria; come la natura obbliosa della grande città, che non lasciando addormentar nessuno sopra un solo trionfo, obbliga tutti a ripresentarsi continuamente alla gara, produca quelle vite meravigliosamente operose, quelle vecchiaie ostinatamente battagliere, il cui esempio mette il furore del lavoro nelle generazioni seguenti; e infine che enorme quantità si ritrovi là di lavoro non finito, di prove, di abbozzi, di materiale sciupato dagli uni, ma non inutile per chi verrà, e di creazioni pregevoli, in tutti i campi, ma condannate a morire dove sorgono, perchè schiacciate dall'abbondanza del meglio ...
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Rinaldo (pagina 11)
di Torquato Tasso (estratti)
... Né men dal duolo è oppresso ogni diletto in lui, che dal timor sia la speranza; e come dentro si conturba, fuora sospira, duolsi e si lamenta ancora, 14 e dice: — Lasso! dunque altrui pur fia questa bellezza in cui mio cuore alberga? Rimarrà senza lei la vita mia, qual privata di fronde arida verga? Ahi! crude stelle, ahi! sorte iniqua e ria, quando serà che fuor del duolo emerga? S'altri d'ogni mio ben, d'ogni mia gioia godrassi, oh quando almen serà ch'io moia? 15 Morir conviemmi, ché la morte è vita a chi vivendo muor negli aspri affanni; e se la doglia in ciò non dammi aita, la doglia nata da gravosi danni, quello farà questa mia mano ardita, ch'avrian girando ancor poi fatto gli anni ... Morir conviemmi, e con la vita insieme sveller di miei martiri il fertil seme ... 32 Mentre dura la pugna in tale stato, né a questi più ch'a quei Fortuna arride, un cavalier là sotto l'Orsa nato, dove i nevosi campi il Ren divide, una asta afferra e di gittar sul prato con quella il paladin par che si fide; né tal pensiero ancor chiuso egli tiene, ma con tai detti ad incontrar lo viene: 33 — Or qui vedrai di tue vittorie il fine, e di tua vita insieme; ora, infelice, ti sovrastan quell'ultime ruine, a cui sottrarti omai più non ti lice! — Mentre ignaro di ciò che 'l ciel destine così diceva ancor, la lancia ultrice Rinaldo per la bocca entro gli mise, e la lingua e 'l parlar per mezzo incise ...
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Rinaldo (pagina 20)
di Torquato Tasso (estratti)
... Là donde uscito è il suon corro veloce, e veggio, ahi! vista grave a l'alma ancora, la bella donna mia che debil langue, versando insieme con la vita il sangue ... 36 Vede il mio pianto che con larga vena più sempre par che 'l duol dagli occhi verse, del qual non men ch'io m'aggia, ella ripiena n'have la faccia e le palpebre asperse; ode questo parlar, al qual a pena ne l'uscir fuori stretta via s'aperse: “O cara, o dolce, o mia fedel compagna, qual da te rio destino or mi scompagna? 37 Deh! vita mia, deh! non fuggire, aspetta, ché teco correr voglio ogn'aspra sorte; deh! non mi lasciar solo in sì gran fretta, empio ed odioso a me per la tua morte! Mirami almen, mira la tua vendetta, ch'io far voglio in me stesso e giusto e forte: non mi negar il sol degli occhi tuoi, se punirmi così forse non vuoi!” 38 Ella tenendo il guardo in me converso, che passando per gli occhi al cor m'aggiunge, dice: “Ben mio, poiché destin perverso così rapidamente or ne disgiunge, non esser, prego, ai miei desiri averso: se pur di me qualche pietà ti punge, se l'amor mio premio sì degno or merta, fa' che di questo almen ne vada certa ... 40 Grido io misero allor: “Vana temenza ti prese il core, o mia diletta moglie! Deh! ch'un vano sospetto, un timor senza dritta cagione alcuna or mi ti toglie, deh! ch'una sol falsissima credenza or mi porge cagion d'eterne doglie! Misera de' mortal vita fallace, s'ad ogni caso repentin soggiace!” 41 Parve che l'aere fosco asserenasse pel volto suo, Clizia tai cose udendo, e che gioia e letizia alta mostrasse l'alma, da la prigion terrestre uscendo, quanto fallace error pria l'ingombrasse nel mio vero parlar or cognoscendo; ma de la morte sua tanto i' mi dolsi, che quasi a me l'odiata vita io tolsi ... 42 Pur ripensando poi che troppo leve fora pena cotale a tanto eccesso, e n'andrebbe impunito il fallo greve, ch'uccidendo il mio bene avea commesso, volsi che 'l duol, ch'in vita si riceve da chi vive inimico di se stesso, e la luce del sole aborre e sdegna fusse del mio fallir pena condegna ...
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Rinaldo (pagina 23)
di Torquato Tasso (estratti)
... Avrebbe Alferno ancor di vita tolto, ma gliel vietar Folerico e Lanfranco, che, dar volendo al lor compagno aita, con la morte comun gli porser vita ... 34 Sembrano i due campion strali ch'al basso irato aventi fulminando Giove: a quel alto furore, a quel fracasso, a quelle rare e non più viste prove, già quasi ogni pagan di vita è casso, né più l'armi dannose indarno move; e chi fruisce ancor l'aura vitale si crede al mar com'a men grave male ... 35 Già di tutto il villan barbaro stuolo solo un vivo ne' legni era rimaso, e verso lui se 'n gia Rinaldo a volo, per mandar la sua vita anco a l'occaso; ma lo sottrasse a quell'estremo duolo improviso consiglio, anzi pur caso, ch'impetrò breve spazio a la sua morte con atti umili e con parole accorte ... Ma se da voi lasciato in vita io sono, spero impetrarvi a tanto error perdono ... — 39 Qui gli tronca Rinaldo il suo parlare, e gli dice: — La vita or ti dono io, perché tu possa al tuo signor narrare degli altri suoi ministri il caso rio; e s'ei di lor vorrà vendetta fare, e di combatter nosco avrà desio, digli che siam guerrier del magno Carlo, ch'in ciò pronti saremo ad appagarlo ...
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Rinaldo (pagina 29)
di Torquato Tasso (estratti)
... O possanza d'Amor, come ne' sforzi, come in noi del giudizio il lume ammorzi! 7 Pur si risveglia ed eseguisce intanto ciò ch'a la vita sua giovevol sia, ché per mare e per terra in ogni canto molti guerrier dietro l'amante invia, i quai per ricondurlo oprin poi quanto d'eloquenza e di forza in lor più fia; e quel che non potran co' detti umani, almen si faccia con l'armate mani ... Mentre arrise Fortuna ai tuoi diletti, né provasti inimico il ciel giamai; mentre ti fu la castità gradita, già vivesti onorata e lieta vita ... 19 Or ch'è morto l'onore onde vivevi, e t'è contrario il cielo e la fortuna, mori! mori, infelice, e non t'aggrevi uscir di vita dolorosa e bruna: ché quanto averla pria cara dovevi, quand'era senza nota e macchia alcuna, tanto ora esser ti dee noiosa e schiva, de' suoi primi ornamenti orbata e priva ... Ma perché meno in lungo i detti miei? Di parlar no, ben tempo è di morire: pongasi al dire, al far togliasi il morso, tronchisi omai de la mia vita il corso ...
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Rinaldo (pagina 40)
di Torquato Tasso (estratti)
... 92 Tu de l'ingegno mio, de le fatiche parto primiero e caro frutto amato, picciol volume ne le piagge apriche che Brenta inonda, in sì brev'ozio nato: così ti dian benigne stelle amiche viver, quando io sarò di vita orbato; così t'accoglia chiara fama in seno tra quei de le cui lodi il mondo è pieno ... 93 Pria che di quel signor giunghi al cospetto, c'ho nel core io, tu ne la fronte impresso, al cui nome gentil vile e negletto albergo sei, non qual conviensi ad esso, vanne a colui che fu dal cielo eletto a darmi vita col suo sangue istesso: io per lui parlo e spiro e per lui sono, e se nulla ho di bel, tutto è suo dono ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 15)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... Oh le sofferenze dovevano, pur troppo, seguire presto la vita di continuo delirio che ora lo traeva a sicuro precipizio, il povero uomo! ... Certo non era la ricchezza; ma era la vita sicura; era un'agiatezza modesta ... Fissò gli occhi verso l'orizzonte, dove ormai le nuvole diafane e a strappi scoprivano qualche lembo di azzurro, e disse scuotendo il capo: «La signora Rabbi qui a far vita ritirata, a far vita da borghesuccia economa!… Era cessata la piova ... «Ha perduto il figlio, ha la moglie inferma, stenta la vita e canta!—pensò ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 18)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... Nell'erba era un guizzare di lucertole, un rincorrersi d'insetti, un fremere di vita fra le tombe dei morti; un monotono, flebile suono di zizzio e stridio, e susurro, che rompeva il silenzio senza disturbarlo ... «Si soffre tanto, si passa per ogni sorta di pene, per poi finire così, al cimitero!… Che mette conto di affannarsi per una vita così breve? Era entrata nella cappella, fredda in confronto dell'aria esterna, illuminata dalla luce rossastra che pioveva passando attraverso i vetri delle alte finestrette ... Dov'era lo spirito dei morti?… si staccava dalle persone che aveva amate in terra?… le dimenticava?… o pure vive con noi, d'una vita che i nostri sensi imperfetti non possono sentire?… vita confusa, misteriosa, che forse si rivela nelle nostre aspirazioni, nei vaneggiamenti, nei sogni! Hanno i morti pietà delle nostre debolezze, dei nostri dolori? O sono severi della severità di chi più non lotta con la materia e più non può comprendere la miseria delle creature? Fra questo mondo e l'altro c'è un invisibile legame, o pure una inesorabile rottura?… «Mamma!… mi sei tu vicina con lo spirito o io ti invoco in vano?—susurrò la fanciulla tremante di dubbio, con in cuore un immenso desiderio di fede, di protezione e conforto ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 7)
di Docteur Jaf (estratti)
... Vitellio fu l'allievo di Tiberio e servì i suoi infami piaceri, cioè a dire continuò un simil genere di vita ... A quei tempi la vita cenobitica non fu neppur essa esente da vizii ... San Cipriano nel 230 ci dipinge tale epoca così: «Non esisteva più carità nella vita dei cristiani, non esisteva più disciplina nei loro costumi; gli uomini si pettinavano le barba, e le donne si imbellettavano il viso; si corrompeva la purezza degli occhi violando l'opera delle mani di Dio, e perfino quella dei capelli dando ad essi uno strano colore ...
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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Erano i tempi della nostra Vita Nuova ... Poi venne la vita vera per alcuni, l'oblìo per altri, la morte per i migliori ... Mobile, nervoso, fuggevole, caro, fu il più attivo, il più ordinato, il più candido di quella babilonia che si diceva per burla Amministrazione della Vita Nuova ... Dopo il Liceo, in cui fu suo caro maestro Leopoldo Marenco, studiò legge privatamente, cosa di cui si lamentava sempre per non aver potuto apprendere nel libero consorzio universitario la scienza della vita e una maggiore sicurezza di sè stesso ... Alle anime generose è poca soltanto una vita ... Quali giorni nella mia vita e come sento che molta parte della vita di lui è rimasta come trasfusa in me! Quando entrando nella sala del Bargello a Firenze, vide una stupenda raccolta di fucili d'ogni tempo, egli gettò un grido di gioia e per poco non mi abbracciò, senza chiedermi pure se io avessi mai letta la sua monografia: Sopra gli archibugi a ruota ch'egli aveva pubblicato a vent'anni ...
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Storia di un'anima (pagina 4)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Sappiamo anche noi che uno dei modi di rendere le nostre passioni troppo intense e malaticcie è di rifiutar loro ogni consolazione, e che nel moderato esercizio dei nostri affetti è l'equilibrio della vita, e forse la felicità ... Il Bazzero ebbe torto di rifiutare tutte le gioie che questo mondo gli poteva dare, e di schernirle, come insulse o troppo volgari; ebbe torto di credersi più forte della natura, che è la fonte della vita e di avere quasi una superstiziosa paura di ciò che in qualche modo poteva fargli piacere ... Sappialo che è meglio allargare la vita in cerchi sempre più grandi fino a comprendere la rassegnazione e la coscienza delle umane cose, anzichè restringerla nella celletta del cervello per forza d'una morale contrazione ... Da questo stato dell'animo, prodotto alla sua volta da inevitabili condizioni fisiologiche, deriva spesso quella specie di malattia della volontà, che si trasforma in una mutabilità continua di desiderii e di propositi, in una incostanza di simpatie, in trasporti vivi e in profondi abbattimenti, come fu veramente la vita del nostro ...
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Storia di un'anima (pagina 5)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... La vita in quasi tutti gli scritti dell'amico nostro è ancora al primo suo momento, quando più la si sente che non la si comprenda ... Arido è il tempo e aride le ragioni del tempo: beato chi s'inebria una volta nella sua vita! vien per tutti necessariamente e troppo presto la stagione che la mente vede più chiaro le cose del mondo nei loro rapporti relativi e proporzionali, ma è sempre un giorno triste quando si scopre il primo capello bianco ... La realtà viene incontro e lo scrittore dopo averla accolta con giovanile trasporto, la segue, la insegue, la trova, È da alcuni tratti di queste Corrispondenze che si vede ancor meglio quello che il Bazzero avrebbe potuto scrivere al volgere del suo trentesimo anno, quando placato il torbido senso giovanile, fosse venuto alla vita nella chiarezza d'un sentimento più riposato ...
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Storia di un'anima (pagina 7)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... A tutti costoro mancò forse una ricca suppellettile accademica, ma tutti amarono l'arte con geniale sfrenatezza; la vita uccise i migliori ... C'erano le rappresentanze della stampa, della Costituzionale, della Congregazione di carità, gli amici della Palestra, della Vita Nuova, dell'Eco dello Sport, i parenti, i poverelli ... Uno gli disse:—Beato chi anche a trent'anni lascia un'orma di sè!—Quell'uno era Carlo Borghi, anima e simpatia della Vita Nuova, anch'egli una speranza dell'arte e del paese ... Incipit vita nova ... Lo leggerò io? Non so perchè, ma fra l'immenso buio che mi ottenebra la vita, un po' di lume cade su quella scena ineffabile che ho sognato mille volte:—cioè:—una donna, la mia donna, spierà me che apro il cofanetto di ferro… ... Come soffro! Nessuno mi conosce, nessuno oggi più mi soccorre di una parola, nessuno mi incoraggia alla vita!… Limbiate, 23 ottobre 1876 ...
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Storia di un'anima (pagina 8)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... dentro—tutto santamente allegro e tutto vita ... Vita, vita, ecco la gran parola! Vita, la grande aspirazione dei ventidue anni, dei ventitrè, dei ventiquattro, dei venticinque ... A venticinque questa vita è l'irresistibile bisogno!… Acquietati, anima mia: il tuo corpo è bambino: acquietati: diventa filosofessa e ascolta il gran principio della sapienza pratica:—la vita è uno scherzo, cosa da ridere: si debbe approfittare delle gioie che offre: non prendere niente sul serio: si debbono ammirare i sacrifici per uno scopo: il moralista «en amateur» è un asino ... ma il cuore, il povero cuore, tronca siffatti voli, e, modesto, di passo, quieto, religioso, vorrebbe avviarsi, anzi con evidenza s'avvia al futuro: il suo mondo diviene una camerina, la sproporzione dei desideri dell'anima si riduce alla misura delle cose umane, l'infinito si cambia nella vita, divengono stanche ironie le grandi solitudini della Natura e i grandi consorzi degli uomini di fronte ad un santo dovere, ad una donna che popola un universo, irradiando le virtù della fede, della speranza, della carità… ... Che ho ottenuto? Poveri miei anni, dai diciolto ai venticinque! * * * Che cosa è la vita dell'uomo? Nient'altro che la spuma dell'onda che si dibatte fra gli scogli misteriosi dell'Infinito ... Ma se un riflesso di cielo può dare l'azzurro alla spuma fuggitiva, un riflesso d'amore può dare alla vita i colori della Fede, della Speranza e della Carità ... Nessun scopo alla vita: sono deserto ...
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Storia di un'anima (pagina 11)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... soggezione di lui!… Povero cane, povero amico!… Tutti i giorni passavo un'ora o due al cimitero e pensavo alla vita, a una fanciulla, ai bimbi, alle sue toilette, ai suoi nonnulla, alle sue scarpine, ai suoi guanti, alle sue moine,—lì fra le croci e le foglie secche col sole pallido e le stradette umide io vivevo! O speranze! o memorie!—Io lavoro: studio il tedesco ... Saluto eterno!… La mia vita è condannata al tormento di perpetua illusione e di sproporzionato sentimento!… Torno dal cimitero ... —Come dalla morte a me sgorga il pensiero della vita ... oh come sento che tutto è passato! che la mia vita è decisa! che il mio avvenire è spezzato!—Deserto! Prego la primavera, i fiori, le rondini, i bambini, il sole,
Dio ... Prega per me! Prega Dio che mi faccia morire!… Morire? imputridire? essere dimenticato? E il mio desiderio, il mio bisogno era la vita, l'amore, la poesia! Sabbato Santo ... Per quattr'anni di seguito, quando a primavera andavo alla chiesa per la comunione, io portavo con me il portafogli col tuo nome! Sante illusioni! E quando l'ostia toccava le mie labbra io mi concentravo nel pensiero:—Lidia crede in Dio!—E la comunione del 74, quando ero convalescente? Oh nessuna preparazione di teologo, nessun libro, nessuna madre, poteva rendermi tanto degno di Iddio, quanto la mia speranza e la tua memoria! Santa religione, santa poesia, fede gentile: Vita, Donna e Dio!—Dimenticavo di non esser bello, d'essere ignorante, d'essere timido alla pratica, sentivo Te, speravo, sentivo la fede che è la vita! O vergine, o bionda, o straniera, chi t'avrebbe detto che tu dovevi tanto deliziare e tanto tormentare un'anima italiana ... Il tuo ritratto! Ecco la vita, la speranza, l'amore, la Donna, la Fede! Ed io ancora ho la speranza, la vita, ...
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Storia di un'anima (pagina 12)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Ed io? Che farà? È sposa? Era con sua madre? Colla sua tutrice? Ho influito sulla sua vita? Viene da Mantova o da Catanzaro? Va a Catanzaro o forse per sempre in Germania? È felice? Era pallida ... Ogni speranza di attività, di amore, di avvenire, di vita è in Lei… ... E la vedo per l'ultima volta o la rincontrerò?—Tormento di incertezza—Basta! basta: ma come passerò i giorni? Ma ci vuol altro! Leggere cinque o sei ore al giorno tedesco, è questa la vita? la pratica? la realtà? Ma che cos'è la vita dunque? Vorrei divenir pazzo per non pensare più ... Ti morirà la mamma, e che farai? Ti morirà il padre, e che farai?—Resterai solo a far la vita dell'ortica—solo—o con un fratello che ebbe aspirazioni diverse dalle tue ... Da tre mesi e mezzo, non ho più guardato il Tuo ritratto, o mia vergine, e mi sforzo a ricordarti tutta, coll'anima! Tre grandi illusioni sono il mio grande tormento: tre grandi illusioni nella vita di un giovine bennato, Dio—la Donna—l'Arte ... Che ho provato io della vita? Nulla e mi sento stanco, vecchio, senza speranze, e senza scopo ... Ho ingegno sì o no? E che cosa faccio? O come desidero di morire! Rileggo un poco del mio Tintoretto! O che giorni erano quelli in cui scrivevo quelle scene, appena guarito dal tifo! Che vita! che speranze! che amore! Come mi sentivo artista, buono, solitario!—Sono scorsi già quattro anni ... —Oh come ho bisogno di risvegliarmi, di risvegliarmi alla vita, e dire ho la donna, e le gioie dell'Arte! Ma è un sogno ...
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Storia di un'anima (pagina 14)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... —Mio Dio! come veglio penosamente la notte! Perchè questo strazio? Amo quella vergine, e sento la vita de' miei ventisette anni, vita ribollente, immensa, condensata, perchè non l'ho mai sfogata colle tremende voluttà della carne ... No, no, non mi sento creato per questa vita nulla che conduco! no, no, no, non mi seducono le scettiche prospettive di una vita negli anni venturi… no, no! Io amo come Dio vuole che alla mia età si ami ... Mio Dio! perchè mi arrabbatto tanto? Tu forse hai già preparato tutto il mio avvenire nella Tua Bontà; mi vedesti! mi vedi! mi vedrai! Io so nulla e Tu sai tutto! Io bestemmio e Tu sei e mi perdoni! O santa fiducia! Chi sa le tua fila, o Dio? E mia madre Ti prega? Che Ti dice? E Tu la ascolti? Ed io sarò felice? O Dio, io leggo il tuo Vangelo e sento che se i miei pensieri non si conformano alle sciocchezze del mondo, si accordano co' tuoi precetti santi,—io sento la gioia di amare coll'anima e d'essere casto!—E, se vuoi, fammi pure morire… morire casto, tranquillo, pensando al mio cimitero di Limbiate, alle mie soavi speranze di vita che mi lusingavano un giorno, e alla placida certezza di riposo che avrò sotterra: Oh io mi sento buono!—Sai, ho sempre pensato a Lidia davanti a quel cimitero: era un cattivo augurio o un buon augurio? Ma che volevo? che voglio? La pace! Come ho vergogna, in faccia a mio padre, di non avere una carriera seria! La mia vita in sei anni fu eterna e brevissima, felicissima e infelicissima: speranze, scoraggiamenti, voli, cadute a precipizio: certezze, febbri, languori, tormenti… chi può dire? oblio, anche oblio! deliri, pazzie nei sogni, nei desideri: e santa castità, e santìssimi, rossori! O Dio! ma un solo il voto: quando, febbrile, crudele, briaco, promettevo a me stesso di gettarmi fra le braccia di una femmina qualunque, e di raccontarle i miei dolori, per farmi almeno deridere da lei, per istigarmi, per istigarla, quando… No! no! «Avrai dei figli da guardare negli occhi» mi diceva una voce segreta… e sentivo che ancora al mondo c'è mia madre, e forse lei, la mia vergine! Rileggo la lettera di Lidia! «Aimons! c'est le bonheur suprème que l'amour et j'ai aimé plusieurs fois dans ma vie avec une telle exaltation, un tel transport que j'aurais peut-étre été capable de tout sacrifier pour des personnes qui maintenant m'ont déjà oubliées!—J'ai senti en moi un besoin profond d'amour et de sacrifice! oh combien j'ai souffert quelquefois de n'avoir reçu une nature ardente!» * * * Torno adesso dalla Pretura ... Oh mondo delle mie illusioni, della mia poesia, del mio cuore! Come mi sento felice! Leggo la mia lettera a Lidia! Non è un affare, no, ma per me decide della vita nel futuro! Come sono contento d'avere espresso le mie idee, i miei cari tormenti ... —Se un autore ha avuto influenza su me è Aleardi, e, vedete, Aleardi non può far male! Deciditi, sciocco! Chiudi in una busta tutte queste memorie: suggella, come si chiude una pietra di tomba; e non pensare più al passato: gettati nella vita! già troppi anni sono passati e fra pochi altri incomincerai ad esser già vecchio! Nella vita!—Oh se potessi viaggiare! E perchè? Chi mi strapperebbe il cuore e il cervello? L'orgia? la femmina?… Ah! alcune volte lo dico a Dio: se rinascessi, fammi nascere donnaccia volgare e venduta, e fammi conoscere tutte le crudeltà della libidine!—Potessi gettarmi nella vita! Si ha tanta affezione ai propri dolori, alle proprie illusioni, alle speranze, quando una vergine nel giorno del sacrificio immenso ci dice: Conosco che il nostro affetto è puro, è nobile—ho per voi una confidenza di sorella—non dimenticherò mai quello che voi siete stato e quello che volevate essere per me ... —Oh mie memorie di Limbiate, come mi tornate davanti alla mente, carissime e meste! E voi tranquille pinete, tranquillissime mura, squallide croci, mi ricordate il mondo della mia ardentissima vita ... E i miei libri francesi? Raphael et les confidences? E il primo lampeggiarmi alla mente l'idea che della vita del Tintoretto si potesse fare un dramma, e con quel dramma potessi conquistare un nome, e col nome, un avvenire? E il piacere di trovarmi ingentilito dalla malattia? E la soddisfazione di dire: «Mia madre sa che ho sofferto?» E le trepidazioni, le incertezze? 26 gennajo ...
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Storia di un'anima (pagina 15)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Sono tre anni di vita riassunti in quei drammi e in quelle epigrafi (1874-75-77) ... Questo amico che ha votato alla solitudine e allo studio gli anni più belli e più ardenti della sua giovinezza, colla sola gentile confidenza in Dio che un'anima di sorella ci poteva essere, la quale conoscesse le religioni del suo affetto e le febbri del suo povero ingegno, questo amico, qualunque sieno le circostanze della sua vita e della Vostra, vi ricorderà sempre ... La mia vita la sfogavo in quei tormenti drammatici! Chi può capire la potenza di certe mie pagine? 17 febbrajo ... Come sentii la vita! Come pensai a Te! Come Ti volli mia, al mio braccio sorridente fra le croci, melanconica per quanto hai sofferto, fidente pel bene che Ti farò io!—Dio ci ha destinati! Jeri avevo pensato tanto! E a sera un papà mi fa mille complimenti, per introdurmi nel palco di sua figlia ... È dovere il mio, e l'adempio in nome di quanto di più puro avete nella memoria della vostra vita, di quanto di più sacro sentite in fondo al cuore, fra i tesori della vostra fede religiosa, che è la mia ...
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Storia di un'anima (pagina 16)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E a Dio mi sono sempre confidato così:—Ella non mi ha fatto male e desiderando sempre che Tu la rendessi felice, io non mi sentivo mai egoista! Ella fu un gentile ideale che mi rifulse nella mestizia di una vita arida e senza scopo: mi accompagnò nella solitudine e negli studi: forse non dimenticò… ... Passo delle ore là, ma adoro le Madonne e penso a te, o Lidia! Che importa a me delle armi rugginose? Quello che mi tormenta è la vita! Soffri tu? Sei nervoso? Sei ardente? È vero amore il mio? Perchè sono tanto infelice? 21 febbraio ... —Come la vita è breve per il mio amore! Oh come aspetto una tua riga! Tu tardi, penso che Tu scrivi una lunghissima lettera per dirmi tutta la Tua vita ... —Oh! miei genitori, se voi provaste ad avere l'anima mia! Ai tremendi bisogni di un corpo nervoso, al tormentoso bollire di pensieri nel cervello, alla muraglia di ghiaccio che mi separa dal mio avvenire, come resistere? Come resistetti? Non posso occuparmi, no: la mia anima non può volgersi ad altri pensieri; che importa a me di tutto ciò che è diverso dal mio amore? Oh se gonfio di vita, avessi almeno lo sfogo delle libidini: se pieno di sentimento potessi almeno prorompere in una poesia: se così tormentato potessi almeno avere la libertà di stordirmi viaggiando!—È primavera! Sono io un pazzo? Lo fossi, sì, lo fossi! sarei felice!—Ricordo che ho vissuto con intimità con due donne a V… e ad Oropa ... Come ero contento! Come prevenivo i loro minimi desideri! Come mi sentivo bene avendo vicino a me una donna! E se questa donna fosse stata quella che ho sognato! E discorrevo del mio avvenire, dell'amore, della famiglia, dei figli, di Dio, e delle toilettes! Così la vita ...
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Storia di un'anima (pagina 18)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E se cito Byron gli è perchè era un uomo che sentiva ed io odio la folla dei merciai, dei rachitici, degli accidiosi, degli spudorati, la folla che oblia tutto!—Obliare?—Che importa? Fino alla morte avere l'anima gentile e Dio… Ecco un tormento ineffabile che voi non capirete mai! Io dico di sentire fiducia in Dio, di sperare in lui, dico ch'egli ha fisso il mio avvenire, e prego melanconicamente e sorrido… Oh ma che faccio per il mio avvenire? La scienza seria mi dice:—Dio non c'è: il tuo ideale è bambinesco; l'uomo si prepari il suo avvenire, l'uomo combatta, l'uomo soffra, l'uomo sia di questa terra! Oh che faccio per il mio avvenire? Se la verità è questa, e se è vero che la vita passa sì presto, e se è vero che il mondo è una commedia, che sono io e perchè mi tormento? 18 marzo ... —Padre mio, l'hai tu sentito nella tua giovinezza questo strapotentissimo bisogno d'esser bello, d'esser felice, d'esser buono?—Se Dio non c'è, se la perfezione e la felicità dell'altra vita non esistono, l'uomo che su questa terra si sente l'anima così commossa, che si volge al cielo e dice:—Fammi esser bello e felice e buono—l'uomo non è uscito dal fango, sebbene imperfetto, turbato, sconvolto dalle passioni! Oh li vedo, ora che passo del tempo fra la gente, certi uomini seri!… La politica è seria? L'arte? Le scienze? Li vedo; questi uomini sono indifferenti, fanciulli, senza passione: hanno anima? Essi certamente invidiano chi può nella quiete di uno studio essere indipendente, sciolto da ogni affare, solo, solissimo… Lo invidiano loro! Dio mio, un anno solo, un mese solo, un giorno solo di quella felicità santa, piena, immensa che acquieti l'anima mia, un giorno solo, Ti prego! E poi lasciami pure al mio destino ... A me importa la pace, la vita, la felicità ... E che colpa avevo io da scontare perchè Dio mi condannasse al supplizio di questa vita piena di desideri e di tormenti, e di bisogni e d'amore? Vorrei morire… ... ma non si rinasce a rimediare ai mali di questa vita ... O Lidia, ch'io un giorno sappia il tuo suicidio o la tua vergogna?
Come tutte le sere paurosamente leggo la Gazzetta di Venezia!
Oh se potessi salvarti dal dolore e dai pericoli, mi ameresti per tutta la vita ...
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Storia di un'anima (pagina 22)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Quando tornavano dall'altare di nozze, lei disse—Ora scappami, se puoi!—All'albergo, ella si addormentò fidente e stanca, ed egli stava a guardarla pensando:—Mio Dio, che spavento! È mia per tutta la vita! Tu vedi com'è l'anima mia, o Vergine santissima: Tu sai ch'io voglio morire ... —Come ti sento, bisogno della mia giovinezza, del mio ingegno, della mia vita!—Lavoro moltissimo pei poveri: ma sento poco la compassione, sento un grande odio per la finzione, per l'inganno, per la umana bestialità! Come gli uomini sono gli autori delle loro sventure! 23 luglio ... A vincere il mio carattere timido penso sempre:—Essi, i poveri, potrebbero trovarsi al mio posto: io, al loro: se io avessi bisogno?—E lavoro… È volgare la mia vita? O Signore, quando leggo la Tua Bibbia, come ancora nel mio avido scetticismo, ho dei momenti di fede gentile! O Signore, perchè mi tormentasti e mi tormenti coll'incertezza? Scriverò a Recoaro per far apparecchiare le camere a mia madre e a me ... Lidia, perdonami, faccio così per buttarmi nel mondo, e occupare un posto, e avere una possibilità di farti mia! Pensa che quella ragazza mi era molto simpatica: ed è forse l'ultima che incontrerò nella mia vita—nella mia vita stupida e ritiratissima ... L'ossario di Solaro ov'io passavo quasi tutti i giorni, e guardando i crani pensavo a te, dicendomi:—che cosa è la vita? e dove io ho contemplato quella mano rattrappita e secca, quando avevo sul cuore la lettera che mi avevi scritta e m'immaginavo la tua manina tonda e morbida, l'ossario l'hanno demolito… E noi abbiamo cambiato l'aspetto delle camere, del giardino, ma il mio cuore non muta ...
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Storia di un'anima (pagina 27)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... —Perch'io possa mutare vita è assolutamente necessario ch'io non venga più quassù, ch'io non pensi più, ch'io non prenda più la penna… ... Sarò felice? Con chi?—O la mia vita sarà nel dolore sempre per lei che si è dimenticata di me?—Ti sei fatta sposa? Dove sei? Dolore! dolore! dolore! Non so scrivere e non so sperare ... Sono spossato dall'odio e perdono! Ma che scopo ha la mia vita?—Due dì fa sono stato a Limbiate: oh primavera! oh primavera, come io ti sento! Vidi i fiori, i bambini, le rondini, le farfalle ... Come ho ricordato i miei tormenti! Ho tentato di scrivere un racconto Tisi ed isterismo per scrivere i tormenti di un giovane e di una giovane: oggi trascrivo qui queste righe:—«Il corpo sentiva addoppiarsi la vita e la robustezza, sentiva un veleno diffondersi prepotentemente per tutte le fibre: v'erano dei momenti in cui tremavo di febbre e sentivo come in me spezzarsi qualcosa, dei momenti senza mia coscienza in cui mi gettavo a terra, abbracciando l'immensa madre ... Nei campi graffiavo a smuovere le zolle, cercando la feconda vita degli insetti e dell'erbe, odorava con voluttà l'odore che usciva da quelle viscere, scaldate dal sole ... Questa terra coprirà un giorno le mie ossa, dicevo, e precorrendo col pensiero, vivevo una vita superstite nei mille atomi del mio corpo, che si sarebbe sfatto, per rinascere, per fecondare l'amore degli insetti e dell'erbe: e gioivo, gioivo, piangendo, e parevami che le mie mani strette negli steli, i miei capegli mossi dal vento, il mio occhio fisso in qualche fiore, mi dessero la massima delle voluttà, che emana dai capegli di una maliarda, dall'abito infocato, dalle pupille spossate ... Vita stupida fra questi giornalisti!—Che scopo ha la mia vita? L'Arte?—Non credo all'Arte ... Sii felice, Tu, povero Peppino, e ricordati di me che ti ho amato tanto e ti ho sempre ispirato gentili sensi di affetto e salde parole di dovere: cresci buono e studioso e fidente nella vita ...
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Storia di un'anima (pagina 36)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Deserto solo vi è dove vi è la noia della vita ... Io non avrei il coperchio e fino all'ultimo minuto di mia vita riposerei lo sguardo su quel cielo che ho tanto e tanto amato! Requiem immensam dona mihi, Mare… ... Io non so chi vi pregava, o morti; so che non vidi mai fiore, nè lumicino, nè croce, so che la requie è squallida tra la vastissima vita, so che il sospiro di un moribondo corrisponde al gorgoglio della spuma perdentesi tra la ghiaia, allo sfaldarsi di un sasso, al battere delle zampine di un insetto, all'aprirsi di una corolla al raggio mattutino ... Dico la vita, e intendo quella della natura tutta, che opera dalla polvere dell'ossa del primo animale al fremito della fecondazione nell'imminenza di questo minuto in cui voi coordinate il suono di due lettere; la vita che fu, che sarà: la stupenda attività delle forze, la strapotenza di quella gittata di dadi che si chiama il destino… ... Dirò: se l'uomo doveva essere l'atomo turbinato dal tempo, in questa esistenza complessa della umanità, sia pure e sia fatalmente: ma la coscienza della vita individuale di ogni minuto, tormentata dall'ironia di quell'infinito Tutto, che tutto ingolla, io non so perchè fu data, e a quale ineffabile martirio! Ero lo stanchissimo viandante; venni a te, cappelletta sulla montagna, e, arso dal sole, cercai un'ombra… ...
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Storia di un'anima (pagina 43)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Ricordati: medita la vita di fronte alla morte ... E se la vita è una comedia, perchè non a tutti gli attori fu data la maschera? E se la vita è un pellegrinaggio di fratelli, perchè la meta a tutti non è mostrata collo stesso raggio d'intelligenza? Il filosofo tracciò sul cranio dell'uomo le cifre che segnano nel cervello le facoltà della vita: il teologo notomizzò l'anima e credette trovare i peccati capitali e le virtù: il materialista rise di tutto ... O Dio! il posto vuoto è divenuto un altare, e noi aspettiamo lui o lei che aspetta noi! Fede abbiamo ogni giorno: ma quando sommeremo gli anni agli anni, tristissima desolazione sarà quella di accorgerci che ricordiamo un nome ai figli, o ai figli dei figli, che la vicenda della vita fu varia, che il tempo, il quale raschia le iscrizioni sulle croci di cimitero, cala e cala le sue nebbie nell'anima nostra! E noi giurammo eterno il dolore!… Nevicò tanti inverni in camposanto!… I figli avranno figli ancora, e avranno nipoti!… Nevicherà tanti inverni in camposanto!… E noi? O giovani, noi saremo su un seggiolone, scongiurando la morte che ne stia lontana, o giù tra le quattr'assi nell'eterno buio ... La vanità dei sistemi filosofici portò sugli scogli della vita null'altro che la spuma dell'orgoglio ...
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Storia di un'anima (pagina 44)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... che da cinque in questa vita e spera cento nell'altra ... Breve è la vita, ma ferve qualche cosa in noi che coll'intensità vince la estensione ... Sai tu che voglia dire la parola per sempre? Nella vita vuol dire promettere ciò che non è in noi: in morte, ciò che speriamo nell'ultima illusione ... Che è la vita senza speranza? Una gittata di dadi fra le tenebre, fra i deliri ... La mamma t'insegnò che sempre sei sotto l'ali di un angiolo custode: la vita t'insegnerà che sarai sempre sotto l'incubo di un ghigno, il ghigno del dubbio ...
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Storia di un'anima (pagina 45)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Che cosa è la vita dell'uomo scettico? È un sentiero deserto che conduce a un cimitero desertissimo ... Io non so che vita tu avrai ... Sul libro della tua vita non hai che pagine candide: sono pochi i foglietti che hai svolto, incerti quelli che svolgerai ... Osserva che il giorno, cioè la vita quotidiana, è luce, è lavoro, cui succede il crepuscolo, la semiluce, la pace ... Siccome natura provvida ha fatto il giorno lungo pei bisogni della vita, il crepuscolo breve alla poesia, così la operosità dell'uomo è duratura, la bellezza della donna è fuggente ...
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Storia di un'anima (pagina 48)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Che cosa è il desiderio? Che cosa è la vita? Sugli orizzonti del pensiero perchè, come su questo, tramonta un altro sole, quello della speranza?—Non so rispondere io, non sai tu: risponde il canto di una fanciulla, Ella è contenta, torna alla casetta sua, e della vita non conosce i misteri nella fortunata ignoranza ... La vita le va per benone, e lo sposo, grazie alla Madonna d'Oropa, sarà un garzonotto, bersagliere dell'Alpi ...
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Storia di un'anima (pagina 59)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E ciò è poca lode di messer Domeneddio, che, creando Recoaro, lo volle proprio sacro ad Imene ed alla Salute; ei volle che la vita qui fosse animatissima, come una perpetua sagra, senza santi di calendario: il giorno rallegrato dalla festa del sole, dalla vista dei monti, dallo scroscio dei torrenti; il crepuscolo vespertino poetizzato dalle gite sui somarelli pei viottoli deserti, e la notte dedicata alla musica, alla tombola, alla danza ... Ma chi ve la dipinge tutta questa folla! Sul piazzale si addoppia la vita alle prime battute di una quadriglia ...
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Storia di un'anima (pagina 61)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Non vi sono taverne col tanfo del vino e dell'acquavite, nè gazzette colle acri fermentazioni dei romanzi e della falsa declamazione, nè spassi romorosi che facciano perdere la tranquilità dell'onesta vita dell'artiere ... L'egregio nostro barone Galbiati mi racconta che lo stabilimento è pieno zeppo e la vita che vi si conduce è molto quieta di giorno, la cura e i lamenti pel caldo… e qualcuno dice anche per le bistecche; a sera un po' di musica, qualche trillo di fanciulla dilettante, qualche commento solitario ad una romanzetta in core e amore, alle 10 1/2 a letto ... Così è: la polve giace polve, ma la favilla dell'Arte risuscita le anime e riscrive nel volume della vita dell'oggi le passioni delle remote età ... L'uomo può dirlo?… Ohimè! egli lo spera! L'uomo è l'atomo turbinato dal tempo: e la Vita, grande poetessa con una missione, o inconscio giullare del caso, sembra compiacersi a creare i contrasti ...
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Storia di un'anima (pagina 69)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Voi bevete le lagrime degli infelici? Voi beccate via le pule delle nostre speranze inaridite? E vi tenete caldi sui nostri cuori e dentro vi covate ancora le nuove illusioni della vita? E foracchiate ancora nelle case di chi ha amato, cercando sempre le agugliate di refe della massaia per i vostri nidi e le briciole dolci dei nostri bambini per i vostri zuccotti senza piume? Povera finestra, sempre quella, da cui non entrano più le tranquille visioni dell'alba, e le placidezze amorose dei plenilunii: poveri fiori della mia vecchiaia, che vi siete disseccati sulle radicine delle più soavi viole del pensiero: povera stanzetta della mia morte, senza una culla, senza un ritratto di donna, senza un ricordo della mia giovinezza! Venite voi, amici, che non ci abbandonate nei verni ... Era forse una foglia, la prima che si staccava dal ramo, che ci diceva quanto noi potevamo essere felici? Desideravamo i crepuscoli rosei, colla mitica stella di Lucifero, colla sottile falce della luna, coi cirri spolverizzati d'oro: e quando voi, o colombi, stendevate il volo su quel terrazzo fiorito, là dove, infelicissima e peccatrice, bisbigliava quella dama infeconda con quel cavaliere, più volte babbo: e voi, passeri pendenti ad un ciuffo di parietaria, dal rosone della facciata spiavate giù nella chiesa tutta calda di lumi i poverelli, famelici fra le nidiate dei bimbi che cantavano le lodi ambrosiane del Signore: e a voi, rampichini muraiuoli, intricati nei garofani delle finestrette, giungeva il guaiolare degli orfanelli dell'Ospedale: e a voi, reatini, salticchianti sulle rose innanzi le croci cadute, taceva sempre impassibile il silenzio di chi nella fossa dei vermi aveva sognato il bel paradiso d'oro:—noi, piegati su una culla candidissima, rattenendo il respiro, come l'unica necessità che accusasse la nostra vita del corpo, noi ci sentivamo purissimamente degni di compiacerci per gli occhi giù fino in fondo dell'anima, ove stava il segreto religioso della nostra giovinezza: noi, affaccendati innanzi ad una seggiolina, versando il latte butirroso in una scodella, ci dicevamo tanto ricchi e pasciuti che avremmo dato tutti i nostri pani a tutti i poverelli e le briciole del nostro bambino a tutti gli uccellini: noi, inginocchiati nel portichetto dei nonni, udendo le leziose impazienze di quella boccuccia che, tartagliando i nostri nomi, pareva comandasse al destino di non dividerli mai, su tutta la terra, credevamo ad un Dio che apparisse nei sogni agli innocenti e nei sorrisi agli amorosi: noi, semi-addormentati allo spegnersi dell'ultime luci del giorno, compiangendo tutti i libri luciferini che indagavano il nulla eterno, l'avevamo dinnanzi la nostra vita, tanto sicura e tanto in pace! E l'avremmo vissuta tutta! Desideravamo che l'autunno si avanzasse a morire nel verno, la stagione carissima, intimissima, dolcissima per la nostra eterna contemplazione amorosa… ...
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