Libri tutto
Libri su tutto, con la parola tutto
Confessioni di un Italiano (pagina 15)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ma più che una tale metafora varrà a spiegar la mia idea l'apologo del cauterio che aperto una volta non si può più rinchiudere: gli umori concorrono a quella parte, e convien lasciarli colare sotto pena di guastarne altrimenti tutto l'organismo ... Sicura d'apprendere tutto con somma agevolezza, la ragazzina studiava il primo pezzo della lezione e lasciava il resto; ma così, anziché fortificarsi la facilità dell'imparare, si generava in lei quella di dimenticare ... Avvezza a condursi colla sola regola del proprio talento, la voleva cambiare divertimenti ed occupazioni ogni tratto; non sapendo che questo è il vero mezzo per annoiarsi di tutto, per non trovar più né requie né contento nella vita, e per finire col non sentirsi mai felici appunto per volerlo esser troppo e in cento modi diversi ... Superba di comandare e d'esser la prima in tutto, e di veder le cose ordinate a modo proprio, non è strano ch'ella cercasse accomodarle colla bugia, quando non le conosceva tali da indurre negli altri l'opinione altissima che la voleva far concepire di sé ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 22)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Il vero si era, che la cura della suocera le pesava troppo, e per non sacrificare a ciò tutto l'anno una donna di servizio le parve un doppio sparagno quello di riprender in casa la figlia ... Ma Monsignore come avrebbe potuto capire o sospettar tutto ciò? Lo ripeto ... Io aveva nove anni ed egli sessanta sonati; egli canonico in sarrocchino e in calze rosse, io quasi trovatello scamiciato e senza scarpe; e con tutto questo, ad onta che egli si chiamasse Orlando ed io Carlino, io di mondo e di morale me n'intendeva più di lui ... Non l'era più questo un privilegio delle domeniche o delle sere delle vendemmie, ma tutto l'anno, anche nel verno più crudo e nevoso, capitava a piedi o a cavallo, coll'archibugio in ispalla e il fanaletto appeso in punta, qualche coraggioso visitatore ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 24)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Perciò egli magnificava sempre le imprese degli Americani e la civile grandezza di Washington che aveva sciolto dalla soggezione dei Lordi tutto un nuovo mondo ... Allora i vapori i telegrafi e le strade ferrate non avevano attuato ancora il gran dogma morale dell'unità umana; e ogni piccola società, relegata in se stessa dalle comunicazioni difficilissime, e da una indipendenza giurisdizionale quasi completa, si occupava anzi tutto e massimamente di sé, non curandosi del resto del mondo che come d'un pascolo alla curiosità ... La vecchiona parlava di tutto con soavità e con posatezza, come se guardasse le cose dall'alto della sua età e della sua condizione; ma questo modo di ragionare non era in lei studiato punto punto, e vi si frammischiava a raddolcirlo una buona dose di semplicità e di modestia cristiana ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 25)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Nulla invece di tutto ciò: era tutto effetto di buon cuore, di bella creanza ... La maggioranza poi, la forza, la magnanimità, l'accortezza egli le riponeva nel saper volere pertinacemente, e valersi di tutto e osar tutto nel contentamento della propria volontà ... Ma come gli si era venuta formando nel suo stato umile e circoscritto un'indole così tenace e robusta, se non in tutto alta e perfetta? — Io non ve lo dirò certamente ... In tutto poteva dirsi bel giovine; ma la folla ne avrebbe trovati mille più belli di lui, o non lo avrebbe almeno distinto fra i primi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 28)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Capace di disperarsi se le si sconciava una maglia del collaretto nell'accondiscendere ai capricci altrui, avrebbe rotto e stracciato tutto, compresi i suoi lunghi e bei capelli neri, e le sue guance rosee e ritondette, e le sue manine brevi e polpute, se i capricci da accontentarsi erano i suoi ... Qualche volta per tutto il resto della passeggiata non giungeva più a stornarla da que' suoi giochi gravi solitari e senza fine ... Pareva ch'io le avessi fatto qualche gran torto; ma tutto era un gioco del suo umore ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 29)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutto all'intorno poi era un folto di piante secolari sui cui rami la lambrusca tesseva gli attendamenti più verdi e capricciosi ... Così tutte le cose m'erano tornate nuove e inusitate; e non solamente i mulini e i mugnai, ma i pescatori colle loro reti, i contadini coll'aratro, i pastori colle capre e colle pecore, e tutto tutto mi dava materia di stupore e di diletto ... — Possibile che abbia camminato tanto! — Infatti era ben certo che il sito dove mi trovava non apparteneva alla solita cerchia delle mie scorrerie: spanna per spanna tutto il territorio che si stendeva per due miglia dietro il castello io l'avrei ravvisato senza tema d'errore ... — Andiamo un po' innanzi a vedere! Ma per andar oltre c'era un piccolo guaio, c'era nient'altro che quel gran canale paludoso, e tutto coperto da un bel manto di giunchiglia ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 36)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Sempre d'accordo che qui la carestia delle parole mi fa dir amore in vece di quell'altro qualunque vocabolo che si dovrebbe adoperare; perché una passione tanto varia, che abbraccia le sommità più pure dell'anima e i più bassi movimenti corporali, e che sa inchinar quelle a questi, o sollevar questi a quelle, e confonder tutto talvolta in un'estasi quasi divina e tal altra in una convulsione affatto bestiale, meriterebbe venti nomi proprii invece d'un solo generico, sospetto in bene o in male a seconda dei casi, e scelto si può dire apposta per sbigottire i pudorati e scusare gli indegni ... A quel tempo pertanto io amava nella Pisana la compagna de' miei trastulli; e poiché a quell'età i trastulli son tutto, ciò vien a dire che la voleva tutta per me; il che se non costituisce amore e di quel pretto, come notava più sopra, prendetevela coi vocabolaristi ... — Tutto questo io vidi nella prima alzata d'occhi; ma nel ritirarli poi, m'addiedi d'una vecchia curva e pezzente, che pregava con gran fervore davanti a quel san Rocco ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 43)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tuttavia fu essa la prima che comandò al suo cuore di vivere e di vivere tutto e sempre per essa ... Tutto si agita, si move, si cangia; ma torno ancora a ripeterlo, il nocciuolo dell'ordine futuro si è già composto, e ad ogni giorno agglomera intorno a sé nuovi elementi, come quelle nebulose che aggirandosi ingrandiscono, spesseggiano e diminuiscono densità e confusione all'atmosfera atomistica che le circonda ... Prima di tutto Leopardo era bello; poi era uno dei più agiati partiti del territorio, e infine le dava tante prove di amore quasi devoto che sarebbe stata vera sciocchezza il non approfittarne ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 45)
di Ippolito Nievo (estratti)
... L'era un uomo rosso, ben tarchiato, di mezza età; nei cui occhi non si sapea bene se prevalessero la furberia o la ferocia; superbo poi ed arrogante più di tutto, e questo lo si indovinava dal portamento e dalla voce ... — Se siamo vicini a quest'orecchio andremo poco lontani anche dall'altro! — Cospetto! mi vorresti pelar tutto come un frate! — sclamò il paziente ... Balzò allora in piedi, respinse la Giustina, si tolse dal collo lo sciugamani, e rivolgendosi tutto in un punto, si trovò faccia a faccia col signore di Venchieredo ... Mi dica in coscienza, reverendo! Fa ella il prete o il contrabbandiere? Il poveretto ebbe un brivido per tutta la persona, e gli si torse talmente il grugno, che per quanto si racconciasse il collare si grattasse le labbra, non gli venne più fatto di rimetterlo in sesto per tutto il dialogo susseguente ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 48)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Lo spirito, ella lo sa meglio di me, va sopra la lettera; ed io la assicuro, che se la lettera le comanda di andar innanzi, lo spirito invece le consiglia di dar un frego su tutto ... Il Conte allargava sempre più gli occhi, e si stracciava colle dita i merletti della camicia; a questo punto tutto il respiro, che gli si era compresso nel petto per la grande agitazione, uscì romorosamente in una sbuffata ... Tutto sta che lei, signor Conte, sia disposto ad accontentare com'è di dovere i desiderii segreti del Consiglio dei Dieci ed i miei! Quel miei fu pronunciato in maniera che ricordò lo scoppio d'una trombonata ... — Sempre intesi che tutto debba succedere per caso, e qui è il bandolo della matassa ... Qui, ella vede bene, è impossibile; io non devo sopportarlo a costo d'ammazzarne, non che uno, mille! Il Conte di Fratta tremò tutto da capo a piedi; ma oggimai si era avvezzato a quei sussulti importuni e trovò fiato da soggiungere: — Ebbene Eccellenza; e non si potrebbe addirittura mandarle a Venezia quelle carte inconcludenti? ... — Cos'hai, cosa c'è, chi ti ha detto d'entrare? — chiese tutto tremante il padrone ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 57)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Si consoli che l'assedio non è poi tanto rigoroso se io ho potuto penetrare fin qui; — soggiunse Lucilio — gli è vero che il merito è tutto del Carlino, e che se non lo avessi incontrato lui, difficilmente avrei potuto orientarmi così presto e farmi gettar la tavola da Marchetto ... — Vi dirà tutto il signor Lucilio — risposi modestamente ... Lucilio si fece raccontar brevemente l'andamento di tutto l'affare; giudicò con miglior fondamento che fosse una gherminella del castellano di Venchieredo per tagliar a mezzo il processo con un colpo di mano sulla cancelleria, e per primo atto della sua autorità fece trasportare in un salotto interno le carte e i protocolli di quella faccenda ... Ai pericoli futuri Dio avrebbe provveduto; egli temeva più di tutto i presenti ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 58)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Con tutto ciò ebbi la fortuna di giungere sano e salvo sui prati ... Allora la giovinetta sedette cogli altri in tinello; ma mentre tutti origliavano dalle fessure delle finestre i rumori che venivano dal villaggio, ella parlava muta muta cogli occhi di Lucilio e lo ringraziava per tutto quanto egli aveva adoperato a loro vantaggio ... Infatti era una voce sola che ascriveva al signor Lucilio tutto quel po' di sicurezza e di speranza, che risollevava le anime degli abitatori del castello dalla prima abiezione ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 59)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Capitano entrò più morto che vivo sostenuto dalla moglie, e gridando che tutto era perduto ... Il cavallante non le aveva vedute; ma ad ogni modo non bastavano due soli uomini a menar tutto quel gran romore che si udiva di fuori; e Lucilio giudicò tosto che qualche nuovo accidente fosse intervenuto ... In quella, alle querele delle donne di Fulgenzio e del fattore successe contro le finestre un tambussare di uomini, e un gridar che si aprisse e che si stesse quieti, perché tutto era finito ... Io ne risi, ne risi tanto, che buon per me che la grandezza del contento stornasse dalla mia persona l'attenzione generale! — Finalmente le porte furono aperte, le finestre spalancate; s'accesero fanali, lucerne, lampioni, e candelabri; e al festivo splendore d'una piena illuminazione, fra il suono delle canzoni trionfali, dei Te Deum e delle più divote giaculatorie, il Partistagno invase coll'armata liberatrice tutto il pianterreno del castello ... Il Capitano ammutolì, s'avvicinò col fianco alla tavola per non far vedere ch'egli era senza spada e della mano accennò a Lucilio, come per riferir a lui tutto il merito di tali precauzioni ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 69)
di Ippolito Nievo (estratti)
... ricaduto nella solita indifferenza stupiva a tutto potere di quei caldi intervalli d'entusiasmo, di quel furor battagliero di contese e di alterchi da cui si sentiva trasportato come uno scolaretto ... I divertimenti del quintilio e le commozioni del tresette erano di gran lunga meno vibrate; quando un cappotto aveva originato le solite ironiche congratulazioni, le solite minacce di rivincita, tutto finiva lì, e si tornava come rozze di vettura al monotono andare e venire della partita ... L'amore ha un orgoglio tutto suo ... — Per voi l'Inghilterra e la China sono a tiro di canocchiale, e ci trovate tra esse tante relazioni quanto fra Venezia e Fusina! — Lucilio rispondeva che la terra è tutta una palla, che la gira e la corre tutta insieme, e che dopo che Colombo e Vasco de Gama l'avevano rifatta come era stata creata, non si doveva stupirsi che il sangue avesse ripreso la sua vasta circolazione per tutto quel gran corpo dal polo all'equatore ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 86)
di Ippolito Nievo (estratti)
... E come poteva non esserlo io che l'amava tanto, io che la conosceva fin nel profondo delle viscere? — Povera Pisana! — Ne aveva ella colpa se la natura abbandonata a se stessa avea guastato di sua mano ciò ch'ella di sua mano avea preparato perché gli amorosi accorgimenti dell'arte ne cavassero un prodigio d'intelligenza, di bellezza e di virtù? Ed io, aveva io colpa di amarla tuttavia, ebbi poi colpa d'amarla sempre, quantunque ingrata, perfida, indegna, se sapeva di essere il solo al mondo che potesse compatirla? La terribile sventura del peccato non ha da essere ricompensata quaggiù da nessun conforto? Memoria, memoria, che sei tu mai! Tormento, ristoro e tirannia nostra, tu divori i nostri giorni ora per ora, minuto per minuto e ce li rendi poi rinchiusi in un punto, come in un simbolo dell'eternità! Tutto ci togli, tutto ci ridoni; tutto distruggi, tutto conservi; parli di morte ai vivi e di vita ai sepolti! Oh la memoria dell'umanità è il sole della sapienza, è la fede della giustizia, è lo spettro dell'immortalità, è l'immagine terrena e finita del Dio che non ha fine, e che è dappertutto ... Le perdono tuttavia; perché val meglio a mio giudizio il ricordar troppo e dolersene, che il dimenticar tutto per godere ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 88)
di Ippolito Nievo (estratti)
... crocetta di brillanti di sua mamma; l'immaginazione suppliva a tutto, e si comportava alla foggia delle attrici che parlano in commedia dei loro cocchi, dei loro tesori, né hanno mai cavalcato un asino o fiutato l'odor d'un zecchino ... Eh sì, ci voleva altro per promovere una deliberazione del signor Conte! Egli si era scaricato di tutti i doveri della paternità sulle spalle della signora Veronica; e siccome le infinite chiacchiere di costei gli davano il capogiro, s'accontentava di domandare al Capitano: — Ehi, Capitano! cosa ne dice della Pisana vostra moglie? È contenta del suo contegno, delle sue maniere, de' suoi lavori? Si fa esperta nelle faccende casalinghe? Il Capitano imbeccato dalla Veronica rispondeva a tutto di sì; e poi torceva e ritorceva quei suoi poveri baffi, che a furia di esser toccati, stravolti, malmenati, s'eran ridotti, di neri, grigi, di grigi, canuti, e di canuti, gialli ... Costei, arrogante, bisbetica, malcontenta di tutto; suo marito infinocchiato e aizzato sempre da lei, ingiusto, zotico e crudele a sua volta; non è a dire quanto l'indole di lui s'era cambiata sotto l'impero della moglie ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 96)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Prima di tutto quella sua casaccia umida scura e quasi ignuda continuava a promovermi nei nervi un senso di ribrezzo come la tana della biscia ... Narrai quello che vedeva all'avvocato; egli mi incorò ad osservar meglio, a notare quali legami avesse quell'anarchia religiosa colla licenza politica e morale, a discernere i caporioni della setta, ad accostarli, a conversar con loro in maniera che mi aprissero tutto l'animo, per sapere da qual banda incominciare a correggere, a riparare ... I giovani erano due scolari veronesi che s'erano dati come me alla santa causa e si proponevano di aiutarla con tutto lo zelo ... Peccato che non avessero né il mio ingegno né le mie belle maniere, ma già Dio sapeva mutar i sassi in pane, e colla buona volontà si arriva a tutto ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 102)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Il Venchieredo portava addosso tutto lo sfarzo della felicità ... Vedea tutto bello, tutto buono, tutto incantevole; ognuno gli faceva festa, perché lo spettacolo d'una gran felicità racconsola gli uomini, colla fiducia di poterla anch'essi un giorno o l'altro raggiungere ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 104)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Va', io mi vendico fin d'ora della felicità che attende te pure, e che s'aspetta a tutti quelli che aspetteranno pazientemente! Va', se vuoi amare una cosa abbietta, immonda, spregevole, senz'anima, senza cuore e senza ingegno; cerca la bambola istupidita dalla ubbriachezza dei sensi e accecata dall'orgoglio! nata donna nella crudeltà nella sciocchezza nella lascivia, e bambola eterna in tutto il resto, anche nella pietà che è la scusa delle donne e che a lei fu negata per un mostruoso prodigio della natura! ... Uno scheletro ritto ancora, ma non vivo non animato! Almeno mi restasse l'energia spaventosa del fantasma! Mi vendicherei collo spavento, colle maledizioni! Ma l'anima si ritira da me, come l'acqua del fiume dalla sponda inaridita: tutto appassisce, tutto manca, tutto muore! Mi restano solo memorie e desiderii; un popolo sconsolato di pensieri muti e rabbiosi che non sa nemmeno gridare per destar compassione ... — Ti ho insultato perché infatti tutto il tuo contegno di questa sera mi sembra ancora molto bizzarro; ma ora voglio crederti; ti ringrazio delle buone intenzioni ... Son cristiano, credo al paradiso, e tutto sarà finito ... Sentii il suo cuore battere sul mio precipitosamente, come quello d'un viaggiatore che ha fretta d'arrivare; baciai quel suo volto scarno, e madido tutto d'un sudore gelato; indi lo vidi entrare in casa, lo udii tossire a più riprese nel montar le scale e mi tolsi di là col malcontento di chi ha fatto una buona azione ma pur troppo inutile ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 105)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Cominciò a far il patito il geloso e ti confesso che, in onta a tutto, mi faceva anche compassione; ma cosa doveva fare? seguitare ad ingannarlo e a menarlo di palo in frasca? ... — Oh bella! e se avessi voluto vendicarmi della tua stessa freddezza? — Via, via bugiarda! E l'altra sera di che ti vendicavi dunque? Credi che io non sappia da quanto tempo dura questa tua scalmana per Raimondo! — Ma se ti ripeto che tutto era per distoglier Giulio! Vorresti che avessi il coraggio di dargli un rifiuto se mi piacesse sul serio? — Vedi, come fai smacco alla tua stessa virtù? ... In fatto, fosse merito della mia presenza, della predica, o della sua bontà; il fatto sta che il suo bollore per Raimondo si sfreddò tutto d'un colpo, e il povero Giulio si vide onorato da alcuni di quegli sguardi che tanto più sembrano cari quando sono da lunga pezza insoliti ... A Fratta, vicino alla Pisana, ammaliato dalle sue occhiate, dalla sua bellezza, infiammato dalle sue parole, rade, bizzarre, ma talvolta sublimi e tal'altra perfin pazze di delirio d'amore, io dimenticava tutto, io riprendeva la servitù d'una volta, era tutto per lei ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 111)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Costoro credettero certo che io m'intromettessi ad accomodar tutto per lo meglio, e si misero a gridare: — Gli è il nostro Cancelliere! — Gli è il signor Carlino! — Viva il nostro Cancelliere! — Viva il signor Carlino! La folla dei veri turbolenti cui non pareva vero di accomunarsi in un uguale entusiasmo con quella gentaglia sospettosa e quasi nimica, trovò di suo grado se non il cancelliere almeno il signor Carlino; ed eccoli allora a gridar tutti insieme: — Viva il signor Carlino! — Largo al signor Carlino! — Parli il signor Carlino! Quanto al ringraziarli di quegli ossequi e all'andar innanzi io me la cavava ottimamente; ma in punto a parlare, affé che non avrei saputo cosa dire: fortuna che il gran fracasso me ne dispensava ... — Il signor Carlino parla bene! — Il signor Carlino sa tutto, vede tutto! Il signor Carlino non avrebbe saputo chiarir bene come un uomo senza libertà, cioè con un padrone almeno, somigliasse ad un cane che non ha padrone e che ha per conseguenza la maggior libertà possibile; ma quello non era il momento da perdersi in sofisticherie ... Ma c'è la Provvidenza che pensa a tutto: raccomandiamoci a lei! Un mormorio lungo e diverso, che dinotava qualche disparità di pareri, accolse questa mia proposta ... — Parli il signor Carlino! Fuori Monsignore! Fuori monsignor Vescovo! Si vede che la mia parlata, senza ottenere un effetto decisivo sottomettendoli in tutto e per tutto ai decreti della Provvidenza, li aveva almeno persuasi a confidare nel suo legittimo rappresentante ... Il suo volto calmo e sereno, la dignità di cui era vestito, la santità che traluceva da tutto il suo aspetto commosse la folla, e mutò quasi in vergogna i suoi sentimenti di odio e di sfrenatezza ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 112)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ma mi piaceva quell'esser diventato uomo di rilievo, e tutto sacrificai alla speranza della gloria ... Veggono che non ho tutto il torto ... Alcuni de' più diffidenti rimasero per vedere se il Vice–capitano atteneva le sue promesse; io scavalcai con tutto il piacere, consegnai il ronzino ad uno di loro, e attesi alla porta che mi aprissero ... Quel fracasso di serramenti e di chiavistelli mi diede un qualche sospetto, ma poi mi ricordai di essere un personaggio importante, un avogadore, e salii le scale a testa ritta e col braccio inarcato sul fianco, come appunto se avessi in tasca tutto il mio popolo pronto a difendermi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 115)
di Ippolito Nievo (estratti)
... che ho fatto tutto, tutto il bene che ho potuto ... Io tremai tutto da capo a fondo; e sviscerando coll'occhio della pietà tutti i misteri di quell'anima ravvivata soltanto per sentire il terror della morte: — Signora — gridai — signora, non crede ella in Dio? ... Vagai a lungo per la campagna come uno spettro; indi tornato in paese seppi da qualche fuggiasco la storia terribile di quella scorreria soldatesca che dopo aver insozzato tutto il territorio s'era rovesciato col furore dell'ubbriachezza sul castello di Fratta ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 118)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Si vedeva un uomo avvezzo alla vita; il che vuol dire che non si fa più caso di nulla, che crede a poco, che spera meno ancora, e che sacrificatosi per lungo tempo alla speranza d'una futura commodità, trova tutto agiato tutto commodo perché tutto mena all'ugual fine ... Io mi scaldava tutto a questi aforismi del signor padre; e quasi sarei stato lì per fargli una confessione generale ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 123)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Carlino, io ti cedo tutto, io dono tutto a te, purché tu mi assicuri un divano, una pipa, e dieci tazzine di caffè il giorno ... Ti cedo tutto pel maggior lustro di casa Altoviti ... Dopo sei anni compreremo tutto Torcello, e la famiglia Altoviti diventerà una dinastia ... — Per carità, come vedete tutto brutto e corrotto! Qual trista parte mi date a sostenere a me che m'accingeva a combattere per la libertà e la giustizia! — Benone, Carlino! Per accingersi a questo non c'è che la mia strada; perché del resto se rimani al disotto ti sfido io a combattere, sarai schiacciato ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 124)
di Ippolito Nievo (estratti)
... sissignore, so tutto — balbettò il Savio di settimana ... Dunque io mi riprometto che queste condizioni — (e mostrava il foglio come se stringesse fra le dita una vipera) — saranno accettate con tutto il cuore dalla Serenissima Signoria, che il Maggior Consiglio ratificherà i nostri salutari intendimenti, e che presto formeremo una sola famiglia di cittadini uguali e felici ... Tutto ad un tratto egli si volse a noi con cera poco contenta, e disse quasi pensando a voce alta: — Temo che faremo un bel buco nell'acqua! — — Come? — gli diede sulla voce il Dandolo ... — Un buco nell'acqua ora che tutto arride alle nostre brame? ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 129)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La Pisana mi rimase in mente sola e regina; mi pentii, mi compunsi, mi disperai di averla trascurata per tutto quel tempo, e m'accorsi che io era troppo debole o viziato per trovare la felicità nelle grandi astrazioni ... Però mi incommodavano tutto quanto, per modo che dovetti ricorrere per ultimo e disperato rifugio al viso raggruzzolito della Contessa ... Egli era più vispo, più strano del consueto; e pareva a notizia di tutto ciò che aveva tanto sorpreso e sconsolato me, poiché si congratulò della buona fortuna col Navagero, e volse alla sposina uno di que' suoi occhietti che parlavano meglio d'una lingua qualunque ... Meglio attendere a mostrarsi uomo, darsi tutto alla patria, al culto della libertà, allora appunto che ci stava addosso tanto bisogno! Amilcare parlava col cuore e mi persuase; non valeva proprio la pena di inasinire dietro la Pisana; invece le cure del governo esigevano tutto il mio tempo, tutta la mia premura ... Anch'egli, poveretto, dava addosso al cane con tutti gli altri; ed io non mi convertiva d'un punto, persuaso persuasissimo di essere tutto nella mia segreteria, e di non ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 131)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io vi offro un cuore, pieno di un solo affetto, acceso tutto d'una fiamma che non morrà mai più, e provato e riprovato dal lavoro dalla pazienza dalla sventura ... — Vi dirò tutto — soggiungeva intanto la donzella — vi dirò tutto, Lucilio, e voi giudicherete ... Ma che ha a far tutto ciò con le promesse ch'io ebbi da voi? ... Il povero sapiente indovinò tutto da quello sguardo, da quell'atto, e sentì col cuore lacerato di non poter seguire in cielo quell'anima che gli sfuggiva, beata nei proprii dolori ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 133)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Le donne, figliuol mio, le donne son tutto — mi diceva egli ... La bellezza può molto a Venezia; essa potrebbe tutto quando fosse avvivata internamente da qualche alto sentimento, e ce ne diedero tempi più vicini una prova ... Io ne guizzava tutto, come se mi rovesciassero una catinella d'acqua sul dorso; ma mi sovveniva della mia dignità, delle raccomandazioni di mio padre e mi faceva pettoruto e disinvolto per attrar l'attenzione dell'ospite illustre ... In buon punto soccorse Giulio Del Ponte, che seguiva a quanto sembra la coppia fortunata, e mi volsi tutto confuso a parlare con lui ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 137)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Che v'ha di saldo nell'uomo, se l'uomo appunto svanisce come il vapore del mattino? Sfreddato il calore del sentimento, le parole suonano sulle labbra come il vento in una fessura: vanità, tutto vanità! ... Povero Giulio! Povero Carlino! La Provvidenza, a guardar le cose in monte, governa tutto con giustizia ... La sventura vendica tutto ma non santifica nulla, men che meno poi la superbia, l'invidia e la libidine ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 141)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Seppi in seguito che egli aveva mandato Leopardo a Fusina coll'ordine di fermarvisi tutto il giorno appresso ad aspettar suo padre che doveva arrivare colà e di consegnargli un piego rilevantissimo ... Accorgersene, e metter un grido più acuto più straziante del mio, e cader riverso come colpito dal fulmine fu tutto ad un punto ... Anch'io stetti tutto ieri che non sapeva se fossi vivo o morto, anch'io ho sofferto, vedi, più di uomo al mondo vedendo rovesciarsi tutte le mie speranze per opera di quelli stessi cui le aveva affidate da compiere! Anch'io ho pianto, sì ho pianto di rabbia trovandomi schernito beffeggiato e pagato di sette anni di servizi e di sacrifizi coll'ingratitudine e col tradimento ... e finché non è nulla può essere il primo anello d'una catena da cui dipenda il tutto ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 142)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Egli mi snocciolò trecento cinquanta ducati nuovi fiammanti, mi chiese scusa sorridendo delle burbere accoglienze di suo padre, e soggiunse che non me ne spaventassi perché egli gli aveva parlato di me quella stessa mattina con tutto il favore, e che sarei il benvenuto nella loro casa, ove avrei ritrovato la confidenza e la pace della famiglia ... Per loro era tutto uno; tutto servire; discutevano sull'umor del padrone e sul salario, e null'altro ... Pensai che tutto finiva così; e mi entrò in cuore un involontario sospetto che quello fosse un pronostico ... Dopo la luce le tenebre, dopo la speranza l'obblio, dopo il tutto il nulla; ma fra nulla e tutto, fra obblio e speranza, fra tenebre e luce ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 149)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — (Meno male!) — Seppi alla porta dei Frumier che tu eri ancora a Venezia e dove abitavi; ed adesso eccomi in tua balìa senza paura e senza riguardo, perché a dirla schietta io ho voluto proprio bene a te solo e se tu non me ne vuoi più per le stranezze e per le scioccaggini che commisi, la colpa il danno il dispiacere sarà tutto mio ... Così si argomentava durante la sua infanzia; e sovente la Faustina, per consolarsi d'una domenica irrequieta e rabbiosa, diceva fra sé: “Oggi la signorina ha la lingua fuori dei denti, e il pepe nel sangue! Buon per noi che ci lascerà in pace per tutto il resto della settimana!” Infatti così avveniva ... Io risposi adunque di tutto cuore alla Pisana che la era la benvenuta in mia casa; e fattole prima osservare il grave passo che la arrischiava, ed il danno che massime nella riputazione le ne poteva derivare, vedendola ciononostante ferma nel suo proposito, mi limitai a dirle che la era dessa la padrona di sé, di me, e delle cose mie ... Prima di tutto poteva io assumere una specie di tutela sopra di lei, incerto com'era di fermarmi a Venezia, anzi sicuro per le date promesse e per legge d'onore di dovermene allontanare? E cosa ne avrebbe detto la sua famiglia, e Sua Eccellenza Navagero più di tutti, il marito vecchio e geloso? Non si avrebbe trovato a mezzo loro qualche pretesto per darmi il bando? E a me si stava di farmi complice dell'ingiuria che la Pisana scagliava sopra di loro? E non bastava; c'era l'ultimo scrupolo, l'impiccio più grosso, la difficoltà capitale ... Tutto ad un tratto mentr'io ammirava l'allegra e sfrontata spensieratezza della Pisana, non sapendo se dovessi ascriverla a sincero amore per me, a scioltezza di costumi, o a pura levità di cervello, ella si fermò colle braccia in croce nel mezzo della sala: levò gli occhi un po' turbata nei miei dicendo: — E tuo padre? Allora solo mi saltò in mente ch'ella non sapea nulla della sua partenza; e mi maravigliai a tre doppi della sua franchezza nel venirsi a stabilire presso di me, mentreché ci vedeva nello stesso tempo meno trascurato il pudor femminile ... Ma dopo questo scoppio di giocondità s'impensierì tutto d'un colpo, e non ebbe fiato di andar innanzi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 150)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — N'è vero che staremo bene insieme, come ai nostri giorni beati di Fratta? Si stette allora a me di scrollarmi tutto per un brivido che corse per tutte le vene; e la Pisana stoglieva lo sguardo e non sapeva cosa aggiungere, e alla fine io m'addiedi in tempo che per la prima sera eravamo iti anche troppo innanzi e che conveniva separarsi ... Ma le disposizioni non son tutto ... Essa ci comanda di non fare perché così vuole chi può tutto, chi vede tutto, chi punisce e premia le azioni degli uomini secondo il loro intimo valore ... I sogni innamorati della notte nei quali aveva perduto la memoria di tutte le mie afflizioni, la mezza oscurità della stanza protetta contro il sole già alto da cortine azzurre di seta all'orientale, le rimembranze nostre che ci sprizzavano fuori da ogni sguardo, da ogni parola, da ogni atto, la bellezza incantevole del suo visino sorridente, dove le rose si rincoloravano appena allora di sotto ai madori del sonno, tutto mi eccitava a rappiccar un anello di quella catena che era rimasta per tanto tempo sospesa ... Io stesso per la prima volta in mia vita mi occupai con tutto il piacere di queste minute faccenduole ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 151)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Or dunque appostato questo mio Cerbero alla cucina, e provveduto che ebbi alla sicurezza ed al vitto, tornai alla Pisana e mi dimenticai di tutto il resto ... Forse quello non era il miglior punto; forse, Dio mel perdoni, altri doveri allora m'incombevano, e non era tempo da svagarsi come Rinaldo nel giardino d'Armida; ma badate che io non dissi di avermi fatto violenza per dimenticare il resto; me ne dimenticai anzi così spontaneamente, che quando ulteriori circostanze mi richiamarono alla vita pubblica, mi parve tutto un mondo nuovo ... Tutto ciò che era fuori dell'amor nostro o che in qualche modo non si rappiccava ad esso non la occupava punto ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 153)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Le dissi adunque che mi era stupito assai di vederla in istretto colloquio con una svergognata di quella natura, dalla quale avea ricevuto offese imperdonabili; e che non ci vedeva il perché la si fosse fermata a cinguettare sull'uscio di casa con tutto l'interesse che avevamo a non farci osservare ... Tra le spese occorrenti alla casa, il salario della serva, e qualche compera fatta dalla Pisana che si era ricoverata presso di me poco meno che in camicia, m'era già scivolato d'infra le dita buona parte di quello che dovea bastarmi per tutto l'anno ... Prima di tutto adempiremo agli obblighi assunti, e poi si digiunerà se non ne resta per noi ... — Cosa ti salta ora? — gridai tutto sdegnato ... Fammi contenta di tutto quello che ti domando, e dopo pensi la Provvidenza, che tocca a lei ... In fondo al cuore di noi altre donne un po' di devozione ci resta sempre; or bene! io mi abbandono nelle braccia di Dio! Ti assicuro che se rimanessimo nudi di tutto, non troveresti due braccia che lavorassero più valorosamente delle mie a guadagnar la vita per tutti e due ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 156)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Emilio è il mio promesso sposo; egli non pensava certamente a mescolarsi in brighe di Stato, in macchinazioni e in congiure quando lo conobbi; fui io a spingerlo per quella via, e a procurargli la proscrizione che nudo di tutto, senza parenti senza amici e cagionevole di salute lo manda a soffrire, a morir forse in un paese lontano e straniero! ... Giudicatemi ora; non era dover mio quello di tutto abbandonare, di sacrificar tutto per menomare i cattivi effetti delle mie esortazioni? ... Perisca tutto, ma che non mi resti nel cuore un sì atroce rimorso! Io rimasi, come si dice, di princisbecco; ma feci dignitosamente l'indiano e benché la vergogna mi salisse alle guance del granchio ch'era stato per prendere, pure trovai qualche parola che non dicesse nulla, e velasse momentaneamente il mio imbroglio ... Soprattutto mi imbarazzava quel signor Emilio, nudo di tutto, malato, interessante che l'Aglaura diceva essere il suo promesso sposo e del quale io non avea mai sentito mover parola dai suoi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 158)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutto ad un tratto dopo un'erta faticosa della via giunsimo dov'essa radeva il sommo d'una rupe che impendeva precipitosa sul lago ... Aguzzai gli occhi a tutto potere e scorsi finalmente fra un macchione di cespugli una cosa nera che somigliava un corpo e pareva esservi rimasta appesa ... — Ne ha uno di grandissimo, Aglaura! Prima di tutto pei vostri genitori, per vostro fratello che vi ama, vi adora, e voi sola ne sapete il quanto! indi perché vi è un cuore al mondo che ha diritto d'amore e ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 161)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Intervenne un caporale francese che col calcio del fucile mise ordine a tutto ... Gli è vero ch'ella rideva e ci scherzava sopra, ma non si può preveder tutto; e con quel suo cervellino! ... Quello che v'aveva di più terribile in tutto ciò si era che la Contessa, anziché ricavar danari dalle possessioni, non riceveva altro che cedole di crediti e minacce esecutive ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 165)
di Ippolito Nievo (estratti)
... S'intende ch'io misi il tutto alla posta senza nulla dire alla giovine, perché lì era in ballo la mia coscienza e non si volean cerimonie ... — Ora ti menerò dal tuo generale — diss'egli — generale, comandante, capitano, commilitone, tutto quello che vorrai! È uno di quegli uomini che sono troppo superiori agli altri per darsi la briga di accorgersene di mostrarlo: non si può credere ad alcun patto che in lui sia un'anima sola, e sembra che la sua immensa attività dovrebbe stancarne una dozzina al giorno ... Roma, già consumata dal trattato di Tolentino, fu del tutto spogliata per la presenza dei repubblicani; l'uccisione del general Duphot, pretesto alla guerra, fu suffragata con esequie, con luminarie e colla spogliazione di tutte le chiese ... Casse gravi di pietre preziose s'incamminavano per Francia, mentre l'esercito restava stremo di tutto e tumultuava contro Massena succeduto a Berthier ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 169)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Oh fu un momento, fu un momento che tutto fui per isvelare! così credeva che mi sarei vendicato! — E vi tratteneste? — Per compassione, Carlo, per giustizia mi trattenni! Se il male era già avvenuto, perché punir voi innocenti? Meglio era ch'io partissi recando altrove la mia disperazione la mia gelosia, e lasciando a voi la felicità piuttostoché cambiarla in un rimorso irreparabile! ... — Prima di tutto fui all'aperto, all'aria libera a respirare, a chieder ispirazione da Dio; indi come il cuore mi consigliava tornai in questa casa, interrogai i padroni, i portinai ... Accettai dunque l'Aglaura per sorella di tutto cuore, ne ringraziai il cielo come d'un insperato e prezioso presente, e m'adoperai a tutt'uomo perché il presente fosse reso più gradito a mille tanti col cambiare in parentela l'amicizia che mi univa a Spiro ... D'altronde ella vedeva che così tutto si accomodava e le donne per far tutti contenti sono anche capaci di maritarsi, quando peraltro con questi ripieghi accontentino prima di tutti se stesse ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 170)
di Ippolito Nievo (estratti)
... A Firenze tutto mi piacque meno l'Arno, che per avere così bel nome, è molto piccolo fiume ... Ammazzavano i polli per mangiarli in casa del prete e bere del suo vino; del resto tutto finiva lì, e se gli abati erano gente della legge, con un cicino di disinvoltura e una patina politica finivamo col separarci ottimi amici ... Convenite con me che se non eroismo fu certamente una bella costanza la mia di starmene a ordinar piuoli e a comandar movimenti sul monte Pincio, mentre avrei corso e frugato tutto il mondo per trovar la mia bella! La amava, sapete, proprio più che me stesso; e per me che non vendo ciurmerie di frasi ma faccio professione di narrare la verità, questo è tutto dire ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 179)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Avevamo sparso la voce che quelle flotte erano cariche di masnade albanesi e saracine pronte a vomitarsi sul Regno per metterlo tutto a ferro e fuoco ... Siccome l'odio contro la nazione turchesca è tradizionale in quelle regioni, la gente ci spalleggiava a tutto potere ... Così s'era tutto disposto a ribattere validamente un primo attacco a Bisceglie quando capitò a spron battuto un messo da Molfetta, sette miglia lontano, che recava d'uno sbarco che si tentava colà, e della grande opera che il popolo faceva per impedirlo ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 184)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Un quarto d'ora dopo io avea già consegnato la bestia alla cuoca che ne cavasse la maggior quantità possibile di brodo, intorbidandogli il sapore gattesco con sedani e cipolline, quando mi capitò dinanzi Alessandro tutto sconvolto ed arruffato che pareva Oreste perseguitato dalle Furie, e rappresentato dal Salvini ... Urla una e strilla quell'altra, credo che diedero la sveglia a tutto il vicinato ... La cameriera si buttò addirittura addosso alla padrona minacciandola che se non le pagava i salari le avrebbe cavato gli occhi, e che non era quella la maniera di mantenere le sue promesse che il servizio dell'ufficial francese sarebbesi lasciato tutto a lei ... Egli stava già sul tirato come un uomo di genio, si ritraeva dall'amicizia, massime degli uomini, per ottener meglio l'ammirazione; e scriveva odi alle sue amiche con tutto il classicismo d'Anacreonte e d'Orazio ... Io non aveva in tutto me un ventimila lire tra denari sonanti e cedole austriache; ma di queste non era quello il luogo da ottenere il pagamento e così tutto l'aver mio si riduceva a un centinaio di doble ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 185)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Voleva poi tutto a modo suo e dal silenzio ostinato passava in men ch'io non dico ad una garrulità quasi favolosa ... Cominciarono i soliti dissapori, gli alterchi, le gelosie: tutto per quel benedetto bambino; eppur vi giuro che se la Provvidenza non ce lo mandava, io non ce ne aveva né colpa né rimorso ... Ella che ne aveva gran desiderio da un pezzo, perché i zuccherini cominciavano a impastarle la bocca, gli tornava allora dietro coi più dolci vezzi del mondo; e Alessandro s'incatorzoliva tutto per la contentezza ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 186)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Non mi spiaceva il guadagnarmi onoratamente un pane, perché tra le dodicimila lire lasciate alla vedova del Martelli sopra una casa bancaria di Napoli, le doble spese a Genova, e le cedole negoziate a Marsiglia tutto il peculio consegnatomi da mio padre prima di morire se n'era ito in fumo ... Bruto Provedoni che ci aveva accompagnato fin là diretto per Venezia e pel Friuli ci promise che avrebbe scritto amplissime informazioni sopra tutto ciò che ci premeva sapere; e noi contenti di esserci salvati con tanta fortuna da quel turbine che aveva inghiottito gente più grande ed accorta di noi, stettimo ad aspettare con pazienza che imprevisti avvenimenti finissero di mettere la nostra vita perfettamente in regola ... Ma mi guardava bene dal dargli carico di tutto ciò in presenza della Pisana; sapeva che alle volte nulla più nuoce d'un biasimo inopportuno, massime presso le indoli che amano l'assurdo e la contraddizione ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 193)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Il conte Rinaldo, che non avrebbe sofferto per la sua debolezza di stomaco un viaggio per acqua fino a Ferrara o a Ravenna, approfittò con assai piacere della diligenza, mi venne tra i piedi a Bologna, eppur nessuno l'aveva chiamato; si fece condurre alla Madonna di Monte, alla Montagnola, a San Petronio, e per mercede di tutto ciò mi condusse via la Pisana sul terzo giorno ... Adesso invece brillano le idee, ma di opere non se ne vedono né bianche né nere; tutto per quel gran malanno che chi ha capo non ha braccia; e a quel tempo invece le braccia di Napoleone s'allargavano per mezza Europa e per tutta Italia a sommoverne a risvegliarne le assopite forze vitali ... La forza comandava il rinnovamento dei costumi; e tutto si otteneva coll'ordine colla disciplina ... — Così vissi quei non pochi mesi tutto impiegato tutto lavoro tutto fiducia senza pensare da me, senza guardar fuori dal quadro che mi si poneva dinanzi agli occhi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 197)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ma dopo cinque e sei giorni cominciai ad accorgermi che la Pisana non poteva avere tutto il torto ad ingelosire della mia signora padrona ... Io dimenticai per un istante la quistione della libertà per mettermi tutto nella gioia di riveder Venezia, e la Pisana, e mia sorella e Spiro e i nipoti, e i carissimi luoghi dove s'era trastullata la mia infanzia e viveva pur sempre tanta parte dell'anima mia ... Io non mi capacitava come tutti questi struggimenti potessero combinarsi colla noncuranza dei mesi passati; ma la contentezza presente vinceva tutto, soperchiava tutto ... Se la Contessa usò meco con minore durezza, riconosco ora che fu tutta sua indulgenza; perciò non mi diede mai il cuore di unirmi ai suoi detrattori quando ne udii dire tutto il male che vedrete in appresso ... Ma il più strano si fu quando il vecchio Navagero, disperatissimo di cotal risoluzione della moglie e della valente infermiera che era in procinto di perdere, mi mandò a pregare in segreto che piuttosto andassi io ad abitare presso di lui che m'avrebbe veduto con tutto il piacere ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 204)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Leggi volontà movimento, tutto veniva da Parigi come oggidì i cappellini e le mantiglie delle signore ... La miseria l'umiliazione trapelavano dappertutto, per quanto il Viceré s'ingegnasse di coprir tutto collo sfarzo glorioso del manto imperiale ... Io rimasi un po' sfiduciato di quei segni d'indolenza e di trascuratezza: vidi che Lucilio non avea poi tutto il torto di esser fuggito a Londra, anzi che il buonsenso pubblico stava per lui ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 211)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Si seppe subito dopo il pranzo che uno squadrone di ulani era passato la sera prima; contadini fuggiaschi dalle terre aperte narravano che tutto l'esercito tenea loro dietro ... Volendo questi mandar subito a Rieti, io e quei giovani siciliani ci offrimmo all'uopo; egli ce ne ringraziò, ci diede una scorta di cavalleggieri, raccomandandoci di farlo avvisato di tutto nel più breve spazio di tempo possibile ... Nugent premeva con tutto l'esercito il confine degli Abruzzi; un grosso corpo di cavalleria minacciava la importantissima posizione di Rieti ... Mancavano le artiglierie; i cavalleggieri non sommavano, credo, in tutto a quattrocento; gli altri erano sparpagliati in diverse posizioni ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 213)
di Ippolito Nievo (estratti)
... In quel punto dimenticai tutto; l'anima non visse che di quel bacio ... Così mi fornì dei denari pel viaggio, ché già sapete come noi fossimo sempre al verde; ma prima di partire io pretesi da lui un altro servigio; volli che vedesse vostra moglie, che le raccontasse il tutto e che da lei mi venisse il permesso di adoperarmi per voi ... Colla miseria intorno, con due figliuoli garzonetti, col fratello quasi impotente, ella voleva tuttavia abbandonar tutto, e venir a soffrire, a morire con voi ... Il gran costo del vitto, la carezza delle pigioni, la mia malattia d'occhi che peggiorava sempre, la povertà alla quale ci accostavamo sempre più senza speranza di uscirne per alcun modo; tutto concorreva ad angustiarci pel presente ed a farci temere un futuro ancor più disastroso ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 214)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ma non passava un minuto che si rifaceva buona e paziente, quasiché o il suo temperamento si fosse cambiato del tutto o avesse preso a dipendere dalla volontà e dalla ragione ... Se il cervello rispondesse meglio ai palpiti del cuore, e le braccia rispondessero ubbidienti più a questo che a quello, credete voi che tutto si avrebbe a rifare? ... Ci facevano pagare perfin l'acqua che si beveva, e meno gli scarsi aiuti mandatici da casa, la Pisana a tutto dovea provvedere ... Toccava a me, è vero, l'arrendermi e il tacere, come debitore di tutto che le era; ma alle volte mi pareva aver diritto a qualche maggior grado di confidenza e sapete che quella appunto che vien negata sembra essere la cosa unicamente desiderabile ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 215)
di Ippolito Nievo (estratti)
... mi nascondesse e che le lezioni le rubassero tutto quel tempo che rimaneva fuori di casa ... Di più mi toccava soffocar tutto per non crescerle affanno colle mie smanie, ma ella veniva incontro a' miei nascosti dolori coi più delicati conforti che si potessero immaginare ... Oh quanto avrei pagato io un barlume di luce per intravvedere le sue sembianze, per capacitarmi di quello che doveva credere alle sue parole pietosamente bugiarde! Con quanto sgomento non seguiva io il medico fin sul pianerottolo pregandolo e scongiurandolo che mi dicesse la verità! Ma più d'una volta sospettai che ella ci venisse dietro appunto per impedire al medico che disubbidisse alla sua raccomandazione e tutto mi dichiarasse il pericolo del suo stato! ... S'incontrò adunque colla Pisana; costei gli raccontò le mie vicende e le sue, e la cagione per la quale allora eravamo a Londra sprovvisti di tutto ... Non ebbi che a convincermi sempre di più di questa felice persuasione per la bella piega che parvero prendere allora tutto d'un tratto le cose nostre ... Prima di tutto Lucilio esaminò attentamente i miei occhi, e dettomi che erano coperti da caterratte e che entro pochi mesi sarebbero maturate per l'operazione della quale non dubitava punto che sarebbe riescita a meraviglia, mi si rimise l'anima in corpo ... Indi il dottore mi chiese notizia di me della mia famiglia e come stavano le cose, e chiarito di tutto mi diede lusinga che egli avrebbe fatto venire in Inghilterra l'Aquilina e i figliuoli miei, dove avrebbe pensato a stabilirmi in modo che fossero piuttosto utili pel futuro che costosi al presente ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 223)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutto quel poco bene che poteva fare io l'ho fatto; è giusto che non mi si tardi qualche ricompensa; il mio desiderio è di riceverla subito, e di abbandonarvi per breve tempo col sorriso sulle labbra e, concedetemi anche questa speranza, col vostro compatimento ... Oh sì, ricada sul mio capo la pena di tanta infamia! La meritai la imploro la voglio! Finché non avrò scontato a lagrime di sangue tutto il mio delitto contro di te, tutti i dolori le umiliazioni che ti ho imposto, non avrò né pace né ardire di sollevar il capo e chiamarmi uomo! ... Se avessi dinanzi a me l'eternità, e dovessi passarla in continui stenti neppur consolata dalla tua presenza, e tutto per risparmiarti una lagrima un sospiro solo, non esiterei un momento ... Ciò nulla ostante io seguitai a far pompa della mia barbara delicatezza, mi ostinai in quel sistema di virtuosa vanità in cui col tuo matrimonio avea segnato il primo passo, volli il piacer mio prima di tutto, ad ogni costo! ... Del resto tutto quel po' di bene che poteva operare mi sono studiata di farlo: muoio contenta, muoio sorridendo perché vado ad aspettarti! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 224)
di Ippolito Nievo (estratti)
... quando voglio una cosa, la voglio la pretendo ad ogni costo! Or bene, io voglio e pretendo che la mia morte a me tanto facile e soave non sia la disperazione d'una intera famiglia, e non tolga a tutto un paese ed all'umanità tutto quel bene che puoi che devi ancora operare! ... — Tutto tutto potrai! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 229)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Prima di tutto sapete la conclusione: la bella Pisana è morta ... — Benone! Voi avete una fantasia feconda, caro generale, e un ingegno che accomoda tutto ... L'amico Carlino poi sapeva tutto e pappava in pace ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 239)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Là si vide il doppio intento d'una condotta e d'un modo di pensare che pareva uguale ed era tutt'altro: l'Ormenta, i Cisterna e i loro satelliti pensavano all'utile proprio, alla sicura comodità della vita sotto la scusa della gloria di Dio; Rinaldo e la Clara operavano per la gloria di Dio in tutto e per tutto, e la sostanza i commodi la vita avrebbero sacrificato allegramente per quel santissimo scopo ... E siccome altri giovani di più matura esperienza o più rettamente guidati si opponevano a quelli colla parola coll'esempio, gridando che era un abbominio il negare così ogni idealità delle vita, e il rendersi come porci in brago schiavi solo dei commodi e dei godimenti; quei maestri di corruzione soffiavano che eran gridate d'invidia e che non bisognava badarci, e che era tutto effetto d'ipocrisia, ma che ci voleva coraggio per beffarsi delle predicazioni di quei farisei ... Gli uomini troppo assoluti e sinceri sono caricati per solito delle colpe di tutto il loro partito, e Giulio si ebbe addosso l'esecrazione generale ... Senza sapere appuntino tutte queste vicende, perché i parenti son gli ultimi ad aver contezza della condotta dei figliuoli, ne subodorai abbastanza per metter Giulio in avvertenza di tutto il male che gliene poteva intervenire ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 241)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io certo non vengo con voi tutti i giorni perché la conversazione di casa Fratta né quella di casa Cisterna si affanno al mio gusto, ma quando ci vengo, siccome con quelle persone non ho voglia d'intrattenermi, ho tutto il tempo di osservarla ... — Ecco, ecco, sempre insulti sempre motteggi a tutto quello che v'è di santo, di venerabile al mondo! ... Allora avvicinatomi pian piano mi parve udire lo scricchiolio d'una penna d'acciaio, e tutto ad un tratto facendo per aprir l'uscio, non lo potei perché era chiuso a chiave ... Ma tutto era aperto, e niente trovai che potesse dar ragione ai sospetti concepiti la sera prima ... Ora che tocchi con mano ch'io so tutto, e vedi cionnostante che mi dispongo ad usar di tutta la mia bontà, spero che vorrai mostrartene degna, con dirmi come sei venuta in tanta confidenza con quel giovine, cosa ti piace tanto in lui, e perché, se credevi onesta la tua condotta, hai creduto bene di celarla ai tuoi genitori ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 245)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La concordia d'ogni classe di cittadini, la serena pazienza di quell'ottimo popolo veneziano in ogni fatta di disgrazie, la cieca confidenza nel futuro, l'educazione militare che dietro i forti ripari della laguna aveva tempo di assodarsi, tutto dava a sperare che quello era il fine, o come diceva Talleyrand, il principio della fine ... — Sì, tutto va bene, benissimo; ma tua madre ... — Mia madre sa tutto da questa mattina; ella unisce le sue preghiere alle mie ... Enrico si stava tutto vergognoso, mentre la sfacciatella mi confessava tra supplichevole e burlesca i suoi tradimenti; ma io gli diedi del pugno sotto il mento ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 247)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Gli uomini vedono la natura sempre uguale, perché non si degnano di guardarla minutamente; ma tutto cangia insieme a noi; e mentre i nostri capelli di neri si fanno canuti, milioni e milioni d'esistenze hanno compiuto il loro giro ... La famiglia forma di tutte le anime che la compongono quasi un'anima collettiva; e che altro infatti son mai le anime nostre se non memoria, affetto, pensiero e speranza? — E quando cotali sentimenti sono comuni in tutto od in parte, non si può dir veramente che si vive l'uno nell'altro? Così l'umanità s'eterna e si dilata come un solo spirito in quei principii immutabili che la fanno pietosa, socievole e pensante ... Dicono i Francesi che a qualche cosa sono buone anch'esse, e piucché a tutto, a procurare quella felicità certa e duratura che s'insalda sulla fortezza dell'animo ... Che tutto il genere umano avesse un sol capo per reciderlo: che un silenzio pieno di rovine di tenebre di strage succedesse a quell'accusa nefanda; che io potessi sorgere Nemesi implacabile a cantar l'inno della vendetta e dello sterminio! Ma i numi non ascoltano i voti del superbo; essi versano l'ambrosia nei calici eterni per immortalare gli eroi, e stringono nella destra il fulmine infallace, divorator dei Titani ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 251)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Saputo che era suo figlio, si sciolse dalla rigidezza per gettarmi le braccia al collo, e allora sperai che il suo cuore non fosse tutto matematico; imperocché a dirla schietta io ho dei matematici l'egual paura che dei mercanti ... L'Imperatore gli avea donato la duchea di Rio–Vedras; ma egli abbandonò tutto per volare a Venezia ... Tutto qui è grandioso intatto sublime ... Montagne, torrenti, selve, pianure, tutto serba l'impronta dell'ultima rivoluzione che ha sconvolto il creato, e tràttone l'ordine meraviglioso della vita presente ...
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Corbaccio
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E già del modo avendo diliberato, mi sopravenne un sudore freddo e una compassion di me stesso, con una paura mescolata di non passare di malvagia vita a piggiore, se io questo facessi; che fu di tanta forza che quasi del tutto ruppe e spezò quello proponimento che io davanti reputava fortissimo ... Se ella t'ha in odio, se tu non se' del tutto fuori di te, assai apertamente conoscer dèi niuna cosa poter fare, che più le piaccia, che lo 'npiccarti per la gola il più tosto che tu puoi ... E non vedi tu tutto 'l giorno le persone che hanno alcuno in odio, per diradicarlo e levarlo di terra, mettere le lor cose e la propria vita in aventura, contr'a le leggi umane e divine adoperando? E tanto di letizia e di piacer prendono quanto di tristizia e di miseria sentono in cui hanno in odio ... Leva addunque via, anzi discaccia del tutto questo tuo apetito; né volere ad una ora te privare di quello che non acquistasti et etterno supplicio guadagnare e, a chi ti vuole male, sommamente piacere; siati cara la vita e quella, quanto puoi il più, t'ingegna di prolungare ...
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Corbaccio (pagina 2)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E, cercando, trovai compagnia assai utile alle mie passioni: colla quale ritrovandomi e in dilettevole parte ricolti secondo la nostra antica usanza, primieramente cominciamo a ragionare con ordine assai discreto delle volubili operazioni della Fortuna, della scioccheza di coloro i quali quella con tutto il desiderio abracciano, e della pazia d'essi medesimi i quali, sì come in cosa stabile, le loro speranze messe fermano ... Et oltre a questo mi parea per tutto, dove che io mi volgessi, sentire mughi, urli e strida <di> diversi e ferocissimi animali: de' quali la qualità del luogo mi dava assai certa testimonianza che per tutto ne dovesse essere ... E, mentre che io in cotal guisa e già quasi da ogni speranza abandonato, tutto delle mie lagrime molle mi stava, et ecco, di verso quella parte dalla quale nella misera valle il sole si levava, venire verso me con lento passo uno uomo senza alcuna compagnia; il quale, per quello ch'io poi più dappresso discernessi, era di statura grande e di pelle e di pelo bruno, benché in parte bianco divenuto fosse per gli anni, de' quali forse sessanta o più dimostrava d'avere; e il suo vestimento era lunghissimo e largo e di colore vermiglio, come che assai più vivo mi paresse – non ostante che tenebroso fosse il luogo dov'io era – che quello che qua tingono i nostri maestri ...
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Corbaccio (pagina 7)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Della qual cosa il primo argomento è che a loro par più che a tutti gli altri sapere, come alquanto sono loro bene disposti i guadagni, secondo gli avisi fatti, o pure per avventura, come suole le più volte avvenire; là dove essi, del tutto ignoranti, niuna cosa più oltre sanno che quanti passi ha dal fondaco o dalla bottega alla lor casa; e par loro che ogni uomo, che di ciò gli volesse isgannare, avere vinto e confuso, quando dicono: “Di' che mi venga ad ingannare”, o dicono: “All'uscio mi si pare”, quasi in niun'altra cosa stia il sapere se non o in ingannare o in guadagnare ... E, se le dette cose esser vere la tua filosofia non ti mostrasse, né a memoria ti ritornasse la sperienza la quale di gran parte di quelle in te medesimo veduta hai, le dipinture degli antichi tel mosterranno, le quali lui per le mura, giovane, ignudo, con ali e con occhi velati e arciere, non sanza grandissima cagione e significazione de' suoi effetti, tutto 'l dì vi dimostrano ... E vegnamo all'altre loro cose o ad alcuna di quelle; per ciò che volere dire tutto non ne basterebbe l'anno, il quale è tosto per entrare nuovo ... E, parendo loro essere salite un alto grado, quantunque conoscano sé essere nate a esser serve, incontanente prendono speranza e aguzano i disideri alla signoria; e, faccendosi umili, obbedienti e blande, le corone, le cinture, i drappi ad oro, i vai, i molti vestimenti e gli altri ornamenti varii, de' quali tutto dì si vegon splendenti, dai miseri mariti impetrano; il quale non s'accorge tutte quelle essere armi a combattere la sua signoria e vincerla ...
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Corbaccio (pagina 8)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Credi tu ch'i' sia abbagliata, e ch'io non sappia a cui tu vai dietro, a cui tu vuogli bene e a cui tu tutto 'l dì favelli? Ben so bene: io ho migliori spie che tu non credi ... Quante già su per le sommità delle case, de' palagi e delle torri andate sono, e vanno, da' loro amanti chiamate o aspettate? Quante già presummettero e presummono tutto il giorno o davanti agli occhi de' mariti sotto le ceste o nelle arche gli amanti nascondere? Quante nel letto medesimo farli tacitamente intrare? Quante, sole e di notte e per mezo gli armati e ancora per mare e per li cimiteri delle chiese, se ne truovano continuo dietro chi me' lavora? e, che maggior vituperio è, veggenti i mariti, ne sono assai che presummono fare i lor piaceri ... Tutti i pensieri delle femine, tutto lo studio, tutte l'opere a niuna altra cosa tirano, se non a rubare, a signoreggiare e ad ingannare gli uomini; per che leggiermente credono sopra loro d'ogni cosa, che non sanno, simili trattati tenersi ... Quivi non amico, non parente, non fratello, non padre, non marito, non alcuno de' suoi amanti è risparmiato; e più sarebbe allora caro a ciascuna tutto 'l mondo, il cielo, Iddio e ciò ch'è di sopra e di sotto universalmente in un'ora potere confondere, guastare e tornare in nulla che, ad animo riposato, potere cento bagascioni al suo piacere adoperare ...
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Corbaccio (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Sanno ciò che si fa in India o in Ispagna; come sieno fatte le abitazioni degli Etiopi e dove nasca il Nilo; e se 'l cristallo s'ingenera sotto tramontana di ghiaccio o d'altra cosa; con cui dormì la vicina sua; di cui quella altra è gravida e di che mese dee partorire; e quanti amadori ha quell'altra e chi le mandò l'anello e chi la cintura; e quante uova faccia l'anno la gallina della vicina sua; e quante fusa logori a filare una dodicina di lino; e in brieve ciò che fecero mai i Troiani e' Greci o' Romani, di tutto pienamente tornano informate; e quelle colla fante, colla fornaia, colla lavandaia berlingano senza ristare, se altri non truovano che dia loro orecchie, forte turbandosi se alcuna loro riprovata ne fosse ... Bene è il vero ch'esse sono arrendevoli a lasciarsi provare il lor difetto, e spezialmente quello che altri cogli occhi suoi medesimi vede; e non hanno presto il: “Non fu così; tu menti per la gola; tu hai le traveggole; tu hai le cervella date a rinpedulare; bèi meno; tu non sai ove tu ti se'; se' tu in buon senno? tu farnetichi a santà e anfani a secco” e cotali altre lor parolette apuntate? E, se esse diranno d'avere un asino veduto volare, dopo molti argomenti in contrario converrà che si conceda del tutto; se non, le inimicizie mortali, le 'nsidie e gli odi saranno di presente in campo ... E, oltre a questo, assai sovente molto meno consideratamente si gloriano, dicendo che Colei, nel cui ventre si racchiuse l'unica e general salute di tutto l'universo, virgine inanzi il parto e che dopo il parto rimase virgine, con alquante altre (non molte però, della cui virtù spezial menzione e solennità fa la Chiesa di Dio) furono così femine come loro; e per questo immaginano dovere essere riguardate, argomentando niuna cosa contr'a loro potersi dire della loro viltà, che contro a Quella, che santissima cosa fu, non si dica; e quasi vogliono che lo scudo della loro difensione nelle braccia di Quella rimanga: che in niuna cosa la somigliano, se non in una ... Ma questo non è da dovere consentire; per ciò che quella unica Sposa dello Spirito Santo fu una cosa tanto pura, tanto virtuosa, tanto monda e piena di grazia e del tutto sì da ogni corporale e spiritual bruttura remota che, a rispetto dell'altre, quasi non dell'elementar composizione, ma d'una essenzia quinta fu formata a dovere essere abitacolo e ostello del Figliuolo di Dio; il quale, volendo per la nostra salute incarnare, per non venire ad abitare nel porcile delle femine moderne, ab ecterno se la preparò, sì come degna camera a tanto e cotale re ...
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Corbaccio (pagina 13)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E, poi che diligentemente fatta s'avea pettinare, ravvoltisi i capelli al capo, sopr'essi non so che viluppo di seta, il quale essa chiamava trecce, si poneva; e, quelle con una reticella di seta sottilissima fermate, fattosi l'acconce ghirlande e' fiori porgere, quelle primieramente in capo postesi, andando per tutto i fiori compartendo, così il capo se ne dipignea, come talvolta d'occhi la coda del pavone avea veduta dipinta; né niuno ne fermava che prima allo specchio non ne chiedesse consiglio ... Ma, poi che la età venne troppo parendosi e i capelli, che bianchi cominciarono a divenire, quantunque molti tutto 'l dì se ne facesse cavare, richiedeano i veli, come l'erba e' fiori solea prendere, così di quelli il grembo e il petto di spilletti s'empieva e collo aiuto della fante si cominciava a velare; alla quale, credo con mille rimbrotti, ogni volta dicea: “Questo velo fu poco ingiallato; e questo altro pende troppo da questa parte; manda questo altro più giù; fa' stare più tirato quello, ché mi cuopre la fronte; lieva quello spilletto, che m'hai sotto l'orecchie posto, e ponlo più in là un poco; e fa' più stretta piega a quello che andare mi dee sotto 'l mento; togli quel vetro e levami quel peluzo ch'ho nella gota di sotto all'occhio manco” ... La quale venuta, tutta in ordine si rimetteva; e dopo tutto questo, le dita colla lingua bagnatesi, a guisa che fa la gatta or qua or là si lisciava, or questo capello or quello nel suo luogo tornando; e di quinci forse cinquanta volte or dinanzi or da lato nello specchio si guardava e, quasi molto a se stessa piacesse, a pena da quello si sapea spiccare; e nondimeno si faceva alla sua buona donna riguardare; e con cautela la esaminava se bene stesse, se niuna cosa mancasse, non altrimenti che se la sua fama o la sua vita da quel dipendesse ... Chi della cagione di questo suo abellirsi con tanta sollecitudine domandata l'avesse, prestamente, sì come colei ch'è più ch'altra femina di malizia piena, rispondea che per più piacermi il facea; agiugnendo che, con tutto questo, non poteva ella tanto fare ch'ella mi piacesse, sì ch'io lei non lasciassi per ire dietro alle fanti e alle zambrache e alle vili e alle cattive femine ... Anzi, sì com'io molte volte m'accorsi, a qualunque giovane, o qualunque altro che punto d'aspetto avesse piacevole, che dinanzi alla casa passasse o dov'ella fosse, non altrimenti il falcone, tratto di cappello, si rifà tutto e sopra sé torna, che faceva ella, sommamente desiderosa d'essere guardata; e così si turbava in se medesima, se altro passato fosse che non l'avesse guatata, come se una grave ingiuria avesse ricevuta ...
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Corbaccio (pagina 22)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... fatica, sempre cose piacevoli ragionando, si trasse dietro; sopra le sommità delle quali poi che pervenuti fumo, quivi il cielo aperto e luminoso vedere mi parve e sentire l'aere dolce e soave e lieto e vedere le piante verdi e' fiori per le campagne; le quali cose tutto il petto, della passata noia afflitto, riconfortaro e ritornarono nella prima allegreza ... Risvegliato adunque e tutto di sudore bagnato trovandomi, non altramenti che sieno gli uomini faticati o che se col vero corpo la montagna salita avessi che nel sogno mi parve salire, maravigliatomi forte, sopra le vedute cose cominciai a pensare; e, mentre meco ad una ad una ripetendo l'andava et essaminando se possibile fosse così essere il vero, come mi pareva avere udito, assai ne credetti verissime; come che poi quelle, che per me allora conoscere non potei, da altrui poi informatomene, essere non meno vere <che> l'altre trovai ... E, veggendo già il sole essere levato sopra la terra, levatomi, agli amici, coi quali nelle mie afflizioni consolare mi solea, andatomene, ogni cosa veduta e udita per ordine raccontai; li quali ottimamente esponendomi ogni particella del sogno, nella mia disposizione medesima tutti concorrere gli trovai; per che sì per li loro conforti e sì per lo conoscimento, che in parte m'era tornato migliore, al tutto al dipartire dal nefario amore della scelerata femina mi dispuosi ...
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Decameron (pagina 4)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E però, acciò che quello che ciascuna dicesse senza confusione si possa comprendere appresso, per nomi alle qualità di ciascuna convenienti o in tutto o in parte intendo di nominarle: delle quali la prima, e quella che di più età era, Pampinea chiameremo e la seconda Fiammetta, Filomena la terza e la quarta Emilia, e appresso Lauretta diremo alla quinta e alla sesta Neifile, e l'ultima Elissa non senza cagion nomeremo ... E se di quinci usciamo, o veggiamo corpi morti o infermi trasportarsi da torno, o veggiamo coloro li quali per li loro difetti l'autorità delle publiche leggi già condannò a essilio, quasi quelle schernendo per ciò che sentono gli essecutori di quelle o morti o malati, con dispiacevoli impeti per la terra discorrere, o la feccia della nostra città, del nostro sangue riscaldata, chiamarsi becchini e in istrazio di noi andar cavalcando e discorrendo per tutto, con disoneste canzoni rimproverandoci i nostri danni; né altra cosa alcuna ci udiamo, se non ‘I cotali son morti’ e ‘Gli altretali sono per morire’; e se ci fosse chi fargli, per tutto dolorosi pianti udiremmo ... E se così è, che essere manifestamente si vede, che faccian noi qui, che attendiamo, che sognamo? perché più pigre e lente alla nostra salute che tutto il rimanente de' cittadini siamo? reputianci noi men care che tutte l'altre? o crediamo la nostra vita con più forti catene esser legata al nostro corpo che quella degli altri sia, e così di niuna cosa curar dobbiamo la quale abbia forza d'offenderla? Noi erriamo, noi siamo ingannate: che bestialità è la nostra se così crediamo? quante volte noi ci vorrem ricordare chenti e quali sieno stati i giovani e le donne vinte da questa crudel pestilenzia, noi ne vedremo apertissimo argomento ...
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Decameron (pagina 10)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” E oltre a queste, molte altre cose disse della sua lealtà e della sua purità: e in brieve con le sue parole, alle quali era dalla gente della contrada data intera fede, sì il mise nel capo e nella divozion di tutti coloro che v'erano, che, poi che fornito fu l'uficio, con la maggior calca del mondo da tutti fu andato a basciargli i piedi e le mani, e tutti i panni gli furono indosso stracciati, tenendosi beato chi pure un poco di quegli potesse avere: e convenne che tutto il giorno così fosse tenuto, acciò che da tutti potesse essere veduto e visitato ... E in tanto crebbe la fama della sua santità e divozione a lui, che quasi niuno era che in alcuna avversità fosse, che a altro santo che a lui si botasse, e chiamaronlo e chiamano san Ciappelletto; e affermano molti miracoli Idio aver mostrati per lui e mostrare tutto giorno a chi divotamente si raccomanda a lui ... ” E a Abraam rivolto disse: “Deh! amico mio, perché vuoi tu entrare in questa fatica e così grande spesa come a te sarà d'andare di qui a Roma? senza che, e per mare e per terra, a un ricco uomo come tu se' ci è tutto pien di pericoli ... ” A cui il giudeo rispose: “Io mi credo, Giannotto, che così sia come tu mi favelli; ma recandoti le molte parole in una, io son del tutto, se tu vuogli che io faccia quello di che tu m'hai cotanto pregato, disposto a andarvi, e altramenti mai non ne farò nulla ...
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Decameron (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per la qual cosa, dove io rigido e duro stava a' tuoi conforti e non mi volea far cristiano, ora tutto aperto ti dico che io per niuna cosa lascerei di cristian farmi: andiamo adunque alla chiesa, e quivi secondo il debito costume della vostra santa fede mi fa' battezzare ... E che vero sia che la sciocchezza di buono stato in miseria alcun conduca, per molti essempli si vede, li quali non fia al presente nostra cura di raccontare, avendo riguardo che tutto il dì mille essempli n'appaiano manifesti: ma che il senno di consolazion sia cagione, come premisi, per una novelletta mostrerò brievemente ... Il Saladino, il valore del quale fu tanto, che non solamente di piccolo uomo il fé di Babillonia soldano ma ancora molte vittorie sopra li re saracini e cristiani gli fece avere, avendo in diverse guerre e in grandissime sue magnificenze speso tutto il suo tesoro e per alcuno accidente sopravenutogli bisognandogli una buona quantità di denari, né veggendo donde così prestamente come gli bisognavano avergli potesse, gli venne a memoria un ricco giudeo, il cui nome era Melchisedech, il quale prestava a usura in Alessandria ... E pensossi costui avere da poterlo servire, quando volesse, ma sì era avaro che di sua volontà non l'avrebbe mai fatto, e forza non gli voleva fare; per che, strignendolo il bisogno, rivoltosi tutto a dover trovar modo come il giudeo il servisse, s'avisò di fargli una forza da alcuna ragion colorata ...
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Decameron (pagina 12)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il quale per ventura un giorno in sul mezzodì, quando gli altri monaci tutti dormivano, andandosi tutto solo da torno alla sua chiesa, la quale in luogo assai solitario era, gli venne veduta una giovinetta assai bella, forse figliuola d'alcuno de' lavoratori della contrada, la quale andava per li campi certe erbe cogliendo: né prima veduta l'ebbe, che egli fieramente assalito fu dalla concupiscenza carnale ... E mentre che egli, da troppa volontà trasportato, men cautamente con le' scherzava, avvenne che l'abate, da dormir levatosi e pianamente passando davanti alla cella di costui, sentio lo schiamazzio che costoro insieme faceano; e per conoscere meglio le voci s'accostò chetamente all'uscio della cella a ascoltare, e manifestamente conobbe che dentro a quella era femina e tutto fu tentato di farsi aprire; poi pensò di volere tenere in ciò altra maniera, e tornatosi alla sua camera aspettò che il monaco fuori uscisse ... ” E così dicendo e avendo del tutto mutato proposito da quello per che andato v'era, fattosi più presso alla giovane, pianamente la cominciò a confortare e a pregarla che non piagnesse; e d'una parola in un'altra procedendo, a aprirle il suo disidero pervenne ... Il monaco, che fatto avea sembiante d'andare al bosco, essendo nel dormentoro occultato, come vide l'abate solo nella sua cella entrare, così tutto rassicurato estimò il suo avviso dovere avere effetto; e veggendol serrar dentro, l'ebbe per certissimo ...
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Decameron (pagina 18)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Introduzione Già per tutto aveva il sol recato con la sua luce il nuovo giorno e gli uccelli su per li verdi rami cantando piacevoli versi ne davano agli orecchi testimonanza, quando parimente tutte le donne e i tre giovani levatisi ne' giardini se ne entrarono, e le rugiadose erbe con lento passo scalpitando d'una parte in un'altra, belle ghirlande faccendosi, per lungo spazio diportando s'andarono ... Il che, acciò che io al comandamento della reina ubidisca, e principio dea con una mia novella alla proposta, intendo di raccontarvi quello che prima sventuratamente e poi, fuori di tutto il suo pensiero, assai felicemente a un nostro cittadino adivenisse ... Il che in luogo di miracolo avendo, questo Arrigo esser santo dicevano tutti; e concorso tutto il popolo della città alla casa nella quale il suo corpo giacea, quello a guisa d'un corpo santo nella chiesa maggior ne portarono, menando quivi zoppi, attratti e ciechi e altri di qualunque infermità o difetto impediti, quasi tutti dovessero da, toccamento di questo corpo divenir sani ... ” A Marchese e a Stecchi piacque il modo: e senza alcuno indugio usciti fuor dell'albergo, tutti e tre in un solitario luogo venuti, Martellino si storse in guisa le mani, le dita e le braccia e le gambe e oltre a questo la bocca e gli occhi e tutto il viso, che fiera cosa pareva a vedere; né sarebbe stato alcuno che veduto l'avesse, che non avesse detto lui veramente esser tutto della persona perduto e ratratto ... E preso, così fatto, da Marchese e da Stecchi, verso la chiesa si dirizzarono in vista tutti pieni di pietà, umilemente e per l'amor di Dio domandando a ciascuno che dinanzi lor si parava che loro luogo facesse, il che agevolmente impetravano; e in brieve, riguardati da tutti e quasi per tutto gridandosi “Fa luogo! fa luogo!”, là pervennero ove il corpo di santo Arrigo era posto; e da certi gentili uomini, che v'erano da torno, fu Martellino prestamente preso e sopra il corpo posto, acciò che per quello il beneficio della santà acquistasse ... Martellino, essendo tutta la gente attenta a veder che di lui avvenisse, stato alquanto, cominciò, come colui che ottimamente fare lo sapeva, a far sembiante di distendere l'uno de' diti e appresso la mano e poi il braccio, e così tutto a venirsi distendendo ...
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Decameron (pagina 24)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il dì seguente, mutatosi il vento, le cocche ver Ponente vegnendo fer vela e tutto quel dì prosperamente vennero al lor viaggio; ma nel fare della sera si mise un vento tempestoso, il qual faccendo i mari altissimi divise le due cocche l'una dall'altra ... E per forza di questo vento addivenne che quella sopra la quale era il misero e povero Landolfo con grandissimo impeto di sopra all'isola di Cifalonia percosse in una secca, e non altramenti che un vetro percosso a un muro tutta s'aperse e si stritolò: di che i miseri dolenti che sopra quella erano, essendo già il mare tutto pieno di mercatantie che notavano e di casse e di tavole, come in così fatti casi suole avvenire, quantunque obscurissima notte fosse e il mare grossissimo e gonfiato, notando quegli che notar sapevano, s'incominciarono a appiccare a quelle cose che per ventura lor si paravan davanti ... E in questa maniera, gittato dal mare ora in qua e ora in là, senza mangiare, sì come colui che non aveva che, e bevendo più che non avrebbe voluto, senza sapere ove si fosse o vedere altro che mare, dimorò tutto quel giorno e la notte vegnente ... Nondimeno, non essendo la buona femina in casa, la sconficcò per vedere che dentro vi fosse: e trovò in quella molte preziose pietre e legate e sciolte, delle quali egli alquanto s'intendea: le quali veggendo e di gran valor conoscendole, lodando Idio che ancora abbandonare non l'aveva voluto, tutto si riconfortò ... La buona femina il fece volentieri; e costui, rendutele quelle grazie le quali poteva maggiori del beneficio da lei ricevuto, recatosi suo sacco in collo, da lei si partì; e montato sopra una barca passò a Brandizio, e di quindi, marina marina, si condusse infino a Trani, dove trovati de' suoi cittadini, li quali eran drappieri, quasi per l'amor di Dio fu da lor rivestito, avendo esso già loro tutti li suoi accidenti narrati fuori che della cassa; e oltre a questo prestatogli cavallo e datagli compagnia, infino a Ravello, dove del tutto diceva di voler tornare, il rimandarono ...
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Decameron (pagina 34)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E avendo l'animo al doversi avacciare, lasciando ogni ragione e ogni giustizia dall'una delle parti, agl'inganni tutto il suo pensier dispose: e un giorno, secondo l'ordine malvagio da lui preso, insieme con uno segretissimo cameriere del prenze, il quale avea nome Ciuriaci, segretissimamente tutti i suoi cavalli e le sue cose fece mettere in assetto per doversene andare, e la notte vegnente insieme con un compagno, tutti armati, messo fu dal predetto Ciuriaci nella camera del prenze chetamente ... Il quale egli vide che per lo gran caldo che era, dormendo la donna, esso tutto ignudo si stava a una finestra volta alla marina a ricevere un venticello che da quella parte veniva ... Sapevano i giovani tutto il fatto come stato era: e per ciò, senza troppo adomandar, la duchessa come seppero il meglio riconfortarono e di buona speranza la riempierono; e da lei informati dove stesse la donna si dipartirono ... Per che, da lei inamorato partitosi, tutto il pensier della guerra ...
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Decameron (pagina 40)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Di che la Giannetta fu contenta molto e con divoto cuore ringraziò Idio che lei non avea dimenticata: né per tutto questo mai altro che figliuola d'un piccardo si disse ... Perotto, il quale in Gales col maliscalco del re d'Inghilterra era rimaso, similmente crescendo venne in grazia del signor suo e divenne di persona bellissimo e pro' quanto alcuno altro che nell'isola fosse, in tanto che né in tornei né in giostre né in qualunque altro atto d'arme niuno v'era nel paese che quello valesse che egli; per che per tutto, chiamato da loro Perotto il piccardo, era conosciuto e famoso ... E come Idio la sua sorella dimenticata non avea, così similmente d'aver lui a mente dimostrò: per ciò che, venuta in quella contrada una pistilenziosa mortalità, quasi la metà della gente di quella se ne portò, senza che grandissima parte del rimaso per paura in altre contrade se ne fuggirono, di che il paese tutto pareva abandonato ... Il quale, cessata alquanto la pestilenza, la damigella, per ciò che prod'uomo e valente era, con piacere e consiglio d'alquanti pochi paesani vivi rimasi per marito prese, e di tutto ciò che a lei per eredità scaduto era il fece signore; né guari di tempo passò che, udendo il re d'Inghilterra il maliscalco esser morto e conoscendo il valor di Perotto il piccardo, in luogo di quello che morto era il substituì e fecelo suo maliscalco ... Per che, del tutto della forma della quale esser solea veggendosi trasmutato e sentendosi per lo lungo essercizio più della persona atante che quando giovane in ozio dimorando non era, partitosi assai povero e male in arnese da colui col quale lungamente era stato, se ne venne in Inghilterra e là se ne andò dove Perotto avea lasciato; e trovò lui essere maliscalco e gran signore, e videlo sano e atante e bello della persona: il che gli aggradì forte ma farglisi cognoscere non volle infino a tanto che saputo non avesse della Giannetta ...
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Decameron (pagina 47)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La quale, appresso questo, fattosi chiamare il suo siniscalco, dove metter dovesse la sera le tavole e quello appresso che far dovesse in tutto il tempo della sua signoria pienamente gli divisò; e così fatto, in piè dirizzata con la sua brigata, a far quello che più piacesse a ciascuno gli licenziò ... Nel quale entrati e per tutto andati, e avendo le gran sale, le pulite e ornate camere compiutamente ripiene di ciò che a camera s'appartiene, sommamente il commendarono e magnifico reputarono il signor di quello ... Appresso la qual cosa, fattosi aprire un giardino che di costa era al palagio, in quello, che tutto era da torno murato, se n'entrarono; e parendo loro nella prima entrata di maravigliosa bellezza tutto insieme, più attentamente le parti di quello cominciarono a riguardare ... Le latora delle quali vie tutte di rosa' bianchi e vermigli e di gelsomini erano quasi chiuse: per le quali cose, non che la mattina, ma qualora il sole era più alto, sotto odorifera e dilettevole ombra, senza esser tocco da quello, vi si poteva per tutto andare ... Nel mezzo del quale, quello che è non meno commendabile che altra cosa che vi fosse ma molto più, era un prato di minutissima erba e verde tanto, che quasi nera parea, dipinto tutto forse di mille varietà ...
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Decameron (pagina 49)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” “Oimè!” disse l'altra “che è quel che tu di'? non sai tu che noi abbiamo promessa la verginità nostra a Dio?” “Oh” disse colei “quante cose gli si promettono tutto il dì, che non se ne gli attiene niuna! se noi gliele abbiam promessa, truovisi un'altra o dell'altre che gliele attengano ... ” Masetto udiva tutto questo ragionamento, e disposto a ubidire niuna cosa aspettava se non l'esser preso dall'una di loro ... Queste, guardato ben per tutto e veggendo che da niuna parte potevano esser vedute, appressandosi quella, che mosse avea le parole, a Masetto, lui destò, e egli incontanente si levò in piè; per che costei con atti lusinghevoli presolo per la mano, e egli faccendo cotali risa sciocche, il menò nel capannetto, dove Masetto senza farsi troppo invitare quel fece che ella volle ... Ultimamente la badessa, che ancora di queste cose non s'accorgea, andando un dì tutta sola per lo giardino, essendo il caldo grande, trovò Masetto, il quale di poca fatica il dì per lo troppo cavalcar della notte aveva assai, tutto disteso all'ombra d'un mandorlo dormirsi; e avendogli il vento i panni dinanzi levati indietro, tutto stava scoperto ...
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Decameron (pagina 70)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Già fu chi m'ebbe cara e volentieri giovinetta mi prese nelle sue braccia e dentro a' suoi pensieri, e de' miei occhi tututto s'accese e 'l tempo, che leggieri sen vola, tutto in vagheggiarmi spese; e io, come cortese, di me il feci degno; ma or ne son, dolente a me!, privata ... Né per tutto ciò l'essere da cotal vento fieramente scrollato, anzi pressoché diradicato e tutto da' morsi della 'nvidia esser lacerato, non ho potuto cessare; per che assai manifestamente posso comprendere quello esser vero che sogliono i savi dire, che sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti ... Costui per la morte della sua donna tanto sconsolato rimase, quanto mai alcuno altro amata cosa perdendo rimanesse; e veggendosi di quella compagnia, la quale egli più amava, rimaso solo, del tutto si dispose di non volere più essere al mondo ma di darsi al servigio di Dio e il simigliante fare del suo piccol figliuolo ...
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Decameron (pagina 82)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il che veggendo la giovane e lui caduto ritirandosi in grembo, quasi piagnendo disse: “O signor mio dolce, o che ti senti tu?” Gabriotto non rispose, ma ansando forte e sudando tutto dopo non guari spazio passò della presente vita ... Ella il pianse assai e assai volte invano il chiamò; ma poi che pur s'accorse lui del tutto esser morto, avendolo per ogni parte del corpo cercato e in ciascuna trovandolo freddo, non sappiendo che far né che dirsi, così lagrimosa come era e piena d'angoscia andò la sua fante a chiamare, la quale di questo amor consapevole era, e la sua miseria e il suo dolore le dimostrò ... ” E prestamente per una pezza di drappo di seta, la quale aveva in un suo forziere, la mandò; e venuta quella e in terra distesala, sù il corpo di Gabriotto vi posero, e postagli la testa sopra uno origliere e con molte lagrime chiusigli gli occhi e la bocca e fattagli una ghirlanda di rose e tutto da torno delle rose che colte avevano empiutolo, disse alla fante: “Di qui alla porta della sua casa ha poca via; e per ciò tu e io, così come acconcio l'abbiamo, quivi il porteremo e dinanzi a essa il porremo ... L'Andreuola, più di morte che di vita disiderosa, conosciuta la famiglia della signoria, francamente disse: “Io conosco chi voi siete e so che il volermi fuggire niente monterebbe; io son presta di venir con voi davanti alla signoria e che ciò sia di raccontarle; ma niuno di voi sia ardito di toccarmi, se io obediente vi sono, né da questo corpo alcuna cosa rimuovere, se da me non vuole essere accusato”; per che, sanza essere da alcun tocca, con tutto il corpo di Gabriotto n'andò in palagio ...
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Decameron (pagina 86)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E men discretamente insieme usando, avvenne che il marito se n'accorse e forte ne sdegnò, in tanto che il grande amore che al Guardastagno portava in mortale odio convertì; ma meglio il seppe tener nascoso che i due amanti non avevan saputo tenere il loro amore, e seco diliberò del tutto d'ucciderlo ... La donna, che svogliata non era, ne cominciò a mangiare e parvele buono; per la qual cosa ella il mangiò tutto ... Come il cavaliere ebbe veduto che la donna tutto l'ebbe mangiato, disse: “Donna, chente v'è paruta questa vivanda?” La donna rispose: “Monsignore, in buona fé ella m'è piaciuta molto ... – 10 La moglie d'un medico per morto mette un suo amante adoppiato in una arca, la quale con tutto lui due usurari se ne portano in casa; questi si sente, è preso per ladro; la fante della donna racconta alla signoria sé averlo messo nell'arca dagli usurieri imbolata, laonde egli scampa dalle forche e i prestatori d'avere l'arca furata son condennati in denari ... Il quale, già all'ultima vecchiezza venuto, avendo presa per moglie una bella e gentil giovane della sua città, di nobili vestimenti e ricchi e d'altre gioie e tutto ciò che a una donna può piacere meglio che altra della città teneva fornita; vero è che ella il più del tempo stava infreddata, sì come colei che nel letto era male dal maestro tenuta coperta ...
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Decameron (pagina 87)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... pose tutta la sua speranza, tutto il suo animo e tutto il ben suo ... Di che il giovane accortosi, e piacendogli forte, similmente in lei tutto il suo amor rivolse ... Era costui chiamato Ruggieri d'Aieroli, di nazion nobile ma di cattiva vita e di biasimevole stato, in tanto che parente né amico lasciato s'avea che ben gli volesse o che il volesse vedere; e per tutto Salerno di ladronecci e d'altre vilissime cattività era infamato, di che la donna poco curò, piacendogli esso per altro; e con una sua fante tanto ordinò, che insieme furono ... E in questa maniera perseverando insieme assai discretamente, avvenne che al medico fu messo tralle mani uno infermo, il quale aveva guasta l'una delle gambe: il cui difetto avendo il maestro veduto, disse a' suoi parenti che, dove uno osso fracido il quale aveva nella gamba non gli si cavasse, a costui si convenia del tutto o tagliar tutta la gamba o morire, e a trargli l'osso potrebbe guerire, ma che egli altro che per morto nol prenderebbe; a che accordatisi coloro a' quali apparteneva, per così gliele diedero ... ” Ruggieri, così sospinto, cadde a terra d'una cassa sopra la quale era, né altra vista d'alcun sentimento fece che avrebbe fatto un corpo morto; di che la donna, alquanto spaventata, il cominciò a voler rilevare e a menarlo più forte e a prenderlo per lo naso e a tirarlo per la barba, ma tutto era nulla: egli aveva a buona caviglia legato l'asino ...
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Decameron (pagina 101)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La donna, veggendo il marito sopravenuto, dolente levatasi, ciò che alla figliuola era intervenuto gli raccontò; ma egli, men presto a creder che la donna non era stata, disse ciò non dovere esser vero che ella non sapesse di cui gravida fosse, e per ciò del tutto il voleva sapere, e dicendolo essa potrebbe la sua grazia racquistare: se non, pensasse senza alcuna misericordia di morire ... ” La giovane, la morte temendo, rotta la promessa fatta a Pietro, ciò che tra lui e lei stato era tutto aperse; il che udendo il cavaliere e fieramente divenuto fellone, appena d'ucciderla si ritenne; ma poi che quello che l'ira gli apparecchiava detto l'ebbe, rimontato a cavallo a Trapani se ne venne e a uno messer Currado, che per lo re v'era capitano, la ingiuria fattagli da Pietro contatagli, subitamente, non guardandosene egli, il fé pigliare; e, messolo al martorio, ogni cosa fatta confessò ... Era Pietro dalla cintura in sù tutto ignudo e con le mani legate di dietro; il quale riguardando l'uno de' tre ambasciadori, che uomo antico era e di grande autorità, nominato Fineo, gli vide nel petto una gran macchia di vermiglio, non tinta ma naturalmente nella pelle infissa, a guisa che quelle sono che le donne qua chiamano ‘rose’ ... Aveva già Fineo saputa la cagione per che costui era menato a morire, sì come la fama l'aveva portata per tutto; per che prestamente co' suoi compagni e con la loro famiglia n'ando a messer Currado, e sì gli disse: “Messere, colui il quale voi mandate a morir come servo è libero uomo e mio figliuolo, e è presto ...
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Decameron (pagina 125)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E così con lei standosi, tutto fuori della credenza della donna avvenne che il marito di lei tornò: il quale quando la fante vicino al palagio vide, così subitamente corse alla camera della donna e disse: “Madonna, ecco messer che torna: io credo che egli sia già giù nella corte ... Voi vi recherete in mano il vostro coltello ignudo e con un mal viso e tutto turbato ve n'andrete giù per le scale e andrete dicendo: ‘Io fo boto a Dio che io il coglierò altrove’; e se mio marito vi volesse ritenere o di niente vi domandasse, non dite altro che quello che detto v'ho, e montato a cavallo per niuna cagione seco ristate ... ” Messer Lambertuccio disse che volentieri; e tirato fuori il coltello, tutto infocato nel viso tra per la fatica durata e per l'ira avuta della tornata del cavaliere, come la donna gl'impose così fece ... Qua entro si fuggì un giovane, il quale io non conosco e che messer Lambertuccio col coltello in man seguitava, e trovò per ventura questa camera aperta e tutto tremante disse: ‘Madonna, per Dio aiutatemi, ché io non sia nelle braccia vostre morto!’ Io mi levai diritta, e come il voleva domandare chi fosse e che avesse, e ecco messer Lambertuccio venir sù dicendo: ‘Dove se', traditore?’ Io mi parai in su l'uscio della camera: e volendo egli entrar dentro, il ritenni, e egli in tanto fu cortese, che, come vide che non mi piaceva che egli qua entro entrasse, dette molte parole, se ne venne giù come voi vedeste ... ” Leonetto, che ogni cosa udita avea, tutto pauroso, come colui che paura aveva avuta da dovero, uscì fuori del luogo dove nascoso s'era ... La qual cosa ascoltando Lodovico, che d'alcuna ancora inamorato non s'era, s'accese in tanto disidero di doverla vedere, che a altro non poteva tenere il suo pensiere; e del tutto disposto d'andare infino a Bologna a vederla e quivi ancora dimorare se ella gli piacesse, fece veduta al padre che al Sepolcro voleva andare: il che con gran malagevolezza ottenne ...
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Decameron (pagina 127)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... bastone tutto rotto e dettami la maggior villania che mai si dicesse a niuna cattiva femina: e per certo io mi maravigliava forte di lui che egli con animo di far cosa che mi fosse vergogna t'avesse quelle parole dette; ma per ciò che così lieta e festante ti vede, ti volle provare ... Dovete dunque sapere che nella nostra città fu già un ricchissimo mercatante chiamato Arriguccio Berlinghieri, il quale scioccamente, sì come ancora oggi fanno tutto 'l dì i mercatanti, pensò di volere ingentilire per moglie; e prese una giovane gentil donna male a lui convenientesi, il cui nome fu monna Sismonda ... Ora era Arriguccio, con tutto che fosse mercatante, un fiero uomo e un forte; e giunto all'uscio e non aprendolo soavemente come soleva far la donna, e Ruberto che aspettava, sentendolo, s'avvisò esser ciò che era, cioè che colui che l'uscio apriva fosse Arriguccio: per che prestamente cominciò a fuggire, e Arriguccio a seguitarlo ... Essendo tra Arriguccio e Ruberto la zuffa, i vicini della contrada sentendola e levatisi cominciarono loro a dir male, e Arriguccio, per tema di non esser conosciuto, senza aver potuto sapere chi il giovane si fosse o d'alcuna cosa offenderlo, adirato e di mal talento, lasciatolo stare, se ne tornò verso la casa sua; e pervenuto nella camera adiratamente cominciò a dire: “Ove se' tu, rea femina? Tu hai spento il lume perché io non ti truovi, ma tu l'hai fallita!” E andatosene al letto, credendosi la moglie pigliare, prese la fante, e quanto egli poté menare le mani e' piedi tante pugna e tanti calci le diede, tanto che tutto il viso l'amaccò; e ultimamente le tagliò i capegli, sempre dicendole la maggior villania che mai a cattiva femina si dicesse ... ” E così detto, uscito della camera, la serrò di fuori e andò tutto sol via ...
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Decameron (pagina 130)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Pirro, il qual più fiate sopra le parole che la Lusca dette gli avea avea ripensato, per partito avea preso che, se ella a lui ritornasse, di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificar si potesse che tentato non fosse; e per ciò rispuose: “Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi di' io le conosco vere: ma io conosco d'altra parte il mio signore molto savio e molto avveduto, e ponendomi tutti i suoi fatti in mano, io temo forte che Lidia con consiglio e voler di lui questo non faccia per dovermi tentare; e per ciò, dove tre cose che io domanderò voglia fare a chiarezza di me, per certo niuna cosa mi comanderà poi che io prestamente non faccia ... Voi dovete sapere che questo uccello tutto il tempo da dovere esser prestato dagli uomini al piacer delle donne lungamente m'ha tolto; per ciò che, sì come l'aurora suole apparire, così Nicostrato s'è levato e salito a cavallo col suo sparviere in mano n'è andato alle pianure aperte a vederlo volare; e io, qual voi mi vedete, sola e malcontenta nel letto mi son rimasa; per la qual cosa ho più volte avuta voglia di far ciò che io ho ora fatto, né altra cagione m'ha di ciò ritenuta se non l'aspettar di farlo in presenzia d'uomini che giusti giudici sieno alla mia querela, sì come io credo che voi sarete ... Pirro, veduto questo, seco medesimo disse: “Alti principii ha dati la donna a' miei felici amori: faccia Idio che ella perseveri!” Ucciso adunque da Lidia lo sparviere, non trapassar molti giorni che, essendo ella nella sua camera insieme con Nicostrato, faccendogli carezze con lui incominciò a cianciare, e egli per sollazzo alquanto tiratala per li capelli le diè cagione di mandare a effetto la seconda cosa a lei domandata da Pirro: e prestamente lui per un picciolo lucignoletto preso della sua barba e ridendo, sì forte il tirò, che tutto dal mento gliele divelse ... ” Disse allora Nicostrato: “Che potrebbe ciò essere? avrei io in bocca dente niuno guasto?” A cui Lidia disse: “Forse che sì”; e menatolo a una finestra, gli fece aprire la bocca, e poscia che ella ebbe d'una parte e d'altra riguardato disse: “O Nicostrato, e come il puoi tu tanto aver patito? Tu n'hai uno da questa parte il quale, per quello che mi paia, non solamente è magagnato ma egli è tutto fracido, e fermamente, se tu il terrai guari in bocca, egli guasterà quegli che son dallato: per che io ti consiglierei che tu il ne cacciassi fuori prima che l'opera andasse più innanzi ... E d'altra parte questi maestri son sì crudeli a far questi servigi, che il cuore nol mi patirebbe per niuna maniera di vederti o di sentirti tralle mani a niuno; e per ciò del tutto io voglio fare io medesima, ché almeno, se egli ti dorrà troppo, ti lascerò io incontanente: quello che il maestro non farebbe ...
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Decameron (pagina 152)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il quale come il maestro sentì e vide, così tutti i peli gli s'arricciarono adosso e tutto cominciò a tremare, come colui che era più che una femina pauroso; e fu ora che egli vorrebbe essere stato innanzi a casa sua che quivi ... Il maestro, sì come quegli che tutto tremava di paura, non sapeva che farsi, se sù vi salisse o se si stesse ... Ultimamente, temendo non gli facesse male se sù non vi salisse, con la seconda paura cacciò la prima: e sceso dello avello, pianamente dicendo “Dio m'aiuti!” sù vi sali e acconciossi molto bene; e sempre tremando tutto si recò con le mani a star cortese, come detto gli era stato ... Messer lo medico, sentendosi in questo luogo così abominevole, si sforzò di rilevare e di volersi aiutar per uscirne, e ora in qua e ora in là ricadendo, tutto dal capo al piè impastato, dolente e cattivo, avendone alquante dragme ingozzate, pur n'uscì fuori e lasciovvi il cappuccio: e spastandosi con le mani come poteva il meglio, non sappiendo che altro consiglio pigliarsi, se ne tornò a casa sua e picchiò tanto che aperto gli fu ... Deh, or t'avessono essi affogato, come essi ti gittarono là dove tu eri degno d'esser gittato! Ecco medico onorato, aver moglie e andar la notte alle femine d'altrui!” E con quelle e con altre assai parole, faccendosi il medico tutto lavare, infino alla mezzanotte non rifinò la donna di tormentarlo ...
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Decameron (pagina 159)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Calandrino incontanente cominciò a dubitare e disse: “Oimè! come? che ti pare egli che io abbia?” Disse Nello: “Deh! io nol dico per ciò, ma tu mi pari tutto cambiato: fia forse altro”; e lasciollo andare ... Calandrino tutto sospettoso, non sentendosi per ciò cosa del mondo, andò avanti; ma Buffalmacco, che guari non era lontano, vedendol partito da Nello, gli si fece incontro e salutatolo il domandò se egli si sentisse niente ... Calandrino rispose: “Io non so, pur testé mi diceva Nello che io gli pareva tutto cambiato; potrebbe egli essere che io avessi nulla?” Disse Buffalmacco: “Sì, potrestù aver cavelle, non che nulla: tu par mezzo morto ... ” A Calandrino pareva già aver la febbre; e ecco Bruno sopravenire, e prima che altro dicesse disse: “Calandrino, che viso è quello? E' par che tu sie morto: che ti senti tu?” Calandrino, udendo ciascun di costoro così dire, per certissimo ebbe seco medesimo d'esser malato, e tutto sgomentato gli domandò: “Che fo?” Disse Bruno: “A me pare che tu te ne torni a casa e vaditene in su il letto e facciti ben coprire, e che tu mandi il segnal tuo al maestro Simone, che è così nostra cosa come tu sai ... ” E con loro aggiuntosi Nello, con Calandrino se ne tornarono a casa sua; e egli entratosene tutto affaticato nella camera disse alla moglie: “Vieni e cuoprimi bene, ché io mi sento un gran male ... Io ho qui da dugento lire di che io volea comperare un podere: se tutti bisognano, tutti gli togliete, pur che io non abbia a partorire, ché io non so come io mi facessi; ché io odo fare alle femine un sì gran romore quando son per partorire, con tutto che elle abbiano buon cotal grande donde farlo, che io credo, se io avessi quel dolore, che io mi morrei prima che io partorissi ...
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Decameron (pagina 162)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Monna Tessa corse con l'unghie nel viso a Calandrino, che ancora levato non era, e tutto gliele graffiò; e presolo per li capelli e in qua e in là tirandolo cominciò a dire: “Sozzo can vituperato, dunque mi fai tu questo? Vecchio impazzato, che maladetto sia il bene che io t'ho voluto: dunque non ti pare aver tanto a fare a casa tua, che ti vai innamorando per l'altrui? Ecco bello innamorato! Or non ti conosci tu, tristo? non ti conosci tu, dolente? che premendoti tutto, non uscirebbe tanto sugo che bastasse a una salsa ... Alla fé di Dio, egli non era ora la Tessa quella che t'impregnava, che Dio la faccia trista chiunque ella è, ché ella dee ben sicuramente esser cattiva cosa a aver vaghezza di così bella gioia come tu se'!” Calandrino, vedendo venir la moglie, non rimase né morto né vivo, né ebbe ardire di far contro di lei difesa alcuna: ma pur così graffiato e tutto pelato e rabbuffato, ricolto il cappuccio suo e levatosi, cominciò umilmente a pregar la moglie che non gridasse se ella non volesse che egli fosse tagliato tutto a pezzi, per ciò che colei, che con lui era, era moglie del signor della casa ... Così adunque Calandrino tristo e cattivo, tutto pelato e tutto graffiato, a Firenze tornatosene, più colassù non avendo ardir d'andare, il dì e la notte molestato e afflitto da' rimbrotti della moglie, a suo fervente amor pose fine, avendo molto dato da ridere a' suoi compagni e alla Niccolosa e a Filippo ...
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Decameron (pagina 166)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Che essendo già quasi per tutto il mondo l'altissima fama del miracoloso senno di Salamone discorsa per l'universo e il suo esser di quello liberalissimo mostratore a chiunque per esperienza ne voleva certezza, molti di diverse parti del mondo a lui per loro strettissimi e ardui bisogni concorrevano per consiglio; e tra gli altri che a ciò andavano, si partì un giovane, il cui nome fu Melisso, nobile e ricco molto, della città di Laiazzo, là onde egli era e dove egli abitava ... Al quale Melisso rispose: “Io son di Laiazzo, e sì come tu hai una disgrazia, così n'ho io un'altra; io son ricco giovane e spendo il mio in metter tavola e onorare i miei cittadini, e è nuova e strana cosa a pensare che per tutto questo io non posso trovare uomo che ben mi voglia; e per ciò io vado dove tu vai, per aver consiglio come addivenir possa che io amato sia ... Ma il mulo, ora da questa parte della via e ora da quella attraversandosi e talvolta indietro tornando, per niun partito passar volea: per la qual cosa il mulattiere oltre modo adirato gl'incominciò con la stecca a dare i maggior colpi del mondo, ora nella testa e ora ne' fianchi e ora sopra la groppa; ma tutto era nulla ... La donna, sì come per lo passato era usata, non come Melisso divisato avea, ma quasi tutto il contrario fece ... La donna cominciò prima a gridare e poi a minacciare; ma veggendo che per tutto ciò Giosefo non ristava, già tutta rotta cominciò a chieder mercé per Dio che egli non l'uccidesse, dicendo oltre a ciò di mai dal suo piacer non partirsi ... Giosefo per tutto questo non rifinava, anzi con più furia l'una volta che l'altra, or per lo costato, ora per l'anche e ora su per le spalle battendola forte, l'andava le costure ritrovando, né prima ristette che egli fu stanco: e in brieve niuno osso né alcuna parte rimase nel dosso della buona donna, che macerata non fosse ...
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Decameron (pagina 169)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Il famigliare questa parola ricolse, e come che molte ne ricogliesse camminando tutto il dì seco, niun'altra se non in somma lode del re dirne gli udì: per che la mattina seguente, montati a cavallo e volendo cavalcare verso Toscana, il famigliare gli fece il comandamento del re, per lo quale messer Ruggieri incontanente tornò adietro ... Il che l'abate udendo, tutto furioso rispose che egli non ne voleva far niente, sì come quegli che con Ghino niente aveva a fare, ma che egli andrebbe avanti e vorrebbe veder chi l'andar gli vietasse ... ” Era già, mentre queste parole erano, tutto il luogo di masnadieri circundato: per che l'abate, co' suoi preso veggendosi, disdegnoso forte con l'ambasciadore prese la via verso il castello, e tutta la sua brigata e li suoi arnesi con lui; e smontato, come Ghino volle, tutto solo fu messo in una cameretta d'un palagio assai obscura e disagiata, e ogn'altro uomo secondo la sua qualità per lo castello fu assai bene adagiato, e i cavalli e tutto l'arnese messo in salvo senza alcuna cosa toccarne ...
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Decameron (pagina 171)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” E con questo impeto levatosi, senza comunicare il suo consiglio a alcuno, con poca compagnia montato a cavallo dopo il terzo dì dove Natan dimorava pervenne; e a' compagni imposto che sembianti facessero di non esser con lui né di conoscerlo e che di stanzia si procacciassero infino che da lui altro avessero, quivi in sul fare della sera pervenuto e solo rimaso, non guari lontano al bel palagio trovò Natan tutto solo, il quale senza alcuno abito pomposo andava a suo diporto; cui egli, non conoscendolo, domandò se insegnar gli sapesse dove Natan dimorasse ... Natan, udendo il ragionare e il fiero proponimento di Mitridanes, in sé tutto si cambiò, ma senza troppo stare, con forte animo e con fermo viso gli rispose: “Mitridanes, nobile uomo fu il tuo padre, dal quale tu non vuogli degenerare, sì alta impresa avendo fatta come hai, cioè d'essere liberale a tutti; e molto la invidia che alla virtù di Natan porti commendo, per ciò che, se di così fatte fossero assai, il mondo, che è miserissimo, tosto buon diverrebbe ... Tu puoi di quinci vedere, forse un mezzo miglio vicin di qui, un boschetto, nel quale Natan quasi ogni mattina va tutto solo prendendo diporto per ben lungo spazio: quivi leggier cosa ti fia il trovarlo e farne il tuo piacere ... Mitridanes, levatosi e preso il suo arco e la sua spada, ché altra arme non avea, e montato a cavallo, n'andò al boschetto e di lontano vide Natan tutto soletto andar passeggiando per quello; e diliberato avanti che l'assalisse di volerlo vedere e d'udirlo parlare, corse verso lui e presolo per la benda, la quale in capo avea, disse: “Vegliardo, tu se' morto!” Al quale niun'altra cosa rispose Natan se non: “Dunque l'ho io meritato ...
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Decameron (pagina 174)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Che adunque qui, benigne donne, direte? estimerete l'aver donato un re lo scettro e la corona, e uno abate senza suo costo avere rinconciliato un malfattore al Papa, o un vecchio porgere la sua gola al coltello del nimico, essere stato da aguagliare al fatto di messer Gentile? Il quale giovane e ardente, e giusto titolo parendogli avere in ciò che la tracutaggine altrui aveva gittato via e egli per la sua buona fortuna aveva ricolto, non solo temperò onestamente il suo fuoco, ma liberalmente quello che egli soleva con tutto il pensier disiderare e cercare di rubare, avendolo, restituì ... E meritò questa donna per lo suo valore d'essere amata sommamente da un nobile e gran barone, il quale aveva nome messere Ansaldo Gradense, uomo d'alto affare e per arme e per cortesia conosciuto per tutto ... ” Disse la buona femina: “Che è quello, madonna, che voi disiderate ch'el faccia?” Rispose la donna: “Quello che io disidero è questo: io voglio, del mese di gennaio che viene, appresso di questa terra un giardino pieno di verdi erbe, di fiori e di fronzuti albori, non altrimenti fatto che se di maggio fosse; il quale dove egli non faccia, né te né altri mi mandi mai più, per ciò che, se più mi stimolasse, come io infino a qui del tutto al mio marito e a' miei parenti tenuto ho nascoso, così, dolendomene loro, di levarlomi da dosso m'ingegnerei ... La donna, veduti i fiori e' frutti e già da molti del maraviglioso giardino avendo udito dire, s'incominciò a pentere della sua promessa, ma con tutto il pentimento, sì come vaga di veder cose nuove, con molte altre donne della città andò il giardino a vedere; e non senza maraviglia commendatolo assai, più che altra femina dolente a casa se ne tornò a quel pensando a che per quello era obligata ... E fu il dolore tale, che, nol potendol ben dentro nascondere, convenne che, di fuori apparendo il marito di lei se n'accorgesse; e volle del tutto da lei di quello saper la cagione ...
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Decameron (pagina 185)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma poi che tutto il Ponente non senza gran fatica ebbe cercato, entrato in mare, co' suoi compagni se ne tornò in Alessandra, e pienamente informato si dispose alla difesa ... Venuto il tempo del passaggio e faccendosi l'apparecchiamento grande per tutto, messer Torello, non obstanti i prieghi della sua donna e le lagrime, si dispose a andarvi del tutto: e avendo ogni appresto fatto e essendo per cavalcare, disse alla sua donna, la quale egli sommamente amava: “Donna, come tu vedi, io vado in questo passaggio sì per onor del corpo e sì per salute dell'anima: io ti raccomando le nostre cose e 'l nostro onore; e per ciò che io sono dell'andar certo e del tornare, per mille casi che possan sopravenire, niuna certezza ho, voglio io che tu mi facci una grazia: che che di me s'avegna, ove tu non abbi certa novella della mia vita, che tu m'aspetti uno anno e un mese e un dì senza rimaritarti, incominciando da questo dì che io mi parto ... ” Alla qual messer Torel disse: “Donna, certissimo sono che, quanto in te sarà, che questo che tu mi prometti avverrà; ma tu se' giovane donna e se' bella e se' di gran parentado, e la tua vertù è molta e è conosciuta per tutto ... Nel quale quasi a mano a man cominciò una grandissima infermeria e mortalità, la qual durante, qual che si fosse l'arte o la fortuna del Saladino, quasi tutto il rimaso degli scampati cristiani da lui a man salva fur presi, e per molte città divisi e impregionati ...
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La divina commedia (pagina 4)
di Dante Alighieri (estratti)
... Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante ... VI Al tornar de la mente, che si chiuse
dinanzi a la pietà d'i due cognati,
che di trestizia tutto mi confuse,
novi tormenti e novi tormentati
mi veggio intorno, come ch'io mi mova
e ch'io mi volga, e come che io guati ... Tutto che questa gente maladetta
in vera perfezion già mai non vada,
di là più che di qua essere aspetta" ... VII "Pape Satàn, pape Satàn aleppe!",
cominciò Pluto con la voce chioccia;
e quel savio gentil, che tutto seppe,
disse per confortarmi: "Non ti noccia
la tua paura; ché, poder ch'elli abbia,
non ci torrà lo scender questa roccia" ... Così scendemmo ne la quarta lacca,
pigliando più de la dolente ripa
che 'l mal de l'universo tutto insacca ...
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La divina commedia (pagina 6)
di Dante Alighieri (estratti)
... Quell'è 'l più basso loco e 'l più oscuro,
e 'l più lontan dal ciel che tutto gira:
ben so 'l cammin; però ti fa sicuro ... E altro disse, ma non l'ho a mente;
però che l'occhio m'avea tutto tratto
ver' l'alta torre a la cima rovente,
dove in un punto furon dritte ratto
tre furïe infernal di sangue tinte,
che membra feminine avieno e atto,
e con idre verdissime eran cinte;
serpentelli e ceraste avien per crine,
onde le fiere tempie erano avvinte ... Sì come ad Arli, ove Rodano stagna,
sì com'a Pola, presso del Carnaro
ch'Italia chiude e suoi termini bagna,
fanno i sepulcri tutt'il loco varo,
così facevan quivi d'ogne parte,
salvo che 'l modo v'era più amaro;
ché tra gli avelli fiamme erano sparte,
per le quali eran sì del tutto accesi,
che ferro più non chiede verun'arte ... Ed el mi disse: "Volgiti! Che fai?
Vedi là Farinata che s'è dritto:
da la cintola in sù tutto 'l vedrai" ...
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La divina commedia (pagina 7)
di Dante Alighieri (estratti)
... Io ch'era d'ubidir disideroso,
non gliel celai, ma tutto gliel'apersi;
ond'ei levò le ciglia un poco in suso;
poi disse: "Fieramente furo avversi
a me e a miei primi e a mia parte,
sì che per due fïate li dispersi" ... Dintorno mi guardò, come talento
avesse di veder s'altri era meco;
e poi che 'l sospecciar fu tutto spento,
piangendo disse: "Se per questo cieco
carcere vai per altezza d'ingegno,
mio figlio ov'è? e perché non è teco?" ... Quando s'appressano o son, tutto è vano
nostro intelletto; e s'altri non ci apporta,
nulla sapem di vostro stato umano ... "La mente tua conservi quel ch'udito
hai contra te", mi comandò quel saggio;
"e ora attendi qui", e drizzò 'l dito:
"quando sarai dinanzi al dolce raggio
di quella il cui bell'occhio tutto vede,
da lei saprai di tua vita il vïaggio" ... Di vïolenti il primo cerchio è tutto;
ma perché si fa forza a tre persone,
in tre gironi è distinto e costrutto ...
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La divina commedia (pagina 8)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ma seguimi oramai, che 'l gir mi piace;
ché i Pesci guizzan su per l'orizzonta,
e 'l Carro tutto sovra 'l Coro giace,
e 'l balzo via là oltra si dismonta" ... Oh cieca cupidigia e ira folle,
che sì ci sproni ne la vita corta,
e ne l'etterna poi sì mal c'immolle!
Io vidi un'ampia fossa in arco torta,
come quella che tutto 'l piano abbraccia,
secondo ch'avea detto la mia scorta;
e tra 'l piè de la ripa ed essa, in traccia
corrien centauri, armati di saette,
come solien nel mondo andare a caccia ... Poi vidi gente che di fuor del rio
tenean la testa e ancor tutto 'l casso;
e di costoro assai riconobb'io ... Io sentia d'ogne parte trarre guai,
e non vedea persona che 'l facesse;
per ch'io tutto smarrito m'arrestai ...
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La divina commedia (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)
... Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento,
piovean di foco dilatate falde,
come di neve in alpe sanza vento ... "Tra tutto l'altro ch'i' t'ho dimostrato,
poscia che noi intrammo per la porta
lo cui sogliare a nessuno è negato,
cosa non fu da li tuoi occhi scorta
notabile com'è 'l presente rio,
che sovra sé tutte fiammelle ammorta" ... La sua testa è di fin oro formata,
e puro argento son le braccia e 'l petto,
poi è di rame infino a la forcata;
da indi in giuso è tutto ferro eletto,
salvo che 'l destro piede è terra cotta;
e sta 'n su quel, più che 'n su l'altro, eretto ...
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La divina commedia (pagina 11)
di Dante Alighieri (estratti)
... "Se lungamente l'anima conduca
le membra tue", rispuose quelli ancora,
"e se la fama tua dopo te luca,
cortesia e valor dì se dimora
ne la nostra città sì come suole,
o se del tutto se n'è gita fora;
ché Guiglielmo Borsiere, il qual si duole
con noi per poco e va là coi compagni,
assai ne cruccia con le sue parole" ... XVII "Ecco la fiera con la coda aguzza,
che passa i monti e rompe i muri e l'armi!
Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!" ... La faccia sua era faccia d'uom giusto,
tanto benigna avea di fuor la pelle,
e d'un serpente tutto l'altro fusto;
due branche avea pilose insin l'ascelle;
lo dosso e 'l petto e ambedue le coste
dipinti avea di nodi e di rotelle ... Così ancor su per la strema testa
di quel settimo cerchio tutto solo
andai, dove sedea la gente mesta ... Qual è colui che sì presso ha 'l riprezzo
de la quartana, c'ha già l'unghie smorte,
e triema tutto pur guardando 'l rezzo,
tal divenn'io a le parole porte;
ma vergogna mi fé le sue minacce,
che innanzi a buon segnor fa servo forte ... Come la navicella esce di loco
in dietro in dietro, sì quindi si tolse;
e poi ch'al tutto si sentì a gioco,
là 'v'era 'l petto, la coda rivolse,
e quella tesa, come anguilla, mosse,
e con le branche l'aere a sé raccolse ... Allor fu' io più timido a lo stoscio,
però ch'i' vidi fuochi e senti' pianti;
ond'io tremando tutto mi raccoscio ...
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La divina commedia (pagina 13)
di Dante Alighieri (estratti)
... Però con ambo le braccia mi prese;
e poi che tutto su mi s'ebbe al petto,
rimontò per la via onde discese ... Io era già disposto tutto quanto
a riguardar ne lo scoperto fondo,
che si bagnava d'angoscioso pianto;
e vidi gente per lo vallon tondo
venir, tacendo e lagrimando, al passo
che fanno le letane in questo mondo ... Forse per forza già di parlasia
si travolse così alcun del tutto;
ma io nol vidi, né credo che sia ... Ivi convien che tutto quanto caschi
ciò che 'n grembo a Benaco star non può,
e fassi fiume giù per verdi paschi ...
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La divina commedia (pagina 19)
di Dante Alighieri (estratti)
... Mentre che tutto in lui veder m'attacco,
guardommi e con le man s'aperse il petto,
dicendo: "Or vedi com'io mi dilacco!
vedi come storpiato è Mäometto!
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
fesso nel volto dal mento al ciuffetto ... Tu eri allor sì del tutto impedito
sovra colui che già tenne Altaforte,
che non guardasti in là, sì fu partito" ... Così parlammo infino al loco primo
che de lo scoglio l'altra valle mostra,
se più lume vi fosse, tutto ad imo ... Non credo ch'a veder maggior tristizia
fosse in Egina il popol tutto infermo,
quando fu l'aere sì pien di malizia,
che li animali, infino al picciol vermo,
cascaron tutti, e poi le genti antiche,
secondo che i poeti hanno per fermo,
si ristorar di seme di formiche;
ch'era a veder per quella oscura valle
languir li spirti per diverse biche ...
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La divina commedia (pagina 20)
di Dante Alighieri (estratti)
... Lo buon maestro a me tutto s'accolse,
dicendo: "Dì a lor ciò che tu vuoli";
e io incominciai, poscia ch'ei volse:
"Se la vostra memoria non s'imboli
nel primo mondo da l'umane menti,
ma s'ella viva sotto molti soli,
ditemi chi voi siete e di che genti;
la vostra sconcia e fastidiosa pena
di palesarvi a me non vi spaventi" ... E quando la fortuna volse in basso
l'altezza de' Troian che tutto ardiva,
sì che 'nsieme col regno il re fu casso,
Ecuba trista, misera e cattiva,
poscia che vide Polissena morta,
e del suo Polidoro in su la riva
del mar si fu la dolorosa accorta,
forsennata latrò sì come cane;
tanto il dolor le fé la mente torta ... Dentro c'è l'una già, se l'arrabbiate
ombre che vanno intorno dicon vero;
ma che mi val, c'ho le membra legate?
S'io fossi pur di tanto ancor leggero
ch'i' potessi in cent'anni andare un'oncia,
io sarei messo già per lo sentiero,
cercando lui tra questa gente sconcia,
con tutto ch'ella volge undici miglia,
e men d'un mezzo di traverso non ci ha ... "Ricorditi, spergiuro, del cavallo",
rispuose quel ch'avëa infiata l'epa;
"e sieti reo che tutto il mondo sallo!" ... Ad ascoltarli er'io del tutto fisso,
quando 'l maestro mi disse: "Or pur mira,
che per poco che teco non mi risso!" ...
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La divina commedia (pagina 23)
di Dante Alighieri (estratti)
... l'è tolto
da un demonio, che poscia il governa
mentre che 'l tempo suo tutto sia vòlto ... Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello:
quindi Cocito tutto s'aggelava ... Ma la notte risurge, e oramai
è da partir, ché tutto avem veduto" ... Lo bel pianeto che d'amar conforta
faceva tutto rider l'orïente,
velando i Pesci ch'erano in sua scorta ...
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La divina commedia (pagina 30)
di Dante Alighieri (estratti)
... Vegna ver' noi la pace del tuo regno,
ché noi ad essa non potem da noi,
s'ella non vien, con tutto nostro ingegno ... Ascoltando chinai in giù la faccia;
e un di lor, non questi che parlava,
si torse sotto il peso che li 'mpaccia,
e videmi e conobbemi e chiamava,
tenendo li occhi con fatica fisi
a me che tutto chin con loro andava ... "Frate", diss'elli, "più ridon le carte
che pennelleggia Franco Bolognese;
l'onore è tutto or suo, e mio in parte ...
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La divina commedia (pagina 34)
di Dante Alighieri (estratti)
... E se Dio m'ha in sua grazia rinchiuso,
tanto che vuol ch'i' veggia la sua corte
per modo tutto fuor del moderno uso,
non mi celar chi fosti anzi la morte,
ma dilmi, e dimmi s'i' vo bene al varco;
e tue parole fier le nostre scorte" ... Lo mondo è ben così tutto diserto
d'ogne virtute, come tu mi sone,
e di malizia gravido e coverto;
ma priego che m'addite la cagione,
sì ch'i' la veggia e ch'i' la mostri altrui;
ché nel cielo uno, e un qua giù la pone" ... Lo cielo i vostri movimenti inizia;
non dico tutti, ma, posto ch'i' 'l dica,
lume v'è dato a bene e a malizia,
e libero voler; che, se fatica
ne le prime battaglie col ciel dura,
poi vince tutto, se ben si notrica ... Come si frange il sonno ove di butto
nova luce percuote il viso chiuso,
che fratto guizza pria che muoia tutto;
così l'imaginar mio cadde giuso
tosto che lume il volto mi percosse,
maggior assai che quel ch'è in nostro uso ...
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La divina commedia (pagina 36)
di Dante Alighieri (estratti)
... "Io son", cantava, "io son dolce serena,
che ' marinari in mezzo mar dismago;
tanto son di piacere a sentir piena!
Io volsi Ulisse del suo cammin vago
al canto mio; e qual meco s'ausa,
rado sen parte; sì tutto l'appago!" ... Fino a quel punto misera e partita
da Dio anima fui, del tutto avara;
or, come vedi, qui ne son punita ... Mossimi; e 'l duca mio si mosse per li
luoghi spediti pur lungo la roccia,
come si va per muro stretto a' merli;
ché la gente che fonde a goccia a goccia
per li occhi il mal che tutto 'l mondo occupa,
da l'altra parte in fuor troppo s'approccia ...
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La divina commedia (pagina 37)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ma se Doagio, Lilla, Guanto e Bruggia
potesser, tosto ne saria vendetta;
e io la cheggio a lui che tutto giuggia ... Indi accusiam col marito Saffira;
lodiamo i calci ch'ebbe Elïodoro;
e in infamia tutto 'l monte gira
Polinestòr ch'ancise Polidoro;
ultimamente ci si grida: "Crasso,
dilci, che 'l sai: di che sapore è l'oro?" ... Ma dimmi, se tu sai, perché tai crolli
diè dianzi 'l monte, e perché tutto ad una
parve gridare infino a' suoi piè molli" ... De la mondizia sol voler fa prova,
che, tutto libero a mutar convento,
l'alma sorprende, e di voler le giova ...
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La divina commedia (pagina 42)
di Dante Alighieri (estratti)
... Per piacermi a lo specchio, qui m'addorno;
ma mia suora Rachel mai non si smaga
dal suo miraglio, e siede tutto giorno ... Coi piè ristretti e con li occhi passai
di là dal fiumicello, per mirare
la gran varïazion d'i freschi mai;
e là m'apparve, sì com'elli appare
subitamente cosa che disvia
per maraviglia tutto altro pensare,
una donna soletta che si gia
e cantando e scegliendo fior da fiore
ond'era pinta tutta la sua via ... Non credo che splendesse tanto lume
sotto le ciglia a Venere, trafitta
dal figlio fuor di tutto suo costume ... Or perché in circuito tutto quanto
l'aere si volge con la prima volta,
se non li è rotto il cerchio d'alcun canto,
in questa altezza ch'è tutta disciolta
ne l'aere vivo, tal moto percuote,
e fa sonar la selva perch'è folta;
e la percossa pianta tanto puote,
che de la sua virtute l'aura impregna,
e quella poi, girando, intorno scuote;
e l'altra terra, secondo ch'è degna
per sé e per suo ciel, concepe e figlia
di diverse virtù diverse legna ...
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La divina commedia (pagina 46)
di Dante Alighieri (estratti)
... Non sarà tutto tempo sanza reda
l'aguglia che lasciò le penne al carro,
per che divenne mostro e poscia preda;
ch'io veggio certamente, e però il narro,
a darne tempo già stelle propinque,
secure d'ogn'intoppo e d'ogne sbarro,
nel quale un cinquecento diece e cinque,
messo di Dio, anciderà la fuia
con quel gigante che con lei delinque ... PARADISO I La gloria di colui che tutto move
per l'universo penetra, e risplende
in una parte più e meno altrove ... Fatto avea di là mane e di qua sera
tal foce, e quasi tutto era là bianco
quello emisperio, e l'altra parte nera,
quando Beatrice in sul sinistro fianco
vidi rivolta e riguardar nel sole:
aguglia sì non li s'affisse unquanco ...
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La divina commedia (pagina 48)
di Dante Alighieri (estratti)
... Anzi è formale ad esto beato esse
tenersi dentro a la divina voglia,
per ch'una fansi nostre voglie stesse;
sì che, come noi sem di soglia in soglia
per questo regno, a tutto il regno piace
com'a lo re che 'n suo voler ne 'nvoglia ... E 'n la sua volontade è nostra pace:
ell'è quel mare al qual tutto si move
ciò ch'ella crïa o che natura face" ... E quest'altro splendor che ti si mostra
da la mia destra parte e che s'accende
di tutto il lume de la spera nostra,
ciò ch'io dico di me, di sé intende;
sorella fu, e così le fu tolta
di capo l'ombra de le sacre bende ... Questo principio, male inteso, torse
già tutto il mondo quasi, sì che Giove,
Mercurio e Marte a nominar trascorse ...
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La divina commedia (pagina 50)
di Dante Alighieri (estratti)
... Tosto che con la Chiesa mossi i piedi,
a Dio per grazia piacque di spirarmi
l'alto lavoro, e tutto 'n lui mi diedi;
e al mio Belisar commendai l'armi,
cui la destra del ciel fu sì congiunta,
che segno fu ch'i' dovessi posarmi ... Poi, presso al tempo che tutto 'l ciel volle
redur lo mondo a suo modo sereno,
Cesare per voler di Roma il tolle ... Ma quella reverenza che s'indonna
di tutto me, pur per Be e per ice,
mi richinava come l'uom ch'assonna ...
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La divina commedia (pagina 53)
di Dante Alighieri (estratti)
... Cor di mortal non fu mai sì digesto
a divozione e a rendersi a Dio
con tutto 'l suo gradir cotanto presto,
come a quelle parole mi fec'io;
e sì tutto 'l mio amore in lui si mise,
che Bëatrice eclissò ne l'oblio ... La quinta luce, ch'è tra noi più bella,
spira di tal amor, che tutto 'l mondo
là giù ne gola di saper novella:
entro v'è l'alta mente u' sì profondo
saver fu messo, che, se 'l vero è vero,
a veder tanto non surse il secondo ... L'un fu tutto serafico in ardore;
l'altro per sapïenza in terra fue
di cherubica luce uno splendore ... Questa, privata del primo marito,
millecent'anni e più dispetta e scura
fino a costui si stette sanza invito;
né valse udir che la trovò sicura
con Amiclate, al suon de la sua voce,
colui ch'a tutto 'l mondo fé paura;
né valse esser costante né feroce,
sì che, dove Maria rimase giuso,
ella con Cristo pianse in su la croce ...
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La divina commedia (pagina 55)
di Dante Alighieri (estratti)
... umana lece
aver di lume, tutto fosse infuso
da quel valor che l'uno e l'altro fece;
e però miri a ciò ch'io dissi suso,
quando narrai che non ebbe 'l secondo
lo ben che ne la quinta luce è chiuso ... Non sien le genti, ancor, troppo sicure
a giudicar, sì come quei che stima
le biade in campo pria che sien mature;
ch'i' ho veduto tutto 'l verno prima
lo prun mostrarsi rigido e feroce,
poscia portar la rosa in su la cima;
e legno vidi già dritto e veloce
correr lo mar per tutto suo cammino,
perire al fine a l'intrar de la foce ... Quell'uno e due e tre che sempre vive
e regna sempre in tre e 'n due e 'n uno,
non circunscritto, e tutto circunscrive,
tre volte era cantato da ciascuno
di quelli spirti con tal melodia,
ch'ad ogne merto saria giusto muno ... Ma sì come carbon che fiamma rende,
e per vivo candor quella soverchia,
sì che la sua parvenza si difende;
così questo folg¢r che già ne cerchia
fia vinto in apparenza da la carne
che tutto dì la terra ricoperchia;
né potrà tanta luce affaticarne:
ché li organi del corpo saran forti
a tutto ciò che potrà dilettarne" ... Con tutto 'l core e con quella favella
ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto,
qual conveniesi a la grazia novella ...
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La divina commedia (pagina 61)
di Dante Alighieri (estratti)
... cielo?
e non sai tu che 'l cielo è tutto santo,
e ciò che ci si fa vien da buon zelo?
Come t'avrebbe trasmutato il canto,
e io ridendo, mo pensar lo puoi,
poscia che 'l grido t'ha mosso cotanto;
nel qual, se 'nteso avessi i prieghi suoi,
già ti sarebbe nota la vendetta
che tu vedrai innanzi che tu muoi ... Così mi disse, e indi si raccolse
al suo collegio, e 'l collegio si strinse;
poi, come turbo, in sù tutto s'avvolse ... Ma poco fu tra uno e altro quando,
del mio attender, dico, e del vedere
lo ciel venir più e più rischiarando;
e Bëatrice disse: "Ecco le schiere
del trïunfo di Cristo e tutto 'l frutto
ricolto del girar di queste spere!" ... Pariemi che 'l suo viso ardesse tutto,
e li occhi avea di letizia sì pieni,
che passarmen convien sanza costrutto ...
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La divina commedia (pagina 64)
di Dante Alighieri (estratti)
... Le fronde onde s'infronda tutto l'orto
de l'ortolano etterno, am'io cotanto
quanto da lui a lor di bene è porto" ... XXVII "Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo",
cominciò, "gloria!", tutto 'l paradiso,
sì che m'inebrïava il dolce canto ... Di quel color che per lo sole avverso
nube dipigne da sera e da mane,
vid'ïo allora tutto 'l ciel cosperso ... Da l'ora ch'ïo avea guardato prima
i' vidi mosso me per tutto l'arco
che fa dal mezzo al fine il primo clima;
sì ch'io vedea di là da Gade il varco
folle d'Ulisse, e di qua presso il lito
nel qual si fece Europa dolce carco ... Ma ella, che vedëa 'l mio disire,
incominciò, ridendo tanto lieta,
che Dio parea nel suo volto gioire:
"La natura del mondo, che quïeta
il mezzo e tutto l'altro intorno move,
quinci comincia come da sua meta;
e questo cielo non ha altro dove
che la mente divina, in che s'accende
l'amor che 'l volge e la virtù ch'ei piove ...
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La divina commedia (pagina 65)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ma prima che gennaio tutto si sverni
per la centesma ch'è là giù negletta,
raggeran sì questi cerchi superni,
che la fortuna che tanto s'aspetta,
le poppe volgerà u' son le prore,
sì che la classe correrà diretta;
e vero frutto verrà dopo 'l fiore" ... Dunque costui che tutto quanto rape
l'altro universo seco, corrisponde
al cerchio che più ama e che più sape:
per che, se tu a la virtù circonde
la tua misura, non a la parvenza
de le sustanze che t'appaion tonde,
tu vederai mirabil consequenza
di maggio a più e di minore a meno,
in ciascun cielo, a süa intelligenza" ... Poscia ne' due penultimi tripudi
Principati e Arcangeli si girano;
l'ultimo è tutto d'Angelici ludi ... E come in vetro, in ambra o in cristallo
raggio resplende sì, che dal venire
a l'esser tutto non è intervallo,
così 'l triforme effetto del suo sire
ne l'esser suo raggiò insieme tutto
sanza distinzïone in essordire ...
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La divina commedia (pagina 69)
di Dante Alighieri (estratti)
... O luce etterna che sola in te sidi,
sola t'intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi!
Quella circulazion che sì concetta
pareva in te come lume reflesso,
da li occhi miei alquanto circunspetta,
dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che 'l mio viso in lei tutto era messo ... Qual è 'l geomètra che tutto s'affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond'elli indige,
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova;
ma non eran da ciò le proprie penne:
se non che la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne ...
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Fermo e Lucia (pagina 3)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ad ogni momento tutto era pronto, per venire alle mani ... Ma quello che merita più considerazione si è come i buoni non cedessero ai tristi in questa specie di zelo, come uomini pii e d'una virtù molto superiore alla onestà, uomini certamente di alto ingegno, potessero combattere acremente, lungamente, mettere tutto a repentaglio per pretese, le quali non sembra che non possano conciliarsi col minimo grado di riflessione, e con un grano di buona fede ... Tutto questo non è detto per provare che avessero ragione di pensare e di operare a quel modo, ma per ridurre il torto alla sua giusta misura, e per ricondurlo alle sue vere cagioni, e per riflettere che vi hanno degli inconvenienti che oltre il male diretto che fanno, ne producono dei grandissimi forzando quasi gli uomini a cercare dei rimedi che non sono nè ragionevoli, nè perfettamente onesti, e che oltre l'effetto per cui sono posti in opera ne producono molti altri impreveduti e pessimi ... E quanto a quelli che avevano sofferto di quella bricconeria, egli sapeva trovar loro qualche torto, il che non è mai difficile, perchè tra lo scellerato e l'onesto, la ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che l'uno stia tutto da una parte, e l'altro tutto dall'altra ...
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Fermo e Lucia (pagina 5)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Era in quel giorno vestito dalla festa con piume di vario colore al cappello, col suo coltello dal bel manico, e mostrando in tutto l'abito e nel portamento un'aria di festa e nello stesso tempo di braveria, comune a quei tempi anche agli uomini i più quieti, come infatti era Fermo ... » «Come non può? che cosa è accaduto?» «Prima di tutto non mi sento bene, vedete ... Ma io sono troppo dolce di cuore, procuro di togliere gli ostacoli, di facilitare tutto, di fare quello che gli altri vogliono, e trascuro il mio dovere, e poi mi toccano dei rimproveri, e peggio ... » «Sapete voi quanti sono gl'impedimenti dirimenti?» «Che vuole che sappia io d'impedimenti? Mi sbrighi, mi dica che cosa manca, ed io farò tutto ... S'ella vuol farmi una ingiustizia, si ricordi che tutto quello che può accadere è sulla sua coscienza ... Il povero sposo che, entrato nella casa del Curato per parlare di nozze e di festa, non aveva sentito altro che impedimenti ed imbrogli, in mezzo alla stizza che lo rodeva, andava però riflettendo sui discorsi e sul contegno del Curato, e trovava tutto pieno di mistero ... » Per timore di annojare il lettore non trascriverò tutto il dialogo, dirò soltanto che Vittoria fedele ai suoi giuramenti non disse nulla positivamente, ...
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Fermo e Lucia (pagina 9)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Se volete ch'io v'ajuti, voi dovete contarmi tutto dall'a alla zeta, sinceramente, come al confessore ... E tutto si aggiusterà a vostra soddisfazione: capite bene che salvando sè, salverà anche voi ... Quando questi ebbe terminato, Fermo ebbe inteso: e tra un poco di collera, però quella collera che un buon uomo di contado può avere contra un signore che sa, e tra un certo orgoglio di farsi vedere libero da quei timori che il dottore supponeva, rispose: «Oh signor dottore: la cosa non è così: io non ho minacciato nessuno: io non faccio di queste azioni, e domandi pure a tutto il mio comune, che sentirà che io non ho mai avuto che fare con la giustizia ... Deve sapere ch'io doveva sposare oggi,» e qui il povero Fermo si commosse, «doveva sposare oggi Lucia Zarella, una giovane che non ha mai dato da dire a nessuno, e avevamo fatto tutto da galantuomini, e il curato che doveva sposarci oggi non volle perchè ...
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Fermo e Lucia (pagina 10)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Vedete tutto quello che ho ... » «Mah! l'anno è scarso, fra Canziano, e i poverelli mancano di pane, quando il pane è caro tutto si misura più per sottile ... Il Padre Galdino era uomo di molta autorità fra i suoi, e in tutto il contorno; eppure fra Canziano non fece nessuna osservazione a questa specie di ordine che gli si mandava da una donnicciuola di venire da lei; la commissione non gli parve strana niente più che se gli si fosse commesso di avvertire il Padre Galdino che il Vicario di provvisione e i sessanta del consiglio generale della Città di Milano lo richiedevano per mandarlo ambasciatore a Don Filippo Quarto Re di Castiglia, di Leone etc ... Non vi era nulla di troppo basso nè di troppo elevato per un Cappuccino: servire gl'infimi, ed esser servito dai potenti; entrare nei palazzi e nei tugurii colla stessa aria mista di umiltà, e di padronanza; essere nella stessa casa un soggetto di passatempo, e un personaggio senza il quale non si decideva nulla, cercare la limosina da per tutto, e farla a tutti quelli che la chiedevano al convento, a tutto era avvezzo un Cappuccino, faceva tutto a un dipresso colla stessa naturalezza, e non si stupiva di nulla ...
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Fermo e Lucia (pagina 13)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il caso era avvenuto vicino ad una Chiesa di Capuccini, asilo, come ognun sa, impenetrabile allora ai birri, e a tutto quel complesso di cose e di persone che si chiamava la giustizia ... Allora egli fece chiamare un notajo, e fece in buona forma una donazione di tutto ciò che gli rimaneva (che era tuttavia un bel patrimonio) alla famiglia di Cristoforo; una somma alla madre, come se le costituisse una contraddote, e il resto ai figli ... Consegnarlo alla giustizia, cioè alla vendetta de' suoi nemici, oltrechè l'esser cosa vile e crudele (ragione che è più potente quando è accompagnata da altre), sarebbe stato lo stesso che rinunziare al privilegio di asilo, screditare il convento presso tutto il popolo, attirarsi l'animavversione di tutti i capuccini dell'universo per aver lasciato ledere il diritto di tutti, tirarsi contra tutte le autorità ecclesiastiche, le quali allora si consideravano come tutrici di questo diritto ... I parenti poi potevano anche credere e dire che Ludovico si era indotto a ciò per disperazione e per timore; e ridurre un uomo a rinunziare tutto il fatto suo, a tagliarsi i capelli, a crescersi la barba, a camminare a piedi nudi, a non possedere un quattrino, a dormire sulla paglia, a vivere di elemosina, poteva parere un castigo bastante anche all'offeso il più superbo ... Il Padre Guardiano andò umilmente dal fratello del morto, e dopo mille proteste di rispetto per l'illustrissima casa, e di desiderio di servirla in tutto ciò che non fosse contrario alle leggi della chiesa, parlò del pentimento di Ludovico (che era vero), e della sua risoluzione, come se chiedesse un consiglio o quasi un permesso ... Il capuccino, che aveva già pensato di far così, mostrò di accordar questo alla deferenza ch'egli e tutti i suoi avevano per l'illustrissima casa, e tutto fu conchiuso ... Contenta la famiglia per le ragioni che abbiam dette, contenti i frati, contenti quelli che avrebbero dovuto punire Ludovico, perchè dopo la donazione fatta da lui di tutto il suo avere, la persecuzione che gli si sarebbe fatta non avrebbe portato che impicci e fatiche, contento il popolo il quale vedeva salvo un uomo che amava, dalle persecuzioni di prepotenti che odiava; e che nello stesso tempo ammirava un conversione; contento finalmente ma per motivi diversi e più alti il nostro Ludovico; il quale non desiderava altro che di cominciare una vita di espiazione, di patimenti e di servizio agli altri che potesse compensare il male ch'egli aveva fatto, e raddolcire il sentimento insoffribile del rimorso ...
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Fermo e Lucia (pagina 14)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » Al guardiano parve che questo passo, fatto con tutte le precauzioni, riconcilierebbe al tutto il convento colla famiglia e gli disse che gli darebbe risposta, e andò difilato dal fratello dell'ucciso, esponendogli la richiesta di Fra Cristoforo ... Fra Cristoforo vide tutto l'apparato, ne indovinò il motivo, e dopo un picciolo contrasto fu contento che la riparazione fosse clamorosa ... Il signore che aveva voluto in questa occasione far pompa di tutto, aveva fatto preparare un rinfresco sontuoso, e fatto cenno ad un cameriere, si riavvicinò a Fra Cristoforo il quale stava in atto di accomiatarsi, e gli disse: «Padre mi dia una prova di amicizia col gradire una picciola refezione, e fare un po' di festa con noi ... Sciolta la brigata, il signore, ancora tutto commosso si maravigliava di tratto in tratto fra sè di ciò che aveva detto, di ciò che aveva sentito, e borbottava fra i denti: «Gran Frate, Frate singolare! Se rimaneva ancor lì per qualche momento, quasi quasi gli avrei domandato io scusa perch'egli mi abbia ammazzato il fratello!» Però è da notarsi che tutti i convitati partirono di là un po' migliori di quello che vi fossero andati, e ch'egli stesso fu per tutta la sua vita un po' meno superbo e un po' più indulgente ... Ai novizj era imposto silenzio; e Cristoforo serbava senza fatica questa legge, tutto assorto nel pensiero delle fatiche, delle privazioni e delle umiliazioni che avrebbe incontrate per espiazione del suo fallo ...
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Fermo e Lucia (pagina 16)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Pur troppo ho inteso la vostra disgrazia» rispose il Padre; «ma tu non ti perderai d'animo come queste poverette, e sopra tutto aspetterai che Dio ti ajuti, e Dio ti ajuterà ... Io andrò oggi a parlare con quell'uomo dal quale viene tutto questo male, e non dispero di far tutto finire: in ogni caso, vi prometto di nuovo di non abbandonarvi mai ... Frattanto voi state ritirati, schivate i discorsi, e sopra tutto non vi mostrate; questa sera o domani avrete nuove di me ... Tutto al di fuori era silenzio, e un passaggero avrebbe potuto credere che quella casa fosse abbandonata, se quattro creature, che erano poste in euritmia al di fuori, non avessero dato un indizio di abitazione, e nello stesso tempo un simbolo della ospitalità di quei tempi ...
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Fermo e Lucia (pagina 19)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Attenda a tutto bell'agio ai suoi affari, sulla mia parola signor Don Rodrigo e non pensi a privarci della sua rispettabile persona; che già gli alemanni non sognano nemmeno di passare per di qua ... Onde quand'io veggo truppe alemanne venire alla volta d'Italia, tanto più dico, che sono destinate per altra parte; perchè chi regola tutto anche fuori della monarchia è il Conte Duca; che ha le mani lunghe quanto la vista ... Potrebbero esser destinate a gettarsi nella duchea di Borgogna per far diversione ai francesi, i quali (tutto per invidia del Cardinal di Riciliù3 contro il Conte Duca, perchè vede benissimo che non può competere con quella testa) i quali francesi dico per invidia soccorrono gli olandesi che si trovano all'assedio di Bolduc4 ... E questa congettura, per dir tutto, la tengo dal signor comandante spagnuolo ... » «Dov'è tutto il male? nella carezza del pane: e chi lo vende caro? i fornaj: e per farli mutar vezzo, impiccarne uno o due ... Gli elogj del vino, com'era giusto, ebbero una parte della conversazione, senza però cangiarla del tutto: il gridio continuò per una buona mezz'ora: le parole che si sentivano più spesso erano ambrosia e impiccarli ...
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Fermo e Lucia (pagina 23)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Giunti all'osteria del villaggio, seduti a tutto loro agio in una perfetta solitudine giacchè la miseria aveva fatti sparire tutti i frequentatori di quel luogo di delizie, fatto recare quel poco che si trovava, vuotato un boccale di vino, Fermo con aria di mistero disse a Tonio: «Se tu vuoi farmi un picciolo servizio; io posso e voglio farne uno grande a te ... In tutto il tempo del desinare (il quale non era grazie a Dio più scarso dell'ordinario, perchè tanto le donne, quanto Fermo erano dei più agiati del contorno) e dopo quando le furono ritornate all'aspo, Agnese pose in opera tutta la sua eloquenza, ma invano ... «Abbiamo bisogno più che mai,» diceva ancora, «dell'ajuto di Dio, e se facciamo ciò che non istà bene, come lo potremo sperare?» Così spesero tutto quel tempo in argomentazioni; e uno che le avesse intese disputare, e tornar da capo ognuna a ripetere le stesse ragioni, avrebbe potuto credere che la fosse controversia fra due dotti, piuttosto che disputa fra due donnicciuole ... » Fermo snocciolò tutto il disegno; e terminò con un «ahn!» interiezione milanese la quale significa: sono o non sono un uomo? si poteva trovar di meglio? ve lo sareste aspettato? e cento altre cose simili ... «Sentite,» diss'ella, «fin qui abbiamo fatto tutto col timor di Dio; proseguiamo a questo modo, e Dio ci ajuterà ...
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Fermo e Lucia (pagina 24)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... diss'egli, entrando, tutto ansante, ma con voce ferma ... Sento una voce che mi dice che tutto finirà presto e bene ... Poni che tutto ti riesca a tuo grado: ebbene! che avrai tu fatto? l'odio è dolce ora al tuo cuore: ma sai tu ... Poni che tutto ti riesca, poni che non vi sia giustizia, che tu sposi tranquillamente ... «Ebbene Fermo» disse Lucia, come costretta, ed in modo che il Padre non intendesse tutto il senso delle sue parole: «fate quel che vi dice quest'uomo del Signore, ed io vi prometto che io farò tutto quello che si potrà, tutto quello che vorrete perch'io possa esser vostra moglie ...
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Fermo e Lucia (pagina 29)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quelli ristettero: ma Menico continuava: «Venite con me pei viottoli, vi condurrò io, usciamo di qui, vi dirò tutto per istrada ... Quando Don Rodrigo era sotto a questo antenato, e voltava, ecco in faccia un altro antenato, magistrato, terrore dei litiganti, seduto sur un'alta seggiola di velluto, con una lunga toga nera, tutto nero fuorchè un collare con due ampie facciuole: aveva una faccia squallida, due ciglia aggrottate, teneva in mano una supplica, e pareva dicesse: – vedremo –: di qua una matrona terrore delle sue damigelle, di là un abate terrore dei monaci, tutta gente insomma che spirava terrore ... » «Cugino, voi volete nascondervi da me: ma io ho capito tutto, e tanto son certo di aver vinta la scommessa, che son pronto a farne un'altra ... Io per me ne godo: sapete che bella cosa sarebbe vedervi tutto compunto e cogli occhi bassi ...
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Fermo e Lucia (pagina 36)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... 2
La signora, tuttavia Le parole della Signora nel colloquio che abbiamo trascritto non annunziavano certamente un animo ordinato e tranquillo; eppure ella s'era studiata in tutto quel colloquio per comparire una monaca come le altre ... Queste cose però, quantunque rese più che probabili da una tale testimonianza, e quantunque essenziali al filo del nostro racconto, noi le avremmo taciute, avremmo anche soppresso tutto il racconto, se non avessimo potuto anche raccontare in progresso un tale mutamento d'animo nella Signora, che non solo tempera e raddolcisce l'impressione sinistra che deggiono fare i primi fatti della Signora, ma deve creare una impressione d'opposto genere, e consolante ... Che se poi altri volesse censurare queste scuse come inutili, e ci accusasse di cader sempre in digressioni che rompono il filo della matassa, e fermano l'arcolajo ad ogni tratto, egli obbligherebbe chi scrive a fare un'altra digressione, e a rispondergli così: – Il manoscritto unico, in cui è registrata questa bella storia degli sposi promessi, è in mia mano: se la volete sapere, bisogna lasciarmela contare a modo mio: se poi non vi curaste più che tanto di sentirla, se il modo con cui è raccontata vi annojasse, giacchè dagli uomini si può aspettar tutto; in questo caso, chiudete il libro, e Dio vi benedica ... Avaro, egli non avrebbe mai potuto persuadersi che una figlia dovesse costargli una parte delle sue ricchezze: questo gli sarebbe sembrato un tratto di nemico giurato, e non di figlia sommessa ed amorosa; superbo, non avrebbe creduto che nemmeno il risparmio fosse una ragione bastante per collocare una figlia in luogo men degno della nobiltà della famiglia: ignorante, egli credeva che tutto ciò che potesse mettere in salvo nello stesso tempo i danari e la convenienza fosse lecito, anzi doveroso; giacchè riguardava come il primo dovere del suo stato il conservarne l'opulenza, e lo splendore: erano questi nelle sue idee, i talenti che gli erano stati dati da trafficare, e dei quali gli sarebbe un giorno domandato ragione ... Di tutte queste disposizioni il padre favoriva quelle soltanto che venivano dall'orgoglio, perchè come abbiam detto lo considerava come una virtù della sua condizione; egli era superbo della sua figlia come era superbo di tutto ciò che gli apparteneva, e lodava in essa gli alti spiriti, la dignità, il sussiego, qualità tutte che manifestavano un'anima nata a governare qualunque monastero ...
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Fermo e Lucia (pagina 37)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Talvolta il padre le diceva: «tu non sarai una monaca come le altre: perchè il sangue si porta da per tutto dove si va»; e simili discorsi nei quali la Signora apprendeva implicitamente ch'ella aveva ad esser monaca ... Perchè questa sventurata non aveva un animo ostile, non si dilettava naturalmente nell'odio; ma le sue passioni erano tanto violente e tanto delicate, ella le idolatrava tanto, che tutto ciò che poteva essere ad esse di ostacolo, offenderle, contristarle, diveniva per lei oggetto di avversione, e sarebbe stato vittima del suo furore quand'ella avesse potuto impunemente sfogarlo ... Ma le circostanze della povera Geltrude erano ben diverse: tutto tendeva per essa a realizzare ogni pericolo di quella età e a renderla turbolenta, e funesta per l'avvenire ... Non vogliamo qui parlare di alcuni pregiudizj, che a quei tempi principalmente si ritenevano per verità sacrosante, e s'insegnavano insieme con le verità, pregiudizj non del tutto estirpati, e Dio sa quando lo saranno, pregiudizj dannosi principalmente perchè nella mente di molti associano all'idea della Religione quella della credulità e della sciocchezza, e dei quali perciò ogni onesto deve desiderare e promovere la distruzione; ma pregiudizj che in gran parte non tolgono l'essenziale, e si possono combinare con un sentimento di pietà profonda e sincera, e con una vita non solo innocente, ma operosa nel bene, e sagrificata all'utile altrui, del che tanti esempj hanno lasciati i tempi trascorsi, e ne offrono fors'anche i presenti ...
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Fermo e Lucia (pagina 44)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... La badessa, alla quale non era spiaciuto di aver molti uditori, pensò allora che la folla poteva essere incomoda, si rivolse ad una suora, e disse: «Ehi suor Eusebia, date un po', una voce alla fattora, perchè faccia sparire tutto quel minuto popolo, e chiuda la porta di strada ... V'ha due modi di scendere il pendio della sventura: l'uno è di capitombolare ad un tratto nel precipizio, l'altro d'andarvi come saltelloni in più riprese: in questo secondo caso, ogni fermata è una specie di riposo; e l'intervallo che passa tra una caduta e l'altra è talvolta tutto occupato dalla speranza ... E qui come conoscitore espertissimo di tutto ciò che nella città e nei contorni era degno da vedersi, egli ne anticipò a Geltrude larghe e variate descrizioni; e le parlò di molte sposine ch'egli aveva incontrate nelle brigate, senza risparmiare la storia di qualche grossa semplicità di taluna di esse, che aveva molto dato da ridere ... Il Marchese lasciava chiaccherare il figlio, perchè in questa faccenda egli aveva più da fare che da dire, e tutto ciò che gli risparmiava una occasione di discorso, lo toglieva da un impaccio: quanto alla Marchesa, malgrado i trabalzi che una carrozza di quei tempi dava in una strada di quei tempi, ella dormiva saporitamente: cosa che non sorprenderà chi sappia che cosa vuol dire essere svegliato tre ore prima del solito, e ...
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Fermo e Lucia (pagina 47)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Dio liberi! Quella storia ella voleva schivarla a tutto costo ... , il quale come per iscaricarsi la coscienza di aver fatto qualche cosa per distorre un'anima buona da un pio proponimento, le disse tutto ciò che gli suggeriva il suo zelo cordiale per confermarla in quello; e partì con la persuasione di non aver mai trovata un'anima così ben disposta ... Le fece animo, la colmò di lodi, la soffocò di promesse; tutto questo con una eloquenza di tenerezza sentita; giacchè in quel punto egli era lieto non solo di avere ottenuto il suo fine; ma le parole di Geltrude sembravano di chi ha liberamente scelto, ed è contento della sua scelta; e la benevolenza per chi fa quello che uno desidera, in modo da togliergli ogni inquietudine ed ogni rimorso, è una virtù concessa a tutto il genere umano ... Da quel giorno in poi Geltrude non ebbe più che due occupazioni; l'una interiore, ed era di persuadere a se stessa ch'ella era contenta della sua scelta, di fermarsi quanto più poteva su le immaginazioni che potevano renderle gradevole il monastero, di cercare un po' nella divozione, un po' nel pensiero delle distinzioni che vi avrebbe avute, consolazioni, celesti o mondane, tutto purchè fosse consolazioni ... Diremo dunque che Geltrude entrò nel monastero di Monza, e che assunse l'abito; che scorso il tempo del noviziato nel quale la sua risoluzione parve sempre più spontanea e ferma, perchè ella mostrava tutto ciò che poteva farlo credere, e divorava nel suo cuore tutto ciò che avrebbe potuto far credere il contrario, trascorso questo tempo, ella fece la solenne professione, con una pompa straordinaria, e quale si conveniva alla casa ...
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Fermo e Lucia (pagina 51)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Tutto ciò che era dovere, pietà, morigeratezza era già da gran tempo associato nella sua mente alla violenza ed alla perfidia, ed aveva un lato odioso e sospetto: i ragionamenti che tendevano a mostrare che tutto ciò era una invenzione dell'astuzia, un'arte per godere a spese altrui, accolti dal cuore e presentati all'intelletto, furono ricevuti in esso come amici savj e sinceri ... Lo scellerato pose in opera tutta la sua astuzia, si valse di tutto il predominio che aveva sull'animo di Geltrude, adoperò tutte le dottrine che le aveva insegnate e ch'ella aveva ricevute ... Geltrude fece più resistenza delle altre, protestò più volte che era pronta a tutto soffrire piuttosto che dar mano ad una tanta scelleratezza, ma finalmente vinta dalle istanze di Egidio e delle due, e nello stesso tempo dal suo terrore, venne ad una transazione con la quale ella si sforzò di fingere a se stessa che sarebbe men rea: pattuì ella dunque che non si sarebbe impacciata di nulla, ed avrebbe lasciato fare ...
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Fermo e Lucia (pagina 55)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... eh già colui è un birbone che farebbe di tutto per salvar la pelle ... Povero Griso! Correre qua e là tutto il giorno, stare all'agguato, dirigere una mano di zotici mal disciplinati, pigliar sopra di te tutto il pensiero, e tanta parte della fatica; porti a rischio di aver qualche nuovo disparere con la giustizia, e di veder questa volta messo a prezzo il tuo capo, per rapto di donna honesta; stare al caldo e al gelo; e poi, e poi raccoglier rimbrotti ... All'aurora il Griso fu in campo, tutto desideroso di venire in chiaro di ciò che fosse avvenuto di Lucia, per soddisfare alla curiosità del padrone e alla sua propria, e per avvisare i mezzi di riparare alla mala riuscita del giorno antecedente ...
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Fermo e Lucia (pagina 66)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Se provaste un'ora quello ch'io sento tutto il giorno! tutta la notte! Non posso più, non posso più vivere con colei così vicina ... avrei gridato se non avessi temuto di far correre tutto il monastero ... » «Bel divertimento! bella festa invero!» disse Egidio con un sorriso di rabbia e di scherno «bella commissione che mi date! Pazzie! E tutto per tirar fuori quello che è ben nascosto! Savio disegno! Sapete voi dirmi un luogo dove possa star più nascosta che ora non è?» «È vero,» disse Geltrude, «gran cosa che non si sappia che fare d'un morto!» «Che farne?» rispose Egidio, «niente: sta bene dov'è ... «Fa tutto,» replicò tristamente Geltrude; e proseguì: «anch'io prima ... «Va bene, va bene,» disse Egidio con uno sdegno in parte vero, in parte diabolicamente affettato: «non ne facciamo più: e già vedo che non possiamo andar d'accordo: è tempo perduto con voi: siamo troppo differenti nel pensare: ma a tutto si può rimediare; i mattoni son lì tutti come contati; e ad ogni volta mi dò la briga di riporli al loro posto antico: basta che io porti un po' di calce, il muro sta come prima, tutto è finito ...
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Fermo e Lucia (pagina 67)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Le altre triste protestarono tosto che esse erano pronte a secondarla in tutto ... Il giorno appresso (la nostra storia lo registra, ed era il ventuno di novembre) Egidio diede avviso a Geltrude che tutto era in pronto, e ch'ella dovesse mantenere la sua parola, operar tosto secondo le istruzioni ch'egli le aveva date ... Lucia si fece tutta attenta, e Geltrude ripetendo la lezione del suo infernale maestro cominciò ad impastocchiarla con una storia misteriosa, di pericoli, e di speranze, di mezzi posti in opera da lei, di ostacoli, di ajuti, tutto per liberare Lucia dalla persecuzione di Don Rodrigo, e per farla essere tranquillamente sposa di Fermo: accennando molto di più che non dicesse, e allegando motivi di prudenza per non dir tutto, ripetendo ad ogni momento che un po' di coraggio e molta precauzione poteva tutto salvare, e una picciola indiscrezione perder tutto; che l'occasione era pronta, e per coglierla non bisognava perder tempo; e terminò con dire che le bisognava in quel momento un uomo da cui potesse aspettarsi un consiglio fidato, e un ajuto operoso, che il solo uomo del mondo che fosse da ciò era quel padre guardiano dal quale Lucia era stata scorta al monastero; che ella aveva bisogno di parlare con lui ma che le mancava il mezzo di farlo ...
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Fermo e Lucia (pagina 68)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... avvertire con sicurezza, giacchè dopo d'aver riandate tutte le persone, tutti i modi per questa spedizione, trovava in tutti il pericolo di farsi scorgere, di sventare il segreto, di metter sull'avviso quelli a cui importava il più di tener tutto nascosto, e di perdere così l'opportunità, anzi di avvicinare i pericoli: che insomma per condurre bene a fine questa faccenda, era necessario che Lucia prendesse un po' di risoluzione, si snighittisse, e facesse tosto, e segretamente e sola questa commissione ... Quivi l'abbandona il nostro autore; nè in tutto il resto del manoscritto ne fa più menzione ... Ivi l'infelice infuriò per qualche tempo: tentò di fuggire, tentò di uccidersi, ricusò il cibo, diede del capo nelle muraglie; urlava tutto il giorno, bestemmiava più di tutto il cardinale: contra il quale tale era l'odio di lei, ch'ella ebbe a dir poscia che tutte le inimicizie che gli uomini chiamano mortali, erano un giuoco appo di quella ch'ella sentiva per lui ...
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Fermo e Lucia (pagina 75)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... ! – Così il Conte solo, ma tutto armato uscì dal castello, scese l'erta e giunse nella via pubblica, la quale brulicava di viandanti: la turba cresceva ad ogni istante: a misura che la fama del Cardinale arrivato si diffondeva di terra in terra, tutti accorrevano ... » Nato coi più bei doni dell'animo, il primo uso che egli fece della sua ragione fu di coltivarli con ardore e con costanza, di custodirli con una attenzione sospettosa, come se fino d'allora egli ponesse cura a conservare tutta bella, tutta irreprensibile una vita, che in progresso di tempo avrebbe avute età così splendide: e infatti la vita di lui è come un ruscello che esce limpido dalla roccia, e limpido va a sboccare nel fiume: tutto ciò che si sa di lui è gentilezza, e sapienza: e gli errori stessi che la prepotenza dell'universale consenso aveva imposti alla sua mente, sono sempre accompagnati e quasi scusati da una intenzione pura, e l'applicazione di esse alle cose della vita è stata per lui un esercizio di tutte le virtù ... Stomacato dei libri e delle lezioni si diede tutto all'armi e ai cavalli; ma durò in quegli esercizj sol tanto quanto bastasse a mostrarlo disposto ad ogni esercizio che domandi una prontezza di qualunque genere ... Giovanetto fra i giovanetti nello studio di Pavia, egli trovò quivi stabilite consuetudini, massime, opinioni che distribuivano lode e biasimo alla differente condotta; e non ne fece alcun conto: regolò la sua condotta coi suoi principj, come avrebbe fatto in un eremo, senza esitazione, senza braveria; e solo da prima, opposto quasi in tutto al tipo prescritto dall'opinione, rifiutando tutte le cose che davano la gloria, facendo quelle che rendevano ludibrio, fu in poco tempo oggetto della venerazione dei suoi condiscepoli ...
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Fermo e Lucia (pagina 76)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Edificò dai fondamenti la biblioteca a cui volle dare il nome di Ambrosiana, la dotò di libri, di manoscritti, di macchine, di monumenti d'arte, vi raccolse professori, e nello stesso tempo poneva cura che le reliquie della sua mensa piuttosto povera che frugale fossero diligentemente raccolte, e date ai poverelli; tutto era per lui benevolenza, e cura degli altri ... Così egli chiamò da lontano professori di lingue orientali per introdurre se avesse potuto, ogni coltura in quella rozza, ostinata, e presuntuosa barbarie nella quale egli sentiva di vivere; spedì uomini dotti quanto allora si poteva per l'Italia, per la Francia, per la Germania, per la Spagna, per la Grecia, nella Siria, a fare incetta di libri, di manoscritti, di ogni cosa che potesse essere stromento di studio e di coltura: e diede ad essi istruzioni, avviamenti, consigli: e per la medesima accuratezza di ben fare, in questa stessa carestia di cui abbiamo già toccato qualche cosa in questa storia, egli oltre i soccorsi che distribuiva, alla sua casa, alle case dei poverelli, pensò anche di mandare attorno sacerdoti, che raccogliessero i poverelli che mancanti di soccorso cadevano sfiniti per le vie, e dessero loro i conforti della religione: e insieme coi sacerdoti mandò facchini che portassero pane, vino, minestra, uova fresche, brodi stillati, aceto, per nutrire, per confortare coloro che cadessero per inedia; e tutti questi particolari erano meditati da lui, perchè tutto quello che fosse utile era per lui importante, e l'idea grande e generale della carità era dal suo cuore applicata tutta intera nei minimi suoi particolari ... In un tempo in cui opinioni, fatti, discussioni, odj, amicizie, delitti, giudizj, tutto era avventato e precipitoso, in cui le virtù stesse avevano qualche cosa per dir così di spiritato, e di fantastico, Federigo fu temperato, aspettatore, ponderato, lento nel credere, nell'operare, nell'affermare, tutto condì con una temperanza, che raddolcì in parte quell'impeto indisciplinato, e fu se non altro ammirata da quegli stessi che ne erano incapaci ... E forse ancor più stupore deve nascere al pensare che un uomo dotato di nobilissimo ingegno, avido di cognizioni, e perseverante nello studio, sommamente contemplativo, e nello stesso tempo versato nelle società più varie degli uomini, e attore in affari importanti, abbia posta ogni cura nel comporre opere d'ingegno, ne abbia lasciato un numero che lo ripone tra i più fecondi e i più laboriosi; e che queste opere d'un uomo che aveva tutti i doni per farne d'immortali, non sieno ora quasi conosciute che dai loro titoli, nei cataloghi di quegli scrittori che tengono memoria di tutto ciò che è stato scritto in un tempo, in un paese ...
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Fermo e Lucia (pagina 79)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Federigo era stato vezzoso fanciullo, giovane avvenente, bell'uomo; gli anni avevano fatto sparire dal suo volto quel genere di bellezza che al suono di questo nome si ricorda primo al pensiero; e già gran tempo prima ch'egli toccasse la vecchiezza, le astinenze e lo studio, avevano tramutate ed offuscate alquanto le forme di quel volto; ma le astinenze stesse e lo studio, l'abitudine dei solenni e benevoli pensieri, il ritegno e la pace interna d'una lunga vita, il sentimento continuo d'una speranza superiore a tutti i patimenti, avevano sostituita nel volto di Federigo a quella antica bellezza, una per così dire bellezza senile, la quale spiccava ancor più in quella semplicità sontuosa della porpora che nuda di ornamenti ambiziosi tutto ravvolgeva il vecchio ... » «Voi non potete errate,» rispose sorridendo gentilmente Federigo, «se mi chiamate un uomo pronto a tutto fare, a tutto soffrire per esservi utile ... Dov'è questo Dio?» «Voi me lo domandate,» rispose Federigo, «voi? E chi l'ha più vicino di voi? Non lo sentite in cuore, che vi tormenta, che vi opprime, che vi abbatte, che v'inquieta, che non vi lascia stare; e vi dà nello stesso tempo una speranza ch'Egli vi acquieterà, vi consolerà, solo che lo riconosciate, che lo confessiate?» «Certo! certo!» rispose dolorosamente il Conte, «ho qualche cosa che mi tormenta, che mi divora! Ma Dio! Che volete che Dio faccia di me? Foss'anche vero tutto quello che dicono, non ho altra consolazione che di pensare che nemmeno il diavolo non mi vorrebbe ...
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Fermo e Lucia (pagina 80)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Sapete voi di che paese sia questa poveretta?» Il Conte glielo disse; Federigo allora scosse il suo campanello; alla chiamata entrò con ansietà il cappellano, il quale in tutto quel tempo era stato come sui triboli, e veduta la faccia tramutata, umile, commossa del Conte, e su quella del Cardinale una commozione che pur traspariva da quella sua tranquilla compostezza; restò colla bocca aperta, girando gli occhi dall'uno all'altro; ma il Cardinale lo tolse tosto da quella contemplazione mezzo estatica e mezzo stordita dicendogli: «Fra i parrochi qui radunati vi sarebbe mai quello di ... Tutti gli occhi furono rivolti sopra di lui: egli alzò le mani, e movendole l'una contro l'altra con un gesto come involontario, tutto trafelato come se avesse corso due miglia, disse: «Signori, signori: haec mutatio dexterae Excelsi ... Egli era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere: l'amore fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale: la sua cura continua di fare il suo dovere, e la sua idea del dovere era: tutto il bene possibile: credeva egli sempre adunque di rimanere indietro, ed era profondamente umile, senza sapere di esserlo; come l'illibatezza, la carità operosa, lo zelo, la sofferenza, erano virtù ch'egli possedeva in un grado raro, ma che egli si studiava sempre di acquistare ... Ma dieci miglia lontano di là, il mondo non ne sapeva nulla, non lo sa, non lo saprà mai: e in questo momento io sento un rammarico di non possedere quella virtù che può tutto illustrare, di non poter dare uno splendore perpetuo di fama a queste parole: Prete Serafino Morazzone Curato di Chiuso ... L'altro chiamato era quel nostro Don Abbondio, il quale per togliersi d'impiccio era stato in gran parte cagione di tutto questo guazzabuglio: egli non poteva sapere, nè avrebbe mai pensato che questa chiamata avesse la menoma relazione con quei tali promessi sposi, dei quali credeva di essere sbrigato per sempre ...
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Fermo e Lucia (pagina 81)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ma questo non era ancora il peggio: si trattava di far viaggio con quel terribil Conte, di entrare nel suo castello senza saper chiaramente a che fare: tutto ciò che il curato aveva inteso raccontare in tanti anni della audacia, della crudeltà, della bizzarria, della iracondia di costui si affacciava allora alla sua immaginazione: e metteva in moto tutta quella sua naturale paura ... Ma il Conte tutto assorto nei suoi pensieri, sbalordito egli stesso di tanta mutazione, intento a raccogliersi, a riconoscersi, per così dire, agitato dai rimorsi, dal pentimento, da una certa gioja tumultuosa, corrispose appena macchinalmente con una piegatura di capo, e con un aspetto sul quale si confondevano tutti questi sentimenti in una espressione oscura e misteriosa, che lasciò Don Abbondio ancor più sopra pensiero di prima ... Dato l'ordine, riprese la mano del Conte e s'avviò verso la porta della stanza; ma veduto passando il nostro Don Abbondio che stava tutto pensieroso e come ingrugnato, pensò il buon cardinale che quegli forse avesse avuto per male di vedere quel facinoroso così accarezzato e distinto, e sè negletto in un canto ... In quel tempo in cui la carestia era l'idea la più famigliare, e l'affare il più importante, si diffuse egli con eloquenza cordiale a parlare di pazienza e di liberalità; a far sentire ai poverelli il bene che potevano cavare dai patimenti irrimediabili, agli agiati il bene che potevano farsi col rimediare a quei patimenti che avessero potuto: e le parole dell'uomo di Dio, produssero ivi come da per tutto il doppio effetto ch'egli cercava; perchè quelle parole erano rese ancor più potenti dal soccorso e dall'esempio ... Le largizioni abituali di Federigo le quali non avevano altro limite che il suo avere, gli avevano data una fama già antica di carità singolare: ma le angustie di quel tempo avevano resa la sua carità ancor più attiva, e più ingegnosa; e da per tutto si parlava del gran numero di poveri da lui nudriti quotidianamente nella città, e dei mezzi da lui trovati per soccorrerli, per non perderne uno se fosse stato possibile ...
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Fermo e Lucia (pagina 82)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Nè questo solo esempio si contentava egli di dare: sobrio in ogni tempo, in quelli della carestia egli si misurava ancor più scarsamente il cibo: voleva detrarre a sè tutto ciò che poteva sollevare altrui; non gli pareva di compatire davvero ai suoi poveri se non pativa con essi; voleva mostrare col fatto che i disagi del vitto erano pur tollerabili, che si poteva anche in mezzo a quelli benedire il Signore, che si poteva non solo sostenerli con rassegnazione, ma eleggerli volonterosamente ... Se il Conte avesse potuto sospettare che la mente di Don Abbondio era ad una simile tortura, gli avrebbe tosto cercate le parole più atte a dare sicurezza anche ai pusillanimi; avrebbe fatto in modo d'infondere ogni coraggio a Don Abbondio: poichè il timore ch'egli ispirava sarebbe stato per lui in quel momento un rimprovero doloroso, un ricordo di tutto ciò che v'era stato in lui di feroce e d'ingiusto, di ciò ch'egli allora detestava, e voleva riparare ... Ma per disgrazia di Don Abbondio, era il Conte talmente occupato dei suoi pensieri, talmente distratto da tutto ciò che non era, egli, il cardinale, e Lucia, che non si avvedeva per nulla della tempesta che bolliva nell'animo del suo compagno, e a dir vero non si ricordava quasi ch'egli fosse presente ... Giunse alla fine l'ajutante di camera, a dire che tutto eri in pronto ...
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Fermo e Lucia (pagina 84)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Tutto si fece com'egli aveva imposto: il Conte entrò col suo seguito nel cortile, si avviò alla stanza dov'era Lucia, ed entrato in quella che le era vicina; fece restare i lettighieri, si chiuse dentro, e comandò che la lettiga fosse posta a terra ... E questa sua cura era spinta al segno (la delicatezza dei lettori ci perdoni se per seguire fedelmente il manoscritto in tutto ciò che può essere una rappresentazione del costume, ripetiamo anche questa particolarità) che postasi a mangiare, ella andava rimasticando nella sua bocca sdentata il boccone, producendo con affettazione quei suoni, che a ragione proscrive Monsignor della Casa; perchè ella s'immaginava che in quei suoni vi fosse qualche cosa di appetitoso: la sua educazione, e le sue antiche abitudini avevano talmente elevata sopra le sue idee l'idea di mangiare di quei bocconi che non sono concessi a tutti, che tutto ciò che era associato a questa idea era per lei, importante, leggiadro, irresistibile ... La massima principale ch'ella aveva attinta dalle istruzioni, dagli esempj, da tutto, era che bisognava obbedir loro: che ciò fosse per dovere, fosse per interesse, fosse per destino erano questioni che non s'erano mai presentate al suo spirito: ella sapeva che bisognava obbedire ...
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Fermo e Lucia (pagina 99)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Dalle Chiese delle quali abbiamo parlato si era Federigo trasportato a visitar quelle della valle di San Martino che era allora nel dominio veneto e nella diocesi milanese; e per tutto dov'egli si andava fermando, oltre la folla dei parrocchiani, la chiesa, la piazza, la terra formicolavano di moltitudine accorsa dai luoghi circonvicini ... Cangiata a poco a poco l'udienza, il Cardinale parlò a quei sopravvenuti come gli dettava la sua abituale carità, e la simpatia particolare che aveva eccitata in lui quella ardente e comune volontà la quale egli si sforzava di credere mossa in tutto dal suo ministero e per nulla da una inclinazione alla sua persona ... Terminato il discorso, benedisse egli tutto quel concorso, lo accomiatò, e si dispose a partire ... Li fece pregare di ritornarsene, e di non aggravare inutilmente la stanchezza del cammino già fatto, ma tutto fu inutile: gli era come un dire al fiume, torna indietro ...
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Fermo e Lucia (pagina 104)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il caro prezzo è un rimedio, considerato parzialmente per un territorio, perchè vi attrae il grano dai paesi dove è meno scarso, e quindi a minor costo: è rimedio considerato generalmente, perchè, forzando pur troppo migliaja d'uomini a diffalcare una parte del consumo ordinario, è cagione che si risparmj, si distribuisca per tutto l'anno fino al raccolto la scarsa e mancante vittovaglia ... Il linguaggio di coloro che hanno ben fitte in testa queste due storture è accetto al popolo che patisce; e la cosa è troppo naturale: non riconoscendo il male nella natura delle cose, attribuendolo tutto alla perversità umana, essi mostrano nello stesso tempo una compassione che pare più sincera per chi soffre, un grande orrore per chi fa soffrire, e fanno sempre intravedere la possibilità d'un rimedio pronto ed assoluto ... Sono i chiaroveggenti, in quel caso, come un medico, che giunga al letto d'un infermo circondato da una famiglia amante e ignorante, dove si trovi un ciarlatano il quale assevera che il male è tutto nella cecità o nella impostura dei medici, e ch'egli tiene un'ampollina dov'è la salute ... Come se non avessero veduto nulla, o tutto dimenticato, essi attribuivano il caro prezzo soltanto alla crudele ingordigia di quegli che possedevano il grano ... L'anno antecedente era pure stato scarso; e si era per tutto quell'anno gridato contra gli accapparratori come contra la sola cagione della carezza; si era detto che il grano abbondava, ma era tenuto chiuso, stivato, murato nei granaj degli avari ... Era stato tassato il prezzo massimo del riso, a lire quaranta imperiali il moggio per la città di Milano12: la conseguenza fu che quegli che possedevano riso, e potevano venderlo a molto maggior prezzo per tutto altrove, non ne spedirono più un grano alla città; e questa si trovò senza riso ... Altro editto che tassa il riso allo stesso prezzo massimo per tutto lo stato: altra conseguenza, che i possessori ricusino di vendere ad un prezzo comandato, quella merce a cui la rarità ne ha assegnato un maggiore ...
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Fermo e Lucia (pagina 106)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... avesse dovuto conoscere quanto il suo ordine era stato pazzo, non voleva rivocarlo egli, e perdere così tutto il favore del popolo anzi cangiarlo in furore; giacchè certamente il popolo l'avrebbe creduto subornato e corrotto se avesse tolto ciò che egli aveva stabilito come giusto ... I fornaj repplicavano che non avevano fatti questi guadagni, e che non potevano più reggere alla perdita presente; Antonio Ferrer, ripigliava che avrebbero guadagnato nell'avvenire, che sarebbero venuti anni migliori, che insomma il tempo avrebbe rimediato a tutto ... I crocchj precedettero l'aurora: fanciulli, donne, uomini, vecchj, operaj, mendichi, si ragunavano a caso, e cominciavano o proseguivano naturalmente lo stesso discorso: qui erano voci confuse di molti parlanti, là uno predicava, e gli altri applaudivano: da per tutto racconti diversi ma egualmente violenti delle cabale e delle iniquità che avevano macchinato il nuovo editto: da per tutto lo stesso linguaggio di lamenti, d'imprecazioni, di minacce; e da per tutto per ultima conseguenza una parola la più moderata nel suono, ma la più forte, quella che esprimeva la cosa, e la faceva: così non può andare ...
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Fermo e Lucia (pagina 111)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... In tutto questo frattempo una parte di quelli che volevano salvo il Vicario, s'era impiegata a preparare un po' di via alla carrozza facendo ritirare la moltitudine: il cocchiere stava pronto, e si mosse cautamente però, tosto che sentì chiudere lo sportello, e dirsi: «Andiamo ... Tutto questo per bene di Vossignoria ... Gli storici originali contemporanei non parlano più nulla di lui; ma noi valendoci del privilegio che hanno gli storici di seconda mano, di inventare qualche cosa di veri simile per rendere compiuta la storia, e supplire alle mancanze dei primi, affermiamo sicuramente, come se ne fossimo stati testimonj, che il Vicario uscito dal castello quando la sedizione fu affatto compressa, continuò ad essere Vicario pel tempo che gli rimaneva a compiere la sua carica, e da poi procurò di diventare tutto quello che potè ... Poichè, o il Vicario era reo, non dico delle pazzie che gli venivano apposte, ma di qualche cosa, ed era bene punirlo: o egli era del tutto innocente, ed era cosa ottima mettere in chiaro la sua innocenza, convincere la moltitudine della sua spaventosa credulità, e farle sentire, farle confessare che le era stato risparmiato una stolida atrocità ...
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Fermo e Lucia (pagina 118)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il notajo tutto tremante, cercava di rimandare quegli che gli si avvicinavano, dicendo: «è un malandrino, un ladro colto sul mestiere, che svaligiava la casa d'un pover uomo» ... Quel grassotto che stava ritto su la porta della sua bottega, con le gambe aperte, con le braccia dietro la schiena, e le mani l'una nell'altra su le reni, col ventre in fuori, il mento levato, e la giogaja pendente, sollevando alternativamente su la punta dei piedi la sua massa tremolante, e lasciandola cadere su le calcagna, aveva una cera di cicalone curioso, che invece di risposta avrebbe dato interrogazioni: quegli che girava posatamente, adocchiando e origliando pareva uomo da ripiombare un povero figliuolo nella fossa dei lioni e non d'aiutarlo ad uscirne del tutto: quell'altro, che s'avanzava col labbro spenzolato, e con gli occhi immobili, non che segnare spicciamente, e precisamente la via altrui, appena pareva conoscer la sua: e quel ragazzotto che a dir vero mostrava una intelligenza superiore all'età, mostrava però ancor più malizia che intelligenza, e si sarebbe potuto scommettere che nella domanda che gli fosse fatta egli non avrebbe veduto altro che l'occasione di burlare e di confondere un povero forese ... Giacchè la sedizione che era stata la salute di Fermo, cominciava appena a rialzare il capo, in qualche angolo della città; e in tutto il rimanente la forza era tuttavia nelle mani avvezze ad usarla: e per comprimere appunto la sedizione nel suo ricominciare, e per disperderla, giravano ronde di soldati, e sbucavano da ogni parte i colleghi di coloro che i liberatori di Fermo avevan posti in fuga: e se per disgrazia quegli stessi si fossero di nuovo abbattuti in Fermo, e lo avessero afferrato, e' poteva scuotere, e guaire, qui non v'era da sperare soccorso ...
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Fermo e Lucia (pagina 123)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Prospero il maggiordomo di casa, e il favorito di Don Ferrante, faceto e rispettoso, disinvolto e composto, dotto a tutto fare e a tutto soffrire, abile a trattare gli affari, e a parlarne senza mai proferire le parole che potevano far sentire gl'impicci, o offendere la dignità del padrone, sapeva suggerir a proposito un invito da fare onore alla casa, trovare un cammeo prezioso, un quadro raro, ogni volta che una rata di pagamento stava per entrare nella cassa di Don Ferrante, e sapeva trovare un prestatore ogni volta che la cassa era asciutta ... Esercitava essa sotto gli ordini immediati della padrona la più severa vigilanza sulle persone che dipendevano da questa, ed era ministra di tutto il bene ch'ella poteva fare in casa e fuori ... Ma quanto alla gente di Don Ferrante, essa non poteva fare altro che notare tutte le azioni disordinate che essi commettevano, disapprovare con qualche cenno, o al più con qualche frizzo, e riferire poi il tutto alla padrona, la quale pure non poteva fare altro che gemere con lei ... Perchè tutto ciò che Donna Prassede nella sua villeggiatura aveva udito, per la voce pubblica, della innocenza di quella giovane, le affermazioni magnifiche ed energiche di Agnese quando era venuta a proporle la figlia, il volto, il contegno modesto, la condotta stessa così irreprensibile di Lucia non bastavano a produrre un pieno convincimento nella mente di Donna Prassede; e non poteva essa persuadersi che una giovane contadina avesse levato tanto romore di sè, fosse passata per tanti accidenti, senza averne cercato nessuno, senza essersi gittata un po' all'acqua, come si dice, senza essere almeno una testa leggiera ... Questa allora sarebbe divenuta al tutto una buona creatura; e chi avrebbe avuto tutto il merito dell'impresa? Donna Prassede ...
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Fermo e Lucia (pagina 124)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ebbene, signori miei, tutta questa gran macchina di cure e di operazioni, tutto questo lavorare sott'acqua non dava quasi nessun incomodo a Lucia; o per dir meglio ella non se ne avvedeva; e benchè non potesse a meno di non sentire qualche cosa di minuto e di pettegolo nella sollecitudine continua di Ghita, pure lo attribuiva alla indole di lei, e non mai a un disegno profondo, e comandato ... I luoghi, le persone: Don Abbondio avrebbe dovuto pronunziare quelle parole, per cui ella sarebbe stata di Fermo: i consigli, le cure, del Padre Cristoforo per chi erano? per Lucia e per Fermo: fino il monastero di Monza, fino il Castello del Conte, fino il cardinale Federigo, tutto si legava a Fermo, e molte volte Lucia ripensando a tutto questo, si accorgeva ch'ella si era immaginata di raccontar tutto a Fermo ... Con tutto ciò, ella combatteva, e la guerra sarebbe stata, se non sempre vinta, pure meno aspra e meno dolorosa; Lucia avrebbe potuto, se non ottenere lo scopo almeno andargli sempre da presso, se questo scopo non fosse stato anche quello di Donna Prassede ...
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Fermo e Lucia (pagina 126)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il pane a quel modico prezzo che abbiam detto; e questa volta non per una ipotesi violenta, ma per un compenso che i Decurioni coi denari della città avevano stabilito ai fornaj: i forni sempre ben provveduti: tutto sarebbe andato bene, se le cose avessero potuto durare così fino al raccolto: vale a dire se l'impossibile fosse divenuto possibile ... Appariva quindi manifestamente che il ribasso del prezzo fatto ad intendimento di dare pane ai poveri, tendeva invece a farlo tutto venire in potere dei facoltosi ... Da per tutto cenci e lezzo; da per tutto un ronzio continuo di voci supplichevoli, come se si fosse camminato in mezzo ad una processione ...
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Fermo e Lucia (pagina 131)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Pensava finalmente a nascondere il tutto sul luogo, ma la cosa era per sè difficile, e il tempo stringeva ... Girava il pover uomo per la casa tutto affannato e stralunato, non sapendo che farsi, se la prendeva quando col duca di Nivers, come diceva egli, che avrebbe potuto rimanersi in Francia e voleva a forza esser duca di Mantova, quando col duca di Savoja che voleva ingrandirsi, quando coll'imperatore che stava su certi puntigli, e quando con Don Gonzalo di Cordova che non aveva saputo mandare quei diavoli per un'altra strada ... » «Male non me ne vorrà fare: che dite eh? sarebbe un peccato senza costrutto: quelle poche volte che ho dovuto trovarmi con lui, sono sempre stato così compito! Andiamo, ma la mia povera roba!» «Anch'io ho dovuto lasciar quasi tutto il poco fatto mio, che sono una povera vedova,» disse Agnese ... » «Ma non vede, che ho preso con me tutto quello di mio che poteva portare?» disse Agnese ...
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Fermo e Lucia (pagina 132)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Aveva allogate le donne e i fanciulli nelle stanze più riposte; i letti erano pei vecchj, e per gl'infermi: una gran sala serviva di magazzino per le robe che erano portate su dai rifuggiti: tutto era collocato in ordine, con numeri, dei quali il corrispondente era dato ai padroni; ed alla porta della sala era posto come un corpo di guardia; chi aveva portate provvigioni, viveva di quelle, e i poveri erano nutriti dal Conte con razioni che si distribuivano regolarmente come in un campo ... Egli, come l'Ariosto sognò di Carlo in Parigi, di qua di là, non istava mai fermo: dava ordini, visitava posti, metteva a luogo quelli che arrivavano, governava ogni cosa; e dove nascesse qualche garbuglio, qualche contesa, si mostrava, e tutto era finito ... tutto è ... Sull'altro confine era raccolta una forza dei Veneziani, la quale sotto il comando di Marco Giustiniani, provveditore all'armi in Bergamo era destinata a costeggiare l'esercito alemanno per tutto quel tratto del suo passaggio che toccasse i confini della Repubblica; e a questa forza avevano dato nome di Squadrone volante ...
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Fermo e Lucia (pagina 137)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Don Ferrante, con tutto il suo ingegno, non mi potrà sostenere,» rispose il Signor Lucio, «che tutte quelle belle ragioni che si dicono da alcuni per far credere che vi sia la peste, il contagio, che so io, non sieno cavate dalla scienza ... «Anzi la scienza, chi la scava un po' al fondo, dice tutto il contrario, e insegna chiaramente che il contagio è una cosa impossibile, una chimera un non-ente ... «Per trovare la cagione prima delle malattie, della carestia, di tutti questi infortunj, quella che spiega tutto e che fa tutto, bisogna andar molto in fondo, anzi molto in alto, bisogna cercarla negli aspetti dei pianeti ... Confessano questi signori, perchè a negare un tal fatto ci andrebbe troppo coraggio, confessano che tutto il male è causato dalle influenze maligne, e poi, e poi vengono a dirci che si comunica da un uomo all'altro ...
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Fermo e Lucia (pagina 144)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Nessuna ignoranza avrebbe bastato a così orrendi effetti, quando fosse stata congiunta con quel sentimento pio che dispone gli animi alla tranquillità ed alla riflessione, che avverte a pensar di nuovo quando il pensiero diventa un giudizio, una azione su le persone; se fosse stata insomma congiunta con quella carità che è paziente, benigna, che non s'irrita, che non pensa il male, che tutto soffre ... «È tutto marmo,» dicevano; e come per accertarsi, stesero la mano a toccare la liscia superficie ... Tornando da tutta questa allegria, Don Rodrigo sentiva però una gravezza di tutte le membra, una difficoltà crescente nel camminare, una ansietà di respiro, una inquietudine, un grande abbattimento; ma cercava di attribuir tutto questo al sonno ... Giunto a casa, chiamò il fedel Griso, uno dei pochi famigliari che gli erano rimasti, e gli comandò che gli facesse lume alla stanza dove sperava di finir tutto con un buon sonno ...
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Fermo e Lucia (pagina 146)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Tutto ad un tratto intese egli uno squillo acuto, continuo, che si avvicinava: erano le campanelle che i monatti portavano legate ai piedi a foggia di sproni ... » Il corpo e la mente di Don Rodrigo, già dissestati dal male, non ressero allo sforzo, al dibattimento, e a tanta passione: il meschino cadde tutto ad un tratto come sfinito e stupido; guardava però come un incantato; e di tratto in tratto dava qualche scossa, o usciva in qualche imprecazione ... Quivi pure come in Milano subitanei spaventi per voci sparse di sorprese nemiche sognate dalla paura, o inventate dalla malizia; e finalmente, per non dir tutto, quivi pure all'udire che in Milano v'era gente che disseminava il contagio con unzioni, nacque un terrore che il simile non avvenisse, anzi parve di vedere unti i catenacci e i martelli delle porte, e le pile delle Chiese ... Una grandissima parte della gente languiva inferma, moriva, e quegli che non avevano contratto il male ne vivevano in un continuo terrore; come ogni oggetto poteva col tocco esser cagione di morte, così di tutto si guardavano; i passi erano misurati e sospettosi, i movimenti ritrosi, irresoluti, fretta ed esitazione in un tempo, un allarme incessante, una disposizione a fuggire; e con tutto questo il pensiero sempre vivo che forse tante precauzioni erano inutili, ...
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Fermo e Lucia (pagina 154)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Allora riconobbe la porta orientale; si risovvenne che al di fuori di quella era il lazzeretto; e per quanto pieno di dolore, di difficoltà, e d'angosce fosse l'affare che lo strascinava in quel luogo, pure il povero giovane si sentì tutto rincorato nel pensiero d'esservi giunto senza studio, sicuramente, in carrozza, quale ella si fosse; questo gli parve un buon principio, e un buon augurio ... Altri pareva tutto infervorato a raccontare le sue sciaurate fantasie al tapino che giaceva oppresso dal male, o ad un altro infelice, preoccupato da altre fantasie; un altro si mostrava assorto e tranquillo in un immaginato contento; e quella apparenza di gioja e di serenità in mezzo a tanta miseria, pure ne accresceva l'orrore; tanto è terribile all'uomo il vedere in altri oscurato quel lume divino che lo fa esser uomo ... E già fin d'allora quell'ordine, come abbiam detto non s'era potuto interamente serbare; ma nel bollore della peste, e nel crescere della moltitudine, tutto s'era rimescolato, come una botte fecciosa nella furia del temporale ... Da per tutto lo stesso spettacolo così terribilmente variato, e così terribilmente conforme: corpi immobili nella morte, o dibattuti nelle ...
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Fermo e Lucia (pagina 156)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ora, a dir vero, tutto è confuso; pure quella poveretta certamente, sarà rimasta al luogo dove l'avranno collocata; e se v'è ancora speranza di trovarla, è da quella parte ... «Vado,» disse Fermo; «lo scorrerò tutto, guarderò di stanza in stanza, di capanna in capanna; se non è quivi, girerò tutto il lazzeretto, e se non la trovo ... » E a questa sospensione tutto ad un tratto s'oscurò in volto, stravolse gli sguardi, e mandò un soffio di furore dalle labbra tremanti ...
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Fermo e Lucia (pagina 157)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Fermo stava tutto intento e commosso ... M'hai tu inteso!» Fermo tutto commosso, rispose sinceramente: «padre sì ... E un tale amore, bada bene alle mie parole, un tale amore, quando tutto ti andasse a seconda, quando tu ottenessi ciò che più desideri, un tale amore tosto, o tardi, più tosto che tardi, ti tornerebbe in amaro: come; io non lo so, ma senza dubbio: e parlo dal tetto in giù ... Saranno provocati, saranno offesi; di' loro che perdonino sempre, sempre, tutto, tutto ...
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Fior di passione (pagina 2)
di Matilde Serao (estratti)
... Poi tutto fu chiuso, si spensero i lumi, un grande silenzio regnò ... Tutto era finito, egli poteva buttarsi di sotto, nel mare nero ... Ah voi credete che sia nulla la esistenza di un uomo? Credete che sia nulla passare accanto a un uomo e togliergli tutto? Credete che sia, nulla farlo agghiacciare di freddo e farlo avvampare, dandogli una febbre che mai non si placa? Credete che una donna possa impunemente guardare con dolcezza, sorridere con dolcezza, parlare con dolcezza, come voi guardate, sorridete, parlate? O maledetta dolcezza, maledetta dolcezza! Malgrado che le fosse molto vicino e quasi intuisse l'espressione del volto di Paola, egli non vide le lagrime che le salivano agli occhi ... Il mondo è equilibrato, tutto si pareggia ... Lascerete vostro marito, vostra madre, la vostra casa, i vostri servi, tutto quello che avete amato, tutto quello che avete adorato: e verrete con me ...
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Fior di passione (pagina 3)
di Matilde Serao (estratti)
... La passione ignora tutto: non conosce neppure sè stessa ... Parlate di diritti, voi? O povero uomo che dormi, va, adora una donna, sino a sposarla: dà a costei la miglior parte della tua vita: riponi in costei tutta la sua speranza: siile fratello, padre, marito, amante, amico, consigliere, infermiere: soffri per lei, nel corpo e nell'anima! Ecco che un estraneo, un bell'egoista avvampante di capriccio, un uomo che non ha fatto nulla, che offre alla tua donna una vita di disonore, ecco che costui, per forza di violenza vuol toglierti tutto! Parlate d'ingiustizia voi? Che fate qua? Perchè mi degno di ascoltarvi, di difendermi, di darvi delle spiegazioni? Non so chi siate: non vi conosco ... --Voi non mi amate, Paola, ecco tutto ... Tutto gli sembrava crollato, intorno, nella notte nera: e non poteva camminare fra le rovine ...
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Fior di passione (pagina 4)
di Matilde Serao (estratti)
... Come in tutti i primi libri, vi era un rigoglio d'idee, un bosco folto ed intralciato, tutto cespugli, tutto farre, una condensazione di pensiero nutrita, polposa ... Come in tutti i primi libri, tutti i difetti di forma erano salvati dall'impeto che trascina via tutto, dal calore che si comunica al lettore ... Ma dopo fu sempre così nei romanzi di Paolo Spada: le sue protagoniste belle, buone, cattive, umane, simpatiche durante tutto il romanzo, alla fine diventavano triviali e ridicole ... Una sera, in un'ora di espansione amichevole, mentre io lo interrogava con gli occhi senza parlare, egli mi narrò, lungamente e con frasi entusiaste, tutto un suo nuovo romanzo ...
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Fior di passione (pagina 6)
di Matilde Serao (estratti)
... Tutto è sobrio, tutto è severo, tutto è tragico, anche il bacio, specialmente il bacio ... Vi sono duecentocinquantasei anime, tre case di signori, una chiesa tutta bianca e un cimitero tutto verde: vi è un gobbo idiota, una vecchia pazza e un eremita in una cappelluccia, nella campagna: il nome del paese è inciso grossolanamente sopra una pietra: i protettori sono i SS ... Dopo tre giorni avevan consumato tutto il vino, tutto l'olio, tutta la farina di don Ottaviano: e chiedevano ancora, insolentemente, bastonando i contadini, sgozzando le galline ...
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Fior di passione (pagina 8)
di Matilde Serao (estratti)
... La bimba, già a letto, guardava tutto questo con un par d'occhioni spaventati ... L'ufficiale svizzero era in uniforme, tutto gallonato, tutto scintillante di oro: ma teneva il capo abbassato sul petto ... La bambina aveva ascoltato tutto il discorso, guardando ora sua madre, ora il maggiore ... Egli se ne stava tutto umile, tutto contrito ... Ella raccolse tutto ...
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Fior di passione (pagina 9)
di Matilde Serao (estratti)
... Farà tutto quello che gli ho detto ... --Pensa che questo sia un sogno, Caterina: dimentica, dimentica tutto, piccolina mia ... Dio mio, non si penserebbe mai a tutto in questi corredi! Come si fa ora? Zia e nipote si guardavano, preoccupate, inquiete ... Ci amammo per quattro anni contro la volontà dei nostri parenti, tre volte progettammo di morire, e tutto era pronto per un rapimento, quando ...
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Fior di passione (pagina 10)
di Matilde Serao (estratti)
... saputosi tutto, finirono per dirci di sì ... Si sentiva impietosita e commossa per quella donnina che cantava così mestamente, pel suonatore dell'organetto, per sè stessa che si maritava, per la zia che era vedova e leggeva Diane de Lys, e forse più di tutto per quel ventaglio nero che si rimaneva tranquillo e silenzioso nel vano del balcone ... Tutto ciò durò poco ... In chiesa è una cosa seria; vi saranno fiori, incensi? E i belli chierichetti biondi e rossi come cherubini, con la cotta bianca a piegoline? Come sarà grazioso tutto questo! --E se vi fosse un amante disperato dietro una colonna, Cecilia? Se questo amante si avanzasse, ti maledicesse, si ficcasse un pugnale nel petto! --Questo qui si vede nel libretto della Lucia ... La cassa era piena, sgombra la tavola, sgombre le sedie, tutto a posto ... --Delfina, tu devi trovare tutto questo supremamente ridicolo--mormorò Cecilia ... Ma alla stanchezza dell'occhio bruno, alla piega ironica della bocca purissima, a tutta l'espressione di noia che deturpava quel viso giovanile, si vedeva che ella trovava tutto ciò supremamente ridicolo ...
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Fior di passione (pagina 13)
di Matilde Serao (estratti)
... Le nostre anime vibravano all'unisono nell'armonia potente dell'amore; si fondevano meravigliosamente nell'armonia dell'amore; era un affetto solo, completo, tutto divino e tutto umano ... Un pranzo tutto di uomini: sarà molto noioso ... Perchè non cambi? Perchè non fai venire tutto da Parigi? Io non me lo spiego ...
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Fior di passione (pagina 15)
di Matilde Serao (estratti)
... Non andate predicando da per tutto: Amore, amore, passione, passione? --Ma non artificiale come i vostri fiori, contessa, come il falso colore dei vostri nastri, come la falsa Turchia del vostro ventaglio, come voi stessa ... Tutto è inutile, tutto ... Nel meriggio di settembre tutto taceva ... Ed il vostro Sorrento come lo avete lasciato? --Bellissimo ed elegante; vi è tutto il vostro Circolo ... È la nuvola che passa, non è vero, l'ideale? È la musica che abbiamo nella mente? È il quadro dipinto nella fantasia? È un fantasma adorato? È tutto questo, non è vero? --Tutto questo ed altro ancora, signora ...
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Fior di passione (pagina 16)
di Matilde Serao (estratti)
... Tutto il volto era pallido, di un pallore opaco ma non malaticcio, leggermente rosso, un'ombra appena alle guancie ... Finite le nocciuole, faceva un grande atto di disprezzo e si richiudeva nell'apatia di una donna malcontenta di tutto ... Era un manicotto di volpe russa, foderato di raso nero, tutto profumato come un sacchettino di odori ... L'indirizzo: alla signora Giovanna Jannaccone, ferma in posta, Napoli, un nome volgarissimo, era scritto con un carattere calligrafico, rotondo, tutto a ghirigori ed a fioriture di penna: il carattere di uno scrivano, di un segretario, di un indifferente ... Tutto questo era coperto di una scrittura minuta, affrettata, maschile, ma variabilissima, ora tremante e tutta sprizzature di penna, ora ferma e netta--sempre rapida ...
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Fior di passione (pagina 19)
di Matilde Serao (estratti)
... Allora tutti i difetti di quell'uomo, del nostro marito, ci appaiono nudi, brutti, odiosi; tutto in lui ci respinge, tutto in noi lo respinge ... Così andò all'armadio di legno scolpito e ne cavò fuori un costume completo da Follia, metà di raso azzurro, metà di raso rosa, tutto a sonaglini di argento, col berrettone puntato, ornato di campanellini ... Tutto questo insieme di abbigliamento le fece vergogna ... Pareva che tutto le dicesse sommessamente: Rimani, rimani ...
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Fior di passione (pagina 21)
di Matilde Serao (estratti)
... Quella sera, con una intuizione rapidissima, egli indovinò tutto, egli seppe essere tutto, tutto quello che desiderava Adriana ... Trovò nel prezioso cassettino di ebano, tutto odoroso di profumi antichi, tutto pieno di morticini sotto la forma di un braccialetto, di un ditale, di un frammento di marmo, di un brandello di merletto, di una perla smarrita, queste tre lettere che formano un morto solo che furono un sol lutto ... Tutto era ...
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Fior di passione (pagina 23)
di Matilde Serao (estratti)
... Lui sapeva bene che non era vero: ma godeva a queste villanate in cui scoppiava tutto il suo istinto di staffiere finto duca ... Lui non parlava, non scriveva, non la seguiva, la schivava, era serio, contegnoso, di una freddezza assoluta: ma l'amava con tutte le forze di un animo giovanile e tutto l'impeto di una passione repressa ... Come l'edificio dell'orgoglio crollò, come tutto fu distrutto, abbruciato, purificato dall'amore, non so dirvi ... Lei vedeva tutto, comprendeva tutto, si abbandonava giorno per giorno, linea per linea, all'amore, conoscendo quello che faceva, comprendendo il precipizio, spalancando gli occhi per vederlo, innamorata del precipizio, folle della caduta ... Compresero che l'uno camminava verso l'altro, inesorabilmente, contro la volontà, contro la ragione contro tutto ... Oh la notte tempestosa dal sabato alla domenica, le preghiere alla Madonna, le disperazioni, i subitanei abbandoni, tutto il suo essere che chiamava Luciano e lo respingeva, che malediceva l'amore e adorava l'amore, che trasaliva, fremeva, si scuoteva, tremava nel delirio ...
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Fior di passione (pagina 25)
di Matilde Serao (estratti)
... Infine la bionda Lottchen si tacque, stringendosi nelle spalle, come se dicesse che tutto, tutto era inutile; ed i due fidanzati stettero per tanto tempo in quel silenzio penoso, pieno di pensieri dolorosi ... Da Nuremberg, la città gotica, dall'architettura fantastica e bizzarra, dalle torricelle merlate e dalle case di legno, dalla piccola Nuremberg partono i tesori che destano il riso sulle labbra infantili: le bambole dal roseo viso di cera, dagli occhi azzurri senza pensiero, dai capelli biondi come la stoppa; i fantoccetti vestiti da zuavo, da Arlecchino, da Rigoletto; le armi miracolose, le trombettine di stagno dal suono stridulo; le scatole donde vengono fuori le casettine microscopiche che puzzano di vernice fresca, gli alberetti fatti con un bastoncello ed un fiocchetto di trucioli tinti di verde, i piccoli appartamenti, le piccole cucine, i piccoli animali, i piccoli soldati ed infine tutto il mondo minuscolo, la vita microscopica che prepara il bimbo alla vita vera ... Tutto consisteva nel dare una parte d'anima ai giocattoli, nell'imprimer loro un soffio di vita: fu lui che inventò la bambola, la quale, coricata, chiude gli occhietti, quella che dice papà, mammà, quella che saluta col capo, quella che nuota come una ranocchia ... Il sorcio volante che si precipita per due trampoli di legno; il ginnasta che sale per una scaletta con l'agilità di uno scoiattolo e si slancia dall'altra parte, per ricominciare ogni momento il suo gioco; il coniglio accovacciato che suona il timpano, abbassa la testa e si frega il muso con le bacchette; il violinista vestito da marquis, in raso ed oro, che nel medesimo tempo suona il violino e balla un passo di gavotta; le oche, le anitre, le navicelle galleggianti attirate alla sponda da un pezzetto di calamita; i cavallini galoppanti, le carrozzette semoventi; tutto questo usciva dalle mani fatate di Ulrich ...
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Fior di passione (pagina 30)
di Matilde Serao (estratti)
... Spesso sembrava che ella si annoiasse profondamente di tutto ... Più indietro, più indietro ancora, le disse di quella stupenda natura, in cui tutto era divino, gli alberi, i fiori, i fiumi, in cui cinquemila Dei popolavano un Olimpo, in cui le nozze fra il cielo e la terra mettevano nell'aria l'immensità della passione, il mormorìo dei baci e l'olezzo dell'amore ... Tutto quanto era compresso nell'anima, scoppiava col fracasso di un torrente ... Nella notte rigida d'inverno lo scoglio altissimo si rizza, tutto nero ...
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Giambi ed Epodi (pagina 5)
di Giosuè Carducci (estratti)
... O madre de gli eroi, Di lui ti rinnovò tutto il martiro Di tutti i figli tuoi! Or su le tombe taciturne siedi, O donna de i dolori, E i dì estremi volar sopra ti vedi Come liberatori ... Da i vostri amori, o prode Gioventù di mia terra, A la forza e a la frode Esca perenne guerra, Esca a l'italo sole Una robusta prole; E il sano occhio nel giorno Del ver fisi giocondo, E tutto a lei d'intorno Rida libero il mondo ... E tutto ciò che facile allor prometton gli anni Io 'l diedi per un impeto lacrimoso d'affanni, Per un amplesso aereo in faccia a l'avvenir ...
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I nuovi tartufi
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... A un tratto parve talentarsi di libri, e ne acquistò dei rari; all'improvviso si rimase, per paura che questa passione lo vincesse, ripetendo il detto dell'Ecclesiaste: nella molta scienza è molta angustia, e tutto è vanità ed afflizione di spirito ... Nella notte che trapassò a sorti migliori (e fu di mezzo agosto), essendo io solo dei suoi amici rimasto in camera con lui, aiutato dai servi lo vestii nobilmente di pantaloni bianchi di rara tela russa, sottoveste di raso operato, abito di bel panno turchino con bottoni di oro, camicia e fascetta di battista, e tutto il corredo come se aspettasse in riposo l'ora di andarsene al ballo ... Paionmi cose degne di vedersi quei giovanetti in virtù della istruzione chiamati a nuova vita, e la esultanza dei parenti, e la carità pubblica…" "A egregie cose accendono le urne dei forti, o Pindemonte… Va tu se vuoi; per me non mi lascio prendere a queste lustre…" "Ma qui non vedo insidia; e tu, o Ascanio, diffidando sempre di tutto e di tutti, farai come colui che lasciava morirsi di fame per paura di veleno…" "Di' piuttosto che per avere bevuto troppo veleno ormai non temo più tossico ...
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Il benefattore (pagina 5)
di Luigi Capuana (estratti)
... —Lustre! Lustre! Intanto l'inglese è venuto a prendersi i nostri migliori terreni… Fa la concorrenza ai nostri vini, ai nostri olii, ai nostri agrumi… Si arricchisce alle nostre spalle! Ve lo dicevo cinque anni fa? Sono stato profeta? —Dicevate anzi il contrario! Le grillaie! Se le ha ridotte un paradiso, è tutto merito suo ... E non dico delle faccende di casa! Bada a tutto, alla cucina, al pollaio, ai fiori ... Trova tempo per tutto, per la carità soprattutto ... —Ma non vi è un ospedale qui? Quella poveretta è malata gravemente; a casa manca di tutto; non ha chi l'assista ...
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Il colore del tempo (pagina 12)
di Federico De Roberto (estratti)
... E così via: noi vediamo realmente un uomo che prende possesso di un gran palazzo; non già il saggio che ricerca ed ammette tutto ciò che esiste ... Accade, insomma, al Maeterlinck tutto il contrario di ciò che abbiamo visto accadere a Sully Prudhomme: in quest'ultimo il filosofo contraria l'artista; nel Maeterlinck l'artista attraversa il filosofo ... Sully Prudhomme ha prima negato che l'uomo abbia diritto di giudicare intorno alla natura e alla vita: cominciando col determinismo, cioè con l'ammettere che tutto è disposto nell'universo secondo una legge rigorosa, ha finito col fatalismo, cioè con l'adagiarsi in una rassegnazione passiva, in una rinunzia totale ... «Noi abbiamo un bel ragionare: tutta la nostra ragione non sarà altro che un debolissimo raggio della natura, un'infima parte del tutto che essa si arroga il diritto di giudicare; ed è possibile che un raggio, perchè faccia il suo dovere, pensi di modificare la lampada dalla quale emana?… È saggio pensare ed agire come se tutto ciò che accade al genere umano fosse indispensabile» ... Il dottor Pangloss diceva che tutto va per il meglio nel migliore dei mondi possibili; il Maeterlinck afferma che, in ogni caso, ciò che accade è la cosa migliore ...
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Il colore del tempo (pagina 15)
di Federico De Roberto (estratti)
... vita dei sentimenti; pertanto tutto ciò che è capace di diminuire l'ardore del pensiero, l'ardore dei sentimenti, è probabilmente immorale…» ... Allora il pensiero, la ragione, l'intelligenza varranno più che la bontà? Ma non aveva egli detto prima tutto il contrario?… «L'inutilità dell'amore insegna a volgere gli sguardi oltre l'amore» ... Poco dopo dice tutto il contrario, loda i saggi che non escono dalla vita, che restano nella realtà: «Non basta amar Dio e servirlo come meglio si può, perchè l'anima umana si affermi e si tranquilli ... Se l'errore fosse errore indubitabilmente, tutta la buona volontà, tutto lo zelo che vi si portasse non servirebbero ad altro che a renderlo più grave; ma forse la distinzione tra verità ed errore non è tanto sicura; e in questo senso il criterio delle intenzioni è da seguire ...
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Il colore del tempo (pagina 19)
di Federico De Roberto (estratti)
... Tutto il danno viene da lei ... Ma nè il senso e il sentimento vanno sempre d'accordo, nè vi è nel genere umano, come in tutto il mondo vivente, un assortimento così rigoroso delle creature, una tale convenienza fra gl'individui presi a due a due, che le coppie siano indissolubili ... I più nobili fautori dell'amore libero non intendono già che esso debba consistere nella possibilità di cambiare dall'oggi al domani di amante, nel rompere e riannodare le unioni continuamente, a capriccio: vogliono tutto il contrario ... Nel matrimonio attuale c'è un dovere materiale di restare accanto alla persona che abbiamo scelta; nell'amore libero ci sarà un dovere morale; ma, oltrechè il dovere morale dovrebbe essere più rigoroso del materiale, qualunque dovere, sia materiale o morale, sia scritto o pensato, non è tutto il contrario del piacere? «Non v'ha nulla che ci tenti come le cose proibite ... Certo, considerati all'origine, i due istinti si possono identificare: l'individuo si conserva per riprodursi, e si riproduce per conservarsi, per non perire del tutto, per durare in un altro individuo a lui simile e da lui generato ...
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Il conte di Carmagnola (pagina 3)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ascolta; il buon successo Potrà, spero, placar chi mi disama: Tutto in letizia finirà ... In ogni Fatto di guerra entra fortuna, e sempre Vuol la sua parte: chi nol sa? Ma quando Ne va il tutto, o Signore, allor non vuolsi Dargliene più che non chiede ... E questo Esercito con cui tutto possiamo Salvar, ma che perduto in una volta Mai più rifar non si potria, non dèssi Come un dado gittarlo ad occhi chiusi, Avventurarlo in un sì picciol campo, E in un campo mal noto, e quel ch'è peggio Noto al nemico ... Chi sappia dir quanto Di nunero e di cor scemato ei fia, Pria che si ponga altrove? Ora egli è quale Bramar lo puote un capitan; con esso Tutto lice tentar ... FORTEBRACCIO O Pergola, i soldati A cui capo son io, fur da quel Braccio Disciplinati, che per tutto ancora Con maraviglia e con terror si noma; E non son usi a sostener gli scherni Dell'inimico ...
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Il conte di Carmagnola (pagina 7)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... COMMISSARIO E s'egli Al suo Signore antico, al primo ond'ebbe Onor supremi, all'alta creatura Della sua spada, più terror che danno Volesse far? fargli pensar soltanto Quel ch'egli era per lui, quel che gli è contro? Tal nemico mostrarglisi, ch'ei brami D'averlo amico ancor? S'ei non potesse Tutto staccare il suo pensier da un trono Ch'egli alzò dalla polve; ov'ebbe il primo Grado dopo colui che v'è seduto? Se un duca ardente di conquiste, e inetto A sopportar d'una corazza in peso, Che d'una mano ha d'uopo e d'un consiglio — Che al condottier lo chiede, e gli comanda Ciò ch'ei medesmo gl'inspirò — più grato Signor, più dolce al condottier paresse, Che molti, e vigilanti, e più bramosi Di conservar che d'acquistar, cui preme Sovr'ogni cosa il comandar davvero? PRIMO COMMISSARIO Tutto io m'aspetto da costui ... No: da Filippo ei non è sciolto in tutto ... MARINO Tutto che puote Por la patria in periglio, essere inciampo All'alte mire sue, dargli sospetto, È in nostra man ... MARCO Di tutto Ragion darò ... MARCO Signor, tutto a voi lice ...
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Il conte di Carmagnola (pagina 9)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... — O Dio, che tutto scerni, Rivelami il mio cor; ch'io veda almeno In quale abisso son caduto, s'io Fui più stolto, o codardo, o sventurato ... Oh dubbio atroce! — Io li ringrazio; ei m'hanno Statuito un destino; ei m'hanno spinto Per una via — vi corro: — almen mi giova Ch'io non la scelsi — io nulla scelgo; e tutto Ch'io faccio è forza e volontà d'altrui ... — Epur del tutto Esser lieto non so — chi potria dirmi Se un sì bel campo io rivedrò più mai? FINE DELL'ATTO QUARTO ATTO V SCENA I Notte ... Scegliete un duce, e confidate in lui: Tutto ei possa tentar; nulla si tenti Senza di lui: largo poter gli date; Stretto conto ei ne renda ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 5)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... E una figura di donna sorse improvvisa alla riva, nera e lieve quale un'ombra; si colorì nella gonna, nel fazzoletto che le copriva quasi tutto il volto; e súbito disparve, per ricomparire e disparir poco dopo ... A torto? del tutto? No? Forse no ... Il sole risplendeva libero, ora, d'ogni velame; con raggi vibranti di vita inesausta rianimava tutte le cose intirizzite, assopite, stinte, spogliate, strinate dal freddo, e ai suoi raggi correva in tutto, sensibilmente, una aspettazione benefica: di fronde e foglie negli alberi, di acque chiare nel rio, di fiori tra l'erba, di spiche sulla costa, di grappoli nella vigna, di opere e di canti agli uomini ... Appena però Bisaccia, il commerciante, che mangiava in disparte, ebbe esclamato: — Gli ho pagato stamattina i quattrini dell'uva e del grano, ed era tutto svelto! —, l'Americano gettò le carte, si staccò dalla tavola, si raccomandò all'oste: — Un cavallo, un biroccino, subito! È morto mio fratello! Sì: suo fratello ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 8)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Poi: — E tu, Ida? Ebbene: questa domanda, questo distaccarsi dal pensiero orribile e passare a interrogar lei, quasi a provarla in una gara in cui prevedevano resterebbe inferiore, la disgustò del tutto ... — Tacque, ma dubitò subito che la risposta data per impazienza passasse di bocca in bocca in tutto il sobborgo come un'enormità fra vergognosa e ridicola; e quando fu in casa, il dubbio divenne timore, spavento ... Bisognava prevenire il colpo e confessar tutto a Giulio, subito; e lui giudicasse ... Infatti non si era montata la testa con un timore assurdo? E poi, se interveniva qualche cosa di nuovo, dimenticherebbero del tutto per sempre quel discorso ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 10)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Ripigliò lui: — Bruciar tutto ... Dopo, afferrò le lettere e la busta con la fotografia e la ciocca di capelli, e buttò tutto nel fuoco ... E margherite da per tutto ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 12)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Mentre si rivedeva andar fanciullo, nel luminoso silenzio, per il giardino e per i prati ch'erano tutto un fiore, e la madre l'accompagnava, ecco riapparirgli l'artigliere morente e riudirlo invocare: «Mamma mia!»; mentre riudiva con la disattenzione e nello stesso tempo con la vigile percezione di ragazzo i gorgheggi delle capinere e degli usignoli, ecco ripercuotersi al suo orecchio il rombo del cannone e rivedere, orrenda, la scena di sangue e di strazio ... Ma non insistette nella solita scherma delle ragazze campagnuole, che quasi un pudore istintivo e inconsapevole induce a negare di essere innamorate; e ripigliò: — Lei è peggio del Mago Sabino! Indovina tutto ... — No; non tutto ... Poi, non senza intenzione di pungerla, aggiunse che sopra tutto c'è, al mondo, un amore per cui i maggiori sacrifici sembrano sopportabili: l'amore che santificò il martirio di quanti preferirono la morte alla tirannia, all'insolenza straniera, alla barbarie prepotente, rivestita di civiltà ipocrita o ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 19)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... — Nessun male? Bisogno di scrivere a Demetrio? Perchè? No no! Quella lettera non era di Rina, ecco tutto! Pazzo! pazzo a lasciarsi allucinare da una somiglianza di scrittura ... — una forza meravigliosa! —, di là, nello studio, senza accorgersi dell'intimo schianto, della ferita ricevuta nel cuore a tradimento, senza piangere, senza gridare all'infamia, senza morire, Amaldi rilesse la lettera per confermarsi, di tutto, evidentemente ... Dunque: c'era più appiglio a dubitare che fosse di Rina? Tutto evidente! Che infamia! E come gli fosse strappata solo allora la benda dagli occhi, Corrado Amaldi vide sua moglie affranta e pallida all'annunzio della disgrazia; e solo allora sentì lo spasimo della ferita, l'atrocità del colpo, l'insopportabile tormento ... Oh sfogarsi! sfogare l'amarezza dell'onta patita e l'onta dell'ipocrisia a cui era stato trascinato come in un baratro; sfogare tutto l'odio che gli si era addensato in veleno nel cuore; esasperare con voluttà di martirio la ferita dilaniante; gettar la maschera, e accusare, e calpestare l'infame prostrata, nella confessione e nel rimorso, ai suoi piedi; o colpirla, ammazzarla se sorretta dalla passione e insolente! Che benefizio nell'anima e nel sangue, a immaginare il castigo tremendo, mortale! Ammazzarla! Ma era illusione fugace ...
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Il fiore
di Dante Alighieri (estratti)
... Ed i' risposi: «I' sì son tutto presto Di farvi pura e fina fedeltate, Più ch'assessino a·Veglio o a Dio il Presto» ... III
L'Amante e Amore Del mese di genaio, e non di maggio, Fu quand' i' presi Amor a signoria, E ch'i' mi misi al tutto in sua baglìa E saramento gli feci e omaggio; E per più sicurtà gli diedi in gaggio Il cor, ch'e' non avesse gelosia Ched' i' fedel e puro i' no·gli sia, E sempre lui tener a segnó·maggio ... E tutto ciò m'à fatto quello strano; Ma di lui mi richiamo a Pietanza, Che venga a·llui collo spunton i·mmano ... XI
L'Amante e Amico Ragion si parte, udendomi parlare, E me fu ricordato ch'i' avea Un grande amico, lo qual mi solea In ogne mio sconforto confortare; Sì ch'i' no'l misi guari a ritrovare, E dissigli com' e' si contenea Lo Schifo ver' di me, e ch'e' parea Ch'al tutto mi volesse guerreggiare ... XII
L'Amante Tutto pien d'umiltà verso 'l giardino Torna' mi, com' Amico avea parlato, Ed i' guardai, e sì ebbi avisato Lo Schifo, con un gran baston di pino, Ch'andava riturando ogne camino, Che dentro a forza non vi fosse 'ntrato; Sì ch'io mi trassi a lui, e salutato Umilemente l'ebbi a capo chino, E sì gli dissi: «Schifo, aggie merzede Di me, se 'nverso te feci alcun fallo, Chéd i' sì son venuto a pura fede A tua merzede, e presto d'amendarlo» ... Or avén detto tutto nostr' affare E la cagion per che no' siàn venute: Molt' è crudel chi per noi non vuol fare! Ancor ti manda molte di salute Il lasso cu' ti piacque abandonare: Fa che nostre preghiere i sian valute!» ...
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Il fiore (pagina 3)
di Dante Alighieri (estratti)
... Que' non finava né notte né giorno A suon di corno gridar: «Guarda, guarda!»; E giva per le mura tutto 'ntorno Dicendo: «Tal è putta e tal si farda, E la cotal à troppo caldo il forno, E l'altra follemente altrù' riguarda» ... XXXIX
Ragione «Di trareti d'amar nonn–è mia 'ntenza», Disse Ragion, «né da ciò non ti butto, Ch'i' vo' ben che·ttu ami il mondo tutto, Fermando in Gesocristo tu' credenza ... XLII
L'Amante «Ragion, tu sì mi fai larga proferta Del tu' amor e di te, ma i' son dato Del tutto al fior, il qual non fia cambiato Per me ad altr' amor: di ciò sie certa ... Né non ti vo' parlar sotto coverta: Che s'i' mi fosse al tutto a·tte gradato, Certana sie ch'i' ti verrè' fallato, Che ch'i' dovesse aver, o prode o perta ...
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Il fiore (pagina 4)
di Dante Alighieri (estratti)
... XLIV
Ragione «Quel Socrato dond' i' ti vo parlando, Sì fu fontana piena di salute, Della qual derivò ogne salute, Po' ched e' fu del tutto al me' comando ... E bene e mal mettea in una bilanza E tutto la facea igual pesare, Sanza prenderne gioia né pesanza ... Ma ferma in ben amar tutta tua 'ntenza, E guarda al Die d'Amor su' omanaggio, Ché tutto vince lungia soferenza ... LII
Amico «La Vecchia che Bellacoglienz' à 'n guarda, Servi ed onora a tutto tu' podere: Che s'ella vuol, troppo ti può valere, Chéd ella nonn–è folle né musarda ... E s'ella a prender non è conoscente, Anzi t'avrà del tutto rifusato, Sembianti fa che sie forte crucciato, E pàrtiti da·llei san' dir nïente ... LVI
Amico «Il marinaio che tuttor navicando Va per lo mar, cercando terra istrana, Con tutto si guid' e' per tramontana, Sì va e' ben le sue vele cambiando E per fuggire da terra e apressando, In quella guisa ch'allor gli è più sana: Così governa mese e settimana Insin che 'l mar si va rabonacciando ... Così le' déi del tutto andar lodando, Chéd e' nonn–è nessuna sì atempata Ch'ella non si diletti in ascoltando, E ...
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Il fiore (pagina 6)
di Dante Alighieri (estratti)
... Allor guardai, e sì vidi ombreando Di sotto un pin una donna pregiata, Sì nobilmente vestita e parata Che tutto 'l mondo gia di lei parlando ... E sì avea in sé tanta bellezza Che tutto intorno lei aluminava Col su' visaggio, tanto avea chiarezza; Ed un suo amico co·llei si posava ... LXXVIII
L'Amante Lo Dio d'Amor per tutto 'l regno manda Messaggi e lettere a la baronia: Che davanti da lui ciaschedun sia, Ad alcun priega e ad alcun comanda; E ch'e' vorrà far lor una domanda La qual fornita converrà che·ssia: D'abatter il castel di Gelosia, Sì ch'e' non vi dimori inn–uscio banda ...
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Il fiore (pagina 7)
di Dante Alighieri (estratti)
... XC
Falsembiante «E' sì vanno lodando la poverta, E le ricchezze pescan co' tramagli, Ed ivi mettor tutti lor travagli, Tutto si cuoprar e' d'altra coverta ... Così vo io mi' abito divisando Ched i' per lupo non sia conosciuto, Tutto vad' io le genti divorando; E, Dio merzé, i' son sì proveduto Ched i' vo tutto 'l mondo oggi truffando, E sì son santo e produomo tenuto ... C
Falsembiante «I' fo sì fintamente ogne mio fatto Che Protëusso, che già si solea Mutare in tutto ciò ched e' volea, Non seppe unquanche il quarto di baratto Come fo io, che non tenni ancor patto, E nonn–è ancor nessun che se n'adea, ...
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Il fiore (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)
... CXV
Dio d'Amore e Falsembiante «Dì, Falsembiante: in che maniera puote Seguire Idio chi à tutto venduto, Ed àllo tutto a' pover' dispenduto, E le sue borse son rimase vote, Ed è forte e possente e à grosse gote? Gli sarebbe per dritto conceduto Ch'a trar sua vita domandasse aiuto, Come quest'altri che·ttu or mi note?» ... «Dico di no: che se Dio fe' comando Ch'on desse tutto a' poveri, e po' 'L sieva, La Sua 'ntenzion non fu in truandando, E questo intendimento ti ne lieva, Ma con buon' opre tuttor lavorando, Ch'uon forte in truandar l'anima grieva ... Così abbiamo impreso mare e terra, E sì facciàn per tutto ordinamento: Chi no·l'oserva, diciàn ch'a fede erra ... Tanto facciàn co·nostro tradimento Che tutto 'l mondo à preso co·noi guerra; Ma tutti gli mettiamo a perdimento ...
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Il fiore (pagina 11)
di Dante Alighieri (estratti)
... del tutto lo sfidassi; Ché, quanto ch'e' potesse, e' sì farebbe Per te, e sofferria che·llo 'ngaggiassi, E, se 'l vendessi, sì gli piacerebbe» ... CXLVI
La Vecchia «Se del giuoco d'amor i' fosse essuta Ben saggia quand' i' era giovanella, I' sare' ricca più che damigella O donna che·ttu aggie oggi veduta: Ch'i' fu' sì trapiacente in mia venuta Che per tutto corrëa la novella Com'i' era cortese e gente e bella; Ma·cciò mi pesa, ch'i' non fu' saputa ... CXLVII
La Vecchia «Per tutto 'l mondo i' era ricordata, Com' io t'ò detto, de la mia bieltate, E molte zuffe ne fur cominciate, E molta gente alcun' ora piagata; Ché que' che mi crede' aver più legata, Assà' mostrav' i' più di duritate: Le mie promesse gli venian fallate, Ch'altre persone m'avieno inarrata ... Ma, quanto a me, e' no·me ne calea, Ché troppo più piacea loro quel torno, Ch'i' era allora di sì grande attorno Che tutto quanto il mondo mi' parea ... Ben disse ver, quel conto ò i' ben saldo; Ma, per l'agio ch'i' ebbi, tanto e tale Che tutto quanto il cuor mi ne trasale, Quand' i' rimembro, sì ritorna baldo ...
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Il fiore (pagina 13)
di Dante Alighieri (estratti)
... Cortesemente da·tte sì 'l ne manda, E stea il su' fatto tuttora in bilanza, Sì ch'egli abbia paura ed isperanza Insin ch'e' sia del tutto a tua comanda ... Ché·ttu non pregi nulla cosa mai Se nonn–è quel che·ttu n'avrà' pagato: Se poco costa, poco il pregerai; E quel che·tti sarà assai costato, A l'avenante caro il ti terrai, Con tutto n'aggie tu ben mal mercato ... CLXXV
La Vecchia «E al pelar convien aver maniera, Sì che l'uomo a veder non si ne desse, Che tutto in pruova l'uon glile facesse: Forse ch'e' volgeria la sua bandiera ... Con tutto ciò se ne mostri dogliosa Di fuor, ma dentr' al cuor ne sia gioiosa: Ancora più s'egli s'arenegasse; E dicagli che già quella vendetta Non sarà fatta se non sol per lei, Sì ch'ella il pagherà di quella detta ...
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Il fiore (pagina 14)
di Dante Alighieri (estratti)
... Perciò ciascuna pensi, quando dona, Che doni nella guisa ch'ò parlato: Sì che, quand' ella avrà passata nona, Il guardacuor suo sïa sì fodrato Ch'ella non caggia a merzé di persona; E ciò tien tutto al ben aver guardato ... I' era di ciascun molto prendente, E tutto quanto a un ribaldo il dava, Che puttana comune mi chiamava E mi battea la schiena ben sovente ... CXCIII
La Vecchia «S'i' fosse stata, per l'anima mia, Ben savia in giovanezza e conoscente, Ch'i' era allor sì bella e sì piacente Che 'n ogne parte novelle ne gia, I' sarè' troppo ricca, in fede mia; Ma i' sì 'l dava tutto a quel dolente, Ch'a ben far non fu anche intendente, Ma tutto dispendea in ribalderia ... Né no·gli piacque nulla risparmiare, Ch'e' tutto no'l bevesse e no'l giucasse, Tant' era temperato a pur mal fare: Sì ch'a la fin convenne ch'i'·lasciasse, Quand' i' non ebbi più che gli donare; E me e sé di gran ricchezza trasse» ...
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Il fiore (pagina 15)
di Dante Alighieri (estratti)
... Aperto l'uscio sì ebbi trovato; Ver è ch'era socchiuso tutto ad arte ... CCI
L'Amante e Bellacoglienza Com' i' v'ò detto, a tutto lor podere Lo Dio d'Amor e la sua baronia Presti eran tutti a far senn' e follia Per acompiérmi tutto 'l mio volere ... CCVIII
Lo Schifoà La lancia a pezzi a pezzi à dispezzata, E po' avisa un colpo ismisurato, Sì che tutto lo scudo à squartellato: Franchezza sì è in terra rovesciata ... Allor lo fie' co·molto gran dispetto, Come colei ch'a ucciderlo bada; Sì che lo mise giù tutto stenduto, E sì l'avrebbe fesso insino a' denti; Ma, quando Ben–Celar l'ebbe veduto, Perciò ch'egli eran distretti parenti, Inmantenente sì gli fece aiuto ... Paura la sgridò: «Cugina, come? À' tu perduto tutto tuo ardire? Or veggh' i' ben che vita troppo +dura+, Quando tu ài paura di morire» ... ] Quando Sicurtà vide ch'Ardimento Contra Paura avea tutto perduto, Sì corse là per dargli il su' aiuto E cominciò il su' tornïamento ...
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Il fiore (pagina 16)
di Dante Alighieri (estratti)
... Imantenente fu messo i·limone E presto tutto, sì ben per ragione Che, quando vuol, puote entrar in camino ... Bellacoglienza disse: «I' gli abandono E me e 'l fiore e ciò ch'i' ò 'n podere, E ched e' prenda tutto quanto in dono ... Per altre volte avea alcun volere, Ma nonn–era sì agiata com' or sono: Or ne può fare tutto 'l su' piacere» ... Tutto mi' arnese, tal chent' i' portava, Se di condurl' al port' ò in ...
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Il fiore (pagina 17)
di Dante Alighieri (estratti)
... E poi provai sed i' potea il bordone, In quella balestriera ch'i' v'ò detto, Metterlo dentro tutto di randone; Ma i' non potti, ch'ell' era sì stretto L'entrata, che 'l fatto andò in falligione ... Ma a la fine i' pur tanto scotea Ched i' pur lo facea oltre passare: Sì ch'io allora il fior tutto sfogliai, E la semenza ch'i' avea portata, Quand' ebbi arato, sì·lla seminai ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 5)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Si traversò un secondo salotto che già conosciamo, e si mosse di là verso la sala da pranzo, il cui uscio spalancato lasciava vedere tutto uno sfolgorìo di lampade di bronzo dorato e di candelabri antichi, tra i cui viticci venivano ad innestarsi, come frutti luminosi, le pere cristalline della luce elettrica ... E si capì allora perchè il Gregoretti, quel grazioso mattacchione, non avesse dato alla conversazione tutto ciò che avrebbe potuto e dovuto ... A suo giudizio, l'anno andato meritava ogni lode, non avendo recato nessun dispiacere a lui, nè agli amici suoi; e questo era molto, anzi poco mancava che non fosse tutto ... Raimondo era in estasi: vedeva tutto vermiglio, come il volto della sua Livia ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 7)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Viaggio e fermata lunga, tutto era stato per Federigo, che non poteva sperare una licenza per quella fin d'anno, dopo averne già ottenuto parecchie a brevi intervalli ... Si sa, quando per una ragione o per l'altra si capita in una città ragguardevole, in una città storica, ricca di memorie, di capolavori, di meraviglie d'ogni genere, è obbligo di veder tutto, per mostrar poi alla gente di non aver viaggiato come bauli ... Per questo ufficio il signor Brizzi, messo anche lui a disposizione delle signore, non parve a breve andare l'uomo più adatto; molto amabile, sicuramente, quantunque a modo suo, ma niente cicerone; ed egli, dopo tutto, era più utile al banco ... O allora? Allora, quale occasione più favorevole dell'amico Aldini? Quello era proprio l'uomo, amabile che nulla più, cicerone perfetto, e padrone di tutto il suo tempo, non avendo niente da fare; condizione invidiabile, checchè si voglia argomentare in contrario ... E qui diciamo di lui tutto quello che occorre, per non averci a ritornare con cenni e notizie a spizzico, che paian venire di contrattempo, e intralcino ad ogni modo il racconto ... Leggeva, più spesso, leggeva anzi ogni giorno, riviste, trattati scientifici, romanzi e viaggi; ma a che gli serviva tutto ciò? Leggere le pubblicazioni più recenti, tenersi al fatto delle novità intellettuali, è una bellissima cosa, ma non può dirsi un lavoro; ci si nutre lo spirito, non ci si guadagna un soldo, e troppi se ne buttano via dal libraio ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 14)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Filippo era solo, tutto solo, in una barca senza vela e senza remo; e andava tuttavia, scivolava sull'onde verso il mare alto, a lume di sole mattutino, entro una massa leggera, trasparente, formata di rosei vapori, lasciandosi indietro un fitto velo di tenebre ... Laggiù, sulla sua destra, quel monte solitario, sparso di casolari a mezza costa, non era lo Sporno? Più in là, sulla sinistra, quell'altro monte, erto e lungo, non era il Caio, giustamente superbo del suo nome romano, vestito i fianchi di pini e di cerri, il dorso di faggi, o le alte insenature di corbezzoli e di peri selvatici? Più oltre ancora e più su, non erano quelle le creste dell'Appennino, dalla rupe dell'Orsaro all'alpe di Succiso? E lì, poco lontano da lui, quelle folte siepi di biancospino, ben ragguagliate dal falcetto, correnti in lunghe file accanto alla strada, non segnavano forse i confini del suo lembo di terra? E le indicava, tutto felice, alla sua dolce compagna ... Bel sogno! bel sogno! Quanto era durato? Certo, a contenere le molte cose vedute, tutto il tempo ch'egli aveva passato dormendo ... — Sento un po' meno il bisogno della pelliccia, ecco tutto ... C'era un po' di tutto, là dentro: tele, marmi, bronzi, maioliche e porcellane, vetri di Murano anteriori al Mille, musaici, smalti, nielli, gemme incise ed avorii intagliati, monili d'oro e d'argento; a farla breve, tanto da tesserci per via d'esempi la storia di tutte le arti e di tutte le industrie veneziane ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 18)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Egli, poi, così nobile di sentire com'era di nascita, cortese negli atti, inappuntabile nei modi, affabile con tutti, riguardoso colle signore fino allo scrupolo, garbato ed attento colle attempate come colle giovani; e ciò senza contare tutto il bene che alla signora Eleonora ne aveva detto Raimondo Zuliani, un galantuomo di ventiquattro carati, alla cui parola si poteva fidare ogni altro galantuomo suo pari, e prima e più di tutti il signor Anselmo Cantelli ... Così ella era messa a parte di tutto, e sorrideva ad ogni nuova richiesta ... Era stata in giro per quasi tutta l'Italia; aveva anche veduto Parigi e Londra, osservando dappertutto e studiando a suo modo, con quel babbo compiacente, che prendeva gusto a tutto quanto occupasse la mente o attirasse la curiosità di sua figlia ... Comunque fosse, appariva egualmente bella, forse più bella dell'usato, venendo via con quell'aria composta e tranquilla, accanto alla mamma ed al conte Aldini; il quale era tutto attenzioni e riguardi per la signora Eleonora, e poc'anzi le aveva premurosamente aggiustata la pelliccia sulle spalle ... — Senta — diss'ella tutto ad un tratto, — dovrebbe quest'oggi venire a far penitenza con noi ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 23)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Perchè, dopo tutto, siamo giusti, anche quell'altra avrà ragione a dolersi, non lo crede? e meriterà un pochino di compassione ... Mi ero alzata dalla sedia, e tutto ad un tratto non ho potuto più reggermi ... Tutto ciò che riguarda la salute va fatto; tutto ciò che riguarda la bellezza non va trascurato ... — Fenomeni isterici, mio caro; e qui prima di tutto, vogliono esser rimedii calmanti ... — Perchè? Leggeri, anzi tutto ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 28)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — E le dugentomila che soverchiassero il patrimonio di Filippo, s'investirebbero con tutto il resto della dote in altrettanta terra, magari accanto a quella che già possiede Filippo, arrotondando così la tenuta, e facendone un vero latifondo ... Metti pure che la signora Eleonora mi abbia tutto confessato ... Che importa a me di tutto ciò? Ognuno si contenti a suo modo ... — Che sarà stato informato di tutto, m'immagino ... — È tutto qui? — riprese egli, riavendosi un poco ... — Tutto qui ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 29)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Così ha ragione il proverbio, che tutto il male non vien per nuocere ... L'oca mi dà un po' di noia, ecco tutto ... Ed egli poteva consolarsi pensando al titolo di una commedia dello Shakespeare: All's well that ends well; è tutto ben quel che finisce bene ... Lo ricevette la signora Eleonora, che era sola nel salotto; nè per tutto il tempo delle solite ciarle preliminari d'ogni visita di cerimonia Filippo Aldini vide comparir Margherita: l'uscio della camera attigua, donde soleva presentarsi la luminosa figura, rimaneva inesorabilmente chiuso, “d'ogni lume muto„ ... E intanto, con tutto quello che penso, dovrò, per far piacere a te, parlargli della felicità che lo aspetta, e rallegrarmi con lui della gloria di quei due milioni, o giù di lì, che la fortuna gli porta ... — È tutto qui? — disse Raimondo ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 30)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — È tutt'uno; e verrà egli in possesso di tutto ... — Un giudizio interiore sugli atti del prossimo nostro non si può soffocare, ecco tutto ... — Ma che paragoni vuoi fare? Sono essi possibili? Riconosco tutto quello che va riconosciuto; ma sopra Livia, o alla pari con Livia, niente, niente; hai capito? vuoi che vada a gridarlo sul campanile di San Marco? — Livia era in quel momento un po' avanti a lui ... L'idea, forse, non era nuova; ma la facevano parer tale, se mai, le grazie di un'arte squisita, e più di tutto una leggerezza di esecuzione che contrastava mirabilmente colla varietà della materia posta in opera, e tutta distribuita in piena evidenza ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 33)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — Impossibile! Ora? Ma se egli ha tutto ideato, tutto predisposto e concertato a suo modo! Chi mi ha presentato, senza chiedermi se la cosa mi fosse gradita? Chi mi ha cacciato avanti, accompagnatore in servizio, come un altro signor Brizzi, a disposizione delle dame? E potevo io credere, rassegnandomi all'ufficio, che ciò mi dovesse condurre a questo punto? C'è stato, vedete, c'è stato un momento che io ho avuto un sospetto; il sospetto che egli dubitasse di me, e mi volesse imporre un vincolo, per la sua quiete ... — Tutto è possibile! — diss'egli, pacato; — ed io, uomo mediocre, non meriterò altro, davvero ... Ma te lo confesserò io, bel conte delle vittorie, io che avrò tutto il coraggio che ti manca ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 35)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Uscita per qualche piccola compera, ho perduto un po' di tempo; ecco tutto ... — Tutto quello che un gentiluomo può giurare, al punto in cui sono le cose; — diss'egli, facendo un gesto disperato ... E quel don Giovanni, inconsapevole della sua forza, si era dimostrato così discreto con lei, timido come un ragazzo, tutto scrupoli, tutto riguardi, volenteroso dispensatore di quei savi e prudenti consigli, che non sogliono essere il fatto degli uomini, specie dei fortunati in amore ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 38)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Tutto ciò farebbe scandalo tanto più grave, in quanto che, non essendo conosciute le cagioni della rottura, il mondo ne imaginerebbe a sua posta ... Ma io prego ancora? — gridò Raimondo, inalberandosi tutto ad un tratto ... Forte di quella bugia, era rimasto aggrondato, per tutto il tempo del pranzo, ed anche più tardi in salotto, mentre la signora fingeva d'esser tutta intenta nel suo ricamo turco (un ricamo che voleva durare quanto la tela di Penelope), ed egli di essere sprofondato nella lettura dei suoi giornali ... Tutto ciò non era sfuggito allo sguardo di Livia ... Che proprio tutto quel buon umore venisse da una lettera d'affari? e niente, il cattivo delle ore innanzi, da un discorso che aveva dovuto fargli Filippo Aldini, quel medesimo giorno? XIII ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 42)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Dio, che cosa aveva ella mai fatto! Cessate il parossismo della febbre, sentiva allora, riconosceva finalmente tutto l'orrore dell'atto dissennato, commesso in una crisi nervosa ... Orribile idea! E quell'altro? Ah, solo pensando a quell'altro, ella s'irrigidiva nel suo amor proprio offeso, nel suo orgoglio ferito, e poteva sentirsi non del tutto pentita ... Il pover uomo era tutto sconvolto, contraffatto nel viso, tanto ch'ella, al vederlo in quello stato, tremò di qualche nuova disgrazia ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 43)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... L'alterco gravissimo colla moglie, onde il suo povero principale era uscito così stravolto dall'ira; la lettera al “signor conte„ ch'egli non poteva tirare innanzi, tanto era agitato; erano quelli i due capi di una catena, che raccostati offrivano la chiave di tutto l'occorso, specie a chi già conoscesse un certo segreto di casa Zuliani ... E a me deve importare moltissimo che si confidi con Lei, anzichè con altri, che sia meno amico di ambedue; non le pare? — Il signor Brizzi, che era tutto cuore, promise assai volentieri ... Gran cose, la prudenza e la calma; quanti malanni non hanno esse evitati! E ciò senza contare che le famiglie non debbono mettere i loro dissapori in piazza; perchè la gente ne ride, e tra le risate della gente se ne va il loro buon nome, il credito, il rispetto, l'onore, tutto ciò che è più geloso, e dovrebb'esser più sacro per noi ... — Sarà tutto tempo guadagnato ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 46)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Filippo Aldini si rizzò tosto sulla persona, con tutto l'orgoglio del sangue antico, con tutto l'ardore della sua gioventù, con tutta la fierezza dei freschi ricordi d'una vita onorata ... a tutto l'altro che sai ... — Ma non l'hai capito ancora, che questo è impossibile, assolutamente impossibile? Io, prima di tutto, non sono un eroe ... Tu, certamente, sei stato la cagione di tutto, cagione immediata, per altro, e vicina; prima e lontana cagione furono le mie sciocche illusioni ... Dopo tutto, ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 49)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Cozzava troppo con tutto quello che egli sapeva delle condizioni, del modo di vivere, della serietà e della estrema delicatezza del giovine gentiluomo ... Quanto all'Aldini, poichè aveva fatto il suo preambolo oscuro, ma promettente, non si sentiva più di simulare una calma che non aveva nello spirito, e camminava in silenzio, tutto chiuso ne' suoi pensieri, rannuvolato come il cielo di Venezia in quell'ora ... Per tutto ciò che risguarda la mia vita di cittadino e di soldato, di onest'uomo e di gentiluomo, credo di esserne degno ... Filippo Aldini, sempre incurvato sul braccio e mezzo inginocchiato com'era, incominciò toccando brevemente del servizio militare abbandonato, del suo stabilirsi a Venezia, del suo vivere elegante, ma non al tutto dissipato, del suo spendere misurato, dello aver conosciuto il banchiere Zuliani, incaricato di rimettergli le sue modeste rendite, e infine dell'essere entrato, senza secondi fini, naturalmente, per semplice bontà di Raimondo Zuliani, in grande dimestichezza con lui ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 50)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — Sì, tutto questo era buono e bello, ma non attenuava punto la triste condizione di Filippo Aldini ... Quella donna, se non al tutto persuasa; gli pareva convinta, rassegnata, tranquilla ... Del resto, se era Raimondo quegli che aveva tutto ideato e tutto imbastito, se egli ne aveva parlato e molto probabilmente seguitava a parlarne con sua moglie, se ella appunto in quei giorni era tutta tenerezza col marito, poteva egli prevedere quella repentina tempesta di collere, incominciata con un velenoso discorso alle signore Cantelli; continuata con un assalto diritto a lui, chiamato cacciatore di doti, e costretto a mendicar pretesti per rinunciare alla propria felicità; giunta finalmente al suo colmo spaventoso, quella stessa mattina, colla consegna di un antico carteggio al marito? — Grave! grave! — borbottava il signor Anselmo, che oramai vedeva sopraggiungere il dramma ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 52)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Come se la sarebbe cavata, da questo passo, la signora Eleonora? E non sarebbe poi stato il caso di ricorrere a lui, per aggiunte e commenti? Tutto ciò si evitava, parlando egli diritto diritto a sua figlia ... Appena una visita, in tutto il dicembre passato, e ci ha lasciate sole a far la nostra vita di forestiere ... E là, a quella cena, mio caro, ho inteso tutto, ho tutto indovinato ... Dunque, sentiamo tutto ... — Tutto! Faceva presto a dirlo, quella cara figliuola ... Nondimeno, ce ne fu d'avanzo per lei, quando ebbe sentito brevemente del vecchio errore, dei pronti rimorsi, delle oneste esortazioni, che erano sembrate efficaci per rimetter quell'anima in pace, ma che tutto ad un tratto, in quei giorni, avevano perduto ogni forza ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 56)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Il signor Brizzi, nondimeno, avrebbe amato vederlo inquieto, agitarsi, dare nei lumi, anzi che tranquillo, quasi sereno, esporre a lui un pazzo disegno, di cui pareva tutto invasato; ritirarsi dagli affari, cedere il banco, o chiuderlo a dirittura; e ciò nel termine più breve, per levarsi ogni noia ... Al pian nobile non dorme altri che il Giovanni, quel servitore che ricorderai d'aver visto, alto, grosso e nerboruto, specie di maestro di casa, tutto devoto al padrone, presso il quale è impiegato da trent'anni e più ... “Paron Nane„, come lo chiama il signor Zuliani quando è di buon umore, non apre bocca se non per comando o per utilità del padrone; per tutto l'altro è muto come un pesce ... — babbo, non andare in collera; saprai tutto più tardi ... — Conte, so tutto, per bontà di mio padre; perdono tutto, per bontà mia ... Mi disegni a semplici tratti, ma precisi, tutto il suo quartierino, che lo conosca nella disposizione delle sue parti ancor io ... Così, gentilissimo sempre! Ma badi, ci vorrei tutto; la linea della strada, il punto dell'ingresso padronale, l'uscio segreto, coll'andito che lo precede, come è lungo e largo, la scaletta di servizio, finalmente, e il cortile dove questa riesce ... Non si turbi, la prego; ho tutto perdonato, le dissi, e presto avrò tutto dimenticato ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 62)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Non meno di lui n'era seccata la signora; ma forse, per quelle medesime ragioni di prudenza che avevano mosso Raimondo in tutto il corso di quel dramma domestico, non poteva dispiacerle troppo di farsi vedere alla gente, rifiorita di salute e di bellezza, lieta e sorridente, tra un marito sempre devoto ed una suocera apertamente amorevole ... Per quelle stesse ragioni fece buon viso alla contessa Galier, troppo tenera amica, che omai vedeva volentieri come il fumo negli occhi; e senza uno sforzo così grande che per verità non era il caso, trattandosi di gentili cavalieri, accolse per due o tre mercoledì alla fila i Lunardi, i Gregoretti, i Ruggeri, i Telemachi, i maestri di musica, tutta la sua piccola corte, a cui fece perfino la grazia di mostrarsi una sera a teatro tutta sfavillante di gioia e di gioie, con quel suo diadema della farfalla adamantina che sfuggiva alle fauci del serpe insidioso, tutto smeraldi, crisòliti e rubini ... Era rimasto alle mani dell'ottimo signor Brizzi; finalmente prese nome da lui, e vive ancora di vita modesta ma sicura, se non gloriosa, non abbandonato del tutto dai capitali del signor Raimondo Zuliani, nè dalla benevolenza del banco Cantelli ... Anche la signorina Margherita aveva lasciato presto Venezia, poichè il governo, predestinato a non indovinarne mai una, non aveva esauditi i fervidissimi voti della signora Eleonora, e la corvetta, armata di tutto punto, era partita proprio sul finir di gennaio, portandosi via lo sposo Federigo e il suo vistoso corredo per ogni clima e per ogni temperatura del globo ... Ed anche più volte, risalendo il corso della Parma, la cara donna ha visitato il bosco di Corniglio, tutto castagni secolari, che con le lunghe braccia distese danno benedizione di ombra e di pace ad una tacita casa d'antichi; poi quella conca di smeraldo che è la fresca valletta dei Lagadelli, degno soggiorno a poeti, forse più degno a filosofi; donde, per un sentiero sassoso tra i faggi lucenti, s'è inerpicata alla dolce solitudine del Lago Santo, custodita da vigili scolte di abeti; e più su, con breve e facile ascesa tra cespi di baccole, fino alla vetta prominente dell'Orsaro ...
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Il servitore di due padroni
di Carlo Goldoni (estratti)
... Non ho veduto chi meglio di Voi sappia dividete il tempo, e così ben lo misuri, per darne giusta porzione a tutto, senza eccedere, e senza mancare Voi attentissimo alla vostra cospicua Cancelleria del Consiglio de' XII Cavalieri di Santo Stefano; Voi indefesso nel vostro studio, accuratissimo nel dilettevole esercizio delle adunanze d'Arcadia; pronto ad ogni richiesta di Poetiche Composizioni, piissimo frequentatore delle sagre Funzioni, delle società Cristiane, amante dell'onesta conversazione, vivace, lepido, e nella età vostra invidiabile alla gioventù, sapete unir cosi bene la religione, e l' Uomo, che nulla vi manca per essere un modello di perfezione ... Leggete, Signor mio umanissimo, i miei Manifesti, le mie Lettere, le mie Prefazioni, e raccoglierete da tutto ciò una piccola parte de' miei travagli ... Che peggio poteva io aspettarmi, se in luogo di procurar la riforma dei Teatri, avessi la corruzione loro prodotta? Ma peggio di tutto quel, che apparisce, peggio assai si minaccia ad un Uomo innamorato della propria Nazione, che si è creduto in debito di sagrificarsi per l'onor suo ...
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Il servitore di due padroni (pagina 8)
di Carlo Goldoni (estratti)
... Doman se farà tutto ... PANTALONE Faremo tutto ... Tutto può succedere, fuor ch'io vi sposi ... Tutto vi si passa in grazia della buona amicizia ... DOTTORE Come! È fatto ogni cosa? PANTALONE Tutto ... Se non eravate sicuro della morte del signor Federigo, non avevate a impegnarvi col mio figliuolo; e se con lui vi siete impegnato, avete a mantenerla parola a costo di tutto ...
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Intrichi d'amore (pagina 6)
di Torquato Tasso (estratti)
... Io voglio pur seguirlo, acciò non si disperi in tutto; che veramente il cuore addolorato più si consola con le parole d'un amico, che con tutti gli altri rimedii del mondo ... Dall'altro canto, mentre vi miro mi provocate al riso, così rassomigliate in tutto e per tutto al Capitan Lopes; tanto più che con quella barba posticcia rassomigliate egli stesso ... FLAMINIO Ecco pur quel splendore che alluma le tenebre, rischiara gli abissi e abbella il tutto ...
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Intrichi d'amore (pagina 24)
di Torquato Tasso (estratti)
... Dimmi, di grazia, tutto il successo per minuto ... Orsù, conoscendo che farai subito l'effetto contra quei forfanti, mi risolvo andar in casa, e communicando il tutto con la Signora, son certo che li piacerà la determinazione di Vostra Signoria ... CAMILLO E di chi? ERSILIA D'un Cavalier come voi, a chi ho servito e servo con tutto il cuore; e l'ingrato mi nega la mercede del servito ... CAMILLO L'amorevolezza di costui mi sforza ad ascoltarlo, con tutto che mi trovo travagliato di mente ...
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Intrichi d'amore (pagina 28)
di Torquato Tasso (estratti)
... Or ecco come i giudizii umani sono al spesso fallaci! Alessandro giudicava la moglie disonesta, e la sua imaginativa aveva talmente chiuso il fatto, che ancor io stavo nel medemo fallo; e ora si trova tutto il contrario ... GIALAISE Tu ne menti pe cierto, con tutto che la mentita è secreta, poi che per la soverchiaria no' lo pozzo dicere in publico ... Però dìgame, Vuestra Merced, quièn es este ladrón? ALBERTO Un certo Napolitano, ed è l'istesso che dissimulava il Cavalier, vestito tutto di seta e d'oro, che poi travestito da molinaro è intrato in casa a farmi questo tradimento ...
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Intrichi d'amore (pagina 31)
di Torquato Tasso (estratti)
... CORNELIA Ahimè! Che sento? CAMILLO Ahimè! Che dice? MAGAGNA Ahimè! Che parla? LEANDRO Che intrico è questo? Districatelo ad un tratto, ditemi il tutto ... MAGAGNA Essa, la cornutella, era dedicata in tutto e per tutto a Camillo ... Raccontami il tutto, e allegrami doppiamente ... ALESSANDRO Dirò la somma qui fuora, che dentro poi diremo diffusamente il tutto ... Ecco: Camillo, ora Persio vostro figlio, che nel sacco di Famagosta <fu> menato con voi prigione, fu venduto poi così piccolo a mio fratello, il quale avendo aùta piena informazione di voi e di Muzio vostro marito, già ucciso nella battaglia, e di tutto il successo, lo scrisse in questo foglio, piacendoli che si chiamasse Camillo a memoria d'un suo proprio figliuolo; e lasciò che s'aprisse nel decimo anno della sua morte, con ordine che io lo debbia trattare da figlio, e che succeda a tutte le facultadi ...
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L'Olimpia (pagina 5)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Ed io vice versa tutto mi congratulava di tanta obedienza ... Parmi che sii contristato: sei tutto mutato di colore ... E vedrai quanto t'è stato detto tutto esser bugia ... Tutto questo sapevo io ...
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L'Olimpia (pagina 8)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Io non ho voluto porre a rischio un par mio con lui, ché a me ogni minima ferita m'ucciderebbe perché son tutto cuore; ma egli è tutto polmone ... Tu sei tutto mutato di colore ... Lo sa Mastica, or l'ará detto a cento: non passará una ebdomada che lo saprá tutto Napoli ... E quando si scoprisse, non saremo uomini da fugir di
Napoli, di Roma e tutto il mondo?
PROTODIDASCALO ... Mira, Olimpia, come nel fronte e negli occhi ti rassomiglia tutto ... Poiché non è maritata fin adesso, lasciate che ancor io ne abbi la parte della fatica: me ne informerò di costui, poi informerò bene mia sorella del tutto ...
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L'Olimpia (pagina 16)
di Giambattista Della Porta (estratti)
... Tutto il contrario: a rinunziarla e sciorsi dalla promessa ... Me ne dimandate ancora? non si sa per tutto Napoli che un romano sotto nome d'esser vostro figlio s'ha goduta vostra figlia? SENNIA ... Ecco la cosa risaputasi per tutto Napoli: si divolgherá per tutto il mondo ... Questa è stata la mia speranza in esser tutto oggi cuoco e facchino? Quando credeva che la pancia avesse a gonfiarsi duo palmi fuora, sento il ventre che mi tocca la schena; par che sia una donna figliata di fresco, una vessica sgonfiata ... Oimè, che le budella mi ballano in corpo! Dove andrò a cenare, ché l'ora è tarda e ho fatto questione con tutti? O vitelle, o porchette, o lasagni, o sguazzetti, o saporetti che odoravate cosí suavemente; o liquore, o vino che tornavi l'anima dentro i corpi morti, dove sète andati? Sono venuti i lupi e s'hanno ingoiato la cena che son stato tutto oggi ad apprestare ...
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L'amore che torna (pagina 4)
di Guido da Verona (estratti)
... In comune avevano solo pochissime qualità: una sobria eleganza in tutte le attitudini morali ed intellettuali, una fede calma e perseverante nel favore della sorte, secondo il motto della mia casa: «Placet, si vis, Domine!» IV — Dove andiamo, signore? — mi domandò il vetturino, tutto incappucciato sotto l'ombrello gocciolante ... Io, poichè non vantavo sopra Elena che un diritto d'amicizia, dovevo sopportare tutto ciò in silenzio, benchè me ne rodessi acerbamente ... In breve raccolsi tutto il denaro de' miei competitori e persino riuscii a vincere due volte la rara posta del conte Anghilieri ... — Anche le donne, adesso? — Non mancava che questo per rovinarci del tutto! — borbottò l'Ainardi ...
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L'amore che torna (pagina 5)
di Guido da Verona (estratti)
... Viene, lenta: si siede presso il fuoco; i lilla bianchi le hanno lasciato nel viso tutto il lor pallore ... — Dove siete stata oggi? — All'albergo tutto il giorno ... Le andai presso; raccolsi nelle mie mani le sue, come per meglio comunicarle il mio pensiero: — Elena, mi siete veramente un po' amica? Posso parlare con voi? Posso dirvi tutto? — Ma sì, certo, certo ... Vivevo a quel tempo una vita fastosa, inutile, sfrenata, e c'era una fanciulla che mi amava, che professava per tutto quanto era mio una religione appassionata e silenziosa ... Sapeva tutto di me; aveva letti alcuni miei libri di viaggi; possedeva un mio quadro di molti anni addietro, che si chiamava, mi ricordo: La svernata in Abbruzzo; insomma ella mi venne incontro come chi ha sete va incontro alla fontana ...
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L'amore che torna (pagina 6)
di Guido da Verona (estratti)
... Un soffio disperse tutto, l'amore, la riconoscenza, i calcoli ... e non rimase che la paura di spezzare quell'anima fragile nel confessarle che tutto era stato un'illusione, impossibile a continuarsi, necessariamente finita ... » — per dirle tutto, — e me n'ero tornato indietro, più vile, più lamentevolmente spossato, col mio secreto nel cuore ... Sentii che la stanza, i fiori, la luce, l'anima, tutto spariva in un vuoto profondo come l'oblio ... Tutto nel mio spirito era giocondità, sorriso, luce ... Tutto là dentro, le persone e le cose, mi erano familiari, avevano al mio giungere un sorriso di cordiale accoglienza ... Cosa dissi non saprei; una confusione sciocca di parole e di fatti: quel mio malessere continuo, la febbre, l'arrivo di un amico da Palermo, l'incidente spiacevole con l'Albanese, lo scontro «e poi, di nuovo, ieri, tutto il giorno, tutta la notte, l'emicrania ... Poich'ero assai confuso, Whisky sopra tutto m'interessava, con le sue comiche impertinenze, con le sue capriole sui cuscini, vispo come un furetto ...
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L'amore che torna (pagina 9)
di Guido da Verona (estratti)
... — Tutto è comune quello che non piace più ... Vedi, Germano, anch'io darei non so cosa per trovar sciocco e vuoto il migliore fra i nostri ricordi; ma, che vuoi? è più forte di me, non posso! C'è qualcosa nel mio spirito che mi fa trovare continuamente nuovo tutto quello che appartenne ad un momento del nostro amore ... Orribile! orribile! Tutto era indegno, la finzione come la verità ... Vedi che dopo tutto la mia colpa non è tanto grave! — Ed è così? ...
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L'amore che torna (pagina 11)
di Guido da Verona (estratti)
... Prese una sigaretta, si tolse l'occhialetto, e facendolo ballare fra due dita cominciò con dirmi: — Devi sapere che a Roma non si parla d'altro: l'avventura di Guelfo, il duello di Guelfo, e tutto il resto che puoi facilmente immaginare ... — So tutto, — egli rispose con un gesto di acquiescienza ... Invano io m'affaticavo a spiegare come in tutto ci sia dell'esagerazione, come il tuo carattere sia sempre stato così, e come infine questa tua recente avventura non debba esser altro che un diversivo, una specie di commiato un po' focoso dalla tua vita di scapolo ... Però tutto questo sarebbe ancora lecito se si trattasse unicamente di te ...
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L'amore che torna (pagina 13)
di Guido da Verona (estratti)
... Ma ho pianto tutto il giorno: ero triste ... — Non ti dirò più nulla! Per un momento scordai tutto: ella mi teneva nella sua bellezza come in una prigionìa; m'avesse detto: — Inginòcchiati! — e mi sarei inginocchiato ... Ma bruscamente si ribellò: — Non posso! Non posso! Andò rapida verso una grande specchiera che occupava tutto il portello dell'armadio e con le dita si ravviò i capelli di nuovo scomposti; poi lasciò cadere le braccia, si volse, appoggiando la schiena contro il cristallo, e vi rimase, con la faccia sollevata, gli occhi volti all'alta ombra, un po' rigida, muta ... — Ma perchè vuoi sempre sapere tutto? conoscere tutto? Che bisogno c'è? L'anima di una donna, la vita di una donna come me, sono cose a cui val meglio lasciare il loro velo ... — E tu, — fece — quando parli a questo modo, sei meno franco di me, perchè sai benissimo che tutto questo non è vero ...
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L'amore che torna (pagina 14)
di Guido da Verona (estratti)
... Finisci di farmi soffrire! — Rispàrmiami questo! — ella pregò sordamente; — poichè ti giuro che vi sono andata per una causa del tutto diversa da quelle che puoi supporre tu ... Vennero genti nuove, che portaron via i mobili, i quadri, gli arazzi, le armerie, i cavalli: tutto ... Una mattina sua madre, pallida e pur sorridente, la condusse per tutte le stanze, per i piantereni e per le scuderie, le mostrò l'intero dominio, quasi per bene imprimere nel suo cuore la memoria d'ogni cosa, poi, quando furono in fondo al giardino, presso una fontana, ch'ella rivedeva sempre, le disse con voce tranquilla: — Tutto questo non ci appartiene più, Elena ... Dopo qualche tempo l'Hohenfels finì con rinunziare a questo progetto e le sue visite a Parigi furon meno frequenti, finchè cessarono del tutto ... Era d'inverno e tutto scarseggiava, la luce, il fuoco, il pane, in quelle tre camere taciturne dove una donna di trentasette anni ed una fanciulla di diciotto erano sole a difendersi contro la vita ...
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L'amore che torna (pagina 15)
di Guido da Verona (estratti)
... Tutto ciò le parve l'ultimo sorriso, l'ultimo bacio della sua mamma per sempre lontana, e questa lieve ricchezza la fece piangere di malinconia ... Mathias le scriveva quasi ogni giorno; ella rispondeva sempre, e, come ad un fratello, tutto gli raccontava: la grande aridità della sua vita, i bui pensieri, lo sconforto, i libri che leggeva, le persone che frequentava, le memorie della povera morta, il gran desiderio che aveva ella stessa di morire ... Trovò, sul finire di quel Settembre, una vecchia signora senza parenti, ch'era solita viaggiare quasi tutto l'anno, la quale accettò di prenderla seco e farne la sua dama di compagnia ... Per lei tutto nel mondo era un pericolo, tranne le parole di Mathias, che la vegliava di lontano scrivendole alcune lettere sublimi ...
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L'amore che torna (pagina 22)
di Guido da Verona (estratti)
... Di quella lettera tutto mi affliggeva: la forma, la scrittura, lo stile, il senso, la monotona tristezza ... Prima di leggerla, quasi ne sapevo a mente il contenuto, e l'odiavo sopra tutto per quella oscurità che, al suo giungere, si diffondeva nel viso di Elena, l'odiavo per quella tristezza momentanea ch'essa faceva scendere sul nostro amore ... Corridoi profondi e stanze vaste, con tapezzerie sbiadite, con vasti mobili tutelari, foggiati alla guisa che amarono gli uomini rudi, usi alle fatiche delle armi, per gli ozi dei loro ben custoditi castelli; v'erano tendami grevi, che parevano spiovere assecondando quasi un desiderio di silenzio, e camini alti, pavimenti a mosaico, letti profondi, e per tutto quell'odor diffuso del buon legno antico, della immateriale polvere che lascia il tempo nelle abitazioni chiuse ...
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L'amore che torna (pagina 23)
di Guido da Verona (estratti)
... Invece le nostre virtù comunicative si erano estremamente affinate: un gesto di Elena mi faceva comprendere il suo pensiero, come una mia parola sapeva esprimerle tutto il mio mondo interiore ... Elena veramente aveva compiuto il miracolo di rendermi la mia giovinezza, come un fresco dono, e tutto il mio sopito essere in lei si rigenerava ... Ella passava tutto il giorno per lo più nel giardino, a cucire o leggere sotto la pergola di vite americana, che si partiva da un fianco della casa e radendo il muro di confine scendeva sino al cancello con un lento pendìo ... E tutto, per una zona intorno al melo, era invaso da quella esuberanza di fiori ...
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L'amore che torna (pagina 30)
di Guido da Verona (estratti)
... Ed ecco, il sacerdote asperse tre volte i fiori con l'acqua lustrale, mentre nell'atto della benedizione tutto il popolo della gleba s'inginocchiava, e pareva che veramente qualcosa d'indefinibile, quasi una luce di redenzione, piovesse dall'alto su quelle migliaia di fronti, su quelle migliaia di anime, arse dal bisogno di credere, come un terreno asciutto ànsima nell'attesa della rugiada ... Cantavano con voci squillanti una dolcissima lenta preghiera; su le pause d'ogni salmo tutto il popolo ripeteva in coro: «Beata Vergine Maria, fate la grazia ai fiori!» Subitamente la voce dell'organo si elevò per l'ampiezza del tempio, come una preghiera sovrumana, la quale parve per un momento raccogliere in sè stessa l'adorazione di tutte le cose che riconoscevano un Dio ... La voce cantava sola, nel tempio solenne, piena di eloquenze mistiche, fluida e profonda, mesta e giubilante, come un alito, come un'onda, come un grido, irrompendo con tutto il fiato delle sue dieci canne, per dilagare pianamente verso le altezze immateriali della fede, verso le ineffabili armonie dei paradisi cristiani ... » «Io non credo più a nessuna primavera; dentro me tutto finisce ...
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L'amore che torna (pagina 32)
di Guido da Verona (estratti)
... — Ho l'intenzione di liquidare tutto: questo è vero ... — Ma tutto questo cosa c'entra? Sono fantasie, caro signor conte! Che in Municipio ci sia forse un posticino anche per me, può darsi, e credo anzi che starebbe tanto bene a me come ad un altro ... E se a quel termine non vi pagherò tutto, siamo intesi che voi farete il protesto e vi prenderete la terra ... — Dunque mi credete un uomo rovinato? È questo che volete dire? — Oh, questo, perdoni sa, lo si dice da un gran pezzo! Ma non è tutto lì ... — Ah, non è tutto? Cosa c'è di nuovo? Se vi affermo che alla nuova scadenza potrò pagare, vuol dire che so press'a poco dove procurarmi la somma necessaria ... Il mondo mormora, si finisce con saper tutto e non si ricorda mai da che bocca sia venuto il primo pettegolezzo ...
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L'amore che torna (pagina 35)
di Guido da Verona (estratti)
... Così mi rimanevano molte ore libere; mi alzavo tardi, andavo al Bosco o vagabondavo per le strade, guardando i negozi, gli equipaggi, la gente, invidiando tutti, amareggiandomi di tutto ... Ed è vero; ma in quanto tempo? E i capitali? Dopo tutto, è inutile! ... — E con questi ragionamenti falsi ti condanni ad una passività oziosa, mentre invece dovresti pensare che a tutto v'è rimedio ... E tutto finì su queste parole ... Parlava male moltissime lingue, sapeva un po' di tutto senza nulla conoscere profondamente, aveva percorso il mondo intero e vissuto in ogni paese, conservando di tutti i popoli un segno caratteristico, senza palesemente appartenere ad alcuno ...
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L'amore che torna (pagina 38)
di Guido da Verona (estratti)
... Tutto questo m'irritò ... Due giorni dopo, nel pomeriggio, tornai a quel teatro con il pretesto di domandare al Duvally se potesse ancora farmi avere una poltrona per la sera, poichè le agenzie avevano tutto venduto ... La conobbi a Berlino, per mezzo d'un suo tutore, — una canaglia, vi giuro! nonostante i suoi capelli molto grigi! So che lei appartiene ad una grande famiglia; viaggiò molto; voleva essere attrice; ecco tutto quello che mi ricordo ... Non ricordate nulla di tutto questo? — Veramente non ricordo ...
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L'amore che torna (pagina 40)
di Guido da Verona (estratti)
... Io, non volendo venir meno a quella ironica indifferenza che mi ero prefissa, la guardai con un sorriso leggero, e dissi: — Almeno, tu, che sei tanto falsa nell'amore, sarai sincera nell'odio! — E soggiunsi: — Che ne dite, signora Miller? Ella barcollò un poco, serrando le labbra, quasi avesse una rabida voglia di buttarmisi contro, ma si contenne e rispose: — Tutto questo non ti riguarda! È affar mio ... come si chiamava? Duvally, ecco! So benissimo che sei stata l'amante sua, in un camerino da cena, per un bicchiere di «Champagne!» — Non è vero! È tutto falso! È tutto falso! — gridò con rabbia ... Ecco tutto ...
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L'amore che torna (pagina 43)
di Guido da Verona (estratti)
... L'oro, e le carte, e la voce monotona del banchiere che annunziava un punto, e quelle mani che tutte parevano ghermitrici ed avare, mettendo o raccogliendo le poste, l'ansia di chi giocava e la placida ironia degli spettatori, la luce delle lampade basse, il fumo dei sigari, gli scoppi di risa repentini, le imprecazioni frequenti, la pausa di silenzio che precedeva ogni colpo e quella specie di rallentamento che ne seguiva l'annunzio, tutto questo insieme, per la prima volta mi dava una sensazione acre d'immoralità e di bassezza, come la visione di una grande crapula in cui fossero palesi tutti gl'istinti più perversi della bestia umana ... A un certo punto ella raccolse quasi tutto il denaro che aveva dinanzi e me lo diede ... Mi propose: — Ora gioco tutto e lascio tre volte, se non si perde prima ... Con un gesto largo ella spinse innanzi tutto il denaro ...
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L'amore che torna (pagina 44)
di Guido da Verona (estratti)
... Mi condusse in una piccola sala piena di ninnoli, di fiori, di cristallerie; si pose tutto il denaro in grembo ed esclamò lietamente: — Vi ho pur detto che avremmo vinto! Lo sentivo ... — Tutto, piuttosto che offendervi! Solo permettete che vi preghi ancora ... Pensai che il domani avrei tutto reso inviandole un dono ... La donna che amavo, e nella quale avevo riposta una fiducia così grande, si allontanava da me irrimediabilmente; gli amici, la tranquillità, la ricchezza, tutto era perduto ... Il pensiero corse, corse via sbrigliatamente, e fece un epilogo sommario di tutto quanto il passato ...
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L'amore che torna (pagina 50)
di Guido da Verona (estratti)
... — Grazie di tutto cuore, perchè mi avvedo che la tua gentile parabola, è un modo prolisso e garbato per darmi del furfante ... Prima di tutto perchè ti voglio bene, in secondo luogo perchè non mi conviene ... — Ma tutto questo è inutile: c'è per noi un destino ...
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L'amore che torna (pagina 51)
di Guido da Verona (estratti)
... Insomma, io voglio domandarti: non ti è balenata mai l'idea che tutto potrebbe rimediarsi ancora? E basta per oggi, finchè tu mi risponda ... Questo mi fa comprendere che son entrato nel numero di quegli uomini a cui le donne si affidano volentieri, perchè non temono d'incendiarli troppo e nemmeno di trovarli del tutto spenti ... » Questa lettera mi lasciò indifferente; pensai che il Capuano fosse un maniaco e giudicai del tutto sprecata questa caparbia insistenza ...
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L'amore che torna (pagina 52)
di Guido da Verona (estratti)
... Ti prometto una moglie adorabile! Sai, quelle reni delle anglo-sassoni, che paiono sempre tese in uno spasimo di piacere; alta, snella, con l'andatura elastica, una stupenda matassa di capelli dorati, il colorito sano, e, con tutto questo, due o tre milioni di dollari, che tu ritorneresti a spendere gaiamente in mezzo ai nobiluomini romani ... Da scapolo hai tutto goduto e ti annoi; prova nel matrimonio: chissà mai? Se non desideri venire con me in America, torna invece a Roma e sposa quella che hai lasciata ... Ma tu, vediamo, cosa fai per questa donna che dici di amare? Quali sacrifici sei capace di compiere per lei, nel bene o nel male, perchè in fondo è la stessa cosa, tu che non conosci nemmeno la tua volontà? No, Guelfo, tu sei un uomo tutto d'apparenze, ma in verità profondamente inutile e profondamente arido ... Prima di tutto perchè mi sei stato utile, anzi perchè potevi esserlo, a te stesso ed a me, in un grado assai maggiore, se una certa paura, mascherata dietro le spoglie dell'onestà, non ti avesse fatto preferire sempre le mezze tinte, la mezza luce, il bilico perenne tra un partito e l'altro ... Gli uomini, che hanno paura di tutto, hanno anche paura dell'inverno e guardano in cagnesco il cielo ...
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L'amore che torna (pagina 56)
di Guido da Verona (estratti)
... Queste parole si dicono spesso tra amanti per rendere più dolce la continuazione dell'amore; si dicono anche per misurare la sensibilità della persona amata, ed anche per rammentarsi a vicenda che nell'amore tutto è caduco, e può dissolversi, e deve morire ... » Ecco: noi che fummo uno spirito solo, noi che inoltrammo il nostro desiderio, la nostra confidenza, le nostre voluttà, fino a comporre insieme un'unica e necessaria vita, ecco, noi dobbiamo tornare due esseri distinti e indifferenti, ridere su le nostre debolezze, considerare tutto il passato come un episodio fatalmente chiuso, e simili a due pellegrini che abbiano insieme percorso un faticoso cammino, dividerci ad un bivio, senza lacrime, senza rimpianti, per andar soli, o con altri, verso le case lontane ... La guardai fiso, ed una specie di sgomento mi fasciò l'anima, perchè le sue pupille non tremavano, la sua bocca era ferma, e tutto in lei segnava una risoluzione immutabile ... Tutto questo fa male; poi è profondamente assurdo! — No, è ragionevole ... Tutto e sempre finisce così ... — Germano, — ella disse, — come tutto è triste qui! La mia voce stessa mi fa male ...
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L'amore che torna (pagina 59)
di Guido da Verona (estratti)
... La stanza era piena di sole; anche la coltre, i cuscini, gli abiti sparsi, le camice fresche di stiratura, i libri scompigliati, le boccette de' profumi, l'avorio dei pettini, le scatole, i gingilli, tutte le cose che si preparano a chi va via, tutto brillava, mandava una luce vivissima in quel giocondo sole ... E lentamente rievocare tutto il passato, le ore più dolci, le ore più tristi, e le vicende che si ebbero, le parole che si dissero, le promesse che furono scambiate, e sentir crescere nel profondo cuore una terribile disperazione muta ... — Tutto questo non fa male anche a te? — le domandai, piano, attirandola ... Tutto questo è finito, finito ... Bisognava godere tutto il supplizio di un'ora così definitiva ...
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L'amore che torna (pagina 61)
di Guido da Verona (estratti)
... Mi parve che la strada quel giorno, avesse una fisonomia del tutto insolita ... Passava un cavallo, e pensavo la storia di quel cavallo, zoppicante sul lastricato tutto il giorno; la storia del suo cocchiere, della sua posta; pensavo ad altri cocchieri, li vedevo incrociarsi urlando, facendo schioccar le fruste, rassegnati e grotteschi; mi parevano cose, non uomini, — cose più miserevoli del loro cavallo ... — E tutto mi scriverai? — Tutto ... sì, tutto ... — Ricordati una cosa, Elena; sarò capace di tutto per tornare a te ... Intendi bene: di tutto! — E v'era nella mia voce una fermezza così certa, ch'ella si volse a guardarmi, poi si ristrinse di nuovo contro la mia spalla, senza rispondere ... — Io sola! E poichè la stazione appariva lontana, tra un chiarore nebbioso di lampioni, ci abbracciammo con tutta la forza delle nostre braccia, con tutto lo spasimo che torceva le nostre anime ... L'avevo amata immensamente, golosamente, dando a lei sola tutte le passioni ch'erano rimaste aride nel mio passante cuore, a lei sola tutto il profumo che mi aveva profuso nell'anima questo ritorno della primavera, e lo sapevo in quell'ora ultima, senza rimedio e senza pace ... Sentii che il peso leggero del suo corpo si abbandonava nelle mie braccia, simile ad una cosa morta, e la sua bocca, e le sue mani, ed anche il suo respiro, tutto era freddo in lei, come se non avesse più sangue ...
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L'amore che torna (pagina 62)
di Guido da Verona (estratti)
... Ci fermammo a piè del treno, davanti ad uno scompartimento aperto, nel quale gettai tutto quanto portavo con me ... Ma non disse nulla; di colpo si fermò con una specie d'urto, e rimase lì a guardarmi, del tutto immobile, su l'orlo del marciapiede ... Adesso mi ricordavo e bene sapevo intendere tutto quanto mi era sembrato incomprensibile nell'anima sua ... Là dentro affogava continuamente quella parte di me stesso che pur sentiva il coraggio di vivere nella bufera; là dentro c'erano i dubbi, la perplessità, l'indifferenza, e quel senso dell'inutile universale, dell'ateismo infinito, che su tutto gravava come un cielo basso e plumbeo ... Maremma dell'anima, questa parte di me stesso aveva continuamente soffocato la mia volontà, sopraffatto in me i sogni, le speranze, i sentimenti, e mi pareva incredibile che l'amore d'una donna sapesse infine vincere questo mio cuore in cui tutto inaridiva ...
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L'amore che torna (pagina 64)
di Guido da Verona (estratti)
... È tutto ... Ero giunto a quell'ora, tristissima fra tutte, in cui l'uomo comprende come la sua piccola superbia non basti a vivere, come tutto sia precario ciò che non viene dal cuore ... Il marchese della Pergola mi conduceva ogni giorno a fare lunghe gite in automobile, raccontandomi con la sua voce un po' infantile tutto quello ch'era accaduto in Roma durante la mia assenza ...
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L'amore che torna (pagina 68)
di Guido da Verona (estratti)
... Tutto il giorno aveva nevicato; in quel momento le stelle ridevano dal cielo sgombro, brillando con gelida serenità nell'aria che il freddo illimpidiva ... Poi abbiamo due maniere così diverse d'intendere la vita, l'amore, tutto! ... Lo tolsi allora dalla sua mano e bevvi anch'io, come per stordirmi, tutto d'un fiato ... Tutto mi dava un senso di tristezza ...
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L'amore che torna (pagina 73)
di Guido da Verona (estratti)
... Passioni che conservano dell'amore tutto il furor triste, l'amara gelosia, con un senso penoso di rinunzia e senza quella bellissima temerità che distingue l'amore, cioè la pretesa del possesso ... Ora, da qualche anno, aveva lasciato l'esercito; non lo si vedeva più pavoneggiarsi di quella sua lunga sciabola rumorosa, o danzare a tutti i balli con eleganza compiuta; ma si dava interamente ai cavalli, ora sopra tutto che il denaro dei Laurenzano gli permetteva di nutrire una scuderia da corse, oltre una decina di cavalli per concorsi ippici e per le cacce nella campagna ... Mi è del tutto indifferente ... Ma credi che sia tutto passato in lei? — Ah ... Tutto di lei mi piaceva, e sommamente le cose che un tempo m'erano dispiaciute; il mio desiderio s'inaspriva d'una torbida sensualità ...
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L'amore che torna (pagina 74)
di Guido da Verona (estratti)
... E in quel momento, su l'ala delle note volanti, nella religiosa paura che incutono le grandi rivelazioni, quell'amore che non si dice, che fu, e poi morì, e poi risorse, quell'amore che divien umile dopo esser stato violento e si appaga di nulla dopo aver tutto sprezzato, si comunicò fra noi come una cosa tangibile, divenne materia, bacio, carezze, parola e sospiro fra le anime nostre, che ritornavano entrambe da un lontano esilio, portandosi fiori di rimembranza e di poesia, primavere di sogno e di musica dimenticata ... Mi trovai puerilmente perverso; non l'amavo, e, sopra tutto, non la volevo amare ... Andavo per curiosità rileggendo alcune sue lettere, che m'erano rimaste per caso, e pur dicendomi che il tempo muta e travolge tutto, le somme felicità come i più acerbi dolori, tuttavia non potevo riconoscere nella sua nova bellezza di donna un poco altera, la timida fanciulla di un tempo, ch'era stata, nelle mie mani, quasi un trastullo fragile ... Di riflesso, mi trovai molto impacciato, e poichè la contessa di Casciano, in tutto squisita, ci teneva a farmi parlare, studiandosi di provocare il caso ch'io dovessi rispondere a Edoarda, o Edoarda a me, durai gran pena a non smentire quella fama che avevo di gaio e facile parlatore ... E in fede mia tu fai proprio tutto quello che ci vuole per lasciarlo credere ...
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L'amore che torna (pagina 76)
di Guido da Verona (estratti)
... Bluff, spumoso per l'impazienza di raggiungere i più lontani, andava tutto a puntate, volate; per intorno l'alta erba, solcata in ogni senso, mostrava le tracce delle varie cavalcate ... Pallida, con gli occhi semichiusi, il busto un po' rovesciato all'indietro, pareva che quella corsa l'avesse del tutto sopraffatta ed estenuata; vidi che non teneva quasi le redini, compresi il pericolo, ed a forza di braccia rallentai ... — È possibile che tutto per voi sia finito, quando invece io, dopo la prima volta che vi ho riveduta, non sono più capace di pensare ad altra cosa che a voi? Quand'io vi desidero in un modo che non ha parola, e passo il giorno, la notte, immaginando come vi potrei parlare? — Tacete! tacete! ... fu come uno schiaffo datomi in piena faccia, e compresi allora tutto l'amore, tutto l'amore profondo che avevo per voi ...
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L'amore che torna (pagina 77)
di Guido da Verona (estratti)
... — È tutto quello che avevate a dirmi? — osservai freddamente ... è tutto! E andammo a lato, in silenzio, per qualche centinaio di metri, io guardando sopra il collo della mia cavalcatura la bella campagna che si stendeva sino al confuso inazzurrare dei monti ed il sole felice che a perdita d'occhio vi scintillava, ella, di tratto in tratto, sollevando il viso di sotto il velo, come per osservarmi di sfuggita ... Ma non credevo che si potesse tornare del tutto estranei dopo un passato come il nostro, e contavo un poco su l'amicizia d'una volta ... Ecco, Edoarda: se fossi certo che amate un altr'uomo, che vi siete sposata per amore di lui, scordandomi del tutto, se avessi questa certezza, vi dico, sarebbe l'ultima volta che cercherei d'avvicinarvi ... Una stupenda gioia mi rise nell'anima, e d'improvviso mi sembrò che tutto quanto, all'intorno, girasse, girasse, in una vertigine di sole ...
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L'amore che torna (pagina 78)
di Guido da Verona (estratti)
... Non si fa tutto questo per amarsi tremando? Il pericolo non è forse un delicato piacere? La prima volta che una signora viene ad un appuntamento d'amore, porta l'abito che le avete ammirato, il cappello che vi piace di più: ha paura, si sente male, ha fretta, deve andar via ... E sùbito ella se ne schermisce; tutto le sembra nuovo e pericoloso; quel bacio la fa timida, quantunque molti altri ve n'abbia già dati, nelle sale ove l'incontraste, ne' corridoi, tra due porte, fra due siepi, ai balli od in campagna, al mare o dovunque potè ... del tutto soli ... Di là dalla strada, dietro un muro alto di pochi metri, v'era un piccolo giardino, tutto in fiore ...
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L'amore che torna (pagina 83)
di Guido da Verona (estratti)
... Perchè? Certo perchè mi consideri come tutte le altre amanti che hai avute; non come l'amante unica, vera, quella che può sapere tutto ... Tutto è lecito fra noi, perchè io sono la stessa cosa di te, tu di me ... — Invece bisogna dimenticare tutto! Quello che gli altri fanno, o pensano, è fuori di noi ... Dopo tutto, che importa il resto? Non ho che te, amo te solo ... i nervi, tu li fai servire a tutto! Sollevata sui gomiti, s'empì le mani de' suoi capelli sciolti e mi fasciò la gola ... Ludovico mi aveva tutto apparecchiato, e mi spogliai rapidamente ... Abbiamo tutto il tempo necessario ...
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L'amore che torna (pagina 84)
di Guido da Verona (estratti)
... — S'è ammazzato Piero De Luca! Tutto il mio sangue si rimescolò ... Che non glielo dicano in istrada, per l'amor di Dio! Sai dov'è? — Non so, — balbettai, tutto agghiadato e fuor di me stesso ... pazienza! E tutto lì? — egli fece candidamente ... — Come, è tutto lì? ... A me questo caso provoca invece un'ordine d'idee del tutto diverso, che mi sembra inutile spiegarti ora ...
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L'amore che torna (pagina 85)
di Guido da Verona (estratti)
... Ebbene, tutto ciò che importa? Grotteschi ed effimeri passiamo: con noi mille altri passano; dopo noi vengon altri mille, a perpetuare la nostra mediocrità ... Mi pareva d'esser caduto in mezzo ad un mondo d'automi, ove tutto fosse imprecisione, fugacità, fantasma, sogno ... Tutto questo io rammento con singolar precisione, quasi fosser memorie intimamente confuse nell'angoscia di quella sera ... Tutto scomparve, la realtà riprese il sopravvento ... — Ed il Capuano? — L'ho veduto passare in anticamera un momento; correva, tutto stravolto in viso ...
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L'amore che torna (pagina 86)
di Guido da Verona (estratti)
... Ricordai una mattina di sole, splendidissima, ed una sera quasi tragica, nel chiarore dell'autunno, quando la città neroniana esalava nell'aria pesante il lezzo della sua grave antichità, e la patria mi suonava esilio, poichè avevo sacrificato per sempre ad una donna straniera tutto ciò che nel mondo può essere poesia ... » — Tutto nella vita è così: un'irrisione, un gioco; ed il peccato, il dovere, la volontà, il ribrezzo, l'amore, la morte, si mescon necessariamente insieme, come nell'intreccio di una commedia imprevedibile ... — No, no, grazie — rispose mordendo i biglietti; — faccio tutto da me ... — Dopo essersi bisticciato non so a qual proposito con l'impiegato, cacciò tutto alla rinfusa in una tasca, e con la spolverina da viaggio aperta, che gli sventolava intorno alle gambe, corse a spedire il bagaglio ... — Sì, tutto si spedisce! Tutto, meno la borsa della signora ...
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L'amore che torna (pagina 87)
di Guido da Verona (estratti)
... essere tua; tutto il rimanente non fa che passare accanto alla mia anima ... Mi pareva ch'egli avesse tutto sofferto per lasciarmi sgombra la via della felicità ... Noi dobbiamo avere un'anima sola; e così, tutto quello ch'io sento, ch'io penso, quand'anche fosse una colpa, resta come suggellato in me ... Sai? quell'idea mi ha perseguitato fin dal primo istante, per tutto il viaggio, fin là ... La vita, quand'essa mi piacque, me la ghermii come un'amante barbara; quando n'ebbi tutto spremuto il natural piacere, ancora me ne saziai come d'una invereconda cortigiana ... Questa, becchino, è la sintesi di tutto: «Inutile ...
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L'arte di prender marito (pagina 2)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Essa aveva preparato tutto un discorso fatto di mezze bugie e di mezze verità, con cui ella confidava di poter far andare a braccetto l'ignoranza e l'innocenza; ma lì per lì dimenticò il discorso preparato da tanto tempo e le accadde ciò che suole avvenire al deputato poco eloquente, che dopo aver imparato una lunga orazione da recitarsi al primo pranzo politico dei suoi elettori, la dimentica nel momento più opportuno ed è costretto a improvvisare per davvero, ma molto malamente, un altro discorso ... Il medico andò in collera colla mamma, perchè non aveva già detto tutto alla figliuola, e lanciò una filippica lunga, eloquente, persuasiva contro il mal vezzo di tener le fanciulle nella più oscura ignoranza, mostrando tutti i danni, che ne vengono alla salute del corpo e a quella dell'anima… ... La buona signora rimase convinta più che persuasa e: —Dunque devo dirle tutto? —Tutto ... —Ma proprio tutto, anche ciò che verrà poi… ... —Sicuramente; tutto deve sapere ... Tu devi dirle tutto semplicemente, senza emozione alcuna, senza nasconderle nulla, proprio nulla; come se si trattasse della cosa più naturale di questo mondo ...
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L'arte di prender marito (pagina 4)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Come non poteva, come non doveva essere buono e intelligente e caldo dì tutti gli entusiasmi, se essa lo amava? Se essa sentiva, che quell'uomo era cosa sua, era carne della sua carne? Se essa lo indorava tutto quanto, irradiandolo con un'aureola di tutti i suoi sogni, di tutti i suoi desiderii, che per tanto tempo avevano sognato e desiderato invano! Anche la rondine, dopo i lunghi suoi voli, dopo aver saettato l'aria per ore ed ore, posa un istante sopra un filo, dove adagia voluttuosamente la sua lunga stanchezza ... Infatti, quando ebbe raccolto tutto il suo coraggio e l'ebbe aperto, vi trovò una pietra e una lettera chiusa, colle stesse parole che erano state scritte invano sul mazzolino: Enrico alla sua adorata Emma ... E là rimase per tutto quel giorno e la notte appresso, presa, ripresa, guardata e riguardata contro il sole per vedere se si potesse leggere qualche parola, senza bisogno di aprirla ... Confidami tutto, senza paura e senza scrupoli ...
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L'arte di prender marito (pagina 8)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Hanno sempre sullo scrittoio, in tasca, da per tutto un unico suggello per chiudere i loro segreti, per raffermare le loro decisioni ... Dato il tiranno, la vittima non manca; anzi le vittime non mancano, perchè da per tutto e sempre le pecore sono in numero molto maggiore dei pastori ... Dei pronomi possessivi non conoscono che l'Io e il Mio, ignorano del tutto il tu e il tuo ... Ignorano del tutto le ascose tenerezze, le ineffabili delizie, le intime compiacenze del nostro; parola che è un nido, in cui la donna sente di poter appiattarsi, accovacciarsi e nascondersi, per godervi il tepore della vita in due ... Il tirannucolo domestico non ha nulla di nostro, ma tutto è mio ...
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L'arte di prender marito (pagina 9)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... E tutto ciò è bene: le leggi della natura vogliono essere rispettate e nessuno può violarle impunemente ... Quando in un matrimonio si invertiscono le parti e la donna è più forte dell'uomo, essa se ne serve come di uno strumento comodo e buono a tutto; ma in cuor suo lo compatisce e lo disprezza, e intanto cerca altrove l'uomo uomo, a cui possa dare il corpo e l'anima; del cui amore possa sentirsi fiera e superba ... * * * Il Museo della debolezza è ricchissimo: ci presenta una raccolta infinita di insetti minuti, brutti, spesso schifosi, di larve striscianti e quasi invisibili; tutta una collezione di prurigini senza dolore, di aborti senza vita, di intenzioni senza energia; tutto un limbo di fantasmi di volontà, di pentimenti senza riscosse, di peccati senza vendette, di contraddizioni, di oscillazioni, di paralisi del pensiero ... Per tutto quel giorno il marito non fa nulla di nulla, ma pensa anche a tarda sera, che forse la moglie aveva ragione e l'amico avrebbe gradito moltissimo quell'invito ... Un amico di casa ha raccolto tutto un fascio di desiderii e su lui sembran cadute tutte quante quelle scintille ... Non aveva tutto preveduto, nè a tutto pensato ...
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L'arte di prender marito (pagina 10)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... La mamma piange, il marito impallidisce e sospira, e poi: —Spero, che questa volta almeno saprai fare da padre, che saprai esser forte, che chiamerai tuo figlio, mostrandogli tutto il nostro sdegno, tutto il nostro dolore… ... La gelosia d'amor proprio è dolore, ma è più ancora ira, dispetto; reazione dell'orgoglio virile offeso in tutto ciò che ha di più delicato e di più irritabile ... Li condannerei, perchè in essi non vedo che il grido e il morso della belva umana, e perchè dopo tutto sono omicidi; e nessuno al mondo ha il diritto di uccidere un altr'uomo ... Col pretesto di interessarsi a tutto ciò che ti riguarda, vorrà sapere che cosa fai, chi vedi, soprattutto chi visita la tua casa ...
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L'arte di prender marito (pagina 11)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Ognuno di noi portava foglie e stecchi, e ramoscelli e carta; ma tutto era umido, tutto era bagnato e appena si era riusciti con grande stento e pazienza grandissima a accendere le foglie; i ramoscelli imbevuti d'acqua non davano che fumo ... Tutti accovacciati intorno a quel focolare: chi soffiava, chi faceva riparo col suo corpo a un venticello impertinente, perchè tutto quel fumo si cambiasse in fiamma; ma tutti i nostri sforzi insieme riuniti a nulla approdavano ... In un momento di tregua del vento, si ebbe un po' di rosso in mezzo a tutto quel bigio e si gridò dagli ottimisti: —Vittoria! E dai pessimisti: —Aspettate un poco! Ma poi il fumo ritornò molesto, incorreggibile, insopportabile, e dopo un'ora di eroismi alleati, ma ahimè impotenti, si dovette rinunziare a aver del fuoco e delle bruciate ... Quando si raccolsero le sparse membra e i kiökkenmoedings della nostra merenda per ritornare a casa; prima di scendere dall'altipiano si guardò tutti con un moto unanime e involontario al nostro fuocherello acceso invano e i pessimisti esclamarono: —Fuma ancora! * * * Io ti ho ricordato questa nostra gita, che di certo non hai dimenticata, per dirti, che il marito brontolone è in tutto eguale a quel nostro fuocherello, che abbiamo acceso sul prato di Vigiona e che non dava che fumo ...
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L'arte di prender marito (pagina 16)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Prendilo per quel che vale e in ogni modo metti tutto ciò che ti sto per dire in seconda linea ... Pensa prima al carattere, all'intelligenza, a tutto ciò che costituisce l'uomo per sè e in sè, e poi e poi bada un pochino anche alla professione, pensando che anch'essa porterà in casa tua fiori e spine, che influiranno sulla tua felicità domestica ... Eppure Firenze, quando in una sola chiesuola battezzava tre uomini che si chiamavano Dante, Michelangelo e Galileo, insegnava le arti dell'alto commercio a tutto il mondo ... Eppure tutto il mondo umano è uno scambio di commerci; sia poi di denaro, di merci, di idee, di territori, di influenze ... Se invece un giorno ha trovato che le cose sue volgono alla peggio, se un fallimento improvviso ha dato una grave scossa al suo bilancio, egli trova, ritornando a casa, che il sorriso amoroso della moglie lo ricompensa di tutto; che le perdite di denaro sono ben poca cosa, quando siamo sicuri di essere amati e da questi confronti attinge lena e conforto per lottare contro l'avversità e ripigliare il perduto ...
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L'arte di prender marito (pagina 21)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Siccome la politica è l'arte di governare un paese, tocca tutto e tutti, e quindi un po' politici lo dobbiamo per amor di patria esser tutti; non fosse che nella modesta missione di elettore amministrativo ... E siccome la politica tocca tutto e tutti, ne viene anche, che essa va dall'uno all'altro polo delle umane energie; dal martirio dell'eroe alla forca del delinquente; dal cielo dell'angelo all'inferno del demonio; dall'arco trionfale alla galera ... Dove nasce un'epidemia panamistica o cuciniellana, il paese è profondamente malato e se non si giunge in tempo all'amputazione, la gangrena secca invade tutto l'organismo e la nazione muore ... I più grandi problemi dell'universo e della vita ci sono del tutto oscuri, e ciò non ci ha impedito di camminare sempre avanti nella via del progresso e di cambiarci da selvaggi antropofagi in gente civile, che si veste, che nasconde le miserie animalesche dell'esistenza; che parla col telefono e cammina colla locomotiva ... E il consiglio, per quanto importante, per quanto grande, sta tutto chiuso in una sola linea: —Meglio rimaner ragazza per tutta la vita che maritarsi male ...
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L'arte di prender marito (pagina 24)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... all'amore portano tutti i tesori del sentimento, tutti gli ardori della passione, tutto ciò che sono, che sanno, tutto ciò che valgono; per cui anche i peccati delle donne son quasi tutti mortali, perchè sacrilegi fatti ad un Dio ... —So tutto, ma ti perdono… ... Un marito di mia conoscenza si vantava di avere una moglie, che lo assecondava in tutto e non lo contraddiceva mai, nè nelle grandi, nè nelle piccole cose ... Il tuo fidanzato, nelle ore di estasi, quando tutto il cuore si affoga nel miele degli affetti più dolci e più generosi, di certo ti proporrà di non separarti dalla tua mamma ...
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L'arte di prender marito (pagina 25)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... In chiesa vediamo molti prostrati, pochi credenti; nel Parlamento udiamo molte parole patriotiche, vediamo ben pochi sagrifizii; nelle famiglie intorno a noi quanti tradimenti e quante simonie! Vi è però in tutto questo deserto un'oasi sempre verde, dove nell'erba non v'è serpenti, sui cespugli di rose non vi son spine, dove l'ape non ha pungolo e il cielo non conosce nubi; e quest'oasi è l'anima della nostra moglie ... Siccome però il crescere dell'amore è la sua cosa più bella, dobbiamo far di tutto perchè il crescere sia lento, lentissimo, e duri molto, moltissimo ... Non seguirlo da per tutto e sempre, nè vantarti mai di non poter stare un giorno solo senza di lui ... Tu devi aver sempre per lui qualcosa da dare, e invece l'amore, che è spensierato e folle, ti suggerirà forse di dar tutto oggi e subito ed è anche per questo, che il più degli amori ha vita così breve e fragile ... * * * Mi ricorderò sempre, che in una conversazione, a cui prendevano parte uomini vecchi e giovani e donne belle e letterati e scienziati, tutto un mazzo di carissime persone, si lamentava che i fiori, che sono tra le cose più belle di questo mondo, durassero così poco ...
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La famiglia dell'antiquario (pagina 14)
di Carlo Goldoni (estratti)
... PANTALONE Se ghe vorla metter de cuor? ANSELMO Mi ci metterò con tutto lo spirito ... Voglio, che ci mettiamo in quest'affare con tutto lo spirito ... DOTTORE Prima di tutto torno a dirgli non sono uomo da spada, ma da toga, né so che razza di soddisfazione da me Vossignoria possa pretendere ... Perché, signor Cavaliere mio, dalle contese dei pretendenti, resta prima di tutto oltraggiata la riputazione della dama ... ISABELLA Temeraria! Ha tanto ardire di venirmi d'avanti gli occhi? Il sangue mi bolle tutto ... CAVALIERE Ma con tutto il vostro sangue freddo, contessina mia, la casa è in sussurro, e non vi è pace fra voi ... CAVALIERE Volete rimettervi in me? DORALICE Vi do ampla facoltà di far tutto ...
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La famiglia dell'antiquario (pagina 17)
di Carlo Goldoni (estratti)
... DORALICE Ho bisogno di tutto, che non ho niente di buono ... PANTALONE Terzo: che sia in arbitrio di detto Pantalon, di procurar i mezzi per la quiete della famiglia, e sopra tutto per far, che stiano in pace la suocera, e la nuora di detta casa ... (mostra un anello) ISABELLA e DORALICE (Tutte due s'alzano un poco in atto di andar ad abbracciare l'altra, poi si pentono, e tornano a sedere) ISABELLA (Più tosto crepare!) DORALICE (Più tosto senza anelli tutto il tempo di vita mia!) ... Avè sentio i capitoli, mi son el direttor de sta casa, e mi penserò a proveder tutto, e no lasserò mancar el bisogno ...
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La favorita del Mahdi (pagina 14)
di Emilio Salgari (estratti)
... Egli comprendeva ormai che tutto era terminato e che le speranze che Abd-el-Kerim avesse finito per ravvedersi e ritornare ad Elenka, erano troncate, come pure comprendeva che Fathma per lui era definitivamente perduta a meno di un miracolo o di un tradimento ... —E dunque che volete fare? —Innanzi a tutto bisogna che abbia in mano uno dei due, meglio se avrò prima Abd-el-Kerim ... Coi tormenti a tutto si riesce ... E voi? —Io verrò con mio comodo, quando tu avrai spianata la via e messo al corrente di tutto lo sceicco ...
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La favorita del Mahdi (pagina 15)
di Emilio Salgari (estratti)
... Ve n'erano di tutte le grandezze e di tutte le forme; di porcellana europea, di finta porcellana chinese, di ferro o di argilla, un campionario infine di quanto di triviale e orrendo, si fabbricano in tutto il mondo ... Un bricco indescrivibile, di piombo, tutto sformato e coperto d'ammaccature, conteneva il caffè mescolato con un'abbondante porzione d'ambra grigia ... —Takir tutto mi disse ... Dove trovasi, innanzi a tutto, la sua amante? Assieme a lui o separata? —Lui trovasi al campo e lei in un tugul d'Hossanieh ...
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La favorita del Mahdi (pagina 21)
di Emilio Salgari (estratti)
... —Non lo posso… non lo posso… ho tutto infranto… ho scavato un abisso impossibile a varcarsi ... Ho spezzato e dimenticato tutto ... Tutto ho tentato per affascinarlo, ho pregato, ho supplicato, ho minacciato, ma tutto fu inutile ... —E tu che gli hai detto? —Era impossibile negarlo e gli confessai tutto, attribuendo la colpa a me ... —E allora?… Notis, fratello mio, io ti darò tutto ciò che ...
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La favorita del Mahdi (pagina 35)
di Emilio Salgari (estratti)
... —È tutto finito adunque fra noi? le chiese con voce cavernosa ... Tutto è perduto, tutto è finito! Potessi almeno veder un'ultima volta colui che tanto amo, e poi morire ... Lo spiegò e lesse in arabo: «Ho visto e udito tutto ... —E ti raccontò tutta la faccenda? —Già, mi narrò gli amori di Abd-el-Kerim con un'almea, che, se non erro, chiamasi Fathma e tutto quello che ne seguì ... Una pistolettata o quattro dita di jatagan e tutto è finito ...
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La favorita del Mahdi (pagina 36)
di Emilio Salgari (estratti)
... Ti dò tutto quello che possiedo ... Quando ti trasportai a riva, ti ricordi cosa mi dicesti? —Sì, ti dissi che se un giorno tu avessi bisogno di un uomo pronto a dare tutto il suo sangue, pensassi a me ... —Prima di tutto bisogna allontanare Notis e ridurlo all'impotenza ... Lasciate pensare a me e vedrete che tutto andrà bene ...
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La favorita del Mahdi (pagina 37)
di Emilio Salgari (estratti)
... Hai capito, state pronti a tutto e basta ... —Ditemi, innanzi tutto, come sta quella donna che voi tenete prigioniera ... Dormirà tutto oggi e probabilmente tutto domani ... Se tutto va bene avrai cinque talleri in regalo ...
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La favorita del Mahdi (pagina 43)
di Emilio Salgari (estratti)
... Eppoi, tutto il paese è insorto e le popolazioni si mettono in campagna da un'ora all'altra ... Le scariche di fucili cessarono tutto d'un tratto e così pure le grida di guerra degli insorti, ma un momento dopo nuove urla echeggiarono per l'aria, ed erano disperate, strazianti, come di persone che vengono assassinate ... Per tutto il dì la darnas continuò a navigare costeggiando ora le due grandi isole che dividono il fiume in due bracci distinti, il vero Bahr-el-Abiad e il Ch-el-Ale, sperando sempre di scorgere qualche posto di egiziani dell'esercito di Dhafar pascià, ma senza nulla trovare ... Daùd, che non si sentiva del tutto tranquillo, fece spiegare tutta la tela che era a bordo per non essere raggiunto da qualche canotto di insorti che poteva tenersi celato fra i papiri o le canne e si mise in persona alla ribolla del timone dopo di aver fatto caricare il cannone e portare armi e munizioni in coperta ...
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La favorita del Mahdi (pagina 57)
di Emilio Salgari (estratti)
... —Amici miei… ho il cuore spezzato… ho l'anima infranta… Abd-el-Kerim, mio adorato Abd-el-Kerim! Tutto è perduto, tutto è crollato… non v'è più speranza… Ah! sorte crudele! Un singhiozzo le soffocò la voce e scoppiò in lacrime nascondendosi la faccia fra le mani ... Se fosse morto? Se non lo rivedessimo più mai? —Ho paura che tutto sia finito per lui, mormorò O'Donovan con un sospiro ... —Ma perchè? dove vuoi andare? —Ho visto una persona che non credeva di vedere in questi luoghi, ecco tutto ...
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La favorita del Mahdi (pagina 59)
di Emilio Salgari (estratti)
... —Tutto a me d'intorno è ruinato, ripigliò ella con disperato accento, tutto è finito, tutto è perduto ... Tutto non è terminato ancora, diss'egli ... —Perchè illudermi, Omar? Non spero più; tutto è irremissibilmente perduto, tutto! tutto! —Ma no, non è perduto, tutto padrona ... —Aspettiamo questa notte innanzi tutto ... Lascia fare a me, e vedrai che tutto andrà bene ... —Sono araba, ecco tutto ...
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La favorita del Mahdi (pagina 61)
di Emilio Salgari (estratti)
... Ah! Tu sei sorpresa di vedermi qui, in questa capanna? Tu mi credevi nelle mani di tuo fratello, laggiù, a Chartum non è vero? Elenka, sai che vengo a fare io qui? La greca per un istante annichilita dallo spavento, ritrovò ben presto tutto il suo coraggio e la sua straordinaria energia ... —Ho udito tutto e so tutto, Elenka; non riescirai no con degli inganni ad arrestare la morte che pende sul tuo capo ... Fra dieci minuti bisogna che tutto sia terminato ...
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La favorita del Mahdi (pagina 81)
di Emilio Salgari (estratti)
... Mentre il greco, messo colle spalle al muro e torturato, confessava tutto ciò che i suoi nemici volevano sapere, Medinek, sfuggito miracolosamente alla pistolettata dello scièk Abù-el-Nèmr, trottava come un cavallo per le oscure e fangose vie della città, cercando la capanna dello scièk El-Mactud ... —Che hai?… perchè sei qui solo? Che è accaduto? chiese egli tutto d'un fiato, trascinandolo accanto al fuoco che ardeva in un angolo del tugul ... B'Allai! Sono tutto scombussolato! Medinek non si fece pregare ... —Ma allora è perduto! esclamò lo scièk quando ebbe tutto udito ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 8)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Il perchè voglio che quella via, che ci resta, la consumiamo nel ragionamento cominciato, toccando brevemente quel che vi rimane, e che più particolarmente mi dica quelle cose, di che leggiermente passando m'hai accennate: se nessune però ce ne sono, acciocchè io possa raccorre il tutto di quelle che noi disputiamo, quasi come se io avessi mangiate le cose ben digerite ... Nè la Farmaceutria di Virgilio è simile in tutto a quella di Teocrito ... Circa il movimento e dove siano portate dal demonio, e circa il luogo dove elle siano posate, non dovea parerti cosa maravigliosa, però che quel che per sua natura suole ingannare, è doppio, è vario, e quello ch'è verace si fonda in sulla simplicità, e questo si può vedere nelle finzioni de' poeti, varie e ripugnanti tra loro, e bene spesso nelle storie: quando dicono la cosa in più modi: e parimente nell'opinioni de' filosofi, e nelle risposte de' iureconsulti; ma non avviene già così nelle scritture de' teologi, perchè nelle cose lor proprie non hanno discrepanza nessuna, cioè in quei precetti ch'appartengon alla fede, e al viver necessario per la salute, sono in tutto e per tutto consonanti, e concordi in fra di loro; e però il demonio maligno e fallace, bugiardo, e amico della discordia, così vario, e muta mantelli, per dir così, che è un vocabulo tratto dagli studiosi della lingua latina, da quelle favole di che abbiamo già parlato: le quali scherzando dicevano, che gli uomini si trasformavano in lupi: di poi così, come il demonio ingannava quegli antichi filosofi sotto specie di dottrina, cioè Pittagora, Empedocle, Apollonio e altri simili (usando lacci a quelli che facilmente gli parea di potere ritenere) così tirava già le donnicciuole con lascivia, e con lo sbevazzare, e similmente oggidì tira gli uomini, dalle qual cose molti filosofi abborrirono ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 9)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Il sepolcro, ovvero il deposito, insino al tempo di Filostrato non si trovava, avvenga che da certi sciocchi fusse adorato per Dio: il qual culto mancò in poco tempo, come fanno anco gli altri inganni del demonio, e così cessorono gli oracoli dopo l'avvenimento di Cristo, de' quali quasi tutto l'universo era infettato, pure con i medesimi inganni ... Laonde se il demonio si pose già con quelli che si reputavano savi, e schernivagli di sorte che desse loro a credere cose contrarie, repugnanti e lontane in tutto dal vero, quale è la cagione che tu con tanta istanzia ti maravigli che nelle streghe del nostro tempo si trovino molti aggiramenti, e la più parte contrari fra di loro? Maravigliati piuttosto della potenza e sapienza di Cristo, che quello che innanzi al suo avvenimento, il demonio maligno persuadeva ai re, agli oratori, ed a' filosofi, come cosa grande, maravigliosa e degna d'ogni sapienza, ora a pena lo può persuadere agli uomiciatti ed alle donnicciuole, cioè che adorino lui, e che faccino quello che egli comanda, e che quello che già palesemente si faceva in tutto l'universo, per tutte le nazioni, come cosa onorevole e degna di lode, ora si faccia appresso di pochi, di nascosto, ed in luoghi remoti e solitari, come cosa brutta e piena di vituperio ... E considera (quello sopra tutto degno della gloria divina) il fondamento della fede Cristiana esser tanto fermo e saldo, che il demonio maligno non vuole che le streghe abbino affare seco, se prima non rineghino la fede nostra, non sprezzino i sacramenti, e non calpestino l'Ostia salutifera ... Bisogna replicare, non pure in presenza di due o tre testimonj, ma di molti: e poi anco di tutto il popolo, se tu vuoi scampare il martoro, a che ti condannano le leggi ... M'hai promesso di fare tutto quello che io ti comanderò, ed io per questo t'ho promesso non ti mettere nelle mani del Potestà, che ti faccia abbruciare secondo il costume antico ... Di grazia non mi tormentate più: vi prego mi diate tanto tempo ch'io ritorni in me, e di poi vi dirò tutto quello che ho fatto ... Sta di buono animo, e non dubitare che non ti mancherò niente di quello che io t'ho promesso, pure che tu anco mantenghi le promesse, nè c'inganni in cosa nessuna, manifestando tutto quello di che sarai domandata ... Tutto manterrò ...
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La via del rifugio
di Guido Gozzano (estratti)
... Trenta quaranta, tutto il Mondo canta canta lo gallo risponde la gallina ... Ma dunque esisto? O strano! vive tra il Tutto e il Niente questa cosa vivente detta guidogozzano! Resupino sull'erba (ho detto che non voglio raccorti, o quatrifoglio) non penso a che mi serba la Vita ... Verrà da sè la cosa vera chiamata Morte: che giova ansimar forte per l'erta faticosa? Trenta quaranta tutto il Mondo canta canta lo gallo canta la gallina ... L'ANALFABETA Nascere vide tutto ciò che nasce in una casa, in cinquant'anni ... Passare vide tutto ciò che passa in una casa, in cinquant'anni ... Poi rompe il silenzio immobile di tutto il tonfo malinconico d'un frutto che giunge rotolando sino a noi ... Tutto è fittizio in noi: e Luce ed Ombra: giova molto foggiarci a modo nostro! E se l'ombra s'indugia e tu rimuovine la tristezza ...
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La via del rifugio (pagina 2)
di Guido Gozzano (estratti)
... Tutto ritorna vita e vita in polve: ritorneremo, poichè tutto evolve nella vicenda d'un'eterna favola” ... Ma come, o Vecchio, un giorno fu distrutto il sogno della tua mente fanciulla? E chi ti apprese la parola nulla, e chi ti apprese la parola tutto? Certo, fissando un cielo puro, un fiume antico, meditando nello specchio dell'acque e delle nubi erranti, il Vecchio lesse i misteri, come in un volume ... Come dal tutto si rinnovi in cellula tutto; e la vita spenta dei cadaveri risusciti le selve ed i papaveri e l'ingegno dell'uomo e la libellula ... Discenderai al niente pel tuo sentiero umano e non avrai per mano la dolce sorridente, ma l'altro beveraggio avrai fino alla morte: il tempo è già più forte di tutto il tuo coraggio ...
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La via del rifugio (pagina 4)
di Guido Gozzano (estratti)
... Romantica Luna fra un nimbo leggero, che baci le chiome dei pioppi arcata siccome un sopracciglio di bimbo, il sogno di tutto un passato nella tua curva s'accampa: non sorta sei da una stampa del Novelliere Illustrato? Vedesti le case deserte di Parisina la bella non forse? Non forse sei quella amata dal giovane Werter? “ ... A chi lavori e speri Gesù concede tutte le delizie!” Dopo vent'anni, oggi, nel salotto rivivo col profumo di mentastro e di cotogna tutto ciò che fu ... Ma non ritorni! Sei come chi sia non stato mai, o tu che vai disperso nel tutto dalla gran Madre Natura ... tutto questo filo! ... ORA DI GRAZIA Son nato ieri che mi sbigottisce il carabo fuggente, e mi trastullo della cetonia risopita sullo stame, dell'erba, delle pietre lisce? E quel velario azzurro tutto a strisce si chiama “cielo”? E “monti” questo brullo? Oggi il mio cuore è quello di un fanciullo, se pur la tempia già s'impoverisce ... Non la voce così dell'Infinito, nè mai così la verità del Tutto sentii levando verso i cieli puri la maschera del volto sbigottito: “Nulla s'acquista e nulla va distrutto: o eternità dei secoli futuri!” SPERANZA Il gigantesco rovere abbattuto l'intero inverno giacque sulla zolla, mostrando in cerchi, nelle sue midolla i centonovant'anni che ha vissuto ... Tutto muore con gioia (Impara! Impara!) E forse ancora s'apre contro i poggi l'ultimo fiore e l'ultima crisalide ...
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La vita comincia domani (pagina 10)
di Guido da Verona (estratti)
... Ella intuì che il malato, frammezzo a tante parole, voleva sopra tutto conoscere una cosa: fino a qual punto ella non fosse più sua ... — Ed è allora che assale, non un rammarico solo della partenza, ma il rimpianto irremediabile di tutto quello che la vita poteva essere per noi ... Ed allora nasce verso gli uomini, anche verso quelli, sopra tutto verso quelli che ci hanno fatto male, un'affettuosità grande e stanca, una voglia quasi di render loro tutto il bene possibile, tutto l'amore possibile, perchè un solco di buona memoria continui dopo di noi ... Vorrei sapere se, infuori da tutto quello che si chiama una religione od una fede nell'inconoscibile del mondo, senti con certezza di appartenere a qualcosa che non finisce, a un Dio insomma ...
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La vita comincia domani (pagina 18)
di Guido da Verona (estratti)
... Gli piacque non solo il suo corpo, ma il vestito che portava, e quel suo nastro nero alla cintura, ed il rubino che le brillava sul dito come una goccia di sangue, ed il profumo del quale si era cosparsa, e la mano e la bocca ed i capelli, e sopra tutto la sua voce un po' velata, e sopra tutto la sua femminilità così piena di seduzione involontaria ... Oh, se ne ricordava come fosse trascorso un solo giorno! E da allora, proprio da quell'attimo, un gran dramma aveva pervasa la sua vita, gli era entrato come una paurosa novità, non nell'anima soltanto, ma nel cervello e nei sensi, fino a sconvolgere tutto quello ch'era stata fino allora la sua concezione delle cose, fino ad afferrarlo in una specie di possessione, contro la quale non c'era in lui nè fuori di lui rimedio alcuno ... La sua natura non gli consentiva di rimanere a mezzo di alcuna strada: o non percorrerla, o andar oltre, contro tutto, inesorabilmente, come su l'ala di un destino ... Per lui il malato era una cosa del tutto secondaria in quel momento; ciò che lo stordiva era di trovarsi davanti al grande clinico, al medico illustre, all'uomo di battaglia e di scienza che l'intero mondo ammirava come un prodigioso rinnovatore della medicina moderna ...
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La vita comincia domani (pagina 19)
di Guido da Verona (estratti)
... Era un invito, sì, ma detto nel modo con cui si propone ad alcuno di fare una cosa del tutto inutile ... Faceva tutto ciò con coscienza, assumendo nella sua faccia ruvida un non so che di grave, quasi d'intelligente ... Poi lo ricoverse con delicatezza: ancora una volta gli guardò le gengive, le membrane interne degli occhi, a lungo, e di tutto quell'esame non fece che dire: — Già ... Tutto gli raccontava, tranne, per un pudore involontario, le parole di quel pomeriggio, quand'ella era seduta presso il cembalo ed una striscia di sole feriva obliquamente la stanza, piena di polvere viva ... Finchè, un giorno, egli non fece che prendere le sue mani, poi, senza farle violenza, ma con quella voce che aveva ogni potere su lei e che pareva rimproverarle il silenzio come un disamore, le domandò: — Perchè mi nascondi qualcosa? perchè non mi dici tutto quello che sai? Ella non tacque oltre ...
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La vita comincia domani (pagina 20)
di Guido da Verona (estratti)
... Non farmi più mentire!» — E per un momento, con una specie di crudeltà voluttuosa, tutto quello che vi è d'immondo in me, nel mio cuore pieno di tormento, nella mia carne piena di vizio, mi ha fatto sentire l'odio, un vero odio, contro questa creatura malata che m'incatena al suo letto come un'infermiera, che si trangugia la mia gioventù come una medicina, mentre là, fuori appena dalla finestra, c'è il sole, c'è l'aria, c'è il vento ... Molte volte un atto infinitesimale di coraggio basterebbe all'uomo per risolvere tutto il problema della sua vita ... Senza busto, con i capelli raccolti da un pettine solo, ravvolta in una vestaglia di seta che la fasciava senza nasconderla, con i piedi scalzi nelle pianelle di raso orlate d'ermellino, il pizzo della camicia che si arruffava nell'incrociatura, ella raccolse contro di lui tutto il calore del suo corpo innamorato, sentendosi a poco a poco disperdere in un oblìo voluttuoso, come se al di là da tutte le angoscie, da tutte le servitù cui la vita incatena, ella non volesse più rimanere altro che l'amante, l'innamorata, la femmina perdutamente sua, nè volesse ormai conoscere altra disperazione oltre quella de' suoi baci ubbriacanti nella complicità e nell'ebbrezza d'una notte d'amore ... Tutto era silenzio intorno; pareva che la casa dormisse nel suo primo sonno, sebbene forse, dentro le occulte camere, non dormissero gli abitatori ... Ma come si tracciarono i confini? Come e da chi? Ah, ecco, intendo! All'estremo, all'ultima pietra milliare della comprensione, dove tutto si confonde in un color di miracolo, avete messo, — è incredibile! — questa parola che fa tornar da capo: «Dio» ...
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La vita comincia domani (pagina 24)
di Guido da Verona (estratti)
... Volevi dire che tra uomo ed uomo tutto è caduco e distruttibile, tutto può mutare improvvisamente, per un caso fortuito, perchè appunto noi siamo esseri caduchi e mutevoli, schiavi anzi tutto del senso che ci dómina con vera tirannia ... senza esitare, senza riflettere, la darei! — Allora perchè nasconderti fra queste parole? Smàscherati! Dà un nome a tutto questo: il suo vero nome! — No, no! — rispose Andrea con forza; — parliamo di noi, solo di noi ... Tutto si riesce a stritolare nella tanaglia della nostra volontà, non questo amore che imbeve la carne, lo spirito, e ci vieta persino quell'atto estremo di ribellione che tronca tutto: la morte ...
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La vita comincia domani (pagina 25)
di Guido da Verona (estratti)
... io no! — e tutto questo, lo riconosci ora? è meno grande che non sembrassero le mie parole ... Vedi come tutto questo è meno bello, meno grande che non paresse a te ... Ma, con un atto brusco, Andrea respinse quelle sue parole: — No: tutto questo non è vero! Tu vuoi «sapere», solamente «sapere»! Ti fai debole per fasciare la mia forza ... Tutto bisogna che finisca in putrefazione ... Ma c'è qualcosa che sopravvive a tutto questo, ed è la memoria di quello che siamo stati, tu ed io, là indietro, nella giovinezza ... una donna, dopo tutto, è una donna ... — balbettò l'avversario, esprimendo in quel solo monosillabo tutto il terrore che gli pervase l'anima ... L'amo! l'amo come te, disperatamente, con tutto il furore che può essere nell'agonia d'un uomo ... Tu, che senza volerlo m'hai preso tutto, mi devi pure un dono: dammi un veleno! Ora l'avversario l'aveva ascoltato senza guardarlo, con gli occhi fissi ad un punto magnetico nell'alta ombra, che vedeva egli solo ...
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La vita comincia domani (pagina 28)
di Guido da Verona (estratti)
... Non poteva invece far nulla di tutto ciò; era fermo, incatenato lì, vicino a quella sembianza d'uomo, sotto il potere di una forza incombattibile, che li stringeva entrambi nella stessa notte ... E gli pareva che mai più, mai più farebbe tutto questo, mai più godrebbe di queste inebbrianti gioie, perchè in quella notte, nel carcere di quelle quattro pareti, era accaduto qualcosa di enorme, qualcosa di finale, che soverchiava tutte l'altre possibilità ... » Il fantoccio si svitò un'altra volta, e questa volta parve che avesse una cerniera proprio nella schiena e che alcuno gli avesse dato un pugno proprio su la nuca, un pugno che tutto lo percosse ... Le braccia, con i pugni serrati, si tesero verso le ginocchia, i due piedi s'allungarono quasi per dare un calcio nel vuoto, il ventre si piegò sotto le costole come un mantice vuoto, e trafitto nel fianco da una specie di pugnalata ultima, tutto il corpo ciondolò da quella parte: il mento gli si confisse obliquo contro la sommità del petto ... Allora nel fantoccio immobile tutto si trasformò visibilmente: il colore, la forma, il peso, l'abito, l'atmosfera che gli stava intorno: tutto ... Anzi tutto rimuoverlo da quella stanza, sollevarlo su le proprie braccia, e nel buio, senza rumore, traversando il corridoio, portarlo a giacere nel suo letto ... Egli vide tutto questo con precisione, come se un altro lo dovesse fare in sua vece; poi sùbito, con quella rapidità d'azione che in lui seguiva il pensiero, comandò a sè stesso: — «Ubbidisci!» «Ubbidisci!» In tante ore della vita gli era stato necessario darsi questo comando breve ... Ed era, non la sua stessa voce, ma la voce d'un tiranno interiore che glielo gridava contro i timpani, che inchiodava questa parola nella sua volontà a colpi di martello, facendolo tutto vibrare ...
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La vita comincia domani (pagina 31)
di Guido da Verona (estratti)
... Il capo s'era insaccato fra i guanciali, ond'egli risollevò di peso tutto il busto, lasciandolo poi ricadere, affinchè la testa prendesse nel cuscino la sua positura naturale ... Gli parve che tutto il mondo in quell'attimo avesse un colore di miracolo, e solo percepiva, con una specie di attenta gioia, il fluire del Tempo ... » La tua parola è: «Potere!» Aspirò un largo sorso di quell'aria vivida, così gran sorso quanto spazio era ne' suoi polmoni capaci, e ripetè a sè stesso con la forza di una intimazione: — «Sì, potere! Potere con gioia!» Allora la faccia di colei che amava gli risalì nell'anima come la ghirlanda del suo peccato, e gli parve che affiorasse nel suo pensiero da una profondità quasi remota, per essere la sfera, il cardine, intorno a cui roteava tutto lo splendore dell'universo ...
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La vita comincia domani (pagina 32)
di Guido da Verona (estratti)
... le cose tutte visibili portavano il segno impresso di questa ebbrezza del suo cuore! Tutto le assomigliava, tutto proveniva da lei; era nel tempo e nello spazio, nell'attimo e nell'eterno, era l'arteria della sua vita molteplice, era, nel suo mondo negativo, la conclusione sintetica ed infinita che il credente riassume in Dio ... Ma lo turbava il pensiero di trovarla nel suo letto, spogliata, e gli parve a tutta prima inverosimile di potersi ancora una volta ritrovare con lei, parlarle, dirle sopra tutto quella parola ch'era necessario dire ... Allora ne misurò in sè stesso tutto lo spavento, e gli parve che, più del fatto, fosse impossibile a dirsi la parola ... Egli ebbe un momento la tentazione di farla patire, d'infliggerle un tormento che fosse uguale al suo; ma l'amava, l'amava, era tutto il suo mondo, la vita era piena di lei ... Che piccola cosa era per lei, in quell'attimo, tutto il resto del mondo! Com'era sua fino all'ultima vena, senza pensiero, senza lotta, senza dubbio, sua con felicità! — Mi ami? ...
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La vita comincia domani (pagina 38)
di Guido da Verona (estratti)
... Giuntagli ora la notizia della morte di Giorgio Fiesco, Tancredo non aveva indugiato in lunghi dubbi, e cacciate alla rinfusa le sue poche robe in una sacca sfiancata, empitosi di mezzi toscani il portasigari sdruscito, contate nel voluminoso portafogli le poche centinaia di lire ch'erano pressochè tutto il suo bene, aveva chiamato con robusta voce la serva-consorte che gli faceva da massaia, e le aveva dato l'ordine di far scendere la sua borsa in portineria ... Cosa sono centomila lire per il mio povero fratello? Dopo tutto siamo nati dallo stesso grembo! Lo so: c'è la moglie; ma non hanno figli ... Allora Tancredo fece un sogno, che non era del tutto un sogno e che appunto lo seduceva per la sua possibilità ... — Volevo scendere all'albergo, ma non conosco il luogo, e, sopra tutto, il desiderio di veder súbito il mio povero fratello m'ha spinto a venir qui ...
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La vita comincia domani (pagina 43)
di Guido da Verona (estratti)
... Ma non bisogna credere a tutto ... Del resto, come spieghi tu il fatto che quel povero diavolo non aveva chiuso ancora gli occhi e già tutto il paese mormorava la stessa cosa: — L'hanno? ... Perchè una cosa giungesse ad interessarlo, bisognava che toccasse da vicino la sua propria persona; ed allora quest'essere apatico trovata in sè un'improvvisa e feroce gagliardìa per piombare su tutto quello che poteva essergli utile, come sopra una legittima preda ... Ora, davanti a tutto quello che aveva udito, non trasse che una piccola riflessione ... «Pazienza! Non sarà stato un viaggio del tutto inutile ...
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La vita comincia domani (pagina 45)
di Guido da Verona (estratti)
... A lui pareva che tutto dovesse avere un limite, anche il dolore per un morto, e trovò che in fondo esageravano un poco ... — rispose livido il Salvi, che per tutto quel discorso aveva trattenuto il respiro ... — Dopo tutto ero il solo parente ... Tutto questo può esser ancor naturale ...
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La vita comincia domani (pagina 48)
di Guido da Verona (estratti)
... Ho le mie valige pronte, nelle valige tutto un vestiario che non porto mai quando non sono in funzioni ... Verso il prossimo che si vuol sfruttare bisogna anzi tutto e sopra tutto non puzzar di miseria ... Il giornale vi serve a tutto, vi fa tutto: è la balia ed il carabiniere dell'uomo ... E non è tutto ... Cosa potreste chiedere di più ad un giornale, che dopo tutto vi costa un miserabile soldo? ... Tutto continuava senza meta, nell'infinito inutile andar del Tempo ... V'è un giorno della vita il quale pare che raccolga in sè la conclusione di tutto quel che si fece, il seme di tutto quello che si farà ...
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La vita comincia domani (pagina 50)
di Guido da Verona (estratti)
... Lo studiolo terreno dava sul giardino; l'aiuola correva lungo la muraglia; un grande albero d'olea fragrante nasceva poco in là dalla finestra, tutto bianco della sua fioritura; i ramoscelli poggiavano contro i vetri; nell'aprir questi, entravano ... Tutto questo lo stupiva un poco, gli dava non so quale sensazione d'irrealità, quasi non fosse più così utile come una volta curare i malati, ascoltare quel che dicevano, saper esattamente di che male soffrivano ... Egli era stato lontano alcun tempo, e tutto era in ordine, tutto s'era compiuto e si compiva con la regolarità consueta ...
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La vita comincia domani (pagina 53)
di Guido da Verona (estratti)
... Chè se invece questo Ateneo, dove, nella più alta misura delle proprie forze, ciascun professore dedica giornalmente a voi giovani la sua più bella e più serena fatica, fosse per divenire un luogo sedizioso, dove si carpiscon laure con scioperi di studentaglia e con fracasso di vetri spezzati, io per il primo non vorrei più rimetter piede in queste aule, dove con tutto amore, con tutta fede, credevo di educar familiarmente una libera e franca gioventù, la quale sapesse fermamente che non bisogna mai, mai, trovarsi dieci contr'uno per avere in dieci quel coraggio che uno solo non ha ... Il mattino, al primo destarsi, lo stringeva un attimo di perplessità, e, per una pigrizia del tutto morale, avrebbe voluto continuare quel sonno, quel vuoto e opaco sonno che gli pareva quasi una immensa camera buia ... Soltanto gli pareva ormai che tutto questo fosse divenuto una vecchia abitudine automatica e vana ... Curare gli uomini, insegnare ad uomini, comandare sopra uomini, cercare indefessamente una verità, stabilire un principio, sentirsi alto, potente, solo, — tutto questo gli era piaciuto un giorno, gli era sembrato sommamente utile, sommamente necessario ... Gli pareva di tornar da capo con tutto il suo cervello pensante alla ricerca delle ragioni d'ogni cosa ...
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La vita comincia domani (pagina 54)
di Guido da Verona (estratti)
... Tutto le assomigliava, tutto proveniva da lei; era nel tempo e nello spazio, nell'attimo e nell'eterno, era l'arteria della sua vita molteplice, era, nel suo mondo negativo, la conclusione sintetica ed immensa che il credente riassume in Dio ... Amandola, questo ribelle, questo anarchico, sentiva di ubbidire; di ubbidire non a lei forse, nè al cieco dominio della sua propria passione, ma quasi ad una legge di natività, immemorabile come la vita, più necessaria e più semplice di tutte l'altre da lui contemplate, — «una legge di dedizione e di generazione, ínsita in tutto ciò che vive, radicata nell'elemento stesso del mondo, la legge per cui tutto continua, la sola che tutto comprende, ciò che veramente è l'anima delle cose, il Dio non creato dagli uomini ... tutto questo ha nome: « Domani » ... Ora non capiva più come avesse potuto fare tutto questo; anzi la memoria d'averlo pur compiuto lo lasciava leggermente sorpreso, come se ciò fosse stata l'opera d'un altro ...
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La vita comincia domani (pagina 55)
di Guido da Verona (estratti)
... » Una curiosità malsana cominciò ad agitare quella calma popolazione; tutto il giorno v'era gente che si aggirava nei pressi del cimitero, discorrendo a bassa voce; taluni andavano a visitare la tomba recente, quasi per interrogarla sopra il suo mistero; di notte i lumi si spegnevano più tardi che per il consueto e certi orribili sogni scendevano a turbare la fantasia di que' semplici lavoratori ... Ma non era del tutto impreparato ... Qualche indizio lo aveva pur sorpreso; certe vaghe ombre nelle fisionomie della gente, certi mormorii, qua e là, per i cascinali, non gli eran del tutto sfuggiti ... Allora la sua collera cadde; gli si aperse un enorme spavento nel cuore, perchè, di colpo, non si sentiva più del tutto certo che dicessero il falso ... Se appena stava zitta, le usciva, nel cucire, una puntina di lingua rossa tra le labbra sottili; ma questo non accadeva quasi mai, perchè parlava di continuo come un mulino a vento, e di tutti e di tutto parlava con estrema volubilità ...
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La vita comincia domani (pagina 56)
di Guido da Verona (estratti)
... Allo scampanellare che fecero, anzi tutto rispose il ringhio asmàtico di Volapuk, un decrepito can barbone, fegatoso come una zitella ed irsuto come un istrice; poi Saverio accorse, e ricevette gli ospiti con un formidabile: Urrà! — Dunque? dunque? — non cessava dal ripetere, facendoli entrare in un salottino, dove ambedue cominciarono a carezzar l'omino accerchiandolo d'infinite premure ... Ma io non intendo affatto prendere questa via, prima di tutto perchè non voglio denaro, poi perchè venire a patti col Ferento sarebbe assurdo ... » — «Estorcere denaro ad un milionario, è un conto; rovinare del tutto un uomo, non mi sembra più la stessa cosa ... Il raccoglitore di farfalle cominciò con un aforisma: — Voi dovete innanzi tutto sapere che l'uomo è naturalmente nemico del proprio secreto ...
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La vita comincia domani (pagina 58)
di Guido da Verona (estratti)
... Ma quando è appunto un uomo, con la sua forza, con la sua potenza, con la sua dura volontà, quegli che rende inespugnabile tutto un ordine d'idee contro le quali si combatte, allora diventa inevitabile un duello del capo contro il capo, finchè il più forte vinca ... — Allora? — fece l'onorevole per spinger oltre quella conversazione che non gli pareva del tutto oziosa ... — Tuttavia, — insistè il Metello, — mi permetto di farle osservare, a mia difesa, che, se mi sono ingannato nell'attribuirle un nemico immaginario, dieci anni di attenzione indefessa alla sua opera valorosa eran là per convincermi di questo errore, poichè la vita degli uomini che governano i partiti cade necessariamente in dominio del pubblico e sopra tutto dei loro partigiani ... — Ma tutto questo non è possibile! — esclamò, dopo una lunga pausa, guardando con una specie di compassione que' due meschini uomini che pretendevano di aver catturata una così bella preda ...
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La vita comincia domani (pagina 59)
di Guido da Verona (estratti)
... — Tutto questo infatti, — ammise il Metello, — ha l'aria d'una favola, o per lo meno d'una millanteria ... zitti! — E levatosi, andò ad accertarsi che le due porte fossero ben serrate, quella sopra tutto che immetteva nel corridoio ed era una porta vetrata ... — Si tratta innanzi tutto, — lo interruppe l'onorevole con una voce sbrigativa, — di dimostrarmi che i fatti stanno come loro affermano, cioè che non si siano per caso fatta un'illusione qualsiasi, nè involontariamente, nè ... — Questa è sopra tutto la cosa che m'interessa, — incalzò nervosamente il Donadei ...
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La vita comincia domani (pagina 60)
di Guido da Verona (estratti)
... Però, ecco, vedano, a me preme anzi tutto far loro una dichiarazione ... Non potrei dunque partecipare a tutto ciò, se non nella mia veste di uomo politico e per quel dovere imprescindibile che mi viene imposto dalla mia qualità di Direttore d'un giornale cattolico ... Tutto ciò era come l'ondata che soverchia la diga ed ogni cosa travolge; accadeva nella vita uniforme d'ogni giorno il tragico fatto clamoroso che innamora e spaventa la folla ... Ma egli non avrebbe indietreggiato! Poichè gli pareva che tutto fosse lecito nel mondo, tranne che indietreggiare ... Qui è tutto il problema, o giudici sereni: — Abbiamo noi il diritto, noi che studiammo la morte come una scienza precisa, noi che salvammo tante creature, le quali non appartenevano al nostro cuore, noi che vediamo il segno infallibile delinearsi nella materia moritura, abbiamo noi il diritto, in certi casi, d'impadronirci della morte? E chi me lo vieta, se io non credo nell'uomo divino, come non credo nel miracolo che nessuno mai vide? Perchè dunque rimarrei spettatore neghittoso d'un breve indugio davanti al sepolcro inevitabile, quand'esso deve trascinare con sè, nel suo calamitoso cerchio, un'altra vita gonfia di albore, la quale ambisce a splendere con libertà e con gioia? La natura non m'insegnò a rispettare ciò che vive; tanto meno ciò che muore ...
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La vita comincia domani (pagina 66)
di Guido da Verona (estratti)
... Il suo delitto, anch'egli quasi lo dimenticava: era necessario anzi tutto vincere, e vincere con magnificenza, per la causa di quelli ch'erano con lui; vincere anzi con crudeltà, spazzando il nemico, poich'egli portava una bandiera, e le bandiere non debbono mai soffermarsi a mezza strada ... Tutto era un gioco di dadi entro un bossolo truccato, e la bacchetta magica poteva per la maraviglia far spalancare le bocche degli spettatori ... Leonardo Niscemi, eretto a giudice d'un uomo e ad arbitro d'una grande contesa, pensava innanzi tutto a non giocar la propria carta sul tavoliere perdente, poi a servire la Giustizia, questa bella parola gonfia e luccicante come una bolla di sapone ... Tancredo Salvi narrò al giudice tutto quanto eragli occorso durante la visita funeraria, ed il risultato di questi colloqui, fu che il giudice ordinasse il disseppellimento del cadavere, onde sottoporlo a necroscopìa ...
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La vita comincia domani (pagina 69)
di Guido da Verona (estratti)
... Salvatore Donadei credeva di combattere per un'idea sua propria, mentre in verità non faceva che combattere contro le idee dell'altro; supponeva di avere un'ambizione sua propria, la quale non era nata invece che dal desiderio di misurarsi con la potenza dell'altro; e sopra tutto l'odiava, perchè il Ferento, invece di raccogliere la sua sfida, non si era mai curato d'altro che di squassarlo da sè come un piccolo avversario importuno ... Giunta l'ora in cui tutto ciò gli parve possibile, questo uomo cauto e pieno d'insidie si lasciò quasi ubbriacare dalla sua crudele speranza ... Ora egli camminava leggermente, esagitando fra sè stesso le più remote conseguenze di tutto quello che stava per accadere, ed anzi era particolarmente gaio, per aver avuta in quel giorno un'idea felice, che Ippolito Sandonato si accingeva per l'appunto a mettere in opera ... » Non vide, non udì più nulla; un cerchio rosso, che si partiva dalle sue stesse pupille, occupò la vuota órbita che gli roteava tutto all'intorno ... poi di cacciarsi avanti, frammezzo a quella moltitudine e di gridare con tutto il suo fiato: — Non io! non io! ...
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La vita comincia domani (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)
... La sua concezione della vita escludeva nel modo più scientifico tutto quanto è miracolo, tutto quanto è rivelazione; escludeva il Dio perpetuo ed immemorabile, che può non nascere nè morir con l'uomo ... Tutto questo che altri compendiano con ubbidienza e con pace intorno ad un intimo focolare, a lui veniva traverso il dramma, dopo ch'era salito in cima alla montagna del mondo, e aveva gridato nel vuoto la sua parola magnifica: — «No!» IX Frattanto, nella casa di Giorgio Fiesco, Novella aveva messo al mondo il figlio di Andrea ... I suoi capelli dormivano accanto a lei, raccolti a fascio dietro la nuca scintillante; le sue narici, volte verso il lume, parevan tinte di roseo, mentre la bocca era del tutto scolorata ...
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Le femmine puntigliose (pagina 18)
di Carlo Goldoni (estratti)
... ELEONORA Dopo che ha mangiato tutto il suo, anderà a mangiare quello degli altri ... BEATRICE Se sapeste tutto, è innamorato morto di colei ... CLARICE Non avete impegno con un ministro? BEATRICE Quando devo dirvi tutto, l'ho fatto per compiacere unicamente il caro signor Conte Lelio ... ELEONORA Sicché il signor Conte Lelio è causa di tutto ... LELIO (Se potessi dir tutto, non parlereste così) (a Beatrice) ...
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Le smanie per la villeggiatura
di Carlo Goldoni (estratti)
... Si fa fare delle mantiglie, de' mantiglioni, delle cuffie da giorno, delle cuffie da notte, una quantità di forniture di pizzi, di nastri, di fioretti, un arsenale di roba; e tutto questo per andare in campagna ... Le ore passano, si ha da partir da Livorno innanzi sera, e vo' che tutto sia lesto, e non voglio, che manchi niente ... PAOLO Ella comandi, ed io farò tutto quello, che potrò fare ... LEONARDO Prima di tutto, facciamo un poco di scandaglio di quel, che c'è, e di quello, che ci vorrebbe ... Vossignoria non è obbligata di fare tutto quello, che fanno i marchesi fiorentini, che hanno feudi e tenute grandissime, e cariche, e dignità grandiose ... PAOLO Faccia tutto quello, che le detta la sua prudenza ... Fa' bene tutto, e torna colla risposta ... Ella dice, che dee tollerarlo per compiacere il padre; che è un amico di casa, che non ha veruna inclinazione per lui; ma io non sono in obbligo di creder tutto, e questa pratica non mi piace ... Tutto consiste nel buon gusto di scegliere colori buoni, che si uniscano bene, che risaltino, e non facciano confusione ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 2)
di Carlo Goldoni (estratti)
... VITTORIA Andate dal sarto, ed obbligatelo a lasciar tutto, ed a terminare il mio mariage ... LEONARDO Certo, mi ha dato speranza di venir con noi, e intende di farci una distinzione; ma siccome è uno di quelli, che si cacciano da per tutto, e si fanno merito, rapportando qua, e là i fatti degli altri, convien guardarsene, e non fargli sapere ogni cosa; perché se sapesse le vostre smanie per l'abito, sarebbe capace di porvi in ridicolo in tutte le compagnie, in tutte le conversazioni ... Gioca a tutto, è sempre allegro, dice delle buffonerie, mangia bene, fa onore alla tavola, soffre la burla, e non se ne ha a male di niente ... Vuol saper tutto ... Vuol saper quel che si fa, quel che si mangia, e poi lo dice per tutto ... VITTORIA Oh! io non farei questa vita per tutto l'oro del mondo ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Prima, era costui picciolo di persona, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e aspre come setole di porco, l'orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labro di sotto pendente a guisa di cavallo, la barba folta sotto il mento e cadente come quella del becco, il naso adunco e righignato all'insù, con le nari larghissime; i denti in fuori come il cinghiale, con tre overo quattro gosci sotto la gola, i quali, mentre che esso parlava, parevano tanti pignattoni che bollessero; aveva le gambe caprine, a guisa di satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso; le sue calze erano di grosso bigio, e tutte rappezzate sulle ginocchia, le scarpe alte e ornate di grossi tacconi ... In somma costui era tutto il roverso di Narciso ... RE Orsù, addimandami ciò che vuoi, ch'io son qui pronto per darti tutto quello che tu mi chiederai ... RE Perché non ti poss'io dare tutto quello che tu brami? BERTOLDO Io vado cercando felicità, e tu non l'hai; e però non puoi darla a me ... Partissi dunque Bertoldo, e andatosene a casa e pigliato uno asino vecchio, ch'egli aveva, tutto scorticato sulla schiena e sui fianchi e mezo mangiato dalle mosche, e montatovi sopra, tornò di nuovo alla corte del Re accompagnato da un milione di mosche e di tafani che tutti insieme facevano un nuvolo grande, sì che a pena si vedeva, e gionto avanti al Re, disse: BERTOLDO Eccomi, o Re, tornato a te ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 3)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... questa che gli è saltata nel capo? BERTOLDO Io non ti so dire altro, e t'ho detto tutto quello che a lui ho udito dire; a voi donne sta il diffendervi, prima che il male vada più avanti ... Partito Bertoldo, Aurelia credendosi che ciò fusse la verità, subito andò a trovare le sue vicine e gli fece palese quel tanto che da Bertoldo aveva udito; le quali, udendo tal cosa, entrarono in tanta smania e in tanta furia che gettavano fuoco per tutto; e in meno d'un'ora si sparse tal nuova per tutta la città; onde si raccolsero insieme più di due milla femine, le quali, avendo discorso gran pezzo sopra tal fatto, si risolsero alla fine di andar a trovar il Re e quivi alla sua presenza gridar tanto e far tanto romore, che esso, vinto dalla loro importunità, si risolvesse a fare che la legge da lui nuovamente imposta non andasse più avanti ... E così, tutte piene di rabbia e colme di sdegno, andarono a corte e ivi gionte cominciarono a fare i più gran strepiti e le maggior grida del mondo, a tale che il Re era quasi stordito, né sapendo la cagione di così gran tumulto, restò tutto confuso e pieno di maraviglia; laonde non potendo più sopportar tanta insolenza, tratto dalla colera e dallo sdegno, fu sforzato di ponere la pazienza da una banda nell'ultimo ... Ah, sesso ingrato e discortese, quando feci io tal legge? Levatevi or ora dalla presenza mia e andate alla malora, seme ribaldo e importuno, che adesso io conosco chiaramente che donna non vuol dinotare altro che danno e femina semina zizanie e discordie, che dalla casa ov'ella si parte si tira dietro ciò che può col rastello, e dove ella entra vi porta la fiamma e il fuoco; ella è una sentina d'inganni e di tradimenti, un baratro infernale nel quale si sentono di continuo i pianti e i lamenti de' miseri mariti; elle sono la ruina de' padri, tormento delle madri, flagello de' fratelli, vergogna de' parenti, consumamento delle case, e in somma elle sono pena e afflizzione di tutto il genere umano ... Partite le donne e quietatosi alquanto il Re, Bertoldo ch'era stato in disparte ad ascoltar il tutto, essendogli riuscito il suo disegno, si fece, ridendo, innanzi al Re e gli disse: BERTOLDO Che dici, o Re? Non ti diss'io che prima che tu andasti a letto il giorno d'oggi tu leggeresti il libro alla roversa di questo che ieri dicesti in lode delle donne? Or vedi, ch'elle ti hanno chiarito ... RE Tu sei stato un grand'inventore, ma però di malizia, e tu hai quasi causato un gran disordine oggi, e hanno avuto mille raggioni, non che una, a muoversi ad ira contro di me; e non potevo credere che il sesso donnesco fusse così privo di cervello che si movesse a far tanto rumore senza grandissima cagione; e qual maggior occasione di questa gli potevi tu dare a farle irritare verso di me? E a me parimente hai dato occasione di dire contro di loro quello ch'io non vorrei aver detto per tutto l'oro del mondo; e ne son dolente e pentito, e torno a dire che la donna è un fonte di virtù, un fiume di bontà, un giardino di costumi, un monte di benignità, un prato di gentilezza, un campo di cortesia, un specchio di prudenza, una torre di magnanimità, un mare di pudicizia, e un fermo scoglio di costanza e di fermezza ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 5)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Allora Bertoldo voltossi verso Fagotto, qual era tutto calvo, come già vi dissi, gli sputò in mezo della testa, onde costui alterato si querelò innanzi al Re dell'ingiuria fatta ... RE Che cosa fa tuo padre, tua madre, tuo fratello e tua sorella? BERTOLDO Mio padre d'un danno ne fa due; mia madre fa alla sua vicina quello che non gli farà mai più; mio fratello quanti ne trova, tanti ne ammazza; e mia sorella piange di quello ch'ella ha riso tutto quest'anno ... Mia sorella tutto quest'anno s'è dato trastullo con il suo marito, e ora piange nel letto i dolori del parto ... Andò dunque Bertoldo e prese un secchio di latte e secretamente lo portò nella camera del Re e serrò tutte le finestre, ed era mezogiorno ed entrando il Re nella camera venne a urtare nel detto secchio di latte e lo roversò tutto, e poco vi mancò ch'ei non cadesse con la faccia per terra; onde tutto irato fece aprire i balconi e, vedendo quel latte sparso per terra ed esso avere urtato in quel secchio, cominciò a gridare, dicendo: RE Chi è stato colui che ha posto quel secchio di latte nella camera mia e ha serrato le finestre acciò ch'io v'urti dentro? BERTOLDO Sono stato quell'io, per provarti che il giorno è più bianco e più chiaro del latte, perché se il latte fosse stato più bianco del giorno egli t'avria fatto lume per la camera e non averesti urtato nel secchio, come hai fatto ... Venne dunque il messo inanzi, e fatto la debita riverenza al Re, gli porse la carta in mano, il cui contenuto era questo, che le matrone di quella città, cioè le più nobili, bramavano, anzi pur dimandavano liberamente al Re di potere esse ancora entrare né consigli e reggimento della città, come erano i loro mariti, e metter fave e balottare, e udire le querele e sentenziare, e in conclusione di fare anch'esse tutto quello che facevano quelli del Senato e primati della città, allegando che ve n'erano state dell'altre che avevano retto imperii e regni con tanta prudenza, e più tal ora che non avevano fatto molti re e imperatori passati, e che molte erano uscite alla campagna armate e avevano diffesi i loro stati e regni valorosamente, e che perciò il Re non doveva rifiutarle ma accettarle e far partecipe ancor loro di quanto addimandavano, perché pur loro pareva strana cosa che gli uomini avessero il dominio d'ogni cosa e che esse fossero tenute per nulla; alludendo nel fine che tanto esse sariano secrete nelle cose d'importanza quanto gli uomini e forse più, e di ciò la ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 11)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Il che poi detto, subito fece comparire quattro de' suoi serventi con un buon bastone per uno, i quali tosto cominciarono a bastonare il povero sbirro, il quale, sentendosi tempestare con tanta rovina, incominciò a gridare e raccomandarsi; ma nulla gli giovò perché coloro lo lasciarono in terra come morto, né bastò di questo, ché la Regina lo fece tornar nel sacco e portarlo a gettar nel fiume, e così quel povero disgraziato tirò le doble di peso, mal per lui, e in cambio di prender moglie s'ammogliò nell'Adice del tutto ... Bertoldo sta nel forno e la Regina il fa cercar per tutto ... Dopo che l'infelice sbirro fu mandato a bere, si fece gran diligenza per trovar Bertoldo, ma per le pedate volte alla roversa non potevann comprendere ch'ei fosse uscito fuori di corte, e la Regina lo fece cercar per tutto con animo risoluto di farlo impiccare, parendogli pur grave la beffa della veste e dello sbirro ... Bertoldo viene scoperto nel forno da una vecchia, e si divulga per tutto la Regina esser nel forno ... Stava dunque il misero Bertoldo in quel forno e udiva il tutto e cominciò a temere molto della morte e si pentì d'esser mai andato in quella corte e non ardiva d'uscire fuori per non essere preso, sapendo che la Regina gli aveva mal animo adosso; e ora tanto più avendogli fatto la burla dello sbirro e della veste, dubitava ch'ella non lo facesse impiccare ... Udendo il Re simil fatto, dubitò che Bertoldo avesse portato la Regina in quel forno, perché lo conosceva tanto tristo che credeva ch'ei potesse fare ogni cosa, e le strattagemme del passato maggiormente gli crescevano il sospetto; onde subito andò alla camera della Regina e la trovò ch'ella era tutta arrabbiata; e inteso da lei la beffa della veste, si fece condurre a quel forno e guardando in esso vidde costui nel detto avviluppato nella veste della Regina, e tosto lo fece tirar fuori, minacciandolo della morte; e così fu spogliato della veste il povero villano e restò con gli suoi strazzi intorno; e tra che esso era brutto di natura e avendosi tutto tinto il mostaccio nel detto forno, pareva proprio un diavolo infernale ...
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Libro proibito (pagina 2)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... Non mi dichiaro ateo nel senso letterale della parola, ma siccome il mio Dio non assomiglia punto a verun di quei tipi da gran babbau inventati per far paura alla gente, così me lo tengo tutto pel mio esclusivo consumo ... In fatto di letteratura e di musica, tu sei forse uno di quelli che accettano per buona moneta tutto l'orpello delle nuove teorie ... Dopo Dante e Bocaccio, ottennero una effimera voga il cavalier Marino e l'abate Chiari; l'Arcadia impecorì tutto un secolo; le fiabe di Carlo Gozzi e i drammi sepolcrali dell'Avelloni soperchiarono per qualche tempo la buona commedia ... Ammirare tutto che si produce di stravagante e di laido per ciò solo che si discosta dall'usato, non è, come si pretende da taluno, incoraggiare il genio a tentare dei nuovi orizzonti; è favorire l'aberrazione, farsi compiici d'uno sfacelo ... Non è gente che abborra dal leggere; al contrario, leggon molto, leggon tutto—ben inteso, tutto quello che vien loro donato o prestato ... —Non v'è più un soldo in cassa?
ANNUNZIO FUNEBRE Consunto al gioco e in femmine
Degli avi il patrimonio,
Ieri moría di sincope
Il cavalier Landonio;
Niun pianse allor che il lùgubre
Caso in città fu noto;
Solo gli eredi in lacrime
Dicean: lasciò un gran vuoto!
A GIOVANE LETTERATO Per esser buon scrittore
Voglionsi ingegno e cuore;
Non t'impancare a scole,
Non pensar come vuole
La moda; scrivi quello
Che ti detta il cervello;
Sii naturale, schietto,
Onesto—e sarai letto
I NOSTRI TEMPI La vera sintesi
Dell'età nostra
Con breve distico
Qui si dimostra:
«Tutto si compera,
Tutto si vende,
E carta sudicia
Per ôr si spende ...
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Marocco
di Edmondo De Amicis (estratti)
... A tre ore di là, il nome del nostro continente suona quasi come un nome favoloso; cristiano significa nemico, la nostra civiltà è ignorata o temuta o derisa; tutto, dai primi fondamenti della vita sociale fino ai più insignificanti particolari della vita privata, è cambiato; e scomparso fin anche ogni indizio della vicinanza d’Europa ... S’è in un paese sconosciuto, al quale nulla ci lega e dove tutto ci resta da imparare ... Di tutto questo popolo incappato, una parte si muove lentamente, gravemente e senza far rumore, come se volesse passare inosservata; gli altri stanno seduti o accovacciati lungo i muri, davanti alle botteghe, agli angoli delle case, immobili e cogli occhi fissi, come le popolazioni pietrificate delle loro leggende ... L’andatura, gli atteggiamenti, il modo di guardare, tutto è novo per noi; tutto rivela un ordine di sentimenti e d’abitudini affatto diverso dal nostro; una tutt’altra maniera di considerare il tempo e la vita ... E così si gira l’intera città, che ha per tutto la stessa bianchezza abbagliante e la stessa aria di mistero, di tristezza e di noia ... Da un lato v’è una fontana sempre circondata d’arabi e di neri affaccendati ad attinger acqua con otri e brocche; da un altro lato stanno tutto il giorno sedute in terra otto o dieci donne col viso imbacuccato, che vendon pane ...
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Marocco (pagina 5)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Sapevo che ai santi tutto è lecito, e non volevo espormi a ricevere una legnata tra capo e collo come il signor Sourdeau, console di Francia, o uno sputo nel viso come il signor Drummond Hay ... Era un vecchio, tutto faccia e tutto pancia, coi capelli bianchi lunghissimi, una barbaccia che gli scendeva fin sul petto, una corona di carta intorno alla fronte, un mantello rosso sbrandellato sulle spalle e in mano una piccola lancia colla punta dorata ... Era un mulatto, quasi tutto nudo, appena umano nel viso, tutt’una crosta immonda dalla testa ai piedi, e secco a segno che lasciava veder lo scheletro osso per osso, e pareva un prodigio che vivesse ...
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Marocco (pagina 8)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... In quei giorni però, quello che ce lo tirava intorno, era il desiderio d’ottenere, per mezzo nostro, il permesso d’unirsi alla carovana, e andare così a veder Fez, la grande metropoli, la sua Roma, il sogno della sua infanzia; e a questo fine ci prodigava inchini, sorrisi e strette di mano, con una espansione e una grazia che avrebbe sedotto tutto l’arem dell’Imperatore ... C’era un po’ della decorazione d’una chiesa, e insieme un’aria di teatrino, di sala da ballo, di reggia posticcia; ma piena di gentilezza e di grazia; e nella distribuzion della luce e nella combinazione dei colori, un effetto novo, un significato profondo, una corrispondenza meravigliosa con tutto ciò che noi avevamo sempre pensato e sentito, confusamente, di quel popolo; come se quella fosse la luce, per così dire, e il colorito della sua filosofia e della sua religione, e vedendo l’interno di quella casa, vedessimo per la prima volta dentro all’anima della razza ... Da una parte, in fondo, vi era il letto della sposa; dalla parte opposta quello di Maometto; tutti e due decorati di ricche stoffe, di un colore rosso carico, con sopra una trina; il pavimento coperto di grossi tappeti di Rabat; le pareti, d’arazzi gialli e rossi; e fra i due letti, il vestiario della sposa appeso al muro: busti, gonnelline, calzoncini, vestitini di taglio sconosciuto, di tutti i colori d’un giardino fiorito, di lana di seta e di velluto, gallonati e stelleggiati d’oro e d’argento; tutto il corredo d’una bambola da principessina; una vista da far girar la testa a un coreografo e morir d’invidia una mima ... Eran sapori di pomate, di cerette, di saponi, d’unguenti, di tinture, di cosmetici, di tutto ciò che si può immaginare di meno proprio a passare per ...
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Marocco (pagina 9)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La materia prima doveva esser buona: era pollame, montone, caccia, pesce; piatti enormi e di bella cera; ma tutto nuotante in salse abbominevoli, tutto unto, profumato, impomatato, tutto cucinato in maniera da parer più naturale di metterci dentro il pettine che la forchetta ... E ci fu qualcuno di noi che, per punto, mangiò di tutto! cosa consolante la quale dimostra che in Italia ci sono ancora dei grandi caratteri ...
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Marocco (pagina 16)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutto era ordinato militarmente ... Il cielo era tutto scintillante di stelle ... Il cielo era tutto color di rosa ad oriente ... Non si vedeva in tutto quello spazio nè una casa, nè una tenda, nè un armento, nè un nuvolo di ...
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Marocco (pagina 19)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... A un tratto s’alzò l’Ambasciatore e tutto tacque ... Capiva tutto a volo, faceva tutto in furia, camminava a salti, parlava a sguardi, era in moto dalla mattina alla sera ... Per i bagagli, per le tende, per la cucina, per i cavalli, tutti si rivolgevano a lui; egli sapeva tutto e rispondeva a tutti ... Si desinò colla tenda aperta, e per tutto il tempo del desinare, i cavalieri di Had-el-Garbia festeggiarono l’ambasciata con cariche clamorose, rischiarate da uno splendido tramonto di sole ...
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Marocco (pagina 36)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ma, povera gente, siamo giusti! Lasciando da parte le cariche dei pidocchi e la fratellanza coi cani, non avevan ragione di pensare di noi quello che pensavamo noi stessi, paragonandoci con loro? Dieci volte il giorno, mentre ci scorazzavano intorno quei superbi cavalieri, ci dicevamo gli uni agli altri:—Sì, siamo civili, siamo i rappresentanti d’una grande nazione, abbiamo più scienza nella testa, noi dieci, che non ce ne sia in tutto l’Impero dei Sceriffi; ma piantati su queste mule, vestiti di questi panni, con questi colori, con questi cappelli, in mezzo a loro, per dio, siamo brutti! Ah! quant’era vero! L’ultimo di quegli straccioni a cavallo era più gentile, più maestoso, più degno dello sguardo d’una donna, che tutti, messi in un fascio, i bellimbusti d’Europa ... Ma non v’erano più che quattro giorni di viaggio e noi avevamo una parola magica che ci consolava di tutto:—Fez! ZEGUTA Si partì per Zeguta, di buon mattino, tutti rallegrati dal pensiero che quel giorno si sarebbero viste da lontano le montagne di Fez ... Ma dopo pochi minuti brillò il sole, i curiosi accorsero, i cavalieri si sparpagliarono, l’aria risuonò di fucilate e di grida, tutto pigliò colore, anima e luce, e immediatamente, come suol accadere in quei paesi, succedette al fresco autunnale l’ardore dell’estate ... Nessuno la ferma, non le tribù colle fiamme, non il Sultano con tutto l’esercito, non tutto il popolo del Marocco riunito insieme ... Strade, coperte; giardini, coperti; riva del mare, coperta; mare, coperto; tutto verde, tutto in moto, vive, morte, marcie, puzzo, peste, carestia, maledizione del cielo!—Così infatti accade ...
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Marocco (pagina 38)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... conosciuta in tutto l’Oriente per la sua virtù inebriante ... Poi cominciai a ridere di tutto quello che sentivo dire e che dicevo io stesso; ogni parola mia e d’altri mi faceva l’effetto d’un’arguzia finissima; ridevo dei servi, degli sguardi dei miei commensali, della mia seggiola squilibrata, delle figurine dipinte sui tondi, della forma di certe bottiglie, del colore del cacio che mangiavo ... Dove sono andato? Chi è andato? Tutto era svanito ... E poi tutto fu buio e silenzio ...
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Marocco (pagina 41)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutto l’edifizio era circondato da un muro altissimo, e intorno al muro si stendeva un labirinto di stradicciuole deserte ... Era un moro sulla cinquantina, di aspetto severo, sbarbato, tutto vestito di bianco, con un grosso turbante ... La luce velata delle lanterne faceva scintillare i musaici dei pavimenti e dei muri che parevano tempestati di perle, e dava a tutto l’edifizio l’apparenza misteriosa e magnifica d’una reggia ... Il cielo era tutto stellato, e un vento leggero faceva stormire gli aranci del giardino ... Case altissime, le quali paion formate di più case sovrapposte, che si scompongano; scalcinate, screpolate di cima in fondo, puntellate da ogni parte, senz’altre aperture che qualche buco in forma di feritoia o di croce; lunghi tratti di strada fiancheggiati da due muri alti e nudi come muri di fortezza; strade in salita e in discesa, ingombre di calcinacci, di pietre e di rottami d’edifizi, che svoltano di trenta in trenta passi; ad ogni tratto un lungo passaggio coperto, buio come un andito sotterraneo, dove bisogna camminare a tentoni; vicoli senza uscita, recessi, antri, meandri umidi e sinistri, sparsi di ossami, d’animali morti e di strame imputridito; tutto ciò rischiarato da una luce crepuscolare che mette malinconia ... Per tutta la strada, fin dove arriva lo sguardo, non si vedono che cappucci, è tutto bianco, e si direbbe che tutti camminano in punta di piedi ...
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Marocco (pagina 42)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Un po’ più oltre, vediamo quattro soldati che trascinano un disgraziato tutto lacero e sanguinoso,—un ladro colto sul fatto,—e dietro uno sciame di ragazzi che gridano:—La mano! La mano! Tagliargli la mano!—In un’altra strada, incontriamo due uomini che portano una barella scoperta sulla quale è disteso un cadavere, stecchito come una mummia, ravvolto in un sacco di tela bianca stretto intorno al collo, alla vita e alle ginocchia ... Per tutto c’è folla ... Tra la città e la più alta delle due colline che la fiancheggiano, è tutto un giardino, un bosco fitto e intricatissimo di gelsi, d’olivi, di palme, d’alberi fruttiferi e di pioppi smisurati, vestiti d’edera e di pampini, dove da ogni parte corrono rigagnoli, zampillano fontane e s’incrociano canali, fra spalliere altissime di verzura e di fiori ... Per sottrarci a quell’ovazione e al sudiciume delle strade, prendiamo una via traversa e riusciamo in un campo tutto coperto di grandi sepolcri di muratura, della forma di parallelepipedi, bianchi come la neve, che ci dicono essere il cimitero israelitico ... O Fez!—dice uno storico arabo—tutte le beltà della terra sono riunite in te! E soggiunge che Fez è stata sempre la sede della saggezza, della scienza, della pace, della religione; la madre e la regina di tutte le città del Magreb; che i suoi abitanti hanno l’ingegno più fino e più profondo degli altri abitanti del Marocco; che tutto quello che è in essa e intorno ad essa è benedetto da Dio; persino l’acqua del Fiume delle perle, la quale guarisce dal mal della pietra, immorbidisce la pelle, profuma i panni, distrugge gl’insetti, rende più dolci (se è bevuta a digiuno) i piaceri dei sensi e contiene pietre preziose d’inestimabile valore ...
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Marocco (pagina 47)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutto, intorno a lui, esprimeva la sua enorme potenza, l’immensa distanza che lo separava da tutti, una sottomissione sconfinata, una devozione fanatica, una svisceratezza d’amore pauroso e selvaggio, che sembrava domandare d’essere provato col sangue ... Vicoli fiancheggiati da alti muri, piazzette, cortili, case in rovina, case in costruzione, porte ad arco, corridoi, giardinetti, piccole moschee, un labirinto da perderci il capo, e per tutto operai affaccendati, schiere di servi, sentinelle armate, e qualche viso di schiava dietro le inferriate delle finestre e agli spiragli delle porte: non si vide altro ... Entrammo in un giardino vasto ed incolto, tutto viali ombrosi incrociati ad angolo retto e chiuso da mura altissime come il giardino d’un convento, e di là, dopo un breve riposo, ritornammo a casa,—spargendo per la strada,—il medico, i pittori ed io,—l’ilarità colla giubba e il terrore coi gibus ... Per tutto quel giorno non si parlò d’altro che del Sultano ... Non ha visto com’è diventato smorto e come parlava, che quasi gli mancava il fiato? —Ma tu sei matto! E vuoi che lui, in mezzo a tutte le sue guardie e a tutto il suo esercito, avesse paura di noi altri? —Così m’è parso,—rispose il Ranni imperturbabile ...
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Marocco (pagina 53)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ieri poi (c’ero presente) gli si accostò un vecchio moro stracciato, un viso di buon diavolo, tutto ridente, che pareva avesse grandi cose da dirci, e stentando un po’ a spiccicar le parole, esclamò con voce commossa:—France! Londres! Madrid! Roma!—Rimanemmo molto meravigliati, come ognuno può pensare ... Voleva dire che aveva visto quei paesi, e forse che una volta sapeva farsi capire nelle nostre lingue; ma che aveva tutto dimenticato ... —Si trova di tutto fra questa gente,—diceva il Biseo indispettito,—persino degli originali che ci voglion bene; ma non un cane che voglia lasciarsi copiare!—Finora, infatti, tutti gli sforzi dei pittori non hanno approdato a nulla ... Chi rovesciava la testa indietro, chi si curvava tutto avanti, chi premeva il mento sul cane, chi si metteva in guardia come un tiratore di sciabola ... Chi direbbe che in questo paradiso terrestre sonnecchia un popolo decrepito, incatenato sopra un mucchio di rovine! Il monte che, visto dalla città, pareva un cono, ha invece una forma allungata, e sulla sommità è tutto roccia ...
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Marocco (pagina 58)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Fuor che i musaici del pavimento e dei pilastri, tutto era nero, crostoso, viscoso, schifoso ... Alzando gli occhi, vedemmo tutta la galleria del primo piano e tutto il parapetto della terrazza coronati di teste di donne, che si nascosero immediatamente ... In un momento che guardavamo in su, ce ne passarono accanto tre come tre larve, col capo tutto coperto, e sparirono in una porticina ... Come possono poi cangiare quest’avversione in simpatia vedendo noi, stretti nei nostri abiti impudichi, che segnano le forme; vestiti di colori sinistri; noi, carichi di taccuini, di cannocchiali, di strumenti misteriosi, che ci ficchiamo per tutto, notiamo tutto, misuriamo tutto, vogliamo saper tutto; noi che ridiamo sempre e non preghiamo mai; noi irrequieti, chiaccheroni, beoni, fumatori, pieni di pretese, e pitocchi, che abbiamo una donna sola, e non un servo dei nostri paesi! E si formano dell’Europa un’idea oscura, come d’un’immensa congerie di popoli turbolenti, dove regni una vita febbrile, tutta ambizioni ardenti, vizi sfrenati, tumulti, viaggi, imprese temerarie, un affanno, un rimescolìo vertiginoso, una confusione di Babelle, che dispiace a Dio ...
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Marocco (pagina 65)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Uscii di mezzo ai soldati e m’andai a riparare all’ombra d’una palma, sopra un rialto di terreno, di dove si dominava tutto lo spianato ... Non ritornerei in Europa, vedete, per tutto l’oro del mondo ... È un sentimento d’ammirazione per quello che rimane in lui di forte e di bello, per la maestà virile e graziosa del suo aspetto, del suo vestire, dei suoi modi, delle sue cerimonie; per tutto ciò che presenta ancora d’anticamente semplice la sua vita triste e silenziosa ...
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Marocco (pagina 70)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Il cielo era tutto coperto di nuvole, da una parte infocate dal sole nascente e rotte in varii punti da raggi vivissimi; dalla parte opposta, nere e rigate da striscie oblique di pioggia ... Sigari, pipe, libri, carte geografiche, tutto ci cadeva di mano ... Mi sentivo tutto il corpo percorso da innumerevoli rigagnoli che s’intersecavano, s’inseguivano, formavano dei confluenti e dei ringorghi, e venivan giù per le braccia e per le mani fino ad annacquarmi l’inchiostro sulla punta della penna ... In pochi minuti, fazzoletti, asciugamani, veli, tutto ciò che poteva servire ad asciugarci, era inzuppato che pareva stato immerso in un secchio ... Tutto quello che toccavamo, scottava ... Fuori della tenda non si sentiva una voce umana, non si vedeva nessuno, tutto era immobile come in un accampamento abbandonato ... In tutto l’accampamento, il capitano e l’Ambasciatore erano forse i due soli cristiani che dessero ancora segno di vita ... In tutto il tempo che rimase con noi, non spuntò un sorriso sulla sua bocca, non si rasserenò un momento il suo volto ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 15)
di Giovanni Verga (estratti)
... testimonio Dio e i santi, piagnucolando, bestemmiando, e finì per accettare, racconsolato tutto a un tratto, cambiando tono e maniera ... maneggi sottomano! Don Gesualdo tornò tutto contento, leggendo una lettera piena di sgorbi e suggellata colla midolla di pane: - Lo vedete il diavolo che mi parla all'orecchio! eh? M'ha dato anche una buona notizia, e bisogna che torni da mastro Lio ... tutto il bestiame ... Aveva una massa di capelli morbidi e fini, malgrado le brinate ed il vento aspro della montagna: dei capelli di gente ricca, e degli occhi castagni, al pari dei capelli, timidi e dolci: de' begli occhi di cane carezzevoli e pazienti, che si ostinavano a farsi voler bene, come tutto il viso supplichevole anch'esso ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 26)
di Giovanni Verga (estratti)
... E aprì l'uscio per farglielo vedere: una gran tavola carica di dolci e di bottiglie di rosolio, ancora nella carta ritagliata come erano venuti dalla città, sparsa di garofani e gelsomini d'Arabia, tutto quello che dava il paese, perché la signora Capitana aveva mandato a dire che ci volevano dei fiori; quanti candelieri si erano potuti avere in prestito, a Sant'Agata e nell'altre chiese ... tutto sua madre ... - Bianca sembrava un'estranea, in mezzo a tutto quel lusso ... E suo marito imbarazzato anche lui, fra tanta gente, la sposa, gli amici, i servitori, dinanzi a quegli specchi nei quali si vedeva tutto, vestito di nuovo, ridotto a guardare come facevano gli altri se voleva soffiarsi il naso ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 30)
di Giovanni Verga (estratti)
... Tutto il paese sotto i piedi voglio metterti! ... da tenersi in serbo per anni ed anni tutto quello che vuole ... - Tutto quello che desideri ... Rideva tutto contento colla risata grossolana, nell'impeto caldo che cominciava a fargli girare il capo, balbettando e anfanando, in maniche di camicia, stringendosi sul cuore che gli batteva fino in gola quel corpo delicato che sentiva rabbrividire e quasi ribellarsi; e come le sollevava il capo dolcemente si sentì cascar le braccia ... Il baronello Rubiera scattò su come una molla, con tutto il sangue al viso ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 44)
di Giovanni Verga (estratti)
... Ed aveva confessato tutto, a capo chino, con la bella voce sonora soffocata dall'emozione ... era geloso: geloso di tutto e di tutti, dell'aria, del sogno, del pensiero ... Mommino adesso era tutto gentilezze e sorrisi per lui ... Ma non ha altri eredi, e un giorno o l'altro deve lasciargli tutto il suo ... Egli rispondeva con quel sorriso tutto suo: - State tranquilli ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 49)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Nulla, nulla gli aveva fruttato quel matrimonio; né la dote, né il figlio maschio, né l'aiuto del parentado, e neppure ciò che gli dava prima Diodata, un momento di svago, un'ora di buonumore, come il bicchiere di vino a un pover'uomo che ha lavorato tutto il giorno, là! Neppur quello! - Una moglie che vi squagliava fra le mani, che vi faceva gelare le carezze, con quel viso, con quegli occhi, con quel fare spaventato, come se volessero farla cascare in peccato mortale, ogni volta, e il prete non ci avesse messo su tanto di croce, prima, quand'ella aveva detto di sì ... Ella, poveretta, chinava il viso, arrivava ad offrirlo anzi, tutto rosso, per ubbidire al comandamento di Dio, come fosse pagata per farlo ... L'orgoglio di quello che aveva saputo guadagnarsi, colle sue mani, tutto opera sua, quei lenzuoli di tela fine in cui dormivano voltandosi le spalle, e quei bocconi buoni che doveva mangiare in punta di forchetta, sotto gli occhi della Trao ... E se Domeneddio l'aveva gastigato giusto nei figliuoli che voleva mettere al mondo secondo la sua legge, dandogli una bambina invece dell'erede legittimo che aspettava, Isabella almeno doveva possedere tutto ciò che mancava a lui, essere signora di nome e di fatto ... E bisogna che quando sarà grande ella sappia tutto ciò che sanno tante altre che sono meno ricche di lei ... Don Gesualdo non guardò a spesa per far stare contenta Isabellina in collegio: dolci, libri colle figure, immagini di santi, noci col bambino Gesù di cera dentro, un presepio del Bongiovanni che pigliava un'intera tavola: tutto ciò che avevano le figlie dei primi signori, la sua figliuola l'aveva; e i meglio bocconi, le primizie che offriva il paese, le ciriegie e le albicocche venute apposta da lontano ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 50)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Tante punture di spillo; la stessa cattiva sorte che gli aveva attossicato sempre ogni cosa giorno per giorno; la stessa guerra implacabile ch'era stato obbligato a combattere sempre contro tutto e contro tutti; e lo feriva sin lì, nell'amore della sua creatura ... Tutto ciò che aveva fatto e faceva per la sua figliuola l'allontanava appunto da lui: i denari che aveva speso per farla educare come una signora, le compagne in mezzo alle quali aveva voluto farla crescere, le larghezze e il lusso che seminavano la superbia nel cuore della ragazzina, il nome stesso che le aveva dato maritandosi a una Trao - bel guadagno che ci aveva fatto! - La piccina diceva sempre: - Io son figlia della Trao ... Sposava donna Giuseppina Alòsi, più vecchia di lui, perché non aveva trovato altro, per amor dei denari: tutto ciò che narravasi nella bottega di sua madre, in ogni caffè, in ogni spezieria, di porta in porta ... È vero che adesso era diventato giudizioso, tutto dedito agli affari; ma sua madre, sepolta viva nel seggiolone, non lo lasciava padrone di un baiocco; si faceva dar conto di tutto; voleva che ogni cosa passasse sotto i suoi occhi; senza poter parlare, senza potersi muovere, si faceva ubbidire dalla sua gente meglio di prima ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 54)
di Giovanni Verga (estratti)
... Non sapeva di quell'altro dispiacere che doveva procurargli la figliuola, il pover'uomo! Isabella ch'era venuta dal collegio con tante belle cose in testa, che s'era immaginata di trovare a Mangalavite tante belle cose come alla Favorita di Palermo, sedili di marmo, statue, fiori da per tutto, dei grandi alberi, dei viali tenuti come tante sale da ballo, aveva provata qui un'altra delusione ... Poi dei giorni sempre uguali, in quella tebaide; un sospetto continuo, una diffidenza d'ogni cosa, dell'acqua che bevevasi, della gente che passava, dei cani che abbaiavano, delle lettere che giungevano - un mucchio di paglia umida in permanenza dinanzi al cancello per affumicare tutto ciò che veniva di fuori, - le rare lettere ricevute in cima a una canna, attraverso il fumo - e per solo svago, il chiaccherìo della zia Cirmena, la quale arrivava ogni sera colla lanterna in mano e il panierino della calza infilato al braccio ... La zia Cirmena per scusarlo parlava del gran talento che aveva quel ragazzo, tutto il santo giorno chiuso nella sua stanzetta, col capo in mano, a riempire degli scartafacci, più grossi di un basto, di poesie che avrebbero fatto piangere i sassi ... S'erano regalato a vicenda un libriccino di memorie, colla promessa di scrivervi sopra tutti i loro pensieri più intimi, tutto, tutto, senza nascondere nulla! I begli occhi azzurri d'Isabella, gli occhi che diceva lo zio Limòli, senza volerlo, senza guardare neppure, sembrava che cercassero quei pensieri ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 63)
di Giovanni Verga (estratti)
... C'era un bisbiglio in tutto il Caffè ... Avevano lavorato tutto il giorno a dar aria e spolverare, le serve, lui, mastro Nardo ... Il signor duca, colla parlantina sciolta, discorreva un po' di tutto, di agricoltura col padrone di casa, di mode con le signore, di famiglie antiche col marchese Limòli ... Egli aveva sulla punta delle dita tutto l'almanacco delle famiglie nobili dell'isola ... Il giorno dopo intervenne anche il duca, il quale confessò prima di tutto ch'era innamorato della ragazza, un vero fiorellino dei campi, una violetta nascosta; e dichiarò sorridendo, che quanto al resto ... Mastro-don Gesualdo cercava difendere la sua roba, vederci chiaro in quella faccenda, toccar con mano che quanto ci metteva il signor genero nell'altro piatto della bilancia fosse tutto oro colato ... Andava a piangere dai parenti, e a supplicare che l'aiutassero: - Non posso! non posso! - Ai piedi del confessore aprì il suo cuore, tutto! il peccato mortale in cui era! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 64)
di Giovanni Verga (estratti)
... Da Palermo giunsero dei regali magnifici, dei gioielli e dei vestiti che asciugarono a poco a poco le lagrime della sposa, uno sfoggio di grandezze che la pigliava come una vertigine, che chiamava un pallido sorriso fin sulle labbra della mamma, e che lo zio marchese andava spampanando da per tutto ... Fu una delusione e un malumore generale fra i parenti e in tutto il paese ... Ritornò poi invecchiato di dieci anni, pigliandosela colla moglie che non capiva nulla, maledicendo in cuor suo la Cirmena e tutto il parentado che gli dava soltanto bocconi amari, costretto a correr dietro al notaio per accomodare la faccenda e placare il signor genero a furia di denari ... Tacque alla moglie il vero motivo, per non affliggerla inutilmente; tenne tutto per sé; ma non si dava pace; parevagli che la gente lo segnasse a dito; sentivasi montare il sangue al viso quando ci pensava, da solo, o anche se incontrava quell'infame della Cirmena ... Prima di tutto le terre della Canziria, d'Àlia e Donninga che le aveva assegnato in dote, e gli facevano piangere il cuore ogni qualvolta tornava a vederle, date in affitto a questo e a quello, divise a pezzi e bocconi dopo tanti stenti durati a metterle insieme, mal tenute, mal coltivate, lontane dall'occhio del padrone, quasi fossero di nessuno ... Quella povera Canziria che era costata tante fatiche a don Gesualdo, tante privazioni, dove aveva sentito la prima volta il rimescolìo di mettere nella terra i piedi di padrone! Donninga per cui si era tirato addosso l'odio di tutto il paese! le buone terre dell'Àlia che aveva covato dieci anni cogli occhi, sera e mattina, le buone terre al sole, senza un sasso, e sciolte così che le mani vi sprofondavano e le sentivano grasse e calde al pari della carne viva ... tutto, tutto se ne andava in quella cancrena! Come Isabella aveva potuto stringere la penna colle sue mani, e firmare tanti debiti? Maledetto il giorno in cui le aveva fatto imparare a scrivere! Sembravagli di veder stendere l'ombra delle ipoteche sulle terre che gli erano costate tanti sudori, come una brinata di marzo, peggio di un nebbione primaverile, che brucia il grano in erba ... Tutti i suoi risparmi se ne andavano da quella vena aperta, le sue fatiche, il sonno della notte, tutto ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 67)
di Giovanni Verga (estratti)
... Cacciò indietro del tutto il marito, e si prese tutto per sé il cugino Motta ... - Prima di tutto bisogna tappare la bocca a Nanni l'Orbo ... capace di aizzarci contro tutto il paese ... Donna Lavinia acconsentiva di tutto cuore, dandosi da fare anche essa, premurosa, impadronendosi già delle chiavi, vigilando ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 74)
di Giovanni Verga (estratti)
... Tremava tutto dalla collera ... Ho dato da campare a tutto il paese ... tutto quello che vogliono, adesso ... Si farà tutto quello che volete ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 75)
di Giovanni Verga (estratti)
... Il marchese, ch'era tornato arzillo e gaio fra tutto quel parapiglia, aguzzando l'udito, ficcandosi in mezzo per acchiappar qualche parola, corse al balcone ... - È che dietro di voi ci siamo tutto il paese! ... Una bella cosa per certa gente! Quei bricconi s'erano legate al dito le parole di pace ch'egli si era lasciato sfuggire in quel frangente, e stavano in piazza tutto il giorno ad aspettare la manna dal cielo: - M'avete messo in un bell'imbroglio, voi, don Gesualdo! A quell'uscita del canonico successe un altro battibecco fra loro due: - Io, eh? ... - Qui si fa peggio! Quella bestia farà correre tutto il paese! Il canonico rideva sotto il naso, scuotendo il capo ... Frugava da per tutto ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 78)
di Giovanni Verga (estratti)
... Don Gesualdo, dopo avere ascoltato attentamente, riprese: - Tutto questo va benone ... Dimostrava il modo e la maniera, accalorandosi nella proposta, accompagnando la parola coi gesti, fiutando già il sangue cogli occhi accesi nel faccione che gli s'imporporava tutto, quasi stesse per rimboccarsi le maniche e incominciare; tanto che il paziente spalancava gli occhi e la bocca, e tiravasi indietro per istinto; e le donne, atterrite, scapparono a gemere e a singhiozzare ... Avrebbe voluto distruggere d'un colpo tutto quel ben di Dio che aveva accumulato a poco a poco ... Da per tutto cortinaggi e tappeti che non si sapeva dove mettere i piedi - sin dallo scalone di marmo - e il portiere, un pezzo grosso ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 80)
di Giovanni Verga (estratti)
... Rispondevano appena, a fior di labbra, se il povero diavolo si faceva lecito di voler sapere che malattia covava in corpo, quasi egli non avesse che vederci, colla sua pelle! Gli avevano fatto comperare anch'essi un'intera farmacia: dei rimedi che si contavano a gocce, come l'oro, degli unguenti che si spalmavano con un pennello e aprivano delle piaghe vive, dei veleni che davano delle coliche più forti e mettevano come del rame nella bocca, dei bagni e dei sudoriferi che lo lasciavano sfinito, senza forza di muovere il capo, vedendo già l'ombra della morte da per tutto ... - Sicché il poveraccio dovette mandar giù tutto, e rivolgersi alla figliuola, per sapere qualche cosa ... Hai fatto di tutto ... Anche lì, in quel palazzo di cuccagna, era tutto opera sua; e intanto non trovava riposo fra i lenzuoli di tela fine, sui guanciali di piume; soffocava fra i cortinaggi e le belle stoffe di seta che gli toglievano il sole ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 81)
di Giovanni Verga (estratti)
... Bisogna che pensi a tutto, se no c'è la rovina! ... Tutto ciò che occorre ... Balbettava, accarezzandola come quand'era bambina, spiandola di sottecchi intanto, col cuore alla gola: - Qui cosa mi manca? Ho tutto per guarire ... Tutto quello che ci vorrà spenderemo, non è vero? Ma il male lo vinceva e gli toglieva ogni illusione ... a che giova tutto ciò? ... Neppure a tua madre è giovato! Un giorno venne a fargli visita l'amministratore del duca, officioso, tutto gentilezze come il suo padrone quando apparecchiavasi a dare la botta ... voglio darvi in mano tutto il fatto mio ... Voglio spogliarmi di tutto ... tutto ciò che vorrete ... Tutto quello che vorrete, poi! ... E poi ricadeva sfinito, minaccioso, colla schiuma alla bocca, sospettando di tutto, spiando prima le mani del cameriere se beveva un bicchiere d'acqua, guardando ciascuno negli occhi per scoprire la verità, per leggervi la sua sentenza, costretto a ricorrere agli artifizii per sapere qualcosa di quel che gli premeva ... Tutto ciò che si deve fare si farà! Gli batteva un po' il cuore ... Ma era pronto a tutto; quasi scoprivasi il ventre, perché si servissero pure ...
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Mattinate napoletane (pagina 2)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Ah, questo piccino malato, questo piccolo piccino pallido pallido, questa mia novella amicizia puerile! Tutto il giorno son rimasto a pensarvi ... Uscii, tornai al vicolo Giganti tutto pieno di centinaia di femmine che aspettavano l'estrazione dei numeri del lotto e ne discutevano a gran voce ... Il guardaporta dello spedale dei Pellegrini è un burbero rossiccio, il quale, quando in certi giorni ha infilato un soprabito che gli batte alle calcagna, tutto stinto e sparso di macchie d'olio, quando ha caricata la testa d'una tuba mostruosa, crede di essere il guardaporta di Palazzo Reale ... Tra l'altro poco ci vede, per una congiuntivite che gli arrossa tutto intorno le palpebre ... Il gran cortile dei Pellegrini era tutto preso dal sole, così che il cuoco, un uomo grasso, ne profittava per sciorinare il suo gran moccichino, a quadroni scuri, sulla spalliera d'una seggiola ...
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Mattinate napoletane (pagina 3)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Povera figlia! Stette malata due mesi e perdette tutto ... In maggio il sole che lo allagava tutto invogliava donna Nena a uscire dalla sua celletta ... Ci venne un piccino malaticcio, debole, tutto pallido ... Tutto questo faceva andare e venire dal cortile alle botteghe della via la vecchietta frettolosa, che per mostrarsi così tenera del bimbo almeno gli doveva molto voler bene ...
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Mattinate napoletane (pagina 4)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Direte che le avete avuto dalla signora vostra… —Date qua—fece la serva, levandosi—che tutto è buono quand'è carità ... Ho capito tutto ... Poco dopo il carrozzone si portò via la vecchia per tutto il Corso ... In una scarpa il piede non era entrato tutto, ne scappava fuori il tallone ove faceva sacco la calza ... Allora il piccino sorrise, tutto solo, molto contento ... GLI AMICI Nel maggio, mentre al più piccolo alito di vento le rose tenerissime concedono le foglie loro, disseminandole appiè d'un amoroso mandorlo ancora in fiore, mentre da per tutto ov'è collina, o giardino, o praticello passeggiano gravemente al sole gli scarabei e sbadigliano, alta la testa viperina, le lucertole verdi, mentre il bosco è tutto in chiacchiere di uccelli gelosi e si spande per la fresca campagna l'indefinibile susurro degli insetti e una scia d'argento solca, sul cammino lentissimo della lumaca, un muretto nell'orto, mentre tutto questo, ch'è poesia dolcissima nell'aria buona o dolce, succede lontano dalla città romorosa, qui la prosa cittadina va trascinando per le vie cenci e magre suppellettili borghesi, sciorinati al sole di maggio tra il polverio, le bestemmie dei facchini o il loro copioso sudore di bestie affaticate ... Il lettuccio, la spinetta antica, la poltrona favorita, il boccaletto a fiori, ove così spesso l'amata ha bevuto i pensieri dell'amante, il misero lume a petrolio onde furono rischiarate, presso agli esami, le veglie laboriose d'uno studente di medicina, la gran seggiola a ruote d'un paralitico, il canterano da' foderi cigolanti in fondo ai quali ammucchiò tutto un tranquillo epistolario amoroso la fiamma d'un impiegato alla Ferrovia, lo spiumaccino invernale, ricordo della povera mamma morta, che usava di tenerlo sui piedi—tutto ciò passa innanzi agli occhi, nel sole, e cammina, e muta posto e va altrove, e passa da una luce d'un quinto piano all'oscurità di un pianterreno, o dal buio al sole, chi sa dove, chi sa dopo che amari rimpianti, e scompare ...
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Mattinate napoletane (pagina 5)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Le carrucole nei pozzi stridevano, le secchie si urtavano, le serve, a prima ora, trovandosi tutte ad attingere, dicevano male della gente, appiccicando a ognuno un aggettivo che svegliava goffe risate per tutto il pozzo ... In una giornata di novembre fu tale lo scrosciar della pioggia furiosa e così spaventevoli furono i lampi e i tuoni che il canarino, tutto solo nella gabbia, credette che l'ultimo giorno della sua vita fosse arrivato ... Dal lampeggiare continuo era tutto illuminato il cortile, i ferri della gabbia pareva si arroventassero ... In tutto il giorno si risentivano le voci delle fantesche, lo strepito delle cazzeruole, risate lunghe e sguaiate, scoppiettî di carboni dalle fornacette ... Vedete voi quel buco tutto nero? Lì ho fatto il nido ...
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Mattinate napoletane (pagina 7)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... verde; il Rione è elegante; il Corso è tutto polveroso per la via larga e assolata; il Rione è severamente pulito ... Ma la facevano misteriosa certe bianche tendine, occupanti di dentro tutto il vano e pur di dentro fermate sulle assi d'un telaio ... Ma com'è che Beethoven si trova lì dentro? È risuscitato? Lui rispose lentamente, tutto serio: —Beethoven morto assai tempo ... Che finezza, che languore, amici miei! La conoscete voi questa Siciliana del gentile minuettista? Come sorrideva il vecchietto in tutta la durata dei sospiri del settecento, agli scherzi dei violini, rievocanti tutto un passato dolce, sparso di polvere d'iris e odoroso di buon cioccolatte ... Ancora il professore Otto Richter non mi aveva tutto narrato di sè ... Ne rimasi inorridito; io che adoro le vetture, la ferrovia, le tramvie, tutto che è mezzo di trasporto! Il mio sguardo scese subito alle scarpe del buon uomo, due scarpe punto eleganti, dal tomaio piatto, basso, enorme, dalla punta quadrata, dalle suola doppie tre dita ... Un po' medico, un poco poeta, un poco pittore—egli era un po' di tutto ...
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Mattinate napoletane (pagina 8)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... La valigetta s'empiva di frutta: di erbaggi di latticinii, d'un po' di tutto ... E in un'ora egli si era provvisto di tutto il mangiabile e il cucinabile ... Era accanto alla banda musicale, tutto pensoso, l'eterna ombrella sotto il braccio ... Il vicoletto fu, a un momento, tutto illuminato dalla luna che si liberava dall'impiccio di certe nuvole impromettenti, e campeggiava serenamente in cielo ... Dissero le altre, poche, e furono le mammine fresche del vicinato, le quali cominciavano con la prima maternità a raccôr tutto l'amor loro sui figliuoli, che questi erano il riso della casa e che proprio ci voleva un core assai duro per allontanarli e un coraggio, via, un coraggio! —Come fate a rimaner tutta sola?—diceva alla vedova Nunziata Fusco, una bionda grassetta, con in collo un bambino biondo, grassotto come lei ...
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Mattinate napoletane (pagina 11)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Tutto ciò pei monellucci del vico Marconiglio era stupendo ... Chiese conto a tutto il vicinato di quello che il figlio di lei, Peppino, facesse, stando a vender acqua ... Era, in quest'ora, ancor tutto caldo di sole il vicoletto ... Il diavolo del terzo peccato alitava sulle facce sudate, passando improvvisamente tra quello scoppio di miserevole brutalità… NOTTE DELLA BEFANA Il letto di Chiarinella l'avevano collocato in un angolo ove arrivava tutto il sole ...
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Mattinate napoletane (pagina 13)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Allungandosi lo sguardo arrivava sino al principio della scesa del Gigante; laggiù il verde cupo degli alberi si fondeva col cielo tutto d'un pezzo, nero come il carbone ... Ma nello spiazzato innanzi alla gran massa del palazzo reale, tutti i lumi s'eran data la posta come ogni sera, e assieme ai fanali grandi a cinque rami, di sotto alle colonne del peristilio, le lampade a bomba rischiaravano la piazza deserta e silenziosa, ove pareva che andasse a morire nell'immensità del vuoto tutto il romorio di Toledo ... Ma eran sogni d'oro quelli che lo cullavano allora; dormiva sino a giorno tutto d'un fiato sotto la coltre doppia che, a volte, quando non aveva ancor chiusi gli occhi, sentiva a rimboccarglisi sotto al mento dalle mani leggere della madre… Questo pensava Manlio in quella sera di marzo, smaniando sul letto, che scricchiolava, voltandosi da tutte le parti come se fosse sulle spine ...
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Mattinate napoletane (pagina 14)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Si mise in cammino, scendendo per Toledo, con le mani in tasca e la testa china, tutto pensoso ... Che si sentisse dentro lui stesso non lo sapeva: era un malessere, un'oppressione, un'insofferenza, che lo rendevano odioso a se stesso; fra tutto lo impensieriva ora come un intuito delle disillusioni che gli toccherebbe a sopportare; indovinava le aspettative insoddisfatte, cui da un momento all'altro si troverebbe di contro nella sua piccola vita serale, della quale si faceva il conto che il tempo cattivo dovesse romper le abitudini ... Chiese il caffè e gli parve addirittura acqua calda; lo sorbì tutto d'un sorso dopo averlo fatto raffreddare, non volendo avere la pazienza di centellinarlo col gusto che ci pigliava ogni sera ... E camminando si rodeva dentro con gli amici che non eran venuti, con la umana leggerezza che dimentica tutto, con sè stesso che era tanto ingenuo da contare su tutti ... Il signor Roberto camminava tutto astratto, a capo basso, studiandosi di mettere il piede sempre nel mezzo delle lastre del selciato, provando una piccola contrarietà quando per inavvertenza gli capitasse tra le commessure ...
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Mattinate napoletane (pagina 17)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Tutto questo è fatto con grandissima rapidità, l'ammazzamento durando tutta la giornata e dovendo i beccai sbarazzarsi in un giorno fin di ottocento animali ... Attaccate per le corna ai pali dei cavalletti enormi, alle forche bruttate di sangue rappreso, continuano a dondolare la testa inquieta, lasciando mescolare al sangue, per terra, i fili argentei della bava, ond'hanno tutto umido il muso ... Una sola, breve convulsione le agita le gambe, ed è tutto; è morta ... In Napoli l'anemia serpeggia un po' da per tutto: ora pensate a queste povere ragazze che fanno una vita sedentaria, in un laboratorio, coi lumi a gas d'inverno; pensate a queste giovanette elegantemente vestite che a casa loro dormono in un miserabile sottoscala, senza luce; pensate alle privazioni, alla mancanza dell'aria, del sole, alla mancanza del cibo sano, della carne che costa troppo, e vi spiegherete la mancanza dei globuli rossi ... L'ometto era tutto affaccendato a copiare, e a poco a poco l'albo s'andava coprendo di poponi e mazzi di pomidoro, mercanzia d'ogni finestrella ... L'ometto tutto solo e intento, in quella sua posizione di scimmietta, era strano ... La penombra si diradava in fondo ai vicolucci; nel lontano appariva chiaramente la tortuosità delle stradicciuole; si dileguavano panche e carrettini abbandonati, e laggiù, ove addirittura il vicolo delle Fate terminava, all'angolo, sulla cantina Maranese, un ramo fronzuto s'affacciava, tutto verde, di sotto all'insegna ...
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Nel sogno (pagina 2)
di era (estratti)
... Se ho fatto male, me ne pento, ma l'Altissimo vede la mia intenzione, e sa che non tolsi l'olio alla chiesa se non quando ebbi dato tutto il mio ... —Tutte queste follie stanno bene nelle vite dei santi—mormoravano i figli dei farisei—perchè là in fondo nessuno ci pesca, e si può credere benissimo che a quei tempi fossero necessarie; ma in un secolo di lumi, proprio quando il clero è accusato di oscurantismo, dovremo permettere simili puerilità? Il decoro della chiesa, la inviolabilità dei dogmi, il carattere sacro di sacerdote, la responsabilità di parroco, l'opportunità, il progresso, tutto fu preso ad argomento, e tutto riuscì per togliere al prete la sua piccola cura ... Tutto ciò che Voi permettete, o mio Dio, ha la sua ragione nella essenza stessa del vostro potere ... Lassù, sulla montagna, in una piccola baita, vicino alla natura, che era stata la sua amica in ogni tempo e quasi la madre sua, si ritrasse solo; e la sua vita, che semplice era stata sempre, si raffinò ancor più in un crescendo immateriale, in una contemplazione indefinita di tutto ciò che era l'opera di Dio ...
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Nel sogno (pagina 3)
di era (estratti)
... Tutto ciò che era animale sembrava fondersi in quel contatto ininterrotto di forze vegetali ... Aveva il diritto di appartenersi tutto intero, di offrirsi anima e corpo, sentimento ed azione, al suo eterno amore ... E come da quelle vette gli pioveva un senso di pace ineffabile, una coscienza alta e serena della propria individualità! Poiché non aveva chiesto nulla al mondo, doveva aspettarsi tutto da Dio ... Le prese in braccio, e fu subito invaso da un istinto di paternità,
istinto mistico, tutto evangelico, come quello che guidava S ... Battezzarle bisognava prima di tutto, e poichè la morente nulla aveva detto in proposito, ed i pastori suggerivano nomi strani o volgari, chiesto consiglio là dove egli sempre soleva, cercò la sua ispirazione nelle nuvole, nelle stelle, nell'azzurro tenero del cielo; e le nuvole e le stelle e l'azzurro gli risposero un solo nome: Maria ...
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Nel sogno (pagina 4)
di era (estratti)
... Un turbamento giovanile, pari a quello della vergine che ode parlar d'amore, lo deliziava inconsapevolmente sotto le carezze delle due bambine, e un profondo rispetto, quasi un senso di adorazione, si impadroniva di lui via via che le piccine dimostravano cogli atti ingenui di attendere tutto da lui, per cui sentiva di dover esser loro ad un tempo padre, madre, asilo, sicurezza, fede ... Dei fuscelli, una montagna di sassolini, vecchi bottoni delle sue tonache, tutto era convertito in trastullo, tutto serviva a giuochi, celie e risa ... L'età della ragione! pensava il solitario, tutto compreso dei nuovi doveri che gli incombevano, mentre aumentava in lui quel senso di rispetto per le creature che Dio gli aveva mandate, onde non procedeva a nessun divisamento senza essersi prima consultato colla propria coscienza ... Sotto i boschi densi d'ombra sostavano negli ardenti meriggi, e come le piccolette si divertivano a rincorrere le farfalle ed a snidare i grilli, egli ne prendeva argomento per spiegare le leggi dell'amore universale, per istillare nei giovani cuori la pietà, la dolcezza, la comprensione sensibile di ogni sofferenza e di ogni tripudio, riportandoli alla cagione unica del tutto ... Ma quel dominio assoluto e libero e puro, quella ignoranza altera di tutto ciò che non fosse semplice e casto come esse, le cresceva in una nobile fierezza, in una limitazione regale di idee e di affetti ... Tutto ciò che fosse battaglia la attirava, e la sua giovanile immaginazione prestava anima e volontà a qualunque oggetto ...
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Nel sogno (pagina 5)
di era (estratti)
... —L'ho pensato tante volte anch'io; tutto ciò che è uscito dalle mani del Signore ha un'anima di certo ... Una lontana e confusa immagine della società le appariva a tratti nella lettura del Vangelo e nelle spiegazioni che il solitario ne faceva; ma tutto ciò si presentava alla fanciulla come una visione, come l'evocazione di un mondo spento, non invidiabile, nè desiderabile; e, nella sua anima straordinariamente portata alle oscurità del mondo soprasensibile, i fatti, i nomi, tutta quella storia misteriosa dell'Antico e del Nuovo Testamento si mescevano nel simbolismo di un sogno prolungato ed infinitamente soave ... Alcune parole, alcune frasi dei libri sacri la trasportavano in un delirio di ammirazione; per esempio, tutti i simboli relativi a Maria Vergine, che, dopo di essere stata paragonata all'aurora foriera del sole, venne ancora ravvisata nell'Arca dell'alleanza, fabbricata di legno incorruttibile, nel roveto di Mosè, che arde tutto e pure non si consuma, nella verga di Aronne, che lungi dall'insterilire mette fiori, nel vello di Gedeone, che solo rimane molle e coperto di rugiada mentre la terra intorno è bruciata; nell'orto chiuso, d'onde emanano profumi di paradiso, e nella rosa di Gerico, nel cedro del Libano, nel cipresso di Sionne, nella palma di Cades, nel pallido ulivo dei campi, nel leggiadro platano che costeggia i torrenti ... —Tanto buono e tanto forte! E già amava quelle brune pareti, dove scorgeva, come in tutto il resto del creato, una catena ininterrotta di benefizi; le toccava con amore, con devozione ... Non poteva neanche dire di essere felice: perchè la felicità per lei era lo stato naturale di tutti gli esseri viventi; ma tale intima sensazione la esprimeva nell'irradiamento di tutto il volto e in un crescendo di vitalità, per cui le accadeva di serrarsi stretta la sorella fra le braccia, quasi il suo cuore non fosse abbastanza grande per contenere tanta gioia ...
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Nel sogno (pagina 6)
di era (estratti)
... Tutto ciò è permesso ... Ancora il prete parlò a lungo quella sera; e quando ebbe finito di parlare, aperto il Vangelo, lesse tutto il capitolo X dei fatti degli Apostoli, e sul fatto della vela calata dal cielo a Pietro e della voce che gli disse: "Le cose che Dio ha purificate, non farle tu immonde ... * * * —Sorella, tutto pieno di fiori è il bosco; andiamo a coglierli ... Non volle più mischiarsi ai giuochi ingenui della sorella; le visioni luminose di costei, tutto quel mondo ideale dov'ella trovava la felicità, sembrava irritarla sempre più ...
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Nel sogno (pagina 10)
di era (estratti)
... Senza mancare di riverenza al nostro Salvatore, guarda, non ti pare che assomigli tutto al bambino mio? Maria contemplò l'immagine con molto raccoglimento, e ringraziando soggiunse: —La metterò accanto a quello specchietto che regalasti a mia sorella ... Tremava tutta, e vedeva un gran buio; un buio che non era nella stanza, ma in tutto il mondo, e soprattutto dentro di lei; un buio assoluto e pauroso, dove sembrava si agitassero delle minaccie ascose e risuonassero lontano lontano, sottoterra, dei gridi strani che sembravano risa ed avevano un suono di pianto ... Una parola sola l'aveva colpita, la prima: Perduta? Colla sua straordinaria lucidità per tutto quanto riguardava il mondo dell'anima, capì che perduta voleva dire per sempre—più che morta ...
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Novelle rusticane (pagina 12)
di Giovanni Verga (estratti)
... Perciò adesso, quando andava a cavallo dietro la fila dei suoi mietitori, col nerbo in mano, non ne perdeva d'occhio uno solo, e badava a ripetere: - Curviamoci, ragazzi! - Egli era tutto l'anno colle mani in tasca a spendere, e per la sola fondiaria il re si pigliava tanto che a Mazzarò gli veniva la febbre, ogni volta ... Però ciascun anno tutti quei magazzini grandi come chiese si riempivano di grano che bisognava scoperchiare il tetto per farcelo capire tutto; e ogni volta che Mazzarò vendeva il vino, ci voleva più di un giorno per contare il denaro, tutto di 12 tarì d'argento, ché lui non ne voleva di carta sudicia per la sua roba, e andava a comprare la carta sudicia soltanto quando aveva da pagare il re, o gli altri; e alle fiere gli armenti di Mazzarò coprivano tutto il campo, e ingombravano le strade, che ci voleva mezza giornata per lasciarli sfilare, e il santo, colla banda, alle volte dovevano mutar strada, e cedere il passo ... Tutta quella roba se l'era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dormire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria, coll'affaticarsi dall'alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule - egli solo non si logorava, pensando alla sua roba, ch'era tutto quello ch'ei avesse al mondo; perché non aveva né figli, né nipoti, né parenti; non aveva altro che la sua roba ...
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Novelle rusticane (pagina 15)
di Giovanni Verga (estratti)
... Adesso se non comprava quell'asino di san Giuseppe, non sapeva che farne del suo carro e degli arnesi; e vedrete che quell'asino sarà la sua ricchezza! L'asino imparò anche a tirare il carro, che era troppo alto di stanghe per lui, e gli pesava tutto sulle spalle, sicché non avrebbe durato nemmeno sei mesi, arrancando per le salite, che ci volevano le legnate di compare Luciano per mettergli un po' di fiato in corpo; e quando andava per la discesa era peggio, perché tutto il carico gli cascava addosso, e lo spingeva in modo che doveva far forza colla schiena in arco, e con quelle povere gambe rose dal fuoco, che la gente vedendolo si metteva a ridere, e quando cascava ci volevano tutti gli angeli del paradiso a farlo rialzare ... Quando non ne potrà più del tutto lo venderò a quello del gesso, che la bestia è buona e fa per lui; e non è mica vero che gli asini di san Giuseppe sieno vigliacchi ... Quello del gesso non lo voleva perché era tutto coperto di cicatrici peggio delle altre sue bestie, colle gambe solcate dal fuoco, e le spalle logore dal pettorale, e il garrese roso dal basto dell'aratro, e i ginocchi rotti dalle cadute, e poi quel pelame bianco e nero gli pareva che non dicesse in mezzo alle altre sue bestie morelle: - Questo non fa niente, rispose compare Luciano ... Il medico per curare il ragazzo si mangiò i soldi del fazzoletto, la provvista della legna, e tutto quello che c'era da vendere, e non era molto; sicché la madre una notte che il suo ragazzo farneticava dalla febbre, col viso acceso contro il muro, e non c'era un boccone di pane in casa, uscì fuori smaniando e parlando da sola come avesse la febbre anche lei, e andò a scavezzare un mandorlo lì vicino, che non pareva vero come ci fosse arrivata, e all'alba lo caricò sull'asino per andare a venderlo ...
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Novelle rusticane (pagina 21)
di Giovanni Verga (estratti)
... cristiano gli voleva bene, collo stare insieme davanti al fuoco tutto il giorno ... - O voi non vi seccate a star qui in casa tutto il giorno? - No, ringrazio Iddio del come sto, e vorrei che i miei parenti fossero come me, che non mi manca nulla ... E son qui tutto per voi; ma senza parlar di quella cosa ... Brasi sgranava gli occhi, e le diceva: - Come siete bella così, comare Lucia! - Ah! vi piaccio così? Va bene, va bene! Brasi ora che vedeva gli orecchini e tutto il resto, si sbracciava a mostrarsi servizievole e premuroso quasi ella fosse diventata un'altra padrona ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 13)
di Emilio De Marchi (estratti)
... Giovine e vivace, miss Dy non approvava il contegno irrigido di molto sue compatriote, che fanno consistere la superiorità dello spirito nel non aver viscere di curiosità o di tenerezza per nulla al mondo, come se sapessero già tutto a memoria ... Al contrario miss Dy (abbreviatura di Diana), come la dea di cui portava il nome, amava correre sui prati, gridare sullo cime, esaltarsi all'italiana davanti a un bel punto di vista, suscitando i più vivi scandali in miss Tennis, che trovava tutto ciò molto shocking ... E su queste frasi, giunti alla Latteria, sedettero ad aspettare la povera miss Tennis, che tremando ancora in tutto il corpo, stentava a levar le gambe dalle ultime asprezze del sentiero ... Si ripassò tutto il repertorio classico e romantico, Beethoven, Chopin, Berlioz, Wagner e la musica italiana, che miss Dy amava sopra ogni altra ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 10)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Mi perdoni; a un padre devo pur dire tutto! Non mi pareva più enigmatica, mi pareva chiusa, sì, ma vuota ... " Il giovane si coperse gli occhi con le mani ripetendo che voleva dire tutto, tutto! Scopertosi il viso continuò: "Un giorno, proprio ritornando dal luogo dov'è mia moglie, m'incontrai nel treno con una signora giovine e bella che certo mi conosceva perchè mi avvidi subito che mi guardava con curiosità e interesse ... " Tutto quest'ultimo racconto Maironi lo fece ansando, con voce rotta dallo sforzo di strapparsi dall'anima cose tanto compresse nell'interno di lei ... Qui devo anche dire che non sotto il colpo della mia sventura ma più tardi, quando il dolore diminuiva, proprio quando mi davo più che mai alle pratiche religiose, cominciarono a venirmi dei pensieri strani, novissimi per me, dei dubbi circa la fede, fulminei, che mi scuotevano e che io cacciavo restandone tutto tremante ... Poi mi diedi tutto alla preparazione che mi era necessaria prima di assumere l'ufficio di sindaco ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 11)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... " "Ecco: perchè, prima di tutto, la mia fede va molto peggio ... Glielo dico subito, i miei sono sopra tutto dubbi di sentimento, dubbi d'istinto, e in fondo, lo capisco bene, vengono da un insieme di impressioni piuttosto che dal raziocinio ... Fin da quando ero tentato nei sensi ed ero tentato di accusar Dio che m'imponeva una legge terribile, una legge contro la natura del mio corpo e non mi aiutava a obbedire, sin d'allora, questa è una coincidenza che forse mi condanna ma insomma è la verità, io cominciai a sentire fastidio di quella specie di religione che vedevo intorno a me; fastidio degli scrupoli di mio suocero che parla sempre di umiltà cristiana, che piega il ginocchio davanti al Vescovo e farebbe a quattro gambe gli scalini di tutti i ministeri per esser nominato senatore; fastidio persino qualche volta delle pratiche devote di mia suocera che con tutta la sua santità e bontà suggerisce al marito grettezze, in materie d'affari, dell'altro mondo; fastidio di certe persone pie che venivano a seccarsi ogni sera in casa Scremin per mangiarvi a due palmenti una volta la settimana; fastidio di tante altre pie persone o avare o malediche, piene di livore contro tutto e tutti o feroci contro le povere creature che hanno ceduto a una passione illecita; fastidio di certi formalismi farisaici, di certe idolatrie superstiziose, di certi incensi pagani profusi a uomini ... Ecco invece il mio pensiero terribile: come mai è quest'altra gente gretta, questa gente piccina, questa gente maligna, questa gente sciocca che possiede, proprio lei sola, la verità, il segreto di tutto l'Essere, il segreto dell'anima umana, il segreto della nostra sorte futura? Per un pezzo mi sono rifugiato nelle ragioni di credere che avevo nel mio proprio cervello, nel mio proprio cuore; adesso non mi sento più sicuro neppure lì ... Mi risponda: posso io dire che la mia fede venga proprio, originariamente, dal raziocinio mio, dal sentimento mio? Posso io dire che non vi è stata seminata e coltivata dai miei educatori? Posso io dire — mi perdoni, don Giuseppe! — ch'essi non mi abbiano storpiato il cervello e il cuore per farne dei vasi di questa loro cultura artificiale, così che in fin dei conti è forse la loro fede e non la mia che vive in me, perchè io non ho mai avuto la libertà di credere o di non credere e vado acquistandola solamente adesso? La loro fede! Forse la fede che anche ad essi quand'erano teneri fu cacciata nell'intelletto per forza, storpiandolo! Capisce che dubbio spaventoso! È anche per questo che vorrei seppellirmi in un convento di Trappisti, fra uomini religiosi che non abbiano tenuto niente per sè, che abbiano dato a Dio tutto, che dovrei quindi ammirare, fra uomini che avranno presa la fede anche dai loro educatori, ma che però l'hanno grandemente accresciuta in sè, per forza propria ... Dio mio, e adesso come Le posso raccontare ciò che vi è stato fra lei e me se di atti non c'è stato niente, se dovrei raccontare dei movimenti d'anima che sono in me, che sento in lei, che vogliono dire tutto? Sì, vedo anche nell'anima sua, perchè è molto appassionata e si tradisce molto persino quando si difende contro se stessa, quando lotta, forse per orgoglio, contro la sua inclinazione ed è aggressiva con me ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 12)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Ieri proprio me l'ha confessata quasi del tutto apertamente ... Prima di tutto non abbia tanta paura delle Sue tentazioni! Non si creda tentato molto più di tanti altri che a Lei parranno sicuri del male, tutti di Dio ... Attese la risposta a bocca socchiusa, porgendosi ancora tutto incontro all'altro, parlandogli ancora con gli occhi accesi e col viso ... Perchè dirla? Neppure don Giuseppe l'aveva pronunciata e tutto il suo discorso del Municipio, della città, della Valsolda non significava che quella parola: rompere ... Vi è Qualcuno che gliela prepara, in questo momento, la cella, che vi si dispone ad aspettarLa, che Le dice di venire a Lui, di abbandonargli il capo in seno perchè ha tanta pietà di Lei, perchè vuol perdonarle tutto, tutto, tutto ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 15)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... diverso da tutti, tanto migliore, ch'era felice di vederlo, ma che l'aspettazione delle sue visite la turbava sempre, che poi la sua presenza le metteva una soggezione grande e che osava dirgli tutto questo perchè lo sapeva un santo ... Ho preso una risoluzione, ecco tutto ... "Dio, questi sindaci come sono amministrativi! Niente, dice! Non ho veduto niente quando sono arrivato in carrozza perchè avevo paura di pigliarmi un malanno grazie ai capricci di mia sorella che vuole la pelliccia, ma vuole anche la pioggia e il vento; e soprattutto perchè mia sorella è stata insopportabile, mi ha torturato tutto il tempo accusandomi di un ritardo che poteva far crollare, a quanto sembra, il cielo e la terra; ma ritornando a piedi, adesso, ho avuto le coup de foudre ... E, capite, la massiccità — lasciate, vocabolo mio! — la massiccità toscana di questo zoccolo e di questa chiesa così legata con la toscanità di questo colle che di barbaro ci ha solamente la calotta di selva selvaggia sopra gli oliveti, ma è tanto composto nel suo movimento, tanto schivo di ogni attitudine maleducata, tanto serio, vero? , e fatto per la meditazione, con quelle piccole processioni fraticellesche di cipressetti, molto bornés ma semplici e pii, tale insomma, questo colle, che si vede nel suo corpo alto e grosso una devota umiltà verso la chiesa che gli sta sotto e che pure grandeggia e lo signoreggia, tutto ciò mi ha preso, diremo eh, sorella mia, i polmoni, perchè quelli spero di averli, e ho buttato fuori tutto il mio fiato in una fila di oh! oh! , tanto che ne son rimasto senza per cinque minuti ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 17)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... È così: non mi conosce, non sa conoscermi, crede che fuori della Sua religione tutto sia impuro, tutto sia falso, tutto sia da fuggire, da odiare!" "Lei sa che non sono libero?" Nel proferire sottovoce queste parole Piero si fermò ... "Ma io non posso continuare così! È meglio che mi allontani non da Lei sola, da tutto; da quanto posso, insomma ... Pregò il custode, per liberarsene, di portarle un bicchier d'acqua, diede un'occhiata a suo fratello che stava tuttavia disegnando, ritornò a Piero, gli disse: "venga!", lo trasse nella loggetta che presso il refettorio si porge sugli orti, al parapetto dell'arcata che guarda lo sconfinato piano di levante; tutto questo con prontezza nervosa e sicura ... Appena pronunciate, quasi automaticamente, le parole "je crois que non" come colui che nudo saggia col piede una fresca corrente ed esita, ma se si sente sdrucciolare dal margine tutto di slancio le si abbandona, egli si era abbandonato al sentimento che non gli pareva più tentazione ma offerta di un Dio più vero e grande e buono del Dio appresogli da' suoi maestri ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 31)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Mentre s'inacerbiva così contro tutto e contro tutti, cedendo a un soffio demoniaco di perversità, entrò nella cappella, a passo lento, preceduto dal chierico, il celebrante ... Non gli era possibile di riversare anche su don Giuseppe il fastidio, il disprezzo di cui era tutto amaro; e guardare quel viso con desiderio di luce e di pace come l'aveva guardato un giorno là nella villa solitaria, non voleva, non poteva più ... Il sentimento del suo alto ministero, il sentimento della sua indegnità, il soverchiar del divino, nel suo petto, sulle forze umane; tutto diceva quella voce, non colorita nell'esterno ma penetrata d'anima e quasi ansante ... Piero non potè a meno di volgere il capo a guardar la solennità umile del noto viso antico, sentì che il suo malessere interno si trasformava in un cupo ribollimento, in una commozione violenta, n'ebbe terrore, s'irrigidì contro se stesso con tutto il nerbo della ridesta volontà, si rifece dentro il silenzio ... Ho a dirle qualche cosa ma con tutto il Suo comodo ... L'uomo acido gli intimò così bruscamente di levarsi loro dai piedi che il buon Commendatore, tutto turbato al veder Bisata volgersi fosco verso l'interruttore, gli cacciò in mano dei soldi e lo congedò più benignamente che potè: "Va là, caro, va là" ... "La lo fazza far cavalier quel fiol d'un can! Chi sa ch'el deventa più molesin!" Il Commendatore ascoltò tutto con santissima pazienza, chiese notizie, diede consigli, riprese sorridendo le escandescenze, scusò il R ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 34)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Diceva tutto, quel proprio; e don Giuseppe fece il gesto di chi vorrebbe pur contraddire e non sa ... Persona proba e devota al nome Maironi, costui non aveva taciuto a Piero in passato la propria opinione che il miglior partito di provvedere ai suoi interessi fosse anzi tutto quello di prendere dimora nella stessa loro sede principale: discorso ingrato, in quel tempo, alla marchesa, e che le aveva fatto prender l'uomo in uggia ... Più tardi, simulando preoccupazioni sue proprie circa gli affari del genero, la vecchia signora fece dire da un amico di casa al ragioniere che quanto più egli insistesse per attirare Maironi a Brescia, tanto più si renderebbe gradito; e in pari tempo, conoscendo non in tutto ma in parte gl'imbarazzi finanziari di Zaneto, cominciò a insinuargli che sarebbe opportuno di mutare dimora, che lontano dai parenti e dai conoscenti certe economie sarebbero riescite più facili, che l'Elisa avrebbe preferito, ritornando in famiglia, un soggiorno dove non fosse tanto conosciuta ... Poichè il silenzio si prolungava, riprese imbarazzato: "Ecco, forse, tutto no" ... Tutto ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 35)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Il suo più filosofico argomento contro le ambizioni del marito somigliava molto, per un curioso incontro, nel suo scetticismo pratico, all'argomento col quale Jeanne, nel suo scetticismo teorico, aveva quasi deriso le nascenti idee socialiste dell'amico: per la presenza di Zaneto nel palazzo Madama e in fondo neppure per le chiacchiere degli altri, la menoma fra le incamminate cose del mondo non avrebbe certo mutato strada! Invano il buon Zaneto, non osando rispondere ch'egli era dispostissimo a rispettare del tutto i prefissi itinerari delle cose del mondo, si metteva a distinguere l'ambizione legittima, sentimento doveroso, dalle ambizioni riprovevoli; invano le parlava di servigi alla religione, possibili a rendere anche col semplice voto ... Annaspò un bel pezzo intorno ai suoi beni extradotali che aveva gelosamente e quasi avaramente amministrati a parte per amore della figliuola, perchè non andassero, come ella disse a don Giuseppe, "nel caldieron", nel caldaione Scremin tutto screpolato di debiti ... Egli chiese poi, tutto umile, il perchè di questo imporgli condizioni ... Don Giuseppe guardava stupito e ammirato la vecchia signora della quale aveva creduto sino a quel momento che apprezzasse sufficientemente i beni terreni, che avesse un certo affetto alla proprietà e sopra tutto che sarebbe morta prima di lasciare la sua casa, la sua chiesa, le sue vecchie amiche, le sue abitudini ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 38)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Egli cominciò la sua recita troppo presto, appena il Commendatore rientrò nell'anticamera dall'aver accompagnato il Soldini alla scala, la interruppe, la ricominciò, parlando in italiano: "Prima di tutto ... prima di tutto ... "Prima di tutto, Ella crederà forse che io sia venuto a raccomandarmi, ma questo non è vero ... "Tutto questo sarà e non sarà, ma che ci posso far io?" L'altro fece il sordo e tirò via ... "Tutto il paese dice che lo scioglimento del Consiglio comunale dipende da Lei e che Lei è contrario ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 44)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Destemps era innamorato di tutto che aveva visto, anche di un vecchio sagrestano guercio, storpio, gobbo, sudicio, adoratore devoto della sua chiesa, che a un'uscita di Gonnelli "Puzzolenta la tua chiesa!" aveva risposto: "Eh no signor, son mi che spuzzo" ... Tale idea curiosa suggerivano a Dane "tutte queste piccole strade perfidette che fingono sempre andare a destra per arrivare a sinistra e andare a sinistra per arrivare a destra, e tutto questo vecchio latino un poco di seminario, un poco rimasticato dall'antico, di tutti questi vecchi palazzi di Cinquecento e anche di Settecento, e questi contrasti molto spirituosi di queste piccole architetture eccessivamente pretty con vicine case stupide, e questi silenzi dove qua e là spunta erba con un verde così dolce che uno si sente anche dolcemente vivere con esso e non pensare niente e diventare dentro tutto tenero e primaverico ... "È questo delizioso mondo provinciale" soggiunse "che vedrete alla mia conferenza, stasera; e qui ne sarà tutto pieno ... " Parlava col tono di una persona sicura, che sa tutto, l'avvenire come il passato ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 46)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Tasì, çerchè, disì el si quaeris anca vualtre", che fu poi tutto invano ... Giovava a lei e a qualche altro, per malignare, che certo borghesuccio vanitosetto, per aver conosciuto i Dessalle da qualche settimana e aver veduta la villa minutamente, si affannasse a gittar qua e là rapidi bisbigli: "Tutte stoffe tessute apposta perchè armonizzassero con le decorazioni di Tiepolo — qui tutto è antico, preso a Roma — qui tutto è copiato da una sala del palazzo X di Venezia — qui tutto è lavorato su disegni del pittore Fusarin ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 50)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Se si è morali ma non ipocriti bisogna dire così! Qualcuno critica Dessalle che dovrebbe fare, dovrebbe dire! Oh, è tanto simpatico Dessalle! Come è simpatico! Ma qui si è severi, pedanti! Oh, non ne hai un'idea come si è severi! Ma senza giustizia, però; a qualcuna si perdona tutto, ma proprio tutto, e a qualcun'altra si perdona niente ... Se la Dessalle fosse una signora del mondo clericale tutto sarebbe passato in silenzio come una cosa di famiglia ... Quest'uomo si è ritirato e ammettiamo pure che abbia rotto col suo partito del tutto e sinceramente, ma in fondo in fondo sarà egli proprio trasformato? Il commercio che ha qui è affare di fisiologia e non conta ... Son cose che non si sanno mai bene e sopra tutto non si sa mai bene quanto possano durare certi eccessi ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 53)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Piero rispose ch'era drammatico, tutto un tremolio di brillanti a levante nei vapori azzurrini, tutto verde cupo a ponente sotto nere minacce di nuvoloni ... Passata la prima violenza di quest'onda, egli si era posto in difesa contro se stesso, contro le proprie tendenze mistiche, contro tutto che potesse condurlo ad abbandonare la sua prefissa via di un apostolato per la giustizia sociale, senza odio alla Chiesa cattolica, ma del tutto indipendente da essa; la via che avrebbe dovuto sognare per lui sua madre quando non credeva che nella idea di giustizia, non adorava che l'idea di giustizia ... Come avrebbe mentito? Malgrado tutto, il sospetto ritornava ... A misura che si allontanava, i richiami del presente più e più potevano contro i richiami del passato, del romito asilo di pace; ma correndo in ferrovia Val Porlezza, lo riprese improvviso nella memoria il senso del turbamento premonitorio che, giorni prima, passando di là e durante tutto il viaggio, aveva provato ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 59)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... "All'albergo c'è Bassanelli, c'è tanta gente! Lei mi deve dire cosa farà poi che avrà ceduto tutto il Suo ... La resistenza dura di lei alle sue idee, il tenace scetticismo, quelle fredde ragioni opposte al suo divisamento generoso e che in fondo, pur non volendolo confessare a se stesso, trovava giuste, almeno in parte; sopra tutto quel non avergli detto una sola parola di ammirazione, finivano di staccarlo da lei, lo rendevano quasi sdegnoso, impaziente dei dolci atti e dei dolci detti ... "Intanto" diss'egli ex abrupto, per troncare le dolcezze, "non cederò tutto il mio ... Sarà il primo passo per servire la mia opinione della giustizia, per diventare, in tutto, l'uomo che l'anima grande, unica, di mia madre deve avere desiderato in me ... Gli prese e raccolse i polsi, gli parlò affannosa, porgendogli il viso, affissandosi in lui con la espressione di un morente che cerchi negli occhi del medico la speranza: "No, no, Dio, Dio mio, no, Lei non sa, Lei non sa! Io ho nella mente delle oscurità disgraziate, io La contraddico anche qualche volta per una specie di spirito maligno che mi prende, che mi fa parlare per la mia sventura, ma L'ammiro tanto tanto tanto, onoro tanto in Lei quella fede in un ideale che vorrei pur avere e non posso, sento quanto è bello il Suo proposito, quanto è grande, darei tutto il mio perchè servisse ai Suoi studi, al trionfo delle Sue idee, di ciò ch'Ella chiama la giustizia assoluta ... Se Lei me lo permette, io lascio tutto ... Cedo tutto a mio fratello e vengo a servire Lei se vuole; se non vuole vengo a starle vicino, vivrò di lavoro e forse Lei qualche volta avrà pietà di me!" Ella s'interruppe, lasciò le mani di Piero; i belli occhi parlanti si velarono di pianto ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 62)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... "No, no" fece il Direttore vivacemente "nemmeno per sogno!" e proseguì con un certo imbarazzo appoggiandogli le mani alle braccia, fissandolo negli occhi: "Adesso Le dirò tutto ... Ha udito, ha compreso tutto, ricorda tutto, mi ha ripetuto tutto ... "Dio mio, don Giuseppe" diss'egli "non potrebbe Lei evitarle questa pena, dirle che io considero la sua parola come detta, come udita, dirle a nome mio tutto quello che la può consolare?" Don Giuseppe gli pose una mano sulle ginocchia ed ebbe ancora, senza guardarlo, un lievissimo sorriso, un sospiro, una inarticolata voce sommessa di dubbio, una voce che Piero intese a questo modo: "Non è meglio, per qualche ragione da tacere, che parli proprio Lei?" Si bussa all'uscio ... Qui ci dicono matti ma si sa tutto di tutti ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 64)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... " Gli cinse il collo con ambe le braccia, gli mormorò all'orecchio: "Caro, vuoi che ci perdoniamo tutto? Proprio tutto, tutto? Anche quello che tu non sai di me? Anche quello che io non so di te?" Egli si staccò dolcemente dal collo, piangendo, le sottili braccia, s'inginocchiò, si strinse sulle labbra una mano di lei che pure lacrimava ... "Che sarebbe successo di me? — Tutto sarebbe caduto ... Proprio un caso? — Jeanne è tanto migliore di me, con tutto il suo scetticismo ... — E i miei presentimenti? Dove finivano i miei presentimenti? — Tutto un giuoco, tutto un caso? — Dio mio, Dio mio, se io perdessi la mente, se io dovessi proprio star per sempre qui dentro, finire come queste che urlano! — Padre mio, sei tu in quel pianeta? — No no no, padre mio, padre mio, credo, sai, credo in Dio, credo, credo, ho creduto sempre, forse vengo anch'io dove sei tu, dov'è la mamma! L'Elisa viene da voi ma forse un giorno vengo anch'io!" Represse a forza l'onda dei singhiozzi irrompenti dalla gola ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 66)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Sì, non è vero? Debbo crederlo!" "Deve prima di tutto rimettersi l'anima in pace" rispose don Giuseppe ... Perchè tante volte certa presunzione umana trova modo di mescolarsi a movimenti pii dell'anima nostra e ci induce a scambiare per fatti di origine soprannaturale fatti che derivano invece da condizioni anomale del nostro spirito e del nostro corpo, operati da Dio sempre, perchè Dio opera tutto in tutto, s'intende, con i suoi metodi, per i suoi fini imperscrutabili, ma fatti non diretti a farci conoscere la sua volontà ... Intanto vi hanno cose che egli sicuramente vuole: rimetterle tutto il Suo debito, piccolo o grande che sia ... Ha compreso dolcissime parole di letizia che don Giuseppe, subito dopo il sacramento, le ha dette all'orecchio; ha sorriso, ha cercato Piero con lo sguardo, lo ha visto ritto là, le povere labbra si agitarono a più riprese per parlare, non lo poterono; gli occhi allora dissero tutto, la gioia, la tenerezza, persino un umile ossequio; si alzarono al cielo; ridiscesero; ancora le povere labbra si mossero invano ...
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Ricordi di Parigi (pagina 2)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutto è aperto, trasparente, messo in vista, come in un grande mercato signorile all'aria libera ... Ah! ecco il cuore ardente di Parigi, la via massima dei trionfi mondani, il grande teatro delle ambizioni e delle dissolutezze famose, dove affluisce l'oro, il vizio e la follia dai quattro angoli della terra! Qui è la pompa suprema, è la metropoli della metropoli, la reggia aperta e perpetua di Parigi, a cui tutto aspira e tutto tende ... Vetri, insegne, avvisi, porte, facciate, tutto s'innalza, s'allarga, s'inargenta, s'indora, s'illumina ... Per tutto un lusso aristocratico, provocante e sfacciato, che dice:—Spendi, spandi e godi—e nello stesso tempo suscita e umilia i desiderii ... Sul ponte di Costantinopoli si vede sfilare tutto l'Oriente; qua tutto l'Occidente ... E si capisce da che molle formidabili, debba prendere impulso l'ambizione della gloria per sollevarsi su questo pandemonio, e con che rabbiosa ostinazione si rodano i cervelli per trovare la parola ed il grido che faccia voltare le centomila teste di questa folla meravigliosa! E si prova un piacere a esser là su quel lastrico sparso d'ambizioni stritolate e di glorie morte, su cui altre ambizioni si rizzano e altre forze si provano, senza posa; si gode di trovarsi là, come in mezzo a una gigantesca officina vibrante e sonora; di sentirsi aggregato anche per poco, molecola viva, al grande corpo intorno a cui tutto gravita; di respirare una boccata d'aria su quella torre di Babele, assistendo da un gradino della scala sterminata al lavoro immenso, confortati dal dolce pensiero… ...
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Ricordi di Parigi (pagina 3)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Per tutto è una fuga di carrozze cariche di bagagli, e visi sonnolenti e polverosi di nuovi arrivati, che s'affacciano agli sportelli a interrogare quel caos; e vicino alle stazioni, file di viaggiatori a piedi, che s'inseguono colla valigia in mano, come se uno l'avesse rubata all'altro ... Tutto ciò che vi si mette in mano, dal biglietto del battello al contrassegno della seggiola su cui riposate le ossa nel giardino pubblico, tutto nasconde l'insidia della réclame ... E tutto è economico ... Tutto conduce il pensiero all'Esposizione ... È l'amor proprio ferito in un'altra gloria, che s'afferra tutto alla gloria presente, per compensarsi della passata; ed esalta con tutte le sue forze il primato che le rimane, per gettare l'oscurità su quello, in fondo al cuore forse più caro, che ha perduto ...
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Ricordi di Parigi (pagina 5)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutto il pian terreno degli edifizi sembra in fuoco ... Da tutte le parti piovono raggi e chiarori diffusi che fanno brillare i caratteri dorati e i rivestimenti lucidi delle facciate, come se tutto fosse fosforescente ... Si vede tutto, in fondo ai caffè, sino agli ultimi specchi delle sale riposte, incisi dai diamanti delle belle peccatrici ... Vorreste veder tutto ed esser da per tutto ad un tempo; a sentire dalla bocca del grande Got l'efface sublime dei Fourchambault a folleggiare a Mabille, a nuotare nella Senna, a cenare alla Maison dorée; vorreste volare di palco scenico in palco scenico, di ballo in ballo, di giardino in giardino, di splendore in splendore, e profondere l'oro, lo champagne e i bons mots, e vivere dieci anni in una notte ...
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Ricordi di Parigi (pagina 17)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La sua immagine è da per tutto, il suo nome suona ad ogni proposito ... Egli sa esprimere tutto: sensazioni vaghe dell'infanzia, su cui s'era mille volte tormentato invano il nostro pensiero; i primi inesplicabili turbamenti amorosi della pubertà, le lotte più intime del cuore della fanciulla e della coscienza dell'assassino; profondità segrete dell'anima, che sentivamo in noi, ma in cui l'occhio della nostra mente non era mai penetrato; sfumature di sentimenti che credevamo ribelli al linguaggio umano ... Egli abbraccia colla mente tutto l'universo ... Chi non ha fatto mille volte quest'osservazione? In alto v'è quel suo eterno ciel bleu che ricorre ad ogni pagina, i firmamenti mille volte percorsi, gli astri continuamente invocati, gli angeli, le aurore, gli oceani di luce, mille sogni e mille visioni della vita futura, un mondo tutto ideale, in cui egli si sprofonda come un estatico, trasportando con sè il lettore abbarbagliato e stordito; e sotto, dei mari neri e tempestosi, tenebre su tenebre, la sua eterna ombre, i suoi abîmes, i suoi gouffres, il bagno, la cloaca, la corte dei miracoli, il carnefice, il rospo, la putredine, la deformità, la miseria, tutto quanto v'ha di più orribile e di più immondo sopra la terra ... Tutto quello che v'è di più strano e di più oscuro sul limite che separa il mondo reale dal mondo dei sogni, egli lo cerca, lo studia e lo fa suo ... Egli vede tutto per non so che prisma meraviglioso; a traverso il ...
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Ricordi di Parigi (pagina 18)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Così il suo Napoleone III, rappresentato come un volgare malfattore, tutto d'un pezzo, liricamente ... E in quel frattempo, mentre sonnecchiamo o fremiamo, ci si affacciano alla menti; le analisi spietate dei critici, lo ire dei classicisti, gli anatemi dei pedanti, gli scherni dei suoi infiniti avversarii, e stiamo per dir:—Han ragione!—Ma che! Arrivati in fondo alla pagina, v'è un pensiero che ci fa balzare in piedi e gridare:—No, per Dio! Hanno torto!—; una frase che ci s'inchioda nel cervello e nel cuore per tutta la vita; una parola sublime, che ci compensa di tutto ... Ma egli ha tutto per combattere e per vincere: ha l'audacia, la forza e le armi; ha il genio e la pazienza; è nato poeta e s'è fatto; ha scavato dentro a sè stesso, con mano pertinace, la vena più profonda dei suoi tesori; ogni opera sua è un immenso, lavoro di scavazione, a cui si assiste leggendo, e si sente il formidabile affanno del suo respiro ... Egli non ci presenta il lavoro fatto, il risultamento netto ed ultimo dei suoi sforzi, l'ultima idea a cui è arrivato per una successione d'idee; ma ci fa seguire tutto il processo intimo del suo pensiero, ci fa contare e toccare prima tutte le pietre con cui innalzerà l'edifizio, ci fa assistere a tutti i suoi tentativi inutili, a tutti i crollamenti successivi delle parti mal fabbricate, e vediamo poi l'edifizio compiuto, ma circondato e ingombro dei ruderi, ch'egli disdegna di spazzare ... Il suo stile è tutto rilievi acuti, rialti di granito, punte di ferro e vene d'oro, pieno d'asprezze e d'affondamenti oscuri, rotto qua e là in grandi squarci, da cui si vedono prospetti confusi e lontani; ora semplice fino all'ingenuità scolaresca, ora architettato coll'arte sapiente d'un pensatore; a volta a volta acqua limpida e mare in burrasca, su cui errano nuvole rosee che riflettono il sole o nuvole nere da cui si sprigiona la folgore ... Egli toglie ad imprestito il gergo della plebe, la lingua furfantina delle galere, il balbettio informe ed illogico dei bambini; tempesta la sua prosa di parole straniere di cento popoli e di traslati proprii di tutte le letterature; e si fabbrica superbamente un linguaggio suo, tutto colori e scintille, pieno d'enimmi e di licenze, di laconismi potenti e di delicatezze inimitabili; secondo il bisogno, triviale, tecnico, accademico, vaporoso, brutale, solenne; così che lette le sue opere, non par d'aver sentito parlare la lingua di un solo popolo e d'un solo secolo, ma una vasta e confusa lingua d'un tempo avvenire, per la quale non ci sia nulla d'inesprimibile e di straniero ...
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Ricordi di Parigi (pagina 19)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Chi strapperà più dalla memoria umana Ernani, Triboulet, il campanaro di Nôtre Dame, l'amore di Ruy Blas, la disperazione di Fantina? E chi può scordare i brividi di terrore ch'egli ci ha fatto correre per le vene, e le lacrime che ci ha fatto sgorgare dagli occhi? Poichè egli può tutto, ed è grande nella tragedia e insuperabile nell'idillio ... In momenti solenni della vita, accanto al letto d'un moribondo, durante una grande battaglia della coscienza, i suoi versi ripassano per la mente, come lampi, e risuonano all'orecchio consigli d'un amico affettuoso e severo che ci dica:—Sii uomo!—Poichè egli ha tutto sentito, tutto compreso e tutto detto; ha le disperazioni tremende e le rassegnazioni sublimi; non v'è dolore umano a cui non abbia detto una parola di conforto; non c'è sventura al mondo su cui non abbia fatto versare delle lagrime ...
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Ricordi di Parigi (pagina 24)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Nulla di tutto questo, È difficile immaginare un linguaggio più semplice, un tuono più modesto, un modo di porgere più naturale di quello ch'egli usava in quella conversazione ... In quei momenti sul suo viso si legge la storia di tutte le sue lotte e di tutti i suoi dolori, la tenacia ferrea della sua natura, le simpatie tetre della sua immaginazione, i suoi fornati, i suoi feretri, i suoi spettri, le sue ire, i suoi odii; tutta l'ombre, come egli direbbe, tutto il côte noir delle opere sue ... E in quei momenti vedete, come per uno spiraglio, dietro di lui, Deruchette, Guillormand, Mademoiselle Lise, Don Cesare di Bazan, Gavroche, i suoi angeli, il suo ciel bleu, e tutto il suo mondo luminoso e soave ... Tutto quello che v'è di aspro e di —terribile nei suoi libri è uscito dalla sua grande immaginazione, —non dal suo cuore ...
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Ricordi di Parigi (pagina 27)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E come i personaggi, ci stampa nella mente i luoghi, poichè contempla tutte le cose collo stesso sguardo, che abbraccia tutto, e le riproduce colla stessa arte, a cui non sfugge nulla ... E via via, il buon odore delle spalle di Nana, l'odor di pescheria delle sottane della bella normanna, il puzzo dell'alito di Boit-sans-soif, il tanfo del baule di Lantier; egli ci fa sentir tutto, inesorabilmente, aprendoci le narici a forza coll'asticciuola della penna; e descrive il parco del Paradou fiore per fiore, il mercato di Sant'Eustachio pesce per pesce, la bottega di madame Lecoeur cacio per cacio, e il pranzo di Gervaise boccone per boccone ... Fra tutte queste cose, in tutti questi luoghi, di cui si respira l'aria, e in cui si vede e si tocca tutto, si muove una folla svariatissima, di signore corrotte fino alla midolla, d'operai incarogniti, di bottegaie sboccate, di banchieri bindoli, di preti bricconi, di sgualdrinelle, di bellimbusti, di mascalzoni e di sudicioni d'ogni tinta e d'ogni pelo,—fra i quali apparisce qua e là, rara avis, qualche faccia di galantuomo,—: e lì fanno fra tutti un po' di tutto, dal furto all'incesto, girando fra il codice penale e l'ospedale o il monte di pietà e la taverna, a traverso a tutte le passioni e a tutti gli abbrutimenti, fitti nel fango fino al mento, in un'aria densa e grave, ravvivata appena di tempo in tempo dal soffio d'un affetto gentile, e agitata alternatamene da alti cachinni plebei e da grida strazianti di affamati e di moribondi ...
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Ricordi di Parigi (pagina 28)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Non vi accade mai un urto forte di affetti, d'interessi, di persone, che tenga l'animo sospeso, e da cui tutto il romanzo dipenda ... Inteso ad una scena e ad un dialogo, par che dimentichi il romanzo; è tutto lì; vi si sprofonda e vi lavora con tutta l'anima sua ... Intanto egli coglie a volo mille nonnulla, il carro che passa, la nuvola che nasconde il sole, il vento che agita la tenda, il riflesso d'uno specchio, un rumore lontano, e il lettore stesso, dimenticando ogni altra cosa, vive tutto collo scrittore in quel momento e in quel luogo, e vi prova una illusione piacevolissima, che non gli lascia desiderare null'altro ... I suoi romanzi son fatti a maglia: una maglia fittissima di piccoli episodi, formati di dialoghi rotti e di descrizioni a ritornello, in cui ogni parola ha colore e sapore, e ogni inciso fa punta, e in ogni periodo c'è, per così dire, tutto lo scrittore ... Ed è strana veramente l'apparizione di questo romanziere in maniche di camicia, dal petto irsuto e dalla voce rude, che dice tutto a tutti, in piena piazza, impudentissimamente; la sua apparizione improvvisa in mezzo a una folla di romanzieri in abito nero, ben educati e sorridenti, che dicono mille oscenità ...
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Ricordi di Parigi (pagina 31)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ma fece la sua educazione da sè stesso; studiò combattendo, come i generali della rivoluzione; studia man mano che ha da scrivere un romanzo, per quel romanzo, tutte le quistioni che v'hanno attinenza, come faceva George Sand; legge continuamente, forzato dalle esigenze imperiose della polemica; ha sulla punta delle dita tutto il romanzo di questo secolo, conosce profondamente Parigi, padroneggia insuperabilmente la lingua—e pensa ... Sguainò quasi tutto il suo pugnaletto, lo ricacciò con forza nel fodero, e cominciò a parlare speditamente, animandosi a grado a grado ... Mi occupo anzi tutto di lui, medito sul suo temperamento, sulla famiglia da cui è nato, sulle prime impressioni che può aver ricevute, e sulla classe sociale in cui ho stabilito che debba vivere ...
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Ricordi di Parigi (pagina 32)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Una bella mattina, finalmente, mentre fo colazione e penso ad altro, tutto a un tratto i due fili si riannodano, la conseguenza è trovata, tutte le difficoltà sono sciolte ... Allora un torrente di luce scorre su tutto il romanzo ... Vedo tutto e tutto è fatto ... Scrivo quasi senza correggere perchè son mesi che rumino tutto, e appena scritto, metto le pagine da parte, e non le rivedo più che stampate ... Quando tutto il rimanente fu predisposto, cominciai a occuparmi di quello che doveva accadere; e feci questo ragionamento, scrivendolo ... Questi tre soli fatti mi bastavano; il rimanente era tutto trovato, preparato, e come già scritto per disteso nella mia mente ... Tutto scritto in caratteri grossi e chiari, e con ordine ... Ce n'era un mucchio: tutto l'Assommoir disegnato: le strade del quartiere in cui si svolge il romanzo, colle cantonate, e coll'indicazione delle botteghe; i zig-zag che faceva Gervaise per scansare i creditori; le scappate domenicali di Nana; le pellegrinazioni della comitiva dei briaconi di bastringue in bastringue e di bousingot in bousingot; l'ospedale e il macello, fra cui andava e veniva, in quella terribile sera, la povera stiratrice straziata dalla fame ... La gran casa del Marescot era tracciata minutissimamente; tutto l'ultimo piano; i pianerottoli, le finestre, lo stambugio del becchino, la buca di père Bru, tutti quei corridori lugubri, in cui si ...
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Ricordi di Parigi (pagina 34)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La critica vivifica tutto; non c'è che il silenzio che uccida ... Parlando dei suoi studi dal vero dice:—Non ho però bisogno di veder tutto; un aspetto mi basta, gli altri li indovino; qui sta l'ingegno ... Per carità, non facciamolo tutto d'un colore, se non vogliamo annoiarci anche noi ... Il pubblico non ha voluto capire il mio lavoro, perchè non vi ha trovato quella specie di vis comica che vi cercava, che è un fiore tutto parigino, sbocciato sui marciapiedi dei boulevards ...
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Ricordi di Parigi (pagina 36)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... sentirà, come un accompagnamento musicale, lo strepito di quella vita precipitosa, e vi sarà l'amore nel vagone, l'accidente nella galleria, il lavoro della locomotiva, l'incontro, l'urto, il disastro, la fuga; tutto quel mondo nero, fumoso e rumoroso, nel quale egli vive col pensiero da lungo tempo ... Intanto lavora tranquillamente, e va diritto alla sua meta, senza guardar nè indietro nè ai lati, Il suo studio è la sua cittadella, nella quale egli sì sente sicuro, e scorda il mondo, tutto assorto nelle graves jouissances de la recherche du vrai ... —Vedete,—disse in fine,—io sono un uomo tutto di casa ... Com'è brutta Parigi in quell'ora! Quei boulevards famosi, così sfolgoranti poche ore prima, non sono più che uno stradone irregolare, fiancheggiato da case misere, alte e basse, sbiadite, annerite, sformate sulla sommità da un orribile disordine di camini altissimi, che paiono la travatura di edifizi non finiti; e ogni cosa essendo ancora chiusa e velata da un po' di nebbia, non si vede che un grande spazio solitario e grigio, nel quale non si riconoscono più, a primo aspetto, i luoghi più noti; e tutto pare invecchiato, logoro e pieno di pentimenti e di tristezze; a cui sembra che vogliano sfuggire le rare carrozze che passano rapidamente, come peccatrici sorprese dall'alba e dalla vergogna, dopo l'ultima orgia del carnovale ... Tutto, anche il divertimento, richiede previdenza e cura; ogni passo ha il suo scopo; ogni giornata ci si presenta, fin dallo svegliarsi, divisa e ordinata in una serie di occupazioni; e non ci rimane più alcuno di quei piccoli ozii, i quali, come in una marcia militare i riposi irregolari, infiacchiscono invece di ristorare le forze ... Tutto precipita e la menoma sosta produce una piena ... In capo a pochi giorni ci troviamo nelle condizioni d'ogni buon «borghese» parigino: scambiamo cioè per dottrina e per spirito nostro tutta la dottrina e tutto lo spirito che ci corre intorno, tanto sentiamo nel serra serra di quella moltitudine che si rimescola vertiginosamente, il calore e il palpito della vita di tutti ...
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Ricordi di Parigi (pagina 37)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Là abbiamo tutto di prima mano ... Eh! allora, durante quel primo tempo della luna di miele, si scusa tutto ... Il tempo vola, non vogliamo perderne un'ora, abbiamo mille cose da cercare, da studiare, da godere; ci piglia la furia di far entrar in ogni giornata, come il ladro nel sacco, tutta la ricchezza che vi può capire; un demone implacabile ci caccia a sferzate di salotto in salotto, dal teatro all'accademia, dall'uomo illustre al bouquiniste, dal caffè al museo, dalla sala da ballo all'ufficio del giornale; e la sera, quando la grande città ci ha detto e dato tutto quello che le abbiamo domandato, sempre amabile e allegra; quando sediamo a cena cogli amici, stanchi, ma contenti di sentirci la nostra preda nella testa e nel cuore, e ci cominciano a scoppiettare intorno le arguzie e gli aneddoti, e il primo bicchiere di Champagne ci tinge di color d'oro tutti i ricordi della giornata; allora con che slancio d'entusiasmo salutiamo la grande Parigi, l'ospite amorosa e magnifica, che a tutti apre le braccia, e profonde ridendo baci, oro ed idee, e rinfiamma in tutti i cuori col suo soffio giovanile il furore della gloria e l'amore della vita! Ma dopo alcuni mesi, che cambiamento! Comincia a nascervi in cuore una piccola antipatia per una cosa insignificantissima; poi ve ne salta su ogni giorno una nuova; e in capo a un mese scappereste da Parigi mandandole il famoso saluto del Montesquieu a Genova; Adieu… ... La mattina dopo vi urta i nervi il sorriso rassegato della padrona del vostro Hôtel che somiglia a tutti i sorrisi che vi si fanno a Parigi da per tutto dove andate a portar dei denari; o per la strada, osservate che è intollerabilmente brutta l'uniforme dei gendarmi ...
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Ricordi di Parigi (pagina 39)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Oh poveri Italiani, com'è conciato, a Parigi, il vostro povero amor proprio! Se non nominate proprio Dante, Michelangelo e Raffaello, per tutto il rimanente non ne caverete altro che un:—Qu'est ce que c'est que ça? Il deputato papista vi domanda se Civitavecchia è rimasta al Papa ... Tutto è dominato e guasto dalla mania della pose: pose nella letteratura, pose nella religione, pose nell'amore, pose anche nei più grandi dolori ... Godere! Tutto il resto non è che un mezzo per arrivarci ... E per tutto trovate un popolo che più si studia, più rivela dei difetti; ma in cui ogni difetto ha per riscontro una qualità ammirabile ...
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Ricordi di Parigi (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La parola sfuggevole, la sfumatura, la mezza intenzione, il sottinteso, l'accento, il cenno; tutto coglie a volo ... Come stupirsi che non si occupi che di sè un paese così sfegatatamente adulato, a fatti se non a parole? E non riesce tutto a danno suo od altrui questo difetto poichè deriva dal conoscere profondamente le cose proprie, dall'amarle anche d'un amore eccessivo, e dal credere che il mondo intero ne faccia la medesima stima, quel che di caldo, di colorito, di originale, di vitale, che mette in tutte le manifestazioni di sè stesso ... Quindi un inseguirsi e un congiungersi continuo d'idee e di sforzi diretti al medesimo segno, una frequenza grande di attriti da cui esce luce e calore; ogni palmo di spazio disputato da mille contendenti; invece del cammino la corsa, invece della controversia la mischia; e in questa mischia perpetua, buttato via tutto il bagaglio superfluo, tutto fatto arma di offesa e di difesa, sfrondato il pensiero, stretto il linguaggio, precipitata l'azione; arte e vita ugualmente ardite e rapide, e tutto incoraggiato dalla gran voce festiva della grande città, che parla ad acutissime note cristalline, intese da tutta la terra ... Quando s'è osservato tutto ciò, il soggiorno di Parigi riesce caro ed utile solo per veder lavorare quella macchina immensa, per vedere come essa leviga, perfeziona, trasforma, spreme, stritola l'inesauribile materiale d'ingegno, di ricchezza, di gioventù, d'ambizione, di coraggio, che la Francia e il mondo gettano continuamente fra le sue ruote formidabili, e come versa dalla parte opposta grandi nomi, celebrità sventrate, capolavori, parole immortali, ...
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Rinaldo (pagina 8)
di Torquato Tasso (estratti)
... Grande è 'l guerriero e di robuste membra, e tutto nerbo ed osso in vista sembra ... 3 Questi, scorto Rinaldo: — Ah, pur t'ho giunto, grida, malvagio cavalier villano! — Fu ciò dire e ferir tutto in un punto: grave il ferir con l'una e l'altra mano ... 4 Rinaldo, ch'al colpir doppio e possente s'era a Baiardo su la groppa steso, risorto su dopoi, come si sente in cotal modo ingiustamente offeso, raggirando il destrier sprona repente tutto di rabbia e di furore acceso; sprona il destriero al suo nemico addosso, come verso il cinghial suole il molosso ... Tutto con gli occhi il cerca, e la cagione de l'error chiara scorge e manifesta: scorge lo scudo, ov'è dipinto Amore, esser stato cagion di questo errore ... — 14 Voleva oltre seguire e 'l tutto dirgli di quel villan guerriero a parte a parte; ma Rinaldo che vede il sangue uscirgli in molta copia da più d'una parte, vol, pria che segua il resto a discoprirgli, ch'Isolier, che sapea la medica arte, la qual già tra guerrieri in pregio fue, la cura prenda de le piaghe sue ...
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Rinaldo (pagina 15)
di Torquato Tasso (estratti)
... altri ornamenti in poco d'ora; e solo il tutto ad un compagno dissi, con cui d'estremo amor congionto vissi ... 64 E ben avria l'idol, sdegnato alquanto, ogni risposta al cavalier negato, ma da Merlino allor, che fe' l'incanto, a risponder mai sempre ei fu sforzato; e per simil cagion, tanto né quanto del ver tacer altrui gli era vietato: ché 'l saggio mago il tutto già previsto e similmente al tutto avea provisto ... 66 Finito il sacrificio, ecco si scuote lo speco, e par che 'l suol dal fondo treme; e con strano romor di voci ignote tutto d'intorno omai rimbomba e geme: così s'Austro lo fiede e lo percuote, il mare irato orribilmente freme ... 2 Attraversando gir tutto 'l paese che Giulio ornò di molti fregi pria, e superaro ancor l'Alpi scoscese, per cui s'aprì la malagevol via con novo modo il gran Cartaginese, Roma, portando a te guerr'aspra e ria ...
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Rinaldo (pagina 16)
di Torquato Tasso (estratti)
... 10 Quivi si vede sol chi dal forte arco aventi strai con certa aspra percossa, chi di scudo coperto e d'arme carco poggi in loco erto con destrezza e possa; chi porti il destro suo terreno incarco con lieve salto oltra ben larga fossa, chi mova a marzial feroce assalto gli aspri piombati cesti or basso or alto; 11 chi con robusta man la spada giri in fiammeggianti rote o l'asta vibri, e chi lottando a la vittoria aspiri, e diverse arme paragoni e libri; chi con gran forza il pal di ferro tiri, chi d'arte militar rivolga i libri, chi muova tutto armato il piede al corso, chi volga o lente ad un corsiero il morso ... 12 Deh! come in tutto or è l'antica norma e quel buon uso e quei bei modi spenti! Com'or nel guerreggiar diversa forma si serba, oimè! tra le cristiane genti! Or chi celebri Bacco o inutil dorma, chi tutti aggia i pensieri al gioco intenti, chi ne' piacer venerei impieghi e spenda le forze, è sol de' campi in ogni tenda ... Sembra egli a l'apparir torre eminente, sembra il destrier c'ha sotto alto elefante; tutto di marzial sdegno s'accende il guerrier, come in lui le luci intende ... 30 Tutto feroce l'African si lancia, ed a trovare il va con un mandritto, ma in mezzo il corso da l'aversa lancia gli è tronco il calle e l'omero traffitto ... S'allegra tutto allor lo stuol di Francia, ma si conturba il Saracino afflitto: freme il gigante e di rabbiosa fiamma le guancie e gli occhi orribilmente infiamma ...
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Rinaldo (pagina 19)
di Torquato Tasso (estratti)
... 18 Ella era morta, e così morta ancora arder parea d'amor la terra e 'l cielo, e dal bel petto per la spalla fuora gli uscia pungente e sanguinoso telo; sembrava il volto suo neve ch'allora scuota Giunon da l'aghiacciato velo: gli occhi avea chiusi e, benché chiusi, in loro si scopriva d'Amor tutto il tesoro ... 22 Segnano al petto l'un, l'altro a la testa i colpi, ed ambo quei vanno ad effetto; cadde Rinaldo a la percossa infesta che lo venne a ferir sovra l'elmetto: ma la lancia fatal ch'ei poscia arresta, all'altro cavalier traffigge il petto, e lo distende dal corsier lontano, tutto tremante e sanguinoso al piano ... 25 Ma quegli allor: — Perché servato or sia questo costume, a pien da me saprai, se concesso da morte egli mi fia che mi sovrasta e mi rapisce omai; e se pur ti parrà l'usanza ria, il mio crudel destin n'incolperai, che la prima cagion stata è del tutto, e m'ha fatto amator de l'altrui lutto ... 28 Ma venne, lasso! dal tartareo fondo, a turbar la mia pace e la mia gioia, quella peste crudel che suole al mondo recar sovente incomparabil noia, che 'l sereno d'amor stato giocondo tutto col suo velen turba ed annoia: gelosia venne, e in forme strane e false di Clizia la mia donna il petto assalse ...
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Rinaldo (pagina 23)
di Torquato Tasso (estratti)
... 23 Già tutto mare e cielo è d'ogni canto, ché quanto cala il suol, tanto il mar poggia ... 32 Florindo il sovragiunge, e d'un riverso l'alzata mano a lui troncando taglia; quel furioso e ne la rabbia immerso allor contra 'l baron ratto si scaglia: tira gran colpi a dritto ed a traverso, e tutto si discopre e si sbaraglia ... 35 Già di tutto il villan barbaro stuolo solo un vivo ne' legni era rimaso, e verso lui se 'n gia Rinaldo a volo, per mandar la sua vita anco a l'occaso; ma lo sottrasse a quell'estremo duolo improviso consiglio, anzi pur caso, ch'impetrò breve spazio a la sua morte con atti umili e con parole accorte ... 36 Dopoi dice: — Signor, vostro destino col morir nostro quel di voi procura, e v'induce a far onta al gran Mambrino, al più fort'uom che fêsse mai Natura, al maggior re del popol saracino, c'ha di noi qual di servi amica cura, e vorrà farne in tutto aspra vendetta, qual a l'offesa, al suo valor s'aspetta ... 38 E' ben saprà la nostra avversa sorte, bench'uccida or qui me la vostra mano; saprà non men chi n'abbia posto a morte, sia di Cristo seguace o sia pagano, perch'un gran mago che gli alberga in corte il tutto gli farà palese e piano ...
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Rinaldo (pagina 26)
di Torquato Tasso (estratti)
... 27 Canta egli come da la massa informe trasse Natura il seme de le cose, e come in vaghe e ben composte forme il mondo qual veggiam tutto dispose, dando perpetue leggi e certe norme a fuoco, ad aria, a terra, ad acque ondose, in un giungendo con discorde pace quanto appar fuori, e quanto ascosto giace ... — 33 Rinaldo a lei: — Benché non punto sia di sì degni uditor degno il soggetto, per me narrato il tutto ora vi fia, poiché sono a ciò far da voi costretto ... Da quest'atto sentissi il cor piagato profondamente il reo cugin di Gano, Ginamo, ch'in mal far seco concorse, ch'allor, sendo presente, il tutto scorse ... 41 Perdoni a me se t'ho la cosa aperta e di quanto è tra noi narrato il tutto, e tu perdona a lei, che ben lo merta, poiché n'è nato così nobil frutto ...
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Rinaldo (pagina 35)
di Torquato Tasso (estratti)
... 67 Poi ch'appagati ha gli occhi, egli non meno la fame appaga, e 'l corpo ciba e pasce di quel che dal fecondo almo terreno sovra i vaghi arboscei produtto nasce; e del dolce ruscel gustando a pieno fa che l'arida sete in tutto il lasce ... 70 Vide, disceso al basso, ad aspra guerra star un sol cavalier con molti armati, ch'otto di lor n'avea già posti a terra, altri del tutto morti, altri piagati ... — Così detto finì, qual lume suole cui manchi in tutto il notritivo umore; ma si rivolse al suon di quella voce un cavaliero in vista aspro e feroce ... 81 Già l'inimico stuol tutto si dona in preda, e n'ha cagione, al vil timore; e con l'ardir la speme anco abbandona, e cede a forza al fero ostil furore ...
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Rinaldo (pagina 36)
di Torquato Tasso (estratti)
... 93 Gli dissi ancor ch'a pien non era instrutto qual genitor m'avesse al mondo dato, e seguendo oltra poi, gli narrai tutto ciò ch'a me l'idol prima avea narrato ... Canto duodecimo 1 Quegli, il parlar del paladino inteso, non dimostrossi a l'ubbedir ritroso, ma da terra levando il capo offeso, ch'era di sangue caldo e rugiadoso, su la destra appoggiò l'infermo peso, e con l'altra il sanguigno e polveroso volto fe' mondo; indi la voce e 'l guardo debil rivolse al cavalier gagliardo: 2 — Signor, convien che d'alto al mio sermone principio dia, per sodisfarvi in tutto ... Pur quando al fin gli manchi ogni partito, vol che lasciar l'impresa, anzi morire: tutto si scuote, e gli occhi intorno volve, né men del dubbio caso ei si risolve ... 13 Colui non udir finge, e tuttavia de l'ondoso sentier gran spazio avanza, tal ch'al baron di quel che più desia quasi manca del tutto ogni speranza ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 4)
di Luigi Pirandello (estratti)
... E com'è dunque vedova, se lei è vivo? Gli Attori scaricheranno tutto il loro sbalordimento in una fragorosa risata ... Non è qui perché—la guardi, signore, per favore, e lo comprenderà subito!—Il suo dramma non potè consistere nell'amore di due uomini, per cui ella, incapace, non poteva sentir nulla—altro, forse, che un po' di riconoscenza (non per me: per quello!)—Non è una donna, è una madre!—E il suo dramma—(potente, signore, potente!) consiste tutto, difatti, in questi quattro figli dei due uomini ch'ella ebbe ... Anche il rimorso, già! sopra tutto ... Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sè, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo d'intenderci; non c'intendiamo mai! Guardi la mia pietà, tutta la mia pietà per questa donna indicherà la Madre è stata assunta da lei come la più feroce delle crudeltà ... Se si potesse prevedere tutto il male che può nascere dal bene che crediamo di fare! A questo punto la Prima Attrice, che si sarà macerata vedendo il Primo Attore civettare con la Figliastra, si farà avanti e domanderà al Capocomico: La prima attrice ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 5)
di Luigi Pirandello (estratti)
... mio segretario, pieno di devozione, che se la intendeva in tutto e per tutto con lei, indicherà la Madre senz'ombra di male—badiamo!—buono, umile come lei, incapaci l'uno e l'altra, non che di farlo, ma neppure di pensarlo, il male! La figliastra ... Ben provvista di tutto, a quell'uomo, sissignore,—per liberarla di me! La madre ... Ma tutto questo è racconto, signori miei! Il figlio (sprezzante) ... D'accordo, signore! Perché tutto questo è antefatto ... Mi dica lei, signore, se potevo indovinare in lui tutto questo sentimento ... Dopo tanti anni di lontananza, e tutto ciò che era accaduto ... Mah! Signore, ciascuno—fuori, davanti agli altri—è vestito di dignità: ma dentro di sè sa bene tutto ciò che nell'intimità con se stesso si passa, d'inconfessabile ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 6)
di Luigi Pirandello (estratti)
... Non posso sentirlo, signore! Perché quando si è costretti a «semplificarla» la vita—così, bestialmente—buttando via tutto l'ingombro «umano» d'ogni casta aspirazione, d'ogni puro sentimento, idealità, doveri, il pudore, la vergogna, niente fa più sdegno e nausea di certi rimorsi: lagrime di coccodrillo! Il capocomico ... Sarta fina, se lor signori lo vogliono sapere! Serve in apparenza le migliori signore, ma ha tutto disposto, poi, perché queste migliori signore servano viceversa a lei ... Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che ciascuno di noi—veda—si crede «uno» ma non è vero: è «tanti», signore, «tanti», secondo tutte le possibilità d'essere che sono in noi: «uno» con questo, «uno» con quello—diversissimi! E con l'illusione, intanto, d'esser sempre «uno per tutti», e sempre «quest'uno» che ci crediamo, in ogni nostro atto ... Ma lei s'immagini un figlio, a cui un bel giorno, mentre se ne sta tranquillo a casa, tocchi di veder arrivare, tutta spavalda, così, «con gli occhi alti», una signorina che gli chiede del padre, a cui ha da dire non so che cosa; e poi la vede ritornare, sempre con la stess'aria, accompagnata da quella piccolina là; e infine trattare il padre—chi sa perché—in modo molto ambiguo e «sbrigativo» chiedendo danaro, con un tono che lascia supporre che lui deve, deve darlo, perché ha tutto l'obbligo di darlo— Il padre ... In confidenza: Somiglia tutto al padre! Umile; non parla ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 11)
di Luigi Pirandello (estratti)
... Bello! Benissimo! Per far saltare così tutto il teatro? La figliastra ... E io, con tutto il mio lutto nel cuore, di appena due mesi, me ne sono andata là, vede? là, dietro quel paravento, e con queste dita che mi ballano dall'onta, dal ribrezzo, mi sono sganciato il busto, la veste ... e comprendo, comprendo tutto il suo orrore, signorina; ma comprenda anche lei che tutto questo sulla scena non è possibile! La figliastra ... in una conferenza venire a scodellare davanti al pubblico tutto quel che gli bolle in pentola! Con tono bonario, conciliativo: Bisogna che lei si contenga, signorina ... Ma se è già tutto avvenuto, scusi! Non capisco! La madre ... Ma sì, io non dico di non rappresentarlo: formerà appunto il nucleo di tutto il primo atto, fino ad arrivare alla sorpresa di lei— indicherà la Madre ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 23)
di Docteur Jaf (estratti)
... » Secondo lo stesso autore sarebbe un errore il credere che il pederasta passivo sia più effeminato di quello attivo, e che si comporti sempre verso quest'ultimo in modo tutto passivo come una donna ... Il dottor Chevalier fa così la psicologia del pederasta: «Nel mondo della pederastia tutto è alla rovescia ... Le pratiche contro natura, infatti, hanno per risultato fatale un'alterazione della personalità psichica, consistente essenzialmente in una trasposizione, nel rovesciamento delle qualità caratteristiche del sesso, nell'effeminatezza per tutto dire ... «Bisogna vedere questi effeminati nelle loro riunioni mondane, serate danzanti, feste patronali, addii alla vita di giovanotti, fidanzamenti—oh eufemismi!—Si canta, si ricama, si tappezza, si fanno fiori, si chiacchiera, si cicala e sopratutto si dice male del prossimo; e tutto ciò con voce esageratamente melliflua ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 24)
di Docteur Jaf (estratti)
... Malgrado la depravazione che nasce da una tal disgustevole situazione per l'uomo, malgrado il piacere della concupiscenza che colora tutto agli occhi di quelli che lo praticano, non vi è prostituto maschio, che pari alla donna pubblica, non senta repulsione per l'uomo che lo paga, e da qui nasce necessariamente il bisogno di darsi ad un essere il quale non soltanto non pagherà, ma ancora riceverà dei doni da quello che avrà conquistato ... Queste donne che non sentono nulla, sacrificano tutto al possesso di colui il cui contatto può risvegliare in loro una sensualità affievolita dall'abuso, o spenta dal disgusto che ad esse ispira il commercio degli uomini, che sono obbligate a supportare ... La ragazza sente, in seguito appunto della sua abiezione, il bisogno di un cuore nuovo; stufa di tutto, ella sarà facilmente sedotta da un'aria ingenua, da una candida figura di adolescente ... I libertini che non vogliono mostrarsi in pubblico, trovano nelle case di tolleranza tutto quanto occorre loro per soddisfare i proprii gusti per strani che possano essere ...
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Storia di un'anima (pagina 7)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Tutto è disordine ancora, non si sa quel che si vuole, ma si vuol molto, da tutti ... Fu una giornata piovosa, melanconica, di quelle in cui si desidera la quieta canterina, con un angiolo, con un bambino, con un focolare benedetto: tutto bigio e nebbioso dovrebb'essere al di fuori: cadute le foglie, infangate le stradicciuole, freddolosi i bimbi: tutto mesto, tutto morto, per far contrasto col di ...
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Storia di un'anima (pagina 25)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... manca tutto? Sì e non ho più volontà di studiare ... —Oggi sono rimasto fuori di casa tutto il giorno ... Come hai dimenticato! Ed io ti ho amato tanto! Perchè rimarrò qui? dove tutto mi fa ricordare di Te? Vorrei cambiare cielo e abitudini… ... —Ho lavorato tutto il giorno, come un somaro, come uno scolaretto ... Mio Dio, darei tutto a' tuoi poveri, sacrificherei questa mostruosa ...
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Storia di un'anima (pagina 31)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Tutto azzurreggiava… ... O marchese, o contesse, o borghesine, seni tutti femminei dolcissimi, che vi gonfiavate, deprimendovi all'unissono coll'onda!… Tutto taceva sospirando… ... Qualche volta gli veniva dietro il cagnuolo bruno, tristo come lui: qualche volta un suo fanciullo scempio, un poverino che cercava tutto il dì i ghiaiotti che gli piacessero e non li trovava mai ... La barcona è una furbaccia, amicissima, prima di tutto, di quello che ha in tasca, poi de' suoi crediti, poi di quello che vorrebbe avere, poi del suo marebagno ... O felicissimi, che alla sera contemplavate il mare, contemplavate il cielo, ho a dirla?… Quando la filatera dei bimbi chiassosi vi saltellava vicino, voi vi pigliavate il meno restio, il più bello, l'elegantissimo, tutto vestito di bianco ricamato, colla fascia di seta azzurra, il cappellino alla marinara, e col fargli scattare sul nasino la cassa dell'orologio o col chiudergli di botto il ventaglio profumato sotto il mento, subito l'innamoravate delle vostre ginocchia, sì da poterlo baciucchiare e lisciare coll'invidia più carina ...
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Storia di un'anima (pagina 32)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... bisticciandomi, perchè?… E la cosa dovrebb'essere tutto affar mio ... e pregando la Madonna: già la Madonna ascolta noi donnicciole, eh?… (Tace sempre!…) una bambina mi piacerebbe di più, mi farebbe maggior compagnia, una massaìna, cucirebbe con me e vorrebbe tutto il suo amore alla mamma, perchè già degli uomini… ... —Oh che combinazione!—diceva lo sposo, mordendosi i baffi:—L'educazione, le mamme, i capricci, il mare, questi marmocchi, il matrimonio: cose serie! Credete di mettervi tranquilli e che tutto vada secondo i vostri desideri? Mentre la sposa, come una cingallegra, chiacchierava tra sè:—Ecco che ci penso! Le vestirei un abitino americano scollato, in bazin bianco, a davanti principessa, rigato a pieghettine… ... Il mare, il cielo, i monti, tutto è d'un azzurriccio-perla ...
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Storia di un'anima (pagina 40)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Ella insidiosissimamente ha tutto profumato con quel suo muguet!… Viaggiamo insieme verso Genova: in prima classe, già s'intende ... E vi sono scalee che accedono alle straricche anticamere e agli appartamenti: ori, pietre, stucchi, cristallo, basalto, alabastro, colonne doriche, ioniche, corinzie, tele, freschi, statue, tutto vedi… ... tutto è finito! La dama giace sotto in qualche chiesa barocca, sotto la pietra barocca, già dimenticata dalla prece barocca, già… ... Non sono ancora accese le complici bugie per le?… Passi per le stanze del riposo, coi moschetti di drappo a pennacchi, colle coltri dense, coi cuscini gonfi, coi tavolini da notte inesplorabili: tutto sa l'odore della vipera ...
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Storia di un'anima (pagina 43)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Tutto finisce! E che resterà di queste pagine? * * * Passa la bellezza, come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un rimpianto ... Tutto finisce! Anche il dolore: e la pianticella che dedicasti alla requie di un caro un giorno schiuderà il fiore che offrirai a un carissimo vivente ... Tutto finisce! Sia costante la tua volontà nell'operare il bene: se ad esso non puoi spingerti col volo robusto dell'aquila, abbandonati collo slancio placidissimo della colomba ... E se la vita è una comedia, perchè non a tutti gli attori fu data la maschera? E se la vita è un pellegrinaggio di fratelli, perchè la meta a tutti non è mostrata collo stesso raggio d'intelligenza? Il filosofo tracciò sul cranio dell'uomo le cifre che segnano nel cervello le facoltà della vita: il teologo notomizzò l'anima e credette trovare i peccati capitali e le virtù: il materialista rise di tutto ... Tutto si partì? Ecco il vuoto: ecco la religione soccorritrice ... All'indomani tutto sarà come prima, come un mese fa, come un anno fa: ognuno ripiglierà il suo posto impossibile che possa essere altrimenti… ...
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Storia di un'anima (pagina 46)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... A Biella ti s'allarga il cuore: la collina è gaia, la macchia generale del paese viva e svariata, le montagne a sfondo, se sono belle pei pittori, sono bellissime certo e buonissime per due poveri occhi stanchi di tutto, persino dei pince-nez affumicati, per due meschini polmoni, nati proprio per l'aria dell'Alpi ... Ma ahimè! bisogna prepararci ad uno strazio! scesi appena dal vagone, una turba di monellacci-vetturini così assedia i viaggiatori, che andarne illesi con tutto l'abito a posto o senza una trafittura nel cervello, è cosa da schizzare un quadretto e recarlo votivamente al Santuario ... A sinistra s'incontra lo stabilimento idroterapico di Cossilla, un bianco fabbricato tutto ad archi acuti soprapposti, elegante, tale che l'immaginazione dentro ci gioca, cercando l'insidia degli sprazzi d'acqua, e, forse più, degli sprazzi di luce de' begli occhi ...
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Storia di un'anima (pagina 55)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Povera figliuola! Rammento la sua tinta bruna, gli occhi ingenui se guardavano, pudichi se erano guardati, il sorriso confidente dei sedici anni, e quel mento e quel collino da gran dama! Aveva il suo fazzoletto, la pezzuola, il corsetto, la gonna, il grembiale, tutto a modo, tutto per lei: due sole cose mi facevano compassione, le scarpacce e la gerla: quelle parvero dirmi:—Noi costiamo tanto e tanto!—e questa:—Ho portato delle colazioni, con molta roba di Dio, su alle cime pei gran signori che mangiano coi guanti: ma la mia povera padroncina all'inverno, quando mi colma di legna gelate e mi fa ballare giù, giù giù, fino al Favaro, trova una minestra lunga e bianca bianca… ... —Ah, signori miei, non mi commovo alla polenta ruvida, al latte coagulato, ai formaggi duri, anzi per me le considero come leccornie capricciose d'un giorno all'anno, ma la minestra che fa scaldare le mani attorno alle scodelle, che si mangia a cucchiaiate, che fa tanto bene allo stomaco, l'auguro saporita a tutti, massime alla povera gente! E in tutti i giorni dell'anno!… Quando la Main fosse stata sposa (e glie lo desideravo presto), mi pareva che un grande garofano dovesse su quei capegli spirare l'aperta allegria di un mattino di maggio, e lei, volgendo la testina all'insù a prendere ingordamente il sodo bacione di un bersagliere del Favaro, lei dovesse mostrare tutto il suo collo, candido di sotto, rispettato dal sole ... La casa del Micca dà in un vicoluccio: due muretti e una scala, ecco tutto ...
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Storia di un'anima (pagina 64)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... In un attimo si ama tutto e tutto ci parla: la spiaggia ciottolosa, curva, l'arena bagnata, la frangia d'argento dell'onda, il suolo fatto dagli uomini e le case e le ville, e le frane spaccate dal caso ... Qui dove passeggiamo noi il murello di riparo alla stradetta serpeggia o lumeggiato o smorto in ombra con toni trasparenti, e la montagna affolta boschi e boschetti e sprazza luci sulle zolle, e s'infosca nelle ripiegature delle falde: grotte, acque, fiori, pratelli stiacciati da cumuli di macigni… Oh i monti! Il cittadino che li contempli in un attimo vi ha famigliari, e non c'è pendìo di vallicella ove non sogni d'essere stato già un'altra volta a piangere un dolore: non richiama una gioia definita, ma ricorda d'aver sorriso e spera di sorridere dall'alto di quella cima boscosa, da dove si deve vedere l'altro versante… Di là… Monti e valli e case e gioie e dolori!… Se ha letto un bel libro, sente di doverlo rileggere su quel masso, attraverso quel torrentello, sguazzando sul fondo translucido e sabbioso l'ombrellino… di chi? È un fatto: nei quadretti, e nelle memorie, e nelle speranze compone sempre, direbbero i pittori, una figurina di donna, che ne' suoi occhi sintetizza tutto il linguaggio della natura… Rincorriamoci, o fanciulla: il lago ci invita al bagno: la montagna ci prepara la reazione ...
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Storia di un'anima (pagina 66)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Prima di tutto, vi confesso ch'io ho un gusto matto per i campanili, tanto che in un certo paese ho fatto un abbonamento con un sagrestano, perchè mettesse a mia disposizione tutte le chiavi d'una chiesa ... È una stramberia, temo l'oblìo… Sapete? certi sogni senza senso comune si possono dire in poesia: in prosa bisogna rendersi conto d'ogni contorno che ha la parola, e toccare liscio se non si vuole errare e buscarsi, un'orecchiata dai professori!—C'è la pace, ecco tutto: una pace antica, un silenzio, un'immobilità, un mistero ... Essa abitò a Milano, e fu di tale pietà, che i monaci di Chiaravalle e le Umiliate, e tutto il clero, e tutta la nobiltà pigliarono ad amarla, compreso un tale Andrea Saramita: e salì, e salì, la Guglielmina salì fino alla dignità sopranaturale: fu della quella che salverebbe giudei, saraceni e mali cristiani, fu detta papessa, santa, divina ...
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Storia di un'anima (pagina 67)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... * * * Oh come i morti s'obliano nello squallore, giù nei saloni del vasto appartamento! V'è una semiluce che piove solo dalle finestrette ad occhi di bue, dietro le schiene degli Augusti in pietra arenaria: v'è il silenzio che là là sembra ingoiarsi con un freddo da cantina per le porte spalancate: v'è un abbandono che scolora tutto cogli strati di polvere e di muffa, e che dà a tutto un aspetto di remoto, di sconfinato, di sepolto, colle tristi simmetrie dell'immobilità e del sonno ... Nella prima sala vi sono le pareti bianche, il soppalco colle travi e i contentini dipinti a sfogli e reticelle a gesso e colla, intorno allo zoccolo di finta Macchiavecchia quaranta seggiole coperte di una bazzana con una ninfa in guardinfante, e nell'alcova coi putti di stucco, fra due canterali a pancia gravida, un lettone sui cavalletti e tutto giallo a passamani d'argento ... E il rampichino salticchia verso venti, quaranta, ottanta quadri di antenati e di battaglie e di assedi, verso un pellicano impagliato, verso una spada d'argento di Filippo V, verso un trono di feudatario, verso un tronino di Dio… Tutto l'appartamento ha le porte spalancate e le finestre chiuse: il silenzio si fa sempre più oblioso e il verno più sconsolato ...
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Storia di un'anima (pagina 71)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Nelle vie larghe e aristocratiche le facciate di granito impallidivano a un certo albore che si spiegava giù dai fastigii delle chiese: tutto chiuso: su dai tetti allineati torreggiava qualche campanile: il selciato aridissimo: rade le fiammelle del gas: il cielo con una luce d'acquario marino ... * * * O mia lettrice, oggi io vi brontolo nel quarto d'oretta della vostra insidiosissima e stanchissima noia, quando voi, sotto le coltri e il baldacchino e magari la protezione di una Madonna su fondo d'oro, vi provate ad aprire gli occhi per rivedere lì intorno, nella camera da letto, nel disordine d'una battaglia stizzosa, e sul tappeto e sulle seggiole e sui tavoli, la vostra gonna affiorata, una nuvola antica di luci temporalesche, e il vostro busto a cordelle, tutto a schiume di trine, e un vostro guanto a bracciale, ancora colla pienezza rotonda delle vostre polpe, e le calze rosate in avvolgimenti serpentini, e le scarpette Montespan coi tacconi fiaccati dalla danza perversa… ... Vi ricordate tutto? Vi ricordate il dono che avete fatto a un povero poeta? Vi ricordate come la vostra mano, sguantata, fosse più flessuosa e confidente e olezzante di muschio? Siete tornata a casa stamattina alle sette, in una carrozza coi vetri appannati, con una pelliccia di tigre, sui coltroncini imbottiti, con una amica che ciarlava e col marito che taceva: avete fatto una dormitona fino a mezzogiorno, sognando baffi neri e baffi biondi: avete sonnecchiato sino alle due, decisa pei baffi neri: e sino alle quattro, convinta invece pei biondi: e covate sotto, obliqua, come una liopardessa, aspettando caldamente che i botoletti di scuderia abbaino dietro agli staffieri che faranno dondolare sulle dodici molle, trascinandolo fuori dalla rimessa, il gran cocchione pel corso di gala ...
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