Libri valle
Libri su valle, con la parola valle
Corbaccio (pagina 4)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La qual cosa essendo a' suoi divini occhi manifesta e veggendoti in questa valle, oltre al modo usato, smarrito e impedito, in tanto che tu eri a te medesimo uscito di mente, sì come Essa benignissima fa sovente nelle bisogne de' suoi divoti, che, senza priego aspettare, da se medesima si muove a sovvenire dello opportuno aiuto al bisogno, veggendo il pericolo al qual tu eri, senza tua domanda aspettare, per te al Figliuolo domandò grazia e impetrò la salute tua; alla quale per suo messo mi fu comandato che io venissi; e io il feci; né prima da te mi partirò che in luogo libero ed espedito t'arò riposto, dove a te piaccia di seguitarmi ... In questa misera valle, la qual tu variamente nomini senza apropiarlene alcuno, abitac'egli alcuna persona, se quelli non fosser già li quali per aventura Amor della sua corte avendo sbanditi, qui li mandasse e in essilio, come a me pare essere stato da lui mandato; o posseggonla pur solamente le bestie le quali io ho udite tutta notte dintorno mughiare? – A cui egli sorridendo rispuose: – Assai bene conosco che ancora il raggio della vera luce non è pervenuto al tuo intelletto e che tu quella cosa, la quale è infima miseria, come molti stolti fanno, estimi somma felicità, credendo che nel vostro concupiscibile e carnale amore sia alcuna parte di bene; e per ciò apri l'orecchie a quello che io ora ti dirò ... Questa misera valle è quella corte che tu chiami d'Amore; e quelle bestie, che udite hai e odi mughiare, sono i miseri, de' quali tu se' uno, dal fallace amore inretiti: le boci de' quali, in quanto di così fatto amore favellano, niuno altro suono hanno nell'orecchie de' discreti e ben disposti uomini che quello che mostra che venga alle tue; e però dianzi la chiamai ‘laberinto’, perché così in essa gli uomini, come in quello già faceano, senza sapere mai riuscire, s'aviluppano ... E assai bene ora conosco, senza più aperta dimostrazione, che faccia li uomini divenire fiere e che voglia dire la salvaticheza del luogo e gli atri nomi da te mostratimi della valle, e il non vedere in essa né via né sentierolo – ...
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Decameron (pagina 117)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il re, udendo contare la bellezza del luogo, disideroso di vederlo, prestamente fece comandar la cena: la qual poi che con assai piacer di tutti fu fornita, li tre giovani con li lor famigliari, lasciate le donne, se n'andarono a questa valle, e ogni cosa considerata, non essendovene alcuno di loro stato mai più, quella per una delle belle cose del mondo lodarono ... E poi che bagnati si furono e rivestiti, per ciò che troppo tardi si faceva, tornarono a casa, dove trovarono le donne che facevano una carola a un verso che facea la Fiammetta; e con loro, fornita la carola, entrati in ragionamenti della Valle delle Donne, assai di bene e di lode ne dissero ... Introduzione Ogni stella era già delle parti d'oriente fuggita, se non quella sola la qual noi chiamiamo Lucifero che ancora luceva nella biancheggiante aurora, quando il siniscalco levatosi con una gran salmeria n'andò nella Valle delle Donne per quivi disporre ogni cosa secondo l'ordine e il comandamento avuto dal suo signore ... Né ancora spuntavano li raggi del sole ben bene, quando tutti entrarono in cammino; né era ancora lor paruto alcuna volta tanto gaiamente cantar gli usignuoli e gli altri uccelli, quanto quella mattina pareva; da' canti de' quali accompagnati infino nella Valle delle Donne n'andarono, dove da molti più ricevuti, parve loro che essi della loro venuta si rallegrassero ... E poi che col buon vino e co' confetti ebbero il digiun rotto, acciò che di canto non fossero dagli uccelli avanzati, cominciarono a cantare e la valle insieme con essoloro, sempre quelle medesime canzoni dicendo che essi dicevano; alle quali tutti gli uccelli, quasi non volessono esser vinti, dolci e nuove note aggiugnevano ... Quindi, essendo in più luoghi per la piccola valle fatti letti e tutti dal discreto siniscalco di sarge francesche e di capoletti intorniati e chiusi, con licenzia del re, a cui piacque, si poté andare a dormire; e chi dormir non volle, degli altri loro diletti usati pigliar poteva a suo piacere ...
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Giambi ed Epodi
di Giosuè Carducci (estratti)
... Chi sa che su dal ciel la Musa o Dio Non l'accolga sanando e sovra il torpido Padule de l'oblio non gli dia l'ali Da rivolare a gli sperati amor? Sommario LIBRO I I AGLI AMICI DELLA VALLE TIBERINA II MEMINISSE HORRET III PER EDUARDO CORAZZINI MORTO DELLE FERITE RICEVUTE NELLA CAMPAGNA ROMANA DEL MDCCCLXVII IV NEL VIGESIMO ANNIVERSARIO DELL'VIII AGOSTO MDCCCXLVIII V IL CESARISMO LEGGENDO LA INTRODUZIONE ALLA VITA DI CESARE SCRITTA DA NAPOLEONE III I II VI PER GIUSEPPE MONTI E GAETANO TOGNETTI MARTIRI DEL DIRITTO ITALIANO I II III VII HEU PUDOR! I II III VIII LE NOZZE DEL MARE ALLORA E ORA IX VIA UGO BASSI X ONOMASTICO XI LA CONSULTA ARALDICA XII NOSTRI SANTI E NOSTRI MORTI XIII IN MORTE DI GIOVANNI CAIROLI XIV PER LE NOZZE DI CESARE PARENZO RIPRESA XV AVANTI! AVANTI! I II III LIBRO II XVI A CERTI CENSORI XVII PER IL LXXVIII ANNIVERSARIO DALLA PROCLAMAZIONE DELLA REPUBBLICA FRANCESE XVIII PER VINCENZO CALDESI OTTO MESI DOPO LA SUA MORTE XIX FESTE ED OBLII XX IO TRIUMPHE! XXI VERSAGLIA NEL LXXIX ANNIVERSARIO DELLA REPUBBLICA FRANCESE XXII CANTO DELL'ITALIA CHE VA IN CAMPIDOGLIO XXIII GIUSEPPE MAZZINI XXIV ALLA MORTE DI GIUSEPPE MAZZINI XXV A UN HEINIANO D'ITALIA XXVI PER IL QUINTO ANNIVERSARIO DELLA BATTAGLIA DI MENTANA XXVII A MESSER CANTE GABRIELLI DA GUBBIO PODESTÀ DI FIRENZE NEL MCCCI XXVIII LA SACRA DI ENRICO QUINTO XXIX A PROPOSITO DEL PROCESSO FADDA I II XXX IL CANTO DELL'AMORE LIBRO I I
AGLI AMICI DELLA VALLE TIBERINA Pur da queste serene erme pendici D'altra vita al rumor ritornerò; Ma nel memore petto, o nuovi amici, Un desio dolce e mesto io porterò ... Tua verde valle ed il bel colle aprico Sempre, o Bulcian, mi pungerà d'amor; Bulciano, albergo di baroni antico, Or di libere menti e d'alti cor ...
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Marocco (pagina 37)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Dopo una lunga salita, s’infilò una gola strettissima, chiamata in arabo Beb Tinca, dove bisognò passare ad uno ad uno, e si riuscì sopra una bella valle fiorita e solitaria in cui la carovana discese festosamente, empiendo l’aria di canti e di grida ... In fondo alla valle s’incontrò un’altra scorta del territorio delle colonie militari, la quale diede il cambio alla prima ... Di là fino a Zeguta la carovana passò di collina in collina, di valle in valle, sempre tra campi di grano e d’orzo e prati verdissimi, circondati d’aloé, di fichi d’India, d’olivi selvatici, di quercie nane, di cisti, di corbezzoli, di mirti, di cespugli fioriti ... Dinanzi, s’apriva in forma di conca una grande valle tutta scompartita dalla varietà delle coltivazioni in quadrati verdi, gialli, bianchi, rossi, violetti, che pareva un immenso scacchiere di pezzi di velluto e di seta ...
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Rinaldo (pagina 34)
di Torquato Tasso (estratti)
... 48 Quinci Rinaldo poi si parte e piglia altro camin, né sa dov'ei si vada, e mentre ch'otto volte in ciel vermiglia l'Aurora apparse, candida rugiada versando dai crin d'oro e da le ciglia, errò per varia e per incerta strada; al fin vide il dì nono ombrosa valle a cui si gia per dritto e piano calle ... 50 Quanto a la valle ria più s'avicina il cavalier, più cresce in lui la pena, tal ch'oppressa dal duol l'alma meschina reggersi e respirar puote a gran pena; ma pur senza arrestarsi egli camina per l'ampia strada che là dritto il mena, sin che, giunto a quell'uomo, in lui mirando sente il martir nel petto irsi avanzando ... 51 Giace la valle tra duo monti ascosa, da' quali orribil ombra in lei deriva; l'aria ivi 'l giorno appar sì tenebrosa, sì colma di squallor, di gaudio priva, com'altrov'esser suol quando nascosa Febo tien la sua luce ardente e viva; la terra ancor di spoglie atre e funeste la fronte e 'l tergo suo ricopre e veste ... 52 Sorgon con fosche e velenose fronde quivi piante d'ignota orrida forma, ed in quelle s'annida e si nasconde di neri infausti augelli odiosa torma, e l'un stridendo a l'altro ognor risponde con suon ch'a luogo tal ben si conforma: quel noioso a ferir va l'altrui core, sì che ben par la valle del dolore ... — Così parlando, da la valle fuore ratto il menò l'incognito straniero, onde ver' lui Rinaldo irato mosse, bench'in grave dolor immerso fosse ... 57 Non avrebbe però potuto mai tenerli dietro per la valle oscura, non potendo anco con la vista omai penetrar molto di quell'aria impura; ma quel così fulgenti e chiari rai spargea fuor de la lucid'armatura, che n'eran l'ombre in parte scosse e rotte, ed illustrata la profonda notte ... 59 Fermossi allor quell'uom di luce adorno che così presto a lui volgea le spalle, e disse: — Il destrier togli, e più ritorno non far ne la dogliosa infausta valle; vanne a man destra, ch'a miglior soggiorno tosto ti condurrà quest'erto calle ...
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Storia di un'anima (pagina 56)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... L'Ospizio d'Andorno è detto di San Giovanni ed è assai insù nella valle del Cervo, ad un'ora e mezza di vettura dal borgo ... La valle è magnifica: montagne verdeggianti e dolci, poi rocciose ed erte, piene di paesetti come nidi selvatici, ricche di borghi alle comode falde, capricciose e franate nelle insenature, dominatrici dalle cime, cave squarciate e pascoli e torrenti diroccianti, e in fondo il Cervo colle lavatrici, le gore, le furie, le lingue secche di sabbia, i labirinti dei ciottoloni, le corna delle scheggie, le spume, le pennellate d'oltremare e le velature d'asfalto, i capricci dell'artista e le calcolate architetture dei ponti ... Vidi gente che mangiava a quattro ganasce, gente che fa la sua vacanzetta di nove giorni coll'alloggio gratis, vidi poca poveraglia, preti tozzotti, fantesche ruvide, pretenziose provincialette, e qualche alpenstock che ambiva fregiarsi coi nomi della Mologna grande o della pcita, o del Croso, o del Maccagno, giacchè dall'Ospizio vi sono i passaggi per Gressoney, per Valle Sesia, per Alagna ... Pareti di larice rosso, un gran lettone, per tappeti delle pelli di camoscio, nel catino un'acqua ghiacciata, e dalla finestretta qual vista! Compererei questa cameretta, per non so quante mila lire, a patto di starci tanti anni, senza un pensiero, senza un rumore fastidioso, così come sono, innamorata dei silenzi dei boschi e delle valli, L'alberghetto châlet, colla gronda sporgente e le grandi lobie di legno, è posto su un dolce pratello nel fondo della gran valle della Lys: alle spalle s'ergono i boschi di larici e scroscia una grande cascata, di fronte ancora boschi e cime; in fondo il campanile di Gressoney, il ponte, il torrente lattiginoso; in fondo ancora il Monte Rosa, coi ghiacciai del Lyskamm, e la Vincent-Pyramide, lo Schwarzhorn, il Ludwigshöhe, il Parrospitze, il Signal Kuppe ... La valle della Lys è dei più bei luoghi dell'Alpi ch'io mi abbia visto ...
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Storia di un'anima (pagina 57)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Rimontando la valle, s'incontra la frazione di Gressoney la Trinità, indi Orsia, d'onde si dipartono i sentieri per la valle della Sesia da una parte, per la valle d'Ayas dall'altra ... Siamo in fondo a una valle, passano dinnanzi povere contadine vestite di panno rosso e vecchie insaccate di panno nero, vediamo picchi e ghiacciai; pure, amica cara, qui a dopo pranzo si risuscitano come cose attuali le mode, gli spettacoli, i pettegolezzi della città… ... Ho passato l'imponentissimo Col d'Ollen (2909) ed eccomi alla tanto rinomata Alagna: un paesetto cacciato giù, nella Valle della Sesia, ai piedi delle Due Gemelle ... All'ombra dei larici quale tranquillità! Per queste straduzze quale oblìo! La chiesa spicca col bianco campanile e colle sue mura fra l'intonazione bruna e violastra della valle ... Una specie di grembiale ricamato s'attacca su quasi fino al collo, la cintura è altissima, di sotto la corta gonnella sporgono le calze di panno o di maglia, come s'usa nella Valle del Cervo (le vireire o virtù) ...
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