Libri tutti
Libri su tutti, con la parola tutti
Confessioni di un Italiano (pagina 2)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La cucina di Fratta era un vasto locale, d'un indefinito numero di lati molto diversi in grandezza, il quale s'alzava verso il cielo come una cupola e si sprofondava dentro terra più d'una voragine: oscuro anzi nero di una fuliggine secolare, sulla quale splendevano come tanti occhioni diabolici i fondi delle cazzeruole, delle leccarde e delle guastade appese ai loro chiodi; ingombro per tutti i sensi da enormi credenze, da armadi colossali, da tavole sterminate; e solcato in ogni ora del giorno e della notte da una quantità incognita di gatti bigi e neri, che gli davano figura d'un laboratorio di streghe ... Quando il signor Conte parlava, tacevano anche le mosche; quando avea finito di parlare, tutti dicevano di sì secondo i propri gusti o colla voce o col capo; quando egli rideva, ognuno si affrettava a ridere; quando sternutiva anche per causa del tabacco, otto o nove voci gridavano a gara: — viva; salute; felicità; Dio conservi il signor Conte! — quando si alzava, tutti si alzavano, e quando partiva dalla cucina, tutti, perfino i gatti, respiravano con ambidue i polmoni, come si fosse lor tolta dal petto una pietra da mulino ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 9)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Egli fu, si può dire, il mio primo amico; e se io sprecai molto fiato nel volergli scuotere il timpano colle mie parole, n'ebbi anche per tutti gli anni che visse meco una tenera ricompensa d'affetto ... Se poi Martino non vi era, tutti mi davano la baia perché restava così mogio mogio come un pulcino lontano dalla chioccia; e finiva col darla a gambe indispettito, a menoché una raschiata del signor Conte non mi facesse prender radici nel pavimento ... Ma anche adesso, filosoficamente non si avrebbe forse torto a pensare come si pensava una volta; e il torto sta in questo, che si ha sempre torto a incaparsi di restar savi e di adoperare secondo le regole di saviezza, allorché tutti gli altri son pazzi ed operano a seconda della loro pazzia ... Napoleone peraltro insegnò a tutti, una volta per sempre, che non fallisce a ciò il valor nazionale, sibbene la volontà e la costanza dei capi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 10)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutti i suoi movimenti apparivano così ponderati, che se gli accadde mai di commettere qualche peccato, ad onta della sua vita generalmente tranquilla ed evangelica, dubito che il Signore siasi indotto a perdonarglielo ... Saltava correva si stropicciava le mani il naso i ginocchi; prendeva tabacco, bisbigliava giaculatorie, passava il bastoncino da un'ascella all'altra, parlava, rideva, gesticolava con tutti, e accarezzava ogni persona che gli capitasse sotto mano, fosse un ragazzo, una vecchia, un cane o una giovenca ... Io pel primo ebbi la gloria e la cattiveria di scoprire le strane giubilazioni del Cappellano ad ogni sua scappata dal castello; e fatta ch'io ebbi la scoperta, tutti, quand'egli partiva, si affollavano alle finestre del tinello per goder lo spettacolo ... Il cappellanello che veniva a domandar conto della digestione del signor Conte, come voleva la prammatica di ogni dopopranzo, era stato lì lì per cascare nel trabocchetto; ma a metà della cucina aveva orecchiato la voce del teologo e protetto dalle tenebre se l'avea data a gambe, ringraziando tutti i santi del calendario ... Figuratevi se non avea ragione di scampanar d'allegrezza! Oltre a questi due preti e ad altri canonici e abati della città che venivano a visitar di sovente monsignor di Fratta, il castello era frequentato da tutti i signorotti e castellani minori del vicinato ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 12)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La Pisana era una bimba vispa, irrequieta, permalosetta, dai begli occhioni castani e dai lunghissimi capelli, che a tre anni conosceva già certe sue arti da donnetta per invaghire di sé, e avrebbe dato ragione a color che sostengono le donne non esser mai bambine, ma nascer donne belle e fatte, col germe in corpo di tutti i vezzi e di tutte le malizie possibili ... Io era felice e superbo di trovar finalmente una creatura cui poteva credermi utile; e prendeva un certo piglio d'importanza quando diceva a Martino: — Dammi un bel pezzo di spago che debbo portarlo alla Pisana! — Così la chiamava con lui; perché con tutti gli altri non osava nominarla se non chiamandola la Contessina ... Io non so se sian buoni o cattivi, sapienti o minchioni cotali esseri; so che io ne sono un esemplare; e che la mia sorte tal quale è l'ho dovuta trascinare per tutti questi lunghi anni di vita ... La mia coscienza non è malcontenta né del modo né degli effetti; e contenta lei contenti tutti; almeno a casa mia ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 13)
di Ippolito Nievo (estratti)
... solo più che a tutti gli altri, che voleva stare con me e via via; finché dimenandosi e strillando fra le braccia di chi la portava, i suoi gridari si ammutivano dinanzi al tavolino della mamma ... Eppure non v'aveva anima più candida, più modesta della sua; tantoché le cameriere la citavano per un modello di dolcezza e di bontà; e tutti sanno che negli elogi delle padrone il suffragio di due cameriere equivale di per sé solo ad un volume di testimonianze giurate ... Vedendola starsi a quel modo, la cucina mi pareva allor rischiarata da una luce angelica; e non la mi sembrava più quel luogo triste ed oscuro di tutti i giorni ... Cosa naturalissima e risposta facile a darsi! La cucina, essendo la dimora abituale del mio amico Martino e l'unico luogo nel quale potessi stare senza essere sgridato, (in merito forse del buio che mi sottraeva all'attenzione di tutti) fu il più consueto ricovero della mia infanzia: sicché come il cittadino ripensa con piacere ai passeggi pubblici dov'ebbe i suoi primi trastulli, io invece ho le mie prime memorie contornate dal fumo e dall'oscurità della cucina di Fratta ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 14)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io sono fratello di latte di tutti gli uomini, di tutti i vitelli e di tutti i capretti che nacquero in quel torno nella giurisdizione del castello di Fratta; ed ebbi a balie oltre tutte le mamme, le capre e le giovenche, anche tutte le vecchie e i vecchi del circondario ... Anche non voglio dire che ci fosse poi tutta questa innocenza che si crederebbe; e mi maraviglio come la si lasciasse, la Contessina, ruzzolar nel fieno e accavallarsi con questo e con quello; sposandosi per burla e facendo le viste di dormir collo sposo, e parando via in quelle delicate circostanze tutti i testimoni importuni ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 15)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutti sanno quali stenti indurassero sant'Agostino e sant'Antonio per domare gli stimoli della carne e vincere le tentazioni; ora pochi pretenderanno esser santi come loro, eppur quanti ne trovate che pratichino le eguali astinenze per ottenerne gli uguali effetti? — È segno che tutti si rassegnano a pigliar le cose come stanno; contenti di salvar la decenza colla furberia della gatta che copre di terra le proprie immondizie, come dice e consiglia l'Ariosto ... Prèdico pel bene di tutti e pel vantaggio della società; alla quale la sanità dei costumi è profittevole e necessaria come la sanità degli umori al prosperare d'un corpo ... La robustezza fisica, la costanza dei sentimenti, la chiarezza delle idee e la forza dei sacrifizi sono suoi corollari; e queste doti meravigliose, saldate per lunga consuetudine negli individui, e con essi portate a operare nella sfera sociale, tutti conoscono come potrebbero ingerminare proteggere ed affrettare i migliori destini d'un'intera nazione ... Siccome poi tutti la adulavano e fingevano crederle, ella pigliava sul serio cotal dabbenaggine; e neppur si curava di render verisimili le sue fandonie ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 16)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Gli è vero che i castighi toccavano tutti a me; e che almeno per questo lato la sua imperturbabilità non aveva nulla di meritorio ... Finite le funzioni tutti restavano col capo basso in gran raccoglimento, ma volti verso l'altare del Rosario se la funzione era stata sull'altar maggiore, o viceversa; finché il signor Conte si alzava, si spartiva dinanzi un bel tratto d'aria con un gran segno di croce, e rimessi in tasca il libro d'orazione, il fazzoletto e la scatola, moveva grave e isteccato verso la pila dell'acqua santa ... Gli venivano dietro la Contessa colle figlie i parenti e gli ospiti che s'inchinavano un tantino più; indi i servi e gli officiali che piegavano un ginocchio, e poi i contadini e la gente del paese che li piegavano tutti e due ... Adesso che il Signore ci sembra molto molto lontano, può anche sembrare ugualmente distante da tutti i ranghi sociali; come il sole che non riscalda certamente più la cima che la base di un campanile ... Ma allora ch'esso era tenuto abitar più vicino d'assai, le maggiori o minori distanze erano facilmente osservabili; e un feudatario gli si stimava tanto più vicino di tutti gli altri, da potersi anco permettere verso di lui qualche maggior grado di confidenza ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 19)
di Ippolito Nievo (estratti)
... E in un attimo tutti i miei compagni mi stavano intorno per difendermi, quale col coltello sguainato e quale con pistole uguali a quelle che aveva io ... Vi fu un istante di sospensione e poi nacque un parapiglia, che, non so come, ci trovammo tutti uno addosso dell'altro senza peraltro far fuoco né adoperar delle armi altro che i manichi, perché in verità la quistione non ne valeva la pena ... Perciò tirammo innanzi promettendoci di ricattarci al domani; e così fu infatti che ci fermammo tutti a Mendrisio la notte, e il giorno dopo tornammo in fiera facendo un esame di tutte le Cernide e di tutti gli asini nei quali ci abbattevamo ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 20)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Se il muro era umido il signor Conte diceva: — Domani tempo cattivo —; e il Cancelliere dietro a lui ripeteva: — Tempo cattivo —; e tutti soggiungevano con faccia contrita: — Cattivo tempo! — Ma se invece lo trovava asciutto il Conte sclamava: — Avremo una bella giornata domani —; e il Cancelliere ancor lui: — Una bellissima giornata! —; e tutti poi giù giù fino all'ultimo scalino: — Una bellissima giornata ... Il signor Conte occupava colla moglie la camera che da tempo immemorabile avevano abitato tutti i capi della nobile famiglia castellana di Fratta ... Terrazzo pareti e soffitto eran tutti coperti da cignali da alberi e da corone; sicché non si poteva buttar intorno un'occhiata senza incontrare un'orecchia di porco, una foglia di albero o una punta di corona ... Spesso tutti gli abitanti del castello dormivano della grossa che il lume della lampada traluceva ancora dalle fessure del suo balcone; e quando poi ella prendeva in mano o la Gerusalemme Liberata o l'Orlando Furioso (gli identici volumi che non avean potuto decidere la vocazione militare di suo zio monsignore) l'olio mancava al lucignolo prima che agli occhi della giovine la volontà di leggere ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 21)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Dovetti percorrere sovente, col disinganno al fianco, e la disperazione dinanzi agli occhi, tutta la profondità dell'abisso metafisico; dovetti sforzarmi ad allargare la contemplazione d'un animo, diffidente e miope sopra l'infinita vastità e durevolezza delle cose umane; dovetti chiuder gli occhi sui più comuni e strazianti problemi della felicità, della scienza e della virtù contraddicenti fra loro; dovetti io, essere socievole e soggetto alle leggi sociali, rinserrarmi nel baluardo della coscienza per sentire la santità e la vitalità eterna e forse l'attuazione futura di quelle leggi morali che ora sono derise calpestate violate per tutti i modi; dovetti infine, uomo superbo della mia ragione e d'un vantato impero sull'universo, inabissarmi, annichilirmi, atomo invisibile, nella vita immensa ed immensamente armonica dello stesso universo, per trovar una scusa a quella fatica che si chiama esistenza, ed una ragione a quel fantasma che si chiama speranza ... O s'affidano a guide fallaci, alleate delle loro passioni, e bevono con compunzione lagrime spremute dagli occhi altrui: o cancellano la vita dello spirito, non sapendo che lo spirito si ridesta quandochessia a patire tutti in una volta i dolori che dovevano preparargli la strada alla morte ... Tutti gli esseri del creato erano suoi amici e la natura non ebbe mai figliuola più amorosa e riconoscente ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 38)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Quanto al sorprenderlo nel covo era faccenda più difficile ancora: tutti i contadini erano dalla sua, e nessuno sapeva dire ov'egli usasse dormire o ripararsi nei rovesci del tempo ... Fin da fanciullo egli avea tenuto usanza di buon vicino in quella casa; e allora la continuava alla meglio, come se niente fosse; tantoché il vederlo capitar ogni tanto a mangiare daccanto al fuoco la sua scodella di brovada la era diventata per tutti un'abitudine ... V'avea sì un mezzo ad uguagliar tutti i ceti dinanzi la santa imparzialità dei tribunali; e questo era il danaro: ma se si ponga mente alla combattività italiana che congiurava in quei Comuni colla prudentissima economia friulana, è facile capire come ben rade volte essi fossero disposti a cercare e ad ottenere giustizia per quella via ... V'aveva per esempio uno statuto che accordava piena fede in causa ai libri dei mercanti e dei gentiluomini; ma come dovevano afforzar gli avversari le loro prove se non avevan la ventura di possedere tutti i quarti in regola o d'essere iscritti alla matricola dei negozianti? — Regali e protezioni; ecco i due articoli suppletorii che compensavano l'imperfezione dei codici ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 39)
di Ippolito Nievo (estratti)
... I nomi de' suoi figli erano tutti più o meno eroici e bestiali, lontani affatto dal persuadere la pratica di quelle virtù tolleranti, mute e compiacenti che egli sapeva convenir meglio agli uomini del suo ceto ... Ma l'origine di tutti i guai fu la fontana di Venchieredo ... Siccome poi tutti questi discorsi non secondavano per nulla i pensieri di Leopardo, così egli si diede per parte sua a ruggire ed a guardare in cagnesco ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 46)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Costui gli fece un ultimo inchino quando lo vide salire a cavallo, e poi tornò dentro a sfogarsi colla Giustina che aveva origliato tutti i loro discorsi dietro la porta del cortile ... Figurati se nella tenera età di quarant'anni voglio trovarmi fra musi tutti nuovi, e ricominciar daccapo quello stento che provai a venir su da bambino fino ad ora! ... Il Cappellano era amato da tutti come un buon compare; più anche, la popolazione di Fratta, avvezza al governo patriarcale e venezianesco de' suoi giurisdicenti, avea il ticchio di non volersi lasciar mettere il piede sul collo ... Più di tutti mastro Germano strepitava contro l'arroganza del suo vecchio padrone ... E i prepotenti tempestassero pure, egli diceva, ché giustizia ce n'era per tutti e potrebbero saltar fuori certi peccati vecchi che avrebbero mandato in prigione i giudici, e in trionfo gli accusati ... Una sera che il portinaio avea bevuto oltre il dovere, lo tirò tanto in lingua che uscì affatto dai gangheri, e cantò e gridò su tutti i toni che il signor castellano di Venchieredo la mettesse via, se no egli, povero spazzaturaio, avrebbe messo fuori certe storie vecchie che gli avrebbero dato la mala pasqua ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 48)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Son birberie, sono freddure, tutti lo consentono; ma a Venezia si dovette dar corso all'affare per non far torto al sistema ... Si figuri! Metter un giurisdicente in lotta con tutti i suoi colleghi! ... Al povero giurisdicente, che coll'acume della paura intendeva meravigliosamente tutti questi discorsi, i sudori freddi venivano giù per le tempie, come gli sgoccioli d'una torcia in un giorno di processione ... Il dover rispondere, il non voler dire né sì né no, era tal tormento per lui che avrebbe preferito di cedere tutti i suoi diritti giurisdizionali per esserne liberato ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 57)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutti sorrisero colle labbra al colombo della buona nuova, ma negli occhi lo sgomento durava peggio che mai e non sorrideva per nulla ... Gli occhi della brigata si volsero allora tutti verso di me con qualche segno di rispetto ... — Ne uccideremo uno, agli altri il sangue andrà alla testa, e saremo tutti fritti prima che il signor Vice–capitano pensi a mettersi le ciabatte! — Non veda, no, le cose tanto scure; — replicò Lucilio — castigatone uno, creda a me che gli altri faranno giudizio ... Non ci si perde mai a mostrar i denti; e giacché il signor capitano Sandracca non sembra del suo umor solito, io solo voglio incaricarmene; e dichiaro e guarentisco che io solo basterò a difendere il castello, e a mettere in iscompiglio al menomo atto tutti quei spaccamonti di fuori! — Bravo signor Lucilio! Ci salvi lei! Siamo nelle sue mani! — sclamò la Contessa ... Infatti il giovane parlava con tal sicurezza che a tutti si rimise un po' di fiato in corpo; la vita tornò a muoversi in quelle figure, sbalordite dallo spavento, e la cuoca s'avviò alla credenza con gran conforto di Monsignore ... Intanto da basso una discreta cena improvvisata con ova e bragiuole avea calmato gli spasimi dei due monsignori, e rimessili con tutta l'anima alla paura, s'interrogavan l'un l'altro sul numero e sulla qualità degli assalitori: eran cento, eran trecento, eran mille; tutti capi da galera, il miglior de' quali era fuggito al capestro per indulgenza del boia ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 59)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutti si stringevano angosciamente intorno a Lucilio aspettando consiglio e salute da lui solo; la contessina Clara s'era messa alla porta della scala deliberata a correre dalla nonna non appena il pericolo si facesse imminente ... Un grido di consolazione fece tremare i vetri ed i muri del tinello e se tutti fossero diventati pazzi ad un punto non avrebbero dato in più strane e grottesche dimostrazioni di gioia ... — E che non ci sia proprio più pericolo? che tutti siano partiti? che non ci si rifacciano addosso per la rivincita? — chiese il signor Conte al quale non pareva vero che un tanto temporale si fosse squagliato per aria senza qualche grande fracasso di fulmini ... — Dio sia lodato! — sclamò la Contessa — signor Barone di Partistagno, noi tutti e le cose nostre ci facciamo roba sua in riconoscenza dell'immenso servigio che ci ha prestato ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 64)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Il Vescovo, monsignor di Sant'Andrea, e molti altri canonici, e preti e professori del Seminario, il Vice–capitano con sua moglie, e altri dignitari del Governo; il Podestà e tutti i magistrati del Comune, il Soprintendente dei dazi, il Custode della Dogana colle loro rispettive consorti, sorelle e cognate; da ultimo la nobiltà in frotta; e in cinquemila abitanti che sommava la terra, ve n'era tanta, da potersene fornire tutte le città della Svizzera che per disgrazia ne mancano ... Un caffè ogni due usci, davanti a questo la solita tenda, e sotto dintorno a molti tavolini un discreto numero d'oziosi; leoni alati a bizzeffe sopra tutti gli edifici pubblici; donnicciuole e barcaiuoli in perpetuo cicaleccio per le calli e presso ai fruttivendoli; belle fanciulle al balcone dietro a gabbie di canarini o vasi di garofani e di basilico; su e giù per la podesteria e per la piazza toghe nere d'avvocati, lunghe code di nodari, e riveritissime zimarre di patrizi; quattro Schiavoni in mostra dinanzi le carceri; nel canale del Lemene puzzo d'acqua salsa, bestemmiar di paroni, e continuo rimescolarsi di burchi, d'ancore e di gomene; scampanio perpetuo delle chiese, e gran pompa di funzioni e di salmodie; madonnine di stucco con fiori festoni e festoncini ad ogni cantone; mamme bigotte inginocchiate col rosario; bionde figliuole occupate cogli amorosi dietro le porte; abati cogli occhi nelle fibbie delle scarpe e il tabarrino raccolto pudicamente sul ventre: nulla nulla insomma mancava a render somigliante al quadro la miniatura ... Fingevano di non conoscere il frumento dal grano turco, benché tutti i giorni di mercato avessero piene di mostre le saccoccie; e si fermavano a guardar gli alberi come i cani novelli, e si maravigliavano della polvere delle strade, quantunque sovente le loro scarpe accusassero una diuturna dimestichezza con essolei ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 65)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Siccome a Venezia le gran conversazioni erano di teatri, d'opere buffe e di tenori, esse si tenevano obbligate a discorrere di questi stessi argomenti; così il teatro di Portogruaro, che stava aperto un mese ogni due anni, godeva il raro privilegio di far parlare di sé un centinaio di bocche gentili per tutti i ventitré mesi intermedi ... Una gran dama, una gentildonna di gran levatura esercitata in tutti gli usi in tutti i raffinamenti della conversazione, mancava in fino allora ... E fra gli abatini più giovani ve n'avea taluno che in fatto di opinioni arrischiate si lasciava forse addietro tutti i medici della città ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 68)
di Ippolito Nievo (estratti)
... dichiarazione del loro amore; quasi tutti i giorni aveva passato un'ora con lei nella camera della nonna, e sempre più si era invaghito di quella bellezza innocente ed angelica, di quel cuore verginale e fervoroso nella sua muta tranquillità ... In tinello quando tutti giocavano ed egli sembrava attentissimo a sorvegliar il tresette di Monsignore, o intento ad accarezzare Marocco, il cane del Capitano, tra lui e la Clara era un dialogo continuo d'occhiate, che faceva l'effetto di una voce angelica che cantasse in cuore mentre ci ferisce l'orecchio un tumulto di campane rotte ... Egli animava accendeva trascinava tutti quegli spiriti azzimati cincischiati, ma tiepidi e cascanti ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 69)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Lucilio ci entrava non poco in tutti quei sospiri, ed egli lo sapeva ... E il resto della compagnia rimorchiata dai due giovani gareggiava di prontezza e di brio, nei più gravi ragionamenti che si potessero instituire sopra alcune frasi della “Gazzetta di Venezia”, la mamma anzi l'Eva di tutti i giornali ... Il Senatore riceveva ogni settimana la sua gazzetta sulla quale si facevano grandi commenti; ma anche in questo lavorio di finitura e d'intarsio Lucilio si lasciava indietro tutti gli altri di molto ... Nessun piacere sopravanza forse quello di essere da tutti invidiate ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 71)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Io fuggiva indarno; indarno mi volgeva a combatterle colla ragione; più antiche della ragione esse conoscevano tutte le pieghe, tutti i nascondigli dell'anima mia ... Scommetto anzi che se tutti vorrete tornar daccapo colla memoria agli anni della puerizia, molti fra voi troveranno in essi i germi e quasi il compendio delle passioni che poscia inorgoglirono ... Ma la Pisana, tanto meglio di me fornita di belle doti e di ottime inclinazioni, andava sprovvista per disgrazia di tutti i ripari che potevano salvarla ... Nei giorni susseguenti a quella sera che tanto mi avea fatto patire, io parvi a tutti così fiacco e sparuto che si temeva di qualche malattia ... Dicano tutti se era superbia la mia ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 73)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Caspita! come stavano mogi e attenti ad ascoltarlo tutti quegli altri signori! Io avrei dato non so che cosa per essere in lui a fare quella gran figura ... — È brutto, è orgoglioso, è cattivo, è vestito come Fulgenzio! — Gli trovò addosso tutte le piaghe, tutti i peccati; e da molto tempo io non avea udito la Pisana parlare così a lungo e con tanta enfasi come in quella sua filippica contro Lucilio ... Tutti questi sentimenti che le leggeva negli occhi erano ben lontani dal consolarmi ... Il Piovano si diceva contentissimo di me; si congratulava col Conte e col Cancelliere del mio amore per lo studio, e insomma tutti godevano, tutti meno io, di quei rapidi progressi ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 84)
di Ippolito Nievo (estratti)
... chi voleva che la Contessa e la Clara tornassero tosto, chi proponeva un'andata di tutti a Venezia per resistere alle audacie di lui ... Si aspettavano grandi cose; ma tutti pel momento furono gabbati; tutti peraltro erano contentissimi perché speravano nel futuro e nelle grandi promesse del padre ... Francia aveva decapitato un re e abolito la monarchia: il muggito interno del vulcano annunziava prossima un'eruzione: tutti i vecchi governi si guardavano spaventati, e avventavano a precipizio i loro eserciti per sopire l'incendio nel suo nascere: non combattevano più a vendetta del sangue reale ma a propria salute ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 86)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Poco stante, eccola cambiar registro; voleva esser condotta mattina e sera a Portogruaro; faceva attrappire tutti i vecchi cavalli di suo padre nelle fangose carraie di quelle stradacce, ma si dovea sempre correre di galoppo ... Ella invece sempre scontenta, sempre tormentata da desiderii mal definiti, e da una voglia sfrenata di piacere a tutti, di far bene a tutti, non pensava che ciò, non si studiava che a ciò, e rade volte si prendea la briga di neppur ascoltare quando altri parlava ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 88)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Affermava egli che la era piena di brio, d'ingegno e di sapere, ma che per dar risalto a tutti questi pregi sarebbe occorsa un'abbondante sbruffata di vaiuolo ... Eh sì, ci voleva altro per promovere una deliberazione del signor Conte! Egli si era scaricato di tutti i doveri della paternità sulle spalle della signora Veronica; e siccome le infinite chiacchiere di costei gli davano il capogiro, s'accontentava di domandare al Capitano: — Ehi, Capitano! cosa ne dice della Pisana vostra moglie? È contenta del suo contegno, delle sue maniere, de' suoi lavori? Si fa esperta nelle faccende casalinghe? Il Capitano imbeccato dalla Veronica rispondeva a tutto di sì; e poi torceva e ritorceva quei suoi poveri baffi, che a furia di esser toccati, stravolti, malmenati, s'eran ridotti, di neri, grigi, di grigi, canuti, e di canuti, gialli ... Marchetto aveva offerto al Capitano, per quella sola coda, la cessione di tutti i suoi crediti di gioco; e l'Andreini e il Cappellano affermavano che solo il valoroso Sandracca ed il suo nobile cane da ferma potevano gareggiare coll'alba nel colore del pelo ... Non lo si conosceva proprio più, e tutti strolicavano per sapere qual droga avesse filtrato la Doretta per affatturarlo a quel modo ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 93)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Fino ad ora, Carlino, tutti erano cristiani e perciò una tal dimanda era quasi inutile ... La religione stava sopra le dispute; e buoni o malvagi, se non la regola dei costumi, come nei primi secoli di fervore, almeno il vincolo della fede ci stringeva tutti nella gran famiglia della Chiesa ... Dietro l'indifferenza di tutti s'appiatta l'inimicizia di molti, e contro questi molti i pochi veramente credenti devono combattere, lottare con ogni sorta di armi per non rimaner sopraffatti ... Non caleva il pensarci e ogni opera individuale cadeva al suo posto nel gran meccanismo sociale, quando tutti s'accordavano nel rispetto tradizionale alla patria e alle sue istituzioni ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 96)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Tutti gli uomini erano fratelli, ma il fratello più destro non dee consentire che il meno destro si precipiti alla cieca ... Una domenica che a tutti i costi egli avea voluto trattenermi seco lui a desinare, ci trovai una tal brigata che mi fece scappar l'appetito ... Tutti i suoi eccitamenti li volgeva alla Marchesa la quale non potea più bere né mangiare per la tosse che la travagliava ... L'avvocato mi avea fatto mano a mano conoscere tutti i commensali e poi non mancò di tirarmi in un cantone per farmene la storia ... La Marchesa era una benemerita patrona di tutti i pii istituti della città; si diceva che fosse ricca di ottantamila zecchini, e lui l'avvocato era il suo consigliere prediletto ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 99)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Basta; io me ne accontentava: e d'altra parte, conosciuto ben bene Amilcare, io m'era fitto in capo che tutti somigliassero a lui; il che non era pur troppo ... Come tutti i giudici che non hanno barba al mento, peccava allora in un estremo come l'anno prima avea peccato nell'altro: assolveva per innocenti coloro che altre volte avea condannato a morte ... La Serenissima patteggiava con tutti, soffriva e barcamenava; gli Inquisitori sorridevano fra loro di vedersi sperperare un temporale che avea fatto tanto fracasso; sorridevano, stringendo fra le unghie quei disgraziati che avevano sperato nella grandine e nelle saette mentre tutto accennava ad un nuovo sereno di bonaccia ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 106)
di Ippolito Nievo (estratti)
... con mille sforzi tutti premeditati e dolorosi, mi ritirai dalla Pisana ... Tutti portavano a cielo la pazienza, la bontà, la giustizia del signor Vice–cancelliere: la pazienza soprattutto, che è altrettanto rara quanto necessaria in un giudice di campagna ... Il bando era scaduto, la sua vita, è vero, non somigliava a quella di tutti; ma non si potea parlar male, e ciò bastava perché io non lo angariassi senza costrutto ... C'era del resto un altro personaggio che senza farne le viste mi mandava di cuore a tutti i diavoli; e questi era il fattore ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 107)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ed io tirava innanzi abbastanza contento delle benedizioni che mi venivano da tutti per la mia imparzialità, per la mia premura, sopratutto poi per la moderazione nel riscuotere le tasse ... Il buon pastriccione, sempre più infinocchiato dalla Doretta, accondiscese; e così tutti dicevano che il signor Raimondo era ben fortunato di abitar colla ganza sotto le stesse tegole ... Così le cose s'erano raccomodate o bene o male per tutti; ma il mondo non era solamente Fratta, e fuori di là i romori i guai le minacce di guerre e di rivoluzioni crescevano sempre ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 110)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Di quei nomi che somigliano a quelli del signor Antonio Provedoni, come per esempio Bruto, Alcibiade, Milziade, Cimone; tutti nomi di dannati che manderanno spero in tanta malora coloro che li portano ... Per esempio avessero detto Giorgio Sandracca, ovverosia Giacomo Andreini, o Carlo Altoviti, tutti nomi facili e di forma consueta: non signori, sono incappati in quel Napoleone Bonaparte che fa proprio vedere la frode! Si decise adunque al castello di Fratta che il generale Bonaparte era un essere immaginario, una copertina di qualche vecchio capitano che non voleva disonorarsi in guerre disperate di vittoria, un nome vano immaginato dal Direttorio a lusinga delle orecchie italiane ... La Contessa peraltro in mezzo a quei subbugli non si vedeva tranquilla; neppur le pareva buon partito di rifugiarsi in terraferma quando tutti ne partivano per ricoverarsi a Venezia ... Tutti fuggivano senza ritegno senza pudore senza provvidenza di sé o della famiglia ... Sperava che il Vice–capitano mi avrebbe concesso una dozzina di quegli Schiavoni che capitavano tutti i giorni, avviati a Venezia, e che monsignor Orlando mi avrebbe procurato una donna, un'infermiera da porre al letto di sua madre ... Tutti quei gridatori erano gente nuova, usciti non si sapeva dove; gente a cui il giorno prima si avrebbe litigato il diritto di ragionare e allora imponevano legge con quattro sberrettate e quattro salti intorno a un palo di legno ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 111)
di Ippolito Nievo (estratti)
... vestito; la gente, checché se ne dica, va pazza delle splendide livree, e a tutti quegli uomini sbracciati e cenciosi parve d'aver guadagnato un terno al lotto col trovar un caporione così bene in arnese, e per giunta anco a cavallo ... Costoro credettero certo che io m'intromettessi ad accomodar tutto per lo meglio, e si misero a gridare: — Gli è il nostro Cancelliere! — Gli è il signor Carlino! — Viva il nostro Cancelliere! — Viva il signor Carlino! La folla dei veri turbolenti cui non pareva vero di accomunarsi in un uguale entusiasmo con quella gentaglia sospettosa e quasi nimica, trovò di suo grado se non il cancelliere almeno il signor Carlino; ed eccoli allora a gridar tutti insieme: — Viva il signor Carlino! — Largo al signor Carlino! — Parli il signor Carlino! Quanto al ringraziarli di quegli ossequi e all'andar innanzi io me la cavava ottimamente; ma in punto a parlare, affé che non avrei saputo cosa dire: fortuna che il gran fracasso me ne dispensava ... — Cittadini — ripresi con voce altisonante — cittadini, il pane della libertà è il più salubre di tutti; ognuno ha diritto d'averlo perché cosa resta mai l'uomo senza pane e senza libertà? ... Quanto al pane e alla polenta io non posso darvene: se l'avessi vi inviterei tutti a pranzo ben volentieri ... Monsignore di Sant'Andrea giubilò sinceramente di quello smacco toccato all'ottimo padre; e con lui tutti dal primo all'ultimo fecero eco nel fondo del cuore agli urli e alle fischiate della folla ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 113)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Un mormorio di scontento corse per le bocche di tutti, ma il Capitano che era dilicato d'orecchio e udiva ingrossar di fuori un nuovo tumulto fu più moderato degli altri ... Tutti si precipitavano alle finestre quando s'intesero più distinte le grida di quel nuovo tumulto ... Ma dentro nessuno mi udiva, tutti fuggivano all'impazzata qua e là per le stanze; alcuni si rimpiattavano negli armadi vuoti dell'archivio; altri cercavano le chiavi delle carceri per mescolarsi ai prigionieri; gli Schiavoni di scolta se l'erano data a gambe per la porticciuola del vicolo, e dovetti scendere io stesso per togliere le sbarre alla porta ... Si salvi chi può; appena socchiuse le imposte si precipitò nell'atrio col cavallo e colla lancia un dannato sergente che per poco non m'infilzò da banda a banda; e dietro a lui tutti quegli altri spiritati benché davanti alle soglie ci fosse una gradinata di sette scalini: e poi nell'atrio volteggiavano di gran trotto alla rinfusa quasi per infilar la scala e salir Dio sa dove ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 116)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Si predica al popolo che sono assassini, che sono eretici: al loro comparire tutti fuggono, tutti abbandonano le case ... La Repubblica francese porge la mano a tutti i popoli perché si rifacciano liberi, nel pieno esercizio dei loro diritti innati e imprescrivibili ... Giustizia sarà fatta anche sopr'essi; già non pretendereste che li ammazzassi tutti! ... Son io a dirlo che le bestie si mostrarono le più sensibili fra tutti gli abitanti del castello in quella congiuntura: non eccettuato me medesimo cui un tardo e vano pentimento non varrà certo a purgare dall'odiosa smemorataggine di quella tremenda giornata ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 119)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Carlino di qua, Carlino di là, tutti mi chiamavano, tutti mi volevano ... Io per me fui degli illusi, e me ne pento e me ne dolgo; ma operava a fin di bene, e d'altra parte l'amicizia di Amilcare ancora prigione, Lucilio intrinseco affatto dell'ambasciatore francese, e mio padre più di tutti fiducioso nel prossimo rinnovamento di Venezia, mi spingevano per quella via ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 120)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Quanto ai Francesi, ella stava colle vecchie, massime dopo l'orrenda tragedia della nonna, che sebbene contata a lei con tutti i debiti riguardi, pure l'aveva fatta piangere lunghi giorni e lunghissime notti ... Molti giovinastri, non per liberalità d'opinione, ma per ruzzata da bravi, si perdevano a far la satira di que' parrucconi senza cervello; come succede a tutti i grandi diventati piccoli, a tutti i potenti ridotti inetti che s'hanno subito addosso le maledizioni il danno e le beffe ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 121)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Credo che simili contese, nelle quali tutti andavamo d'accordo e ognuno anzi non faceva che correr innanzi al compagno nei disegni e nelle speranze, non possano rinnovarsi così di leggieri ... Senatori, Savi, Consiglieri, e tutti, cominciano a credere che quello che ha durato molto possa anche finire; essi di buon accordo si danno attorno per provvedere di viveri la Serenissima Dominante; quanto alla difesa ci pensano poco, perché a dirla chiara, nessuno ci crede ... Intanto si ciarlava per Venezia che sedicimila congiurati coi loro pugnali fossero già appostati in città per rinnovare su tutti i nobili la strage degli innocenti ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 123)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Chi ha cuore e coscienza deve farsi innanzi coraggiosamente generosamente non per proprio orgoglio ma per l'utilità di tutti ... Egli m'invitò a seguirlo in un luogo ove si aveva a deliberare sopra cose importantissime al pubblico bene: nella calle ci unimmo ad altre persone sconosciute che lo aspettavano, e tutti insieme prendemmo via verso uno dei sentieri più deserti della città, dietro il ponte dell'Arsenale ... Il dottor Lucilio s'aggirava per la sala muto e pensoso; tutti gli facevano largo rispettosamente e pareva attendessero i comandi da lui solo ... Vi fu un momento che il Battaja tentò primeggiar a lui colla voce e attirare a sé l'attenzione di tutti; ma non gli badarono; uno scantonò di qua e l'altro di là; chi si raschiava in gola e chi tossiva nel fazzoletto; nessuno si fidava ed egli restò come il corvo dopo ch'ebbe cantato ... Il Battaja se gli fece ai panni per interrogarlo, ma Lucilio gli tagliò la strada, e tutti stettero zitti ad ascoltare quanto diceva ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 129)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Confesso che l'amore della libertà, l'ambizione e tutti gli altri grilli, ficcatimi in corpo dalla generosità della stessa mia indole e dai raggiri di mio padre, fuggirono via, come cani scottati da un rovescio d'acqua bollente ... Uno sprovveduto che appicca lite in un crocchio dove tutti gli stanno contro, sarebbe in una condizione migliore assai della mia d'allora ... Anch'egli, poveretto, dava addosso al cane con tutti gli altri; ed io non mi convertiva d'un punto, persuaso persuasissimo di essere tutto nella mia segreteria, e di non ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 146)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Dorme, dormono tutti! ... E colla stessa parola misi in pace tutti i pensieri tutte le paure che mi venivano spunzecchiando pel capo ... Parlammo allora delle novelle che andavano per le bocche di tutti, del prossimo sgombro dei Francesi, dell'ingresso in Venezia degli Imperiali, della pace gloriosamente sperata e dispoticamente imposta; insomma si parlò di tutto, e le due donne si mescolavano al discorso senza vanità e senza sciocchezze; ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 157)
di Ippolito Nievo (estratti)
... pensiero meno funesto per me e consolante per tutti mi balenò in capo ... Guardate, io ne piango anche adesso! Ma Dio vuole così; sia fatta la sua volontà! Rimasero tutti ingannati come vi dico, e certo stamattina quando dissi le orazioni colla mamma e diedi il buon giorno al papà, nessuno avrebbe sospettato ch'io covava il disegno di abbandonarli dopo una mezz'ora, di mutarmi nell'arnese d'un marinaio, e di correre il mondo insieme a voi in penitenza de' miei peccati! ... Confesso che tanta sicurezza mi confuse e mi rimasero in tasca inoperosi tutti gli argomenti che mi prefiggeva adoperare per dissuaderla da quell'avventato disegno ... Il ritorno del fratello e più alcuni dissesti di fortuna che lo aveano reso necessario, ritardarono sulle prime le nozze; poi sopraggiunta la rivoluzione avea lasciato tutto sospeso, finché Emilio avea dovuto fuggire con tutti gli altri per la nefandità del trattato di Campoformio; ed ella continuava a protestarsi l'unica origine di questo guaio, come quella che aveva riscaldato il capo ad Emilio e distoltolo dalle sue occupazioni marinaresche per mescolarlo nei baccanali di quell'effimera libertà ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 160)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Bonaparte tornava in cima nell'affetto e nell'ammirazione di tutti; al più si mormorava del Direttorio francese che gli tenea legate le mani, solita scusa di questi ladri e truffatori della pubblica gratitudine ... Sono tutti eroi ... Viva l'eguaglianza! — Viva, viva: ma intanto dicono che quei signori del Direttorio siano quasi tutti aristocratici ... Sai ch'egli ha giurato di ammazzare tutti i re, tutti i principi e perfino il papa? ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 162)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Era certo un curioso destino il mio di esser creduto da ciascuna parte il confidente dell'altra; e tutti mi parlavano a cenni, a mezze parole, dalle quali non ci capiva più che sull'arabo ... — Canchero, che Dio li maledica, li conosco tutti e tre! — rispose costui ... — Vianello è appunto il medico della compagnia, quello che ci scanna tutti per ordine dei Francesi che sono stanchi di noi ... — Aspettate; come vi diceva, Vianello è il medico, Dossi è l'alfiere della mia compagnia, e Del Ponte è il caporale, una figura di morte briaca che non può regger in piedi, e mi butta sulle spalle tutti gli incommodi del servizio ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 169)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ella mi comprese o comprese forse il proprio cuore: onde prese la mano del giovine, e mettendola nella mia, così com'eravamo uniti tutti e tre in una sola stretta, soggiunse: — Basta, Spiro! Ecco la nostra risposta! Formeremo una sola famiglia! ... D'altronde ella vedeva che così tutto si accomodava e le donne per far tutti contenti sono anche capaci di maritarsi, quando peraltro con questi ripieghi accontentino prima di tutti se stesse ... Intanto ci demmo la posta a Venezia, tutti repubblicani, liberi, contenti! Essi scomparvero in un calesse sulla via di Verona, io ripresi a piedi la strada della città, fuor della quale li aveva accompagnati un buon miglio ... In fin dei conti hanno stipendiato Mantegna, hanno fatto dipingere a Giulio Romano la volta dei Giganti, hanno liberato il Tasso dallo spedale, hanno vinto o perduto nella persona del condottiero la battaglia di Fornuovo, vi par poco? Era tempo che si mettessero anch'essi a giacere a canto dei Visconti, degli Sforza, dei Torriani, dei Bentivoglio, dei Doria, dei Colonna, dei Varano e di tutti gli altri ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 170)
di Ippolito Nievo (estratti)
... tutti gli incommodi di chi trotta sopra un cavallo da mugnaio ... Or dunque arrivai a Bologna coi nervi tutti offesi e accavalcati; fu per istirarmeli che mi accinsi pedestre al passaggio dell'Appennino ... Però giustizia vuole si osservi che tutti i fiumi soffrono dal più al meno un tal calo sopra i meriti decretati loro dalla fama ... Uno di cotali arcipreti bastava per un giorno a far propendere in favore di Pio VI gli animi della intera legione; gli è vero che a quel tempo il cardinal Chiaramonti aveva messo d'accordo Religione e Repubblica colla sua famosa Omelia, e si poteva propendere in favore di tutti ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 175)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Il Carafa infatti, chiestone a me licenza, narrò senza scomporsi quello che aveva saputo di tali amori nei crocchi di Milano, e della bella giovane, e della gelosia con cui la teneva nascosta agli occhi di tutti ... Narrando ciò, non facea che ripetere la voce di tutti, e ne andava certamente illeso l'onore di colui ch'era l'eroe di quei tali amori ... Li divorerò tutti! ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 180)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Abbandonarmi ora che tutti mi hanno abbandonato! ... Per noi son tutti gli stessi ... Ciò dicendo egli pareva in preda d'un violento delirio; invano io m'ingegnava di calmarlo e di sostenerlo in tal modo che meno dolorasse della sua ferita; egli seguitava a smaniare, a gridare che tutti erano Turchi ... L'alba scherzava sul mare spargendo dalle bianche sue dita tutti i colori dell'iride; ma lo scilocco della sera prima aveva lasciato le onde piuttosto sconvolte, e all'orizzonte non si vedeva più né un albero solo di nave ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 182)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Il nostro secolo (perdonate; dico nostro a nome di tutti voi; quanto a me ho qualche diritto anche sul passato, e quello d'adesso non lo tengo già più che colle punte delle dita), il nostro secolo o il vostro adunque che sia, è uscito nel mondo in una maniera molto bizzarra: volle farla tenere ai fratelli che lo avevano preceduto, e mostrare che per chi cerca novità ad ogni costo, la messe non manca mai ... Infatti egli capovolse tutti i sistemi, tutti i ragionamenti che affaticavano i cervelli da cinquant'anni prima; e cogli stessi uomini si è messo in capo di raggiungere scopi perfettamente contrari ... Il secolo in cui nacque Dante è più lungo di tutti i quattrocento anni che corsero poi fino alla guerra della successione di Spagna ... Il colonnello Giorgi non aveva ventisett'anni, sopravanzava del capo tutti gli uomini del suo reggimento, e comandava a ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 189)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Infine le cose potevano andare assai meglio; ma io non do la mia povertà e nemmeno la mia gamba di legno per tutte le ricchezze per tutti gli agi e per la sfacciata salute d'un birbone ... Bell'anima d'amico! E si scusava di non saper scrivere! dove si sente il cuore, chi bada alle parole? Chi cerca lo stile quando l'anima ha toccato dolcemente l'anima nostra? — Non mi vergogno a dirvi ch'io piansi su quella lettera, non per le frasi in sé, che forse nessuno ci troverebbe da commoversi, ma appunto per quello studio gentile e pietoso di non commovere, per quella cura dilicata e faticosa di non iscoprire ai lontani tutte le nostre piaghe, acciocché il piacere di aver nuove dell'amico non sia troppo amareggiato dal dolore di saperlo infelice! La morte del padre, lo sperperamento della famiglia, il cattivo cuore dei fratelli; io m'immaginava che tutti questi colpi l'uno sopra l'altro avean dovuto ferire l'animo di Bruto più di quanto egli voleva mostrare ... Peccato che quella gamba di legno si attraversasse a tutti i bei romanzi che si potevano immaginare a benefizio di Bruto! Nei paesi un cotal difetto non si perdona, e un eroe zoppo vale assai meno d'un mascalzone ben piantato ... Tutti mi verranno addosso con baie e con rimbrotti ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 191)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Anche un rabbino mi assicurò l'altro giorno che la sua religione è la più filosofica di tutte; ed io lo lasciai dire, benché, sapendo che il rabbino è filosofo, avrei potuto rispondergli: “Padron mio, tutti i filosofi maomettani, bramini, cristiani ed ebrei trovarono sempre la propria religione più filosofica delle altre ... Così il cieco definisce il rosso il più sonante di tutti i colori ... Una pronta e svariata conversazione che scorra sopra tutti i sentimenti dell'animo vostro, come la mano sopra una tastiera, che vi eserciti la mente e la lingua a correre a balzare di qua e di là dove sono chiamate, che ecciti che sovrecciti la vostra vita intellettuale, vi prepara meglio al pranzo di tutti gli assenzi e di tutti i Vermutti della terra ... Capperi! come vi veggo ora rider tutti della mia capocchieria ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 192)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Poi vedendo che questo discorso mi toglieva metà del piacere di sua venuta, mi saltò colle braccia al collo, e addio signor Intendente! — Io era impazientissimo di farle osservare tutti gli agi annessi alla mia nuova dignità; un sontuoso appartamento, portieri a bizzeffe, olio, legna, tabacco a spese dello Stato ... Diventò la più allegra e ciarliera donnetta di Bologna; ne teneva a bada quattro, sei, otto; non si musonava né si stancava mai; non si sprofondava né in un'osservazione né in un pensiero né in una sbadataggine a segno di dimenticarsi degli altri; anzi sapeva così bene distribuire parolette e sorrisi, che n'era un poco per tutti e troppo per nessuno ... Tutti intanto parlavano chi della cugina chi della moglie chi dell'amante del signor Intendente; v'aveva chi volea sposarla, e chi pretendeva sedurla o rapirmela ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 193)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Alla vista del fratello tutta la sua compassione s'era raccesa, tutti i suoi scrupoli la punzecchiavano; e non ch'ella accondiscendesse ad un suo invito, ma fu anzi la prima a proporglisi per compagna nel ritorno ... Peraltro vi dirò che quella vita così miope e bracciante aveva allora una scusa; c'era una grande intelligenza che pensava per noi, e la cui volontà soperchiava tanto la volontà di tutti che con poca spesa d'idee si vedevano le gran belle opere ... La giustizia s'era impersonata una ed eguale per tutti; tutti concorrevano omai secondo la loro capacità al movimento sociale; non si intendeva, ma si faceva ... Vedere quandocchesia la mia Venezia armata di forza propria, e assennata dalla nuova esperienza riprendere il suo posto fra le genti italiche al gran consesso dei popoli, era il mio voto la fede di tutti i giorni ... Se tutti erano nel mio caso, come avea ragione di dubitarne, le paure di Lucilio non andavano troppo lontane dal vero ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 199)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Che tutti amici e nemici si fossero data la parola per menarmi all'estremo dell'avvilimento e della disperazione? ... Quel colpo poi che mi veniva da Lucilio, dall'amico il di cui giudizio io poneva sopra il giudizio di tutti, da quello che avea regolato fin'allora la mia coscienza, e tenutomi luogo di quella costanza di quella robustezza che talvolta mi mancavano, un tal colpo dico, mi tolse perfino il discernimento della mia disgrazia ... Guardai dietro a me per vedere se veramente l'abbandono di tutti, la perfidia dell'amore, i mancamenti dell'amicizia mi lasciavano così nullo e impotente com'io credeva ... Allora risorsero alla mia memoria come in un baleno tutti gli ideali piaceri, tutte le robuste fatiche, e i volontari dolori della mia giovinezza: vidi raccendersi quella fiaccola della fede che m'avea guidato sicuro per tanti anni ad un fine lontano sì ma giusto ed immanchevole; vidi un sentiero seminato di spine ma consolato dagli splendori del cielo, e dalla brezza confortatrice delle speranze, che scavalcava aereo e diritto come un raggio di luce l'abisso della morte e saliva e saliva per perdersi in un sole che è il sole dell'intelligenza e l'anima ordinatrice dell'universo ... E dalla rocca inespugnabile di questa mia coscienza guardai alteramente tutti coloro di cui con tanto dolore avea sofferto il muto disprezzo ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 209)
di Ippolito Nievo (estratti)
... — Non son tutti come il padre Pendola! — diceva io ... Buoni e tristi, tutti alla lunga dobbiamo andare ... Il grido disperato di libertà che la vendetta di Alì Tebelen volse ai Greci, prima suoi nemici, risonò in tutti i cuori, dalle fumanti rovine di Parga alle rive melodiose di Sciro ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 217)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Lucilio mise un po' di balsamo sulla piaga assicurandomi che dopo un breve tempo avrebbe tentato l'operazione; e così riserbandomi per allora i piaceri della vista mi diedi subito a godere di tutti gli altri che m'erano concessi dalla mia condizione infelice ... Perdono! dopo questo “se”, bisognerebbe vi raccontassi tutti i perché della nostra storia dal Trecento in seguito ... “Oh Carlo! fu un bel giorno quello in cui tutti quattro ci riabbracciammo là sulle soglie quasi del ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 218)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Teodoro ha combattuto come un leone; tutti lo citano e lo additano per esempio; ma un'egida divina lo protesse e non ebbe la minima scalfittura ... Vieni, che sarai benedetto da tutti quelli che ti amano! ... Sapete che ultimamente ella mi ha cantato sopra tutti i toni che soltanto per isvagarsi delle sue noie maritali è corsa a Napoli, e che io deggio unicamente ad un sentimento di compassione tutta l'assistenza di cui m'è stata generosa? ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 219)
di Ippolito Nievo (estratti)
... La vita di me e di tutti i miei, sì, tutto basterà appena a ricomprare tanti sacrifizi! Il meno ch'io le possa offrire è tutta intera la vita che mi rimane! — Pensiamoci, Carlo; son qui con voi apposta ... E la salute di tutti i miei illustri clienti, credetelo, mi dà minor pensiero che un rammarico, un sospiro, un lamento solo della Pisana ... Ella avrebbe il diritto di vivere tutti i suoi giorni pieni felici; e di morire per un eccesso di gioia ... Tuttavia ragioniamo come si ragiona per tutti ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 223)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Infame, sconoscente, assassino che non badava a tutti i tuoi sacrifizi, che mi sforzava a creder vera la tua indifferenza forse per isdebitarmi a poco prezzo con te, che non volli conoscere nella tua devozione e nel modo ammirabile con cui me la dimostravi quel suggello di sublime delicatezza di cui sola sai improntare i sacrifizi e farli comparire azioni affatto comuni e prive di merito! ... Oh sì, ricada sul mio capo la pena di tanta infamia! La meritai la imploro la voglio! Finché non avrò scontato a lagrime di sangue tutto il mio delitto contro di te, tutti i dolori le umiliazioni che ti ho imposto, non avrò né pace né ardire di sollevar il capo e chiamarmi uomo! ... Mi rassegnerei giubilando, e contenta solo nel pensiero che tutti i miei giorni tutti i miei affanni sarebbero consacrati al tuo bene ... Come ricordare senza angoscia tutti i momenti nei quali una mia parola d'amore, un mio sguardo umile e mansueto ti avrebbe se non ricompensata almeno fatta persuasa della mia gratitudine? Invece mi rinchiusi ne' miei tristi sospetti e punii col sussiego e col silenzio il sacrifizio più nobile forse più costoso che abbia fatto una donna, quello ... Ma non capisci che tutti quelli che tu chiami dolori patimenti sacrifizi, erano per me piaceri ineffabili, colmi d'una voluttà tanto più dolce quanto più nobile e sublime? Non capisci che l'indole mia strana e mutabile mi portava forse a stancarmi dei piaceri più comuni, e a cercare in un'altra sfera anche a rischio di perdermi contentezze diverse e diletti che non avessero paragone nella mia vita passata? Non hai ravvisato il primo sintomo di questa, direi quasi, pazzia in quel mio incredibile e tirannico capriccio di sposarti all'Aquilina? ...
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Decameron (pagina 2)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... A cura delle quali infermità né consiglio di medico né virtù di medicina alcuna pareva che valesse o facesse profitto: anzi, o che natura del malore nol patisse o che la ignoranza de' medicanti (de' quali, oltre al numero degli scienziati, così di femine come d'uomini senza avere alcuna dottrina di medicina avuta giammai, era il numero divenuto grandissimo) non conoscesse da che si movesse e per consequente debito argomento non vi prendesse, non solamente pochi ne guarivano, anzi quasi tutti infra 'l terzo giorno dalla apparizione de' sopra detti segni, chi più tosto e chi meno e i più senza alcuna febbre o altro accidente morivano ... Dalle quali cose e da assai altre a queste simiglianti o maggiori nacquero diverse paure e imaginazioni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele, ciò era di schifare e di fuggire gl'infermi e le lor cose; e così faccendo, si credeva ciascuno a se medesimo salute acquistare ... E in tanta afflizione e miseria della nostra città era la reverenda auttorità delle leggi, così divine come umane, quasi caduta e dissoluta tutta per li ministri e essecutori di quelle, li quali, sì come gli altri uomini, erano tutti o morti o infermi o sì di famiglie rimasi stremi, che uficio alcuno non potean fare; per la qual cosa era a ciascun licito quanto a grado gli era d'adoperare ... E come che questi così variamente oppinanti non morissero tutti, non per ciò tutti campavano: anzi, infermandone di ciascuna molti e in ogni luogo, avendo essi stessi, quando sani erano, essemplo dato a coloro che sani rimanevano, quasi abbandonati per tutto languieno ...
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Decameron (pagina 6)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E acciò che ciascun pruovi il peso della sollecitudine insieme col piacere della maggioranza e, per conseguente da una parte e d'altra tratti, non possa chi nol pruova invidia avere alcuna, dico che a ciascuno per un giorno s'attribuisca e il peso e l'onore; e chi il primo di noi esser debba nella elezion di noi tutti sia: di quegli che seguiranno, come l'ora del vespro s'avicinerà, quegli o quella che a colui o a colei piacerà che quel giorno avrà avuta la signoria; e questo cotale, secondo il suo arbitrio, del tempo che la sua signoria dee bastare, del luogo e del modo nel quale a vivere abbiamo ordini e disponga ... Pampinea, fatta reina, comandò che ogn'uom tacesse, avendo già fatti i famigliari de' tre giovani e le loro fanti, ch'eran quatro, davanti chiamarsi; e tacendo ciascun, disse: –Acciò che io prima essemplo dea a tutti voi, per lo quale di bene in meglio procedendo la nostra compagnia con ordine e con piacere e senza alcuna vergogna viva e duri quanto a grado ne fia, io primieramente constituisco Parmeno, famigliare di Dioneo, mio siniscalco, e a lui la cura e la sollecitudine di tutta la nostra famiglia commetto e ciò che al servigio della sala appartiene ... – E questi ordini sommariamente dati, li quali da tutti commendati furono, lieta drizzata in piè disse:–Qui sono giardini, qui sono pratelli, qui altri luoghi dilettevoli assai, per li quali ciascuno a suo piacer sollazzando si vada; e come terza suona, ciascun qui sia, acciò che per lo fresco si mangi ... E poi che in quello tanto fur dimorati quanto di spazio dalla reina avuto aveano, a casa tornati trovarono Parmeno studiosamente aver dato principio al suo ufficio, per ciò che, entrati in una sala terrena, quivi le tavole messe videro con tovaglie bianchissime e con bicchieri che d'ariento parevano, e ogni cosa di fiori di ginestra coperta; per che, data l'acqua alle mani, come piacque alla reina, secondo il giudicio di Parmeno tutti andarono a sedere ... E in questa maniera stettero tanto che tempo parve alla reina d'andare a dormire: per che, data a tutti la licenzia, li tre giovani alle lor camere, da quelle delle donne separate, se n'andarono, le quali co' letti ben fatti e così di fiori piene come la sala trovarono, e simigliantemente le donne le loro: per che, spogliatesi, s'andarono a riposare ... Non era di molto spazio sonata nona, che la reina levatasi tutte l'altre fece levare e similmente i giovani, affermando esser nocivo il troppo dormire il giorno: e così se ne andarono in un pratello nel quale l'erba era verde e grande né vi poteva d'alcuna parte il sole; e quivi, sentendo un soave venticello venire, sì come volle la lor reina, tutti sopra la verde erba si puosero in cerchio a sedere, a' quali ella disse così:–Come voi vedete, il sole è alto e il caldo è grande, né altro s'ode che le cicale su per gli ulivi, per che l'andare al presente in alcun luogo sarebbe senza dubbio sciocchezza ... – Le donne parimente e gli uomini tutti lodarono il novellare ... – E rivolta a Panfilo, il quale alla sua destra sedea, piacevolmente gli disse che con una delle sue novelle all'altre desse principio; laonde Panfilo, udito il comandamento, prestamente, essendo da tutti ascoltato, cominciò così ...
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Decameron (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Allora il santo frate disse: “Va via, figliuolo, che è ciò che tu di'? Se tutti i peccati che furon mai fatti da tutti gli uomini, o che si debbon fare da tutti gli uomini mentre che il mondo durerà, fosser tutti in uno uom solo, e egli ne fosse pentuto e contrito come io veggio te, si è tanta la benignità e la misericordia di Dio, che, confessandogli egli, gliele perdonerebbe liberamente: e per ciò dillo sicuramente ... Alla qual cosa il priore e gli altri frati creduli s'acordarono: e la sera, andati tutti là dove il corpo di ser Ciappelletto giaceva, sopr'esso fecero una grande e solenne vigilia; e la mattina, tutti vestiti co' camisci e co' pieviali, con li libri in mano e con le croci innanzi cantando andaron per questo corpo e con grandissima festa e solennità il recarono alla lor chiesa, seguendo quasi tutto il popolo della città, uomini e donne ...
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Decameron (pagina 10)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” E oltre a queste, molte altre cose disse della sua lealtà e della sua purità: e in brieve con le sue parole, alle quali era dalla gente della contrada data intera fede, sì il mise nel capo e nella divozion di tutti coloro che v'erano, che, poi che fornito fu l'uficio, con la maggior calca del mondo da tutti fu andato a basciargli i piedi e le mani, e tutti i panni gli furono indosso stracciati, tenendosi beato chi pure un poco di quegli potesse avere: e convenne che tutto il giorno così fosse tenuto, acciò che da tutti potesse essere veduto e visitato ... E quivi dimorando, senza dire a alcuno perché ito vi fosse, cautamente cominciò a riguardare alle maniere del Papa e de' cardinali e degli altri prelati e di tutti i cortigiani: e tra che egli s'accorse, sì come uomo che molto avveduto era, e che egli ancora da alcuno fu informato, egli trovò dal maggiore infino al minore generalmente tutti disonestissimamente peccare in lussuria, e non solo nella naturale ma ancora nella sogdomitica, senza ...
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Decameron (pagina 11)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Oltre a questo, universalmente gulosi, bevitori, ebriachi e più al ventre serventi a guisa d'animali bruti, appresso alla lussuria, che a altro gli conobbe apertamente; e più avanti guardando, in tanto tutti avari e cupidi di denari gli vide, che parimente l'uman sangue, anzi il cristiano, e le divine cose, chenti che elle si fossero o a sacrificii o a benefici appartenenti, a denari e vendevano e comperavano, maggior mercatantia faccendone e più sensali avendone che a Parigi di drappi o d'alcuna altra cosa non erano, avendo alla manifesta simonia ‘procureria’ posto nome e alla gulosità ‘substentazioni’, quasi Idio, lasciamo stare il significato di vocaboli, ma la 'ntenzione de' pessimi animi non conoscesse e a guisa degli uomini a' nomi delle cose si debba lasciare ingannare ... Al quale il giudeo prestamente rispose: “Parmene male che Idio dea a quanti sono: e dicoti così, che, se io ben seppi considerare, quivi niuna santità, niuna divozione, niuna buona opera o essemplo di vita o d'altro in alcuno che cherico fosse veder mi parve, ma lussuria, avarizia e gulosità, fraude, invidia e superbia e simili cose e piggiori, se piggiori esser possono in alcuno, mi vi parve in tanta grazia di tutti vedere, che io ho più tosto quella per una fucina di diaboliche operazioni che di divine ... E per quello che io estimi, con ogni sollecitudine e con ogni ingegno e con ogni arte mi pare che il vostro pastore e per consequente tutti gli altri si procaccino di riducere a nulla e di cacciare del mondo la cristiana religione, là dove essi fondamento e sostegno esser dovrebber di quella ... Poi che, commendata da tutti la novella di Neifile, ella si tacque, come alla reina piacque Filomena così cominciò a parlare: –La novella da Neifile detta mi ritorna a memoria il dubbioso caso già avvenuto a un giudeo ... Se io non erro, io mi ricordo aver molte volte udito dire che un grande uomo e ricco fu già, il quale, intra l'altre gioie più care che nel suo tesoro avesse, era uno anello bellissimo e prezioso; al quale per lo suo valore e per la sua bellezza volendo fare onore e in perpetuo lasciarlo ne' suoi discendenti, ordinò che colui de' suoi figliuoli appo il quale, sì come lasciatogli da lui, fosse questo anello trovato, che colui s'intendesse essere il suo erede e dovesse da tutti gli altri esser come maggiore onorato e reverito ... E colui al quale da costui fu lasciato tenne simigliante ordine ne' suoi discendenti, e così fece come fatto avea il suo predecessore; e in brieve andò questo anello di mano in mano a molti successori, e ultimamente pervenne alle mani a uno il quale avea tre figliuoli belli e virtuosi e molto al padre loro obedienti, per la qual cosa tutti e tre parimente gli amava ... Il valente uomo, che parimente tutti gli amava né sapeva esso medesimo eleggere a quale più tosto lasciar lo volesse, pensò, avendolo a ciascun promesso, di volergli tutti e tre sodisfare: e segretamente a un buon maestro ne fece fare due altri, li quali sì furono simiglianti al primiero, che esso medesimo che fatti gli aveva fare appena conosceva qual si fosse il vero; e venendo a morte, segretamente diede il suo a ciascun de' figliuoli ...
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Decameron (pagina 18)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Questa ballatetta finita, alla qual tutti lietamente avean risposto, ancor che alcuni molto alle parole di quella pensar facesse, dopo alcune altre carolette fatte, essendo già una particella della brieve notte passata, piacque alla reina di dar fine alla prima giornata ... Era, non è ancora lungo tempo passato, un tedesco a Trivigi chiamato Arrigo, il quale, povero uomo essendo, di portare pesi a prezzo serviva chi il richiedeva; e, con questo, uomo di santissima vita e di buona era tenuto da tutti ... Il che in luogo di miracolo avendo, questo Arrigo esser santo dicevano tutti; e concorso tutto il popolo della città alla casa nella quale il suo corpo giacea, quello a guisa d'un corpo santo nella chiesa maggior ne portarono, menando quivi zoppi, attratti e ciechi e altri di qualunque infermità o difetto impediti, quasi tutti dovessero da, toccamento di questo corpo divenir sani ... ” A Marchese e a Stecchi piacque il modo: e senza alcuno indugio usciti fuor dell'albergo, tutti e tre in un solitario luogo venuti, Martellino si storse in guisa le mani, le dita e le braccia e le gambe e oltre a questo la bocca e gli occhi e tutto il viso, che fiera cosa pareva a vedere; né sarebbe stato alcuno che veduto l'avesse, che non avesse detto lui veramente esser tutto della persona perduto e ratratto ... E preso, così fatto, da Marchese e da Stecchi, verso la chiesa si dirizzarono in vista tutti pieni di pietà, umilemente e per l'amor di Dio domandando a ciascuno che dinanzi lor si parava che loro luogo facesse, il che agevolmente impetravano; e in brieve, riguardati da tutti e quasi per tutto gridandosi “Fa luogo! fa luogo!”, là pervennero ove il corpo di santo Arrigo era posto; e da certi gentili uomini, che v'erano da torno, fu Martellino prestamente preso e sopra il corpo posto, acciò che per quello il beneficio della santà acquistasse ...
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Decameron (pagina 19)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Come costoro ebbero udito questo, non bisognò più avanti: essi si fecero per forza innanzi e cominciarono a gridare: “Sia preso questo traditore e beffatore di Dio e de' santi, il quale, non essendo attratto, per ischernire il nostro santo e noi, qui a guisa d'atratto è venuto!” E così dicendo il pigliarono e giù del luogo dove era il tirarono, e presolo per li capelli e stracciatili tutti i panni indosso gl'incominciarono a dare delle pugna e de' calci; né parea a colui essere uomo che a questo far non correa ... Il che udendo Martellino disse: “Signor mio, essi mentono tutti per la gola! e che io dica il vero, questa pruova ve ne posso fare: che così non fossi io mai in questa terra entrato come io mai non ci fui se non da poco fa in qua; e come io giunsi, per mia disaventura andai a veder questo corpo santo, dove io sono stato pettinato come voi potete vedere; e che questo che io dico sia vero, ve ne può far chiaro l'uficial del signore il quale sta alle presentagioni e il suo libro e ancora l'oste mio ... Il signore fece grandissime risa di così fatto accidente; e fatta donare una roba per uomo, oltre alla speranza di tutti e tre di così gran pericolo usciti, sani e salvi se ne tornarono a casa loro ... E assai volte già de' miei dì sono stato, camminando, in gran pericoli, de' quali tutti scampato pur sono la notte poi stato in buon luogo e bene albergato: per che io porto ferma credenza che san Giuliano, a cui onore io il dico, m'abbia questa grazia impetrata da Dio; né mi parrebbe il dì bene potere andare né dovere la notte vegnente bene arrivare, che io non l'avessi la mattina detto ...
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Decameron (pagina 23)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E il giorno posto da lui essendo venuto, davanti a tutti i cardinali e dimolti altri gran valenti uomini, li quali invitati a una grandissima festa da lui apparecchiata eran venuti, fece venire la donna realmente vestita, la quale tanto bella e sì piacevol parea che meritamente da tutti era commendata, e simigliantemente Alessandro splendidamente vestito, in apparenza e in costumi non miga giovane che a usura avesse prestato ma più tosto reale, e da' due cavalieri molto onorato; e quivi da capo fece solennemente le sponsalizie celebrare, e appresso, le nozze belle e magnifiche fatte, con la sua benedizione gli licenziò ... Per la qual cosa con buona grazia di tutti Alessandro con la sua donna, menandone seco Agolante, si partì di Firenze, e a Parigi venuti onorevolmente dal re ricevuti furono ... Il quale fu da tanto e tanto seppe fare, che egli paceficò il figliulo col padre: di che seguì gran bene all'isola, e egli n'acquistò l'amore e la grazia di tutti i paesani, e Agolante ricoverò tutto ciò che aver vi doveano interamente e ricco oltre modo si tornò a Firenze, avendol prima il conte Alessandro cavalier fatto ...
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Decameron (pagina 26)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Appresso queste parole ella cominciò distintamente a domandare di tutti i suoi parenti nominatamente, alla quale di tutti Andreuccio rispose, per questo ancora più credendo quello che meno di creder gli bisognava ... ” E ella allora disse: “Lodato sia Idio, se io non ho in casa per cui mandare a dire che tu non sii aspettato! benché tu faresti assai maggior cortesia, e tuo dovere, mandare a dire a' tuoi compagni che qui venissero a cenare, e poi, se pure andare te ne volessi, ve ne potresti tutti andar di brigata ... La qual cosa molti de' vicini avanti destisi e levatisi, credendo lui essere alcuno spiacevole il quale queste parole fingesse per noiare quella buona femina, recatosi a noia il picchiare il quale egli faceva, fattisi alle finestre, non altramenti che a un can forestiere tutti quegli della contrada abbaiano adosso, cominciarono a dire: “Questa è una gran villania a venire a questa ora a casa le buone femine e dire queste ciance; deh! va con Dio, buono uomo; lasciaci dormir, se ti piace; e se tu hai nulla a far con lei, tornerai domane, e non ci dar questa seccaggine stanotte ...
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Decameron (pagina 31)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma poi che l'accoglienze oneste e liete furo iterate tre e quatro volte, non senza gran letizia e piacere de' circunstanti, e l'uno all'altro ebbe ogni suo accidente narrato, avendo già Currado a' suoi amici significato, con gran piacer di tutti, il nuovo parentado fatto da lui, e ordinando una bella e magnifica festa, gli disse Giuffredi: “Currado, voi avete fatto me lieto di molte cose e lungamente avete onorata mia madre: ora, acciò che niuna parte in quello che per voi si possa ci resti a far, vi priego che voi mia madre e la mia festa e me facciate lieti della presenza di mio fratello, il quale in forma di servo messer Guasparrin Doria tiene in casa, il quale, come io vi dissi già, e lui e me prese in corso; e appresso, che voi alcuna persona mandiate in Cicilia, il quale pienamente s'informi delle condizioni e dello stato del paese, e mettasi a sentire quello che è d'Arrighetto mio padre, se egli è o vivo o morto, e, se è vivo, in che stato, e d'ogni cosa pienamente informato a noi ritorni ... Quale la festa della madre fosse rivedendo il suo figliuolo, qual quella de' due fratelli, qual quella di tutti e tre alla fedel balia, qual quella di tutti fatta a messer Guasparrino e alla sua figliuola e di lui a tutti e di tutti insieme con Currado e con la sua donna e co' figliuoli e co' suoi amici, non si potrebbe con parole spiegare; e per ciò a voi, donne, la lascio a imaginare ... Per la qual cosa egli sommamente era venuto nella grazia del re Petro, il quale lui in tutti i suoi beni e in ogni suo onore rimesso aveva, laonde egli era in grande e buono stato; aggiugnendo che egli aveva lui con sommo onore ricevuto e inestimabile festa aveva fatta della sua donna e del figliuolo, de' quali mai dopo la presura sua neente aveva saputo, e oltre a ciò mandava per loro una saettia con alquanti gentili uomini li quali appresso venieno ... Quivi e la donna e Giuffredi e oltre a questi tutti gli altri con tanta letizia gli videro, che mai simile non fu udita; e essi, avanti che a mangiar si ponessero, da parte d'Arrighetto e salutarono e ringraziarono, quanto il meglio seppero e più poterono, Currado e la sua donna dell'onor fatto e alla donna di lui e al figliuolo, e Arrighetto e ogni cosa che per lui si potesse offersero al lor piacere ... E avendo prospero vento, tosto in Cicilia pervennero, dove con tanta festa da Arrighetto tutti parimente, e' figliuoli e le donne, furono in Palermo ricevuti, che dir non si potrebbe giammai ... Dove poi molto tempo si crede che essi tutti felicemente vivessero e, come conoscenti del ricevuto beneficio, amici di messer Domenedio ...
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Decameron (pagina 41)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Avvenne durante la guerra che la reina di Francia infermò gravemente; e conoscendo ella se medesima venire alla morte, contrita d'ogni suo peccato divotamente si confessò dall'arcivescovo di Ruem, il quale da tutti era tenuto un santissimo e buono uomo, e tra gli altri peccati gli narrò ciò che per lei a gran torto il conte d'Anguersa ricevuto avea ... Adunati adunque tutti e tre insieme, disse il conte a Perotto, che già era in pensiero di palesarsi: “Perotto, Giachetto, che è qui, ha tua sorella per mogliere né mai n'ebbe alcuna dota; e per ciò, acciò che tua sorella senza dote non sia, io intendo che egli e non altri abbia questo beneficio che il re promette così grande per te, e ti rinsegni sì come figliuolo del conte d'Anguersa, e per la Violante tua sorella e sua mogliere, e per me che il conte d'Anguersa e vostro padre sono ... E poi che i varii casi di ciascuno tutti e tre ragionati ebbero, e molto piantosi e molto rallegratosi insieme, volendo Perotto e Giachetto rivestire il conte, per niuna maniera il sofferse ma volle che, avendo prima Giachetto certezza d'avere il guiderdon promesso, così fatto e in quello abito di ragazzo, per farlo più vergognare, gliele presentasse ... Il re prestamente per tutti fece il guiderdon venire maraviglioso agli occhi di Giachetto, e comandò che via il portasse dove con verità il conte e' figliuoli dimostrasse come promettea ... Oltre a questo, onorò il re molto Giachetto e volle ogni cosa sapere di tutti i suoi preteriti casi; e quando Giachetto prese gli alti guiderdoni per l'avere insegnati il conte e' figliuoli, gli disse il conte: “Prendi cotesti doni dalla magnificenza di monsignore lo re, e ricordera'ti di dire a tuo padre che i tuoi figliuoli, suoi e miei nepoti, non son per madre nati di paltoniere ... Erano in Parigi in uno albergo alquanti grandissimi mercatanti italiani, qual per una bisogna e qual per un'altra, secondo la loro usanza; e avendo una sera fra l'altre tutti lietamente cenato, cominciarono di diverse cose a ragionare, e d'un ragionamento in altro travalicando pervennero a dire delle lor donne, le quali alle lor case avevan lasciate ...
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Decameron (pagina 51)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Preso adunque un picciolissimo lume in una lanternetta, se n'andò in una lunghissima casa che nel suo palagio era sopra le stalle de' cavalli, nella quale quasi tutta la sua famiglia in diversi letti dormiva; e estimando che, qualunque fosse colui che ciò fatto avesse che la donna diceva, non gli fosse potuto ancora il polso e 'l battimento del cuore, per lo durato affanno, potuto riposare, tacitamente, cominciato dall'un de' capi della casa, a tutti cominciò a andar toccando il petto per sapere se gli battesse ... Costui, che tutto ciò sentito avea, sì come colui che malizioso era, chiaramente s'avisò perché così segnato era stato: laonde egli senza alcuno aspettar si levò, e trovato un paio di forficette, delle quali per avventura v'erano alcun paio per la stalla per lo servigio de' cavalli, pianamente andando a quanti in quella casa ne giacevano, a tutti in simile maniera sopra l'orecchie tagliò i capelli; e ciò fatto, senza essere stato sentito, se ne tornò a dormire ... Li quali tutti, senza alcuna cosa in capo davanti standogli, esso cominciò a guardare per riconoscere il tonduto da lui; e veggendo la maggior parte di loro co' capelli a un medesimo modo tagliati, si maravigliò, e disse seco stesso: “Costui, il quale io vo cercando, quantunque di bassa condizion sia, assai ben mostra d'essere d'alto senno ... ” Poi, veggendo che senza romore non poteva avere quel ch'egli cercava, disposto a non volere per piccola vendetta acquistar gran vergogna, con una sola parola d'amonirlo e di mostrargli che avveduto se ne fosse gli piacque; e a tutti rivolto disse: “Chi 'l fece nol faccia mai più, e andatevi con Dio ... E essendosi accorta che costui usava molto con un religioso, il quale, quantunque fosse tondo e grosso uomo, nondimeno per ciò che di santissima vita era quasi da tutti avea di valentissimo frate fama, estimò costui dovere essere ottimo mezzano tra lei e 'l suo amante ...
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Decameron (pagina 62)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Il valoroso uomo, al quale d'Aldobrandino increscea, volentier diede orecchi alle parole del pellegrino; e molte cose da lui sopra ciò ragionate, per sua introduzione in sul primo sonno i due fratelli albergatori e il lor fante a man salva prese; e loro volendo, per rinvenire come stata fosse la cosa, porre al martorio, nol soffersero ma ciascun per sé e poi tutti insieme apertamente confessarono sé essere stati coloro che Tedaldo Elisei ucciso aveano, non conoscendolo ... Essendo adunque libero Aldobrandino, con gran letizia di lui e della sua donna e di tutti i suoi amici e parenti, e conoscendo manifestamente ciò essere per opera del pellegrino avvenuto, lui alla loro casa condussero per tanto quanto nella città gli piacesse di stare; e quivi di fargli onore e festa non si potevano veder sazii, e spezialmente la donna, che sapeva a cui farlosi ... La mattina adunque seguente, in su l'ora del mangiare, primieramente i quatro fratelli di Tedaldo, così vestiti di nero come erano, con alquanti loro amici vennero a casa Aldobrandino, che gli attendeva; e quivi, davanti a tutti coloro che a fare lor compagnia erano stati da Aldobrandino invitati, gittate l'armi in terra, nelle mani d'Aldobrandino si rimisero, perdonanza domandando di ciò che contro a lui avevano adoperato ... Aldobrandino lagrimando pietosamente gli ricevette e tutti basciandogli in bocca, con poche parole spacciandosi, ogni ingiuria ricevuta rimise ... ” E di dosso gittatosi la schiavina e ogni abito pellegrino, in una giubba di zendado verde rimase, e non senza grandissima maraviglia da tutti guatato e riconosciuto fu lungamente, avanti che alcun s'arrischiasse a creder ch'el fosse desso ... Il che Tedaldo vedendo, assai de' lor parentadi, delle cose tra loro avvenute, de' suoi accidenti raccontò: per che i fratelli e gli altri uomini, tutti di lagrime d'allegrezza pieni, a abbracciare il corsero, e il simigliante appresso fecer le donne, così le non parenti come le parenti, fuor che monna Ermellina ... Il che Aldobrandin veggendo disse: “Che è questo, Ermellina? come non fai tu come l'altre donne festa a Tedaldo?” A cui, udendo tutti, la donna rispose: “Niuna ce n'è che più volentieri gli abbia fatta festa o faccia, che fare'io, sì come colei che più gli è tenuta che alcuna altra, considerato che per le sue opere io t'abbia riavuto; ma le disoneste parole dette ne' dì che noi piagnemmo colui che noi credavam Tedaldo, me ne fanno stare ...
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Decameron (pagina 77)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E questo fatto, dopo alquanto il menò fuori e miseselo innanzi, e andandol tenendo per la catena di dietro, non senza gran romore di molti, che tutti dicean: “Che sé quel? che sé quel?”, il condusse in su la Piazza, dove, tra quegli che venuti gli eran dietro e quegli ancora che, udito il bando, dal Rialto venuti v'erano, erano gente senza fine ... ” Come la maschera fu fuori, così fu frate Alberto incontanente da tutti conosciuto; contra al quale si levaron le grida di tutti, dicendogli le più vituperose parole e la maggior villania che mai a alcun ghiotton si dicesse, e oltre a questo per lo viso gittandogli chi una lordura e chi un'altra ... Così piaccia a Dio che a tutti gli altri possa intervenire ...
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Decameron (pagina 89)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... –La qual proposizione a tutti piacque: e essa, fattosi il siniscalco venire e delle cose oportune con lui insieme avendo disposto, tutta la brigata da seder levandosi per infino all'ora della cena lietamente licenziò ... La qual venuta, tutti raccolti, come usati erano, appresso della bella fonte con grandissimo piacere e ben serviti cenarono ... Introduzione Era già l'oriente tutto bianco e li surgenti raggi per tutto il nostro emisperio avevan fatto chiaro, quando Fiammetta da' dolci canti degli uccelli, li quali la prima ora del giorno su per gli albuscelli tutti lieti cantavano, incitata sù si levò e tutte l'altre e i tre giovani fece chiamare; e con soave passo a' campi discesa, per l'ampia pianura su per le rugiadose erbe, infino a tanto che alquanto il sol fu alzato, con la sua compagnia, d'una cosa e d'altra con lor ragionando, diportando s'andò ... Ma tutti, un poco passata la nona, quivi, come alla reina piacque, vicini alla fonte secondo l'usato modo si ragunarono; e essendosi la reina a seder posta pro tribunali, verso Panfilo riguardando, sorridendo a lui impose che principio desse alle felici novelle ...
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Decameron (pagina 90)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E questo era che egli, tra gli altri suoi figliuoli, n'aveva uno il quale di grandezza e di bellezza di corpo tutti gli altri giovani trapassava, ma quasi matto era e di perduta speranza, il cui vero nome era Galeso; ma, per ciò che mai né per fatica di maestro né per lusinga o battitura del padre o ingegno d'alcuno altro gli s'era potuto metter nel capo né lettera né costume alcuno, anzi con la voce grossa e deforme e con modi più convenienti a bestia che a uomo, quasi per ischerno da tutti era chiamato Cimone, il che nella lor lingua sonava quanto nella nostra ‘bestione’ ... Essendo adunque a Cimone nel cuore, nel quale niuna dottrina era potuta entrare, entrata la saetta d'Amore per la bellezza d'Efigenia, in brevissimo tempo, d'uno in altro pensiero pervenendo, fece maravigliare il padre e tutti i suoi e ciascuno altro che il conoscea ... Che dunque, piacevoli donne, diremo di Cimone? Certo niuna altra cosa se non che l'alte vertù dal cielo infuse nella valorosa anima fossono da invidiosa fortuna in picciolissima parte del suo cuore con legami fortissimi legate e racchiuse, li quali tutti Amor ruppe e spezzò, sì come molto più potente di lei; e come eccitatore degli adormentati ingegni, quelle da crudele obumbrazione offuscate con la sua forza sospinse in chiara luce, apertamente mostrando di che luogo tragga gli spiriti a lui subgetti e in quale gli conduca co' raggi suoi ... Cimone, adunque, quantunque amando Efigenia in alcune cose, sì come i giovani amanti molto spesso fanno, trasandasse, nondimeno Aristippo, considerando che amor l'avesse di montone fatto tornare uno uomo, non solo pazientemente il sostenea ma in seguir ciò in tutti i suoi piaceri il confortava ...
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Decameron (pagina 91)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Gli avversarii di Cimone avevano l'arme tratte sopra coverta e di difendersi s'apparecchiavano: per che Cimone, dopo le parole preso un rampicone di ferro, quello sopra la poppa de' rodiani, che via andavan forte, gittò e quella alla proda del suo legno per forza congiunse; e fiero come un leone, sanza altro seguito d'alcuno aspettare, sopra la nave de' rodiani saltò, quasi tutti per niente gli avesse; e spronandolo amore, con maravigliosa forza fra' nemici con un coltello in man si mise e or questo e or quello ferendo quasi pecore gli abbattea ... Il che vedendo i rodiani, gittando in terra l'armi, quasi a una voce tutti si confessaron prigioni ... Cimone adunque, più che altro uomo contento dell'acquisto di così cara preda, poi che alquanto di tempo ebbe posto in dover lei piagnente racconsolare, diliberò co' suoi compagni non essere da tornare in Cipri al presente: per che, di pari diliberazion di tutti, verso Creti, dove quasi ciascuno e massimamente Cimone per antichi parentadi e novelli e per molta amistà si credevano insieme con Efigenia esser sicuri, dirizzaron la proda della lor nave ... Dolevansi similmente i suoi compagni, ma sopra tutti si doleva Efigenia, forte piangendo e ogni percossa dell'onda temendo: e nel suo pianto aspramente maladiceva l'amor di Cimone e biasimava il suo ardire, affermando per niuna altra cosa quella tempestosa fortuna esser nata, se non perché gl'iddii non volevano che colui, il quale lei contra li lor piaceri voleva aver per isposa, potesse del suo presuntuoso disiderio godere, ma vedendo lei prima morire egli appresso miseramente morisse ... Costoro udendo questo lietissimi, presi molti degli uomini della villa, prestamente furono al mare; e Cimone, che già co' suoi disceso aveva preso consiglio di fuggire in alcuna selva vicina, insieme tutti con Efigenia furon presi e alla villa menati; e di quindi, venuto dalla città Lisimaco, appo il quale quello anno era il sommo maestrato de' rodiani, con grandissima compagnia d'uomini d'arme, Cimone e' suoi compagni tutti ne menò in prigione, sì come Pasimunda, al quale le novelle eran venute, aveva, col senato di Rodi dolendosi, ordinato ...
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Decameron (pagina 92)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per che la seguente notte occultamente nella sua camera il fé venire e cominciogli in cotal guisa a favellare: “Cimone, così come gl'iddii sono ottimi e liberali donatori delle cose agli uomini, così sono sagacissimi provatori delle loro virtù, e coloro li quali essi truovano fermi e constanti a tutti i casi, sì come più valorosi, di più alti meriti fanno degni ... Lisimaco, ogni cosa oportuna avendo appresta, Cimone e' suoi compagni e similmente i suoi amici, tutti sotto i vestimenti armati, quando tempo gli parve, avendogli prima con molte parole al suo proponimento accesi, in tre parti divise, delle quali cautamente l'una mandò al porto, acciò che niun potesse impedire il salire sopra la nave quando bisognasse; e con l'altre due alle case di Pasimunda venuti, una ne lasciò alla porta, acciò che alcun dentro non gli potesse rinchiudere o a loro l'uscita vietare, e col rimanente insieme con Cimone montò su per le scale ... Ma Cimone e Lisimaco e' lor compagni, tirate le spade fuori, senza alcun contasto, data loro da tutti la via, verso le scale se ne vennero; e quelle scendendo, occorse lor Pasimunda, il quale con un gran bastone in mano al romor traeva, cui animosamente Cimone sopra la testa ferì e ricisegliele ben mezza e morto sel fece cadere a' piedi ... Essi, lasciata piena la casa di sangue, di romore e di pianto e di tristizia, senza alcuno impedimento stretti insieme con la loro rapina alla nave pervennero: sopra la quale messe le donne e saliti essi e tutti i lor compagni, essendo già il lito pieno di gente armata che alla riscossa delle donne venia, dato de' remi in acqua lieti andaron pe' fatti loro ...
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Decameron (pagina 103)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Essendo adunque già venuta l'ultima vivanda, e il romor disperato della cacciata giovane da tutti fu cominciato a udire ... Di che maravigliandosi forte ciascuno e domandando che ciò fosse e niuno sappiendol dire, levatisi tutti diritti e riguardando che ciò potesse essere, videro la dolente giovane e 'l cavaliere e' cani; né guari stette che essi tutti furon quivi tra loro ... Il romore fu fatto grande e a' cani e al cavaliere, e molti per aiutare la giovane si fecero innanzi; ma il cavaliere, parlando loro come a Nastagio aveva parlato, non solamente gli fece indietro tirare ma tutti gli spaventò e riempié di maraviglia; e faccendo quello che altra volta aveva fatto, quante donne v'aveva (ché ve ne aveva assai che parenti erano state e della dolente giovane e del cavaliere e che si ricordavano dell'amore e della morte di lui) tutte così miseramente piagnevano come se a se medesime quello avesser veduto fare ...
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Decameron (pagina 108)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Introduzione Aveva la luna, essendo nel mezzo del cielo, perduti i raggi suoi, e già per la nuova luce vegnente ogni parte del nostro mondo era chiara, quando la reina levatasi, fatta la sua compagnia chiamare, alquanto con lento passo dal bel palagio, su per la rugiada spaziandosi, s'allontanarono, d'una e d'altra cosa varii ragionamenti tegnendo e della più bellezza e della meno delle raccontate novelle disputando e ancora de' varii casi recitati in quelle rinnovando le risa, infino a tanto che, già più alzandosi il sole e cominciandosi a riscaldare, a tutti parve di dover verso casa tornare: per che, voltati i passi, là se ne vennero ... E già l'ora venuta del dovere a concistoro tornare, fatti tutti dalla reina chiamare, come usati erano dintorno alla fonte si posero a sedere; e volendo già la reina comandare la prima novella, avvenne cosa che ancora adivenuta non v'era, cioè che per la reina e per tutti fu un gran romore udito che per le fanti e' famigliari si faceva in cucina ... Frate, bene starebbono se elle s'indugiasser tanto! Alla fé di Cristo, ché debbo sapere quello che io mi dico quando io giuro: io non ho vicina che pulcella ne sia andata a marito, e anche delle maritate so io ben quante e quali beffe elle fanno a' mariti: e questo pecorone mi vuol far conoscer le femine, come se io fossi nata ieri!– Mentre la Licisca parlava, facevan le donne sì gran risa, che tutti i denti si sarebbero loro potuti trarre, e la reina l'aveva ben sei volte imposto silenzio ma niente valea: ella non ristette mai infino a tanto che ella ebbe detto ciò che ella volle ...
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Decameron (pagina 111)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma dopo alquanto, non faccendo l'acqua alcuna vista di dover ristare e costoro volendo essere il dì a Firenze, presi dal lavoratore in prestanza due mantellacci vecchi di romagnuolo e due cappelli tutti rosi dalla vecchiezza, per ciò che migliori non v'erano, cominciarono a camminare ... Ora, essendo essi alquanto andati e tutti molli veggendosi e per gli schizzi che i ronzini fanno co' piedi in quantità zaccherosi, le quali cose non sogliono altrui accrescer punto d'orrevolezza, rischiarandosi alquanto il tempo, essi, che lungamente erano venuti taciti, cominciarono a ragionare ... Li quali udendo lo Scalza cominciò a ghignare e disse: “Andate via, andate, goccioloni che voi siete, voi non sapete ciò che voi vi dite: i più gentili uomini e i più antichi, non che di Firenze ma di tutto il mondo o di Maremma, sono i Baronci, e a questo s'accordano tutti i fisofoli e ogni uomo che gli conosce come fo io: e acciò che voi non intendeste d'altri, io dico de' Baronci vostri vicini da Santa Maria Maggiore ... ” Quando i giovani, che aspettavano che egli dovesse dire altro, udiron questo, tutti si fecero beffe di lui e dissero: “Tu ci uccelli, quasi come se noi non cognoscessimo i Baronci come facci tu ...
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Decameron (pagina 112)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Tra' quali disse uno, che si chiamava Neri Vannini: “Io sono acconcio a voler vincere questa cena”; e accordatisi insieme d'aver per giudice Piero di Fiorentino, in casa cui erano, e andatisene a lui, e tutti gli altri appresso per vedere perdere lo Scalza e dargli noia, ogni cosa detta gli raccontarono ... E che io dica di questo il vero, ponete mente a' Baronci e agli altri uomini: dove voi tutti gli altri vedrete co' visi ben composti e debitamente proporzionati, potrete vedere i Baronci qual col viso molto lungo e stretto, e quale averlo oltre a ogni convenienza largo, e tal v'è col naso molto lungo e tale l'ha corto, e alcuni col mento in fuori e in sù rivolto e con mascelloni che paion d'asino; e èvvi tale che ha l'uno occhio più grosso che l'altro, e ancora chi ha l'un più giù che l'altro, sì come sogliono essere i visi che fanno da prima i fanciulli che apparano a disegnare ... ” Della qual cosa e Piero che era il giudice e Neri che aveva messa la cena e ciascuno altro ricordandosi e avendo il piacevole argomento dello Scalza udito, tutti cominciarono a ridere e a affermare che lo Scalza aveva la ragione e che egli aveva vinta la cena e che per certo i Baronci erano i più gentili uomini e i più antichi che fossero, non che in Firenze ma nel mondo o in Maremma ... E assai bene accompagnata di donne e d'uomini, da tutti confortata al negare, davanti al podestà venuta, domandò con fermo viso e con salda voce quello che egli a lei domandasse ... “Adunque” seguì prestamente la donna “domando io voi, messer podestà, se egli ha sempre di me preso quello che gli è bisognato e piaciuto, io che doveva fare o debbo di quel che gli avanza? debbolo io gittare a' cani? non è egli molto meglio servirne un gentile uomo che più che sé m'ama, che lasciarlo perdere o guastare?” Eran quivi a così fatta essaminazione e di tanta e sì famosa donna quasi tutti i pratesi concorsi, li quali, udendo così piacevol domanda, subitamente, dopo molte risa, quasi a una voce tutti gridarono la donna aver ragione e dir bene: e prima che di quivi si partissono, a ciò confortandogli il podestà, modificarono il crudele statuto e lasciarono che egli s'intendesse solamente per quelle donne le quali per denari a' lor mariti facesser fallo ...
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Decameron (pagina 116)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... moltitudine ebbe con ammirazione reverentemente guardati, con grandissima calca tutti s'appressarono a frate Cipolla e, migliori offerte dando che usati non erano, che con essi gli dovesse toccare il pregava ciascuno ... E in cotal guisa, non senza sua grandissima utilità avendo tutti crociati i certaldesi, per presto accorgimento fece coloro rimanere scherniti, che lui, togliendogli la penna, avevan creduto schernire ... – Conclusione Questa novella porse igualmente a tutta la brigata grandissimo piacere e sollazzo, e molto per tutti fu riso di fra Cipolla e massimamente del suo pellegrinaggio e delle reliquie così da lui vedute come recate; la quale la reina sentendo esser finita, e similmente la sua signoria, levata in piè, la corona si trasse e ridendo la mise in capo a Dioneo, e disse:–Tempo è, Dioneo, che tu alquanto pruovi che carico sia l'aver donne a reggere e a guidare: sii adunque re e sì fattamente ne reggi, che del tuo reggimento nella fine ci abbiamo a lodare ... Senza che voi mi fareste un bello onore, essendo io stato ubidente a tutti, e ora, avendomi vostro re fatto, mi voleste la legge porre in mano, e di quello non dire che io avessi imposto ...
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Decameron (pagina 117)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Il re, udendo contare la bellezza del luogo, disideroso di vederlo, prestamente fece comandar la cena: la qual poi che con assai piacer di tutti fu fornita, li tre giovani con li lor famigliari, lasciate le donne, se n'andarono a questa valle, e ogni cosa considerata, non essendovene alcuno di loro stato mai più, quella per una delle belle cose del mondo lodarono ... Li prieghi miei tutti glien porta il vento: nullo n'ascolta né ne vuole udire, per che ognora cresce il mio tormento, onde 'l viver m'è noia né so morire ... Poi che con un sospiro assai pietoso Elissa ebbe alla sua canzon fatta fine, ancor che tutti si maravigliasser di tali parole, niuno per ciò ve n'ebbe che potesse avvisare che di così cantare le fosse cagione ... Appresso alla quale andata non stette guari a levarsi il re, il quale lo strepito de' caricanti e delle bestie aveva desto; e levatosi fece le donne e' giovani tutti parimente levare ... Né ancora spuntavano li raggi del sole ben bene, quando tutti entrarono in cammino; né era ancora lor paruto alcuna volta tanto gaiamente cantar gli usignuoli e gli altri uccelli, quanto quella mattina pareva; da' canti de' quali accompagnati infino nella Valle delle Donne n'andarono, dove da molti più ricevuti, parve loro che essi della loro venuta si rallegrassero ... E poi che col buon vino e co' confetti ebbero il digiun rotto, acciò che di canto non fossero dagli uccelli avanzati, cominciarono a cantare e la valle insieme con essoloro, sempre quelle medesime canzoni dicendo che essi dicevano; alle quali tutti gli uccelli, quasi non volessono esser vinti, dolci e nuove note aggiugnevano ... Quindi, essendo in più luoghi per la piccola valle fatti letti e tutti dal discreto siniscalco di sarge francesche e di capoletti intorniati e chiusi, con licenzia del re, a cui piacque, si poté andare a dormire; e chi dormir non volle, degli altri loro diletti usati pigliar poteva a suo piacere ... Ma venuta già l'ora che tutti levati erano e tempo era da riducersi a novellare, come il re volle, non guari lontani al luogo dove mangiato aveano, fatti in su l'erba tappeti distendere e vicini al lago a seder postisi, comandò il re a Emilia che cominciasse; la quale lietamente così cominciò a dir sorridendo ...
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Decameron (pagina 133)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma poi che la sua canzon fu finita, ricordandosi la reina che il dì seguente era venerdì, così a tutti piacevolemente disse:–Voi sapete, nobili donne e voi giovani, che domane è quel dì che alla passione del nostro Signore è consecrato, il quale, se ben vi ricorda, noi divotamente celebrammo essendo reina Neifile e a' ragionamenti dilettevoli demmo luogo; e il simigliante facemmo del sabato subsequente ... – Piacque a tutti il divoto parlare della loro reina; dalla quale licenziati, essendo già buona pezza di notte passata, tutti s'andarono a riposare ... Ma avendo il sol già passato il cerchio di meriggio, come alla reina piacque, al novellare usato tutti appresso la bella fontana a seder posti, per comandamento della reina così Neifile cominciò ...
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Decameron (pagina 156)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La canzone di Panfilo aveva fine, alla quale quantunque per tutti fosse compiutamente risposto, niun ve n'ebbe che, con più attenta sollecitudine che a lui non apparteneva, non notasse le parole di quella, ingegnandosi di quello volersi indovinare che egli di convenirgli tener nascoso cantava; e quantunque varii varie cose andassero imaginando, niun per ciò alla verità del fatto pervenne ... E ora a questo e ora a quell'altro appressandosi, quasi giugnere gli dovessero, faccendogli correre e saltare, per alcuno spazio sollazzo presero: ma già inalzando il sole, parve a tutti di ritornare ... Essi eran tutti di frondi di quercia inghirlandati, con le man piene o d'erbe odorifere o di fiori; e chi scontrati gli avesse, niuna altra cosa avrebbe potuto dire se non: “O costor non saranno dalla morte vinti o ella gli ucciderà lieti ... Appresso alle quali, data l'acqua alle mani, tutti secondo il piacere della reina gli mise il siniscalco a tavola, dove, le vivande venute, allegri tutti mangiarono: e da quello levati, al carolare e al sonare si dierono per alquanto spazio, e poi, comandandolo la reina, chi volle s'andò a riposare ...
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Decameron (pagina 159)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Per che un dì dolendosene, e essendo a ciò sopravenuto un lor compagno che aveva nome Nello, dipintore, diliberar tutti e tre di dover trovar modo da ugnersi il grifo alle spese di Calandrino ... ” Bruno e Buffalmacco e Nello avevano sì gran voglia di ridere che scoppiavano, udendo le parole di Calandrino, ma pur se ne tenevano; ma il maestro Scimmione rideva sì squaccheratamente, che tutti i denti gli si sarebber potuti trarre ... Io ho qui da dugento lire di che io volea comperare un podere: se tutti bisognano, tutti gli togliete, pur che io non abbia a partorire, ché io non so come io mi facessi; ché io odo fare alle femine un sì gran romore quando son per partorire, con tutto che elle abbiano buon cotal grande donde farlo, che io credo, se io avessi quel dolore, che io mi morrei prima che io partorissi ...
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Decameron (pagina 170)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... L'abate co' suoi alquanto si ricreò e qual fosse la sua vita stata narrò loro, dove essi in contrario tutti dissero sé essere stati maravigliosamente onorati da Ghino; ma l'ora del mangiar venuta, l'abate e tutti gli altri ordinatamente e di buone vivande e di buoni vini serviti furono, senza lasciarsi Ghino ancora all'abate conoscere ... Ma poi che l'abate alquanti dì in questa maniera fu dimorato, avendo Ghino in una sala tutti li suoi arnesi fatti venire e in una corte che di sotto a quella era tutti i suoi cavalli infino al più misero ronzino, allo abate se n'andò e domandollo come star gli pareva e se forte si credeva essere da cavalcare; a cui l'abate rispose che forte era egli assai e dello stomaco ben guerito e che starebbe bene qualora fosse fuori delle mani di Ghino ... Menò allora Ghino l'abate nella sala dove erano i suoi arnesi e la sua famiglia tutta: e fattolo a una finestra accostare donde egli poteva tutti i suoi cavalli vedere disse: “Messer l'abate, voi dovete sapere che l'esser gentile uomo e cacciato di casa sua e povero e avere molti e possenti nimici hanno, per potere la sua vita difendere e la sua nobiltà, e non malvagità d'animo, condotto Ghino di Tacco, il quale io sono, a essere rubatore delle strade e nimico della corte di Roma ... Simil cosa a miracolo per certo pareva a tutti avere udito, cioè che un cherico alcuna cosa magnificamente avesse operata; ma riposandosene già il ragionare delle donne, comandò il re a Filostrato che procedesse; il quale prestamente incominciò: –Nobili donne, grande fu la magnificenzia del re di Spagna e forse cosa più non udita già mai quella dell'abate di Clignì; ma forse non meno maravigliosa cosa vi parrà l'udire che uno, per liberalità usare a un altro che il suo sangue, anzi il suo spirito, disiderava, cautamente a dargliele si disponesse: e fatto l'avrebbe se colui prender l'avesse voluto, sì come io in una mia novelletta intendo di dimostrarvi ...
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Decameron (pagina 173)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” I gentili uomini, fra sé avuti varii ragionamenti e tutti in una sentenzia concorrendo, a Niccoluccio Caccianimico, per ciò che bello e ornato favellatore era, commisero la risposta ... Costui, commendata primieramente l'usanza di Persia, disse sé con gli altri insieme essere in questa opinione, che il primo signore niuna ragione avesse più nel suo servidore, poi che in sì fatto caso non solamente abandonato ma gittato l'avea, e che per li benifici del secondo usati giustamente parea di lui il servidore divenuto, per che, tenendolo, niuna noia, niuna forza, niuna ingiuria faceva al primiero; gli altri tutti che alle tavole erano, ché v'avea di valenti uomini, tutti insieme sé tener quello che da Niccoluccio era stato risposto ... Ma sopra tutti la riguardava Niccoluccio, il quale, essendosi alquanto partito il cavaliere, sì come colui che ardeva di sapere chi ella fosse, non potendosene tenere, la domandò se bolognese fosse o forestiera ... ” A questo niun rispose, anzi tutti attendevan quello che egli più avanti dovesse dire ...
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Decameron (pagina 182)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Nelle quali quanto scioccamente facciate io non intendo al presente di più aprirvi, ma come amici vi consigliare che si pongan giuso gli sdegni vostri, e i crucci presi si lascino tutti e che Sofronia mi sia restituita, acciò che io lietamente vostro parente mi parta e viva vostro: sicuri di questo che, o piacciavi o non piacciavi quel che è fatto, se altramenti operare intendeste, io vi torrò Gisippo, e senza fallo, se a Roma pervengo, io riavrò colei che è meritamente mia, mal grado che voi n'abbiate; e quanto lo sdegno de' romani animi possa, sempre nimicandovi, vi farò per esperienza conoscere ... Gisippo, rimasosi in Atene quasi da tutti poco a capital tenuto, dopo non molto tempo per certe brighe cittadine con tutti quegli di casa sua povero e meschino fu d'Atene cacciato e dannato a essilio perpetuo ... Nel quale stando Gisippo e divenuto non solamente povero ma mendico, come poté il men male a Roma se ne venne per provare se di lui Tito si ricordasse; e saputo lui esser vivo e a tutti i roman grazioso e le sue case apparate, dinanzi a esse si mise a star tanto che Tito venne ... ” Maravigliossi Varrone della instanzia di questi due e già presummeva niuno dovere esser colpevole; e pensando al modo della loro absoluzione, e ecco venire un giovane, chiamato Publio Ambusto, di perduta speranza e a tutti i romani notissimo ladrone, il quale veramente l'omicidio avea commesso; e conoscendo niuno de' due esser colpevole di quello di che ciascun s'accusava, tanta fu la tenerezza che nel cuor gli venne per la innocenzia di questi due, che, da grandissima compassion mosso, venne dinanzi a Varrone e disse: “Pretore, i miei fati mi traggono a dover solvere la dura question di costoro, e non so quale idio dentro mi stimola e infesta a doverti il mio peccato manifestare: e per ciò sappi niun di costoro esser colpevole di quello che ciascun se medesimo accusa ... ” Aveva già Ottaviano questa cosa sentita, e fattiglisi tutti e tre venire, udir volle che cagion movesse ciascuno a volere essere il condennato; la quale ciascun narrò ...
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Decameron (pagina 187)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Era già nella chiesa di San Piero in Ciel d'oro di Pavia, sì come dimandato avea, stato posato messer Torello con tutti i sopradetti gioielli e ornamenti, e ancor si dormiva, quando sonato già il matutino il sagrestano nella chiesa entrò con un lume in mano, e occorsegli subitamente di vedere il ricco letto ... ” Accesi adunque più lumi, l'abate con tutti i suoi monaci nella chiesa entrati videro questo letto così maraviglioso e ricco e sopra quello il cavalier che dormiva; e mentre dubitosi e timidi, senza punto al letto accostarsi, le nobili gioie riguardavano, avvenne che, essendo la vertù del beveraggio consumata, che messer Torel destatosi gittò un gran sospiro ... Li monaci come questo videro, e l'abate con loro, spaventati e gridando “Domine, aiutaci” tutti fuggirono ... Venuta dunque l'ora del mangiare, messer Torello in quello abito che era con l'abate se n'andò alla casa del novello sposo, con maraviglia guatato da chiunque il vedeva ma riconosciuto da nullo; e l'abate a tutti diceva lui essere un saracino mandato dal soldano al re di Francia ambasciadore ... Allora ella drizzatasi, essendo già le nozze tutte turbate e in parte più liete che mai per lo racquisto d'un così fatto cavaliere, pregandone egli, ogn'uomo stette cheto; per che messer Torello dal dì della sua partita infino a quel punto ciò che avvenuto gli era a tutti narrò, conchiudendo che al gentile uomo, il quale, lui morto credendo, aveva la sua donna per moglie presa, se egli essendo vivo la si ritoglieva, non doveva spiacere ... La donna e l'anella e la corona avute dal nuovo sposo quivi lasciò e quello che della coppa aveva tratto si mise e similmente la corona mandatale dal soldano: e usciti della casa dove erano, con tutta la pompa delle nozze infino alla casa di messer Torel se n'andarono; e quivi gli sconsolati amici e parenti e tutti i citadini, che quasi per un miracolo il riguardavano, con lunga e lieta festa racconsolarono ...
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Decameron (pagina 188)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Finita la lunga novella del re, molto a tutti nel sembiante piaciuta, Dioneo ridendo disse:–Il buono uomo, che aspettava la seguente notte di fare abbassare la coda ritta della fantasima, avrebbe dati men di due denari di tutte le lode che voi date a messer Torello–; e appresso, sappiendo che a lui solo restava il dire, incominciò: –Mansuete mie donne, per quel che mi paia, questo dì d'oggi è stato dato a re e a soldani e a così fatta gente: e per ciò, acciò che io troppo da voi non mi scosti, vo' ragionar d'un marchese, non cosa magnifica ma una matta bestialità, come che ben ne gli seguisse alla fine; la quale io non consiglio alcun che segua, per ciò che gran peccato fu che a costui ben n'avenisse ... Fatto questo, fece Gualtieri tutti i suoi amici della contrada adunare e disse loro: “Amici miei, egli v'è piaciuto e piace che io mi disponga a tor moglie, e io mi vi son disposto più per compiacere a voi che per disiderio che io di moglie avessi ... ” I buoni uomini lieti tutti risposero ciò piacer loro e che, fosse chi volesse, essi l'avrebber per donna e onorerebbonla in tutte cose sì come donna; e appresso questo tutti si misero in assetto di far bella e grande e lieta festa, e il simigliante fece Gualtieri ... ” E egli disse: “E io voglio te per mia moglie”; e in presenza di tutti la sposò; e fattala sopra un pallafren montare, orrevolmente accompagnata a casa la si menò ... E similmente verso i subditi del marito era tanto graziosa e tanto benigna, che niun ve ne era che più che sé non l'amasse e che non l'onorasse di grado, tutti per lo suo bene e ...
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Decameron (pagina 190)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Gualtieri, il quale diligentemente aveva i figliuoli fatti allevare in Bologna alla sua parente che maritata era in casa de' conti da Panago, essendo già la fanciulla d'età di dodici anni la più bella cosa che mai si vedesse (e il fanciullo era di sei), avea mandato a Bologna al parente suo pregandol che gli piacesse di dovere con questa sua figliuola e col figliuolo venire a Sanluzzo e ordinare di menar bella e onorevole compagnia con seco e di dire a tutti che costei per sua mogliere gli menasse, senza manifestare alcuna cosa a alcuno chi ella si fosse altramenti ... Il gentile uomo, fatto secondo che il marchese il pregava, entrato in cammino dopo alquanti dì con la fanciulla e col fratello e con nobile compagnia in su l'ora del desinare giunse a Sanluzzo, dove tutti i paesani e molti altri vicini da torno trovò che attendevan questa novella sposa di Gualtieri ... E quivi fattasi co' figliuoli maravigliosa festa, essendo ogni uomo lietissimo di questa cosa, il sollazzo e 'l festeggiar multiplicarono e in più giorni tirarono; e savissimo reputaron Gualtieri, come che troppo reputassero agre e intollerabili l'esperienze prese della sua donna, e sopra tutti savissima tenner Griselda ...
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La divina commedia (pagina 3)
di Dante Alighieri (estratti)
... Traemmoci così da l'un de' canti,
in loco aperto, luminoso e alto,
sì che veder si potien tutti quanti ... Tutti lo miran, tutti onor li fanno:
quivi vid'ïo Socrate e Platone,
che 'nnanzi a li altri più presso li stanno;
Democrito, che 'l mondo a caso pone,
Dïogenès, Anassagora e Tale,
Empedoclès, Eraclito e Zenone;
e vidi il buono accoglitor del quale,
Dïascoride dico; e vidi Orfeo,
Tulïo e Lino e Seneca morale;
Euclide geomètra e Tolomeo,
Ipocràte, Avicenna e Galïeno,
Averoìs, che 'l gran comento feo ... Io non posso ritrar di tutti a pieno,
però che sì mi caccia il lungo tema,
che molte volte al fatto il dir vien meno ...
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La divina commedia (pagina 12)
di Dante Alighieri (estratti)
... Nel fondo erano ignudi i peccatori;
dal mezzo in qua ci venien verso 'l volto,
di là con noi, ma con passi maggiori,
come i Roman per l'essercito molto,
l'anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,
che da l'un lato tutti hanno la fronte
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro,
da l'altra sponda vanno verso 'l monte ... E io a lui: "Perché, se ben ricordo,
già t'ho veduto coi capelli asciutti,
e se' Alessio Interminei da Lucca:
però t'adocchio più che li altri tutti" ... O somma sapïenza, quanta è l'arte
che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo,
e quanto giusto tua virtù comparte!
Io vidi per le coste e per lo fondo
piena la pietra livida di fóri,
d'un largo tutti e ciascun era tondo ... Le piante erano a tutti accese intrambe;
per che sì forte guizzavan le giunte,
che spezzate averien ritorte e strambe ...
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La divina commedia (pagina 14)
di Dante Alighieri (estratti)
... Tutti gridaron: "Vada Malacoda!";
per ch'un si mosse - e li altri stetter fermi -
e venne a lui dicendo: "Che li approda?" ... "Credi tu, Malacoda, qui vedermi
esser venuto", disse 'l mio maestro,
"sicuro già da tutti vostri schermi,
sanza voler divino e fato destro?
Lascian' andar, ché nel cielo è voluto
ch'i' mostri altrui questo cammin silvestro" ... Per ch'io mi mossi, e a lui venni ratto;
e i diavoli si fecer tutti avanti,
sì ch'io temetti ch'ei tenesser patto;
così vid'ïo già temer li fanti
ch'uscivan patteggiati di Caprona,
veggendo sé tra nemici cotanti ... I' sapea già di tutti quanti 'l nome,
sì li notai quando fuorono eletti,
e poi ch'e' si chiamaro, attesi come ... "O Rubicante, fa che tu li metti
li unghioni a dosso, sì che tu lo scuoi!",
gridavan tutti insieme i maladetti ...
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La divina commedia (pagina 19)
di Dante Alighieri (estratti)
... E tutti li altri che tu vedi qui,
seminator di scandalo e di scisma
fuor vivi, e però son fessi così ... Qual dolor fora, se de li spedali,
di Valdichiana tra 'l luglio e 'l settembre
e di Maremma e di Sardigna i mali
fossero in una fossa tutti 'nsembre,
tal era quivi, e tal puzzo n'usciva
qual suol venir de le marcite membre ... Non credo ch'a veder maggior tristizia
fosse in Egina il popol tutto infermo,
quando fu l'aere sì pien di malizia,
che li animali, infino al picciol vermo,
cascaron tutti, e poi le genti antiche,
secondo che i poeti hanno per fermo,
si ristorar di seme di formiche;
ch'era a veder per quella oscura valle
languir li spirti per diverse biche ...
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La divina commedia (pagina 25)
di Dante Alighieri (estratti)
... Noi eravam tutti fissi e attenti
a le sue note; ed ecco il veglio onesto
gridando: "Che è ciò, spiriti lenti?
qual negligenza, quale stare è questo?
Correte al monte a spogliarvi lo scoglio
ch'esser non lascia a voi Dio manifesto" ... Ancora era quel popol di lontano,
i' dico dopo i nostri mille passi,
quanto un buon gittator trarria con mano,
quando si strinser tutti ai duri massi
de l'alta ripa, e stetter fermi e stretti
com'a guardar, chi va dubbiando, stassi ... "O ben finiti, o già spiriti eletti",
Virgilio incominciò, "per quella pace
ch'i' credo che per voi tutti s'aspetti,
ditene dove la montagna giace,
sì che possibil sia l'andare in suso;
ché perder tempo a chi più sa più spiace" ... Come color dinanzi vider rotta
la luce in terra dal mio destro canto,
sì che l'ombra era da me a la grotta,
restaro, e trasser sé in dietro alquanto,
e tutti li altri che venieno appresso,
non sappiendo 'l perché, fenno altrettanto ...
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La divina commedia (pagina 32)
di Dante Alighieri (estratti)
... E poi che fummo un poco più avanti,
udia gridar: "Maria, òra per noi":
gridar "Michele" e "Pietro", e "Tutti santi" ... Di vil ciliccio mi parean coperti,
e l'un sofferia l'altro con la spalla,
e tutti da la ripa eran sofferti ... E come a li orbi non approda il sole,
così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora,
luce del ciel di sé largir non vole;
ché a tutti un fil di ferro i cigli f¢ra
e cusce sì, come a sparvier selvaggio
si fa però che queto non dimora ... E l'ombra che di ciò domandata era,
si sdebitò così: "Non so; ma degno
ben è che 'l nome di tal valle pèra;
ché dal principio suo, ov'è sì pregno
l'alpestro monte ond'è tronco Peloro,
che 'n pochi luoghi passa oltra quel segno,
infin là 've si rende per ristoro
di quel che 'l ciel de la marina asciuga,
ond'hanno i fiumi ciò che va con loro,
vertù così per nimica si fuga
da tutti come biscia, o per sventura
del luogo, o per mal uso che li fruga:
ond'hanno sì mutata lor natura
li abitator de la misera valle,
che par che Circe li avesse in pastura ... Io veggio tuo nepote che diventa
cacciator di quei lupi in su la riva
del fiero fiume, e tutti li sgomenta ...
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La divina commedia (pagina 43)
di Dante Alighieri (estratti)
... Quinci Letè; così da l'altro lato
Eünoè si chiama, e non adopra
se quinci e quindi pria non è gustato:
a tutti altri sapori esto è di sopra ... Tutti cantavan: "Benedicta tue
ne le figlie d'Adamo, e benedette
sieno in etterno le bellezze tue!" ... Poi vidi quattro in umile paruta;
e di retro da tutti un vecchio solo
venir, dormendo, con la faccia arguta ... E questi sette col primaio stuolo
erano abitüati, ma di gigli
dintorno al capo non facëan brolo,
anzi di rose e d'altri fior vermigli;
giurato avria poco lontano aspetto
che tutti ardesser di sopra da' cigli ... XXX Quando il settentrïon del primo cielo,
che né occaso mai seppe né orto
né d'altra nebbia che di colpa velo,
e che faceva lì ciascun accorto
di suo dover, come 'l più basso face
qual temon gira per venire a porto,
fermo s'affisse: la gente verace,
venuta prima tra 'l grifone ed esso,
al carro volse sé come a sua pace;
e un di loro, quasi da ciel messo,
"Veni, sponsa, de Libano" cantando
gridò tre volte, e tutti li altri appresso ... Tutti dicean: "Benedictus qui venis!",
e fior gittando e di sopra e dintorno,
"Manibus, oh, date lilïa plenis!" ...
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La divina commedia (pagina 59)
di Dante Alighieri (estratti)
... Assai t'è mo aperta la latebra
che t'ascondeva la giustizia viva,
di che facei question cotanto crebra;
ché tu dicevi: "Un uom nasce a la riva
de l'Indo, e quivi non è chi ragioni
di Cristo né chi legga né chi scriva;
e tutti suoi voleri e atti buoni
sono, quanto ragione umana vede,
sanza peccato in vita o in sermoni ... Che poran dir li Perse a' vostri regi,
come vedranno quel volume aperto
nel qual si scrivon tutti suoi dispregi?
Lì si vedrà, tra l'opere d'Alberto,
quella che tosto moverà la penna,
per che 'l regno di Praga fia diserto ... "La parte in me che vede e pate il sole
ne l'aguglie mortali", incominciommi,
"or fisamente riguardar si vole,
perché d'i fuochi ond'io figura fommi,
quelli onde l'occhio in testa mi scintilla,
e' di tutti lor gradi son li sommi ...
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La divina commedia (pagina 61)
di Dante Alighieri (estratti)
... Questi altri fuochi tutti contemplanti
uomini fuoro, accesi di quel caldo
che fa nascere i fiori e ' frutti santi ... E io a lui: "L'affetto che dimostri
meco parlando, e la buona sembianza
ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri,
così m'ha dilatata mia fidanza,
come 'l sol fa la rosa quando aperta
tanto divien quant'ell'ha di possanza ... Ond'elli: "Frate, il tuo alto disio
s'adempierà in su l'ultima spera,
ove s'adempion tutti li altri e 'l mio ... Quindi m'apparve il temperar di Giove
tra 'l padre e 'l figlio: e quindi mi fu chiaro
il varïar che fanno di lor dove;
e tutti e sette mi si dimostraro
quanto son grandi e quanto son veloci
e come sono in distante riparo ... Quale ne' plenilunïi sereni
Trivïa ride tra le ninfe etterne
che dipingon lo ciel per tutti i seni,
vid'i' sopra migliaia di lucerne
un sol che tutte quante l'accendea,
come fa 'l nostro le viste superne;
e per la viva luce trasparea
la lucente sustanza tanto chiara
nel viso mio, che non la sostenea ...
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La divina commedia (pagina 65)
di Dante Alighieri (estratti)
... Quelli altri amori che 'ntorno li vonno,
si chiaman Troni del divino aspetto,
per che 'l primo ternaro terminonno;
e dei saper che tutti hanno diletto
quanto la sua veduta si profonda
nel vero in che si queta ogne intelletto ... Questi ordini di sù tutti s'ammirano,
e di giù vincon sì, che verso Dio
tutti tirati sono e tutti tirano ...
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La divina commedia (pagina 68)
di Dante Alighieri (estratti)
... E sappi che dal grado in giù che fiede
a mezzo il tratto le due discrezioni,
per nullo proprio merito si siede,
ma per l'altrui, con certe condizioni:
ché tutti questi son spiriti asciolti
prima ch'avesser vere elezïoni ... E quei che vide tutti i tempi gravi,
pria che morisse, de la bella sposa
che s'acquistò con la lancia e coi clavi,
siede lungh'esso, e lungo l'altro posa
quel duca sotto cui visse di manna
la gente ingrata, mobile e retrosa ... E io, che mai per mio veder non arsi
più ch'i' fo per lo suo, tutti miei prieghi
ti porgo, e priego che non sieno scarsi,
perché tu ogne nube li disleghi
di sua mortalità co' prieghi tuoi,
sì che 'l sommo piacer li si dispieghi ...
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Fermo e Lucia (pagina 10)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... – Si sparse la voce della profezia, e tutti correvano a guardare il noce: infatti a primavera, fiori a furia, e poi noci noci a furia ... Non vi era nulla di troppo basso nè di troppo elevato per un Cappuccino: servire gl'infimi, ed esser servito dai potenti; entrare nei palazzi e nei tugurii colla stessa aria mista di umiltà, e di padronanza; essere nella stessa casa un soggetto di passatempo, e un personaggio senza il quale non si decideva nulla, cercare la limosina da per tutto, e farla a tutti quelli che la chiedevano al convento, a tutto era avvezzo un Cappuccino, faceva tutto a un dipresso colla stessa naturalezza, e non si stupiva di nulla ... La parola frate in quei tempi era proferita colla più gran venerazione, e col più profondo disprezzo; era un elogio e un'ingiuria: i cappuccini forse più di tutti gli altri riunivano questi due estremi perchè senza ricchezze, facendo più aperta professione di umiliazioni, si esponevano più facilmente al vilipendio, e alla venerazione che possono venire da questa condotta ... Uomini compresi della eccellenza di quello stato che allora era esaltata universalmente, altri per acquistare una considerazione alla quale non sarebbero mai giunti vivendo, come allora si diceva, nel secolo, altri per fuggire una persecuzione, per cavarsi da un impiccio, altri dopo una grande sventura, disgustati del mondo, talvolta principi o fastiditi, o atterriti del loro potere; molti perchè di quelli che entrano in una carriera per la sola ragione che la vedono aperta; molti per un sentimento vero di amor di Dio e degli uomini, per l'intenzione di essere virtuosi ed utili; e questa loro intenzione (perchè quando si è persuasi d'una verità bisogna dirla; l'adulazione ad una opinione predominante ha tutti i caratteri indegni di quella che si usa verso i potenti) questa loro intenzione non era una pia illusione, l'errore d'un buon cuore e d'una mente leggiera, come potrebbe parere, e come pare talvolta a chi non sa o non considera le circostanze e le idee di quei tempi: era una intenzione ragionata, formata da una osservazione delle cose reali; e in fatti ...
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Fermo e Lucia (pagina 11)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... – Tutti così: siete fatti tutti così: andava dicendo fra sè: oggi me lo sento dire per la seconda volta: siam fatti così: come siamo dunque fatti noi poverelli? che cosa pretendo io da costoro? andava forse a domandare la carità? Pretendo la giustizia, per bacco, (ommettendo molte altre più che esclamazioni, perchè Fermo non aveva mai tanto sagrato in tutta la sua vita, come fece in quel giorno) ... Birbi tutti! tutti ad un modo! tutti d'accordo per mandare gli stracci all'aria! Ma, se mi riducono alla disperazione ...
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Fermo e Lucia (pagina 13)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ma, come è facile da supporre, il favore era piuttosto per lui che per l'avversario, e tutti cercavano di salvarlo ... Consegnarlo alla giustizia, cioè alla vendetta de' suoi nemici, oltrechè l'esser cosa vile e crudele (ragione che è più potente quando è accompagnata da altre), sarebbe stato lo stesso che rinunziare al privilegio di asilo, screditare il convento presso tutto il popolo, attirarsi l'animavversione di tutti i capuccini dell'universo per aver lasciato ledere il diritto di tutti, tirarsi contra tutte le autorità ecclesiastiche, le quali allora si consideravano come tutrici di questo diritto ... Per l'altra parte la famiglia dell'ucciso era potentissima, forte di aderenze, irritata, e si faceva un punto d'onore di vendicarsi, e minacciava della sua indegnazione tutti quelli che mettevano un ostacolo alla vendetta ... E quand'anche ai parenti fosse poco importato della morte del loro congiunto (cosa che la storia non dice però) tutti avrebbero esposta la loro vita per avere nelle mani l'uccisore; e come toglierlo dalle mani dei capuccini sarebbe stato un esempio insigne, di cui si sarebbe parlato per più d'una generazione, e che avrebbe renduta sempre più rispettabile la casa, così erano tutti impegnati, accaniti a riuscirvi ... Il capuccino, che aveva già pensato di far così, mostrò di accordar questo alla deferenza ch'egli e tutti i suoi avevano per l'illustrissima casa, e tutto fu conchiuso ...
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Fermo e Lucia (pagina 14)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il signore superbo pensò tosto che poteva dare molta solennità a questa riparazione, e soddisfare così in un punto la vendetta e l'orgoglio, e crescere la sua importanza presso tutta la parentela, e presso il pubblico: e fece avvertire in fretta tutti i parenti che all'indomani al mezzo giorno restassero serviti (così si diceva allora) di venire da lui per ricevere una soddisfazione comune ... Al mezzogiorno la casa era piena di signori d'ogni età e d'ogni sesso, tutti in grande apparato, con grandi cappe e con durlindane infinite con ... » Tutti gli occhi erano rivolti sul povero novizio e sull'uomo a cui egli parlava, e s'intese un mormorio di pietà, e di rispetto ... pure giacchè lo vuole: certo, certo io le perdono di cuore, in nome anche di tutti,» e qui si guardò intorno, e gli astanti: «sì sì» gridarono ad una voce «tutti tutti» ... Allora il signore mosso dall'aspetto del frate, e dal sentimento di tutti gli astanti, gettò le braccia al collo di Cristoforo, il quale stringendolo più basso ricevette da lui e gli rendette il bacio di pace ... Tutti allora furono intorno a Fra Cristoforo, e la conversazione divenne generale ... Dopo alcuni momenti Fra Cristoforo chiese licenza, ed abbracciato di nuovo il signore, e tutti quelli che lo stringevano e che volevano pure abbracciarlo, si sviluppò da essi a fatica, ebbe a combattere nelle anticamere per isbrigarsi da quelli che gli baciavano il lembo dell'abito, il cordone, il cappuccio; e si trovò nella via portato come in trionfo, ed accompagnato da una folla di popolo fino alla porta donde uscì cominciando il suo pedestre viaggio verso il luogo del suo noviziato ... Sciolta la brigata, il signore, ancora tutto commosso si maravigliava di tratto in tratto fra sè di ciò che aveva detto, di ciò che aveva sentito, e borbottava fra i denti: «Gran Frate, Frate singolare! Se rimaneva ancor lì per qualche momento, quasi quasi gli avrei domandato io scusa perch'egli mi abbia ammazzato il fratello!» Però è da notarsi che tutti i convitati partirono di là un po' migliori di quello che vi fossero andati, e ch'egli stesso fu per tutta la sua vita un po' meno superbo e un po' più indulgente ...
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Fermo e Lucia (pagina 17)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... A misura che il frate si avvicinava col suo duca, sentiva un romore crescente di forchette e di coltelli, un sordo fragore di piatti di stagno posti l'uno sull'altro, e sopra tutti un frastuono di voci discordi che tutte volevano coprire le altre ... Avvien quindi spesse volte che un ribaldo mostra in tutti i suoi atti una disinvoltura, una soddisfazione che si prenderebbe quasi per la serenità della buona coscienza se fosse più placida e più composta, e che l'uomo onesto e nella espressione esteriore, e nell'animo interno mostra e prova talvolta una specie d'angustia e di vergogna che si crederebbe rimorso; dimodochè a poco a poco finisce per essere soperchiato non solo nei fatti ma anche nel discorso, e nel contegno, e sta come un supplichevole e quasi come un reo dinanzi a colui che lo è veramente ... Il Podestà mostrava di ricevere l'onore di sedere famigliarmente a tavola d'un cavaliere con un rispetto misto però d'una certa libertà che gli dava il suo uficio; accanto a lui, e con un rispetto il più puro e il più sviscerato sedeva il nostro Dottor Duplica, il quale avrebbe voluto essere il protetto di tutti quelli che eran da più di lui, e il protettore di tutti quelli che gli erano inferiori: due o tre altri convitati di ancor minore importanza attendevano a mangiare e a sorridere con una adulazione ancor più passiva di quella del dottore: e quando questi approvava con un argomento o con una lode che voleva esser ragionata, essi non sapevano dire più in là di: «certamente» ... «Le torno a dire, Signor Podestà riverito, che l'autorità del Tasso non serve al suo assunto, che anzi è contro di lei,» riprese ad urlare il Conte Orazio: «perchè quel grand'uomo che conosceva tutte le regole e tutti i puntigli della cavalleria più soprafina ha fatto che il messo di Argante prima di esporre la sfida ai cavalieri cristiani, domandi licenza a Goffredo ...
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Fermo e Lucia (pagina 18)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... non v'erano stati ancora paladini nel vero e stretto senso della parola: ma ora che le cose si sono raffinate, che l'esperienza ha resi gli uomini ben più delicati, e che abbiamo scrittoroni i quali hanno immaginati tutti i casi escogitabili, e hanno scavato coll'acume del loro ingegno fino all'ultimo fondo di queste questioni, ora, io dico e sostengo, che un messo che non domanda la licenza di esporre una ambasciata di sfida è un temerario, violabile, violabilissimo, e che a bastonarlo si acquista indulgenza ... «Scuse magre,» gridarono tutti: «vogliamo la sentenza ... Senza sfide e senza bastonate! sarebbe un bel mondo! impunità per tutti i paltonieri, e il punto d'onore andato ... «Oh» disse, «voi dottore che siete famoso per dar ragione a tutti, vediamo un po' come farete per dar ragione in questo al padre Cristoforo ...
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Fermo e Lucia (pagina 19)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » Tutti fecero plauso al dottore e viva a Don Rodrigo; e tutti subito si misero a parlare della carestia ... Qui tutti furono d'una sola opinione; ma il fracasso era forse più grande che se vi fosse stato disparere: giacchè tutti esprimevano energicamente la stessa opinione con diverse frasi, ma tutti in una volta ... » «Eh ci vuol altro che uno o due: sono tutti birbanti, col pelo sul cuore ... fino all'uomo il più disinvolto e imperturbabile, e per dirla in milanese il più navigato, tutti hanno certi loro gesti famigliari, certi moti insignificanti dei quali fanno uso quasi involontariamente quando, trovandosi con persone colle quali non sieno molto addomesticati, non sanno troppo che dire, o aspettano il momento di dir cosa la quale non è attesa nè sarà molto gradevole a chi deve intenderla ...
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Fermo e Lucia (pagina 29)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ma i tre personaggi che c'interessano nascondendosi quanto potevano, non rispondendo alle inchieste e fuggendo la folla erano sulla via che conduceva alla casa di Lucia; quando un garzoncello che andava guardando attentamente tutti quelli che passavano, al vederli, mise un sospiro che pareva volesse dire: – gli ho trovati una volta –; si pose dinanzi a loro, pigliò Agnese pel lembo della veste, e disse con voce bassa e affannata: «Tornate indietro per amor del cielo!» Era Menico, e fu tosto riconosciuto ... «Perchè?» dissero tutti e tre ... » La proposta parve a tutti strana, e in altri momenti udendola da un Menico non vi avrebbero posto mente; ma nei momenti di confusione e di paura, tutti i consigli pajono buoni ... Al piede della scala trovò i sei seguaci tutti armati, i quali fatta ala ed inchino, gli tennero dietro ... » «Bene; ma tanto fa che la paghiate ora; perchè passeranno tutti i santi del paradiso prima che ...
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Fermo e Lucia (pagina 32)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... E intanto non si vede nulla di tutto ciò: ho taciuto finora ma quando si arriva ad una separazione secca, digiuna, concisa come quella che si trova nella fine del capitolo passato, non posso lasciare di farvi una inchiesta: – Questa vostra storia non ricorda nulla di quello che gl'infelici giovani hanno sentito, non descrive i principj, gli aumenti, le comunicazioni del loro affetto, insomma non li dimostra innamorati? – – Perdonatemi: trabocca invece di queste cose, e deggio confessare che sono anzi la parte la più elaborata dell'opera: ma nel trascrivere, e nel rifare, io salto tutti i passi di questo genere ... – La religione ha avuto scrittori del genio il più ardito ed elevato, pensatori profondi, e pacati ragionatori d'una esattezza scrupolosa, e tutti tutti questi senza una eccezione hanno disapprovate le opere in cui l'amore è trattato nel modo che voi vorreste ... Oh ditemi di grazia come mai io posso persuadermi che tutti questi non han saputo conoscere quel che si voglia la vera religione, e che voi avete trovata senza fatica la verità, dov'essi con uno studio di tutta la vita non hanno saputo pescare che un errore grossolano? – Così voi condannate tutti gli scritti ... ? – Sono i giudici che condannano: per me vi dico solo il perchè io abbia esclusi tutti quei bei passi da questa storia ... Non è ella cosa convenuta fra tutti gli uomini che hanno due dita di cervello, e che non sono un secolo indietro dagli altri, che il pentimento che Racine provò per le sue tragedie è una debolezza degli ultimi suoi anni, debolezza indegna di quel grande intelletto, debolezza che fa compassione? – Vi sono stati due Giovanni Racine ...
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Fermo e Lucia (pagina 39)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Solo dal contegno di tutti traspariva che tutti la riguardavano come rea, e da qualche parola sfuggita qua e là s'intravedeva che la riguardavano come rea, non già di ricusarsi al chiostro, delitto che non poteva nemmeno venire in capo ad alcuno della famiglia, ma di non avviarvisi con buona grazia ... In questa agitazione continua si svolse, e si accrebbe nell'animo suo un sentimento nativo in tutti, ma più forte in lei per indole e reso ancor più forte dalla educazione, il timore della vergogna: sentimento non solo onesto, ma bello, ma essenziale; sentimento però che come tutti gli altri può diventare passione violenta e perniciosa quando non sia diretto dalla ragione, ma nutrito ...
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Fermo e Lucia (pagina 54)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Questa poveretta – non la nomino – diede retta al bene di quel signore; e sa ella che ne avvenne? Cominciò a disubbidire ai suoi parenti; quando fu ammonita si rivoltò; la casa le venne in odio, non ebbe più amiche, disprezzava tutti, e diceva – puh villani! – come avrebbe potuto fare una gran dama ... Comparve con un vestito troppo bello per una ricca sposa, e credeva la poveretta che tutti avrebbero fatte le maraviglie, e l'avrebbero inchinata, e tutti la sfuggivano: i ragazzi le facevano dietro mille visacci ... » «Sì sì, è un birbante: son tutti così costoro ...
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Fermo e Lucia (pagina 56)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Le congetture divennero allora un po' più uniformi e più fondate, giacchè tutti avevano qualche sentore della turpe caccia che Don Rodrigo dava a Lucia ... » Infatti Don Rodrigo combattuto, trainato da sentimenti diversi, e tutti rei, tutti vili, tutti faticosi, era un oggetto di pietà senza stima agli occhi stessi del Griso e del Conte Attilio, e avrebbe eccitato orrore e stomaco nell'animo di chiunque gli avesse meno somigliato che quei due signori ...
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Fermo e Lucia (pagina 58)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... io son pronto a dar la vita pel mio padrone, ma so anche ch'ella non vuole arrischiar troppo i suoi sudditi» «Ebbene, non sei tu sotto la mia protezione?» «Qui sono sicuro, qui Vossignoria illustrissima è conosciuta, e tutti mi portano rispetto; ma in Monza, s'io fossi riconosciuto ... Abitava egli in un castello posto al confine degli stati veneti, sur un monte; e quivi menava una vita sciolta da ogni riguardo di legge, comandando a tutti gli abitatori del contorno, non riconoscendo superiore a sè, arbitro violento dei negozj altrui come di quelli nei quali era parte, raccettatore di tutti i banditi, di tutti i fuggitivi per delitti quando fossero abili a commetterne di nuovi, appaltatore di delitti per professione ...
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Fermo e Lucia (pagina 59)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Terminati gli uficj, i più vicini alla porta uscendo i primi e guardando macchinalmente sul sagrato videro quell'esercito e quel generale, e ognun d'essi spaventato, senza ben sapere che cagione di timore potesse avere si rivolsero tutti dalla parte opposta, studiando il passo quanto si poteva senza darla a gambe ... I sopravvegnenti giungevano sbadatamente sulla soglia, e si rivolgevano ciascuno al lato che gli era più comodo per uscire, ma alla vista di quell'apparato tutti si volgevano dalla parte opposta e la folla usciva come acqua da un vaso che altri tenga inclinato a sbieco, che manda un filo solo da un canto dell'apertura ... Se quel fatto crescesse in tutto il contorno il terrore che già ognuno aveva del Conte, non è da domandare; e l'impressione comune di stupore, e di sgomento fu tale che nessuno poteva pensare al Conte senza che il fatto non gli ricorresse al pensiero; e così fu associata al nome quella idea, che tutti avevano associata alla persona ... In tutti questi incontri Don Rodrigo sentendo la sua inferiorità, aveva deposto ogni orgoglio ...
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Fermo e Lucia (pagina 70)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il campo più opportuno ad un tal uomo e ad un tale ufficio, la taverna, era allora deserto a cagione della carestia che di giorno in giorno cresceva e si diffondeva in tutte le parti del Milanese: mangiare e bere non era più per nessuno un oggetto di divertimento; era divenuto per tutti un bisogno difficile da soddisfare ... Quella piazza di Monza come tutte le piazze, tutte le vie, tutti i campi della Lombardia presentava il più tristo spettacolo ... Qua e là crocchj di artigiani senza lavoro, di contadini quasi senza ricolto, di possidenti altre volte agiati ma che in quell'anno sapevano di dover combattere con la fame, tutti tristi, sparuti, scorati: i più rubesti, i meglio pasciuti che si vedessero erano qualche bravi, che vivevano delle provvigioni dei potenti a cui servivano, e ai quali nessun fornajo avrebbe osato di dare un rifiuto o di richiedere un pronto pagamento ... Ma in quel momento in Monza l'avvenimento locale occupava tutti i pensieri, e tutte le bocche: in tutti i crocchj si parlava di Lucia ...
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Fermo e Lucia (pagina 74)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Dicono mo' i preti che un giorno hanno a risuscitar tutti quanti! Poh! imposture! imposture, non è vero, non è vero ... – E qui cominciarono a schierarsi dinanzi alla sua memoria tutti quelli ch'egli aveva cacciati o fatti cacciare dal mondo, dal primo, ch'egli essendo ancor giovanetto aveva passato con una stoccata per una rivalità d'amore, fino all'ultimo che aveva fatto scannare per servire alla vendetta di un suo corrispondente; tutti coi loro volti, nell'atto del morire, e quelli che egli non aveva veduti, ma uccisi soltanto col comando, la sua fantasia dava loro i volti e gli atti ... Guardò intorno, e vide contadini e contadine in abito da festa per tutti i viottoli avviarsi verso la strada che conduceva al Milanese; altri uscire dalle porte, e parlarsi quelli che s'incontravano in aria di premura e di festa ... – Che diavolo hanno in corpo costoro? – diss'egli fra sè, e tosto chiamato uno de' suoi fidati, domandò la cagione di quel movimento e di quel concorso; e intese che s'era risaputo la sera antecedente che il Cardinale Federigo Borromeo arcivescovo di Milano era giunto improvvisamente a Lecco per visitare le parrocchie di quei contorni; che quella mattina doveva trovarsi ad una chiesa (che nominò, ed era alla metà della via, distante circa due miglia dal castello) e che tutti accorrevano a vedere quell'uomo il quale dovunque si portasse attraeva sempre folla ...
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Fermo e Lucia (pagina 75)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Federigo, contristato e mosso a pietà ed a sdegno nello stesso tempo, ma non confuso, girò su quella turba un'occhiata che esprimeva tutti questi affetti con una gravità tranquilla, ma più potente dell'impeto indisciplinato di quei provocatori; quindi piegate le ginocchia dinanzi all'altare, pregò per essi, i quali partirono col miserabile contegno di chi è stato vinto in una impresa in cui il vincere stesso sarebbe vergognoso ... ! – Così il Conte solo, ma tutto armato uscì dal castello, scese l'erta e giunse nella via pubblica, la quale brulicava di viandanti: la turba cresceva ad ogni istante: a misura che la fama del Cardinale arrivato si diffondeva di terra in terra, tutti accorrevano ... Ma in quella via affollata il Conte camminava solo: quegli che se lo vedevano arrivare al fianco, s'inchinavano umilmente, e si scostavano come per rispetto, e allentavano il passo per restargli addietro: taluno di quelli che lo precedevano, rivolgendosi a caso a guardarsi dietro le spalle, lo scorgeva, lo annunziava sotto voce ai compagni, e tutti studiavano il passo, per non trovarglisi in paro ... E qui pure tutti quelli a cui si avvicinava, svignavano pian piano ... Fanciullo grave e sobrio, giovane pensoso e pudico, uomo operoso quant'altri mai fosse, senza mai nulla intraprendere, nè maneggiare, nè condurre a fine per un interesse privato di qualsivoglia genere, vecchio soave e candido, egli ebbe in ogni età le virtù più difficili, gli ornamenti più rari, ma non in modo che escludessero i pregi più comuni in quella età a tutti gli uomini ... Il fanciullo voleva sapere, e andava interrogando tutti quegli che egli credeva sapienti; e da tutti gli veniva risposto, che i libri e la scuola soltanto potevano condurlo alla scienza ...
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Fermo e Lucia (pagina 85)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Alla morte del marito, ella rimase senza servizio determinato, ma destinata a tutti quelli, che potevano essere prestati da una donna accostumata com'ell'era ... Quei pochi pensieri e documenti di religione che le erano stati dati confusamente nella infanzia erano obliterati dal disuso, dal non sentirli mai rammemorare; e l'idea di giusto e d'ingiusto che pure è deposta come un germe nel cuore di tutti gli uomini, svolta nel suo, fin dal principio insieme con le passioni del terrore e della cupidigia servile, accomodata per abito ai principj che tuttogiorno sentiva predicare, ed alle azioni che vedeva compiersi e alle quali ella partecipava, era divenuta una applicazione mostruosa di tutte queste idee e di tutte quelle passioni ... La ragione o il torto stavano per essa nella approvazione o nel malcontento del terribile padrone: poichè quale altro motivo di ragione comune poteva aver luogo in quella casa, e fra quelle persone? quale principio generale di equità avrebbe potuto essere invocato da coloro che non li riconoscevano nei rapporti con gli altri, che li violavano tutti? E come mai avrebbe potuto aver ragione una volta quella che servendo alle soperchierie, e rallegrandosene rinunziava di fatto ad ogni principio di diritto, e nello stesso tempo non aveva forza alcuna, non aveva una minaccia per sostenere un diritto quando il suo interesse la portasse a sentirlo e ad ammetterlo? A tutte queste abitudini di servitù, e di annegazione perversa, si aggiungeva un sentimento, in origine migliore, che li rinforzava; il sentimento della riconoscenza ... La gioja orrenda ch'ella aveva provata tante volte nella sua vita pel buon successo delle imprese del Conte, gioja che nasceva da tutti i sentimenti abituali che abbiamo descritti, l'avevano resa non indifferente, ma propensa ai patimenti altrui, ed ella gli procurava con compiacenza ogni volta che il timore del padrone le avesse permesso o consigliato di farlo ... Vedendo ora che tutti i suoi tentativi per raddolcirla erano inutili, che la obbedienza, il garbo quasi servile, gl'inviti amichevoli non avevano servito a nulla, stava in angoscia pensando a quello che avrebbe detto il padrone, quando tornando avrebbe trovata Lucia in quello stato di abbattimento ...
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Fermo e Lucia (pagina 88)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Entrato il Conte nel castello, comandò che si ragunassero tutti i suoi ... non sapeva trovare un nome che tutti gli abbracciasse ... L'apparizione misteriosa del mattino, la ripartita e l'assenza avevano destata una grande curiosità: erano già corsi fino al castello romori che annunziavano la conversione del Conte, e il tripudio di tutti gli abitanti del vicinato, e di quelli che erano concorsi in quel giorno all'arrivo del Cardinale: tutti i bravi, che si trovavano al castello, o nei primi dintorni, vennero alla chiamata con molta ansietà ... Congregati che furono, il Conte con viso fermo, con voce risoluta, e senza tergiversare, dichiarò a tutti ch'egli aveva proposto di mutar vita, che si doleva e si vergognava della passata, che a tutti chiedeva perdono degli orribili esempj, e degli incitamenti che aveva loro dati a mal fare, che quanto era in lui egli gli avrebbe tutti ajutati con un nuovo esempio, e coi mezzi ch'erano in sua facoltà ad operare diversamente: che quelli i quali fossero del suo parere, rimanendo con lui, potevano esser certi ch'egli avrebbe avvisato tosto al modo d'impiegare la loro opera in un modo utile ed onesto, e ad ogni modo avrebbe diviso con essi fino all'ultimo tozzo di pane; ma che protezione per ribalderie non ne avrebbe più data ad alcuno: e che finalmente quelli ai quali non piacesse di sottoporsi a questa nuova regola, dovessero partirsi dal suo servizio, ch'egli era dolente di perdergli, ma risoluto ... Molti di quei ragunati erano contadini del Conte, stabiliti sui suoi poderi, avvezzi dall'infanzia ad obbedirgli, e taluni fra di essi erano divenuti scellerati per obbedienza, tutti questi non vedevano un avvenire un po' sicuro che rimanendo con lui, e questi risolvettero di sottomettersi alle nuove condizioni, e di rassegnarsi a divenire galantuomini ... Dopo quel breve silenzio, il Conte si rivolse a quello che più gli era vicino, e gli chiese risolutamente quale fosse il partito ch'egli sceglieva, e così di mano in mano con tutti ... Tutti pigliavano la carta, e se ne andavano senza far motto ... In tutti questi parlamenti il carattere del Conte aveva fatto naturalmente, e senza che il Conte lo sapesse bene, ciò che fatto a disegno sarebbe stato un miracolo di presenza di spirito e di artificiosa prudenza, e forse non avrebbe potuto così bene riuscire ... Il marito fu molto lieto che la sua donna fosse stata prescelta a quell'uficio, ed avesse una parte nella storia di quel giorno, e fu anche tocco assai dalle sventure della nostra Lucia: di modo che quando la donna gli propose di andare al paese di Lucia, ch'era discosto circa tre miglia, e di annunziare ad Agnese ciò ch'era accaduto, e di condurla alla figlia, l'uomo accolse la proposta con giubilo: le funzioni, la predica del Cardinale, la solennità e la pompa straordinaria avevano messo un certo entusiasmo nell'animo d'ognuno degli spettatori: e questo sentimento, messo in comune in quel concorso di popolo, ritornava con maggior forza sull'animo di tutti: non è quindi da farsi maraviglia, se Tommaso Dalceppo, all'udirsi proporre una faccenda che era tanto in armonia con quel suo sentimento, non pensò nè alla fatica, nè all'incomodo, ma gioì nella conformità di quello che sentiva e di quello che doveva fare ... La buona donna (perchè la bontà vera e abituale ispira tutti i pensieri della gentilezza, la quale non è altro che l'espressione o la finzione della bontà) la buona donna pensò che Lucia dopo tante scosse avrebbe gustata volentieri la solitudine e il riposo, e offerse di ritirarsi in un'altra stanza ...
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Fermo e Lucia (pagina 89)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ma v'ha un'altra specie di mali e di pericoli, i quali dopo avere orribilmente tormentato con la presenza, restano nojosi anche nella memoria: quei mali e quei pericoli nei quali vi si è rivelato un grado ignorato di perversità umana, aumento di scienza molto tristo: nei quali si è conosciuta in sè una suscettibilità di profondo ed amaro patire, che diventa esperienza, che porta ad osservare, a distinguere in tutti gli oggetti, in tutti i casi ciò che potrebbero avere di penoso, e si associa così a tutte le idee: quei mali e quei pericoli, nei quali non v'è stato nessuno splendido esercizio di attività morale, che destano una pietà senza maraviglia, che non si possono sentire a rammemorare senza ribrezzo, e senza vergogna, persino da chi vi si è trovato e n'è uscito innocente; e i mali di Lucia erano di questa seconda specie ... Come essere al riparo di un sì scellerato tiranno, vivendo presso a lui? o dove andare? come trovare il sostentamento in quei tempi così scarsi, e quando i risparmj degli anni addietro fossero tutti consumati? Ma l'idea più penosa per Lucia, e quella che rendeva tutte le altre più penose (giacchè abbiamo promesso di non tacer nulla al lettore di quello che è venuto a nostra notizia) il pensiero invano respinto, e che si mesceva a tutti gli altri, era quello del voto fatto nella notte antecedente ... L'invincibile di tutte le difficoltà, l'amaro di tutte le privazioni, l'inestricabile di tutti gl'impacci le pareva che venisse dal non poter essere di Fermo; con lui tanti inconvenienti sarebbero svaniti, e tutti gli altri sarebbero divenuti tollerabili! ma il pensiero di Fermo era per lei una tentazione, quasi un delitto, e doveva sempre rispingerlo ... Questa è la frase della quale si servono tutti i narratori quando si trovano ad un punto simile al nostro; e fanno bene ...
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Fermo e Lucia (pagina 90)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Siccome però a voler cavare dalle allegorie il senso vero ed ultimo, quello che si vuol trasmettere, è necessario in ultimo pensare alle cose che le allegorie fanno intendere, così non lasceremo di dire che tutti gli abitanti del contorno, che erano convenuti quel giorno in Chiuso, tornando la sera alle case loro, raccontarono ciò che avevano veduto, ripeterono ciò che avevano inteso, commentarono le circostanze che per sè non avrebbero bastato a dare idea d'un fatto compiuto, e inventarono gli episodj che erano indispensabili per dare continuità alla storia ... Costoro s'erano tutti radunati nel castello, come in un asilo, perchè non pareva loro di star bene in nessun altro luogo ... Girando il mattino, s'erano avveduti che tirava un'aria estrania, inusitata: avevano osservata su tutti i volti, una esaltazione, una risolutezza che aveva abbattuta la loro che veniva in gran parte dall'abitudine di mostrarla soli ... Prima d'allora quando un contadino s'avveniva in uno scherano, e vedeva in lui non solo la forza sua e le armi che portava, ma tutta la potenza dei suoi compagni e del capo, passava a canto con una umile riverenza; se fosse stato insultato lo avrebbe tollerato in pace, perchè era certo che gli altri che lo avessero veduto, sarebbero stati molto contenti di esserne fuori, e non avrebbe avuto un ausiliario: ora l'occasione di esternare un sentimento unanime aveva fatta sentire a tutti una fratellanza, una comunione di idee e di causa; ognuno era certo che la cosa era intesa da mille come da lui; e ognuno comunicando agli altri il suo nuovo coraggio, ne riceveva da essi, per la ragione inversa di quello che era accaduto ai bravi e a Don Rodrigo ... La liberazione di Lucia era l'argomento dei discorsi di tutti quelli che s'incontravano; la gente si fermava in crocchj a parlarne; un bravo che passasse in veduta dei crocchj, aveva tutti gli occhj addosso a sè: e la espressione di tutti quegli sguardi era una, quella dell'orrore ... Tutti parlavano sicuramente della pietà che avevano provata, del timore che avevano avuto per quella innocente, mettevano fuori i pensieri che avevano compressi, o comunicati sotto voce, alla sfuggita, e trovando una conformità negli altri, sentivano che a quei pensieri era unita una forza ... La giustizia aveva trionfato, il cielo s'era manifestato per l'innocente, e questa manifestazione che pareva una promessa d'aiuto accresceva ancor più l'animo di tutti ...
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Fermo e Lucia (pagina 100)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Se quel tozzo di pane fosse stato mangiato da un generale in presenza di venti mila cadaveri, sarebbe in tutti i discorsi, in tutti i libri; nessun fedele umanista avrebbe potuto evitare di farvi sopra almeno una amplificazione in vita sua ... Egli desiderava la giustizia, la fortezza, la sobrietà a tutti, la desiderava per loro, per sè, per la gloria del Dio di tutti, la desiderava, e tutta la sua vita fu spesa a promuoverla ... 5 Ho visto più volte un caro fanciullo, (vispo a dir vero più del bisogno, ma che a tutti i segnali promette d'essere un galantuomo) l'ho visto affaccendato sulla sera, a cacciare al coperto un suo gregge di porcellini d'India che egli aveva lasciato spaziare il giorno in un giardinetto ... Il fanticino avrebbe voluto farli andar tutti di brigata al covile, ma era fatica perduta; uno si sbandava a destra, e mentre il picciolo pastore correva per raggiungerlo, un altro, due tre, uscivano dalla frotta a sinistra; dopo qualche impazienza egli si persuadeva che non sarebbe riuscito a quel modo; spingeva dentro prima i più vicini, e poi tornava a pigliar gli altri ad uno a due a tre, come gli veniva fatto ... Così pure abbiamo dovuto far noi coi nostri personaggi: per seguire Lucia nelle sue dolorose vicende, ci è stato forza perder di vista Fermo: ora che Lucia è uscita dal pericolo, e posta in sicuro, e gli altri tutti qual più qual meno allogati, noi torneremo indietro sulle tracce del suo promesso sposo ... Al dolore di avere abbandonata la casa, al rancore d'averla abbandonata per la violenza d'un ribaldo, al tribolo di trovarsi tapino sur una strada senza sapere dove si poserebbe il capo, ai patimenti, ai disagi, alle stizze, agli sconcerti della notte passata s'era aggiunto ora un dolore, che esacerbava tutti gli altri; il distacco da Lucia, e un pensiero che diceva: – chi sa quando ci rivedremo – ... Andava dunque il povero Fermo tutto sconsolato, pensando a tutti i suoi guai, e in capo a tutti questi pensieri si trovava sempre quel Don Rodrigo che era la prima cagione dei guaj: e Fermo allora lo malediceva con tutti i tiranni, con tutti i dottori, con tutti quelli che avrebbero dovuto proteggere il povero, e lo lasciavano opprimere ... Fermo salito il primo di questi sentieri, da quel luogo più elevato, guardando dinanzi a sè, vide la guglia del Duomo, e ristette attonito: conobbe tosto quello che doveva essere, e ristette ancora a rimirare, dimentico per un momento di tutti i suoi travagli e assorto in quella contemplazione: poichè, come tutti i contadini di Lombardia, egli aveva fino dalla infanzia inteso parlare di quel Duomo, come della maraviglia del mondo: e in allora i viaggi erano così rari, e le comunicazioni così infrequenti, che Fermo dubitava assai se in vita sua avrebbe veduta mai quella maraviglia ...
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Fermo e Lucia (pagina 102)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Per altra parte Fermo, come tutti quelli che avevano sofferto della carestia, ne accagionava principalmente la scelleratezza di alcuni, e la negligenza crudele, o la connivenza di alcuni altri; e gli pareva giusto che la forza venisse in ajuto della parte oppressa dalla scelleratezza e dalla connivenza ... I territorj che circondano il milanese, in parte afflitti dalla guerra, e tutti dalla sterilità comune di quell'anno, non lasciavano speranza di cavarne ajuto di viveri ... Questa sproporzione è uno di quei mali che spaventano la terra, perchè pesano ad un tempo sur una moltitudine: quando un tal male esiste, i migliori mezzi per alleggerirlo (giacchè toglierlo non è in potere dell'uomo) sono tutte quelle cose che possono diffonderlo più equabilmente, farne sopportare al maggior numero, a tutti i viventi, se fosse possibile, una picciola porzione, affinchè nessuno ne abbia una porzione superiore alle forze dell'uomo, fare che quel male sia un incomodo per tutti piuttosto che l'angoscia mortale per molti, e la morte per alcuni ...
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Fermo e Lucia (pagina 103)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Nè a torto; poichè è utile scoprire e censurare gli abusi dovunque s'intrudano: è però cosa trista e dannosa che in un soggetto di tanta importanza non si sieno quasi considerati che gli abusi; e sarebbe da desiderare che alcuno pigliasse la bella e forse nuova impresa di ragionare del buon uso della elemosina, di mostrare com'ella sia uno dei mezzi più potenti, più semplici, e certo più irreprensibili a tutti quei fini che si propone una saggia e ragionata economia pubblica ... Questi che abbiamo accennati sono certamente i principali e più sicuri rimedj alla penuria delle sussistenze; e quando si fossero posti in opera, il meglio da farsi, sarebbe sopportare quella parte inevitabile di patimento con tranquillità, e con rassegnazione, giacchè tutte le ire, tutte le declamazioni, tutti i falsi ragionamenti non ponno far nascere una spiga di frumento nè accelerare di cinque minuti il nuovo raccolto che deve mettere alla disposizione degli uomini una nuova massa di sussistenze ... Nei tempi di carestia, la carestia è il soggetto di tutti i discorsi: fatto ben naturale, ma degno di molta osservazione, e di commento ... Tutti ragionano delle cause del male, tutti propongono i veri rimedj, tutti dissertano di principi generali, di commercio, di monopolio, di accapparramento, di importazione, di esportazione, di circolazione ... Guaj allora a quegli che hanno pensato a questi principj nel tempo in cui nessuno vi pensava; guaj a quegli che danno più degli altri un senso preciso a quelle parole che tutti proferiscono, guaj a quegli che hanno esaminati con una vista generale i fatti che sono l'argomento della discussione comune! Essi soli non sono ammessi a parlare: essi debbono vedere pazientemente discorrere i sofismi precipitati, e baldanzosi della ignoranza, perchè chi può fermare il sofisma? la ragione in bocca loro è paradosso, e quando non si avesse altro da opporle, basterebbe quella accusa che le si fa di essere stata sui libri ... La parola che suona alto, che signoreggia in quelle dolorose circostanze è quella della irriflessione: ma cessata la carestia, cessano tutti i discorsi: nessuno ne vuol più parlare nè sentire a parlare: i libri, se quell'epoca ne ha prodotti che trattino di quella materia, sono per lo più un soggetto di contraddizione per un momento, e rimangono dopo quasi dimenticati: la società è in quel caso simile ad un povero scapestrato, il quale trovandosi all'estremo, non ha parlato d'altro che di novissimi e di penitenza: convalescente accoglie ancora il prete per urbanità; guarito allontana da sè tutti i pensieri di quel momento del terrore ... Ma quegli che meritano rimproveri acerbi, e severi, quegli che per bene loro e d'altrui vorrebbero essere sborbottati come ragazzacci caparbj, tanto che si correggessero, sono coloro, i quali potrebbero meditare a loro agio sui fatti simili, esaminare le conseguenze, i giudizj, i sistemi che ne hanno cavati gli scrittori, pesare le osservazioni e le opinioni, e procacciarsi così una opinione ragionata; e non lo fanno mai; ma al momento del serra serra escono in campo a sentenziare furiosamente, cominciano a pensare con la voce e studiano dalla cattedra, coprono, vilipendono, calunniano le voci che nascono da un antico pensiero, ripetono, in un linguaggio meno incolto e più strano i giudizj storti, le idee appassionate del popolo, e diffondono ed accrescono la stortura e la passione, si oppongono ferocemente a tutti quei raziocinj che potrebbero illuminare l'opinione dell'universale sulla natura e sulla misura del male, ricondurre gli spiriti ad una riflessione più tranquilla, e stornare quelle risoluzioni che lo peggiorano: e infervorati in queste degne imprese, non si spaventano col pensiero della loro ignoranza; anzi ne cavano argomento di gloria, e di fiducia; e a tutte le obiezioni, (o alla metà delle obiezioni perchè di rado lasciano terminare una frase ad un galantuomo) rispondono con quell'inverecondo sproposito: «noi non vogliamo teorie»; non riflettendo nemmeno che quelle che essi sputano tutto il dì sono pur teorie, diverse da quelle dei loro avversarj, in ciò soltanto che non sono fondate sulla cognizione, o almeno sulla ricerca dei fatti ... Ognun sa che i grani si raccolgono una volta l'anno, o a certe distanze, e che si consumano alla giornata: tra l'un raccolto e l'altro ci debbe dunque esser grano più o meno: se non ce ne fosse assolutamente, non si parlerebbe più di stentare, ma di morire, e tutti, e in pochi giorni ...
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Fermo e Lucia (pagina 107)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Questi baggiani che fanno ora tanto schiamazzo, domani staranno tutti cheti a casa loro, ognuno dirà, io non c'era, oppure: è stato il tale che mi ha strascinato: no no: largo da questi garbugli ... Ho già vedute certe facce, di uomini che fanno l'indiano e notano tutti, e domani poi: ... » Queste parole diedero un momento da pensare a Fermo, ma il vortice lo trasportava; e un discorso ch'egli intese subito dopo, rinnovando e riscaldando l'indegnazione ch'egli sentiva con tutti gli altri soffocò le considerazioni di prudenza che gli consigliavano di tornare indietro ... » «Era ordita la trama di farci morir tutti: tanto è vero che mettevano attorno che il gran cancelliere è un vecchio rimbambito, per togliergli il credito, e comandare essi soli ... » «Finora va bene, ma se avremo giudizio, bisognerà far prima la festa a tutti i forni, e poi andare dai mercanti di vino: sono tutti birboni d'un pelo, d'accordo coi fornaj per far morire la povera gente di fame e di sete ...
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Fermo e Lucia (pagina 108)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Fermo non credeva, nè era possibile di credere, tutto quello ch'egli aveva inteso dire in quel giorno; ma tutti quei discorsi, le sue idee antecedenti, la persuasione universale gli davano l'intima persuasione che un gran disegno di affamare il popolo fosse stato ordito e scoperto ... Non è però da credere che tutti quei gridatori sapessero bene a chi, e perchè applaudivano; l'unica idea distinta che ne avevano era di un re morto ... Tutti e due gravi e rigidi sermonatori l'uno di filosofia, l'altro di religione, tutti e due commisero senza rimorso, con giattanza, di quelle azioni che la morale comune, e il senso universale della umanità abbomina; tutti e due credettero che nel loro caso una ragione profonda, un intento di perfezione rendesse virtù ciò che è comunemente delitto ... Tutti e due con una opposizione ardente e attiva, hanno promosse, rafforzate, estese le cose che volevano impedire ed estinguere nei loro cominciamenti; e tutti e due hanno avuti in vita e dopo morte fautori che hanno approvata la loro condotta, gli hanno lodati d'aver fatti mali infiniti per ottenere il contrario dei loro fini ... Tutti e due si sono immaginati che la maggiorità dei loro contemporanei avrebbe secondate con gran favore le loro intenzioni, e tutti e due si maravigliarono con indignazione di trovare avversione, resistenza da tutte le parti ... Tutti e due sono stati in diverse epoche tenuti in gran venerazione, e in quelle epoche non era un viver lieto ... «Dal Vicario di Provvisione» gridarono tutti: e parve un rammentarsi d'un accordo già fatto, più che una risoluzione di quel momento ... Gli passavano per la mente gl'impegni che aveva fatti per giungere a quell'uficio, la consolazione che aveva provata nel giungervi, e malediceva di cuore tutti quei pensieri antichi ...
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Fermo e Lucia (pagina 112)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Si stabiliva il prezzo del pane, si facevano leggi ancor più severe contra gli accapparratori, e contra i fornaj, si benediceva Ferrer, e si maledicevano tutti gli altri magistrati ... Fermo, dopo avere finchè potè, seguita la carrozza che aveva salvato il Vicario dal furore del popolo e lo conduceva legalmente in prigione, si fermò a riaversi un poco, a ricapitolare, a riconoscere i suoi pensieri, che erano tutti esultanti ... «Signori miei cari,» diss'egli perchè al forese sono signori tutti i cittadini che non domandano l'elemosina ... Come sarebbe andata se non ci fossimo trovati insieme tanti galantuomini? Si sarebbe tirato innanzi allo stesso modo fino a che fossimo tutti morti di fame ... una buona lana, anch'egli, tutti d'accordo; perchè anche i giudici, a che cosa credete che guardino i giudici? alla ragione? Eh! guardano ai calzoni, e se sono di seta quegli che li porta ha ragione, se sono di fustagno ha torto ... Dunque dico io, siccome le gride non servono a nulla bisogna finirla; e dirlo al Ferrer, ma dirglielo in piazza, e in molti, che faccia fare il processo a tutti costoro, e poi, perchè ci vuol altro che una carrozza a condur prigione tutti costoro, bisognerà far venire oltre tutti quelli che maneggiano, e che sono come Ferrer, che hanno il timore di Dio e vogliono le cose giuste: e condurli alle case di questi tiranni, loro signori li conosceranno meglio di me, e farli metter tutti allo scuro, e far loro un buon processo, e giustizia sommaria, e poi far lo stesso anche fuori dalle porte di Milano, che vi so dir io che il bisogno è grande ...
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Fermo e Lucia (pagina 114)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Come poi il soggetto di tutti quei colloquj separati era un solo, le vicende di quel giorno, così in poco tempo anche il colloquio divenne comune a tutti quelli che ivi si trovavano riuniti a caso ... » «Boh! non dico per questo,» rispose l'oste: «ma v'è una grida14 molto severa che «ordina ed espressamente comanda» sono parole della grida, e la so a memoria: «comanda» dice «a tutti gli osti e tavernaj, camere locande etc ... – «Via, via,» gridarono in un punto molte voci: «quel giovane ha ragione: sono tutti balzelli, angherie, legge nuova, legge nuova oggi!» L'oste si strinse nelle spalle, e guardò ancora allo sconosciuto, il quale disse pure: «via non vedete che è un galantuomo? andate a preparargli la stanza» ... «Per me,» diss'egli, «se dovessi comandare io, troverei tosto il mezzo di fare stare gli ammassatori, e i fornaj, e di far trovare pane per tutti ... Vi dovrebbero essere dei galantuomini, dei signori, ma buoni, e caritatevoli, che tenessero conto di tutti, e stabilissero ad ognuno la sua porzione secondo il bisogno, e a prezzo fisso ... – Tante libbre di pane al giorno, e darmi un buon viglietto, col quale io andrei tutti i giorni a prendere il mio pane da un fornajo, a prezzo fisso ... A voi per esempio dovrebbero scrivere: tanto pane tutti i giorni per ... tutti i galantuomini ...
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Fermo e Lucia (pagina 115)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... che basta veder il Ferrer, che è il meglio di tutti e pare ... » L'oste, il quale non avrebbe creduto che Fermo fosse ancora in caso di mettere insieme tante parole con un senso tal quale, pensò di approfittare di quel momento lucido per fargli intendere la ragione, e schifare un impaccio a tutti e due, e gli disse: «Sì, sì, io son tutto pei buoni figliuoli; ma vedete bene ... » Così gridando Fermo, si avviava barcollante verso la scala ma l'oste lo rattenne: e vedendo che s'egli insisteva Fermo avrebbe gridato sempre più e sarebbe stato inteso dalla brigata, la quale certamente avrebbe prese le parti di quello, ricordandosi che in quel giorno il potere era nelle mani di quelli che erano soliti obbedire, e non si poteva prevedere quando sarebbe loro ritolto, pensando che quand'anche al ritorno della tranquillità un ordine revochi e dichiari nulli tutti gli atti della rivolta, le busse toccate una volta sono irrevocabili, stimò che la faccenda più pressante era di acquetar Fermo; e con voce più sonora di quella di Fermo gli gridò: «ho detto per ridere: non lo avete capito, che ho detto per ridere?» «Ah! ora tu parli bene, da buon figliuolo,» rispose Fermo, acquetandosi tosto: «per ridere; ... Se tu fossi venuto solo, avrei potuto lasciarti addormentare su la tua panca, e quando tutti fossero partiti, portarti fuora, e collocarti in un canto della strada al fresco, e domattina poi ti saresti svegliato un po' ingranchito, ma fuor d'impicci tu ed io ...
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Fermo e Lucia (pagina 117)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... ma ora non ci avrei difficoltà; ed ella dovrebbe esser contenta, così rimarremmo in libertà tutti e due ... » «Ham!» disse, o piuttosto fece Fermo scotendo la testa, e ricominciò a pensare – Diamine! Che cosa fanno tutti quei buoni fratelli di jeri? mi lasciano in ballo a questo modo! – Fra questi pensieri stava egli di tempo in tempo con le mani alzate tra un bottone e l'altro, interrompendo l'azione del vestirsi ... – Andiamo – soggiunse fra sè, – e vedremo se quei fratelli di jeri son tutti morti ...
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Fermo e Lucia (pagina 119)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Era infatti quegli che eglino avevano preveduto, un mercante che andando più volte l'anno a Bergamo pei suoi traffichi era uso fermarsi a passar quivi la notte, e come trovava nell'osteria quei soliti frequentatori del paese, era divenuto conoscente quasi di tutti ... Da principio fecero bravate e insolenze dove capitavano, far le corna alle spalle ai soldati, fare i visacci ai galantuomini, rompere il muso ai birri: in un luogo strapparono dalle mani dei birri uno che era menato su: un capo popolo che aveva predicato jeri che si avessero a scannare tutti i signori, e tutti i bottegaj: pezzo di briccone! ma se v'incappa, gli medicheranno il pomo d'Adamo con un sovatto ... » «Benone: così fecero anch'essi; ma quando furono al Cordusio, dinanzi a quel forno che jeri avevano cominciato a saccheggiare; dite mò, se non sono birbi: si distribuiva il pane pulitamente; v'erano dei buoni cavalieri che invigilavano perchè tutto andasse in ordine: e costoro: «dalli dalli, saccheggio, saccheggio»: in un momento, cavalieri, fornaj, avventori, tutti sossopra, chi qua, chi là; e cominciò il saccheggio che durò poco, perchè poco v'era da rubare ...
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Fermo e Lucia (pagina 120)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ma un dannato peggio di tutti gli altri, dite un po' che proposta diabolica mise in campo?» «Che? ... A quello spettacolo: tutti rimasero in silenzio: v'era bene pochi diavoli in carne, che per fare chiasso e baldoria, avrebbero dato fuoco anche al paradiso; ma quando videro che tutti gli altri non erano ebrei com'essi; dovettero tacere ... Vi so dire che tutti quelli che jeri e questa mattina hanno mangiato pane fresco in Milano, se ne stanno coll'olio santo in saccoccia ... «Non siamo qui tutti?» disse un altro: «la cosa parla da sè ... Diciamo dunque con la franchezza d'uno storico, che mentre quasi tutti i personaggi, coi quali Fermo era stato in relazione, si schieravano e si affollavano nella sua immaginazione con un aspetto più o meno odioso, o tristamente misterioso, di modo che, dopo averli contemplati qualche tempo come forzatamente, essa gli rispingeva, e cercava di farli sparire, v'era però due immagini nelle quali essa riposava, con una specie di refrigerio: due volti i quali ricordavano ed esprimevano candore, benevolenza, affetto, innocenza, pace: quei sentimenti chiari e soavi nei quali tanto si gode la fantasia degli infelici: e queste due immagini erano una treccia nera, e una barba bianca, Lucia e il Padre Cristoforo ...
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Fermo e Lucia (pagina 122)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... guerra che tutti gli uomini probi e d'ingegno facevano a quei nemici del genere umano ... Il suo maestro e il suo autore era quel gran Martino del Rio il quale nelle sue Disquisizioni magiche aveva trattata la materia a fondo, aveva sciolti tutti i dubbj, e stabiliti i principj che per quasi due secoli divennero la norma della maggior parte dei letterati e dei tribunali, quel Martino del Rio che con le sue dotte fatiche ha fatto ardere tante streghe e tanti stregoni, e che ha saputo col vigore dei suoi ragionamenti dominare tanto sulla opinione publica, che il metter dubbio su la esistenza delle streghe era diventato un indizio di stregheria ... Per la politica positiva aveva egli principalmente rivolte le opere dell'immortale Botero; e conosceva assai bene la politica di Spagna, di Francia, dell'Impero, dei Veneziani e di tutti i principali stati Cristiani; e poteva pur dare una occhiatina anche nel Divano ... Per la politica speculativa il suo uomo era stato per gran tempo il Segretario Fiorentino, ma questi dovette scendere al secondo posto nel concetto di Don Valeriano e cedere il primo a quel gran Valeriano Castiglione che in quello stesso anno aveva dato alla luce la sua opera dello Statista Regnante dove tutti gli arcani i più profondi, e i più reconditi precetti della ragione di stato sono trattati con un ordine nuovo e sublime ... Anzi Don Valeriano affermava, o faceva intendere spesso che quel grand'uomo non aveva sdegnato di consultarlo su certi casi più rematici; e parlando talvolta di quelle opere con quella venerazione che meritavano, e che per verità ottenevano da tutti, Don Valeriano aggiungeva misteriosamente: «Basta: ho messo anch'io un zampino in quei libri ... » Ma gli studj solidi non avevano talmente occupati gli ozj di Don Ferrante, che non ne restasse qualche parte anche alle lettere amene: e senza contare il Pastorfido, che al pari di tutti gli uomini colti di quel tempo, egli aveva pressochè tutto a memoria, non gli erano ignoti nè il Marino, nè il Ciampoli, nè il Cesarini, nè il Testi: ma sopratutto aveva fatto uno studio particolare di quel libretto che conteneva le rime di Claudio Achillini; libretto nel quale, diceva Don Ferrante, tutto, tutto, fino alla protesta sulle parole Fato, Sorte, Destino e somiglianti era pensiero pellegrino, ed arguto ... Non rimaneva dunque a Donna Prassede altro dominio che su la sua persona, sul modo d'impiegare il suo tempo, su le persone addette specialmente al suo servizio: cose tutte nelle quali Don Ferrante lasciava fare; poteva ella in somma dare tutti gli ordini l'esecuzione dei quali non portasse una spesa, o che non fossero in opposizione alle abitudini e alle volontà risolute di Don Ferrante ...
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Fermo e Lucia (pagina 128)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il pane che si distribuiva ad essi avrebbe dovuto, secondo gli ordini della Provvisione esser buono; perchè quale amministratore ha mai ordinato che si faccia e si distribuisca pane cattivo? Ma si tenne da tutti che quel pane fosse adulterato con sostanze insalubri, non nutritive; cosa più che probabile in tanta scarsezza; e con tanta difficoltà d'invigilare ... Il Tribunale della sanità rimostrava, indefessamente, tutta la città mormorava, la confusione e la strage cresceva ogni giorno, la cosa era divenuta insopportabile a quelli che la facevano, a quelli per cui era fatta, i deputati non avevan più testa; si tenne consulta, e il partito il più savio, il più ovvio, il partito indeclinabile parve a tutti di disfare ciò che s'era fatto con tanta fiducia e con tanto apparato; il Lazzeretto fu aperto, e i poveri lasciati all'antica licenza di errare mendicando ... S'affoltarono ai cancelli con un tripudio iracondo; una gioja furente e spensierata si dipingeva come a forza in quegli sguardi foschi e mezzo estinti, su quei tratti indurati nella espressione del dolore: il sentimento della libertà racquistata suppliva in quel primo momento a tutte le speranze, a tutti i bisogni ... Si cominciava a respirare, e i mali già consumati nel passato divenivano un soggetto di commemorazione e di trattenimento, grave sì ma non senza qualche dolcezza pel pensiero di averli varcati, non senza qualche fiducia di miglior tempo, parendo agli uomini di avere esauriti in breve spazio i patimenti che avrebbero dovuto diffondersi in una lunga durata, di aver quasi pagata una gran parte di tributo anticipato alla sventura; quando nuovi mali richiamarono sul presente l'attenzione e il terrore di tutti ...
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Fermo e Lucia (pagina 132)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Era appunto su la porta quando giunsero i nostri pellegrini; gli riconobbe tutti e tre, e gli accolse tutti con pronta cordialità; ma alla madre di Lucia fece una accoglienza particolare nella quale traspariva come una gratitudine perchè ella gli desse ora una occasione di compensare alquanto in quello stesso castello la terribile ospitalità che vi aveva trovato la figlia ... Quindici giorni circa passarono i nostri rifuggiti nel castello; quindici giorni di batticuore e di sospetto, di spauracchi subitanei, e di rincoranti non è vero, di vigilie, di allarmi, di pericoli, che grazie al cielo tutti svanirono senza danno ...
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Fermo e Lucia (pagina 135)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quest'ordine fu dato per abbondare in cautela, a quel che lasciò scritto il Tadino; ma se la cautela fu abbondante, certo non fu a tempo; poichè egli stesso racconta come un Carlo Colonna sonatore di liuto, che dimorava sotto quel tetto, s'ammalò ben tosto, e visitato da lui, morì in breve spazio con tutti i segnali del contagio ... Tutti gl'inquilini di quella casa furono allora mandati al lazzeretto ... Ma una parte era stata trafugata, dispersa, nascosta, con quella destrezza, con quella diligenza che tutti noi figli d'Adamo sappiamo mettere nel far male a noi stessi ... Ben presto ogni più tristo sospetto cominciò ad avverarsi: la più parte dei sequestrati nel lazzeretto s'infermarono, e tutti coi medesimi tremendi segnali; e molti di essi morivano in poco d'ora ... Il terrore del lazzeretto aguzzava tutti gl'ingegni, e faceva sormontare ogni altro terrore: si dissimulavano gli ammalati, si occultavano i cadaveri, si procuravano false attestazioni ... Ma per conchiudere finalmente, adoperò il tribunale tosto o tentò tutti quei mezzi che aveva se non per distruggere, se non per ridurre a poco, almeno per iscemare in qualche parte il contagio, e per salvare i paesi non ancor tocchi? Qui bisogna distinguere fra le persone stesse del tribunale ...
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Fermo e Lucia (pagina 137)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Sostanza composta, nè meno; perchè tutte le sostanze composte si fanno discernere all'occhio o al tatto; e fra tutti i signori medici non vi sarà quell'Argo che possa dire d'aver veduto, non vi sarà quel Briareo che possa dire di aver toccato questo contagio ... » «Intanto,» disse il signor Lucio, «senza tutti questi argomenti, col semplice buon senso, tutti i galantuomini, e il popolo stesso sanno benissimo che questo contagio è un sogno ... » «Oh bella!» disse il signor Lucio; «la cagione è chiara: in tutti i tempi si muore; in alcuni le morti sono più frequenti perchè v'ha più malattie; e questo è il caso nostro ... «Per trovare la cagione prima delle malattie, della carestia, di tutti questi infortunj, quella che spiega tutto e che fa tutto, bisogna andar molto in fondo, anzi molto in alto, bisogna cercarla negli aspetti dei pianeti ... » Tutti stavano ansiosamente attenti; Don Ferrante levò la destra come se stesse per proferire un giuramento, la sua fronte si corrugò; la sua voce prese un tuono lugubre e solenne, articolò la formola terribile: «mortales parat morbos; miranda videntur» ...
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Fermo e Lucia (pagina 139)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Giacchè, è cosa troppo probabile che anche noi ne abbiamo di tali: e sarebbe pretensione troppo tracotante il crederci esenti da una sciagura comune a tutti i nostri predecessori ... Citiamone uno dei più estrinseci ed apparenti, e che si ravvisa in tutti gli errori antichi, ora riconosciuti tali: un orrore della discussione, un'ombra, una ritrosaggine, una subita attenzione a rispingere con ira o con beffe ogni dubbio, un ricorrere tosto all'autorità dei morti, e al consenso dei vivi per chiamar tante voci in soccorso a coprire quella che voleva rendere un suono diverso ... Ordinarono contumacie, bollette, purghe di merci, fecero porre cancelli alle porte, delegarono nobili che vi assistessero, intimarono pene a chi trasgredisse gli ordini della Sanità, o turbasse con minacce o con insulti quegli che gli eseguivano, consultarono sui mezzi di fornire alle spese sempre crescenti del Lazzeretto, e di tutti gli altri servizj, e di nutrire una gran parte della popolazione alla quale cessavano i lavori e i mezzi di sussistenza ... La confusione cresceva di giorno in giorno: quella qualunque azione dei magistrati che nei tempi ordinarj serviva a mantenere quel qualunque ordine, diveniva ora di giorno in giorno più debole, più incerta, più intralciata, e in molte parti cessava affatto: e nello stesso tempo tutti gli elementi di disordine diffusi in quel corpaccio sociale, acquistavano un nuovo vigore ... Si videro esempj di rassegnazione sentita ed animosa, di liberalità costosa, di carità ardente, e per così dire spensierata, di zelo, di attività infatigabile; esempj tutti ispirati dalla religione, e dati in gran parte dai suoi ministri ... Dando per supposto, o accennando come cosa già nota che l'esporre la vita pei fratelli è un obbligo del ministero, egli prescrisse ai parrochi, e a tutti gli ecclesiastici nuove regole sul modo di amministrare i soccorsi della religione; indicò le cautele da usarsi, distribuì somme da erogarsi in ajuti temporali ...
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Fermo e Lucia (pagina 141)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Unguenti, polveri, comete, malie, trame, congressi, demonio, erano le parole che tornavano in tutti i discorsi ... L'arcivescovo elettore di Magonza chiese per lettera al cardinale Federigo Borromeo che fossero tutti codesti portenti che si narravano di Milano: il buon cardinale riscrisse che erano sogni e delirj ... Il terrore e lo sdegno invasero tutti gli animi: il sospetto, errante ed incerto alla prima, si determinò tosto a varie certezze; giacchè la moltitudine si accontenta bensì dell'indeterminato nei ragionamenti; ma nei fatti vuole del positivo, e lo vuol tosto ...
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Fermo e Lucia (pagina 142)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... E, cosa singolare! tutti quegli scrittori, meno il Ripamonti, insorgono contra quei pochi increduli; di modo che se noi posteri sappiamo che alcuni uomini furono esenti da un funesto errore comune, lo sappiamo soltanto per l'accusa di cecità e di stranezza che gli scrittori credettero di portare contro di quelli al nostro riverito tribunale ... Certo non potevano nutrire la pazza lusinga di aver saputo discernere e sequestrare tutti gli infetti; dovevano anzi tenersi pur troppo certi che molti giravano liberamente, molti si sarebbero trovati in quella folla i quali avevano già nei loro corpi, o nelle vesti appiccato il contagio; non ignoravano che un solo di questi sarebbe bastato ad infettare una città intera: e si fidarono a quei loro provvedimenti ... All'alba del giorno 11 di giugno, festivo a quei tempi nella diocesi milanese pel nome di San Barnaba, il clero e il popolo, ragunatosi parzialmente nelle diverse chiese, convenne in drappelli al Duomo, donde tutti poi insieme si mossero a processione ...
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Fermo e Lucia (pagina 143)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Certo anche quei pochi sono soggetti all'errore; ma di quanto scemerebbero in numero gli errori, e quanto meno sarebbero funesti nell'effetto quegli che rimarrebbero, se tutti gli uomini osservassero le cose con una mente disinteressata d'orgoglio ... La processione sboccata dalla porta maggiore del Duomo, s'incamminò per la via de' cappellaj, al crocicchio detto il Bottonuto, dove allora era una croce, e quindi con un giro interno, toccando tutti i quartieri, e sostando a tutti i crocicchj dove erano allora le croci, alcune delle quali rimangono tuttavia, tornò al Duomo per la piazza dei mercanti ... Un effetto fu che i magistrati, tutti i potenti, ingolfati in ispeculazioni politiche, divagati e avviluppati colla mente nei segreti delle corti, per arzigogolare quale dei principi, quale dei re stranieri potesse essere il capo della trama, non pensavano a quello che era da provvedersi nelle urgenti congiunture della peste; e spaventati poi dalla vastità supposta, e dalla oscurità stessa delle insidie ...
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Fermo e Lucia (pagina 148)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Io non intendo tutti questi suoi discorsi; ma poi che ella non ha altri consigli da darmi, si contenti ch'io faccia a modo mio ... che dovessero rimanere al mondo tutti quelli che si divertono a mettere le pulci nell'orecchio di me pover uomo! – Intanto Fermo arrivò alla casetta d'Agnese, la quale casetta, se il lettore se ne ricorda, era fuori del villaggio, solitaria ... «A vedere se tutti si sono scordati di me ... » «Basta,» disse Agnese, «lodato Dio che abbiam potuto parlarci una volta; valgon più quattro parole sincere di due ignoranti che tutti gli scarabocchj di questi sapienti ... Sono tutti in confusione ...
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Fermo e Lucia (pagina 164)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Il nostro arcivescovo,» rispose Don Abbondio, «quel degno prelato: non sapete che il nostro santo padre Urbano ottavo, che Dio conservi, fino dal mese di Giugno, ha ordinato che ai cardinali si dia il titolo di Eminenza?» «Ed io,» replicò Agnese, «che gli ho parlato, come parlo a Vossignoria, ho inteso che tutti gli dicevano: Monsignore illustrissimo ... » «Ed io vi ho prevenuti,» riprese Don Abbondio, «per farvi vedere che vi sono amico; che vi voglio bene, quantunque m'abbiate dato anche voi qualche travaglio: non parlo di te che sei un malandrinaccio,» disse rivolto a Fermo, sorridendo, «ma anche voi con quell'aria di quietina:» e qui rivolto a Lucia, e alzata la mano con l'indice teso, e stretto il rimanente del pugno la moveva verso di essa in atto di amichevole rimbrotto; e continuò: «bricconcella, anche voi mi avete voluto fare un tiro: quella sera: quella sorpresa: quel clandestino: basta non ne parliamo più; quel ch'è stato è stato: non è colpa vostra; è un mio destino, che tutti più o meno debbano darmi qualche fastidio: tutto è finito: pensiamo a stare allegri ... Anche il bambolo riposa volentieri sul seno della nutrice, rifugge a quello da tutti i terrori, cerca con avidità la poppa che lo ha nutricato fin allora, e s'accheta quando l'ha presa: ma se la nutrice, per divezzarlo, intinge la poppa d'assenzio, il bambino torce con dolore e con pianto il labbro da quella nuova amaritudine, e desidera un cibo diverso ... Finalmente, i nostri sposi erano entrambi lavoratori di seta: triste circostanze gli avevano costretti a dismettere per molto tempo la loro professione; ma nè l'uno nè l'altro aveva amore all'ozio; e il loro disegno era di ripigliare tosto il lavoro per vivere tranquillamente e onestamente, e per nutrire ed allevare i figliuoli che speravano, come tutti gli sposi fanno ... Ma nel Milanese una cagione viva e incessante di miseria sopravviveva alle miserie della peste; un sistema che onorava l'orgoglio ozioso, che favoriva la soverchieria perturbatrice, che alimentava tutti gli studj del raggiro, e delle ciarle, un sistema oppressivo e impotente, insensato e immutabile, un sistema di rapine e di ostacoli, impediva l'industria, la pace, e l'allegria ...
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Fior di passione (pagina 4)
di Matilde Serao (estratti)
... Tutti i contorni di un sogno erano definiti, precisi, con una nettezza di linee quasi troppo forte, con un risalto energico sul fondo ... Come in tutti i primi libri, vi era un rigoglio d'idee, un bosco folto ed intralciato, tutto cespugli, tutto farre, una condensazione di pensiero nutrita, polposa ... Come in tutti i primi libri, tutti i difetti di forma erano salvati dall'impeto che trascina via tutto, dal calore che si comunica al lettore ... La critica amica rispose che quella era sprezzatura artistica--e parve a molti così e tutti si tranquillarono, aspettando il primo romanzo di Paolo Spada ... Dopo molte lodi al principio del racconto, tutti biasimarono vivamente la fine ...
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Fior di passione (pagina 18)
di Matilde Serao (estratti)
... --E poi, che cosa? --Che hai fatto, cuor mio, in tutti questi siti? --Ah! ... e allora? --Allora, allora ti dirò che è troppo stupendo, e che ti fa trovare insopportabili tutti gli altri siti ... L'irritazione cresce quando quest'uomo trascura poco a poco tutti i mezzi per sedurre sua moglie, tutti i mezzi per piacerle, tutti i mezzi per essere verso lei il più bello, il più nobile, il più intelligente, il più innamorato fra gli uomini ... --Dunque tutti i sacrificii debbo farli io? Noi donne non saremo sempre che l'esempio dell'abnegazione? Noi ad amare, noi a sopportare i fastidii, noi a scusare le ridicolaggini del marito, noi a lusingarci che ci ami ancora, noi ad offrirgli dei prestiti per la sua indifferenza! È troppo, è troppo, la misura soverchia! Giovannina si era riscaldata poco a poco, come se nessuno l'ascoltasse, come se facesse un discorso con sè stessa ...
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Fior di passione (pagina 26)
di Matilde Serao (estratti)
... Egli si faceva sempre più esperto nell'arte, ne aveva penetrati tutti i segreti: era arrivato alla finezza dell'ultimo tocco, della più lieve sfumatura, all'eleganza più leggiadra, al gusto raffinato, alla solidità, a tutte le qualità riunite insieme in un'armonia completa ... Voleva meravigliar tutti con un lavoro stupendo, riacquistare d'un tratto la sua fama d'artista, riconquistare per sè l'ammirazione e il riso dei fanciulli ... Ora quando la luna piove la sua luce pallida nelle viuzze di Nuremberg, dove tutti dormono, un uomo corre e gesticola, oppure siede in terra e guarda il cielo ...
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Garibaldi
di Francesco Crispi (estratti)
... La festa dell'unità nazionale ricorda a tutti noi che lo Statuto di Carlo Alberto, promulgato spontaneamente al 1859 e al 1860 dai governi insurrezionali, fu completato dai plebisciti ... Permettetemi, signori, che io accenni, senza estendermi, ai primi anni della sua vita militare, e che non vi narri in tutti i particolari quello che egli abbia fatto prima del 1860 ... La storia del 1860 fu scritta da parecchi, ma non tutti seppero e poterono farla con precisione e senza commettere errori ... I primi due giorni, tutti ignoravano dove andasse la piccola flotta, la quale veramente questa volta portava i destini d'Italia ... Garibaldi aveva il comando di appena 1600 uomini con cattivi fucili, meno le 100 carabine, che erano in mano ai genovesi; e dei 1600 uomini non tutti entrarono in battaglia ...
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Garibaldi (pagina 3)
di Francesco Crispi (estratti)
... Garibaldi allora istituì tribunali militari, a cui fu data la giurisdizione, per tutti i reati, durante il tempo della guerra ... Nulladimeno, giunto a Marsala, egli aveva proclamato Vittorio Emanuele Re d'Italia; tutti i suoi decreti portavano in capo le parole: «Vittorio Emanuele» ed erano in nome del Re intestate le sentenze dell'autorità giudiziaria e tutti gli atti publici ... Dopo il suo ingresso a Palermo fu elevato lo stemma reale in tutti i publici edifizi e lo stemma reale fu impresso nelle bandiere ...
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Garibaldi (pagina 4)
di Francesco Crispi (estratti)
... A metà del cammino, scoppia il fuoco e tutti si credono perduti, e lui con sangue freddo spegne le fiamme divoratrici e tutti giungono salvi in Italia ... Non vi dirò, signori, quale lo vidi a Calatafimi e a Palermo, in mezzo alle palle borboniche, sereno, raggiante il viso; fu sempre così in tutti i combattimenti ...
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I nuovi tartufi (pagina 13)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)
... Egli ha radunato per riempire una fossa… Erede di tutti i suoi, egli vi getterà dentro in confuso moglie, figli, e tesori… e Satana infine ridendo vi getterà lui stesso ... —La vita, o Gualberto, è un lungo conto corrente; ma prima di morire, la coscienza, computista senza errore, tira a tutti la somma, e quanto più ella tarda, o fa improvvisi i conti, tanto maggiormente giungono pieni di paura ...
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Il benefattore (pagina 2)
di Luigi Capuana (estratti)
... E tutti erano andati via lentamente, un po' delusi, quasi fossero venuti là con la certezza di riempirsi le tasche di quattrini sùbito sùbito ... Ognuno per sè e Dio per tutti ... A quel che ho potuto capire, questo inglese darà lavoro a tutti ... Prima si diceva: Sicilia, isola verde,
Per tropp'acqua si deperde
Oggi, piove ogni sei mesi, quando piove! Farà la pioggia con le macchine costui? Basta; prenda la mia grillaia di Tirantello, e Dio gliela mandi buona! Don Liddu raccontava a tutti le meraviglie dell'inglese nell'albergo ...
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Il benefattore (pagina 14)
di Luigi Capuana (estratti)
... Lotta a corpo a corpo! Ma che lotta, con un nemico invisibile, con cui non si sapeva precisamente mai chi aveva vinto o chi era rimasto sconfitto? Si rassegnava a vivere solo, come un cane, lontano da tutti ... —Ah!… La solita storia dei microbi! Ormai tutti sapevano la sua fissazione, e gli ridevano in viso ... E prendeva indigestioni per nutrirli, per amicarseli tutti quelle care virgole… e punti—diventava faceto—che gli stavano annidati addosso, tra i denti, tra l'orlo delle ugne, negl'intestini, nel sangue, nelle ossa; convinto ormai che l'uomo non fosse altro che un vasto microbaio a cui bisognava dar nutrimento, se si voleva star bene ... Rammentano il processo e la condanna del professore Manlio Brezzi? Processo a porte chiuse, di cui si occuparono tanto i giornali, parecchi anni fa?… Ah! Io ho il difetto di tutti i vecchi, che non sanno capacitarsi di esser tali ...
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Il benefattore (pagina 16)
di Luigi Capuana (estratti)
... —Quando parla lei, le signore non scappano; anzi!
—Probabilmente, perchè come tutti i vecchi ho sempre qualcosa di nuovo da raccontare ... —Eh, via!… Tu sai, come tutti gli altri!… È inutile fingere… Ti ringrazio della gentile intenzione—soggiunse, vedendo che tentavo d'insistere in quella dichiarazione di ignoranza ... —A me, credimi, non importa niente di quel che tutti sapete! Tre anni fa, sì, ci fu un momento—sono di carne anch'io!—che avrei fatto strage di lui, di lei, dei loro complici… A che pro? Ci eravamo sposati per amore; amavo Lucia con tenerezza paterna—ho dieci anni più di lei!—E poi!… Aveva confessato; mi s'era buttata ai piedi implorando:—Perdonami!… o ammazzami!—Sembrava una pazza ... Quegli doveva certamente essergli grato della creduta cecità di marito; Bertagni gli era gratissimo della felicità di Lucia… —Questo sconvolge tutti i tuoi pregiudizi sociali; te lo leggo in viso… ma non importa!—egli esclamò interrompendosi ...
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Il colore del tempo (pagina 2)
di Federico De Roberto (estratti)
... Primi fra tutti, il Guizot e Augusto Comte parlano dell'«anarchia intellettuale» ... Essa pareva l'arte democratica per eccellenza, l'arte intelligibile a tutti, il linguaggio universale; ma ecco apparire il Wagner, prototipo dei ribelli incompresi ... Chi parlerà allora a tutti, chi vorrà farsi intendere da tutti, dagli umili, dai semplici, dai poveri di spirito? Leone Tolstoi ...
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Il colore del tempo (pagina 3)
di Federico De Roberto (estratti)
... Pur troppo tutti questi motivi di tristezza esistono: la quistione è di valutarli ... C'è dunque posto per tutti ... «Egli che voleva conoscere la vita, il mondo, l'universo», sono parole del Rod, «trascurava poi di conoscere sè stesso; egli che additava la volontà di vivere come la sorgente di tutti i mali, e che faceva consistere nel lavorare a distruggerla lo scopo supremo della morale, manteneva poi accuratamente la volontà sua propria, senza diffidenza, senza accorgersene, con una specie di candore; egli che scopriva con occhio penetrante l'insieme delle illusioni delle quali siamo vittime, le accoglieva per conto suo: chiaroveggente quando ne stava lontano, cieco appena si accostava ad esse» ... Ma questo dissidio è forse in lui solo? Non accade altrettanto in ciascuno di noi? Gli estremi non sono tanto vicini che si dànno la mano? Di estremi, di contraddizioni, di antinomie non è piena tutta quanta la storia dell'umanità? E per cento, per mille, per diecimila individui che amano gli eccessi, e non stanno fermi in uno solo, ma trascorrono dall'uno al contrario, non vi sono milioni di uomini di buon senso che rifuggono da tutti? Il Fierens-Gevaert aspetta un nuovo Messia che venga a salvare il nostro povero mondo ... IL TOLSTOISMO Il signor Ossip-Lourié ha pensato di riunire in un maneggevole libretto tutti i pensieri, le sentenze e i giudizî di Leone Tolstoi, traendoli con molta pazienza dalle sue opere e raggruppandoli in tredici paragrafi, nei quali si ragiona della vita e della morte, della religione e della scienza, del patriottismo e dell'istruzione, e via dicendo ... Il sesto pensiero dice: «La vera vita è la vita comune di tutti, non quella di ogni uomo particolare ... Tutti debbono lavorare per la vita altrui» ... È lecito pertanto chiedere se tutti debbono lavorare per una finzione, per una cosa che non esiste ... Basteranno questi esempî per dimostrare come la dottrina tolstoiana non eviti le contraddizioni sciaguratamente comuni a tutti i sistemi filosofici di questo mondo ...
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Il colore del tempo (pagina 5)
di Federico De Roberto (estratti)
... La prima è di lasciare le città e di vivere in comunione con la natura; la seconda è di lavorare, di lavorare fisicamente, con le braccia, coi sudore della fronte; la terza è la famiglia; la quarta è il commercio libero e affettuoso con tutti gli uomini; la quinta è la salute, e la morte senza malattia ... Alto e nobile sempre, il pensiero del filosofo russo è troppo spesso confuso, contraddittorio e chimerico; abile e vittorioso nella critica, egli è inefficace, come tutti i critici di questo mondo, nella ricostruzione; s'accosta tuttavia più d'una volta al vero, alle verità vere ed eterne che tutti riconoscono e onorano ... Se invece i deboli, i vinti, riescono ad imporre la loro morale, sono tenuti da conto tutti i valori contrarî ... Di più: essa è pericolosa, perchè tende a far sussistere e perpetuare i deboli, gl'infermi, tutti quegl'individui che, nell'interesse della razza, dovrebbero sparire ... Invece, «alla scuola del dolore, del gran dolore,—non lo sapete?—sotto questo duro padrone soltanto l'uomo ha compito tutti i suoi progressi» ... Nella nostra «tavola dei valori» un altro titolo altamente quotato è l'eguaglianza degli uomini: il cristianesimo considera tutti gli uomini eguali dinanzi a Dio, la democrazia li considera eguali dinanzi alla legge: il Tolstoi, come abbiamo visto, dice espressamente che la diseguaglianza degli uomini è una «menzogna» ...
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Il colore del tempo (pagina 16)
di Federico De Roberto (estratti)
... Era forse segno di supremazia femminile, a Roma, la facoltà di battere le donne con le verghe fino alla morte per il semplice sospetto d'ubbriachezza? O l'obbligarle a restare confinate nel focolare domestico, dove solo l'uomo poteva celebrare il culto degli avi? E quando le vere virtù muliebri, la modestia, il pudore, il timore degli Dei, il rispetto filiale, tutti gli affetti familiari furono dimenticati, e le donne si emanciparono, la società romana si rafforzò, oppure andò all'ultima rovina? Il padre Roesler, grande confutatore, nella Quistione femminista, del Bebel, giudica tuttavia che, se non nell'antichità, almeno nel medio evo la donna fosse più libera o meglio protetta che non oggi: era sovrana, dettava sentenze, impugnava le armi, sosteneva tesi giuridiche, esercitava la medicina ... Noi possiamo, considerando un periodo storico, lodare certi costumi e biasimarne altri; ma i costumi, le leggi e tutti i fenomeni sociali sono collegati in modo che non è possibile isolarli e mantenerne a piacimento alcuni ed evitarne altri ... Per una logica, per una necessità contro la quale non possiamo nulla, un'epoca è quella che è, con tutte le sue virtù e tutti i suoi vizî; tener conto delle virtù sole sarebbe desiderabile, ma non è possibile: bisogna prenderla, purtroppo, con le une e con gli altri ... Occorre definire questa diversità? È proprio necessario indicare quali membri e quali organi sono più piccoli e deboli o più forti e gagliardi in ciascuno dei due sessi? Si deve proprio percorrere la scala di tutti gli esseri viventi per dimostrare che dovunque sono sessi, sono differenze, e che più si sale, più queste si aggravano? Basta la diversità della funzione sessuale, basta l'ufficio della maternità assegnato alla donna, per fare di lei un essere singolarissimo, profondamente diverso dall'uomo, capace di cose alle quali egli è inadatto, incapace delle cose alle quali egli è chiamato ...
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Il colore del tempo (pagina 22)
di Federico De Roberto (estratti)
... In Cina, invece, solo lo studio e gli esami e i concorsi che provano il profitto negli studî, portano gli uomini a tutti i gradi della scala sociale; e tutti i cittadini, indistintamente, hanno il diritto di concorrere; e i più umili, gl'infimi, possono arrivare alle più alte cariche dello Stato ... Fu necessario l'esempio della Corte; fu anche necessario, se la storia non mente, proibire le patate; e allora tutti ne mangiarono ... Tutti indistintamente i Cinesi ricevono un'educazione filosofica; le sentenze più importanti dei libri classici sono incise con caratteri d'oro sulle pagode erette ai genî, sulle case dei letterati; sono spiegate ai figli dei contadini come a quelli dei Mandarini, nelle scuole aperte a tutti, frequentate da tutti, nelle città sterminate come nei più miseri villaggi ... Nè essi credono all'eguaglianza degli uomini, Gli uomini sono tutti originariamente buoni; ma la natura dell'uno differisce da quella dell'altro ... Ma, per la loro stessa superiorità, essi hanno molti doveri: primo fra tutti è quello di servire d'esempio agli altri ... «Gli errori dell'uomo superiore sono come lo eclissi del sole e della luna: se egli commette uno sbaglio, tutti lo vedono; se si corregge, tutti lo contemplano» ...
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Il colore del tempo (pagina 28)
di Federico De Roberto (estratti)
... Ma ciò accade non soltanto al Beccaria, sibbene a tutti i filosofi e ad ogni semplice mortale: la lode solletica e la trascuraggine umilia ... In tutti questi casi, e negli altri simili, volendo trovare le prove morali della degenerazione e della pazzia, bisognerebbe procedere con somma prudenza; perchè i giudizî sui fatti morali sono molto difficili, e discutibili, e discussi; e perchè, adducendo tutte le passioni e tutti i sentimenti come altrettante prove di pazzia, si potrebbe estendere il giudizio e considerare, secondo ha fatto un certo grossolano buon senso, tutto quanto il mondo una gabbia di matti, e per conseguenza non trovare in nessun luogo l'uomo sano o, come si dice, normale ... La verità è sempre amabile in sè stessa, anche quando non è feconda di conseguenze utili, di pratici adattamenti; ma naturalmente, umanamente, il maggior zelo si rivolge alla difesa delle verità utili; ora, quando si sarà dimostrato a tutti, e insegnato anche nelle scuole, che i genî sono alienati e degenerati, qual è la conseguenza pratica e dov'è l'utilità? Si metteranno al manicomio, o si sopprimeranno, come a Sparta i deboli e contraffatti? No, certamente ... Ciò significa che la grandezza del genio è poco importante, è poco utile, mentre utilissime e importantissime sono le qualità che a lui mancano? La proposizione sarebbe innegabile se tutti i genî fossero grandi per un verso e deficienti per un altro; ma non pare che le cose stiano a questo modo; perchè noi vediamo, a cagion d'esempio, un genio grandissimo per i sentimenti egoisti, come Napoleone, e un altro grandissimo nel senso diametralmente opposto, come Francesco da Assisi; la stessa opposizione vediamo tra il genio filosofico del Nietzsche e quello del Tolstoi; vediamo ancora altri genî grandi per la forza della fede, ed altri per la forza del dubbio, e via discorrendo ...
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Il colore del tempo (pagina 32)
di Federico De Roberto (estratti)
... L'invasione della scienza nel campo che ora esaminiamo si è manifestata con la riduzione di tutti quanti i fatti morali ad altrettanti casi clinici ... Veramente il fatto, riguardo alle passioni, non è del tutto nuovo, visto che passione viene appunto da patire; ma oggi noi tutti abbiamo una tendenza ad aggravare la cosa ... E siccome il vocabolario greco è molto ricco, e le combinazioni di parole sono infinite, così noi potremo dare nomi ellenicamente scientifici a tutti quanti i sentimenti e le cose ... Mi sento anonimo, impersonale; ho l'occhio fiso come un morto, lo spirito perplesso e universale come il nulla o l'assoluto; sono in sospeso, sono come se non fossi…» E il male è che tutti e tre questi stati dell'animo sono coscienti ... In tutti questi casi la timidità dipende da vera e propria antipatia, dall'impossibilità della simpatia ...
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Il colore del tempo (pagina 33)
di Federico De Roberto (estratti)
... Il Dugas si accosta anch'egli a questo giudizio, ma per altre vie, quando osserva che nei timidi, con l'esaltazione e la sottigliezza dei sentimenti, si produce la coscienza d'essere originali, la presunzione d'essere rari ed unici; coscienza e presunzione che sono comuni a tutti i romantici ... Sarà forse per il fallo antico; ma quello di guadagnarsi il pane, come ogni altro lavoro, attento, paziente, continuato, fu ed è tuttavia considerato, da tutti quanti gli uomini, come una pena ... Se di tanto in tanto gli uomini non fossero capaci di risoluzioni e d'azioni, perirebbero certo in poco tempo tutti quanti ... Se gli uomini ne fossero capaci, se ne fossero capaci tutti, chi può dire che cosa sarebbero la scienza e la civiltà? Uno psicologo francese, Giulio Payot, facendo queste osservazioni nell'Educazione della volontà, crede, col Ribot, che i primi sforzi di attenzione volontaria furono dovuti alle donne delle tribù selvagge, costrette, per evitare le bastonate, a un lavoro ...
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Il colore del tempo (pagina 34)
di Federico De Roberto (estratti)
... Questo giudizio, fra parentesi, potrebbe far credere che l'autore sia femminista; ma, se egli trova la capacità riflessiva nelle donne selvagge, dice pure che le nostre donne sono altrettante marionette—«marionette artificiosamente composte, e coscienti senza dubbio, ma col principio di tutti i loro movimenti nella regione dei desiderî involontarî e delle suggestioni esteriori»; e che si ha un bell'impartir loro gli alti insegnamenti: «esse non arrivano alla solida cultura ... Un esempio più semplice, ma più vicino a noi, è quello offerto dal novanta per cento degli studenti, che tutti gli anni, d'estate, insaccano scienza per passar l'esame, e che, ottenuta la promozione, tornano all'ozio consueto ... Non è veramente scandaloso? Non bisogna istituire il nuovo insegnamento? La storia dell'arte, necessaria agli artisti, non è utilissima a ognuno? E, con la storia dell'arte, non vi sono tante altre cose non meno utili e necessarie a sapersi? Tutte le volte che il patrimonio intellettuale si accresce,—e questo fatto accade tutti i giorni,—non è naturale che le nuove nozioni siano partecipate agli studiosi, a tutti gli studiosi? E il patrimonio intellettuale non è di tanto cresciuto, che abbiamo visto la necessità di creare nuove scienze, di conferire la dignità di discipline indipendenti ai rami delle antiche discipline? Non abbiamo creato la psicologia, la statistica, la fisiologia, la sociologia, la biologia, la chimica organica, l'antropologia, la psichiatria, e via discorrendo? Se i cervelli non ci resistono, se le attenzioni più deboli si sparpagliano, la colpa non è tutta loro; la colpa è anche del tempo troppo sapiente, della civiltà troppo progredita in mezzo alla quale sono nati ... Il Payot nota bensì il danno prodotto dal giornale; ma non pensa che il giornale prospera appunto perchè soddisfa un bisogno della nostra società; e il bisogno di tutti quanti noi è quello di far presto; ai nostri giorni si corre, bisogna correre, sui tranvai, sulle ferrovie, sui piroscafi o sulle biciclette; bisogna volare col pensiero sui fili elettrici e sulle colonne del giornale ...
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Il colore del tempo (pagina 36)
di Federico De Roberto (estratti)
... I deterministi, sostenendo che l'uomo non è capace di fare ciò che vuole, o meglio che egli vuole ciò che deve volere, che la sua libertà è illusoria, che tutti i suoi atti e tutti i suoi pensieri sono rigorosamente prescritti, alimentano la sfiducia generale, una sfiducia fatale ...
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Il conte di Carmagnola (pagina 5)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... — Chi son essi? Alle belle contrade Qual ne venne straniero a far guerra Qual è quei che ha giurato la terra Dove nacque far salva, o morir? — D'una terra son tutti: un linguaggio Parlan tutti: fratelli li dice Lo straniero: il comune lignaggio A ognun d'essi dal volto traspar ... Questa terra fu a tutti nudrice Questa terra di sangue ora intrisa, Che natura dall'altre ha divisa, E ricinta con l'alpe e col mar ... Perché tutti sul pesto cammino Dalle case, dai campi accorrete? Ognun chiede con ansia al vicino, Che gioconda novella recò? Donde ei venga, infelici, il sapete, E sperate che gioia favelli? I fratelli hanno ucciso i fratelli: Questa orrenda novella vi do ... Tutti fatti a sembianza d'un Solo, Figli tutti d'un solo Riscatto, In qual ora, in qual parte del suolo, Trascorriamo quest'aura vital Siam fratelli; siam stretti ad un patto: Maledetto colui che l'infrange, Che s'innalza sul fiacco che piange, Che contrista uno spirto immortal! ATTO III SCENA I Tenda del Conte ...
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Il conte di Carmagnola (pagina 7)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Soldati e duci Tutti sono per lui, l'ammiran tutti, Nessun l'invidia; a sommo onor si tiene Bene obbedirlo; e in questo sol v'è gara Che ad essergli secondo ognuno aspira ... — Voce sì cara e riverita in prima, Che forza avrebbe in lor poscia che udita L'hanno in un tanto dì, che forza avrebbe Se proferisse mai quella parola, Che in core han tutti — la rivolta? Guai! Che più? — gli udimmo pur — come de' suoi, E nel pensiero de' nemici in cima ... Essi armati, e sol essi; avvezzi tutti A prodigar la vita, a non temere in periglio, ad amarlo, e delle imprese A non guardar che la speranza, alfine Più ch'uomini nel campo: ah! se fanciulli Non fosser poi nel resto, ed i sospetti Facili a palesar come a deporli; Se una parola di lusinga, un atto Di sommessa amistà non li volgesse A talento di quel che l'usa a tempo; A che saremmo? ubbidiria la spada? Saremmo ancora i Signor noi? PRIMO COMMISSARIO Sta bene ... MARINO Io parlo in nome Di tutti lor ...
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Il diavolo nell'ampolla
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... — Mulattiere! Al vicino, che gli chiedeva del suo servizio, rispose con l'impeto d'una coscienza aperta a tutti i doveri e a tutti i pericoli della carica ... Non tutti eran del suo parere, e sorse una discussione; della quale approfittò l'amico, che stava in piedi, per andar a un posto, in fondo alla carrozza ... E poi volgendosi alla donna dirimpetto a lui: — Se tutti fossero galantuomini come Carlino, la guerra non ci sarebbe ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 14)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Eppure egli non era stato nè più fatuo nè più corrotto di tutti gli altri ... Ma come tutti gli altri aveva riposta la felicità nella falsità delle illusioni, dei desideri, dei piaceri, delle passioni ... Ah Ferdina! Ferdina! Proprio così: volersi bene senza pretendere dalla vita più di quanto la vita può dare; e più si vuol bene, e più se ne vorrebbe, e s'è più contenti! Dopo una pausa, pur china sul lavoro e senza badare che egli aveva socchiuso gli occhi, la ragazza soggiunse: — E quando s'è contenti si vorrebbe veder contenti tutti; fa dispiacere che chi è buono come noi, più di noi, debba soffrire ... Nelle brevi soste al Caffè Vecchio, dal tabaccaio nel Borgo, nella farmacia di San Rocco, non era solito ammonire che a consolazione della vita bisogna mirar in alto? Ora a vederlo prendere su da terra un chiodo tutti l'avrebbero accusato di contraddizione ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 23)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Tutti riconoscevano un po' sè stessi in quell'asino (siamo al mondo per soffrire); ma la virtù del saper soffrire è così rara negli uomini che diveniva amena a vederla in un animale di quella sorta ... Certo: bastava informarli di questo proposito che aveva in mente, e tutti si darebbero d'attorno per aiutarlo ... Con quanta ira potè elevò il bastone, e sembrò sfidar l'aria; e tendendo l'altro braccio, per allargare la minaccia alla vastità della scena, urlò con quanta voce potè: — Lasciatemi stare! Il fiume è di tutti! Qui sono e qui sto; qui voglio morire, se chi può non mi aiuta! Diteglielo! — urlava ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 24)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... atto di disperazione, e chiese: — Aveva famiglia? — Chi? — L'asino? Rispose uno: — Aveva dei parenti, ma son tutti benestanti, e non dimanderanno sussidi; stia pur tranquillo! E alla Camera del Lavoro il segretario esilarò i compagni, che vi riposavano e conversavano, esclamando: — Poco male se a Sugnazza gli è morto l'asino ... Con i quattrini che ha risparmiato a far il crumiro si comprerà un camion! Quanto al cliente che fin dal mattino aspettava la sabbia da Sugnazza, non vedendolo arrivare e imparando il perchè, fece quel che avrebbero fatto tutti nel suo caso: andò in cerca d'un altro birocciaio che, come quello, non stesse alla tariffa della Lega ... Io vado a ranocchi; ma adesso tutti son signori, e non ne vogliono ... Noi siamo stati disgraziati tutti e due, uno per causa dell'altro ... Conquise tutti i giudici, superò tutti gli avvocati di Burgfarrubach; e naturalmente non rimosse più di là lo strumento della sua fortuna: attese a convertire in belle monete d'oro i cavilli, gl'inganni e le cabale della legge ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 25)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... Ond'ebbe paura di morire; ebbe il dubbio d'andar lui, invece del frate, a sgambettare tra le grinfe del diavolo sovrano di tutti i diavoli; e con un febbrone addosso si mise a letto ... Inutile dire come questa fu lunga e scrupolosa; basti sapere che all'ultimo il peccatore disse: — Padre reverendo: in salvezza dell'anima mia lascio al vostro convento il frutto di tutti i miei guadagni, leciti e illeciti ... Da uomo prudente gli bisognò tuttavia consultare i suoi monaci che, confessandoli lui stesso, sapeva tutti savi ... Tutti furono di opinione che l'eredità si accettasse; ne avevan gran bisogno; e quanto alla boccia, si rimettevano all'antico senno del priore e alla pietà divina ... Bontà di Dio! Che precipizio! che salti mortali! Quando i fraticelli furono ritornati dalla città e li ebbe confessati tutti, il priore non seppe più quale scegliere per la funzione dell'esecrata ampolla ... Tutti erano caduti, e come! Ah l'umana miseria! Ah la potenza del Demonio! Tutti precipitati, tutti! E ciascuno rispondeva alle rampogne: — I fratelli vittoriosi mi aiuteranno a risollevarmi ... Orribile! Al diradar del fumo, esterrefatti, videro, tutti i frati videro il lor priore che si contorceva in una convulsione, al suolo; gli occhi fuor dell'orbita; la bava alla bocca; invasato ...
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Il diavolo nell'ampolla (pagina 26)
di Adolfo Albertazzi (estratti)
... E tutti i monaci gli si fecero incontro con riverenze e benedizioni ... Poi, fatti sedere intorno intorno tutti i frati, il dottore incominciò: — Narra Erodoto di Alicarnasso, dai latini erroneamente detto il padre della storia, che gli antichi Egizii ... E — laus Deo! laus Deo! — tutti si inginocchiarono ed elevarono braccia e voci in rendimento di grazie al Signore ... Come se nulla fosse accaduto! Come se a colui non importasse nulla del gaudio che rianimava tutto il convento, dell'esultanza in cui tutti i monaci furono concordi quasi per una comune resurrezione! E allora sdegnati, essi non videro più nel dotto di Koenisberga l'angelo salvatore ma lo strumento involontario, inconscio, indegno della Provvidenza; e tanta era la foga che egli metteva a seguitar con la fastidiosa discorsa, che dubitarono lo spirito maligno si fosse trasferito dal priore in lui ...
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Il fiore (pagina 7)
di Dante Alighieri (estratti)
... LXXXVII
Amore Amor sì disse: «Per cotal convento, Falso–Sembiante, i·mmia corte enterrai, Che tutti i nostri amici avanzerai E metterai i nemici in bassamento ... LXXXIX
Falsembiante «I' sì mi sto con que' religïosi, Religïosi no, se non in vista, Che·ffan la ciera lor pensosa e trista Per parer a le genti più pietosi; E sì si mostran molto sofrettosi E 'n tapinando ciaschedun acquista: Sì che perciò mi piace lor amista, Ch'a barattar son tutti curïosi ... XC
Falsembiante «E' sì vanno lodando la poverta, E le ricchezze pescan co' tramagli, Ed ivi mettor tutti lor travagli, Tutto si cuoprar e' d'altra coverta ... XCIX
Falsembiante «Sed e' vi piace, i' sì m'andrò posando Sanza di questi fatti più parlare; Ma tuttor sì vi vo' convenenzare Che tutti i vostri amici andrò avanzando, Ma' che comeco ciascun vada usando; Sì son e' morti se no'l voglion fare; E la mia amica convien onorare, O 'l fatto loro andrà pur peggiorando ...
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Il fiore (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)
... CXVIII
Falsembiante «Vedete che danari ànno usorieri, Siniscalchi e provosti e maggiori, Che tutti quanti son gran piatitori E sì son argogliosi molto e fieri ... Ancor borghesi sopra i cavalieri Son oggi tutti quanti venditori Di lor derrate e aterminatori, Sì ch'ogne gentil uon farà panieri ... CXIX
Falsembiante «Chi se 'n vuol adirar, sì se n'adiri, Chéd i' vi pur conterò ogne mio fatto, S'i' dovess' esser istrutto intrafatto, O morto a torto com' furo i martìri, O discacciato come fu 'l buon siri Guiglielmo che di Santo Amor fu stratto: Così 'l conciò la moglie di Baratto, Però ch'e' mi rompea tutti mie' giri ... Tanto facciàn co·nostro tradimento Che tutto 'l mondo à preso co·noi guerra; Ma tutti gli mettiamo a perdimento ... Da ch'e' ci avrà di ta' morse' serviti, No·gli bisogna di far gran disdetti: Dica che giuoco, e giuoc' a tutti 'nviti ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 2)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Raimondo si era dato senza risparmio, alla cieca, come tutti gli uomini di profondo sentire, che il raziocinio e l'altre doti dell'intelletto debbono mettere intieramente a servizio di gravi occupazioni, di assiduo lavoro mentale ... Fior di conio, dicono i numismatici; che bisogno c'è egli d'un fior d'ideale? Ma non tutti la pensano così, non tutti sentono a quel modo ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 5)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — La signora Livia fece un bel gesto d'invito a tutti gli altri, perchè volessero seguire la marcia come credessero meglio ... Si era tutti amici vecchi di casa, perciò in gran confidenza; ed alcuni fecero l'atto, non ammesso dai manuali dell'etichetta, di offrirsi il braccio tra uomini ... Quanto a dedurne che sia per maggiore esperienza della vita, non ne credete niente; e vecchi e giovani son tutti ragazzi ad un modo ... Il nome, di quella bellezza, di quella grazia incantevole, doveva egli proferirlo? Non era già pronto a scoccare, sulle labbra di tutti? Animo, via, lo dicessero pur tutti con lui, senza timore di guastargli la chiusa, lo dicessero tutti a gara, quel nome grazioso, “quel nome caro ai Veneziani„ della signora ... E qui una sospensione, che permetteva a tutti di prorompere in coro: “Livia Zuliani„ ... Ed anche, sorridendo sempre e ringraziando, dovette ripetere la cerimonia con tutti ... Levò allora il suo calice, e così prese a parlare, con intenzione d'esser solenne: — Signore e signori, onde questa casa è onorata, auguro a tutti voi che il nuovo anno sia lieto, come furono a me i sette che lo hanno preceduto ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 6)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... È perchè i voti del capo d'anno sono privilegiati su tutti, io ti auguro con maggior fede una sposa degna di amore e di stima ... Son tutti amici, qui, d'antica data, e strettissimi; gradiranno ch'io parli come penso ... Perchè poi un poema? Ci sono tanti poemi brutti! e tanti altri mediocri! Ma il paragone, antico oramai, doveva essere stato fabbricato nel tempo che di poemi, in Italia, si conoscevano soltanto i divini, quei tre che tutti sappiamo; dopo i quali, chiudi e sigilla, che il conto è fatto ... — Anch'io, sicuro, e tutti quanti siam qui, a volerti bene ... Tutti, col calice in mano, gli ripetevano la medesima frase ... Ma era dunque una congiura? un colpo premeditato? — Lo senti? Te lo dicono tutti in coro; — gridò Raimondo Zuliani, ridendo a più non posso ... Accettò dunque l'invito, come se fosse stato un comando; levò il suo calice, lo vuotò fino all'ultimo sorso, e rispose con accento risoluto: — Sia, poichè tutti lo vogliono; mi pentirò ... — Ebbe naturalmente un applauso da tutti; e dopo l'applauso un premio speciale dal Gregoretti ... Mentre tutti incominciavano a mettersi in moto, la signora Livia ebbe agio di tirare il marito in disparte ... Credi tu che possa venire in mente a qualcheduno di rapirtela? Quanto alle signore Cantelli, potrebbe servire il cavaliere Lunardi? O il signor Telemaco? Mi paiono tutti e due morti dal ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 11)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Così, grandemente soddisfatto di sè, dormì quella notte veramente di gusto, sognando di aver tutti dalla sua, la signora Eleonora e il banchiere Anselmo, e di unire in matrimonio quell'angelo della signorina Margherita col suo caro Filippo, col suo dolce pupillo, col suo fratello minore ... — Tutti debbono amarla, vedendola; ma uno è destinato ad amarla per tutti, avendo occasioni di avvicinarla, e ragioni di piacerle ... La buona signora, che tutti credono così orgogliosa, così piena di sè, è nel fatto una donna di gran buon senso, semplice di gusti e dotata di un ottimo ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 20)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Infine, la cara Margherita imparava in breve ora tante belle cose, che accrescevano maravigliosamente la sua stima per Filippo Aldini; e beveva frattanto a stilla a stilla, assaporandolo, il più dolce tra tutti i veleni ... Le cose andavano; erano tutti di buon umore, quella sera, nel palco Zuliani, perfino la signora del luogo; e quando l'Aldini prese congedo, un altro giorno era felicemente sbarcato ... Di qui, prendendo le mosse, Raimondo scivolò presto nella politica, che era il suo forte, o il suo debole, e passò in rassegna tutti gli stati, continentali o insulari che fossero, dell'orbe terracqueo ... Ti amano tutti; perfino la signora Eleonora, non sa parlarmi più d'altro che di te ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 22)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Quanto a me, li ho tutti per gentilissimi ... — Ho detto di non saper fare alcuna differenza tra lui e tutti gli altri ... Contento di quello che ha fatto lui, della qual cosa io non vorrò dargli torto, darebbe moglie a tutti,, e prima di tutti al suo conte Aldini ... Il conte Aldini, nei primi tempi del suo soggiorno a Venezia, si era veramente un po' sparpagliato, cantando come si suol dire a tutti gli usci, e aveva fatto parlar molto di sè; poi a poco a poco si è raccolto, si è fatto più serio, vorrei dire perfino misterioso, vero tipo del beau ténébreux dei vecchi romanzi francesi ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 25)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... — Non è l'opinione di tutti, — notò la signora Eleonora ... — Ed io, — ribattè Raimondo, — non so di tutti, nè di pochi; so questo soltanto, che nessuno, intenda bene, nessuno al mondo, può pensare di Filippo Aldini diversamente da me ... Pensieroso, malinconico, sì, un poco, e diciamo pure più del bisogno; ma è il suo naturale, e non occorre cercarne altre cagioni men belle; è pensieroso e malinconico, se mai, come tutti coloro che pensano e sentono, come, tutti coloro che aspettano qualche cosa, che so io? il loro astro sull'orizzonte ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 31)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Dovevano tutti infiammarsi, andarne in visibilio come lei, e primo frattanto il cavaliere Lunardi, che le sedeva vicino ... Ha delle sventure? Poveraccio, gli si apre una colletta, e la figlia del senatore Brabanzio ci mette magari tutti i ducatoni che le hanno regalati per Ceppo ... — Eh, lo pensavo ben io! — gridò il cavaliere, dopo aver guardato per tutti i versi il gioiello ... E poi, quando fu sparito dalla mostra, lo avrebbero tutti voluto, il capolavoro costoso ... Dico tutti per iperbole; saranno poi stati tre ... Che idea stramba era venuta in mente al cavaliere Lunardi, con la sua arguzia sul caso di Otello, e, peggio ancora, sulle massime di Petronio Arbitro! Del resto è sempre così, nei salotti; quando vien fuori un tema antipatico, non c'è caso che nessuno se ne voglia staccare; ed è proprio come quando siete afflitto da un fignolo, o da altra noia consimile, che tutti sentono il bisogno di farvi carezze, e ci dànno allegramente del dito ...
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Il ponte del Paradiso (pagina 48)
di Anton Giulio Barrili (estratti)
... Margherita, poi, era bella a tutti i modi, e cara in tutti gli aspetti ... Siano come si vogliono, Ella si lasci dire per intanto che in casa mia sono tutti incantati di Lei; mia moglie, mia figlia, mio figlio ... Stamane, dato il tempo necessario alle accoglienze “oneste e liete„, han tutti incominciato a tessere il suo panegirico ...
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Il servitore di due padroni (pagina 2)
di Carlo Goldoni (estratti)
... No fazzo per dir, ma alla mia locanda, tutti se contenta ... PANTALONE Aspettè; vegnimo tutti ... TRUFFALDINO Fazz umilissima reverenza a tutti lor siori ... Tutti fanno degli atti di ammirazione) Tornemo a nu ...
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Il servitore di due padroni (pagina 5)
di Carlo Goldoni (estratti)
... TRUFFALDINO Co no la vol altro, che informazion dei fatti mii, la vada a Bergamo, che tutti ghe dirà chi son ... Come diavol òia da far? Tutti do no li posso servir ... No? E perché no? No la saria una bella cossa servirli tutti do, e guadagnar do salari, e magnar el doppio? La saria bella, se no i se accorzesse ... Animo; andemo alla posta per tutti do ... SILVIO Sì, tutti credevano, ch'ei fosse morto; ma stamane giunse vivo, e sano in Venezia per mio malanno, per mia disperazione ... FLORINDO (Dunque non restò ucciso, come tutti credettero nella rissa!) (da sé) SILVIO O egli, o io abbiamo da rinunziare agli amori di Clarice, o alla vita ...
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Intrichi d'amore (pagina 28)
di Torquato Tasso (estratti)
... Ecco quanto iova la resoluzione fatta pe noi autri Segnori de Napole, ca quasi tutti professamo de parlare alla spagnola, e facimo moto bene: prima pe mostrare a Sua Maestà l'affezione granne ca portamo alla nazione pe respetto suo; e appriesso, poi, ca pe quante lingue ha l'ommo, pe tant'ommeni vale ... FRANCESCHETTO Adesso non ho mostaccioli, poi che quelli che mi diede la Signora madre me gli ho magnati tutti tutti ...
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L'amore che torna (pagina 5)
di Guido da Verona (estratti)
... tutti ... Ed ecco, ridendo, scuote la testa come per scacciarne la tristezza e segna con la mano intorno: — Perchè tutti questi fiori? — Per voi, per farvi un poco di festa ... Abbraccia tutti i fiori con un gesto largo e dice: — Belli! Poi, di sùbito, volgendosi a me, con la bocca schernevole: — Come sta la vostra fidanzata? — La mia ... — Certo; perchè no? — Ebbene: è la verità, o almeno una parte della verità, quella che tutti sanno ...
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L'amore che torna (pagina 25)
di Guido da Verona (estratti)
... Siccome a Terracina era giorno di mercato, molte persone, quasi tutti mercanti e sensali, ingombravano l'atrio della stazione ... Usciti su la piazza, ci serrammo tutti e tre nel barroccio angusto; quando la borsa fu legata dietro, diedi un colpo di frusta e la cavalla partì di buon trotto ... Io possiedo tutti i vizi al massimo grado ... Fumo enormemente, bevo molto vino, molti liquori, amo le rarità gastronomiche tanto quanto le rarità femminili, giuoco a tutti i giuochi, bestemmio per abitudine come ogni buon napoletano, son pigro, maligno, dispettoso, impaziente ...
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L'amore che torna (pagina 26)
di Guido da Verona (estratti)
... Appena fui pronto scesi, e lo trovai occupato a discorrere con Lazzaro, che lì presso, con un paio di forbici, coglieva tutti i fiori delle aiuole gettandoli dentro un paniere ... — Che santo è oggi? — Tutti i santi, signore ... Le donne vengono da tutti i dintorni, e molte scendono anche dalla montagna, recando i canestri pieni, che poi rovesciano davanti all'altare ... — Bah! — risposi con millanteria, — la vita è una avventura di tutti i giorni: qualche santo provvederà! — Bene, spera nei santi, se hai fede ...
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L'amore che torna (pagina 29)
di Guido da Verona (estratti)
... Intorno tutti i colori sfoggiavano, componendo in una maraviglia unica la loro molteplice diversità ... Pareva che una schiera di uomini scorazzanti avesse invasi tutti i giardini, disfatte le aiuole, vuotate le serre, depredati gli orti, mietuto nelle campagne, tagliato nelle selve, divelto dall'argine dei fiumi, nel grembo delle valli e su l'aprica montagna per raccogliere in quella piazza tutto ciò che la primavera ed il sole avevano saputo esprimere di colorito e di olezzante dalla instancabile generazione della terra ... Il boscaiolo era venuto con i mughetti, le cesarelle, i gigari, gli allori, l'abbracciabosco, i gerani di bosco e la barba di bosco; il falciatore con l'erba cipressina, l'erba di vinca, l'erba trinità; le seminatrici coi fiordalisi, le spadacciole, i cinquefogli, e dalla montagna erano scese le pastorelle, dai paschi le pascolatrici, portando, insieme coi bucaneve solitari, le genziane di tutti i colori, le belledonne dei semplici e le araldiche insegne dei gigli fiorentini ... Tutti questi fiori, e gli altri mille cui non era possibile riconoscere un nome, parevano irradiare nell'aria circostante i riflessi dei loro infiniti colori, aspirando ad essere più belli della loro bellezza ed avendo singolarmente una diversa guisa di vivere e di morire ... «Il suo Regno è un Regno di tutti i secoli — la sua Signoria vive per ogni età ... Allora tutti gli occhi dell'ansiosa moltitudine si rivolsero alle mani del celebratore ... » E coloro che avevano seminato a piene ciòtole nei solchi fervidi e nei prati maggesi, coloro che avevano potate le viti, mondata la canape, veduto mignolar gli ulivi, coloro che avevano una vacca sterile, od il frutteto invaso dal mal del verde, od i prati aridi, od i virgulti restii dal germogliare, tutti coloro che ...
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L'amore che torna (pagina 37)
di Guido da Verona (estratti)
... — Oh, mio caro, so che parlate per burla! — No, davvero! E voi stesso, come tutti, almeno cento volte nella nostra vita sarete pur venuto a qualche transazione con la vostra coscienza, senza darvene forse un conto esatto; mentre io, fin dal principio, ebbi il coraggio di rassegnarmi a queste necessità inevitabili ... Sentitemi bene: il prete, il ladro, il questore, l'usuraio, il mezzano, lo Stato e la classe innumerevole degli avventurieri, ecco, in tutte l'epoche, presso tutti i popoli, i leoni ... — In genere — dissi, — i filosofi vanno accettati senza discuterli, perchè a modo loro, han tutti ragione ...
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L'amore che torna (pagina 52)
di Guido da Verona (estratti)
... A te invece non rimane che questo rimedio, poichè ti giudico refrattario a tutti gli altri ... — Sei bizzarro anche tu! Guarda: oserei dire che non ho preso moglie, solo perchè tutti, con una insistenza esasperante, mi spingevano al matrimonio ... Tutti gli altri hanno indistintamente un valore, che bisogna stimare con scrupolo, sfruttare con intelligenza ... Un certo rincrescimento nel vedere un uomo come te ridotto alle meschine angustie della gran fauna borghese, una simpatia spontanea da uomo ad uomo, un bisogno quasi di paternità che m'invade con il crescere degli anni, ed ancora, che vuoi? la inguaribile malattia di tutti i maestri: quella di far discepoli, per non aver studiato invano questo grande problema della vita, la quale è un grande libro di chiromanzia, pieno di molta saggezza per chi vi sappia leggere ... Roma si ripopola dei reduci dalle circostanti villeggiature e si prepara, come fa tutti gli anni, a divertire gli ospiti con molte chiassate ...
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L'amore che torna (pagina 55)
di Guido da Verona (estratti)
... il suo nome a grandi lettere, i fotografi la vollero fotografare, i manifesti, le illustrazioni divulgarono la sua bellezza, e tutti i donnaiuoli, i gaudenti, gli «snobs» vecchi e giovani si misero in caccia furiosamente per giungere sino a lei ... V'era pure l'attrice Grévier, la sua maestra, ed un andirivieni continuo di molte persone, uomini e donne, comici ed amiche d'arte, che insieme tutti parlavano, preparavano, consigliavano, standole intorno, considerandola già una loro preda ... Uscii fuori, camminai verso la scena, in disparte da tutti, e la vidi, la intesi, la seguii con ansia in ogni suo movimento, finchè un applauso ruppe il lungo silenzio della sala ... Ella rideva, rideva di tutto, con tutti, un po' ebra del suo trionfo, ed ogni tanto mi guardava come per sorprendere i miei pensieri ... Sei di tutti quelli che vanno in visibilio quando solo appari su la scena ...
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L'amore che torna (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)
... quelle rose fresche erano belle assai!» E l'ho invidiato un momento, come invidiai tutti gli uomini che sposarono una donna bella ... — Certo, — risposi leggermente; — vicino a questo, come a tutti gli altri pericoli, a tutte le altre tentazioni della vita ... Tutti e tre furon meco di una cortesia squisita e mi domandai se al mondo val qualche volta la pena di avere scrupoli, visto che, nei rispetti sociali, l'onestà e la disonestà, il sentimento e la commedia del sentimento, son cose che in fondo non presentano alcun divario ben definito ... Le sue spalle, il suo petto, biancheggiavano nella penombra del palco ed avevano in sè qualcosa di rigogliosamente maturo: il fiorire della fanciulla ch'è divenuta donna e conosce ormai tutti i secreti voluttuosi dell'amore ...
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L'amore che torna (pagina 85)
di Guido da Verona (estratti)
... cavallo prese male il salto, inciampò contro un sasso e rotolarono giù tutti e due: lui sotto ... Tacqui, perchè tutti mi osservavano con quello sguardo che pare un sorriso, con quell'attenzione fredda e scrutatrice che vi si figge addosso e vi penetra come una lama, quando c'è, fra molti amici, un secreto ambiguo che non possa dirsi per rispetto a voi solo ... A me pareva che tutti nascostamente pensassero: «Proponiamo Guelfo! ... In quella luce ambigua, in quell'aria tepida, ventilata da qualche alito intermittente, come soffi di primavera nell'estate, sotto il cielo ancor rosso e tra la pallidezza dei lampioni, tutte le forme, tutti gli avvenimenti mi si vestirono d'irrealità ...
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L'arte di prender marito (pagina 2)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Lo erano tutti quanti, o per essere più precisi, vi era in tutti una pagina galeotta; quella cercata, quella letta e riletta con crescente fascino, con insaziata curiosità ... Eppure aveva dieci, cento, mille amanti, che amava ad uno ad uno e poi raccolti tutti in un esercito, che metteva l'uno contro l'altro, l'uno accanto all'altro; facendone dei rivali o degli avversari ... Il medico andò in collera colla mamma, perchè non aveva già detto tutto alla figliuola, e lanciò una filippica lunga, eloquente, persuasiva contro il mal vezzo di tener le fanciulle nella più oscura ignoranza, mostrando tutti i danni, che ne vengono alla salute del corpo e a quella dell'anima… ... Tutti credono di sapere il perchè di questo gusto particolare di tutte le fanciulle e darebbero dell'imbecille a chi dicesse di ignorarlo ...
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L'arte di prender marito (pagina 3)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... E su Enrico si appoggiarono tutti gli incerti desiri, tutti i sogni di Emma; e in lui, senza avergli mai parlato, senza averne neppure di lontano udito la voce, cercò l'uomo ... Non solo amava lui, perchè lo trovava più bello, più simpatico, più intelligente di tutti gli altri uomini; ma amava gli studenti di medicina e i medici, perche avevan dei rapporti con lui ... A tavola, nelle conversazioni della sera, trovava sempre modo di condurre il discorso su argomenti di medicina e voleva sapere quanti anni durassero gli studii universitarii per conseguire il diploma di dottore e si informava dei medici, più celebri della città e voleva sapere i nomi di tutti i professori della Facoltà medica ... * * * Oh perchè mai non si possono conservare per l'autunno dell'età adulta, per l'inverno della vecchiaia, tutti quei fiori, che ci sorridono sul capo, fra i piedi, che ci accarezzano il volto da ogni parte, quando attraversiamo la primavera della giovinezza? Almeno di quelli che fioriscono nei giardini e nei campi i profumieri sanno distillarci essenze, che si chiudono in barattoli, e che di lontano ci richiamano il prato e il giardino; ma di quelli altri fiori, che si chiamano l'innocenza, l'amore, la spensieratezza, che sorridono e imbalsamano l'aria, chi ci serba l'essenza? Di quei pianti senza dolore, di quelle lagrime senza amarezza, che brillan nell'alba della vita, come gocciole adamantine di rugiada e che così facilmente si alternano colle sonore e squillanti risate, qual fonografo ci serba le delizie e gli incanti? Non rimpiangiamo l'impotenza del profumiere e del fonografo!—Nulla muore di ciò che nasce, e solo gli atomi nell'eterna ridda d'una vita che non posa mai, mutano forme e armonie ...
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L'arte di prender marito (pagina 11)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Riuniti tutti sulla piazza di Cannero alle sette del mattino si strologava il cielo per sapere se si dovesse partire o restare a casa ... I ciuchi coi ragazzi e le signore davanti, i giovanotti, e gli uomini a piedi con tanto di alpenstock, come se si dovesse salire il Monte Bianco, e dietro a tutti la buona Janna, che portava sulle sue spalle di bronzo la gerla piena di viveri ... Tu, Emma mia, ti ricordi di certo più di me, i buffi incidenti della nostra gita, ch'io ti ho ricordato soltanto per rivivere un'ora con te e per rammentarti l'ultima scena, la più comica fra tutte, quando finita la merenda, si volle accendere il fuoco sotto un grosso castagno, per farvi cuocere delle bruciate e mangiarle calde calde là su quell'erba molle, che aveva tutti i profumi autunnali del monte ... Tutti accovacciati intorno a quel focolare: chi soffiava, chi faceva riparo col suo corpo a un venticello impertinente, perchè tutto quel fumo si cambiasse in fiamma; ma tutti i nostri sforzi insieme riuniti a nulla approdavano ... Quando si raccolsero le sparse membra e i kiökkenmoedings della nostra merenda per ritornare a casa; prima di scendere dall'altipiano si guardò tutti con un moto unanime e involontario al nostro fuocherello acceso invano e i pessimisti esclamarono: —Fuma ancora! * * * Io ti ho ricordato questa nostra gita, che di certo non hai dimenticata, per dirti, che il marito brontolone è in tutto eguale a quel nostro fuocherello, che abbiamo acceso sul prato di Vigiona e che non dava che fumo ... E se gli chiudi la bocca, perchè non sputi, la saliva amara gli si accumula in bocca e gli fa groppo alla gola e allora, poveri noi, invece di uno sputo, avremo una mitraglia di tutti gli escrementi morali, che secerne un fegato itterico, un cervello malazzato ...
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L'arte di prender marito (pagina 12)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Tutti hanno paura di dire il vero, se il vero è brutto; mentre poi molti hanno invidia della felicità altrui, e perciò esagerano i difetti od anche li inventano ... Ecco ciò che mi ha insegnato la mia lunga esperienza: L'avaro o il candidato all'avarizia, anche nella più semplice e fredda conversazione, sottolinea sempre tutte le parole e tutti i numeri, che si riferiscono al denaro, ai capitali, alla ricchezza in genere e sotto tutte le sue forme svariate ... Ma che si celia?—Un milione! Il sogno diurno e notturno di tanti milioni di bipedi implumi; il prurito eterno di tanti operai della grande officina umana, il sole di mille e mille pianeti e pianetucoli; il Dio, a cui tante e tante creature portano in tributo la loro viltà, il loro ingegno, la loro dignità; tutti gli affetti di figlio, di padre e di cittadino ... * * * L'avaro, quando vede una bella cosa (fosse pure un oggetto d'arte), s'informa subito quanto sia costata o domanda a sè stesso quanto potrà costare; perchè di tutti i valori, che può rinchiudere un oggetto qualsiasi, il suo prezzo è per lui ciò che più lo interessa ... Tutti i problemi della vita, tutte le questioni politiche e sociali, tutti gli incidenti e gli accidenti degli individui e delle nazioni sono per lui foderati da una questione di denaro, e là ferma il suo sguardo e là dirige i suoi sguardi e le sue meditazioni ...
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L'arte di prender marito (pagina 15)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Non tutti i fannulloni sono di questa ideale perfezione, ma anche i fannulloni volgari sono insopportabili e spandono intorno a sè una nebbia di noia, che smorza ogni fuoco d'entusiasmo, che appanna ogni luce di poesia ... Oso dire per lunga esperienza, che il marito fannullone è il peggiore di tutti i mariti ... Si dice tutti i giorni che siamo tutti eguali, e menzogna più bugiarda non fu mai pensata da cervello umano, e lo vo ripetendo in ogni mio libro, come la mia Delenda Carthago ... Anche nei nostri tribunali sta scritto, che tutti sono eguali davanti alla legge; ma siccome i giudici non possono leggere quelle parole, perchè sono scritte dietro le loro spalle, non hanno l'obbligo di ricordarsene sempre ...
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L'arte di prender marito (pagina 18)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... avidamente coll'ansia voluttuosa di una lunga sete? Per me tra tutti i profumi quello è il più caro, il più simpatico, il più penetrante ... L'amore alla terra è il più salubre, il più caro degli affetti, e tu, coltivandolo nel tuo compagno, farai opera santa, e portando nella casa del contadino le tenerezze del tuo cuore di donna e mettendolo a braccetto della scienza agricola di lui, farete più e meglio per il bene dell'Italia, che tutti i legislatori passati e presenti colle loro leggi sociali, che mi fanno ridere e che rimangono negli Archivii dei Parlamenti, come insigni monumenti del nostro arcadismo sentimentale, del nostro vaniloquio parlamentare e giornalistico; di quella falsa filantropia, che coll'elemosina o col rialzare o l'abbassare dei dazii d'entrata e d'uscita, crede o spera di risolvere il magno e terribile problema della questione sociale ... L'artista mediocre accusa tutti fuor che sè stesso della sua impotenza ... Ed egli porta in casa tutti questi parassiti che lo mordono, che lo pungono per ogni lato, e fa pungere da essi anche la moglie, anche gli amici e tutti quelli che lo circondano ... Quando siede nella poltrona delle amministrazioni ferroviarie, è un semplice impiegato, che rimane all'ufficio le sue sei o otto ore al giorno, porgendo alla moglie tutti i vantaggi e le noie del travettismo ... Anche Eiffel è un ingegnere, lo è il Lesseps; e passeranno tutti all'immortalità ed ebbero o avranno le loro statue ...
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L'arte di prender marito (pagina 19)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Essa era il mio angelo confortatore in casa, la mia alleata nelle opere pietose al di fuori, ed io ero benedetto per merito suo e per opera sua benedicevo la mia arte, così difficile, così oscura, così travagliata da tutte le miserie morali e da tutti i dolori fisici del povero bipede implume ... Tutti questi bacilli d'un mondo fisicamente o moralmente malato devono sparire in una società futura più sana e più morale della nostra ... Oh perchè mai con tante leggi draconiane, con tanti ostracismi ingiusti di incompatibilità parlamentari, non abbiamo ancora avuto un ministro così savio e così coraggioso da proporre l'esclusione degli avvocati dal Parlamento? Perchè? Perchè i ministri dell'interno son quasi tutti avvocati e i deputati sono in gran parte avvocati e il suicidio è un delitto! Eppure quella savia esclusione basterebbe a moralizzare l'ambiente parlamentare, a risanarlo e a prolungare la vita del nostro parlamentarismo tanto malato ... Ma io, tesorino mio, non devo parlarti dell'avvocato che come marito possibile; e gli avvocati son tanti e anch'essi hanno come tutti i galantuomini il diritto di prender moglie ...
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L'arte di prender marito (pagina 20)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Si può e spesso si deve mangiare il pane, anche se è cattivo, perchè il pane è necessario; ma l'arte è un oggetto di lusso e il lusso deve risplendere di tutti gli splendori del bello e del grande ... Una volta il fare un libro pareva a tutti impresa eroica ... Versi e giornali e romanzi pullulano nelle aiuole dei giardinetti arcadici o nei campi dell'analfabetismo universale e i bollettini bibliografici fanno volumi e la critica non ha neppur la fatica di mandare tutti questi aborti e questi parti immaturi al cimitero, perchè da sè stessi si uccidono e da sè stessi si seppelliscono ... Oggi si coltiva la scienza senza dimenticare che si è uomini, e che l'essere membri della società umana ci impone il dovere di essere puliti, cortesi con tutti, galanti colle signore ... Dovunque respira un uomo o sospira una donna il pensiero di tutti penetra e s'infiltra, e nessuno può fuggire a quella corrente, che circola lungo i fili telegrafici di tutto il mondo, che vibra in ogni pagina di libro o di giornale ... Ognuno di noi vive in tutti e un po' di tutti vive in noi ... Noi abbiam fatto penetrare nelle case di tutti la vita dell'umana famiglia, e senza distruggere l'individuo, ne abbiam fatto un membro vivo e palpitante di tutto l'organismo umano ...
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L'arte di prender marito (pagina 21)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Siccome la politica è l'arte di governare un paese, tocca tutto e tutti, e quindi un po' politici lo dobbiamo per amor di patria esser tutti; non fosse che nella modesta missione di elettore amministrativo ... E siccome la politica tocca tutto e tutti, ne viene anche, che essa va dall'uno all'altro polo delle umane energie; dal martirio dell'eroe alla forca del delinquente; dal cielo dell'angelo all'inferno del demonio; dall'arco trionfale alla galera ... In un Parlamento (fosse pure l'ultimo fra tutti) abbiamo confusi insieme briganti e soldati ... Parrebbe a priori, che il soldato deva essere il pessimo di tutti i mariti ... Abituato ad imporre e a subire una disciplina ferrea, vivendo sempre in un ambiente artificiale al di fuori della società, in cui tutti quanti respiriamo e camminiamo; festeggiato dalle donne, perchè rappresentante della forza e perchè vestito d'un'uniforme; costretto a mutare ad ogni tratto di guarnigione; egli dovrebbe essere un cattivo marito ... L'esperienza invece, che non ragiona, ma ci dà i frutti della natura, ci dice che il marito militare è l'ottimo tra tutti i mariti; sempre ad altre circostanze pari ... Cara e dolce mia figliuola, vorrei che tu dimenticassi tutti quanti i consigli, che ti ho dati fin qui per non ricordarti che di questo, che tutti quanti li domina dall'alto della sua importanza, che tutti quanti li abbraccia come una mamma, che in un solo amplesso si stringe al cuore tutti i suoi bambini ...
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L'arte di prender marito (pagina 24)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... all'amore portano tutti i tesori del sentimento, tutti gli ardori della passione, tutto ciò che sono, che sanno, tutto ciò che valgono; per cui anche i peccati delle donne son quasi tutti mortali, perchè sacrilegi fatti ad un Dio ... Molti dei loro peccati d'infedeltà, anzi quasi tutti, non sono che veniali ... Siate cortesi fra di voi e tu sii coi tuoi suoceri, coi tuoi cognati, con tutti i membri della nuova famiglia di un'amorevolezza piena di riguardi; senza buttarti ai nuovi affetti con prorompente imprudenza ... Un uomo può esser fiero di avere una moglie giovane e bella, di sentirla lodare da tutti per la sua coltura, per il suo spirito; di nessuna cosa sarà tanto orgoglioso, come di poter dire: —Mia moglie non sa mentire ...
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L'arte di prender marito (pagina 25)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Come ci sentiamo consolati di esser uomini e fieri, che una di queste rare creature adamantine sia nostra, tutta nostra! Qualcosa di simile si prova quando, dopo aver respirato per molti giorni l'aria umida, palustre, fangosa della pianura del Gange si sale sull'altipiano dell'Imalaia; bruciando tutti i miasmi, lavandoci dai brividi della febbre e dall'afa dei pigri letarghi ... Ma se fra quei fiori avrai intrecciato anche la sincerità, questa rimarrà fino all'ultimo respiro sempre fresca e sempre profumata, e tuo marito alzerà il capo superbo ad ogni volta, che davanti a tutti potrà dire: Lo ha detto lei! sinonimo di verità indiscutibile, sinonimo di un dogma, che non ha nè può avere miscredenti ... E così facciamo noi, quando in una volta sola soddisfacciamo a tutti i desideri, uccidendo la pianta che deve darci la gioia ... Un'altra più seria e ottima moglie e ottima madre di famiglia soggiunse: —Non tutti i fiori, nè tutti gli amori sono fragili e caduchi ...
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L'arte di prender marito (pagina 26)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Battè due o tre volte il ventaglio sul tavolino, quasi volesse chiamar l'attenzione di tutti su ciò che stava per dire: nè contenta di questo, aspettando il silenzio generale, si gargarizzò la gola con due o tre colpi di tosse, poi dall'alto esclamò: —Signori e signore; non so che cosa debbano fare gli uomini per conservare il nostro amore ... Siccome il fine del discorso però non veniva mai, da varie parti della sala sorsero domande impazienti: —Che cosa è dunque per voi il miglior antisettico dell'amore? Nuova pausa, nuovo batter del ventaglio, e poi dall'alto, anzi dall'altissimo: —Il disprezzo! Allora un vecchio venerando, che non aveva mai parlato, che aveva soltanto sorriso d'un sorriso volteriano a tutte quelle contese; un vecchio, che non era professore di psicologia, ma aveva sempre studiato uomini e donne con grande amore e grandissima indulgenza, disse: —Mi permettete di dire anche la mia? Se non altro ho vissuto più lungamente di voi tutti e ho veduto più uomini e più donne di tutti voi… ... —L'ottimo fra tutti i preservativi dell'amore, o signore amabilissime e riveriti signori… ... —È, è? —È il pudore! Tutti e tutte tacquero; chi per sorpresa, chi per subitanei ricordi di un passato già molto lontano, chi per il dolore di non capire… ... * * * Eppure, figliuola mia, quel vecchio era il solo fra tutti ad aver ragione, e quando tu sarai moglie e da qualche tempo, gli darai ragione ...
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La famiglia dell'antiquario (pagina 5)
di Carlo Goldoni (estratti)
... DORALICE In casa tutti si vestono, tutti spendono, tutti godono, ed io niente ...
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La favorita del Mahdi (pagina 13)
di Emilio Salgari (estratti)
... L'altro col fez è l'arabo Abd-el-Kerim: io li conosco tutti e due ... Il nubiano accese un pezzo di torcia resinosa e tutti e due entrarono con precauzione ... Il nubiano, ammazzati tutti gli scorpioni grigi che l'abitavano, i cui morsi sono pericolosissimi, s'accinse a correre al campo, prima che la notizia della morte di Notis si spargesse e che il pascià Dhafar s'impadronisse di tuttociò che conteneva la tenda ... —Essi sono là, dìss'egli con gioia feroce, tutti e due là, a portata della mia mano, a portata della mia vendetta ...
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La favorita del Mahdi (pagina 33)
di Emilio Salgari (estratti)
... Era da prevedersi che avrebbero assalita e distrutta la scorta per avere in loro mani l'almea, ma Omar vi punirà tutti, tutti! Si gettò in mezzo ai canneti, procedendo a salti, sollevando bande di pernici, di pavoncelle, di cornacchie e di superbi fenicotteri che fuggivano gridando maledettamente, e giunse a trecento passi dai primi tugul di Quetêna ... Le dirai, per ispaventarla, che gl'insorti hanno ucciso Dhafar pascià e tutti gli uomini che lo seguivano ... Tutti e due scesero dalla rupe e guadagnarono la barca arenata fra i canneti ...
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La favorita del Mahdi (pagina 44)
di Emilio Salgari (estratti)
... Tutti i barcaiuoli, ansiosi e un po' sgomentati, si precipitarono a tribordo coi fucili in mano, cercando di indovinare ciò che succedeva sulla riva sinistra ... —Mille saette, tutti a prua! urlò Daùd ... Tutti a prua, cani di barcaiuoli! —A prua! a prua! ripetè Fathma, che rispondeva bravamente al fuoco del nemico ... Gl'insorti, vista la darnas arenata, si erano gettati tutti in acqua fugando i coccodrilli a colpi di lancia e si arrampicavano a dozzine sui banchi sabbiosi portando seco enormi travi colle quali speravano di sfondarla ... Una trave avventata da quindici o venti uomini uniti, l'aveva percossa sotto la ruota di prua schiantando due o tre madieri; tutti i barcaiuoli, perduto l'equilibrio, caddero sul ponte fra le urla indescrivibili dei negri che non ardivano gettarsi in acqua ove nuotavano sempre numerosissimi coccodrilli occupati a rimpinzarsi della carne dei cadaveri ... Quando si rialzarono per accorrere ai remi un gridò d'angoscia sfuggì da tutti i petti ...
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La favorita del Mahdi (pagina 49)
di Emilio Salgari (estratti)
... —Fermi tutti! gridò l'almea ... Ah! cani di arabi! Tutti i ribelli si erano affollati attorno ad Abù-el-Nèmr urlando furiosamente ... Già un uomo si avvicinava con un tizzone per mettere fuoco alla pira, già i ribelli alzavano le lancie per saettare i corpi dei due prigionieri, quando si udì una voce tonante, imperiosa, gridare: —Fermi tutti! voi abbruciate la favorita di Mohamed Ahmed! Lo scièk Abù-el-Nèmr era improvvisamente apparso sul sentiero, portato a braccia da quattro guerrieri, I ribelli, nello scorgerlo col volto contraffatto dall'ira, e nell'udire quelle parole, si erano arrestati come pietrificati, guardando con occhi smarriti ora il loro capo e ora i due prigionieri che tendevano le braccia verso il salvatore ... Abù-el Nèmr con un gesto imperioso li fece cadere tutti in ginocchio col volto nella polvere ... Quasi tutti i villaggi che conducono a El Obeid sono occupati dalle bando di Mohamed Ahmed ...
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La favorita del Mahdi (pagina 52)
di Emilio Salgari (estratti)
... saremo tutti morti ... Orsù, non vi è da esitare; tutti sono pronti a fuggire ... Via tutti ... —Mano alle pistole! comandò l'almea che aggrappata alla criniera dell'impaurito corsiero, cavalcava in testa a tutti ...
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La favorita del Mahdi (pagina 64)
di Emilio Salgari (estratti)
... Siamo tutti perduti ... Se gli egiziani lo sanno siamo tutti morti ... I ribelli stanno per rompere il quadrato e scannare tutti i soldati ... Già stavano per precipitarli nel vuoto, quando una voce tonante, imperiosa, urlò: —Fermi tutti! Chi li tocca è uomo morto! Un guerriero riccamente vestito discendeva dall'alto della rupe con rapidità vertiginosa ...
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La favorita del Mahdi (pagina 65)
di Emilio Salgari (estratti)
... Kababich in uniforme bianca, di negri Megianin, di Aulad-el-Behr, di Hababin; ondate di Sennaresi, di Nubiani, di Arabi, di Scilucchi, di Basci-bozuk rinnegati, tutti armati chi di remington tolti agli egiziani nella sanguinosa battaglia di Kasghill, chi di moschettoni a pietra o a miccia, chi di lunghe spade dritte a due tagli, chi di scimitarre di tutte le lunghezze e larghezze, o di lancie, o di mazze, o di scuri, o di coltellacci, o di randelli ferrati ... Tutti quei guerrieri che parevano impazziti, si dirigevano di corsa verso le trincee che difendevano il campo dal lato meridionale e vi si affollavano confusamente sopra, urtandosi, atterrandosi, bisticciandosi per arrivare primi ... Li massacreremo tutti ... —Viva lo scièk Tell-Afab! urlarono tutti ... Il più profondo silenzio regnò come per incanto fra quella moltitudine di guerrieri accavallati sulle trincee: tutti gli occhi si fissarono attentamente verso il sud ... Dietro a lui si trascinavano con grandi stenti ventisei prigionieri egiziani, scalzi, laceri, insanguinati, tutti piagati e solidamente legati ...
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La favorita del Mahdi (pagina 66)
di Emilio Salgari (estratti)
... Tutti attorno a me! Sette od otto lancie, scagliate dagli insorti, caddero nel mezzo della zeribak ... Ogni qual tratto da quel gruppo di combattenti uscivan dei guerrieri tutti coperti di sangue, che dopo di aver barcollato rotolavano al suolo per non rialzarsi più ... Da cinque minuti la sanguinosa pugna durava, rianimata dall'arrivo di nuovi guerrieri ohe volevano «bere sangue egiziano», quando in lontananza si udì improvvisamente una voce metallica, imperiosa gridare: —Fermi tutti! Ahmed, nostro profeta, lo comanda ... —Fermi tutti!… Ahmed nostro profeta lo comanda! ripetè la voce metallica e imperiosa di prima ... Morremo tutti e quattro, lo so, ma assieme a noi morrà anche un buon numero de' tuoi scherani ... Alzò la mano dritta e indicando l'immensa pianura nella quale ondeggiavano e brontolavano minacciosamente le terribili orde del Mahdi, gli disse con voce tetra: —Guarda! Basta un mio cenno, uno solo, capisci, perchè tutti quegli uomini si gettino su te e sui tuoi ... Non tardò a diventare un fanatico missionario dell'islamismo e credette essere il suo compito quello di paralizzare e distruggere il potere degli europei che impedivano il commercio degli schiavi e comandavano al vicerè d'Egitto, di ricostruire l'antico impero arabo, di raggruppare attorno a sè tutti i credenti del profeta e di fondare una religione universale colla comunità dei beni ...
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La favorita del Mahdi (pagina 67)
di Emilio Salgari (estratti)
... Baggàra, Denka, Bongo, Scianghiè, Barabrà, Abù-Rof, Foriani e Arabi tutti accorsero sotto le sue bandiere e quando egli li ebbe assicurati che i cannoni dei nemici avrebbero vomitato acqua invece di fuoco e ferro, e che coloro che cadrebbero sul campo di battaglia salirebbero in paradiso, cominciò arditamente la ribellione ... Tutti volevano prender parte a questa guerra santa, tutti volevano combattere sotto gli ordini di un inviato di Dio ... Saputo che Aladin e Hicks pascià con 11,000 egiziani si avanzavano verso la sua capitale, il 2 novembre, alla testa di oltre duecentomila guerrieri movevasi ad incontrarli e li massacrava tutti a Kasghill ... Liberato il paese da tutti quei prepotenti che il 1876 l'avevano invaso o rovinato, il povero fakir, diventato terribile guerriero, si ritirava sotto El-Obeid dove lo troviamo attualmente nell'umile sua capanna ...
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La favorita del Mahdi (pagina 70)
di Emilio Salgari (estratti)
... Tutti credettero di vedere l'egiziano sventrato, ma ciò non accadde ... Per dieci minuti riuscì a tenersi lontano dal terribile animale che sollevava nubi di polvere galoppando furiosamente per tutti i versi, poi si arrestò cercando di tenergli testa ... Un grido di sorpresa sfuggì da tutti i petti ... La cosa era così strana che tutti credettero che quella improvvisa mancanza di forza dovesse attribuirsi ad un miracolo di Allàh ... Tutti a terra!
I guerrieri caddero col volto nella polvere ...
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La sposa persiana
di Carlo Goldoni (estratti)
... Videsi, dopo, passare di mano in mano copiata e ricopiata a tal segno, che pochi eran quelli che non l'avessero, tutti però scorretta, come l'avean potuta rapir di volo, e sempre più rovinata nel ricopiarla ... Ho inventata la favola di Persone d'un rango inferiore; un Finanziere, un Capitano sono i principali Soggetti: questi non eccedono il grado della Commedia, e gli altri tutti sono o inferiori, o dipendenti, o soggetti ... In un'altra de' 7 Maggio 1753, così mi scriveva il Signor Maffei: Le confido che ho fatto una solenne risposta al Concina, ed a quel suo libro nel quale afferma che l'arte è infame, e infami tutti quelli che hanno mano in Teatro, e che non debbono partecipare de' Sacramenti ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 6)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... a' magi, cioè d'una morte orrenda; imperocchè tutti gli autori si accordano che fusse percosso dal fulmine, ma son bene in contesa per quale errore commesso contro agli dei ciò gli avvenisse ... Scrive Giustino martire che il primo verso della Iliade fu fatto a similitudine del primo d'Orfeo, che invocava Cerere; e benchè usassino varie cerimonie, nondimeno tutti desideravano ragionare coi morti, acciocchè si dicesse che fusseno discesi all'inferno, come dicevano essere avvenuto a Pittagora un tempo dopo ad Orfeo, e ad Omero, ed avere viste l'anime d'Esiodo e d'Omero, essere punite gravemente per le cose che avevano dette degli Dei: onde egli era auto in gran venerazione appresso de' Crotenesi, e massimamente dicendo che avea visto nell'inferno esser martorizzati quelli che non volevano usare con le donne loro ... Così a tutti quelli che lo guardavano, o che mostravano di guardarlo, pareva che fusse un corvo notturno; perciocchè io non credo che con unguenti nè con incanti, cosa nessuna si possa dalla sua forma trasformare in un'altra ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 10)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Prima direi maravigliarmi, che con un sol modo di fare quel viaggio, osservato già in una regione del mondo da una certa compagnia di donne sacrileghe e profane, vogliano giudicare tutti gli altri modi de' sacrilegj, delle superstizioni e delle magiche vanità, e quel modo solo volerlo accomodare ad ogni parte del mondo, e che paia loro tanto di sapere, che voglino ristrignere la potenza grandissima del demonio (avutola insino dalla sua creazione) ad una cosa sola ... È scritto ancora nell'Evangelio, che il nostro Signore Gesù Cristo fu posto sopra il monte, e sopra la cupola del tempio: e tutti quanti i teologi tengono per fermo che fusse portato attorno, e che i corpi ad ogni minimo cenno obbediscono agli spiriti separati dalla materia, in quanto si appartiene al mutarsi di luogo a luogo, ed al disputare se queste streghe siano portate in verità o no è quistione di ragione, e quella è di fatto ... Non è maraviglia se tutti parimente farneticano poi che intendono la verità da altri; perchè così come Dio dal male ne cava il bene, così gli uomini, essendo male informati, dalle cose buone si sforzano trarne le cattive ... Il simile fanno tutti gli eretici delle sacre lettere ... Mi maraviglio che il demonio il quale, ha in odio tutti gli uomini, si ponesse questo nome di cristiano! FR ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 17)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Credo che siano stati Belgi, o Germani, ma di quello che ho detto all'ultimo sono due gli autori, tutti due Germani, i quali si sono ingegnati di battere le malfattrici con un martello, e con maggior forza, e più giustamente che non fe' Nicreonte Ciprio Anassagora Abderite ... Chi lo negasse sarebbe anco da essere scacciato dall'Accademia e dal Liceo, facendosi appresso di Platone, e di tutti i platonici, assai menzione de' demonj ... Ma quelli sono differenti da' vostri in questo, perocchè eglino stimavano che i demonj fusseno buoni e cattivi; e noi li tenghiamo tutti cattivi, e sebbene gli chiamiamo con nome di satanassi e di diavoli, sono detti anco demonj: e per questo fanno quelle parole del profeta: Tutti gli Dei de' Gentili son demonj, e l'Apostolo disse: Non vorrei che voi vi faceste compagni de' demonj; e quel che disse anco l'Apostolo: I demonj credono e tremano di paura ...
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La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 18)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)
... Ier l'altro, o Dicaste, avvertii questo Apistio, che non sprezzi come cosa incredibile quello che tutti gli uomini, o la maggior parte, hanno per probabile; ed è sentenza di Aristotile, che quello che è detto da tutti, non può essere in tutto falso: dalla quale persuaso Tomasso d'Aquino, annoverato fra santi per la sua pietà e per la sua scienza fra i dottori eccellentissimi, si pensò nel secondo comento, massimamente sopra le sentenze teologiche, che gli incubi e i succubi fusseno demonj, per essere stati di questo parere molti uomini eccellenti; sì che non avere, Apistio, per cosa abominevole quello che è accettato per cosa tanto famosa, e per il consenso di tanti litterati ... Così hanno affermato tutti: di quanti mai ne ho esaminati, ancora senza martoro ... Nondimeno tutti per una bocca, tanto i maschi quanto le femmine, o in questo o in altro luogo che siano, parlano così ... Ed avvenga che la cagione d'essere stato in tal guisa punito la dia all'avere egli divulgato il peccato, nondimeno dimostra innanzi, che tutti quelli che cercavano d'aver a fare con gli Dei, capitavano male ...
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La trovatella di Milano (pagina 8)
di Carolina Invernizio (estratti)
... Egli rimase più di un'ora presso le due donne per concertarsi su quello che dovevano fare e quando si ritirò, Maria ricadde singhiozzando tra le braccia della madre… —Oh! quanto soffro!—mormorò… —Coraggio, Maria, coraggio; ci sono sempre io vicino a te e quand'anche tutti ti disprezzassero, io ti difenderò sempre ... Adriana aveva seco la sua fidata cameriera, che era a parte di tutti i suoi segreti ... —Se non mi sfuggiste come fate, se non mi mostraste in tutti i modi il vostro disprezzo, state certa che non mi allontanerei un solo istante dal vostro fianco ... No non mi sarei aspettato tanta crudeltà da voi: eppure che vi feci… se non che adorarvi, quanto la stessa divinità, cercare tutti i mezzi per rendervi felice? La sua voce si elevava a poco a poco: la sua passione scoppiava con violenza inusitata ... Mi spezzerete, ma senza giungere a piegarmi… e se mi aveste ben conosciuta, forse non avreste tentati tutti i mezzi per divenire mio marito ...
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La vita comincia domani (pagina 14)
di Guido da Verona (estratti)
... La Berta sarà vestita di bianco, io di nero, e tutti gli invitati porteranno un cero come nelle processioni ... Ma súbito interruppe lo scemo con una voce piena di potere: — Marcuccio, che stramberie vai dicendo? — E voi, Andrea, — seguitava lo scemo senza dargli retta, — voi, Andrea, nel giorno delle mie nozze, direte a tutti: — Quest'uomo che si sposa è Marcuccio Landi, poeta, filosofo e musicista ... Mettetevi a ginocchi e riveritelo: egli è grande! — Io dirò a tutti, — esclamò Andrea: — Quest'uomo che si sposa non è affatto grande, perchè invece di dedicarsi al suo lavoro perde il tempo dietro le sottane ... Finchè Marcuccio se ne stava zitto, faceva la calza, scriveva o camminava per la casa come un automa, traendo dal suo violino, sempre, sempre, quella medesima canzone, ch'era divenuta per tutti quasi un incubo superstizioso, il padre non malediva la sorte, si contentava di guardarlo con occhi tristi e scuotere silenziosamente il capo ... Ora non parlavano più; tutti e quattro, in quel silenzio parvero stare in ascolto, forse d'una lor intima voce che ad ognuno lasciasse cadere, come pietre sul cuore, un peso di sillabe lente ...
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La vita comincia domani (pagina 28)
di Guido da Verona (estratti)
... La vide con i suoi capelli disfatti, così lunghi e folti che la cornice dello specchio non tutti li conteneva, e gli sembrò di volerla guardare negli occhi senza potervi riuscire ... Pareva che il burattinaio avesse dato uno strappo così forte da rompere tutti i fili, — e i fili, schiantando, fecer rumore ... Un rumore diverso da tutti quelli che l'orecchio distingue, corto e fioco, ma più persistente che la vibrazione d'un metallo, un rumore atono, pieno di tutti gli altri suoni che insieme producono il ronzìo della vita ...
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La vita comincia domani (pagina 44)
di Guido da Verona (estratti)
... Ognuno intanto s'aspettava che parlasse Andrea Ferento, e nel succedersi degli oratori ogni volta si lasciava un più lungo intervallo, mentre tutti lo guardavano con attesa ... Si avvedeva di quell'attesa nella quale stavan tutti, ch'egli parlasse, ma era ben risoluto a non dissuggellare la bocca ... Ma la gente non si moveva; e lo guardavano; tutti guardavano lui ... Era un evangelista laico, un profeta che non vendeva dal pergamo le formule dell'Assoluto, ma sui frantumi di tutti i Pantheon, delle necropoli e delle chiese, innalzava la deità dell'uomo, dell'uomo autocrate nel mondo, sterminatamente orgoglioso del suo nulla più grande che Dio ... Quando furon tutti seduti, la Berta mise davanti alla vedova una tazza di brodo; il Salvi non poteva ristare dall'ammirarla tanto, ch'ella teneva costantemente la faccia china ...
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La vita comincia domani (pagina 52)
di Guido da Verona (estratti)
... Man mano che finiva una classe gli studenti affluivan nella corte, sicchè tutti i professori, dopo aver tentato invano d'imbrigliare quella ribellione, s'eran adunati perplessi nella sala del Consiglio Accademico ... » Tutti gli si facevano intorno, volevano tutti parlare ... L'orologio della torre sonò le undici, con lenti colpi metallici che furono ascoltati; poi tutti si ammassarono sotto le finestre del Consiglio, quasi avessero in animo di darvi la scalata ... Egli girò su tutti loro uno sguardo freddo, quasi malvagio, ma nulla disse: camminò avanti, a fronte alta, quasi fosse certo che la scalinata ingombra dovesse aprire un varco davanti a lui ... D'improvviso, tutti coloro che barricavan la gradinata standovi seduti e vociando, con un sol moto sorsero in piedi, si fendettero, ed egli salì fra loro velocemente, con gli occhi accesi d'una collera muta ...
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La vita comincia domani (pagina 66)
di Guido da Verona (estratti)
... Tutti gli andirivieni eran osservati, commentati a lungo; giornalisti ed informatori passavano la giornata ne' corridoi: cumuli di notizie contradditorie ingombravano i supplementi dei giornali; un'atmosfera d'impazienza e di febbre pervadeva la città ... L'articolo firmato « Ergo » aveva dato fuoco alle polveri; l'uomo che si firmava « Ergo » era, nell'opinione di tutti, l'insidiatore nascosto, che aveva teso l'agguato all'antico avversario ... Quella simpatia che lega insieme tutti gli uomini d'una certa elevatezza d'ingegno lo avvicinava piuttosto al Ferento che non al palese od al nascosto accusatore ... D'altra parte lo allettava il fatto di poter frugare a suo beneplacito nei recessi d'una così alta vita, e quella iconoclastìa che ferve nell'animo di tutti gli ambiziosi lo spronava contro l'incolpato come un perverso allettamento ... Dalle chiacchiere del Paolieri, per l'appunto, i primi bisbigli eran nati nel villaggio, trovando conferma in tutti coloro che avevano veduto il cadavere guasto ...
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La vita comincia domani (pagina 67)
di Guido da Verona (estratti)
... Il giorno dopo tutti partirono per la città ... Era d'altronde necessario che tutti venissero in città per coadiuvarlo nella sua difesa: e da poco erano arrivati, quand'egli sopraggiunse nella casa del Fiesco ... Eran tutti raccolti nella grande sala, ove i divani e le seggiole, custoditi sotto fodere di tela greggia, diffondevano in quella fredda casa un senso di antica disabitazione ... Egli li guardò come nemici, tutti insieme, senza fissare i suoi occhi negli occhi di nessuno; poi disse: — Benvenuti; era tempo che foste qui ...
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La vita comincia domani (pagina 68)
di Guido da Verona (estratti)
... hai ben ragione di ridere! Poichè tutti quanti non siamo che istrioni, costretti a fingere una grottesca parte nella commedia della vita, ove tu solo forse riesci ad essere uno spettatore veramente imparziale! ... Dal cuore gli saliva una ondata buona, e questo era visibile, come se l'amore che aveva per lei fosse una luce d'anima che gli splendesse all'intorno, per avvolgerli entrambi nella medesima tristezza, nella medesima infinita voluttà, ove sentivano d'essere uniti al di sopra di tutte le pene, al di sopra di tutti gli ostacoli che vanamente la vita e la morte frapponevano al lor colpevole amore ... Ormai la bufera gli era passata sopra senza schiantarlo; anzi ne usciva più forte, acceso di tutti i suoi spiriti battaglieri, pieno fino alla gola d'una viva ebbrezza di combattimento ... Un odio furente lo accaniva contro tutti coloro che avevan osato trattarlo come un uomo ... Nell'ardore della contesa, in lui si riaccendevano tutti gli istinti feroci ed imperiosi che facevano di questo apostolo d'idee un selvaggio dominatore di uomini ... I medici preposti alla necroscopìa eran tre uomini dei quali conosceva tutti gli errori professionali, tutte le ambizioni private, come un padrone conosce le pecche de' suoi domestici; nè per coscienza propria nè per istigazione d'altri, mai avrebber osato accertare a suo danno la prova, ch'era d'altronde inaccertabile ... Quanti Salvatore Donadei, grandi o piccoli, non vivevano intorno al suo cerchio di splendore, camuffati e silenziosi, fino al giorno in cui potessero togliersi via la maschera! Ma uno solo aveva osato per tutti ...
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La vita comincia domani (pagina 75)
di Guido da Verona (estratti)
... Poi tese la mano verso loro, con un gesto di commiato, come per salutarli tutti, e risoluto si volse ... Egli non aveva detta parola intorno al suo dramma, eppure tutti supponevano di comprendere la verità: «non era nè malato nè stanco; ma il suo rifiuto era sdegno; sdegno e tristezza per l'orribile assalto ... e in verità, — poichè tutti, ad un momento dato, sopra l'invidia e l'ira sentono il potere dell'uomo più forte — in verità essere stato il lor maestro, il lor compagno, il lor fratello di pazienza e di fatica, — tutti, e perfino lo stesso rivale, ch'egli debellava con quell'atto di generosità, tutti, come obbedendo all'impulso di un solo cuore, gli si fecero intorno, tumultuosi, e con atti e con parole rifiutavano ch'egli si partisse da loro ... Li guardò in faccia ad uno ad uno, poi tutti, come per imprimersi bene dietro la fronte il calco delle loro sembianze, come per costringerli ad ammutolire sotto l'ultimo imperio della sua volontà, — e disse duramente, retrocedendo: — No! mai! XI — Non vedo la ragione per la quale preferiresti ch'io vada senza di te, — ella rispose con voce carezzevole, davanti al suo rifiuto ...
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Le femmine puntigliose
di Carlo Goldoni (estratti)
... dedica ALL'ILLUSTRISSIMO SIGNOR CAVALIERE FRANCESCO DE' MEDICI PATRIZIO FIORENTINO L'Umana felicità, Illustrissimo Signor Cavaliere, direbbe il Poeta essere, come l'Araba fenice, che si crede vi sia, ma non si sa dove si ritrovi, tutti la cercano, pochi sono quelli che la conoscono, e credo, che pochissimi sieno quelli, che di possederla si vantino ... Vi sono però certi adorabili temperamenti, che hanno la sincerità per costume, che mostrano a tutti il cuore, e colle parole, e colle azioni loro, e fra questi andava io rintracciando l'Uomo felice, perché se non lo è, merita almeno di esserlo ... La prima immensa felicità comune a tutti i viventi dell'uman genere, è l'Essere ... Voi dunque siete in possesso di questo bene, comune agli Uomini tutti, egli è vero, ma felicissimo in Voi, poiché conoscendone il pregio, e ottimo uso facendo della vita vostra, grato a Dio vi rendete, e utile alla società umana ... Non vi ha dubbio, che l'anima non sia d'un'istessa natura, di una bellezza, e perfezione medesima in tutti gli Uomini, onde la diversità degli abiti, delle inclinazioni, e delle passioni procede dalla costruzione di questa macchina, la quale fa piegar l'anima, ove, per così dire, le ruote interne la spingono ... Vero è, che l'origine di tutti noi da un solo Padre deriva; che la pasta, onde siam formati è la medesima in tutti, e che di tutti egualmente struggesi collo stesso fine, ma non può negarsi però, che coll'andar del tempo non siasi prodotta certa diversità fra gli Uomini, che fa distinguere dall'aspetto il nobile dal ...
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Le femmine puntigliose (pagina 2)
di Carlo Goldoni (estratti)
... Se in Voi dunque ricercasi quella felicità, che dalla nobiltà del sangue deriva, a chi è ignota l'origine della Sovrana Casa de' Medici, da cui la vostra nobilissima è provenuta? Questo basta per provare la chiarezza de' vostri natali, la Croce invitta de' Cavalieri di Malta brilla mirabilmente sul vostro petto, e tutti quegli onori, che possono caratterizzare una famiglia illustre, nella vostra abbondantemente si trovano ... Che più poteva io desiderare in questa Città famosa, Patria d'Uomini illustri, di felicissimi talenti a' giorni nostri ripiena? Accolte furono le mie Commedie da' Fiorentini, come se difettose non fossero, sofferte furono sulle Toscane Scene, ed acclamate ancora, indi alla luce mandandole per via dei Torchi, lo dirò a mia gloria, s'affollarono per averle Voi, Benignissimo Signor Cavaliere, Voi più di tutti compassionando le miserabili circostanze di un Uomo, condotto dalla disperazione ad arrischiare moltissimo, per la salvezza della propria riputazione, Voi mi deste animo, protezione, e consiglio, giungeste per fino ad esibirmi denaro, e sarei stato certo di ogni vostro soccorso, se Iddio Signore benedicendo le Opere mie, non mi avesse col frutto de miei sudori assistito ... In settimo luogo, quel che rende l'Uomo felice è la Salute, senza la quale ogni altro bene di questa vita è un miserabile bene, e Voi, grazie all'Altissimo siete sano, e Dio vi faccia esser tale in tutti i giorni di vostra vita, che vi bramo lunghissima ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 11)
di Carlo Goldoni (estratti)
... FULGENZIO E perché impossibile? LEONARDO Perché tutti vanno, e il signor Filippo vorrà andare, e la signora Giacinta infallibilmente oggi vorrà partire, e mia sorella mi tormenta all'estremo per l'impazienza d'andare, e per cento ragioni io non mi potrò trattenere ... Tutti gli affari cedono; via, anderò subito; vi servirò, vi soddisfarò ... Val più il dormir quieto, senza affanni di cuore, di tutti i divertimenti del mondo ... Fin che ce n'è, tutti godono ... Ci va la signora Giacinta, ci vanno tutti, e ci voglio andar ancor io (con caldo) ... LEONARDO E così, che hanno detto? CECCO Li ho trovati padre, e figlia, tutti e due insieme ... Mi ha tradito Fulgenzio, mi scherniscono tutti, son fuor di me ...
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Le smanie per la villeggiatura (pagina 13)
di Carlo Goldoni (estratti)
... LEONARDO Ho piacere di ritrovarvi qui tutti e due ... In altra guisa può una figlia onesta trattar con indifferenza, e trattar tutti, e conversare con tutti, ed esser egual con tutti; ma non può, e non deve usar distinzioni, e dar nell'occhio, e discreditarsi ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Passò dunque Bertoldo per mezo a tutti quei signori e baroni, ch'erano innanzi al Re, senza cavarsi il cappello né fare atto alcuno di riverenza e andò di posta a sedere appresso il Re, il quale, come quello che era benigno di natura e che ancora si dilettava di facezie, s'imaginò che costui fosse qualche stravagante umore, essendo che la natura suole spesse volte infondere in simili corpi mostruosi certe doti particolari che a tutti non è così larga donatrice; onde, senza punto alterarsi, lo cominciò piacevolmente ad interrogare, dicendo: Ragionamento fra il Re e Bertoldo ... RE Hai tu padre, madre, fratelli e sorelle? BERTOLDO Ho padre, madre, fratelli e sorelle, ma sono tutti morti ... RE Come gli hai tu, se sono tutti morti? BERTOLDO Quando mi parti da casa io gli lasciai che tutti dormivano e per questo io dico a te che tutti sono morti; perché, da uno che dorme ad uno che sia morto io faccio poca differenza, essendo che il sonno si chiama fratello della morte ... RE Chi t'ha mosso dunque a venir qua? BERTOLDO Il creder io che un re fosse più grande di statura degli altri uomini dieci o dodeci piedi, e che esso avanzasse sopra tutti come avanzano i campanili sopra tutte le case; ma io veggio che tu sei un uomo ordinario come gli altri, se ben sei re ... Partissi dunque Bertoldo, e andatosene a casa e pigliato uno asino vecchio, ch'egli aveva, tutto scorticato sulla schiena e sui fianchi e mezo mangiato dalle mosche, e montatovi sopra, tornò di nuovo alla corte del Re accompagnato da un milione di mosche e di tafani che tutti insieme facevano un nuvolo grande, sì che a pena si vedeva, e gionto avanti al Re, disse: BERTOLDO Eccomi, o Re, tornato a te ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 5)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... mangiano tutti due ad un'istessa conca? FAGOTTO Quant'è che tu non hai mangiato rape? BERTOLDO Quant'è che non t'è stato dato la coperta? FAGOTTO Sei tu un bufalo o una pecora? BERTOLDO Non mettere in ballo i tuoi parenti ... Tutta la corte diede ragione a Bertoldo, e Fagotto spazzandosi la zucca convenne aver pazienza; e avrebbe voluto esser digiuno di essersi mai impacciato con lui; e tutti n'ebbero gran piacere perché costui faceva professione di bellissimo ingegno e dava delle canzoni a tutti; e ora non ardiva a pena di alzare più gli occhi per vergogna, e fu quasi per andarsi a impiccare per il dispiacere ... E perché era sera, il Re accomiatò tutti i suoi baroni e disse a Bertoldo che tornasse da lui il dì seguente, ma che non fusse né nudo né vestito ... RE Qual è quel storto che taglia le gambe a tutti i dritti? BERTOLDO Il ferro, overo falce da mietere il grano ...
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Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 7)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... BERTOLDO Tutti siamo di terra, tu di terra, io di terra, e tutti torneremo in terra; e però la terra non deve inchinarsi alla terra ... RE Tu dici il vero, che tutti siamo di terra; ma la differenza qual è fra te e me non è altro se non che, sì come d'un'istessa terra si fanno varii vasi, parte che in essi tengono liquori preciosi e odoriferi e altri che servono a essercizi vili e negletti, così io sono uno di quelli che rinchiudono in sé balsami, nardi e altri liquori preciosi, e tu uno di quelli nei quali s'orina e vi si fa peggio ancora: e pure tutti sono fabricati da una mano istessa e d'un'istessa terra ...
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Libro proibito (pagina 3)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... CRITICO ILLUSTRE Tutti plaudiscono?
L'illustre critico
Sarcasmi biascica,
Le ciglia aggrotta ... Tutti sbadigliano?
L'illustre critico
Esclama in estasi:
«Musica dotta!»
CARITÀ PUBBLICA Lavorò settant'anni;
Vecchio, pien di malanni,
Dalla miseria afflitto,
L'umile sottoscritto
Nella carità pubblica
Solo or confida, e spera
Che l'ospizio dei cronici
Lo accolga, o la galera ... IN MORTE DI UN MEDICO È morto il medico
Dell'ospedale,
I preti adunansi
Pel funerale;
Degli ammalati
Ch'egli ha curati
Perchè alle esequie
Niuno è venuto?
—Ahi! tutti quanti
L'han preceduto!
VANTAGGI DEL DUELLO Ei con tua moglie giacque,
Lo sorprendesti in letto,
Da ciò una sfida nacque,
Fosti ferito al petto ... Del düello la fama
Volò pel mondo; ed ecco,
Ei gentiluom si chiama,
Tutti te chiaman becco ...
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Libro proibito (pagina 5)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... Son genî incompresi,
Son piccoli eroi,
Son nani che gridano:
«I grandi or siam noi!»
FINALMENTE! Di Wagner la grand'opera
(Oh evento fortunato!)
Tutti fra poco udranno—
E l'avvenir fra un anno
Si chiamerà il passato ... AL TEATRO MANZONI La gente uscia dall'atrio,
Il dramma era finito:
—Come i teatri annoiano!
Sclamava un buon marito;
Di becchi e donne adultere
Sempre la scena è invasa;
A tali drammi assistere
Tutti possiamo in casa ... AD UN POETA Tutti lodarono
I tuoi sonetti;
Prova certissima
Che niun li ha letti ... REALTÀ E POESIA [19] Già della Prussia
Tutti i soldati
Sotto Parigi
Stanno accampati… ...
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Libro proibito (pagina 7)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... inimicizie? Non basta forse che uno emerga dal comune per qualche favilla di intelligenza, per qualche dote speciale del cuore, perchè il mondo lo faccia scopo di rancori, di odii e di persecuzioni? Per farci benvolere da tutti, bisogna esser nati cretini, o avendo sortito dalla natura un po' di ingegno e di cuore, comportarci di tal guisa che nessuno mai abbia ad invidiarci ... «Il libro di Vöel e Chaptal, intitolato Grammatica francese, non verrà più insegnato nelle scuole del Governo, essendo volere della Comune che tutti i cittadini dello Stato sieno liberi di esprimere le loro idee come loro talenta meglio ... Di Giulio Cesare dicevasi che era il marito di tutte le mogli, la moglie di tutti i mariti ... Tutti gridarono allo scandalo, e la moltiplicità dei gridi giovò naturalmente allo spaccio della edizione ...
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Libro proibito (pagina 8)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... Ho tradotto in brevi versi qualcuno di quei piccoli capolavori; ma raccoglierli tutti, e pubblicarli testualmente nella prosa originale, sarebbe un utile ammonimento ai popoli che spendono bestialmente il loro sangue pel capriccio dei despoti ... —Perdio! non ci aveva pensato—» E tutti due fecero opera prudente e patriottica, votando per l'antico deputato ... L'ho udita nella Aida; mi parve insuperabile nella espressione plastica del personaggio; non ugualmente atta, per insufficienza di energia vocale, a tradurre tutti gli accenti della musica ...
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Libro proibito (pagina 9)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... Liberal, volli esser libero[2];
E sì libero fui, che al breve svolgersi
Di quattro o cinque mesi, in abbominio
Venni ai rossi ed ai bianchi, e fu miracolo
Se n'uscii vivo—Bah! quelli gridavano:
Ei s'è fatto codino! alla politica
Di Cavour tien bordone—E questi: «o scandalo!
Ei plaude a Garibaldi ed osa irridere
Qualche nostra Eccellenza!»—Mo! vedetelo!
Ripiglian quelli: il rattoppato e logoro
Abito ha smesso, ed anco ieri il rancio
Pagò al trattor: fondi segreti—«Ei bazzica
Cogli scavezzacolli democratici,
Notan gli altri: badate! di repubblica
E socialismo puzzan le parentesi
Del testo scapigliato—Esser veridico
E leal che mi valse?—Dai sinedrii
Onnipotenti fui reietto; incomodo
Collega a tutti, quei la man ritrassero
Dalla mia dubitosi; mi guardarono
Biechi gli altri ringhiando: al mercenario
Scriba il gibbetto! Intanto si sciupavano
Per me gli anni più baldi in acri e sterili
Guerriglie di parole ... Ospite assidua
Fra noi respiri la gajezza; scoppino
Gli epigrammi, i bei motti, le facezie,
Gli aneddoti giocondi—e in noi riflettasi
L'ilarità di tutti ...
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Libro proibito (pagina 11)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)
... * * * —Non è detto che tutti i buoni patrioti debbano anche esser ricchi ... così non dovete meravigliarvi se queste vi hanno ricordato molto opportunamente che in libero paese a tutti incombe l'obbligo di rispettare la libertà e chi la rappresenta… ... Getto uno sguardo sul cappello dei passanti, e veggo—strana sorpresa!—che a tutti i cappelli era affisso un cartellino stampato… ... —Tutta gente che ha voglia di andar a Roma?… tutta gente che ha
voglia di morire?
Se tutti vanno a Roma—meno male—spedizione sicura—pensava io ... Se tutti muoiono—quale disastro! In ogni modo, il cartellino mi sapeva di buffonata—io rideva sotto baffi—nè mi avvedeva—sconsigliato od ingenuo—che cento occhi di liberi cittadini mi saettavano di sbieco ...
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Marocco
di Edmondo De Amicis (estratti)
... TANGERI Lo stretto di Gibilterra è forse di tutti gli stretti quello che separa più nettamente due paesi più diversi, e questa diversità appare anche maggiore andando a Tangeri da Gibilterra ... Tutti portano una specie di lunga cappa di lana o di tela bianca, con un grande cappuccio quasi sempre ritto sul capo, cosicchè la città presenta l’aspetto d’un vasto convento di frati domenicani ... Tutti hanno nell’espressione del viso qualchecosa di vago e di profondo, come di chi sia dominato da un’idea fissa, o pensi a luoghi e a tempi molto lontani, o sogni ad occhi aperti ...
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Marocco (pagina 2)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... È forse di tutti i luoghi ch’io vidi nel Marocco, quello che mi fece sentire più profondamente il carattere del paese ... La guida mi svegliò dalla mia contemplazione e mi ricondusse all’albergo, dove il mio dispiacere di trovarmi in mezzo a gente sconosciuta fu per la prima volta mitigato dal fatto ch’eran tutti Europei, cristiani e vestiti come me ... E poi il discorso cadde su Gibilterra, argomento inevitabile; la gran Gibilterra, il centro d’attrazione di tutti gli Europei della costa, dove si mandano i figliuoli a studiare, dove si va a comprare il vestito, a ordinare un mobile, a sentire l’opera in musica, a respirare una boccata d’aria d’Europa ...
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Marocco (pagina 3)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutti, eccetto l’agente di Mazagan, si trovavano già a Tangeri ... Di tratto in tratto la visita d’un ministro o d’un console, a cui si inchinavano tutti i fez e tutti i turbanti ... Questo paese, chiuso fra il Mediterraneo, l’Algeria, il deserto di Sahara e l’Oceano, attraversato dalla grande catena dell’Atlante, bagnato da larghi fiumi, aperto in pianure immense, dominato da tutti i climi, privilegiato, nei tre regni della natura, di ricchezze inestimabili, destinato, per la sua giacitura, ad essere una gran via di commercio fra l’Africa centrale e l’Europa; è ora occupato da circa otto milioni d’abitanti tra berberi, mori, arabi, ebrei, negri ed europei, sparsi sopra una estensione di terreno più vasta della Francia ... Questa popolazione eterogenea, dispersa, inconciliabile, è, piuttosto che retta, oppressa da un governo soldatesco, che succhia come un immenso polipo tutti gli umori vitali dello Stato ...
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Marocco (pagina 7)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... * * * È passata per la piazzetta una turba d’arabi, uomini e donne, preceduta da sei vecchi che portavano sei grandi bandiere di colori diversi, e tutti insieme cantavano ad alta voce non so che preghiera, con un accento supplichevole ed un aspetto triste, che mi fece senso ... Viene innanzi una signora inglese a cavallo, accompagnata da una guida; più in là, due mori della campagna; dopo i mori, il Console di Spagna colla sua signora; poi un Santo; poi una cameriera francese con due bimbi; poi uno stormo di campagnuole arabe che passano un’acqua, scoprendo le ginocchia e nascondendosi il viso, e più lontano, a intervalli, un cappello a staio, un cappuccio bianco, un chignon, fino all’ultimo che dev’essere il Segretario della Legazione di Portogallo coi calzoni chiari che gli hanno portato ieri da Gibilterra; perchè in questa piccola colonia europea tutti sanno tutto di tutti ... Tutti questi vicoletti, cantucci, crocicchi, dove appena si può passare, si somigliano fra loro come le cellule d’un’arnia, e non è che un’attentissima osservazione dei più minuti particolari che possa far distinguere un luogo da un altro ...
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Marocco (pagina 8)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Questo Maometto parlava un poco spagnuolo, alla moresca, con tutti i verbi all’infinito, e così aveva potuto stringere amicizia coi miei compagni ... Come quasi tutti gli altri giovani mori della sua condizione, ammazzava il tempo trascinandosi di strada in strada, di crocchio in crocchio, a parlare del nuovo cavallo d’un ministro, della partenza dell’amico per Gibilterra, d’un bastimento arrivato, d’un furto commesso, di pettegolezzi da donne; o rimanendo molte ore immobile e taciturno in un angolo della piazzetta del mercato, colla testa chi sa dove ... Da una parte, in fondo, vi era il letto della sposa; dalla parte opposta quello di Maometto; tutti e due decorati di ricche stoffe, di un colore rosso carico, con sopra una trina; il pavimento coperto di grossi tappeti di Rabat; le pareti, d’arazzi gialli e rossi; e fra i due letti, il vestiario della sposa appeso al muro: busti, gonnelline, calzoncini, vestitini di taglio sconosciuto, di tutti i colori d’un giardino fiorito, di lana di seta e di velluto, gallonati e stelleggiati d’oro e d’argento; tutto il corredo d’una bambola da principessina; una vista da far girar la testa a un coreografo e morir d’invidia una mima ... Prima di metterci a tavola, ci sedemmo, a gambe incrociate, sopra i tappeti, intorno al segretario del padrone di casa, un bel moro in turbante, il quale preparò il tè sotto i nostri occhi e ce ne fece pigliare, secondo l’uso, tre tazze per uno, spropositatamente inzuccherate, e profumate di menta; e tra una tazza e l’altra accarezzammo il codino e la testina rasata d’un bel bambino di quattr’anni, ultimo fratello di Maometto, il quale contava furtivamente le dita delle nostre mani per assicurarsi ch’eran cinque come quelle di tutti i maomettani ...
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Marocco (pagina 9)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... A un certo punto, scoppiò nel cortiletto una musica bizzarra che ci fece balzar tutti in piedi ... Erano tre sonatori, venuti, come vuole il costume moresco, a rallegrare il banchetto: tre arabi dai grandi occhi e dal naso forcuto, vestiti di bianco e di rosso, uno colla tiorba, l’altro col mandolino, il terzo col tamburello; tutti e tre seduti fuori della porta della nostra stanza, vicino a una nicchietta dove avevano deposto le pantofole ... Finito il pranzo, tutti si alzarono e si sparpagliarono per la sala, per il cortile, per il vestibolo, a guardare e a fiutare da ogni parte con una curiosità infantile ... All’ora fissata, tutti gli occhi si voltarono verso la porta, all’estremità della strada, e pochi minuti dopo comparvero i forieri della turba ...
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Marocco (pagina 10)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... un gesto strano col braccio spenzoloni, gettavano tutti insieme un grido acuto e doloroso, come di chi riceva una pugnalata mortale; poi andavano alcuni passi innanzi, e ricominciavano la danza, gemendo e sbuffando; e allora si vedeva un ondeggiamento disordinato di cappucci, di grandi maniche, di treccie, di ciuffi, di folte capigliature spartite in lunghe ciocche ondulate, che parevano teste anguicrinite ... Da tutti quei corpi grondanti di sudore, veniva su un puzzo nauseabondo come da un serraglio di fiere ... Ma a poco a poco, il senso intimo di quel rito, s’impose alla mia mente; il sentimento, che quelle smanie traducevano, e che tutti abbiamo provato molte volte, lo spasimo dell’anima umana che si agita sotto l’immensa pressione dell’Infinito, si risvegliò; e senz’accorgermene, accompagnavo quel turbinìo col linguaggio che lo spiegava:—Sì, ti sento, Potenza misteriosa e tremenda: mi dibatto nella stretta della tua mano invisibile; il sentimento di Te mi opprime, non ho forza di contenerlo, il mio cuore si sgomenta, la mia ragione si perde, il mio involucro di creta si spezza!—E continuavano a passare, fitti, pallidi, scapigliati, mettendo voci supplichevoli, in cui pareva che esalassero la vita ... In meno di mezz’ora sfilarono tutti ... Su tutti i rialti del terreno, come sopra altrettante loggie, v’erano gruppi di arabe sedute all’orientale, immobili, rivolte verso la parte bassa del Soc ... Si schieravano ai piedi delle mura della città, rivolti verso la campagna; il figlio del governatore, nel mezzo, alzava la mano, e si slanciavano tutti insieme alla carriera ... Allora i cavalieri, inchiodati sulle selle, colla fronte alta, colla cappa al vento, alzavano i fucili sopra la testa, li stringevano con un movimento convulso contro le spalle, sparavano tutti insieme gettando un urlo di trionfo e di rabbia, e sparivano in un nuvolo di polvere e di fumo ... Uno la pigliava, la lasciava cadere e la ributtava in alto con un colpo del piede; tutti gli altri correvano per coglierla in aria; chi la coglieva, rifaceva l’atto del primo; e così il gruppo dei giocatori, seguitando la palla, ...
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Marocco (pagina 11)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... s’allontanava man mano, e poi, di comune accordo, tornavano tutti insieme nel luogo di dov’eran partiti ... Correvano e saltellavano tutti insieme in un piccolo spazio, si serravano, si rimescolavano, e non seguiva mai un urto, nè il più leggero scompiglio ... Vecchi e ragazzi, eran tutti egualmente seri, silenziosi e intenti al gioco, come a un lavoro obbligato e triste, e non si sentiva che il suono dei respiri affannosi e il fruscìo delle pantofole ... Sette si tenevano per mano, disposti in cerchio, l’ottavo era in mezzo, e ballavano tutti insieme o piuttosto accompagnavano la musica, senza quasi cangiar di posto, con un movimento di fianchi da non descriversi, che mi metteva un forte prurito nelle punte dei piedi, e quel sorriso di satiri, quell’espressione di beatitudine stupida e di voluttà bestiale, che è tutta propria della razza nera ... Eran mosse da funamboli, salti senza scopo, contorsioni, sgambettate, e colpi annunziati un minuto prima con un gran giro del braccio; ogni cosa fatta con una flemma beata, che avrebbe dato modo a un nostro tiratore di addossare a tutti quattro un prodigioso carico di legnate senza pericolo di toccarne una sola ... Era un uomo d’una cinquantina d’anni, quasi nero, con una barba nerissima e due grandi occhi scintillanti, ravvolto, come tutti gli altri raccontatori del Marocco, in un amplissimo panno bianco stretto intorno al capo da una corda di pelo di cammello, che gli dava la maestà d’un sacerdote antico ... Tre suonatori tenevano intorno a sè un altro cerchio più grande di tutti gli altri ... Erano tutti e tre strambi, di statura altissima e curvi dai piedi alla testa come le figurine grottesche che rappresentano la ci maiuscola nei titoli di certi giornali illustrati ... Era un non so che tra l’andatura e il ballo, certi scatti come della gallina che becca, certi stringimenti di spalle, fatti da tutti e tre con una simultaneità macchinale, e così lontani da una qualunque somiglianza coi movimenti nostri, così nuovi, così bizzarri, che più li osservavo, e più mi davan da pensare, come se esprimessero una idea, o avessero la loro ragione in qualche proprietà caratteristica del popolo arabo, e ci penso ancora sovente ... Erano dodici, tra giovani e vecchi, alcuni col caffettano bianco, altri colla sola camicia, questo col fez, quello col cappuccio, armati di fucili a pietra focaia, lunghi come lancie, nei quali introducevan la polvere sciolta, come fanno tutti i soldati nel Marocco, dove non ...
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Marocco (pagina 12)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Poi, a un tratto, balzavano tutti in piedi, in circolo, e spiccando un altissimo salto, gettando un grido di gioia, rovesciavano il fucile e sparavano contro terra ... Poi cominciò a maneggiarlo in tutti i modi, come se fosse stato un pezzo di corda ... Lo vide dall’alto della collina il vice-governatore, gli corse incontro, e lo condusse sotto la sua tenda, dove si radunarono tutti i membri della futura carovana, io compreso ... Il soldato tornò poco dopo e riferì, tradotto in spagnuolo, il curioso ringraziamento del beneficato:—L’ambasciatore d’Italia ha fatto una buona azione; Allà benedica tutti i peli della sua barba! La feste durò fino al tramonto ... Oltre a godere di tutti questi spettacoli, facevamo, io e i miei futuri compagni di viaggio, delle frequenti passeggiate nella campagna di Tangeri, che non è meno curiosa a vedersi che la città ... Intorno alle mura si stende una cintura di giardini e di orti appartenenti la maggior parte ai ministri e ai consoli, quasi tutti trasandati; ma coperti d’una vegetazione meravigliosa ...
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Marocco (pagina 14)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... e dei mulatti, tutti ravvolti nella cappa bianca, uomini alti ed ossuti, faccie ardite, denti ferini, occhiacci che facevano quasi pensare che non sarebbe stata superflua una seconda scorta, schierata fra noi e loro, per tutti i casi possibili ... Fu un gran piacere per noi il vedere quelle casette di tela dove dovevamo dormire trenta notti in mezzo a solitudini sconosciute, e vedere e sentire tante cose mirabili, e preparare chi una carta geografica, chi una relazione ufficiale, chi un quadro, chi un libro, formando tutti insieme una piccola Italia pellegrinante a traverso l’Impero dei Sceriffi! Erano tende di forma cilindro-conica, alcune grandi tanto da contenere più di venti persone, tutte altissime, di tela doppia, listate di guernizioni turchine e ornate sulla cima di grosse palle metalliche ... Tutti e due avevano in capo un gran turbante di mussolina ed erano ravvolti dalla testa ai piedi in un caïc trasparente ...
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Marocco (pagina 15)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Augurò infine un buon viaggio colla formola:—La pace sia sulla vostra strada,—e accompagnò l’Incaricato fin sull’uscio, stringendo la mano a tutti coll’apparenza d’una grande cordialità ... Ma la domenica sera, tre di maggio, tutto era pronto, compresa l’asta altissima d’una smisurata bandiera tricolore che doveva sventolare in mezzo alle tende; e la notte poterono essere caricati sulle mule tutti i bagagli, che partirono il lunedì mattina, molte ore prima di noi, affinchè, arrivando la sera alla tappa, trovassimo l’accampamento piantato ... C’eravamo tutti ... Tutti avevano nel vestito qualchecosa di particolare, che dava a quella riunione un aspetto straordinariamente pittoresco ... Si fremeva tutti d’impazienza, di curiosità e d’allegrezza ... Preoccupato com’ero della mia cavalcatura, in quel tafferuglio pericoloso della partenza, non ricordo che confusamente la folla che ingombrava le strade, le belle ebree affacciate alle terrazze, e un ragazzo arabo che mentre uscivo per la porta del Soc, esclamò con un accento strano:—Italia! Sul Soc si unirono a noi i rappresentanti di tutte le Legazioni, per accompagnarci, secondo l’uso, fino a qualche miglio da Tangeri; e prendemmo tutti insieme la via di Fez, confusi in una cavalcata rumorosa, davanti a cui sventolava la bandiera verde del Profeta ... Tutti parlavano, ed era una conversazione in dieci lingue, accompagnata da risate, canterellamenti e nitriti ... A poco a poco quasi tutti coloro che ci accompagnavano, si accomiatarono e tornarono a Tangeri; non rimasero più con noi che l’America e la Spagna ...
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Marocco (pagina 18)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Era una pietà per me il vedere quei poveri servi arabi che venivano accanto a noi, a piedi, carichi d’ombrelli, di pastrani, di cannocchiali, d’album, di mille gingilli, di cui ignoravano il nome e l’uso; costretti a seguitare correndo il passo rapido delle nostre mule, soffocati dalla polvere, arsi dal sole, mal nutriti, mezzi nudi, soggetti a tutti, non possessori d’altro al mondo che d’un cencio di camicia e d’un paio di ciabatte; venuti a piedi da Fez a Tangeri, per tornare a piedi da Tangeri a Fez; e poi, chi sa! seguitare qualche altra carovana da Fez a Marocco, e tirare innanzi così tutta la vita, senz’altro compenso che di non morire di fame e di poter riposare le ossa sotto una tenda! Pensavo, guardandoli, alla «piramide della esistenza» del Goethe ... A un tratto, uno spiccò la corsa, passò dinnanzi a tutti e disparve ... Il Corano, come tutti sanno, proibisce la rappresentazione della figura umana e degli animali, come un principio o una tentazione all’idolatria ... Tutti gli altri, raggruppati in disparte, stavano attenti, guardando ora il pittore ora il dormiente coi loro grandi occhi stupiti ...
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Marocco (pagina 19)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... ed è composta di tutti gli uomini atti alle armi dai sedici ai sessantanni ... Alcuni avevano il turbante, altri un fazzoletto rosso annodato intorno al capo; tutti il caffettano bianco ... Ci radunammo tutti sotto una tenda ... Tutti ci alzammo ... Oltre i gravi balzelli che pagano in denaro, gli abitanti della campagna sono obbligati a fornire a tutti i personaggi ufficiali, ai soldati del Sultano e alle ambasciate che passano, una certa quantità di viveri e d’altre provvigioni ... Gli altri, tutti poveri campagnoli vestiti di cenci, guardavano a vicenda noi, le tende e la loro roba,—i frutti del loro sudore sparsi per terra,—con un’aria tra mesta ed attonita, che rivelava una profonda rassegnazione ... Fatta rapidamente la ripartizione della roba fra la mensa dell’ambasciata, la scorta, i mulattieri e i soldati della Legazione, il signor Morteo, ch’era stato nominato quella stessa mattina Intendente generale del campo, diede una mancia al vecchio arabo, questo fece un cenno ai suoi compagni, e tutti ripresero silenziosamente la via delle loro capanne ... Allora cominciò, come doveva poi accadere tutti i giorni, un gran battibecco fra servi, mulattieri e soldati per la ripartizione della mona ... Veramente due dei soldati della Legazione portavano questo nome, tutti e due addetti al servizio particolare dell’Ambasciatore; ma come dicendo Napoleone, se non s’aggiunge altro, s’intende Napoleone primo, così fra noi, in viaggio, dicendo Selam intendevamo dir quello solo ... Per i bagagli, per le tende, per la cucina, per i cavalli, tutti si rivolgevano a lui; egli sapeva tutto e rispondeva a tutti ... Tutti gli arabi fanno lo stesso ...
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Marocco (pagina 21)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... tutti ... Uscito di là, mi trovai davanti alla tenda del signor Vincent, francese, domiciliato a Tangeri, uno di quei personaggi misteriosi che han girato tutto il mondo, parlano tutte le lingue e fanno di tutti i mestieri: cuoco, negoziante, cacciatore, interprete, scopritore d’iscrizioni antiche; aggregatosi con tenda e cavallo all’ambasciata italiana in qualità di alto direttore delle cucine, per andare a vendere al governo di Fez delle uniformi francesi comprate in Algeri ... Erano coricati sopra un po’ di paglia, senza coperte, l’uno a traverso l’altro; ma dormivan tutti d’un sonno così profondo, che non si sentiva un alito, e parevano morti ammucchiati ... I cavalieri della scorta avevano il cappuccio sul capo e i fucili fasciati; tutti noi eravamo ravvolti nei pastrani e nei mantelli; ci pareva d’essere in autunno, in mezzo a una pianura dei Paesi Bassi ... Dietro a me non vedevo distintamente che il turbante bianco e la cappa turchina del Caid; tutti gli altri erano ombre confuse che si perdevano nell’aria grigia ...
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Marocco (pagina 22)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Facendo questo, accompagnavano tutti la marcia della carovana, salivano e scendevano dalle alture, si raggruppavano, si disperdevano, formavano e disfacevano rapidamente ogni sorta di combinazioni di colori, che abbagliavan gli occhi come lo sventolìo di una miriade di bandiere ... Tutta questa gente, questo movimento vertiginoso, questo strepito, scoppiato inaspettatamente, all’apparire del sole, in quella gola angusta dove lo spettacolo si presentava tutto insieme allo sguardo come dentro a un anfiteatro, ci colpì d’un tale stupore che per un pezzo nessuno aprì bocca, e le prime parole furono poi un’esclamazione unanime e calorosa:—È bello! È bello! È bello! A poca distanza dall’uscita della gola l’Ambasciatore si fermò, e tutti scendemmo a terra per riposarci all’ombra d’un gruppo d’olivi ... Finito il lab el barode, quasi tutti i cavalieri della scorta, scesi a terra, si sparpagliarono per la piccola valle, parte per far pascolare i cavalli, parte per riposare ... Sono tutti di piccola statura, tanto che tornato in Europa, coll’occhio abituato alle loro forme, i cavalli europei, anche di statura mezzana, mi parvero, sulle prime, enormi ... Hanno l’occhio vivo, la fronte un po’ schiacciata, le narici molto aperte, le ossa zigomatiche molto sporgenti, la testa quasi tutti bellissima; lo stinco e la tibia un po’ curvi, ciò che dà loro una particolare elasticità di movimenti; la groppa manchevole, fuggente, per così dire, di sotto alla sella, il che li rende più abili al galoppo che al trotto; e non mi ricordo infatti d’aver mai visto andar di trotto un cavaliere marocchino ...
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Marocco (pagina 25)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ah! chi non ha visto la banda d’Alkazar, quei dieci sonatori di piffero e di corno, vecchi di cent’anni e ragazzi di dieci, tutti a cavallo ad asinelli grossi come cani, cenciosi, mezzi nudi, con quelle teste rase, con quegli atteggiamenti di satiri, con quelle faccie di mummie, non ha visto, credo, lo spettacolo più lagrimevolmente comico che si possa dare sotto la volta del cielo ... Tutti e due furono ammessi a dire le proprie ragioni: gl’interpreti traducevano rapidamente ... Seppi poi che gli abitanti del villaggio avevan tutti testimoniato in favore dell’arabo e a carico del nero, il quale, per sollecitazione dell’Ambasciatore, fu condannato a restituire alla sua vittima tutto il denaro che le aveva estorto ... Appena scemato un po’ il caldo, ci dirigemmo tutti insieme verso la città, a piedi, preceduti, fiancheggiati e seguiti da gente armata ... Quando uno di noi si volta indietro bruscamente, tutti si fermano, qualcuno scappa, altri si nascondono ... Le donne paiono fagotti di panni sudici; i più dei bimbi sono tutti nudi; i ragazzi di dieci o dodici anni non hanno che la camicia stretta da una corda intorno alla vita ...
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Marocco (pagina 26)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Pensammo tutti che fosse una bugia ... Ma l’arabo confermò la cosa aggiungendo che il ragazzo dormiva pure col ferro e che tutti in Alkazar lo conoscevano ... Era un arabo sui trent’anni, altissimo di statura, bruno, muscoloso, forte come un toro; ed aveva per contro un viso sbarbato, due occhi dolcissimi, un sorriso, una vocina, una grazia in tutti i movimenti, che facevano col suo corpo possente un contrasto singolarissimo ... Portava un gran turbante bianco, una giacchettina azzurra e i calzoni alla zuava; parlava spagnuolo, sapeva far di tutto, piaceva a tutti, a segno che Selam, persino il glorioso Selam, n’era un tantino geloso ... Gli altri pure, chi più chi meno, eran giovani belli, svegli e pieni di ossequiosa sollecitudine; tanto che quando un di noi, strada facendo, si voltava indietro, incontrava sempre tutti i loro occhioni che gli domandavano se gli occorresse qualcosa ... —Peccato,—dicevo tra me,—che non ci assalti una banda di ladri, per poter vedere tutti questi lestofanti alla prova! Dopo due ore di cammino cominciammo a incontrar qualcheduno ...
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Marocco (pagina 27)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Cinque di questi eran giovanotti di forme colossali che parevan fratelli; tutti e cinque di viso pallido e di grandi occhi neri scintillanti all’ombra di turbanti enormi; che ci passavano e ci ripassavano accanto, a briglia sciolta, col capo rovesciato indietro in un atteggiamento superbo ... In presenza di tutti noi, senza profferir parola, si scopersero tutti e cinque, quasi nello stesso tempo, il braccio sinistro ... Oh povere le mie odalische! Avevan tutti e cinque il braccio, dalla spalla alla mano, coperto d’un’orribile erpete sifilitica ...
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Marocco (pagina 28)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Allora la famiglia e gli amici del prigioniero, vendettero tutti i loro averi e portarono a Sid-Abd-el Krim la somma richiesta ... Gileli uscì di prigione, e appena uscito, radunò tutti i suoi, e fece con loro il giuramento solenne di uccidere il Governatore ... Prima del tramonto del sole ci trovavamo tutti all’accampamento, ch’era posto poco lontano da quel giardino, in un piano solitario, ai piedi d’una piccola altura sulla quale si alzava una Cuba fiancheggiata da una palma ... Mentre eran tutti occupati a far la solita ripartizione, vidi, alzando gli occhi verso la cuba, un uomo di alta statura e d’aspetto strano che scendeva a lunghi passi giù per la china verso l’accampamento ... Il signor Morteo si affrettò a tradurci le invettive di quel disgraziato:—Sterminiamoli tutti questi maledetti cani di cristiani, che vanno dal Sultano, e fanno tutto quello che vogliono, mentre noi moriamo di fame! Poco dopo la presentazione della mona obbligatoria, arrivarono all’accampamento più di cinquanta servi arabi e neri, disposti in fila, che portavano in grandi scatole rotonde, chiuse da altissimi coperchi conici di paglia, ova, polli cotti, torte, dolci, arrosti, cuscussu, insalate, confetti; tanta roba da saziare una tribù affamata ... I piatti non erano ancora messi in terra, che comparve il governatore coi suoi cinque figli, tutti a cavallo, seguiti da uno stuolo di servi ... Parlando, osservarono attentamente tutti e sei il nodo delle nostre cravatte e le catenelle dei nostri orologi ... E dico sempre pensatamente disparvero, invece di se ne andarono, come dico apparire per giungere, perchè non vedendo mai da nessuna parte nè un villaggio nè una casa, tutti coloro che arrivavano e partivano ci facevano l’effetto di gente che uscisse di sotto terra e si dileguasse nell’aria ...
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Marocco (pagina 29)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... vedermi morto? Oh che pais, mi povr’om! Tutti a parlo e nssun a l’è bon a fesse capì! (Tutti parlano e nessuno è buono a farsi capire) ... Bu-Bekr-ben-el Abbassi strinse vivamente la mano all’ambasciatore, fece un saluto amichevole al Ducali, suo antico compagno di scuola, e diede il benvenuto a tutti gli altri con un gesto pieno di maestà e di grazia ... Appena fummo fuori del villaggio, tutti uscirono dalle loro capanne, e allora vedemmo una turba di qualche centinaio di pezzenti neri, luridi, attoniti, che ci fecero l’effetto della popolazione risuscitata d’un camposanto ... Ad ogni movimento che facesse, il caic rimosso lasciava trasparire qui un po’ di color di rosa, là un po’ d’azzurro, qua un po’ di ranciato, tutti i colorini pomposi del vestimento nascosto, che mettevano una gran voglia di strappargli il velo per vedere che meraviglie ci avesse sotto, come fanno i bambini ai fantocci ... Strinse la mano a tutti, infilò i piedi nelle babbuccie, s’inchinò con ...
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Marocco (pagina 30)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Uno con un colpo del piede buttava la palla a una grande altezza; tutti gli altri facevano ad afferrarla in aria quanto più in su fosse possibile, spiccando in direzione verticale dei salti altissimi, come se si levassero a volo; e chi riusciva ad afferrarla, la buttava in aria alla sua volta ... Spesso, in quel serra serra, uno dei più robusti, cadendo, travolgeva nella caduta alcuni altri, i quali si trascinavan dietro i rimanenti, e allora rotolavano per un lungo tratto tutti insieme intrecciati e confusi sgambettando e ridendo, senza darsi pensiero al mondo di ciò che esponevano al sole ... Intanto quasi tutti i ragazzi che scorazzavano qua e là ci s’erano affollati intorno ... Saranno stati una cinquantina, e di tutta la roba che avevano addosso fra tutti non si sarebbe trovato un rigattiere che offrisse cinquanta centesimi ... In un batter d’occhio si dispersero tutti come uno sciame d’uccelli ...
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Marocco (pagina 31)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Saltammo tutti e quattro in terra, s’accese il lume, si cominciò la strage ... Questo fiume, uno dei più grandi del Magreb, scende dal fianco occidentale della catena di montagne che si allunga dall’alto Atlante verso lo stretto di Gibilterra, e con un corso di circa duecento quaranta chilometri, ingrossato da molti affluenti, si va a versare, descrivendo un grande arco, nell’Oceano atlantico, presso Mehedia, dove l’ammontamento delle sabbie, comune alle foci di quasi tutti i fiumi marocchini di quel versante, impedisce l’entrata ai bastimenti e produce grandi innondazioni al tempo delle cresciute ... Si smontò tutti da cavallo, e si discese per un sentiero ripido fino alle barche ... La prima barca facendo due o tre larghi giri per scansare le correnti e i ringorghi, portò all’altra sponda tutti gli italiani ...
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Marocco (pagina 32)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Sul punto di partire, l’Ambasciatore e tutti noi alzammo la mano in segno di saluto ... La luce ci offendeva gli occhi, il polverìo ci soffocava, tutti tacevano ... In mezzo al fitto polverìo che ci avvolgeva, vedemmo il loro Governatore, un gigante con lunghi capelli e gran barba nera, seguito da due vicegovernatori canuti, armati tutti e tre di fucile, avvicinarsi all’Ambasciatore, stringergli la mano e sparire ... Da tutte queste tende accorrevano arabi, vestiti d’una semplice camicia, a gruppi, a piedi, a cavallo, in groppa agli asini, due, persino tre sopra una sola cavalcatura; le donne coi bimbi appesi alle spalle, i vecchi sostenuti dai ragazzi, tutti affannati, smaniosi di vederci, e forse non di vederci soltanto ... Per i ragazzi, specialmente, è ammesso come cosa naturalissima che debbano tutti rubare ...
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Marocco (pagina 33)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Interprete, intendente, guida, compagno, riuscì caro ed utile a tutti, e nessuno dissentì mai da lui che sopra un punto: noi auguravamo al Marocco la civiltà; egli sosteneva che la civiltà avrebbe reso quel popolo due volte più tristo e quattro volte più infelice; e bisogna confessare che, sebbene avesse torto, s’era qualche volta tentati di dargli ragione ... In quasi tutti i grandi duar v’è una tenda appartata dove sta il maestro di scuola, al quale il duar dà cinque lire il mese, oltre a molte provvigioni di viveri ... Tutti i ragazzi vanno là a ripetere centomila volte gli stessi versetti del Corano, e a scriverli, quando li sanno a mente, sopra una tavola di legno ... All’alba, tutti si levano, dicono le loro preghiere, mungono le vacche, fanno il burro, e bevono il latte agro che ne rimane ...
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Marocco (pagina 35)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... SIDI-HASSEM La provincia dove stava per entrare la carovana, era una specie di colonia, divisa in poderi fra un gran numero di famiglie di soldati, in ognuna delle quali il servizio militare è obbligatorio per tutti i figli maschi; anzi ogni figliuolo nasce, per così dire, soldato, serve, come può, fin dall’infanzia, e riceve una paga fissa prima di essere in grado di maneggiare il fucile ... A venti passi da noi, si arrestarono bruscamente tutti in un punto ... Avevano i vestiti più puliti e le armi più lucide; quasi tutti gli stivali gialli, ricamati di filo rosso; le sciabole col manico di corno di rinoceronte, le cappe turchine, i caffettani bianchi, le cinture verdi ... Dopo mezz’ora di cammino, incontrammo un altro drappello, colla bandiera rossa, comandato pure da un vecchio caid, che s’unì al primo; e via via, andando innanzi, altri gruppi di quattro, otto, quindici cavalieri, ognuno colla bandiera, che vennero tutti a ingrossare la scorta ... Si vedeva ch’eran soldati regolari: si raggruppavano e si scioglievano con più ordine di tutti quelli che avevamo visti fino allora ... A un tratto il primo si rizzava sulle staffe, si voltava indietro con tutto il busto e sparava il fucile nel petto a quello che l’inseguiva, il quale, nello stesso punto, scaricava una fucilata a lui contro il fianco, in modo che se si fossero tirati a palla, sarebbero tutti e due precipitati di sella morti nello stesso momento ... —Guardatevi! Guardatevi!—Siate tutti testimoni!—Son io!—Ecco la morte!—Meschino me! (uno a cui era mancato il colpo)—Largo al barbiere!—(Era il barbiere dei soldati)—E un altro gettò questo curioso grido:—Alla mia dipinta!—che fece ridere tutti i suoi compagni ... Che buona pasta di generale! Dal giorno della partenza egli non aveva ancor fatto bastonare nè un soldato nè un servo; non s’era mai mostrato un minuto di cattivo umore; era sempre stato il primo ad uscir dalla tenda e l’ultimo a andar a dormire; non aveva mai lasciato trapelare, nemmeno agli occhi più indagatori, che il suo stipendio di quaranta lire il mese gli paresse un po’ scarso; non aveva ombra d’albagia; ci aiutava a montare a cavallo, s’assicurava che le nostre selle fossero salde, dava una legnata, passando, alle nostre mule restie; era sempre pronto a tutto e per tutti; si riposava, accovacciato come un umile mulattiere, accanto alle nostre tende; ci sorrideva ogni volta che ci vedeva sorridere; ci offriva del cuscussù; balzava in piedi, a un cenno dell’ambasciatore, come un fantoccio a molla; faceva la sua preghiera, da buon mussulmano, cinque volte il giorno; contava le uova della muna, presiedeva allo sgozzamento dei montoni, guardava l’album dei pittori senza dar segno di scandalo; infine era l’uomo più ad hoc, io credo, che sua Maestà Imperiale potesse scegliere per quella missione in mezzo alla folla dei suoi scalzi generali ... Appena ci videro, prima alcuni, poi cinquanta, poi tutti, si levarono da sedere e a poco a poco si vennero ad affollare dietro di noi ... Per qualche momento, nessuno fiatò; poi cominciò uno a dir un non so cosa, che li fece ridere tutti ... Dopo quello, parlò un altro, e poi un terzo, e via via, e ad ogni parola, tutti ridevano ...
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Marocco (pagina 36)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ma, povera gente, siamo giusti! Lasciando da parte le cariche dei pidocchi e la fratellanza coi cani, non avevan ragione di pensare di noi quello che pensavamo noi stessi, paragonandoci con loro? Dieci volte il giorno, mentre ci scorazzavano intorno quei superbi cavalieri, ci dicevamo gli uni agli altri:—Sì, siamo civili, siamo i rappresentanti d’una grande nazione, abbiamo più scienza nella testa, noi dieci, che non ce ne sia in tutto l’Impero dei Sceriffi; ma piantati su queste mule, vestiti di questi panni, con questi colori, con questi cappelli, in mezzo a loro, per dio, siamo brutti! Ah! quant’era vero! L’ultimo di quegli straccioni a cavallo era più gentile, più maestoso, più degno dello sguardo d’una donna, che tutti, messi in un fascio, i bellimbusti d’Europa ... L’Ambasciatore domandò loro:—Avete mai inteso nominare l’Italia? Tutti e due insieme, accennando vivamente di no colla mano, risposero col tuono di chi si affretta a dissipare un sospetto:—Mai! mai! Allora l’Ambasciatore, colla pazienza d’un maestro, diede loro alcune nozioni geografiche e politiche intorno al nostro misterioso paese ... La guardarono e la riguardarono con compiacenza e poi domandarono tutti e due ad una voce:—E le altre? O non sapevano, o piuttosto non si rammentavano in quel momento che i Cristiani,—infelici,—non possono averne che una ... Ma non v’erano più che quattro giorni di viaggio e noi avevamo una parola magica che ci consolava di tutto:—Fez! ZEGUTA Si partì per Zeguta, di buon mattino, tutti rallegrati dal pensiero che quel giorno si sarebbero viste da lontano le montagne di Fez ... Una folla d’arabi imbacuccati nelle cappe ci facevano ala all’uscita dell’accampamento; i soldati della scorta, tutti infreddoliti, ci seguivano stretti in un gruppo; i bambini dei duar ci guardavano cogli occhi pieni di sonno di dietro alle siepi e alle tende ...
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Marocco (pagina 38)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Il bravo dottore per i primi giorni si scusò, dicendo che sarebbe stato meglio fare l’esperimento a Fez, con tutti i comodi; ma io continuai a sollecitarlo, e a Zeguta, finalmente, un po’ a controvoglia, mi presentò in un piattino il boccone sospirato ... E i soldati della scorta? Eran tutti buoni ragazzi, pronti a difenderci, a rischiar la vita per noi ... Amavo pure li Algerini, e perchè no? pensavo; non sono della stessa razza dei Marocchini? E poi, che razza! Siamo fratelli tutti, siamo stretti ad un patto, bisogna amarci, io amo, io sono felice, e mettevo il braccio intorno al collo del dottore, che scoppiava dalle risa ... A un certo punto vidi l’Ussi con una testa allungata come un’immagine riflessa da uno specchio convesso; il Viceconsole con un viso largo due palmi; tutti gli altri assottigliati, gonfi, scontorti, contraffatti come caricature fantastiche, che mi facevano delle smorfie inesprimibilmente buffe; ed io ridevo e dondolavo il capo e sonnecchiavo e pensavo ch’eran tutti matti, che ci trovavamo in un altro mondo, che nulla di quel che vedevo era vero, che stavo male, che non capivo che cosa fosse accaduto, che non sapevo dove fossi ...
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Marocco (pagina 39)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Uno vuota mezza la bottiglia d’un fiato; l’altro, d’un fiato, la finisce; poi si metton tutti e due una mano sul petto e guardano il cielo cogli occhi luccicanti di voluttà ... All’alba tutti sono in piedi ... L’Ambasciatore si mette il suo berretto dorato, Hamed Ben Kasen la sciabola di gala, Selam un caffettano color di rosa, Civo un fazzoletto verde intorno al capo, segno di grande solennità; tutti i servi, la cappa bianca; tutti i soldati della scorta, le armi lucide; tutti gl’italiani, la roba più sfoggiata dei loro bauli ... Siamo, fra tutti, un centinaio, e si può affermare che l’Italia non ha mai avuto un’ambasciata più bizzarramente composta, più pomposamente colorita, più allegramente impaziente, più impazientemente aspettata di questa ... Il tempo è bellissimo, i cavalli scalpitano, i caic ondeggiano al venticello della mattina, tutti i volti brillano, tutti gli sguardi si fissano sull’Ambasciatore che conta i minuti sull’orologio ...
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Marocco (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Vi son dei neri, dei mulatti, dei bianchi, faccie d’un colore indefinibile; uomini di statura ciclopica accanto a bimbi che appena possono reggere il fucile; vecchi con una lunga barba bianca, curvi, che s’appoggiano col gomito ai vicini; figure selvaggie che fan l’effetto, con quell’uniforme, di scimmie vestite ed ammaestrate; tutti ci guardano cogli occhi attoniti e la bocca aperta e si stendono dinanzi a noi in due file a perdita d’occhio ... È il vecchio governatore Gilali Ben Amù, seguito da diciotto sotto-governatori e dal fiore dell’aristocrazia di Fez, tutti vestiti di bianco da capo a piedi, come uno stuolo di sacerdoti: visi austeri, barbe nere, caic di seta, bardature dorate ... Gli ufficiali son vestiti a capriccio, da zuavi, da turcos, da spahì, alla greca, all’albanese, alla turca, con divise gallonate e arabescate d’oro e d’argento, con sciabole a scimitarra, spade, pugnali ricurvi, pistoloni, daghe, stivali alla scudiera e stivaletti gialli senza tallone; alcuni color di porpora da capo a piedi, altri tutti bianchi, altri tutti verdi che paiono mascherati da diavoli ... Scoppia il suono d’una banda e nello stesso tempo tutte le trombe e tutti i tamburi dell’esercito prorompono in un fragore infernale ... Allora si sciolgono gli ordini del ricevimento e tutti ci si affollano intorno, magistrati, generali, cortigiani, ministri, ufficiali, schiavi; la nostra scorta è scompigliata, i nostri servi dispersi e noi stessi separati gli uni dagli altri ...
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Marocco (pagina 41)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Il ministro delle finanze fu quello che attirò più di tutti la mia attenzione ... E bisognava vedere con che espressione di sacro rispetto, Selam, Alì, Civo, e tutti gli altri servi arabi guardavano quei personaggi, che dopo il Sultano rappresentavano per loro il più alto grado di scienza, di potenza e di gloria, a cui si possa pervenire sulla terra! Finite le visite, si pigliò possesso del palazzo ... Interpreti, cuochi, marinai, servi, soldati, tutti trovarono il loro posticino ... Tutti si voltano e ci si serrano intorno ... Per tutta la strada, fin dove arriva lo sguardo, non si vedono che cappucci, è tutto bianco, e si direbbe che tutti camminano in punta di piedi ...
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Marocco (pagina 44)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... circondato dei suoi ufficiali, tutti vestiti di bianco ... Che strana figura! Per un pezzo rimanemmo tutti attoniti a guardarlo ... Ventotto piatti senza contare i dolci! Ventotto enormi piatti, ognuno dei quali sarebbe bastato a sfamare venti persone: di tutte le forme, di tutti gli odori, di tutti i sapori; pezzi smisurati di montone allo spiedo, polli impomatati, selvaggina alla ceretta, pesci al cosmetico, fegatini alla stearina, torte all’unto di sego, legumi in salsa di sugna, ova in conserva di manteca, insalate trite peste impastate e combinate a musaico; dolci di cui ogni boccone basterebbe a purgare un uomo d’un delitto di sangue; e con tutte queste ghiottonerie, grandi bicchieri d’acqua fresca, nei quali spremevamo dei limoni che c’eravamo portati in tasca; e poi una tazza di tè giulebbato; e infine uno stuolo di servi che irruppe nella sala, e innondò d’acqua di rosa noi, la tavola e le pareti: tale fu la colezione di Sid-Mussa ... —Voi tutti l’avete letta! E sapete queste cose! Io non me lo sarei mai immaginato! E non finiva di farne le meraviglie ... L’Ambasciatore inglese aveva regalato al Sultano due macchine telegrafiche, e fatto insegnare a parecchie persone della corte la maniera di servirsene; e già se ne servivano, non pubblicamente, perchè nella città, alla vista di quei fili misteriosi, sarebbe nato un sottosopra; ma nell’interno del palazzo imperiale; e non è a dire se il grande ritrovato avesse stupito tutti ... Non però fino al punto che noi potremmo supporre, perchè da quello che ne avevano inteso dir prima, se n’erano fatto tutti, compreso il Sultano, un concetto assai più meraviglioso; credevano, cioè, che la trasmissione del pensiero non si facesse già per mezzo della trasmissione successiva delle lettere e delle parole; ma tutta d’un colpo, istantaneamente, in modo che bastasse un tocco per esprimere e trasmettere issofatto qualsivoglia discorso ...
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Marocco (pagina 45)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... rappresentanti degli Stati d’Europa si dovesse risponder subito e in poche parole? e rinunziare a quella gran scusa dei ritardi e a quell’eterno pretesto delle lettere smarrite, che sono i corrieri, grazie a cui si può strascicare per due mesi una quistione che potrebbe esser risolta in due giorni? Si seppe, oltre a questo, o piuttosto si capì, che il Sultano è un uomo d’indole mite e di cuore gentile, che vive austeramente, che ama una donna sola, che mangia senza forchetta, come tutti i suoi sudditi, e seduto in terra, ma coi piatti posti sopra una piccola tavola dorata, alta un palmo; che prima d’esser Sultano, correva il lab el barod coi soldati, ed era uno dei più destri; che ama il lavoro e fa molte volte egli stesso quello che dovrebbero fare i suoi servi, fino a incassare le proprie robe nelle occasioni di partenza; e che infine il popolo lo ama, ma anche lo teme, perchè sa di certo che quando scoppiasse una grande rivolta, egli sarebbe il primo a saltare a cavallo e a slanciarsi colla spada nel pugno contro i ribelli ... Ma con che garbo dicevan queste cose! Che bei sorrisi e che bei movimenti! Che peccato non intendere il loro linguaggio tutto figure e colori, e non poter leggere e frugare a nostro bell’agio dentro quell’ingenua ignoranza! Dopo due ore ricomparvero l’Ambasciatore, Sid-Mussa, il gran sceriffo e tutti gli ufficiali; ci fu uno scambio interminabile di strette di mano, di sorrisi, d’inchini, di saluti, di cerimonie, che pareva si ballasse una contraddanza; e finalmente, passando fra due lunghe ali di servi attoniti, s’uscì ... Fu dunque una festa per tutti la sera che l’Ambasciatore ci annunziò il ricevimento solenne per la mattina seguente ... Poi, daccapo, Mulei Yezid, violento, crudele e fanatico, che per pagare i suoi soldati, gli sguinzaglia al saccheggio dei quartieri degli Ebrei in tutte le città dell’Impero; Mulei Hesciam, che dopo un regno di pochi giorni, va a morire in un santuario; Mulei Soliman, che distrugge la pirateria e ostenta amicizia all’Europa, ma con arte astuta segrega il Marocco da tutti gli Stati civili, e si fa portare ai piedi del trono la testa degli ebrei rinnegati a cui è sfuggita una parola di rammarico sulla loro abjura forzata; Abd-er-Rhaman, il vinto d’Isly, che fa calcinar vivi i congiurati nelle mura di Fez; e infine Sidi-Mohammed, il vinto di Tetuan, che per inculcare nei suoi popoli il rispetto e la devozione, fa portare per i duar e per le città le teste dei suoi nemici confitte nei fucili dei suoi soldati ... Alle otto della mattina, l’Ambasciatore, il vice-console, il signor Morteo, il Comandante e il Capitano, vestiti delle loro splendide uniformi, erano già radunati nel cortile, in mezzo a una folla di soldati, fra i quali il caid, tutti in pompa magna ... Noi soli, i due pittori, il medico ed io, tutti e quattro in giubba, gibus e cravatta bianca, non osavamo uscire dalle stanze, per timore che il nostro bizzarro vestire, forse non mai visto a Fez prima d’allora, facesse ridere il pubblico ... Finalmente, dopo una savia osservazione del dottore, che disse:—L’unione fa la forza—; uscimmo tutti e quattro insieme, stretti in un gruppo, col capo basso e il cappello sugli occhi ... Montammo tutti a cavallo e ci dirigemmo verso la porta della Nicchia del burro, preceduti da un drappello di fantaccini dalla divisa rossa, seguiti da tutti i soldati della legazione, fiancheggiati da ufficiali, interpreti, cerimonieri e cavalieri della scorta di Ben-Kasen-Buhammei ...
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Marocco (pagina 46)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Al nostro apparire tutti si fermavano e facevano ala ... Passammo un piccolo ponte che accavalcia il Fiume delle perle e ci trovammo nel luogo destinato al ricevimento, dove si discese tutti da cavallo ... Nel mezzo v’era una folla di generali, di cerimonieri, di magistrati, di nobili, d’ufficiali, di schiavi, arabi e neri, tutti vestiti di bianco, divisi in due grandi schiere, l’una di fronte all’altra, alla distanza d’una trentina di passi ... Dietro una di queste schiere, dalla parte del fiume, erano disposti in fila tutti i cavalli del Sultano, grandi e bellissimi, bardati di velluto ricamato d’oro; ciascuno tenuto da un palafreniere armato ... A un’estremità della schiera dei cavalli, c’era una piccola carrozza dorata, che la regina d’Inghilterra regalò all’Imperatore; il quale la fa mettere in mostra in tutti i ricevimenti ... Dietro di noi v’eran le casse; dietro le casse, tutti i soldati dell’ambasciata schierati ... Tutti e sette, senz’accorgercene, ci avanzammo a poco a poco d’alcuni passi ... Che peccato non aver sentito quello che dicevano dei nostri cappelli a staio e dei nostri vestiti a coda di rondine! Il sole era ardentissimo, nella vasta piazza regnava un profondo silenzio, tutti gli occhi erano rivolti dalla stessa parte ...
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Marocco (pagina 47)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... I miei antenati furono amici di tutti e sette questi stati ... Ed io, ora che tutti e sette si sono riuniti in un solo, ho concentrata in quest’uno tutta l’amicizia che i miei antenati nutrivano per gli altri ... Era curioso,—si capiva,—di vedere che razza di gente fossimo noi sette schierati a dieci passi dal suo cavallo; ma non volendo guardarci direttamente, girava gli occhi a poco a poco, e poi con uno sguardo rapidissimo ci abbracciava tutti e sette insieme, e in quel momento nel suo occhio brillava una certa espressione indefinibile d’ilarità infantile, che faceva un graziosissimo contrasto colla maestà di tutta la sua persona ... Tutti gli occhi eran fissi in lui, non si sentiva un respiro, non si vedevano che volti immobili in un atteggiamento di venerazione profonda ... Tutto, intorno a lui, esprimeva la sua enorme potenza, l’immensa distanza che lo separava da tutti, una sottomissione sconfinata, una devozione fanatica, una svisceratezza d’amore pauroso e selvaggio, che sembrava domandare d’essere provato col sangue ... I miei occhi incontrarono gli occhi del Dio, e tutti i periodi, già concepiti, di questa descrizione, mi si scompigliarono nella mente ... La banda suonò, le trombe squillarono, i cortigiani curvarono la testa, le guardie, i soldati e i servi misero un ginocchio in terra, e scoppiò un’altra volta da tutti i petti un grido lungo e sonoro:—Dio protegga il nostro Signore! Scomparso il Sultano, si confusero le due schiere dei grandi personaggi, e vennero verso di noi Sid-Mussa, i suoi figliuoli, i suoi ufficiali, il ministro della guerra, il ministro delle finanze, il gran sceriffo Bacali, il grande cerimoniere, i più grossi pezzi della corte, sorridendo, vociando, agitando le braccia in segno di festa ... Poco dopo, avendo Sid-Mussa invitato l’Ambasciatore a riposarsi in un giardino del Sultano, si montò tutti a cavallo, si attraversò la piazza, s’infilò la stradicciuola misteriosa e s’entrò nell’augusto recinto del quartiere imperiale ... Aveva innamorato tutti ... Lo proclamammo tutti il più bello e il più amabile di tutti i Monarchi maomettani; e perchè la proclamazione fosse veramente nazionale, ci piacque di sentire il parere anche del cuoco e dei due marinai ... Il cuoco, al quale tutti gli spettacoli veduti da Tangeri a Fez non avevano strappato mai altro che un sorriso di profonda commiserazione, si mostrò generoso coll’Imperatore ... Vi guardarono dentro tutti e due con grande curiosità e parvero molto meravigliati ...
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Marocco (pagina 52)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Di tratto in tratto un servo portava in giro una catinella e un asciugamano; si davano una lavatina e poi tutti insieme rituffavano lo zampino in un altro piatto ... Che ufficiali saranno stati? Maggiori di stato maggiore? Aiutanti di campo? Capi-divisione del Ministero della guerra? Chi può saper nulla nel Marocco, particolarmente dell’esercito, che è il più misterioso di tutti i misteri? Si dice, per esempio, che nel caso d’una guerra santa, quando sia proclamata la legge Djehad, che chiama tutti gli uomini validi alle armi, l’Imperatore può raccogliere duecentomila soldati; ma se non si conosce nemmeno presso a poco il numero della popolazione dell’Impero, su che fondamento s’appoggia quella cifra? E l’esercito permanente, chi sa quanto sia? E a chi riesce di saper qualcosa, non solo del numero, ma dell’ordinamento, se, fuor dei capi, nessuno sa nulla, e questi o non vogliono rispondere, o non dicono il vero, o non sanno farsi capire? Sid-Abd-Allà, cortesissimo ospite, volle aver scritti sul suo portafoglio i nostri nomi e ci accomiatò stringendosi sul cuore le mani di tutti ... Nella mia dorme pure il dottore e abbiamo fra tutti e due un povero diavolo di servo arabo che ci fa morire dalle risa ... —Il viceconsole cerca da qualche giorno un vecchio libro arabo, e tutti i mori interrogati si guardano in viso e dicono:—Un libro? Chi ha dei libri a Fez? N’aveva uno tempo fa, se non c’inganniamo, il tale dei tali; ma è morto e non sappiamo chi siano gli eredi ... Vengono in punta di piedi alle spalle del pittore, guardano facendo cannocchiale della mano e poi quasi tutti si mettono a ridere come se avessero scoperto qualche grande stranezza ...
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Marocco (pagina 53)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Si trova di tutto fra questa gente,—diceva il Biseo indispettito,—persino degli originali che ci voglion bene; ma non un cane che voglia lasciarsi copiare!—Finora, infatti, tutti gli sforzi dei pittori non hanno approdato a nulla ... Il premio era ghiotto; tirarono tutti con grande impegno; ma essendo la prima volta che pigliavano in mano quell’arma, nessuno colpì, e lo scudo fu regalato all’ufficiale perchè lo dividesse fra tutti ... Abituati tutti agli atteggiamenti terribili, nessuno sapeva adattarsi all’atteggiamento composto e riposato, che il capitano insegnava ...
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Marocco (pagina 54)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Chi l’avrebbe mai potuto immaginare! Per farmi un complimento, e che altro poteva essere? mi aveva domandato così ex abrupto perchè non mi lasciassi crescere tutta la barba, che sarebbe stata più bella della sua! I soldati della scorta ci seguitavano tutti e tre alla distanza d’una ventina di passi, e siccome ogni tanto noi ci chiamavamo l’un l’altro ad alta voce, ed era la prima volta che sentivano i nostri nomi, li trovavano strani, ne ridevano e li ripetevano tra loro con pronuncia moresca, stroppiandoli nella più bizzarra maniera:—Isi! Amigi!—A un certo punto l’ufficiale disse bruscamente:—Scut! (Silenzio!) e tutti tacquero ... I soldati fecero immediatamente uscir tutti, fuor che il malato, dal recinto del palazzo, e in poche ore si sparse per tutta Fez la notizia dell’operazione meravigliosa ... Dà a chi la vuole una delle sue nere, gli altri possono sposare una mora o un’araba libera; a tutti il Sultano fa le spese del matrimonio ... Si debbono tutti arrolare nell’esercito; ma possono esercitare nello stesso tempo qualche mestiere ... Quasi tutti vivono miseramente e in un tale stato d’animo, che per quanto si sappian macchiati di gravi delitti, ispirano piuttosto compassione che orrore ...
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Marocco (pagina 56)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Il commercio che si fa per Fez, Taza e Udjda (e non è di piccola importanza, benchè minore assai di quello che la vicinanza dei due paesi dovrebbe produrre) comprende, oltre i tappeti, i tessuti, le cinture, i cordoni, e tutti gli oggetti del vestiario arabo e moresco, braccialetti e anelli da piede d’argento e d’oro, vasi di Fez, musaici, profumi, incenso, antimonio per gli occhi, hennè per le unghie e tutte le altre tinture del bel sesso affricano ... Il tempo, la salute, l’acqua di Fez, le proprietà di certi tessuti, qualche aneddoto storico, dei proverbi, quanta sia la popolazione di certi Stati d’Europa: son tutti discorsi più gradevoli che il parlar d’affari ... Ma son poi effetti dell’aria o dell’acqua? o dell’olio scellerato? o del burro infame? o di tutte queste cose insieme? Comunque sia, è un fatto che stiamo tutti male ... È languidezza, disappetenza, prostrazione di forze, pesantezza del capo, e quel ch’è più grave, un’abitudine, contratta da tutti, di attraversare di tratto in tratto il cortile rapidissimamente, senza ...
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Marocco (pagina 57)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Strana debolezza! E a tutti questi malanni s’aggiunge un tedio, un fastidio d’ogni cosa, una tetraggine, che da qualche giorno ha fatto mutar faccia alla casa ... Tutti desiderano il ritorno ... Siamo giunti a quel punto inevitabile di tutti i viaggi, in cui tutt’a un tratto la curiosità si smorza, ogni cosa si scolora, le memorie della patria rincalzano in folla; tutti i desiderii, soffocati nei primi giorni, si risollevano in tumulto; e da qualunque parte si rivolga lo sguardo, si vede la nostra porta di casa ... In questa vita effeminata diventano naturalmente pettegoli, vanitosi, piccoli, maligni; si lacerano la reputazione, gli uni cogli altri, con una rabbia spietata; mentono per abitudine, con un’impudenza incredibile; affettano animo caritatevole e religioso, e sacrificano l’amico per uno scudo; disprezzano il sapere e accolgono le più puerili superstizioni del volgo; fanno il bagno tutti i giorni e tengono il sudiciume a mucchi nei recessi della casa; e aggiungono a tutto questo un orgoglio satanico, dissimulato, quando ...
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Marocco (pagina 58)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E così m’ingannarono nei primi giorni; ma ora son persuaso che l’ultimo di costoro crede, in fondo al cuore, di valer infinitamente più di tutti noi messi in un mazzo ... Tutti gli altri odiano generalmente tutti i cristiani, non solo perchè quest’odio è istillato loro nelle scuole e nelle moschee fin dall’infanzia, collo scopo di renderli avversi ad ogni commercio colle genti civili;—commercio che, scemando la superstizione e l’ignoranza, scalzerebbe le fondamenta dell’edifizio politico e religioso dell’Impero;—ma perchè hanno tutti in fondo all’anima il vago sentimento d’una forza espansiva, crescente, minacciosa degli Stati europei, dalla quale tosto o tardi saranno schiacciati ... Sentono rumoreggiare la Francia alle loro frontiere di levante; vedono gli Spagnuoli fortificati sulla loro costa del Mediterraneo; Tangeri, occupata da un’avanguardia di cristiani; le città occidentali, guardate da negozianti europei distesi su tutta la costa dell’Atlantico come una catena di sentinelle avanzate; ambasciate che percorrono il paese in tutte le direzioni, per recare dei doni al Sultano, in apparenza, ma in realtà, pensan loro, per vedere, scrutare, fiutare, corrompere, preparare il terreno; sentono, insomma, la minaccia perpetua d’un’invasione e immaginano quest’invasione accompagnata da tutti gli orrori dell’odio e della vendetta, persuasi, come sono, che i Cristiani nutrano contro i Mussulmani gli stessi sentimenti che nutrono loro contro di noi ... Questo buon giovane, al quale cominciava a pesare, a quel che sembra, la vita diplomaticamente austera che si mena da quaranta giorni; avendo visto, non so di dove, una bella mora che passeggiava in un giardino, pensò (tutti hanno le loro debolezze) ch’essa non avrebbe potuto resistere alle attrattive della sua bella persona, e senza badare al pericolo s’insinuò per un buco del muro nel recinto vietato ...
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Marocco (pagina 59)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La notizia dell’avvenimento si sparse, ci fu un sottosopra, il colpevole ricevette una solenne ammonizione in presenza di tutti e il Comandante, sempre spiritoso, gli fece per giunta un sermoncino che gli produsse un’impressione profonda ... Certo è che agli Arabi puri e ai Berberi, che sono la maggioranza guerriera del Marocco, non si può negare il valore, e nemmeno restringersi a riconoscere in loro quel valore comune e indeterminato che in Europa si considera, con cavalleresca reciprocanza, proprietà di tutti gli eserciti ... Poichè tenuto pur conto della natura del terreno e degli aiuti segreti dell’Inghilterra, l’esercito marocchino, scompigliato, mal condotto, male armato, male approvvigionato, non avrebbe potuto tener fronte, come fece, per quasi un anno, con una tenacia inaspettata in Europa, all’esercito spagnuolo, disciplinato, ordinato e fornito di tutti i nuovi mezzi d’offesa, senza supplire con un grande valore alla potenza militare che gli mancava ... Dopo due mesi di guerra, l’esercito spagnuolo non aveva presi che due prigionieri, un arabo della provincia d’Oran e un pazzo che s’era presentato agli avamposti; e nella sanguinosa battaglia di Castillejos cinque marocchini soli, e tutti e cinque feriti, caddero nelle mani dei vincitori ... Abbracciano tutti, senza difficoltà, la religione maomettana, conservando però molte delle loro stranissime superstizioni, e le feste bizzarre del proprio paese, consistenti in balli grotteschi che durano fino a tre giorni e tre notti consecutive, accompagnati da una musica diabolica, e non interrotti che per inghiottire con avidità bestiale ogni sorta di porcherie ...
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Marocco (pagina 61)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La notte era serena, lo sposo teneva per mano Rahmana, il vecchio caid si lisciava la barba: tutti erano allegri ... Un giorno, finalmente, mentre tutti e due passeggiavano scoraggiati e silenziosi per la foresta, un arabo accorse da lontano verso di loro e disse d’aver visto Arusi nascosto in mezzo ai giunchi, sulla riva d’un fiume, all’estremità della foresta ... Si slanciano tutti verso quel punto, arrivano, girano, frugano, fiutano: Arusi non v’è più ... Tutti si gettano nel fiume e raggiungono la riva opposta ... La riva era segnata di alcune orme; tutti si mettono su quell’orme; ma dopo pochi passi, mancano ... Lo legarono, lo portarono in una tenda, lo distesero in terra, e per prima vendetta, Sid-Alì gli recise col pugnale tutti i diti dei piedi, gettandoglieli ad uno ad uno sul viso ... E questa curiosità non è punto scemata, benchè ormai tutti gli abitanti di Fez ci abbiano visti e rivisti ...
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Marocco (pagina 63)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Gli domandai dunque che impressione gli avessero fatta le grandi città europee non aspettandomi peraltro di sentire grandi espressioni di meraviglia, perchè sapevo, come tutti sanno, che dei quattro o cinquecento negozianti marocchini che vanno ogni anno in Europa, la maggior parte ritornano nel loro paese più stupidamente fanatici di prima, quando non ritornano più viziosi e più birbanti; e che se tutti rimangono stupiti dello splendore delle nostre città e delle meraviglie delle nostre industrie, nessuno però ne rimane scosso nell’anima, acceso nella mente, spronato a fare, a tentare, a imitare; nessuno intimamente persuaso della inferiorità complessiva del paese proprio; e nessunissimo, poi, se anche avesse questi sentimenti s’arrischierebbe ad esprimerli, e tanto meno a cercar di diffonderli, per paura di tirarsi addosso l’accusa di mussulmano rinnegato e di nemico del suo paese ... Casi di tutti i giorni!—(E qui vorrei poter riferire tale e quale il suo linguaggio rotto, concitato e infantile) ... —Sempre questo! Come se voi aveste una donna sola! E ce lo volete far credere! Una sola è vostra, ma ci son poi quelle de los otros, e quelle che sono de todos y de nadie, di tutti e di nessuno ...
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Marocco (pagina 64)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Va, vieni, corri; carri di qui, carrette di là; un rumore che stordisce, gli ubbriachi che barcollano, i signori che si abbottonano il soprabito per paura dei borsaiuoli; a ogni passo una guardia che guarda intorno come se a ogni passo ci fosse un ladro; i bambini e i vecchi che ogni momento corron rischio d’essere schiacciati dalle carrozze dei ricchi; le donne sfrontate, e persino bambine, orrore! che lanciano occhiate provocanti, urtano i giovani col gomito e fanno mille smancerie; tutti col sigaro in bocca; da ogni parte gente che entra nelle botteghe a mangiucchiare, a ber liquori, a farsi lisciare i capelli, a specchiarsi, a inguantarsi; e i zerbinotti piantati davanti ai caffè che dicono delle parole nell’orecchio alle donne degli altri che passano; e che maniera ridicola di salutare e di camminare in punta di piedi, dondolandosi, saltellando; e poi, Dio buono, che curiosità di femminuccie!—E toccando questo tasto pigliò la stizza e disse che un giorno, in una piccola città d’Italia, essendo uscito vestito da moro, si radunò in un momento una gran folla, e tutti gli correvano dietro e davanti gridando e ridendo, e quasi non lo lasciavano camminare, tanto ch’egli dovette ritornare alla locanda e cangiar vestito ... a che servono tante cose se dobbiamo tutti morire? —Insomma,—conclusi,—voi non cangereste il vostro stato col nostro! Stette un po’ pensando e rispose: —No, perchè voi non vivete più di noi, nè siete più sani, nè più buoni, nè più religiosi, nè più contenti ... Non vogliate che tutti vivano a modo vostro e sian felici come volete voi ... Rimaniamo tutti nel cerchio che Allà ci ha segnato ... Uno stuolo di soldati, vecchi, di mezza età e ragazzi, tutti vestiti di rosso, correvano dietro a un cannoncino tirato da una mula ... La mula andava innanzi a zig zag, a suo capriccio, o piuttosto dove la spingeva il cannone scendendo impetuosamente dai rialti del terreno; tutti davano ordini, nessuno obbediva; i grandi scappellottavano i piccoli, i piccoli scappellottavano i piccolissimi, e questi si scappellottavano fra loro; e il cannone rimaneva presso a poco allo stesso posto ... Dalla parte opposta della piazza, vicino al ponte, v’era un gruppo di mori, d’arabi, di neri, uomini e donne, gente di città e gente di campagna, signori e pezzenti, tutti stretti in un gruppo, che aspettavano, mi fu detto, d’esser chiamati ad uno ad uno dinanzi al Sultano, a cui dovevano chieder favori o giustizia; poichè il Sultano dà udienza tre volte la settimana a chiunque faccia domanda di parlargli ... V’erano donne cenciose e vecchi cadenti; tutti visi stanchi e tristi, su cui si leggeva il desiderio impaziente e insieme la paura di dover comparire dinanzi al Principe dei Credenti, al giudice supremo, che avrebbe in pochi momenti, con poche parole, deciso forse della sorte di tutta la loro vita ...
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Marocco (pagina 65)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... questo, quando gli era tagliata la mano, fingeva di tuffar il moncherino nel catrame; un altro raccoglieva la mano recisa e la buttava in pasto ai cani; e tutti gli spettatori ridevano ... Ve n’era di tutte le sfumature dal nero d’ebano fino al giallo d’arancio, e non uno, neppure fra i più piccoli, che conservasse l’espressione della ingenuità infantile: avevan tutti qualchecosa di duro, di sfrontato, di beffardo, di cinico, che metteva pietà, piuttosto che sdegno ... Al mio avvicinarsi, tutti si voltarono e mi fissarono in viso uno sguardo che mi fece tornare indietro ... Non essendoci nè accanto al Sultano, nè dirimpetto al padiglione alcun ufficiale che leggesse i nomi, come si fa da noi, per accertare l’esistenza di tutti i soldati segnati nei ruoli (e si dice che nell’esercito marocchino non esiston ruoli), non capii che scopo potesse avere quella rassegna, fuor che di ricreare l’Imperatore; e fui tentato di riderne ...
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Marocco (pagina 66)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Senonchè da questo lieto sentimento ne nasce uno triste, il sentimento inevitabile che getta un’ombra su tutte le ore serene e una goccia d’amaro in tutti i piaceri ... Oltre a ciò, un osservatore acuto avrebbe notato sui nostri visi, se pessimista, un certo dispetto, se ottimista, una certa serenità, che derivava dalla coscienza, profonda in tutti, di non aver lasciato nella illustre capitale dell’Impero nessuna bella malinconica, nessun marito offeso, nessuna famiglia sconvolta, nemmeno un lembo d’un caic femminino profanato ... A tutti poi brillava sul viso il pensiero del ritorno, per quel po’ che se ne poteva vedere sotto gli ombrelli, i veli, i fazzoletti, di cui la maggior parte s’erano coperti la testa per ripararsi dal sole ardentissimo e dal polverio soffocante ... Ma a cagione della vicinanza delle due grandi città, incontrammo più gente che non ne avessimo mai incontrata sulla via da Tangeri a Fez: carovane di cammelli, grandi armenti, negozianti che conducevano al mercato di Fez stormi di cavalli bellissimi; santi che predicavano al deserto, corrieri a piedi e a cavallo, gruppi di arabe armate di falce che andavano alla mietitura, e parecchie ricche famiglie moresche che si recavano a Fez con tutte le loro masserizie e tutti i loro servi ... Il povero dottore Miguerez, assalito alla seconda tappa da dolori di sciatica atrocissimi, dovette essere trasportato a Mechinez sopra una lettiga fabbricata alla meglio con una branda e due travi di tenda, e appesa alla groppa di due mule; e questo mise in tutti una profonda tristezza ... Non si può dire quanto stringesse il cuore il vedere, come vedevamo spesso, apparire dietro di noi sulla sommità d’un’altura e scendere lentamente quella lettiga, circondata di soldati a cavallo, di mulattieri, di servi, d’amici, tutti gravi e silenziosi come un corteo funebre; e di tratto in tratto fermarsi e chinarsi tutti sull’infermo; e poi rimettersi in cammino, accennando a noi lontani che il nostro povero amico peggiorava! Era uno spettacolo doloroso, ma ad un tempo bello e gentile, che dava a tutta la carovana l’aspetto della scorta afflitta d’un Sultano ferito ... Verso sera andammo tutti sulla riva del fiume, a un mezzo miglio dall’accampamento, vicino a un gran duar, di cui ci venne incontro tutta la popolazione ... Perciò ci mettemmo a cercare tra i ruderi se mai rimanesse qualche indizio di costruzione romana; ma non trovammo o non riconoscemmo nulla, con manifesta soddisfazione degli arabi, i quali credevano senza dubbio che cercassimo, sulla fede dei nostri libracci diabolici, qualche tesoro nascosto là dai Rumli (romani), di cui, secondo loro, tutti i cristiani sono discendenti diretti ...
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Marocco (pagina 67)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutti lo sconsigliarono ... Appena capirono dove il capitano voleva andare, parve a tutti così disperata l’impresa che si misero a ridere ... Spiccò un salto, disparve in mezzo agli arbusti, ricomparve ritto sopra un sasso, si rinascose, e così, di pietrone in pietrone, saltando come un gatto, strisciando, arrampicandosi, rischiando dieci volte di cader nel fiume o di spezzarsi la testa, riuscì ai piedi del macigno, e senza prender fiato, aggrappandosi a tutti gli sterpi e a tutti gli incavi, salì sulla sommità e vi si drizzò come una statua ... Ma quella che ci pareva pianura, non era invece che una successione interminabile di vallette parallele, separate da larghe onde di terreno tutte eguali d’altezza, che presentavano l’aspetto d’una superficie continua; per cui, andando innanzi, la città si nascondeva e ricompariva continuamente, come se facesse capolino; e oltre a ciò, le valli essendo dirupate, rocciose e non attraversabili che per sentieri serpeggianti e difficili, il cammino da farsi era almeno doppio di quello che, a primo aspetto, avevamo giudicato; e sembrava che la città s’allontanasse via via che ci avanzavamo; e in ogni valle si apriva il cuore alla speranza, e sopra ogni altura si tornava a disperare, e sonavan voci alte e fioche e sospiri lamentevoli e irosi propositi di rinunzia a qualunque futuro viaggio nell’Affrica, fatto con qualunque scopo e in qualunque condizione; quando, come Dio volle, uscendo da un bosco d’olivi selvatici, ci vedemmo dinanzi all’improvviso la città sospirata, e tutti i lamenti morirono in una esclamazione di meraviglia ... A venti passi dalla tenda, scesero dai loro cavalli bardati di tutti i colori dell’iride, e si slanciarono verso di noi gridando tutti insieme:—Benvenuti! Benvenuti! Benvenuti!—Il governatore era un giovane di fisonomia dolce, d’occhi neri, di barba nerissima; tutti gli altri, uomini tra i quaranta e i cinquanta, d’alta statura, barbuti, vestiti di bianco, lindi, profumati, che parevano usciti da uno scatolino ... Strinsero le mani a tutti, girando intorno alla tavola a passo di contraddanza e sorridendo graziosamente, e poi si radunarono daccapo dietro al Governatore ... —Il Governatore offerse a tutti l’ospitalità in casa sua, che venne acettata ...
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Marocco (pagina 68)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E Mulei-Soliman faceva tagliare la testa a tutti, appena i denari erano al posto ... E questo re perverso e crudele aveva un anello col quale poteva chiamare a suo servizio tutti i demoni ... E già i due muri della strada erano stati fabbricati per la lunghezza d’una giornata di cammino, e tutti si rallegravano pensando che la strada sarebbe presto finita ... Prima di metterci in cammino, però, convenimmo con loro, interprete Hamed, che quando avessimo battuto tutti e tre palma a palma, in qualunque punto della città ci trovassimo, essi avrebbero preso la via più corta per ricondurci all’accampamento ... Che bel momento! Quella facciata luminosa, quei cavalieri, quelle torri, la solitudine, il tramonto, formavano tutt’insieme uno spettacolo così schiettamente moresco, spiravano un’aura così viva d’altri tempi, presentavano in un sol quadro tanta storia, tanta poesia, tanti sogni, che rimanemmo un pezzo tutti e tre immobili in mezzo alla piazza come trasecolati ...
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Marocco (pagina 69)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E ad ogni legnata, si voltavano tutti e due a guardare noi tre, come per consigliarci di prenderne atto per ricordarcene nel dare la mancia; e siccome noi ridevamo come matti, pigliavano il nostro riso come un incoraggiamento, e tiravan via a picchiare come anime perdute ... Allora ci decidemmo a battere tutti e tre palma a palma, il segnale convenuto per la ritirata ... Era una macchina pesante e mal adatta, che somigliava più a una gabbia per trasportar bestie feroci, che a una lettiga per un malato; assai meglio fatta, nondimeno, di quello che tutti noi prevedessimo; e gli operai che vi diedero sotto i nostri occhi le ultime martellate, n’erano così alteri e si sentivano tanto sicuri della nostra ammirazione, che lavorando, tremavano dall’emozione, e ad ogni nostra parola, mandavan lampi dagli occhi ... Tutti, fuorchè l’Ambasciatore e il capitano, che partecipano della virtù favolosa della salamandra, di star nel fuoco senz’ardere, ci coprimmo il capo come fratelli della Misericordia, ci ravvoltammo con gran cura nelle cappe e nelle coperte, e senza profferire una parola, col mento sul petto, cogli occhi socchiusi, scendemmo nella terribile pianura, confidando nella clemenza di Dio ... Il caldo opprimeva tutti ... Vedendo che rimanevo indietro, venne al mio fianco e si mise a bastonare la mia mula con uno zelo così sviscerato, che in pochi momenti passai dinanzi a tutti, portato via di galoppo, saltellando sulla sella come un automa di gomma elastica, e arrivai all’accampamento cinque minuti prima degli altri, colle budella sottosopra e il cuore pieno di gratitudine ... Quel giorno nessuno uscì dalla tenda fino all’ora del desinare, e il desinare stesso fu silenzioso, come se tutti si sentissero già oppressi dal caldo del giorno seguente ... Ma a un tratto le grida diventarono strazianti, e sentimmo profferire distintamente, con un accento d’invocazione supplichevole, il nome del fondatore di Fez:—Mulei-Edriss! Mulei-Edriss! Mulei-Edriss!—Ci alzammo tutti da tavola, e correndo verso quella parte, arrivammo in tempo a vedere una tristissima scena ...
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Marocco (pagina 70)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... L’accampamento fu piantato in fretta e in furia vicino al fiume, in un terreno nudo, rotto da profonde screpolature, e fatta colazione alla lesta, ci ritirammo tutti sotto le tende ... Ero immerso in una specie di stupore, sognavo ad occhi aperti, mi ribollivano nel capo mille immagini confuse di luoghi freschi e di cose gelate: mi precipitavo dall’alto d’una rupe in un lago, mettevo la nuca contro la bocca d’una pompa, mi fabbricavo una casa di ghiaccio, divoravo in dieci minuti tutti i pezzi duri di Napoli, e più sguazzavo nell’acqua e bevevo freddo, più mi sentivo morire di caldo, di sete, di rabbia, di sfinimento ... Benchè gli tenessimo tutti gli occhi addosso, e fosse quella probabilmente la prima volta ch’egli compariva, in carattere ufficiale, davanti a un Ambasciata europea, non mostrò ombra d’imbarazzo ... Sorbì lentamente il suo tè, mangiò dei confetti, parlò nell’orecchio al suo ufficiale, s’aggiustò due o tre volte sul capo il suo turbantino, osservò attentamente tutti i nostri stivali, lasciò indovinare che si seccava; poi si strinse sul petto, accommiatandosi, la mano dell’Ambasciatore, e tornò verso il suo cavallo colla stessa gravità di Sultano con cui s’era avvicinato alla tenda ...
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Marocco (pagina 71)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutti comandavano, tutti criticavano, tutti andavano in collera, tutti tagliavan l’aria con gesti imperiosi, che parevan tanti ammiragli, e nessuno levava un ragno dal buco ... Se rivela dove ha nascosto il tesoro, è rimandato con tutti gli onori alla sua provincia, dove in poco tempo, facendo peggio di prima, può rifarsi di quello che gli è stato carpito ...
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Marocco (pagina 72)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Al nostro passaggio, tutti gli abitanti saltaron fuori ... Vecchi cadenti, frotte di bimbi, uomini maturi, giovanetti, tutti correvano da lui a farsi mettere la mano sul capo, e se ne tornavano contenti, voltandosi indietro a guardarlo con un’espressione d’affetto e di gratitudine ... Vedemmo dei bimbi alti due palmi, tutti nudi, che appena si reggevano in piedi, venir verso di noi barcolloni, e mostrandoci il pugno grosso come una noce, gridare:—Maledetto il padre tuo!—E siccome avevano paura ad avanzarsi soli, si radunavano in sette o otto, e così stretti in un gruppo, che si sarebbe potuto portar tutto ritto sopra un vassoio, s’avanzavano con aria minacciosa fino a dieci passi dalle nostre mule a balbettare la loro insolenzina ... Tutti, involontariamente, affrettarono il passo; le conversazioni, che cominciavano a languire, si rianimarono; i servi intonarono i canti sacri; l’intera carovana, in pochi minuti, prese un’aria d’allegrezza e di festa ... Il poveretto stava così coricato a traverso la mula, colla testa spenzoloni, col corpo inarcato, col sole negli occhi, e in quella maniera era venuto da Karia-el-Abbassi e doveva andare a Tangeri! E in quella maniera sono trasportati nel Marocco tutti i malati che non han denaro da noleggiare una lettiga e due mule, e fortunati coloro che possono almeno ficcar la testa in una bisaccia! Dalle colline discesi sulla riva del mare ...
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Marocco (pagina 74)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Sono il tale dei tali,—disse in spagnuolo, con una voce dolce inchinandosi in atteggiamento di profondo rispetto;—agente consolare d’Italia e di tutti gli altri stati d’Europa nella città d’Arzilla ... Ci dirigemmo dunque tutti insieme, girando intorno alla città, verso la riva del mare ... Tutti erano commossi, anche il buon generale Hamed ben Kasen, il quale stringendo la mia mano contro il suo largo torace, mi disse tre volte l’unica parola europea che sapesse:—A Dios!—con una voce che veniva dal cuore ... E quando il piroscafo partì, ci salutarono ancora, tutti ritti in una barca, sventolando i loro fez rossi, e gridando fin che li potemmo sentire:—Allà sia sulla vostra strada! Tornate al Marocco! Addio ai Nazareni! Addio agli Italiani! Addio! Addio! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 2)
di Giovanni Verga (estratti)
... Sono rovinato! Gli altri vociavano tutti in una volta, ciascuno dicendo la sua; una baraonda da sbalordire: - Buttate giù le tegole! - Appoggiate la scala al fumaiuolo! - Mastro Nunzio, in piedi sul tetto della sua casa, si dimenava al pari di un ossesso ... Dal corridoio riuscì a farsi udire comare Speranza, che era rauca dal gridare, strappando i vestiti di dosso alla gente per farsi largo, colle unghie sfoderate come una gatta e la schiuma alla bocca: - Dalla scala ch'è laggiù, in fondo al corridoio! - Tutti corsero da quella parte, lasciando don Diego che seguitava a chiamare dietro l'uscio della sorella: - Bianca! Bianca! ... Adesso dal corridoio, dalla scala dell'orto, tutti portavano acqua ... Don Luca che suonava a tutto andare le campane; la folla dalla piazza vociando e gesticolando; tutti i vicini alla finestra ... La zia Cirmena scappò a dire: - Sono pazzi! Pazzi da legare tutti e due! Don Ferdinando già è stato sempre uno stupido ... Come volete chiamarla? Tutti i parenti si danno la voce per quello che devono mandare a Pasqua e a Natale ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 3)
di Giovanni Verga (estratti)
... Ci hanno anche la camera pel cucù, capite! E il barone, con quella sfuriata, li piantò tutti lì, che si sganasciavano dalle risa ... Il canonico Lupi attraversò il cortile, rialzando la sottana sugli stivaloni grossi in mezzo alle erbacce, si voltò indietro verso la casa smantellata, per veder se potessero udirlo, e poi, dinanzi al portone, guardando inquieto di qua e di là, conchiuse: - Avete udito il dottore Tavuso? Possiamo parlare perché siamo tutti amici intimi e parenti ... Sembrava che tutti gli leggessero in viso il suo segreto! Si voltò ancora indietro esitante, guardingo, prima d'entrare nel vicoletto, temendo che Ciolla stesse a spiarlo ... Giacalone, e Vito Orlando, in mezzo a mucchi di frumento alti al pari di montagne, si dimenavano attorno ai vagli immensi, come ossessi, tutti sudati e bianchi di pula, cantando in cadenza; mentre Gerbido, il ragazzo, ammucchiava continuamente il grano con la scopa ... La buon'annata deve venire per tutti ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 4)
di Giovanni Verga (estratti)
... Ma in quel momento entrava il canonico Lupi, sorridente, con quella bella faccia amabile che metteva tutti d'accordo, e dietro a lui il sensale col moggio in mano ... Il canonico soggiunse: - State tranquillo, che mastro-don Gesualdo fa tutti i mestieri in cui c'è da guadagnare ... Bisognava vedere! tutti col fazzoletto agli occhi! Tanto che don Alessandro Spina per la commozione, si mise a gridare: "Ma diglielo che sei tu! ... - Tutti i vizi di suo padre, buon'anima! Caccia, giuoco, divertimenti ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 8)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Signora Capitana? signora Capitana! Così rubate la festa al santo! Tutti gli voltano le spalle! - Come siete stupidi, tutti quanti! - rispose la Capitana, gongolante ... Tutti così quei Trao ... Ha le mani in pasta in tutti gli affari del comune ... quando saran morti tutti quelli che son nati prima di lui! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 14)
di Giovanni Verga (estratti)
... il debitore di tutti quanti! ... Avete tanti denari, e vi date l'anima al diavolo! Giunse al paese che suonava mezzogiorno, mentre tutti scappavano a casa come facesse temporale ... Temeva però gli intrighi degli avversari, tutti pezzi grossi, di quelli che avevano voce in capitolo! E il canonico viceversa, andava raffreddandosi di mano in mano, aggrottandosi in viso, stringendosi nelle spalle, guardandolo fisso di tanto in tanto, e scrollando il capo di sotto in su, come a dargli dell'asino ... Non son tutti così gonzi! ... Così brontolando tutti e due andarono a cercare Pirtuso, che stava al Fosso, laggiù verso San Giovanni ... Il denaro è scarso per tutti, padre mio! ... Tutti così! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 16)
di Giovanni Verga (estratti)
... Morì raccomandando a tutti Santo, che era stato sempre il suo prediletto, e Speranza carica di famiglia com'era stata lei ... - Tutti sulle spalle di Gesualdo, giacché lui guadagnava per tutti ... - Non feste, non domeniche, mai una risata allegra, tutti che volevano da lui qualche cosa, il suo tempo, il suo lavoro, o il suo denaro; mai un'ora come quelle che suo fratello Santo regalavasi in barba sua all'osteria! - trovando a casa poi ogni volta il viso arcigno di Speranza, o le querimonie del cognato, o il piagnucolìo dei ragazzi - le liti fra tutti loro, quando gli affari non andavano bene ... - Costretto a difendere la sua roba contro tutti, per fare il suo interesse ... o tutti e due ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 20)
di Giovanni Verga (estratti)
... la quale vi farebbe imparentare con tutti i pezzi grossi del paese! ... Lo vedete adesso di che aiuto vi sarebbe? Avreste dalla vostra i giurati e tutti quanti ... Voi, caro don Gesualdo, avete il difetto di credere che tutti gli altri sien più minchioni di voi ... saranno tutti quegli uccelli ... Non ve ne accorgete, ma l'avete! Se fate quella faccia, tutti vi metteranno i piedi sopra per camminarvi! ... Il canonico lo tirò per un braccio: - Andiamo, andiamo! Volete chiudere la bocca a tutti gli sfaccendati? Nel salire per la stradicciuola dei Margarone incontrarono il marchese Limòli, che andava a fare la sua passeggiatina solita della sera, dal Rosario a Santa Maria di Gesù, sempre solo e con l'ombrello rosso sotto il braccio ... - Un gran diavolo quel marchese! Povero come Giobbe, ma è uno che ha voce in capitolo! S'aiutano fra di loro, tutti in un gruppo! ... Don Gesualdo, scendendo le scale, brontolava ancora: - Perché dovrei averli tutti contro? ... son tutti parenti ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 28)
di Giovanni Verga (estratti)
... tutti i primi signori del paese! ... E tutti sgattaiolarono di qua e di là ... Don Gesualdo li accompagnò sino all'uscio, solleticato internamente dai complimenti del canonico, il quale non finiva dal dirgli che aveva fatto le cose ammodo: - Peccato che non sieno venuti tutti gli invitati! Avrebbero visto che spendete da Cesare ... Li avrete tutti nemici allora! ... - Tutti nemici ... Uno schiaffo, caro mio! Uno schiaffo che avete dato a tutti quanti! - Sapete cosa ho da dirvi? - si mise a strillare allora il marchese levando il capo in su ... Prima s'affollarono sulla soglia simili a un branco di pecore; poscia, dopo Nanni l'Orbo, sfilarono dietro tutti gli altri, col sorriso goffo, il berretto in mano, le donne salutando sino a terra come in chiesa, imbacuccate nelle mantelline ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 29)
di Giovanni Verga (estratti)
... Tutti d'amore e d'accordo, insieme! ... compare Nanni e tutti gli altri! ... tutti quanti! - Aspetta! aspetta, che piglio un bastone! - No! no! - gridò Nanni dalla strada ... Il Signore c'è per tutti ... di lui e di tutti gli altri! ... non hai la superbia di tutti i tuoi ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 33)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Non tutti i negozi riescono bene ... Si è messa d'accordo cogli avversari! Tutti contrari! ... allora, quand'è così, muoia Sansone con tutti i Filistei ... - Come la nipote s'era alzata anch'essa dal canapè, mortificata da tutti quei discorsi, colle braccia incrociate sul ventre, donna Mariannina continuò ridendo e fissandole gli occhi addosso: - È vero, Bianca, che il mondo non lo lascerai finire, tu? - Bianca tornò a farsi rossa ... con tutti i parenti ... Se no, perché li avrete spesi tanti denari? Don Gesualdo non voleva darla vinta ai suoi nemici, ma dentro si rodeva, perché davvero non gli servivano gran cosa tutti quei denari spesi ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 34)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Una sètta, capite? Tavuso, mettiamo, al posto di Margarone; e tutti quanti colle mani in pasta! Ogni villano che vuole il suo pezzo di terra! pesci grossi e minutaglia, tutti insieme ... E spiegò meglio la sua idea: cavar le castagne dal fuoco con le zampe del gatto; tirar l'acqua al suo mulino, e se capitava d'acchiappare anche il mestolo un quarto d'ora, e di dare il gambetto a tutti quei pezzi grossi che non era riescito ad ingraziarsi neppure sposando una di loro, senza dote e senza nulla, tanto meglio ... Tutti i negozi non riescono a un modo ... La sera innanzi era arrivata una lettera da Palermo che mise fuoco alla polvere, quasi tutti l'avessero letta ... D'ora innanzi siam tutti eguali! ... Dicono che sinora ve le siete godute voialtri signori, e che adesso tocca a noi, perché siamo tutti eguali ... - Padroni! padronissimi! Quanto a me non dico di no! Tutti eguali! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 36)
di Giovanni Verga (estratti)
... Tutti e due col cuore che saltava alla gola ... Quando tornarono ad uscire, dopo un gran pezzo, erano tutti più morti che vivi ... - Il barone mise mano alla pistola: tutti con un gran batticuore ... - Don Gesualdo, avete sentito quante belle chiacchiere? Adesso siamo tutti fratelli ... Io non mi fido di tutti questi fratelli che non mi ha partorito mia madre ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 43)
di Giovanni Verga (estratti)
... Mèndola s'era ficcato nel palco prima di tutti gli altri, per veder la scena che aveva detto lui, e faceva la spiegazione a ogni parola ... - Zitto! zitto! cattiva lingua! Tutti gli occhi, anche quelli delle ragazze, si rivolsero al baronello, il quale finse di non capire ... - Ebbene? cosa vuol dire? Segno ch'è piaciuta, se la sanno tutti a memoria! - È piaciuta un corno! Lei dice che gliene importa assai di me! - Oh! oh! ... Andava scorbacchiandolo con tutti, amiche e parenti ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 44)
di Giovanni Verga (estratti)
... Tutti l'ammiravano! ... era geloso: geloso di tutto e di tutti, dell'aria, del sogno, del pensiero ... Un odore di stalla, in quella scaletta buia, cogli scalini unti e rotti da tutti gli scarponi ferrati del contado ... " Più tardi, come si seppe in paese della grossa somma che don Gesualdo aveva anticipata al barone Rubiera, tutti gli davano del matto, e dicevano che ci avrebbe persi i denari ... Dice bene il proverbio che la donna è causa di tutti i mali! Commediante poi! V Don Ninì aveva sperato di tenete segreto il negozio ... La notte non chiudeva occhio almanaccando dove il suo ragazzo potesse trovare i denari per tutti quei fazzoletti di seta e quelle boccettine d'acqua d'odore ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 45)
di Giovanni Verga (estratti)
... come tutti i Rubiera ... ché ne abbiamo tutti, nemici! ... - Cosa? Ho detto una minchioneria? Nemici ne abbiamo tutti ... Ci saranno tutti i parenti ... La baronessa continuava a ridere, e Ciolla le teneva dietro, tutti e due guardandosi in viso, cogli occhi soli rimasti serii ... Ma io non pago, no! - Quello che dicono tutti ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 53)
di Giovanni Verga (estratti)
... Tutti se ne vanno ... I Margarone partirono subito per Pietraperzia; tutti ancora in lutto per don Filippo, morto dai crepacuori che gli dava il genero don Bastiano Stangafame, ogni volta che gli bastonava Fifì se non mandava denari ... - Avete visto? Tutti se ne vanno! I parenti mi voltano le spalle! ... Voglio rinfacciarlo a tutti quanti, se campo! II Quella che chiamavano la casina, a Mangalavite, era un gran casamento annidato in fondo alla valletta ... Faceva del bene a tutti; tutti che si sarebbero fatti ammazzare per guardargli la pelle in quella circostanza ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 56)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Però siccome il giovane voltava le spalle senza rispondere, con la superbia che avevano tutti quei parenti spiantati, donna Sarina non seppe più frenarsi, raccattando in furia i ferri da calza e gli occhiali, infilando il paniere al braccio senza salutar nessuno ... Nell'aia erano tutti in subbuglio ... Donna Sarina e tutti gli altri! Serpi nella manica! Dunque, niente visite, finché torno ... E se ne andò col dorso curvo, sotto il gran sole, ruminando tutti i suoi guai ... Tutti gli dicevano: Non aprite se prima il sole non è alto! Ma sapete che testa dura! Il colèra ce l'ha portato alla Salonia un viandante che andava intorno colla bisaccia in spalla ... Roba da accopparli tutti quanti sono, medici, preti e speziali, perché loro ogni cristiano che mandano al mondo della verità si pigliano dodici tarì dal re! E l'arciprete Bugno ha avuto il coraggio di predicarlo dall'altare: - Figliuoli miei, so che ce l'avete con me, a causa del colèra ... III Allorché giunsero alla Salonia trovarono che tutti gli altri inquilini della fattoria caricavano muli ed asinelli per fuggirsene ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 57)
di Giovanni Verga (estratti)
... Allora si alzò come una furia l'altro figliuolo, Santo, con la faccia sudicia di lagrime, vociando e pigliandosela con tutti quanti: - Il viatico che non glielo date, razza di porci? ... I nipoti erano già partiti colla roba, insieme agli altri inquilini, e un gatto abbandonato s'aggirava miagolando per la fattoria, come un'anima di Purgatorio: una cosa che tutti alzavano il capo trasalendo, e si facevano la croce al vedere quegli occhi che luccicavano nel buio, fra le travi del tetto e i buchi del muro; e sulla parete sudicia vedevasi sempre l'ombra del berretto del vecchio, gigantesca, che non dava segno di vita ... Il più turbato di tutti però era don Gesualdo, sebbene non dicesse nulla, guardando il morto che guardava lui colla coda dell'occhio appannato ... Erano tutti figli suoi, orfanelli bisognosi ... - E ora, come restiamo intesi? Tutti quanti si guardarono in faccia a quell'esordio ... Non erano tutti figli dello stesso padre? E il capo della casa chi era stato? Sinora aveva avuto le mani in pasta don Gesualdo, vendere, comprare ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 60)
di Giovanni Verga (estratti)
... Tutti che fanno: levati di lì e dammi il fatto tuo ... e allora mette in opera tutti i mezzi per arrivarci, ciascuno come può ... IV Cessata la paura del colèra, appena ritornato in paese, don Gesualdo s'era vista arrivare la citazione della sorella, autorizzata dal marito Burgio, che voleva la sua parte dell'eredità paterna - di tutto ciò che egli possedeva - una bricconata; adducendo che quei beni erano stati acquistati coi guadagni della società, di cui era a capo mastro Nunzio; e che adesso voleva appropriarsi tutto lui, Gesualdo, - lui che li aveva avuti tutti quanti sulle spalle, sino a quel giorno! che aveva dovuto chinare il capo alle speculazioni sbagliate del padre! ch'era stato la provvidenza del cognato Burgio nelle malannate! che pagava i debiti del fratello Santo all'osteria di Pecu-Pecu! - anche Santo lo citava per avere la sua quota, aveva fatto parte della società anche lui, quel fannullone! - Ora lo svillaneggiavano per mezzo d'usciere; gli davano del ladro; volevano mettere i sigilli; sequestrargli la roba ... Lo trascinavano fra le liti, gli avvocati, i procuratori - un sacco di spese, tanti bocconi amari, tanta perdita di tempo, tanti altri affari che ne andavano di mezzo, i suoi nemici che c'ingrassavano - nei caffè e nelle spezierie non si parlava d'altro - tutti addosso a lui perch'era ricco, e pigliando le difese dei suoi parenti che non avevano nulla! Il notaro Neri gli faceva anche l'avvocato contrario, gratis et amore, per le questioni vecchie e nuove che erano state fra di loro ... - Siete tutti quanti dei capponi! tale e quale mio marito! ... Una domenica riunì in casa sua tutti i Motta, compreso il marito di comare Speranza ch'era una bestia, e non sapeva dire le sue ragioni ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 61)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Non ha neppure compassione di te quell'ingrata! Ci siamo ammazzati tutti per farne un'ingrata! Ha perso l'amore ai parenti ... Congiuravano tutti quanti contro di lui, per rubargli la figliuola e la roba, come se lui l'avesse rubata agli altri ... Voleva correre dal giudice, dal sindaco, mettere sottosopra tutto il paese; far venire la Compagnia d'Arme da Caltagirone; farli arrestare tutti e due, figliuola e complice; farlo impiccare nella pubblica piazza, quel birbante! farlo squartare dal boia! fargli lasciare le ossa in fondo a un carcere! - Quell'assassino! quel briccone! In galera voglio farlo morire! ... tutti e due! ... tutti quanti siete! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 62)
di Giovanni Verga (estratti)
... Con quel bel visetto so io quante teste farai girare in una gran città! Quando si entra in una sala di ballo, scollacciata, coperta di brillanti, tutti che domandano: - Chi è quella bella signora? ... Poi arrivò don Gesualdo, e stettero zitti tutti quanti ... Però Isabella ne parlava sempre collo zio marchese, colla zia Mèndola, colla zia Macrì, con tutti i parenti; da tutti cercava aiuto, fin dal suo confessore, come una pazza, desolata, lavando dal piangere le pietre del confessionario ... Tutti le dicevano: - Che possiamo farci, se tuo padre non vuole? Lui è il padrone ... Voialtri siete giovani tutti e due, e avete gli occhi chiusi ... Siamo tutti nati dalla costola di Adamo, figliuola mia! ... Ma i baiocchi li tiene tuo padre! Se non vuol darvene, andrete a scopar le strade tutti e due, e dopo un mese vi piglierete pei capelli ... Aveva lo stesso sorriso e le medesime maniere cortesi per tutti i seccatori dai quali fu tosto assediato, fin dal primo giorno ... Nel paese fu l'argomento di tutti i discorsi: Quel che aveva detto; quel che era venuto a fare; quanto tempo si sarebbe fermato lì; quanti anni aveva ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 67)
di Giovanni Verga (estratti)
... tutti i bene intenzionati ... Ci hanno tutti lo stesso diritto, non è vero? Allora, con un po' di giudizio, anticipando a questo e a quello una piccola somma ... Tacquero tutti, ciascuno sbirciando sottecchi il compagno, don Ninì col naso dentro la sciarpa, sua moglie colle labbra strette ... - conchiuse donna Giuseppina, - è meglio parlarci chiaro e darci la mano tutti quelli che abbiamo da perdere ... Gli altri gli si rivoltarono contro tutti d'accordo, vociando, eccitandosi l'un l'altro ... Zacco, adesso che aveva capito di che si trattava, scalmanavasi più di tutti: - Una pensata seria! Da uomo con tanto di barba! Il miglior modo per evitare quella birbonata di dividere fra i nullatenenti i fondi del comune! ... - Don Gesualdo, duro, scrollava il capo; badava a ripetere: - No! no! non mi ci pigliano! - Tutt'a un tratto il barone Zacco afferrò don Ninì per la sciarpa e lo spinse verso il canapè quasi volesse mangiarselo, sussurrandogli nell'orecchio: - Volete sentirla? Volete che ve la canti? È segno che quello lì ci ha il suo fine per farci rimaner tutti quanti siamo con tanto di naso! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 69)
di Giovanni Verga (estratti)
... Ho seminato bene e raccolgo male da tutti quanti, vedete! Don Camillo si strinse nelle spalle ... Come sapevasi che sua moglie stava peggio, il marchese Limòli era venuto a visitare la nipote, e ci aveva condotto pure don Ferdinando, tutti e due a braccetto, sorreggendosi a vicenda ... I due vecchi s'erano messi a sedere dinanzi al letto, col mento sul bastone, mentre don Gesualdo faceva la storia della malattia, e il cognato gli voltava la schiena, senza dir nulla, rivolto alla sorella, la quale guardava or questo ed ora quell'altro, poveretta, con quegli occhi che volevano far festa a tutti quanti, allorché s'udì un vocìo per la strada, gente che correva strillando, quasi fosse scoppiata la rivoluzione che s'aspettava ... Soltanto, cogli occhi lustri interrogava tutti quanti, ad uno ad uno ... Egli, che non sentiva né il sonno né nulla, tornava a brontolare: - Che notte! che nottata eterna! Com'è lunga questa notte, Domeneddio! Appena spuntò il giorno aprì il balcone per chiamare Nardo il manovale, e mandarlo da tutti i parenti, ché Bianca, poveretta, stava assai male, se volevano vederla ... Don Gesualdo corse in persona ad aprire, credendo che fosse il medico o qualchedun altro di tutti coloro che aveva mandato a chiamare ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 70)
di Giovanni Verga (estratti)
... - E allora ve la fanno a voi, capite! Vi saccheggiano la casa e tutto! Il canonico aggiunse che veniva nell'interesse di coloro che avevano da perdere e dovevano darsi la mano, in quel frangente, pel bene di tutti ... Donna Agrippina allora li mise fuori tutti quanti ... Piangevano tutti quanti ... Dicono ch'è il segno di abolire tutti i dazi e la fondiaria ... e anche in tutti i paesi lungo la strada ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 71)
di Giovanni Verga (estratti)
... C'era il canonico Lupi, che portava il ritratto di Pio Nono, il baronello Rubiera, giallo come un morto, sventolando il fazzoletto, tant'altra gente, tutti gridando: - Viva! ... Ciolla ch'era diventato un pezzo grosso alfine, con una penna nera nel cappello e un camiciotto di velluto che sembrava un bambino a quell'età, passeggiava su e giù per la piazza, guardando di qua e di là come a dire alla gente: - Ehi! badate a voi adesso! - Don Luca, portando la croce dinanzi alla bara, ammiccava gentilmente, per farsi strada fra la folla, e sorrideva ai conoscenti, come udiva lungo la via tutti quei gloria che recitava la gente alle spalle di mastro-don Gesualdo ... Lo dicevano tutti: il canonico Lupi armato sino ai denti, il barone Rubiera colla cacciatora di fustagno, come un povero diavolo ... Non mi fate parlare, ché domattina devo dir messa! - Nobili e plebei, passato il primo sbigottimento, erano diventati tutti una famiglia ... - Se lo rammentavano tutti, povero bracciante ... Aizzava contro allo zio i suoi figliuoli che s'erano fatti grandi e grossi, e capaci di far valere le loro ragioni, se non fossero stati due capponi, come il genitore, che s'era acquetato subito, quando il cognato aveva mandato un gruzzoletto, allorché Bianca stava male, dicendo che voleva fare la pace con tutti quanti, e dei guai ne aveva anche troppi ... Giacalone, a cui don Gesualdo aveva fatto pignorar la mula pel debito del raccolto, l'erede di Pirtuso, che litigava ancora con lui per certi denari che il sensale s'era portati all'altro mondo, tutti coloro che gli erano contro per un motivo o per l'altro, soffiavano adesso nel fuoco, dicendone roba da chiodi, raccontando tutte le porcherie di mastro-don Gesualdo, sparlandone in ogni bettola e in ogni crocchio, stuzzicando anche gli indifferenti, con quella storia delle terre comunali che dovevano spartirsi fra tutti quanti, delle quali ciascuno aspettava il suo pezzetto, di giorno in giorno, e ancora non se ne parlava, e chi ne parlava lo facevano uccidere a tradimento, per tappargli la bocca ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 72)
di Giovanni Verga (estratti)
... Gli avvelenavano il sangue tutti i discorsi che sentiva fare alla gente ... Veniva a trovarlo sera e mattina, gli conduceva la moglie e le figliuole, vestiti di nero tutti quanti, che annebbiavano una strada ... Lui stesso si faceva in quattro a disporre e a ordinare nella casa del cugino don Gesualdo, a ficcare il naso in tutti i suoi affari, a correre su e giù con le chiavi dei magazzini e della cantina ... un po' per uno, a tutti coloro che gridano più forte perché non hanno nulla da perdere, e minacciano adesso di scassinarvi i magazzini e bruciarvi la casa ... Dicevasi che in casa sua ci fosse un arsenale; che la sera ricevesse Canali, il marchese Limòli, dell'altra gente ancora, per congiurare, e un bel mattino si sarebbero trovate le forche in piazza, e appesi tutti coloro che avevano fatto la rivoluzione ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 74)
di Giovanni Verga (estratti)
... Come molti avevano messo orecchio al discorso di sfondar usci e far la festa a tutti i santi, la marmaglia ora pigiavasi dinanzi ai magazzini di mastro-don Gesualdo ... Si udiva la vocetta stridula di Brasi Camauro il quale piagnucolava come un ragazzo: - Signori miei! Non c'è più religione! Non vogliono più sapere né di cristi né di santi! Vogliono lasciarci crepare di fame tutti! All'improvviso dal frastuono scapparono degli urli da far accapponare la pelle ... - Ah! così? A questo punto siamo arrivati, che un galantuomo non è sicuro neppure in casa? che la roba sua non è più sua? Eccomi! Cadrà Sansone con tutti i Filistei, però! Lo stesso lupo, quando lo mettono colle spalle al muro! ... - Zacco, e due o tre altri benintenzionati ch'erano sopravvenuti intanto, sudavano a persuaderlo, vociando tutti insieme: - Che volete fare? Contro un paese intero? Siete impazzito? Bruceranno ogni cosa! Cominciano di qua la Strage degli Innocenti! Ci farete ammazzare tutti quanti! Lui s'ostinava, furibondo, coi capelli irti: - Quand'è così! ... Gli altri davano addosso ancor essi su quella bestia testarda di mastro-don Gesualdo che risicava di comprometterli tutti quanti; lo mettevano in mezzo; lo spingevano verso il muro; gli rinfacciavano l'ingratitudine; lo stordivano ... Abbiamo la bocca per mangiare tutti quanti ... Tutti fratelli! ... Ora è tardi, e siamo tutti d'un colore ... Gli altri allora l'assaltarono tutti insieme, colle buone, colle cattive, dicendogli che se i rivoltosi lo ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 75)
di Giovanni Verga (estratti)
... E in quel sudiciume il marchese ci stava come un principe, sputando in faccia a tutti quanti le sue miserie ... Che volete farci? Il mondo gira per tutti, caro don Gesualdo! ... Vuol dire che si torna indietro tutti! ... Anzi vado a chiamarvi Ciolla e tutti quanti, se volete! ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 76)
di Giovanni Verga (estratti)
... torbidi Bianca, Diodata, mastro Nunzio, degli altri ancora, un altro se stesso che affaticavasi e s'arrabattava al sole e al vento, tutti col viso arcigno, che gli sputavano in faccia: - Bestia! bestia! Che hai fatto? Ben ti sta! A giorno tornò Grazia per aiutare un po', sfinita, ansando se smuoveva una seggiola, fermandosi ogni momento per piantarsi dinanzi a lui colle mani sul ventre enorme, e ricominciare le lagnanze contro i parenti di don Ferdinando che le lasciavano quel poveretto sulle spalle, lesinandogli il pane e il vino ... - Sissignore, l'hanno tutti dimenticato, lì nel suo cantuccio, come un cane malato! ... - Voglio tornare a casa mia! Che ci sto a fare qui? Tanto, lo sanno tutti! ... E dopo l'avemaria, quatti quatti, Burgio e tutti i parenti l'accompagnarono a casa ... Così, a poco a poco, gli si misero tutti quanti alle costole ... Lei non aveva suggezione di Ciolla e di tutti gli altri della sua risma ... Inutilmente Speranza, amorevole, cercava erbe e medicine, consultava Zanni e persone che avevano segreti per tutti i mali ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 77)
di Giovanni Verga (estratti)
... Ma siccome il malato soffriva tutti i tormenti dell'inferno, nella lusinga che qualcheduno trovasse il rimedio che ci voleva, per non far parlare anche i vicini che li accusavano di avarizia, dovettero chinare il capo a codesto, chinare il capo a medici e medicamenti ... Il figlio di Tavuso, Bomma, quanti barbassori c'erano in paese, tutti sfilarono dinanzi al letto di don Gesualdo ... Ci ho tutti i miei interessi alla malora ... Vi stanno a tutti sugli occhi i denari che ho guadagnato! ... Erano tutti orecchi per don Margheritino che narrava la storia della malattia con gran prosopopea; approvavano coi cenni del capo di tanto in tanto; volgevano solo qualche occhiata distratta sull'ammalato che andavasi scomponendo in volto, alla vista di quelle facce serie, al torcer dei musi, alla lunga cicalata del mediconzolo che sembrava recitasse l'orazione funebre ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 82)
di Giovanni Verga (estratti)
... Alle volte provava anche una certa soddisfazione, fra sé e sé, sotto il lenzuolo, pensando al viso che avrebbero fatto il signor duca e tutti quanti, al vedere che lui aveva la pelle dura ... Don Gesualdo alzò la mano scarna, e trinciò una croce in aria, per significare ch'era finita, e perdonava a tutti, prima d'andarsene ... Vedendola poi rassegnata ad ascoltare, seduta a capo chino accanto al letto, cominciò a sfogarsi dei tanti crepacuori che gli avevano dati, lei e suo marito, con tutti quei debiti ... Lui non sa cosa vuol dire! - Spiegava quel che gli erano costati, quei poderi, l'Alìa, la Canziria, li passava tutti in rassegna amorosamente; rammentava come erano venuti a lui, uno dopo l'altro, a poco a poco, le terre seminative, i pascoli, le vigne; li descriveva minutamente, zolla per zolla, colle qualità buone o cattive ... Quaranta salme di terreni, tutti alberati! ...
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Mattinate napoletane (pagina 15)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Io lo andavo a vedere tre volte alla settimana, poi finii per recarmi a trovarlo quasi tutti i giorni ... —Sei un grande cretino, va! Come tutti i commessi viaggiatori ... —Beato lei, che ci ha tutti e due!—E lei?—Ha chiusi gli occhi, ha scosso tristemente il capo ... Il cane era idrofobo, palesava tutti i segni del male e lì per lì fu ammazzato ...
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Nel sogno
di era (estratti)
... Restino con Voi i cuori puri che mai non conobbero i turbamenti del peccato; vengano a Voi i cuori ardenti che la passione tormenta; accoglieteci tutti, mio Dio, nella vostra misericordia ... Come tutti coloro che sono assorti in un mondo superiore, sembrava sfuggire alla legge comune della vecchiaia ... " Vuotato di sè egli era fino all'ultimo punto; la sua persona non gli apparteneva che a guisa di un abito tolto a prestito, e similmente considerava tutti gl'interessi degli uomini ...
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Nel sogno (pagina 2)
di era (estratti)
... Egli si rifiutava all'obbligo fisso della domenica, dicendo che tutti i giorni appartengono al Signore, e non si deve dedicare un giorno solo a chi è padrone dei secoli ... Ma in tutte le stagioni, con tutti i tempi, i lavoratori se lo vedevano comparire davanti, ed inginocchiato in mezzo all'erba accompagnare l'opera dei campi con cantilene soavi e tenere o con inni ardenti di fede ... Trasportato di riconoscenza, scese dal pulpito, e colle braccia, e colla voce e coll'esempio traendosi dietro la folla dei fedeli, li schierò tutti fuori del tempio, in aperta campagna, facendo loro ammirare la bontà della Provvidenza, e invitandoli a cantare nel pieno trionfo della natura il trionfo di Dio ... Nei caldi meriggi dell'estate specialmente, egli raccoglieva i suoi parrocchiani all'ombra maestosa delle quercie e, umile in mezzo agli umili, parlava loro da fratello a fratelli, usando il dialetto famigliare a tutti, evitando le citazioni, servendosi della parola del Signore nella sua forma più umana per poter giungere fino all'ultimo dei cuori, fino al piccoletto cuore dei fanciulli a cui egli permetteva di trastullarsi intorno a lui ...
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Nel sogno (pagina 9)
di era (estratti)
... rispose colle lagrime agli occhi: —Dio ci perdoni a tutti! ………………………… ... Tutti i boschi, tutti i cespugli erano stati interrogati, e il sasso solitario ed i viali e l'orrido precipizio, che solo rispondeva col muggito profondo del torrente ... Maria chinò il capo, nè tuttavia ristette dall'aspettare tutti i giorni la sorella ... Senza che nessuno lo dicesse, l'orrore del burrone stava nella mente di tutti; essi sapevano che l'abisso non rende la sua preda e non la rivela ...
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Novelle rusticane
di Giovanni Verga (estratti)
... Ma se non gli avessero insegnato a dir messa, e a leggere e a scrivere per carità, non sarebbe riescito a ficcarsi nelle primarie casate del paese, né ad inchiodare nei suoi bilanci il nome di tutti quei mezzadri che lavoravano e pregavano Dio e la buon'annata per lui, e bestemmiavano poi come turchi al far dei conti ... Da chi era nato lui, tutti lo sapevano, ché sua madre gli scopava tuttora la casa ... Talché parve a tutti un vero castigo di Dio, allorquando la poveraccia fu presa dagli scrupoli, come accade alle donne che non hanno altro da fare, e passano i giorni in chiesa a picchiarsi il petto pel peccato mortale - ma non quando c'era lo zio, ch'ei non era di quei preti i quali amano farsi vedere in pompa magna sull'altare dall'innamorata ... Il Reverendo, lui, stava chiotto in cella, dopo di aver attizzato il fuoco, e in tal modo era arrivato ad esser reverendo con tutti i denti, che gli servivano bene; e al padre Giammaria che era stato lui a ficcarsi quello scorpione nella manica, ognuno diceva: - Ben gli sta! Ma il padre Giammaria, buon uomo, rispondeva, masticandosi le labbra colle gengive nude: - Che volete? Costui non era fatto per cappuccino ... Ma lui che era frate nel sangue, si stringeva nelle spalle, e rispondeva: - Sta' a vedere che uno non può seguire la vocazione a cui Dio l'ha chiamato! Il padre Giammaria l'aveva preso a ben volere perché era lesto come un gatto in cucina, e in tutti gli uffici vili, persino nel servir la messa, quasi non avesse fatto mai altro in vita sua, cogli occhi bassi, e le labbra cucite come un serafino ... Questa era storia che tutti la sapevano, e siccome sapevano che a furia di intrighi e d'abilità era arrivato ad essere l'amico intrinseco del re, del giudice e del capitan d'armi, che aveva la polizia come l'Intendente, e i suoi rapporti arrivavano a Napoli senza passar per le mani del Luogotenente, nessuno osava litigare con lui, e allorché gettava gli occhi su di un podere da vendere, o su di un lotto di terre comunali che si affittavano all'asta, gli stessi pezzi grossi del paese, se s'arrischiavano a disputarglielo, la facevano coi salamelecchi, e offrendogli una presa di tabacco ...
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Novelle rusticane (pagina 2)
di Giovanni Verga (estratti)
... Su questa storia del Governo egli aveva dovuto inghiottir della bile assai, fin dal 1860, quando avevano fatto la rivoluzione, e gli era toccato nascondersi in una grotta come un topo, perché i villani, tutti quelli che avevano avuto delle quistioni con lui, volevano fargli la pelle ... Ma quando il Papa mandò la scomunica per tutti coloro che acquistassero beni delle manimorte, il Reverendo sentì montarsi la mosca al naso, e borbottò: - Che c'entra il Papa nella roba mia? Questo non ci ha a far nulla col temporale ... Quando vi mettete a fare tutti quei figliuoli non ci pensate che son tante bocche che mangiano? E che colpa ci ho io poi se il pane non vi basta? Ve li ho fatti far io tutti quei figliuoli? Io mi son fatto prete per non averne ... - La brocca non ci vince contro il sasso, e col Reverendo non si può litigare, ché lui sa la legge! Se la sapeva! Quand'erano davanti al giudice, coll'avvocato, egli chiudeva la bocca a tutti col dire: - La legge è così e così ...
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Novelle rusticane (pagina 6)
di Giovanni Verga (estratti)
... Voleva soltanto continuare a stare dov'era il signorino, che lo vedeva tutti i giorni alla finestra, appena si alzava, e gli faceva segno se poteva andare a trovarla la sera ... In tal modo la Nina c'era cascata, col veder tutti i giorni alla finestra il signorino, che dapprincipio le rideva, e le mandava i baci e il fumo della pipa, e le vicine schiattavano d'invidia ... Appena compariva, portando in collo Gesù Bambino, ch'era il figlio di comare Menica, e diceva ai ladri: "Ecco il mio sangue!" la gente si picchiava il petto coi sassi, e si mettevano a gridare tutti in una volta: - Miseremini mei, Vergine Santa! Ma Janu e mastro Cola, che erano i ladri, colle barbe finte di pelle d'agnello, non davano retta, e volevano rapirle il Sacro Figlio, per portarlo ad Erode ... Se no li infilerebbe tutti e due col coltello a serramanico che ci ha in tasca ... - Se i malandrini arrivavano ad acchiappare la Madonna e San Giuseppe, tutti insieme, ne facevano tonnina, ed anche del bambino Gesù, Dio liberi! Comare Filippa, la quale ci aveva il marito in galera per avere ammazzato a colpi di zappa il vicino della vigna, quello che gli rubava i fichidindia, piangeva come una fontana, al vedere San Giuseppe inseguito dai ladri peggio di un coniglio, e pensava a suo marito, quando gli era arrivato alla capannuccia della vigna tutto trafelato, coi gendarmi alle calcagna, e gli aveva detto: - Dammi un sorso d'acqua ...
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Novelle rusticane (pagina 15)
di Giovanni Verga (estratti)
... Adesso se non comprava quell'asino di san Giuseppe, non sapeva che farne del suo carro e degli arnesi; e vedrete che quell'asino sarà la sua ricchezza! L'asino imparò anche a tirare il carro, che era troppo alto di stanghe per lui, e gli pesava tutto sulle spalle, sicché non avrebbe durato nemmeno sei mesi, arrancando per le salite, che ci volevano le legnate di compare Luciano per mettergli un po' di fiato in corpo; e quando andava per la discesa era peggio, perché tutto il carico gli cascava addosso, e lo spingeva in modo che doveva far forza colla schiena in arco, e con quelle povere gambe rose dal fuoco, che la gente vedendolo si metteva a ridere, e quando cascava ci volevano tutti gli angeli del paradiso a farlo rialzare ... In tal modo l'asino di san Giuseppe capitò in mano di quello del gesso, il quale ne aveva una ventina di asini, tutti macilenti e moribondi, che gli portavano i suoi saccarelli di gesso, e campavano di quelle boccate di erbacce che potevano strappare lungo il cammino ... Pure anche la padrona stessa era mutata a quell'ora, colla malannata che c'era stata, e la fame che aveva avuta, e le febbri che avevano preso tutti alla pianura, lei, suo marito e il suo Turiddu, senza denari per comprare il solfato, ché degli asini di san Giuseppe non se ne hanno da vendere tutti i giorni, nemmeno per trentacinque lire ... Ma quelle stelle che luccicavano come spade li passavano da parte a parte, malgrado il loro cuoio duro, e tutti quei guidaleschi rabbrividivano e tremavano al freddo come avessero la parola ...
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Novelle rusticane (pagina 23)
di Giovanni Verga (estratti)
... La brinata dell'alba scura, e il sollione della messe, se li pigliano come tutti gli altri poveri diavoli, giacché son fatti di carne e d'ossa come il prossimo, per andare a sorvegliare che il prossimo non rubi loro il tempo e il denaro della giornata ... - Beato voi che senza seminare raccogliete, e al tocco di campana scendete in refettorio, e vi mangiate la carità del prossimo! Io ho cinque figli, e devo pensare al pane per tutti loro ... - Ah! avete voluto veder le mie mutande, don Piddu? Io vi ridurrò senza mutande e senza camicia! Era un pezzo di fratacchione con tanto di barba, e la collottola nera e larga come un bue di Modica, perciò nei vicoli e in tutti i cortili era l'oracolo delle comari e dei contadini ... Chissà mai! In quella i missionari predicavano contro le tentazioni davanti al portone del sindaco, per tutti quei peccati che si facevano là dentro, e dal sindaco dovettero chiudere le finestre, se no la gente dalla strada rompeva a sassate tutti i vetri ...
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Novelle rusticane (pagina 25)
di Giovanni Verga (estratti)
... - A te prima, barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri! - Innanzi a tutti gli altri una strega, coi vecchi capelli irti sul capo, armata soltanto delle unghie ... Tutti! tutti i cappelli! - Non era più la fame, le bastonate, le soperchierie che facevano ribollire la collera ... Prima di notte tutti gli usci erano chiusi, paurosi, e in ogni casa vegliava il lume ... - Libertà voleva dire che doveva essercene per tutti! - Quel Nino Bestia, e quel Ramurazzo, avrebbero preteso di continuare le prepotenze dei cappelli! - Se non c'era più il perito per misurare la terra, e il notaio per metterla sulla carta, ognuno avrebbe fatto a riffa e a raffa! - E se tu ti mangi la tua parte all'osteria, dopo bisogna tornare a spartire da capo? - Ladro tu ...
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Novelle rusticane (pagina 26)
di Giovanni Verga (estratti)
... Si vedevano le camice rosse dei suoi soldati salire lentamente per il burrone, verso il paesetto; sarebbe bastato rotolare dall'alto delle pietre per schiacciarli tutti ... Ormai gli uomini, neri e colle barbe lunghe, stavano sul monte, colle mani fra le cosce, a vedete arrivare quei giovanetti stanchi, curvi sotto il fucile arrugginito, e quel generale piccino sopra il suo gran cavallo nero, innanzi a tutti, solo ... Tutti gli altri in paese erano tornati a fare quello che facevano prima ... Tutti quelli che potevano erano accorsi dal villaggio: testimoni, parenti, curiosi, come a una festa, per vedere i compaesani, dopo tanto tempo, stipati nella capponaia - ché capponi davvero si diventava là dentro! e Neli Pirru doveva vedersi sul mostaccio quello dello speziale, che s'era imparentato a tradimento con lui! Li facevano alzare in piedi ad uno ad uno ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 14)
di Emilio De Marchi (estratti)
... Mentre tutti dormivano al Kursaal, tra l'una e le due di notte, con un bianchissimo chiaro di luna, il piccolo diavolo andò a mettersi sotto la finestra di miss Dy, nell'ombra dell'edificio, e cavando dal suo venerabile Stradivari i suoni più teneri e parlanti, eseguì, come non sa eseguire che un Bernardini, la Romanza «Spirto gentil» della Favorita ... Il programma era ricco e svariato, per tutti i gusti, come un menu di table d'hôte ... Miss Dy fece il suo ingresso trionfale nel salone del teatro in un vestito tutto bianco, sul quale l'oro de' capelli spiccava mirabilmente: non era una donna, ma una visione, secondo ebbe a dichiarare lo stesso Bernardini, un matto che a tutti gli astratti preferiva un arrosto annegato ... Tutti si mettono a posto: si fa un gran silenzio ... tac-tac si affronta una indemoniata sinfonia di Berlioz, nella quale tutti hanno da sudare un paio di camicie, specialmente il contrabasso, che nell'orchestrina limitata, deve sostenere quasi tutto il motivo dominante ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 21)
di Emilio De Marchi (estratti)
... Guai se la buona Serafina non pensasse a mettere in disparte tutti i mesi qualche soldo degli stipendi del suo Taddeo, il pover'uomo, a lasciarlo fare, ingolfato a leggere e a graffiare que' suoi libracci mezzo greci e mezzo turchi, si lascerebbe marcire la camicia indosso ... Col Cerbatti non si eran trovati che poche volte nella sala quasi oscura dell'Istituto e forse non gli aveva detto dodici parole in tutta la sua vita, Poco o nulla sapeva delle virtù che il morto aveva avute o avrebbe dovuto avere prima di morire, e nella sua fanciullesca ignoranza non pensava nemmeno a quel che tutti sanno, cioè che i morti hanno tutte le virtù possibili e specialmente quelle che non hanno avute ... Valga l'esempio delle tue nobili virtù d'incitamento a tutti noi, che abbiamo imparato alla tua scuola come si possa congiungere la scienza all'ideale, la modestia alla virtù, la costanza dei propositi alla bontà indulgente dell'animo ... Taddeo sceso in furia le scale e nella confusione di spirito in cui si trovava, invece di piegare a destra, nella direzione di San Giorgio, seguendo l'abitudine di tutti i giorni, voltò a sinistra verso Brera e l'Istituto ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 24)
di Emilio De Marchi (estratti)
... —Ahi! Campane a stormo! Tutti pensarono che il povero ragazzo venisse a invocare la misericordia dei vecchi amici ... —Andiamo tutti a consolarlo, a distrarlo un po'—disse don Procolo—Forse ha bisogno di vedere la faccia degli amici, di rifarsi il sangue, povero 'legrìa! Andiamo a liberarlo dalle fiamme del purgatorio ... Si combinò una lettera collettiva, firmata da tutti e quattro, nella quale si accettava ringraziando: e si combinò che ciascuno porterebbe qualche cosa, chi il vasetto della mostarda, chi il rosolio, chi un mazzo di fiori… ... Non ora un palazzo, ma una casa abbastanza pulita, col bugigattolo del portinaio, con una scaletta stretta ma chiara e con un certo odor di cuoio su tutti i pianerottoli ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 26)
di Emilio De Marchi (estratti)
... Oggi per la circostanza si è messa indosso tutti i gioielli di sposa, la catena d'oro e i pizzi freschi alle maniche e al collo ... Si rise ancora una volta tutti insieme ... Ma tutti erano curiosi di sapere com'era andata l'avventura del telegramma ... Fecero girare il Chiodini sulla pantofola e tutti si credettero obbligati di dargli un consiglio ... —Tornò la signora Erminia con sua sorella Paolina, molto più giovine di lei, una ragazzona di quindici anni e mezzo, pettinata ancora alla bambina, con due trucioli castagni cascanti sugli occhi, piena di salute e di cuor contento, un po' vergognosa e molto pacifica in tutti i suoi movimenti ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 28)
di Emilio De Marchi (estratti)
... Allora tutti si abbassarono per trarre il povero avanzo di Crimea dal suo nascondiglio ... «Il diavolo l'aveva condotto in mezzo a cento insidie e una volta che si sbaglia il primo bottone si sbaglian tutti ... Perchè non mandava, almeno lui prete, un pensiero d'amore ai bisognosi, ai mendicanti, ai malati, agli orfanelli pei quali non v'è nè pane nè panettone? perchè non usciva anche lui, sacerdote e padre dell'amore e della misericordia, a bussare a tutti gli usci dei poverelli e a portare un cesto di pane a chi non ha nemmeno la mostarda per accompagnarlo? Ma la gola tira l'egoismo e tutti e due insieme fanno l'asino del presepio cocciuto contro il bene ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 28)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Sotto l'ebbrezza di Jeanne vi era il recondito, freddo nucleo del suo scetticismo, la sua chiara visione del vortice eterno nel quale il suo amore e la sua coscienza, come tutti gli altri amori, come tutte le altre coscienze, si dissolverebbero in breve ... Tutti corrono alla sala di Omero meno Chieco che cava il violoncello dalla cassa ... Ed entra Bach, il dio Bach, dice Chieco, che dà dello straccione a Carlino perchè in una tale villa, con tali affreschi, con tale clavecin, regnando insieme Tiepolo e Bach, non tiene parrucche, spadini, giubbe ricamate, calzoni corti, calze di seta per tutti i suoi ospiti ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 46)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Non sapeva egli che la sera prima, al caffè, si era deciso di andare tutti in frac? Il disgraziato, uso venerare nonchè le sacre sentenze anche le auguste opinioni del caffè, si difendeva tra umilmente, allegramente e dispettosamente, descriveva con brio la scena della sua "vestizione" in casa, le apostrofi delle figliuole: "Papà, la velada, sètu!" ... Ma tutti, cavalieri e dame, erano curiosissimi della conferenza e delle proiezioni, perchè si diceva che la conferenza fosse in parte un madrigale all'indirizzo di parecchie belle, amabili e spiritose signore della città, delle quali si sarebbero visti i ritratti, e in parte una pittura innocentemente scherzosa di parecchi signori che pure sarebbero comparsi in effigie ... Villa Diedo, il bel dado a trafori dal diadema di statue, saliva biancastro, con i trafori tutti accesi, sopra le due terrazze brune di gente, verso un caos fosco di nuvole senza luna, simile nel suo culminare a un alto, enorme fiore del poggio ... "Ma Lei" diss'ella "trova che c'è tanto piacere umano, qui? Tranne io, in questo momento" soggiunse con una voce strascicata e ridente che attenuava la dolcezza delle parole "tranne forse un pochino anche Lei, più o meno si seccan tutti ... Perciò il suo giudizio che tutti si seccassero era volontariamente malignetto e fece sorridere il poeta nel proprio non meno maligno cuore ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 58)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Veniva quasi tutti i giorni da lei, le mostrava tale simpatia da potersi dire affezione, e ne ricercava la confidenza, si era amicata i bambini, s'intratteneva volentieri col signor Cerri di agricoltura e di politica, si compiaceva visibilmente di un ambiente nuovo per lei, semplice nella larghezza degli agi, gaio dentro le frontiere severamente custodite della morale e dell'ortodossia cattolica, cristiano e moderno ... La giovine signora non intendeva quanto potesse ella stessa sull'animo di Jeanne Dessalle con il suo alto candore rilucente nella dolcezza dell'aspetto, con la sua religiosità penetrante in tutti gli atti della vita, pura di piccinerie ascetiche e di piccinerie morali ... Aveva detto quello che tutti dicevano ... "Se ciascuno di noi andasse a ricercare le origini del proprio avere, non crede che si troverebbe tutti della roba mal venuta? Scusi, non vi sarebbe qui un po' di romanticismo? Può far tanto più bene Lei, colla Sua ricchezza, che l'Ospitale Maggiore di Milano!" Invece di rispondere, Piero la interrogò fremente: "Come si può dire che la giustizia è un'opinione?" "Eh, sicuro!" diss'ella, pure concitata ...
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Ricordi di Parigi (pagina 2)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Lo sguardo penetra fin nelle ultime sale delle botteghe straricche, fino ai comptoirs lontani dei lunghi caffè bianchi e dorati, e nelle stanze alte dei restaurants principeschi, e abbraccia a ogni leggerissimo cambiamento di direzione, mille bellezze, mille sorprese, mille minuzie pompose, una varietà infinita di tesori, di ghiottonerie, di giocattoli, di opere d'arte, di bagattelle rovinose, di tentazioni di ogni specie, da cui non si libera che per ricadervi dall'altra parte della strada, o per ricrearsi lungo le due file senza fine di chioschi, scaccheggiati di tutti i colori d'arlecchino, coperti d'iscrizioni e di figure grottesche, tappezzati di giornali d'ogni paese e di ogni forma, che danno al vasto boulevard l'apparenza bizzarra e simpatica d'una grande fiera letteraria carnovalesca ... Pare una sola smisurata sala d'un museo enorme, dove gli ori, le gemme, le trine, i fiori, i cristalli, i bronzi, i quadri, tutti i capolavori delle industrie, tutte le seduzioni delle arti, tutte le gale della ricchezza, tutti i capricci della moda si affollano o si ostentano con una profusione che sgomenta e una grazia d'esposizione che innamora ... Le grandi iscrizioni d'oro corrono lungo tutti i rilievi delle facciate, come i versetti del Corano sulle pareti delle moschee ... Par che tutti siano compresi della sovranità del luogo, e che tutti si studino di aggiungere colla propria persona una pennellata ben intonata al gran quadro dei boulevards ... Ho notato molti soggetti di quella innumerevole famiglia dei grandi uomini falliti, che tutti riconoscono a primo aspetto: figure strane, col viso smunto e gli occhiali, coi capelli cadenti sulle spalle, vestiti di nero, bisunti, con uno scartafaccio sotto il braccio: sognatori di tutti i paesi venuti a Parigi in questa grande occasione a tentare il terno della gloria e della ricchezza con una invenzione meccanica o un capolavoro letterario ...
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Ricordi di Parigi (pagina 3)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ci sono in tutti gli angoli mille bocche che vi chiamano e mille mani che v'accennano ... Tutti fanno la loro parte ... La grande città fa il bocchino, è premurosa, vuol contentar tutti ... E infatti a tutti i bisogni, a tutti i desiderii, a tutti i capricci, ha provvisto, in mille modi, a ogni prezzo e a ogni passo ...
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Ricordi di Parigi (pagina 4)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Da tutte le parti tintinnano e scintillano i cristalli e le posate sulle tovaglie bianchissime, distese in vista di tutti ... È un ozio che pare un lavoro, una festa faticosa, come una smania e un timore di tutti di non arrivare in tempo a prender posto al gran convito ... Il vastissimo spazio non basta più alla moltitudine nera, elegante, nervosa, sensuale, profumata, piena d'oro e d'appetiti, che cerca con tutti i sensi tutti i piaceri ...
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Ricordi di Parigi (pagina 6)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E mi venne in mente di paragonare il senso che si prova entrando là dentro, a quello che si proverebbe capitando in una gran piazza dove da una parte sonassero le orchestre del Nouvel-Opéra e dell'Opéra-Comique, dall'altra le bande di dieci reggimenti, e nel mezzo tutti gli strumenti musicali della terra, dal nuovo pianoforte a doppia tastiera rovesciata fino al corno e al tamburino dei selvaggi, accompagnati dai trilli in falsetto di mille soprani da cafè chantant, dallo strepito d'una grandine di petardi e dal rimbombo lontano del cannone ... Fra questi due enormi edifizi teatrali, raffiguratevi quel gran fiume e quel gran ponte; e a destra e a sinistra del fiume, un labirinto indescrivibile d'orti e di giardini, di roccie e di laghi, di salite, di discese, di grotte, d'acquarii, di fontane, di scali, di viali fiancheggiati da statue: una miniatura di mondo; una pianura e un'altura su cui ogni popolo della terra ha deposto il suo balocco; un presepio internazionale, popolato di botteghe e di caffè africani ed asiatici, di villini, di musei e d'officine, in mezzo alle quali una piccola città barbaresca alza i suoi minareti bianchi e le sue cupole verdi, e i tetti chinesi, i chioschi di Siam, le terrazze persiane, i bazar di Egitto e del Marocco, e innumerevoli edifizi di pietra, di marmo, di legno, di vetro, di ferro, di tutti i paesi, di tutte le forme e di tutti i colori, sorgono l'uno accanto all'altro e l'un sull'altro, formando come un modellino di città cosmopolita, fabbricata, per esperimento, dentro a un gran giardino botanico, per esser poi rifatta più grande ... Rappresentatevi questo spettacolo e la popolazione stranissima di venditori e di guardiani che lo anima: tutti quei neri ambigui, quegli arabi impariginati, quell'orientalume ritinto, quell'Africa da comparsa, quell'Asia da camera ottica, tutta quella barbarie ripulita, inverniciata e messa in vetrina col nastrino rosso al collo; e quell'inesauribile folla nera di curiosi che girano lentamente, coll'andatura stracca e gli occhi languidi, guardando da tutte le parti senza saper dove battere il capo… ... E veramente quando si pensa che son tutti doni spontanei di principi o di popoli, ci si crede, senz'alcun dubbio; ma si guarda intorno involontariamente, con una vaga idea di trovar là, a' piedi della statua equestre del principe di Galles, tutti i donatori scamiciati e legati ...
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Ricordi di Parigi (pagina 7)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E fanno una impressione strana tutti quei belli edifizi muti e senza vita ... Una folla di stranieri che vanno e vengono, tutti col viso rivolto dalla stessa parte, cercando curiosamente l'immagine della patria, e riconoscendola con un sorriso, dà a questa strana via un aspetto amabile d'allegrezza, e come un'aria di pace e di cortesia, che mette il desiderio di distribuire strette di mano da tutte le parti, e di fondare un giornaletto settimanale per intimare il disarmo dell'Europa ... Si gira per un pezzo in mezzo ai cristallami purissimi, alle ceramiche, alle orerie, ai mobili, a oggetti d'arte improntati delle ispirazioni di tutti i tempi o di tutti i popoli; frutti dell'ingegno e della pazienza, che riuniscono la bellezza e l'utile, e accusano il lusso severo d'un'aristocrazia straricca e fedele alle sue tradizioni, e l'osservazione variatissima di un popolo sparso per tutta la terra; e qui si sente l'aria delle grandi officine di Manchester, là si vive un istante in un castello delle rive del Tamigi, più in là spira la poesia intima e quieta dell'home modesto, che aspetta la fortuna dal navigatore lontano ... Immagini e colori che presentano tutti insieme un gran quadro malinconico, nel quale matte appena un sorriso la bianchezza argentea delle filigrane di Cristiania, come uno spiraglio sereno in un cielo rannuvolato ... Lo spiraglio però s'allarga improvvisamente all'uscire dalle sale della Scandinavia, e alle brume boreali succede in un batter d'occhio l'ampio sereno immacolato di un cielo primaverile; un popolo di statue candide, uno sfolgorìo diffuso di cristalli, un luccichio di sete e di musaici, un riso di colori e di forme, davanti a cui tutti i visi si ...
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Ricordi di Parigi (pagina 9)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... È una foresta di cristallo inondata di luce, un palazzo di ghiaccio traforato e niellato, tutto trasparenza e leggerezza, nel quale brillano i colori di tutti i fiori e di tutte le conchiglie, e lampeggia l'oro e l'argento, fra un barbaglio diffuso di scintille diamantine e un'incrociamento d'iridi infinite, che fa socchiudere gli occhi ... Ah! detesto il grosso banchiere che metterà quella grazia davanti ai suoi grossi amici della Borsa, sulla mensa del giorno di Natale! I tesori più preziosi dell'Esposizione son quasi tutti là presso ... Quasi tutti gli scompartimenti sono preannunziati da qualche cosa ... Ma qui vi sentite già dare al capo un misto di profumi femminei, che vi mettono in ribollimento l'immaginazione, e un passo più là siete nell'esposizione seducente delle profumerie, splendida di mille colori, dove, chiudendo gli occhi, sognate in un minuto secondo tutti i peccati mortali di Parigi, Questi contrasti son frequentissimi ...
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Ricordi di Parigi (pagina 10)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Improvvisamente vi fermate davanti alla magnificenza delle sete: sete di tutti i colori e di tutti i disegni, antiche e nuove, fra cui risplendono quelle ricamate d'oro e d'argento, che piglieranno la via dell'Oriente, per esser tagliate in caffettani e in calzoncini per le belle donne degli arem ... Di là si ritorna fra i ventagli dipinti da artisti celebri che fanno fresco al viso e al pensiero con paesaggi deliziosi delle Alpi e del Reno; poi in un bazar di calzature che rivende quelle di Stambul, dove potete passare un'ora piacevole a calzare piedini immaginarii di principesse circasse e di marchesine spagnuole; poi fra gli scialli dorati della Compagnia delle Indie; poi nelle sale degli oggetti da viaggio e da accampamento, che fanno ribollire il sangue dei vagabondi; poi nell'esposizione dei giocattoli; dove tutto move, strepita, salta, canta, tintinna, da far disperare tutti i bebés dell'universo ... Entrate fra le bretelle: c'è da imbretellare tutti i giubilati d'Italia; tra i legacci: ce ne sono da provvedere tutti gli innamorati della Frisia per i loro regali di nozze ...
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Ricordi di Parigi (pagina 12)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Lo spettacolo è ancora variato e rallegrato da un gran numero di signore che girano su poltrone a ruote o su carrozzine da bimbi, tirate davanti da un servitore, spinte per la spalliera dai mariti, fiancheggiate dai ragazzi; matrone poderose, le cui rotondità sporgono da tutte le parti fuori del piccolo veicolo, lunghissime zitelle inglesi che ci stanno tutte raggruppate, colle ginocchia aguzze all'altezza del mento; signoroni decrepiti che godono là, probabilmente, l'ultimo piacere della vita; vecchie patrizie paralitiche, e putti meravigliosamente biondi e rosati dei paesi nordici, che formano tutti insieme, in quel labirinto di vie fiancheggiate da case di vetro, una specie di corso in burletta, degno della matita del Cham ... Nelle ultime sale, i divani son tutti occupati dai visitatori spossati ... Si vedono delle famiglie intere di buoni provinciali, sfiniti, sbalorditi, istupiditi; i papà tutti in acqua, le mamme che soffocano, le ragazze ingobbite, i piccini morti di sonno; proprio da farsi domandare:—Ma chi v'ha consigliato di venire all'Esposizione, disgraziati?—L'affollamento maggiore è sotto le grandi arcate delle Belle arti, e intorno al Padiglione della città di Parigi, che drizza i suoi sei frontoni imbandierati nel mezzo del Campo di Marte ... Qui fanno crocchio gli artisti e i commissarii di tutti i paesi, gli operai si radunano e si sciolgono, i critici tagliano l'aria coi gesti cattedratici, i giornalisti notano, i disegnatori schizzano, le discussioni fervono, i curiosi cercano i visi illustri, i nuovi arrivati si ritrovano, le «celebrità» dell'Esposizione passano fra le scappellate e gli inchini ... C'è da cavarsi tutti i gusti, da soddisfare tutti i bisogni e da riparare a tutti gli accidenti ...
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Ricordi di Parigi (pagina 13)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Intanto dei maestri spiegano i nuovi metodi d'insegnamento, tutti gl'inventori di qualche cosa hanno il loro circolo di uditori, tutte le nuove macchinette sono in movimento, gli album colossali si aprono, le carte geografiche si spiegano, i mappamondi girano, mille strumenti suonano; da ogni parte c'è uno spettacolo, una scuola o una conferenza; l'Esposizione è diventata un enorme ateneo internazionale che ci dà per venti soldi tutto lo scibile umano ... Sento uno che brontola:—E dire che tutte queste cosettine ci vengono dalla patria di Michelangelo!—Ma tutti i visi intorno esprimono un sentimento d'ammirazione amorosa e serena ... Tutti i visi, fuggitivamente, riflettono il viso intento e risoluto di Jenner, come se tutti, per un momento, si sentissero nelle mani la lancetta benefica del dottore e il braccio renitente del bambino; e tutti pensano, e nessuno parla, e chi s'è già allontanato, o si sofferma o ritorna, come tirato indietro a forza dal filo tenace d'un pensiero ... La Svezia e la Norvegia hanno dipinto i loro crepuscoli melanconici, mattinate grigie di autunno, chiarori strani di luna su mari strani, e pescatori e naufragi in cui si mostra maggiore dell'arte l'amore dolce e profondo della patria, colorato d'un sentimento di tristezza virile: centocinquanta quadri dominati tutti dai «Soldati svedesi che portano il cadavere di re Carlo XII» giù per la china d'una via solitaria, nella neve, sanguinosi, tristi, superbi; bel quadro semplice e solenne dell'Oederstrom, concepito da un'anima di poeta e sentito da un cuor di soldato ...
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Ricordi di Parigi (pagina 14)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Dopo la Grecia vien la pittura facile e fresca della Svizzera, svariata di cento stili; immagine vera d'un paese di cento pezzi e d'una famiglia d'artisti vaganti alla ricerca d'un ideale, d'una scuola, d'un centro di sentimenti e di idee; che frammischiano alla loro patria dal rozzo fianco, alle cascate, alle gole, ai ghiacciai, agli uragani delle Alpi, le rive ridenti di Sorrento, le architetture arabescate del Cairo, le solitudini ardenti della Siria, la campagna desolata di Roma, e ogni sorta di ricordi della loro vita varia e avventurosa; somigliante a quella degli avi loro, che vestirono la divisa di tutti i principi e versarono sangue per tutte le bandiere, Alla Svizzera tien dietro la Danimarca, che ricorda al mondo le sue glorie guerriere, colla battaglia d'Isted, del Sonne, e colla battaglia navale di Lemern, del Mastrand ... Ma è bello, è commovente il veder passare tutti questi popoli, ognuno dei quali mostra con amore e con alterezza i suoi soldati, i suoi re, le suo belle donne, i suoi bimbi, le sue cattedrali, le sue montagne ... L'impulso di simpatia che non si sentirebbe per ciascuno, visto a parte, si sente per tutti, vedendoli insieme; e il cuore risponde e acconsente a tutti quei palpiti d'amor di patria con un'espansione d'affetto che abbraccia il mondo ... Mi si affacciarono alla mente i mille artisti di cui avevo visto le opere, sconosciuti e famosi, giovani che mandaron là la loro prima ispirazione e vecchi che ci lasciarono l'ultima; li vidi sparsi per tutto il mondo, nei loro studi pieni di luce, aperti sulle campagne solitarie, sui giardini, sul mare e sulle vie rumorose; e pensai quanta vita avevano versato fra tutti in quelle cento ...
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Ricordi di Parigi (pagina 16)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Si pensa ai milioni di creature umane che lavorarono per riempire quello sterminato museo, dagli artisti gloriosi nel mondo ai lavoratori solitarii e sconosciuti dei tugurii; alle mille cose là raccolte, su cui è caduta la lacrima dell'operaia e stillato il sudore del forzato; ai tesori conquistati a prezzo di vite innumerevoli; alle vittorie conseguite dal lavoro accumulato di dieci generazioni; alle ricchezze dei re, ai quaderni dei bimbi, alle sculture informi degli schiavi, confusi tutti, sotto quelle vôlte, in una specie di santa eguaglianza al cospetto del mondo; ai viaggi favolosi che fecero quei lavori e quei prodotti, calati sulle slitte dalle montagne, portati dalle carovane a traverso alle foreste e ai deserti, cavati dal fondo del mare e dalle viscere della terra, trasportati per i fiumi immensi e fra le tempeste degli oceani, come a un sacro pellegrinaggio; alle mille speranze che li accompagnarono, alle mille ambizioni che vi si fondano, alle idee infinite che scaturiranno dai confronti, ai nuovi ardimenti che nasceranno dai trionfi, ai racconti favolosi che si ripeteranno fin sotto le capanne delle più remote colonie; e finalmente che, grazie a tutto ciò, mille mani che non si sarebbero mai incontrate, si strinsero; che per un tempo molti odii, come in virtù d'una tregua di Dio, si quetarono; che milioni d'uomini, accorsi qui, si rispanderanno per tutta la terra portando un tesoro di nomi cari, prima ignorati, di nuove ammirazioni, di nuove simpatie, di nuove sperante, e un sentimento più grande e più potente dell'amor di patria ... Tutti i suoi cinquanta volumi sono pieni di gioventù e di vita come se fossero venuti alla luce, tutti insieme, pochi anni sono ... Una serie di sventure tragiche disperse la sua famiglia: tutti i rami della quercia caddero l'un sull'altro fulminati; il vecchio tronco rimase saldo ed immobile ...
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Ricordi di Parigi (pagina 17)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Non tentò, assalì tutti i campi dell'arte, e v'irruppe tempestando, rovesciando, sfracellando, lasciando da ogni parte le traccie di una battaglia ... La pittura, la scultura e la musica s'impadronirono delle creazioni della sua mente, e le resero popolari, per la seconda volta, in tutti i paesi civili ... Scrittori ed artisti di tutti i paesi, principi ed operai, donne e giovanetti, entusiasti ardenti, vanno a visitarlo ... Io credo, esprimendo quello che penso di Vittor Hugo, d'esprimere presso a poco quello che ne pensano tutti i giovani del mio tempo ... È stata senza dubbio per tutti una emozione nuova, profonda, confusa, indimenticabile ... Tutti ci siamo, domandati tratto tratto, interrompendo la lettura:—Che uomo è costui?—Nello stesso tempo dolce e tremendo, fantastico e profondo, insensato e sublime, egli mette accanto a una stramberia rettorica che rivolta, la rivelazione d'una grande verità che fa dare un grido di stupore ... I re favolosi dell'Asia, le superstizioni di tutti i secoli, le leggende più bizzarre di tutti i paesi, i paesaggi più tetri della terra, i mostri più orribili del mare, i fenomeni più spaventosi della natura, le agonie più tragiche, tutte le stregonerie, tutti i delirii, tutte le allucinazioni della mente umana sono passate per la sua penna ...
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Ricordi di Parigi (pagina 18)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... In fondo a tutte le sue scene e dietro tutti i suoi personaggi spunta la sua testa enorme e superba ... Egli non ci presenta il lavoro fatto, il risultamento netto ed ultimo dei suoi sforzi, l'ultima idea a cui è arrivato per una successione d'idee; ma ci fa seguire tutto il processo intimo del suo pensiero, ci fa contare e toccare prima tutte le pietre con cui innalzerà l'edifizio, ci fa assistere a tutti i suoi tentativi inutili, a tutti i crollamenti successivi delle parti mal fabbricate, e vediamo poi l'edifizio compiuto, ma circondato e ingombro dei ruderi, ch'egli disdegna di spazzare ...
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Ricordi di Parigi (pagina 20)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Per me, penso ai suoi cinquanta volumi, pieni d'ispirazioni e di fatiche, in cui si rivela col genio prepotente una volontà indomabile o una tempra fisica d'acciaio; penso ai torrenti di vita che uscirono dal suo petto, all'amore immenso che profuse, alle ire selvaggie e agli odii implacabili che provocò e che gli infuriarono nell'anima; ricorro la sua vita da quando giocava, ragazzo, sotto gli occhi di sua madre, noi giardino delle Feuillantines; lo vedo, sedicenne, quando scriveva in quindici giorni, per guadagnare una scommessa, le pagine ardenti di Bug-Jargal; penso a quando comprò il primo scialle a sua moglie coi denari dell'Han d'Islanda; me lo raffiguro, fiero e impassibile, in mezzo alle tempeste delle assemblee scatenate dalla sua parola temeraria; lo vedo servire umilmente i quaranta bambini poveri seduti alla sua mensa a Hauteville-house; me lo rappresento grave e triste, in mezzo alla folla, dinanzi ai cento sepolcri illustri su cui fece sentire la sua parola piena di maestà e di dolcezza; lo vedo per le vie di Parigi, in mezzo alla moltitudine riverente, costernato e invecchiato, seguire i feretri dei suoi figli; lo vedo in quelle sue veglie febbrili, ch'egli descrisse così potentemente, quando di lontano, nel silenzio della notte, sentiva squillare il corno di Silva ed echeggiare il grido di Gennaro; lo vedo assistere nel Teatro francese, dopo mezzo secolo dalla prima rappresentazione, al trionfo clamoroso dell'Hernani, salutato dai primi scrittori e dai primi artisti della Francia, come il loro Principe rieletto e riconsacrato; penso al suo Oriente splendido, al suo Medio evo tremendo, alla Preghiera per tutti, all'infanta che perde la rosa mentre Filippo II perde l'Armada, alla carica dei corazzieri della guardia contro i quadrati del Wellington, alla scarpetta d'Esmeralda, all'agonia d'Eponina, a tutte le creature del mondo arcano, sfolgorante, immenso che uscì dal suo capo; al suo esilio, alle sue sventure, ai suoi settantasette anni,—e sento una mano che mi fa curvare la fronte ... Tutti sanno quello che disse, ancor giovane, all'attrice Mars, che si permetteva, alle prove dell'Hernani, di criticare i suoi versi ... Il ritratto ch'egli traccia dello Shakespeare è il ritratto suo; quella deificazione che egli fa del genio, la quale per un uomo che creda in Dio è quasi sacrilega, è, insomma, la sua apoteosi; in quell'oceano a cui paragona i grandi poeti, si vede riflessa, prima d'ogni altra, la sua grandezza; quella montagna che ha tutti i climi e tutte le vegetazioni, è Vittor Hugo ... In quegli elenchi, ch'egli fa ad ogni pagina, dei genii di tutti i tempi e di, tutti i paesi, da Giobbe al Voltaire, si capisce, si giurerebbe che, arrivato all'ultimo nome, è stato, lì sul punto d'aggiungervi il suo, e che non lo fece, non per modestia, ma per salvare, come, suol dirsi, le convenienze ... Egli tratta tutti quei grandi da pari a pari ... Tutti i genii, d'altra parte ...
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Ricordi di Parigi (pagina 23)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ma che cosa fargli dire ch'egli non abbia scritto? Conoscete da tanti anni tutti i suoi più intimi pensieri, ogni domanda par che sia oziosa, e poi quando si ha appena tanto animo da rispondere, non si può averne abbastanza da interrogare ... Un signore venne innanzi, e dopo di lui, a intervalli di pochi minuti, vari altri, di età diversa, i quali vedevano tutti Vittor Hugo per la prima volta, e avevan chiesto per lettera quel giorno stesso, da quanto m'accorsi, d'essere ricevuti ... Le loro facce esprimevano, tutte una viva emozione, e tutti più o meno, spiccicavano le parole con molta fatica ... —Faceva seder tutti e stava a sentire, l'un dopo l'altro, i loro discorsi balbettati e imbrogliati, assentendo di tratto in tratto col capo ... Tutti gli altri, in disparte, tacevano ... Poi Vittor Hugo ci guardò tutti, l'un dopo l'altro, benevolmente; tutti gli tenevan gli occhi addosso, nessuno fiatava, egli parve un po' imbarazzato e sorrise; e fu per qualche momento una scena muta, ma piena di vita e di poesia, di cui serberò il ricordo e sentirò la gentilezza per sempre ... Poi alcuni si congedarono e Vittor Hugo fece entrar gli altri nel salotto accanto, stringendo la mano a tutti, mentre gli passavano davanti ...
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Ricordi di Parigi (pagina 24)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Da un'altra parte c'era un crocchio d'uomini maturi, quasi tutti d'alta statura, fra cui alcune belle teste grigie, dai profili arditi, nelle quali mi parve di riconoscere quell'impronta particolare d'austerità e di tristezza, che lasciano le traversie della vita politica, e che rammenta un po' la fierezza pensierosa dei vecchi capitani di bastimento ... Era quella mademoiselle Drouet, attrice potente, che rappresentò per la prima volta Lucrezia Borgia, nel 1833, al teatro della Porte Saint-Martin, dove, come tutti sanno, quel terribile dramma scritto in sei settimane riportò un trionfo meraviglioso, V'erano altri personaggi, che mi parvero stranieri, e che avevan l'aria un po' impacciata di chi si trova in una casa illustre per la prima volta ... Quasi tutti parlavano ... Quando entrò Vittor Hugo tutti tacquero ... Mentre parlava, tutti stavano intenti ... In quei momenti sul suo viso si legge la storia di tutte le sue lotte e di tutti i suoi dolori, la tenacia ferrea della sua natura, le simpatie tetre della sua immaginazione, i suoi fornati, i suoi feretri, i suoi spettri, le sue ire, i suoi odii; tutta l'ombre, come egli direbbe, tutto il côte noir delle opere sue ... Ma a un tratto, come m'accadde di vedere quella sera, mentre un tale gli raccontava un aneddoto comico d'un fiaccheraio di Parigi, egli dà in una risata così fresca e così allegra, mostrando tutti i suoi denti uniti, piccoli e bianchi; e in quel riso i suoi occhi e la sua bocca pigliano un'espressione così giovanile e così ingenua, che non si riconosce più l'uomo di prima, e si riman là stupiti, come se gli fosse caduta dal viso una maschera, e si vedesse per la prima volta il vero Hugo ... Vittor Hugo è così —dolce, così affabile con tutti! Egli ha il cuore d'una fanciulla —e i modi d'un bambino ... —E mi ricordai di quello che avevo inteso dire: che in non so quale occasione, comparendo lui all'Accademia, tutti gli accademici, caso rarissimo, si alzarono in piedi ...
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Ricordi di Parigi (pagina 25)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E tutti risposero a una voce:—È vero ... Che cosa volete! Sono disgrazie che possono capitare a tutti ... Vittor Hugo ricominciò a parlare, ed io socchiudendo gli occhi e guardando in alto, per essere un po' solo con me stesso, cominciai a riandare tutte le belle emozioni di cui ero debitore a quell'uomo, accompagnando il mio pensiero al suono dolce e grave della sua voce; e pensavo alle letture di Notre Dâme fatte di nascosto dietro i banchi della scuola, alle tante volte che avevo baciato i volumi delle Contemplazioni sotto un capanno di gelsomini, nel giardino della mia casa paterna; ai versi suoi che solevo declamare sotto la tenda, di notte, in mezzo al silenzio degli accampamenti; al batticuore che avevo provato la prima volta che m'era caduto sotto gli occhi un suo informe ritratto in litografia; all'immensa distanza che sentivo tra lui e il mio desiderio di conoscerlo, nella piccola città di provincia dove avevo letto il suo primo libro; a un giorno che, ancora ragazzo, avevo fatto ridere mio padre domandandogli:—E se comparisse tutt'a un tratto Vittor Hugo, mentre noi siamo a tavola, che cosa faresti?—; e tutti questi ricordi lontani, evocati là, vicino a lui, mi commovevano, e ripetevo tra me:-Ed ora l'ho conosciuto, lo conosco, sono nella sua casa; questa voce che sento è la sua;—egli è qui,—a un passo da me ... Ma è proprio vero?—E aprivo gli occhi e dicevo:—Eccolo lì, il mio caro e terribile Hugo; non è mica un sogno, per Dio! Mentre m'abbandonavo a questi pensieri, sentii tutt'a un tratto che tutti s'alzavano e salutavano ... La platea era piena di scrittori e d'artisti d'ogni paese, fra cui s'incrociavano gli sguardi curiosi, i cenni e le interrogazioni, conoscendo ciascuno, in quella folla, moltissimi nomi e pochissimi visi, ed essendo desiderio di tutti di completare in quella bella occasione le proprie conoscenze ...
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Ricordi di Parigi (pagina 26)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... C'erano centinaia di stranieri che non l'avevano mai visto; il suo nome suonava su tutte le labbra; quasi tutti gli sguardi eran rivolti dalla parte del palco dove doveva apparire ... Improvvisamente tutti i delegati s'alzarono, fra tutte quelle teste grigie e bianche si vide apparire una testa più bianca di tutte, e uno scoppio formidabile d'applausi—uno di quegli applausi che debbono destare nell'anima di chi li riceve un senso quasi di sgomento, e che ripercuotendosi nell'anima di chi applaudisce, v'ingigantiscono il sentimento che li ha fatti prorompere;—un solo immenso applauso, tempestoso, ostinato, interminabile, fece tremare il teatro ... Dopo di lui, parlarono molti altri, terminando tutti i loro discorsi con un saluto riverente al grande maestro; ma egli non diede segno alcune di commozione ... Quello che accadde a quel francese leggendo l'Assommoir, accade a quasi tutti alla prima lettura dei romanzi dello Zola ...
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Ricordi di Parigi (pagina 27)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Letti i romanzi suoi, pare che in tutti gli altri, anche nei più veri, ci sia un velo tra il lettore e le cose; e che ci corra la stessa differenza che fra visi umani, gli uni ritratti in una tela e gli altri riflessi in uno specchio ... Sarà un romanziere giudice, chirurgo, casista, fisiologo, perito fiscale, che solleverà tutti i veli, e metterà le mani in tutte le vergogne, e darà il nome proprio a tutte le cose, freddamente, non badando, anzi meravigliandosi altamente della vostra meraviglia ... Nell'ordine morale, egli svela dei suoi personaggi fin quei profondissimi sentimenti, che sogliono essere per tutti segreti eterni, quando non si bisbiglino tremando nel finestrino d'un confessionale; nell'ordine materiale, ci fa sentire tutti gli odori, tutti i sapori e tutti i contatti; e in fatto di lingua ci fa grazia appena di quelle pochissime parole assolutamente impronunziabili, che i ragazzi viziosi cercano di soppiatto nei vocabolari ... Fra le miriadi di personaggi di romanzo che abbiamo nella memoria, i suoi rimangono come affollati in disparte, e sono i più grossi e i più palpabili di tutti ... Fra tutte queste cose, in tutti questi luoghi, di cui si respira l'aria, e in cui si vede e si tocca tutto, si muove una folla svariatissima, di signore corrotte fino alla midolla, d'operai incarogniti, di bottegaie sboccate, di banchieri bindoli, di preti bricconi, di sgualdrinelle, di bellimbusti, di mascalzoni e di sudicioni d'ogni tinta e d'ogni pelo,—fra i quali apparisce qua e là, rara avis, qualche faccia di galantuomo,—: e lì fanno fra tutti un po' di tutto, dal furto all'incesto, girando fra il codice penale e l'ospedale o il monte di pietà e la taverna, a traverso a tutte le passioni e a tutti gli abbrutimenti, fitti nel fango fino al mento, in un'aria densa e grave, ravvivata appena di tempo in tempo dal soffio d'un affetto gentile, e agitata alternatamene da alti cachinni plebei e da grida strazianti di affamati e di moribondi ...
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Ricordi di Parigi (pagina 29)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Egli ha buttato in aria con un calcio tutti i vasetti della toeletta letteraria e ha lavato con uno strofinaccio di tela greggia la faccia imbellettata della Verità: Ha fatto il primo romanzo popolare che abbia veramente «l'odore del popolo ... Fin dal primo principio egli stese l'elenco dei personaggi principali della famiglia Rougon-Macquart, e destinò a ciascuno la sua carriera, proponendosi di dimostrare in tutti gli effetti dell'origine, dell'educazione, della classe sociale, dei luoghi, delle circostanze, del tempo ... I linguisti, gli stilisti, tutti coloro che sorseggiano i libri con un palato letterario, ci sentirono della forza, ci trovarono del bello e ci presentirono del meglio; ma non sospettarono che ci fosse sotto un romanziere di primo ordine ...
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Ricordi di Parigi (pagina 30)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ma intanto le edizioni succedevano alle edizioni; i buongustai spassionati dicevano a bassa voce che il romanzo era un capolavoro; il popolo parigino lo leggeva con passione, perchè ci trovava il suo boulevard, la sua buvette, la sua bottega, la sua vita dipinta insuperabilmente, con colori nuovi e tocchi di pennello, in confronto ai quali tutti gli altri gli parevano sbiaditi; e i critici più arrabbiati erano costretti a riconoscere che in quelle pagine tanto bersagliate c'era qualche cosa contro cui si sarebbero rintuzzate eternamente le punte delle loro freccie ... È curioso che quasi tutti coloro che vedono il ritratto dello Zola dicono:—Questo viso non mi riesce nuovo ... Tutti e quattro sogliono fare colazione insieme una volta al mese, e ogni volta nasce fra loro una discussione di quel genere, che li tiene inchiodati a tavola per mezza giornata ...
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Ricordi di Parigi (pagina 32)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Studio la platea, i palchi, il palcoscenico; osservo tutti i più minuti particolari della vita delle scene; assisto alla toeletta d'un'attrice, e tornato a casa, abbozzo la mia descrizione ... E così avanti fin che non abbia studiato tutti gli aspetti di quella parte di mondo in cui suole agitarsi la vita d'una donna di quella fatta ... Ci trovai lo «specchio caratteristico» di Gervaise, di Coupeau, di maman Coupeau, dei Lorilleux, dei Boche, di Goujet, di madame Lérat: c'eran tutti ... La gran casa del Marescot era tracciata minutissimamente; tutto l'ultimo piano; i pianerottoli, le finestre, lo stambugio del becchino, la buca di père Bru, tutti quei corridori lugubri, in cui si ...
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Ricordi di Parigi (pagina 35)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Andai al teatro, a ora tarda, e salendo le scale, interrogai un artista:—Ebbene, vanno in collera, di sopra?—L'artista mi rispose sorridendo:—Ma no, signore! Tutti i frizzi sono gustati ... I suoi personaggi son quasi tutti ricordi, conoscenze sue d'altri tempi; alcuni già abbozzati nei Contes à Ninon ... E infine un romanzo più originale di tutti, che si svolgerà sopra una rete di strade ferrate: una grande stazione in cui s'incrocieranno dieci strade, e per ogni «binario» correrà un episodio, e si riannoderanno tutti alla stazione principale, e tutto il romanzo avrà il colore dei luoghi, e vi si ...
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Ricordi di Parigi (pagina 37)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ai pranzi, in special modo, verso la fine, quando tutti i visi si colorano, non si ardisce slanciare il proprio in mezzo ai mille razzi matti di quelle conversazioni precipitose e sonore ... E poi «la blague!» Ma se già si è appiccicata a noi, stranieri, nel soggiorno d'un mese, e ne portan via tutti un pochino, per il proprio consumo, quando tornano nelle loro patrie modeste! Ma s'ha ben altro da fare che difender Parigi mentre ci agitiamo fra le sue braccia ... Il tempo vola, non vogliamo perderne un'ora, abbiamo mille cose da cercare, da studiare, da godere; ci piglia la furia di far entrar in ogni giornata, come il ladro nel sacco, tutta la ricchezza che vi può capire; un demone implacabile ci caccia a sferzate di salotto in salotto, dal teatro all'accademia, dall'uomo illustre al bouquiniste, dal caffè al museo, dalla sala da ballo all'ufficio del giornale; e la sera, quando la grande città ci ha detto e dato tutto quello che le abbiamo domandato, sempre amabile e allegra; quando sediamo a cena cogli amici, stanchi, ma contenti di sentirci la nostra preda nella testa e nel cuore, e ci cominciano a scoppiettare intorno le arguzie e gli aneddoti, e il primo bicchiere di Champagne ci tinge di color d'oro tutti i ricordi della giornata; allora con che slancio d'entusiasmo salutiamo la grande Parigi, l'ospite amorosa e magnifica, che a tutti apre le braccia, e profonde ridendo baci, oro ed idee, e rinfiamma in tutti i cuori col suo soffio giovanile il furore della gloria e l'amore della vita! Ma dopo alcuni mesi, che cambiamento! Comincia a nascervi in cuore una piccola antipatia per una cosa insignificantissima; poi ve ne salta su ogni giorno una nuova; e in capo a un mese scappereste da Parigi mandandole il famoso saluto del Montesquieu a Genova; Adieu… ... È davvero un rivolgimento d'idee stranissimo; ma segue, credo, a quasi tutti ... Una bella mattina comincia per rivoltarvi uno scipitissimo calembourg, cento volte rifatto, del giornale che leggete tutti i giorni ... La mattina dopo vi urta i nervi il sorriso rassegato della padrona del vostro Hôtel che somiglia a tutti i sorrisi che vi si fanno a Parigi da per tutto dove andate a portar dei denari; o per la strada, osservate che è intollerabilmente brutta l'uniforme dei gendarmi ... E quei dieci mascalzoni pagati, che in tutti i teatri, tutte le sere, vogliono ...
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Ricordi di Parigi (pagina 38)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... E il sesso mascolino, dunque! Quel formicolìo di gommeux, mostre di uomini, con quei vestiti da modellini di sarto, da cui spunta la cocca del fazzoletto e la punta della borsina e il guantino e il mazzettino; environnés, come dice il Dumas, d'une légére atmosphère de perruquier; senza spalle, senza petto, senza testa, senza sangue, che paiono fatti apposta per essere scappellati con una pedata da una ballerina del Valentino! E che ragazzaglia tutti quanti, giovani e vecchi, di tutte le classi! Trecento «cittadini» si affacciano alle spallette d'un ponte per veder lavare un cane; passa un tamburo, s'affolla mezzo mondo; e mille persone, in una stazione di strada ferrata, fanno un fracasso interminabile di battimani, d'urli e di risa perchè è caduto il cappello a un guardatreni; e guardatevi bene dal tossire, perchè possono mettersi a tossire tutti e mille insieme per tre quarti d'ora ... Il vostro amico intimo, per desinare faccia a faccia con voi, in casa propria, si mette il nastro all'occhiello; il ricco negoziante di telerie vi annunzia col viso radiante, come un trionfo della casa, che avrà a pranzo un sotto prefetto dègommé; i sergents de ville si pigliano impunemente, colla folla, delle licenze manesche di cui basterebbe una mezza, fra noi, a provocare un sottosopra; e il popolo sovrano, nelle feste pubbliche, è fermato a tutti i varchi a furia di sentinelle e di barricate, scacciato, malmenato con una brutalità, che persino l'aristocratico Figaro, il giornale che concilia con tanto garbo la descrizione d'una santa comunione e l'aneddoto della fille aux cheveux carotte, si sente in dovere di levare un grido d'indignazione ... E dove s'è mai vista una letteratura più spasimante per il blasone; scrittori che si lascino venire così ingenuamente l'acquolina sulle labbra al suono di un titolo gentilizio, e che mettano più stemmi e più boria aristocratica nelle loro creazioni? Quando ci libereranno dai loro eterni visconti e dalle loro eterne marchese questi ostinati frustasalotti? Non ce n'hanno ancora imbanditi abbastanza di quei loro «protagonisti» nobili, giovani, belli, spiritosi, coraggiosi, spadaccini, irresistibili, che hanno tutti i doni di Dio «même une jolie voix de ténor?» E ghiotti di ciondoli, Dio buono! Quel povero Paul de Kock, che a settantaquattro anni scrive venti pagine per provare che non gl'importa nulla di non aver ricevuto la Legion d'onore, e ha quasi voglia di piangere! E dov'è un altro paese democratico, in cui gli scrittori coprano d'un ridicolo così sanguinosamente ingiurioso intere classi della cittadinanza, dove l'epiteto di bourgeois abbia assunto, in mente di coloro stessi a cui spetta, un significato più aristocraticamente sprezzante, e dove basti un nome, solo perchè ha il suggello plebeo, a far scoppiare dalle risa una platea? Ma cos'è dunque questo bizzarro impasto di contraddizioni, il Parigino? Chi lo sa? Afferratelo; vi sguiscia di mano ... Hanno spirito: ce lo cantano in tutti i tuoni, ed è vero ... Ci sono molti Parigini, certo, che sono spiritosissimi; ma questi lavorano per tutti ... E questi spiritosi di seconda mano si somiglian tutti; sentito un commis voyageur, ne avete sentito mille ...
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Ricordi di Parigi (pagina 39)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Quasi vi domanderebbero:—Ma che proprio si può nascere in Italia?—Quest'idea d'esser nato a Parigi, d'aver avuto questo segno di predilezione da Dio, sta in cima a tutti i pensieri del Parigino, come una stella, che irradia tutta la sua vita d'una consolazione celeste ... La benevolenza ch'egli dimostra a tutti gli stranieri, è ispirata in gran parte da un sentimento di commiserazione, e i suoi odii contro di essi non sono profondi, appunto perchè considera i suoi nemici abbastanza puniti dalla sorte, che non li fece nascere dove egli è nato ... Perciò adora tutte le fanciullaggini e tutti i vizii della sua città, e ne va superbo, solo perchè sono fanciullaggini e vizii di Parigi, che per lui sta sopra alla critica umana ... E si può dare una città capitale che sputi più audacemente in faccia al popolo della provincia, rappresentato dai suoi scrittori come un ammasso di cretini? e scrittori che incensino la loro città con una impudenza più oltraggiosa, non solo per ogni altro amor proprio nazionale, ma per la dignità umana? E vi dicono in faccia, dal palco scenico, che i fumi dei suoi camini sono le idee dell'universo! Tutti sono prostrati col ventre a terra davanti a questa enorme cortigiana, madre e nutrice di tutte le vanità; della vanità smaniosa di piacerle, prima fra tutte, di ottenere da lei, a qualunque costo, almeno uno sguardo; di quella vanità vigliacca che spinge uno scrittore a dichiararsi, nella prefazione d'un romanzo infame, capace di tutte le turpitudini e di tutti i delitti di Eliogabalo e di Nerone ... La vanità li appesta tutti ... Da un capo all'altro di quegli splendidi boulevards suona una enorme risata di scherno per tutti gli scrupoli e per tutti i pudori dell'anima umana ...
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Ricordi di Parigi (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... È costantemente, per sua natura, nello stato d'animo in cui si trovano tutti dopo un banchetto festoso, in cui il vino sia colato a profusione: disposto e pronto in egual modo a commettere un grosso sproposito e una grande azione, ad abbracciare un nemico accanito e a provocare il vicino per una parola, a fare una enorme buffonata ritto sulla tavola e a impietosirsi per il piccolo mendicante che domanda un pezzo di pane alla porta ... Uscito fuori dal piccolo cerchio della sua vita ordinaria, lo spettacolo della vita immensa di Parigi esalta tutte le sue facoltà e tutti i suoi sentimenti buoni e cattivi ... —E così in tutti i campi della vita, trovate là con un sentimento misto di rammarico per voi e di ammirazione per Parigi, l'originale di mille cose di cui in casa vostra non avevate visto che il fac simile, ridotto a forma tascabile per la gente minuta ... E vi sentite disposti a perdonar molto all'orgoglio, quando osservate da vicino le cose, e potete mettervi nei panni d'un popolo che si vede scimmiottato dall'universo; che vede raccolte e portate in giro le briciole della sua mensa, glorificate opere fatte coi ritagli delle sue; innalzati dei busti, in certi tempi e in certi luoghi, a gente che non ha altro merito che di essere abbonata alla Revue des deux Mondes; rubacchiata la sua lingua e rivomitata cruda in molte lingue straniere; messo a sacco il suo romanzo e il suo teatro; tesoreggiati tutti i pettegolezzi della sua storia e della sua cronaca; conosciuta la sua città come la palma della mano; Tortoni più famoso di molti monumenti immortali; la Maison dorée in cima ai sogni dei dissipati di tutta la terra; contraffatti i suoi modi, ripetute le sue risate, ricalcati i suoi scherzi, adorati i suoi capricci; e si capisce anche come si stizzisca quando qualcuno dei suoi più pedanti scolari gli tira il calcio dell'asino ... E più ci s'addentra nello studio di quella vita, più si rimane meravigliati vedendo l'immenso lavoro che si fa sotto quell'apparenza di dissipazione universale; quanti lavoratori sudano nella solitudine; quanti si preparano alla lotta pubblica, nell'oscurità, con incredibili fatiche; come ogni maniera d'ingegno, non solo, ma qualsiasi parzialissima facoltà appena più che mediocre, trovi là il modo d'esercitarsi con vantaggio proprio e comune; come a ogni ingegno si formi subito intorno spontaneamente un cerchio d'intelligenze colte ed amiche che lo aiutano a estrinsecarsi e a salire; come ogni menoma promessa di riuscita nel campo dell'intelligenza, desti intorno a sè, in tutte le classi della cittadinanza, un sentimento gentile di curiosità e di rispetto, e strappi a tutti quel tributo anticipato di gloria, che concorre mirabilmente a farla diventare realtà; che impulso strapotente sia alle forze umane la certezza dell'improvviso e largo cambiamento di fortuna che produce là il vero «successo»; come sia grande e inebbriante in quella città il trionfo dell'ingegno, che appena salutato da lei, riceve saluti di ammiratori ignoti e offerte e consigli da ogni parte del mondo; come all'uomo caduto sopra una via, rimangano aperte cento altre vie, solo che si rassegni ad abbassare d'un piccolissimo grado le sue pretensioni alla gloria; come la natura obbliosa della grande città, che non lasciando addormentar nessuno sopra un solo trionfo, obbliga tutti a ripresentarsi continuamente alla gara, produca quelle vite meravigliosamente operose, quelle vecchiaie ostinatamente battagliere, il cui esempio mette il furore del lavoro nelle generazioni seguenti; e infine che enorme quantità si ritrovi là di lavoro non finito, di prove, di abbozzi, di materiale sciupato dagli uni, ma non inutile per chi verrà, e di creazioni pregevoli, in tutti i campi, ma condannate a morire dove sorgono, perchè schiacciate dall'abbondanza del meglio ...
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Rinaldo (pagina 27)
di Torquato Tasso (estratti)
... ” 45 Così disse, e mostrò poscia al cospetto di tutti quei baron due ricche anella ch'avea fatto a Beatrice, ad altro effetto, credo, involar per una sua donzella ... Ahi! giustizia di Dio, com'opri spesso ch'il ver risorga, e resti il falso oppresso! 53 Per ucciderlo allor corro veloce: come lo veggio tal per terra steso, mi richiede Ginamo in umil voce d'esser da tutti anzi che mora inteso ... 54 E 'l fece ben, perché 'l suo rio trattato e' modi suoi fur da lui tutti espressi ... 58 Costei ch'era gran maga, e degli aspetti del cielo cognoscea tutti i secreti, prevedendo i maligni e i buoni effetti che in noi deggiano oprar gli alti pianeti, le disse già che d'amorosi affetti, senza che mortal cura unqua ciò vieti, arder dovea per un baron cristiano d'alta bellezza e di valor sovrano; 59 e che sarebbe a quel larga e cortese del suo fior virginal non pria toccato, sì ch'indi poi, compito il nono mese, ne saria doppio e nobil parto nato, duo gemelli ch'a chiare e nuove imprese già destinava il lor benigno fato: maschio l'un, ma viril femina l'altra, ne l'arte militar perita e scaltra ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 13)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... Il giovine ufficiale d'artiglieria, si faceva notare da tutti per il modo con cui la seguiva degli occhi, senza osare di accostarsele ... Ma tutti sapevano di lei, che oltre ad essere bella era anche ricca, una ereditiera; cosa che faceva perdonare a la superbia e trovar naturale la posa ... Erano corsi tutti a vedere, ad ammirare la leggiera imbarcazione; gli uomini in mutandine da bagno; le signore e le signorine, chi ancora vestite, chi avvolte negli accappatoi ... Possibile che suo padre fosse acciecato a quel punto?… Lui che aveva fatto la sua fortuna a forza di onesta accortezza, di economia, di ordine?… Possibile che la passione, per quanta forte, gli facesse dimenticare i suoi doveri verso di lei, l'unica figliola, e verso la società della quale s'era meritato la stima?… che gli offuscasse nell'anima il sentimento della dignità, lo isolasse per così dire, da tutto e tutti assorbendolo completamente?… No; ciò non poteva essere; per quanto bella, per quanto affascinante, una donna non può staccare un gentiluomo da suoi più legittimi, più santi doveri!… La zia doveva per certo esagerare, povera donna! Chiuse ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 6)
di Luigi Pirandello (estratti)
... —no, a tempo, a tempo! Perché, per fortuna, la riconosco a tempo! E me li riporto tutti a casa, signore! Lei s'immagini, ora, la situazione mia e la sua, una di fronte all'altro: ella, così come la vede; e io che non posso più alzarle gli occhi in faccia! La figliastra ... Non è vero! non è vero! Ce n'accorgiamo bene, quando in qualcuno dei nostri atti, per un caso sciaguratissimo, restiamo all'improvviso come agganciati e sospesi: ci accorgiamo, voglio dire, di non esser tutti in quell'atto, e che dunque una atroce ingiustizia sarebbe giudicarci da quello solo, tenerci agganciati e sospesi, alla gogna, per una intera esistenza, come se questa fosse assommata tutta in quell'atto! Ora lei intende la perfidia di questa ragazza? M'ha sorpreso in un luogo, in un atto, dove e come non doveva conoscermi, come io non potevo essere per lei; e mi vuol dare una realtà, quale io non potevo mai aspettarmi che dovessi assumere per lei, in un momento fugace, vergognoso, della mia vita! Questo, questo, signore, io sento sopratutto ... Vietasti, sì o no, col tuo contegno—non dico l'intimità della casa—ma quella carità che leva d'impaccio gli ospiti? Fummo gli intrusi, che venivamo a invadere il regno della tua «legittimità»! Signore, vorrei farlo assistere a certe scenette a quattr'occhi tra me e lui! Dice che ho tiranneggiato tutti ... Hanno tutti buon giuoco, signore, una parte facile tutti contro di me ... È così per causa di lui! Forse la situazione più penosa è la sua: si sente estraneo, più di tutti; e prova, poverino, una mortificazione angosciosa di essere accolto in casa—cosi per carità ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 11)
di Luigi Pirandello (estratti)
... Appunto, gli attori! E fanno bene, tutti e due, le nostre parti ... Non ci sto! non ci sto! Quello che è possibile sulla scena ve lo siete combinato insieme tutti e due, di là, grazie! Lo capisco bene! Egli vuol subito arrivare alla rappresentazione caricando dei suoi travagli spirituali; ma io voglio rappresentare il mio dramma! il mio! Il capocomico (seccato, scrollandosi fieramente) ... Bisogna contener tutti in un quadro armonico e rappresentare quel che è rappresentabile! Lo so bene anch'io che ciascuno ha tutta una sua vita dentro e che vorrebbe metterla fuori ... E come, scusi? dico, come potrebbe rappresentare tutti i suoi «nobili» rimorsi, tutti i suoi tormenti «morali», se lei vuol risparmiargli l'orrore d'essersi un bel giorno trovata tra le braccia, dopo averla invitata a togliersi l'abito del suo lutto recente, donna e già caduta, quella bambina, signore, quella bambina ch'egli si recava a vedere uscire dalla scuola? Dirà queste ultime parole con voce tremante di commozione ... La commozione vincerà tutti ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 13)
di Luigi Pirandello (estratti)
... Ma si sa che può cangiare, sfido! Cangia continuamente, come quella di tutti! Il padre (con un grido) ... Quando i personaggi son vivi, vivi veramente davanti al loro autore, questo non fa altro che seguirli nelle parole, nei gesti ch'essi appunto gli propongono, e bisogna ch'egli li voglia com'essi si vogliono; e guai se non fa così! Quando un personaggio è nato, acquista subito una tale indipendenza anche dal suo stesso autore, che può esser da tutti immaginato in tant'altre situazioni in cui l'autore non pensò di metterlo, e acquistare anche, a volte, un significato che l'autore non si sognò mai di dargli! Il capocomico ... Come se si vedesse ancora là in quello scrittojo e avesse fastidio della presenza di tutti quegli Attori: Se loro tutti se n'andassero! se ci lasciassero soli! La mamma lì, con quel figlio—io con quella bambina—quel ragazzo là sempre solo—e poi io con lui indicherà appena il Padre —e poi io sola, io sola ... —in quell'ombra balzerà a un tratto, come se nella visione che ha di sè, lucente in quell'ombra e viva, volesse afferrarsi ah, la mia vita! Che scene, che scene andavamo a proporgli!—Io, io lo tentavo più di tutti! Il padre ... Ah, nel sole, signore, felice! È l'unico mio premio, la sua allegria, la sua festa, in quel giardino; tratta dalla miseria, dallo squallore di un'orribile camera dove dormivamo tutti e quattro—e io con lei—io, pensi! con l'orrore del mio corpo contaminato, accanto a lei che mi stringeva forte forte coi suoi braccini amorosi e innocenti ... I fiori grandi non li vedeva; andava a scoprire invece tutti quei «pittoli pittoli» e me li voleva mostrare, facendo una festa, una festa! Così dicendo, straziata dal ricordo, romperà in un pianto lungo, disperato, abbattendo il capo sulle braccia abbandonate sul tavolino ... La commozione vincerà tutti ...
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Sei personaggi in cerca d'autore (pagina 15)
di Luigi Pirandello (estratti)
... Devi obbedire! Devi obbedire! Il figlio (colluttando con lui e alla fine buttandolo a terra presso la scaletta, tra l'orrore di tutti) ... Ma che cos'è codesta frenesia che t'ha preso? Non ha ritegno di portare davanti a tutti la sua vergogna e la nostra! Io non mi presto! non mi presto! E interpreto così la volontà di chi non volle portarci sulla scena! Il capocomico ... C'è voluto venir lui, trascinandoci tutti e prestandosi anche a combinare di là insieme con lei non solo quello che è realmente avvenuto; ma come se non bastasse, anche quello che non c'è stato! Il capocomico ... Ebbene, e poi? che ha fatto? Il figlio (tra l'angosciosa attenzione di tutti, muovendo alcuni passi sul palcoscenico) ... La madre (con un grido straziante, accorrendo col Figlio e con tutti gli Attori in mezzo al subbuglio generale) ... S'è ferito? s'è ferito davvero? Tutti, tranne il Capocomico e il Padre, rimasto per terra presso la scaletta, saranno scomparsi dietro il fondalino abbassato, che fa da cielo, e vi resteranno un po' parlottando angosciosamente, poi, da una parte e dall'altra di esso, rientreranno in iscena gli Attori ... Finzione! realtà! Andate al diavolo tutti quanti! Luce! Luce! Luce! D'un tratto, tutto il palcoscenico e tutta la sala del teatro sfolgoreranno di vivissima luce ... Il capocomico rifiaterà come liberato da un incubo, e tutti si guarderanno negli occhi, sospesi e smarriti ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 3)
di Docteur Jaf (estratti)
... I libertini che avevano sperimentato le raffinatezze della lussuria asiatica, non potevano più farne a meno e, alla fine del pasto, quando tutti i sensi erano eccitati dal canto e dai suoni, giungevano a tali eccessi di furore erotico, da precipitarsi gli uni sugli altri, sopraccaricandosi di colpi, fino a che la vittoria decideva a chi la suonatrice di flauto dovesse appartenere ... Queste donne, esercitate di buon'ora nell'arte della voluttà, arrivavano a disordini tali che l'immaginazione trascinava tutti i sensi ... La bestialità e la pederastia erano i vizii più comuni, e queste vituperevoli ingenuità, familiari a tutte le età e a tutti i gradi sociali, non avevano altri freni se non alcune cerimonie di espiazione e di purificazione che ne sospendevano talvolta la libera pratica ... Come presso tutti i popoli antichi, la promiscuità dei sessi rendeva omaggio alle leggi di natura, e la donna sottomessa alle brutali aspirazioni dell'uomo, non era se non il paziente istrumento del godimento; doveva far sempre tacere la voce della sua scelta, giacchè apparteneva a chiunque avesse la forza di possederla ... In queste razze così naturalmente portate all'amore carnale, il vizio si associava, senza dubbio, a tutti gli atti della vita civile e religiosa ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 5)
di Docteur Jaf (estratti)
... Dopo o durante questi intermezzi di tutti i disordini che l'ebbrezza ed il vizio potevano inventare, comparivano i ballerini—buffoni che facevano salti pericolosi, smorfie e giuochi di forza straordinarii; non dimenticando mai nella loro pose, di far spiccare tutte le forme, tutti i muscoli dei loro corpi; accompagnavano tutti i loro movimenti con gesti indecentissimi, davano alle loro bocche un'espressione oscena, che completavano col giuoco rapido delle dita; si scambiavano fra di loro segni muti che avevano sempre qualche rapporto, più o meno diretto, con l'atto della copula; e talvolta, infiammati di lussuria, eccitati dagli applausi dei convitati, passavano dai gesti ai fatti, abbandonandosi ad impure battaglie ed imitando le turpitudini dei fauni ... Un giorno, un suo schiavo, volendo profittar di tal circostanza per gustare il vino di Falerno, il compiacente marito gli gridò «Olà! stupidone, io non dormo per tutti ... Tutti sanno che avviene nei misteri della buona dea, quando le trombette agitano queste specie di furie, e quando egualmente ebri di cibo e di vino, fanno volare turbinosamente i loro capelli sparsi, invocando al Dio Priapo ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 7)
di Docteur Jaf (estratti)
... Appena gettò via la maschera che copriva le sue perverse inclinazioni, Nerone si abbandonò a tutti gli eccessi che i raffinamenti del libertinaggio avevano potuto creare e diede sfogo ai suoi impuri vizii ... Sua moglie si prostituiva senza vergogna a tutti quelli che la desideravano ... Si fece portare su di un carro tirato da donne nude; e rappresentò Venere sotto tutti gli aspetti ... Per Commodo era un piacere, un bisogno di avvilirsi agli occhi di tutti, non si diceva soddisfatto se non quando le sue turpitudini avevano avuto mille testimoni e mille echi ... Eliogabalo, così come Nerone, trovava un eccessivo piacere in tutti gli atti della prostituzione ... Si ricorreva a tutte le astuzie ed a tutti gli artificii per ingannare i semplici; i cristiani sorprendevano i loro fratelli con le infedeltà e le furberie ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 8)
di Docteur Jaf (estratti)
... Nei monasteri feminili, l'ospitalità accordata a tutti gli ecclesiastici ed ai monaci di passaggio, vi generò disordini che non trascesero quasi mai in scandali pubblici tanto da attirare l'attenzione della gente ... Tutti gli scrittori dell'epoca sono d'accordo nel constatare la profonda degradazione dello stato sociale e tutti ne attribuivano la causa all'incontinenza che aveva preso gigantesche proporzioni ... Nelle provincie i signori facevano bella mostra di tutti i loro vizii, non conservando alcun pudore ... Tutti i generi di bestialità figuravano nei Penitenziali; nessuna bestia era esclusa per commettere simili obbrobriose indegnità ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 9)
di Docteur Jaf (estratti)
... altresì ordinato di perseguitare questi scandali tanto nella città che nella campagna, e di purgare assolutamente il nostro reame da tutti gli uomini corrotti e pubblici malfattori» ... Le crociate furono il più bel momento della cavalleria e non di meno nessuno può negare che questa prodigiosa massa di uomini di tutte le condizioni e di tutti i paesi non abbia riscaldata nel suo seno il germe corruttore della lussuria ... » «I crociati, dice Alberto d'Aise, si comportavano da gente grossolana, insensata ed inetta quando l'amore carnale spegneva in essi la fiamma dell'amore divino; vi erano nelle loro fila una quantità di donne, vestite da uomini, e viaggiavano tutti insieme senza distinzione di sesso, confidandosi all'azzardo di una spaventevole promiscuità ... I pellegrini non si astenevano dalle illecite riunioni, nè dai piaceri della carne; si abbandonavano senza tregua a tutti gli eccessi della culinaria, si divertivano colle donne maritate o con le zitelle, le quali si erano allontanate di casa loro appunto per abbandonarsi perdutamente ad ogni specie di vanità ... Nicola di Clemenzio, arcidiacono di Bayeux, esclamò: «A proposito delle vergini consacrate al signore, dovremmo ritracciare tutte le infamie dei luoghi di prostituzione, tutte le astuzie e la sfrontatezza delle cortigiane, tutte le opere esecrabili della fornicazione e dell'incesto; giacchè, vi prego di credere, che ai dì nostri nei monasteri le donne si consacrano più volentieri al culto di Venere che a quello di Dio! Tali luoghi potrebbero definirsi degli spaventevoli ricettacoli, nei quali una gioventù sfrenata si abbandona a tutti i disordini della lussuria, di nodo che non vi ha alcuna differenza di far prendere il velo ad una giovanetta o di esporla pubblicamente in un luogo abbominevole ... Si trovarono nei sotterranei dei castelli di Chantocè, della Suze e d'Ingrande, le ossa calcinate e le ceneri di tutti i fanciulli che il maresciallo di Rietz aveva assassinati, dopo di averne abusato ... Tutti i settarii, per un raffinamento di libertinaggio, s'imponevano privazioni di ogni genere, e affettavano in generale una noncuranza assoluta per tutte le cose materiali; ma ciò non era che la maschera della continenza, sotto la quale si sentivano più liberi per abbandonarsi alle loro passioni e dar briglia sciolta alla natura; le loro austere pratiche di devozione aggiungevano una specie di salsa piccante alle nascoste depravazioni ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 10)
di Docteur Jaf (estratti)
... L'uso della flagellazione nell'antichità era ben conosciuto da tutti i depravati, a cui ricorrevano per prepararsi nei piaceri di amore ... Essi insegnavano che l'uomo è libero di obbedire a tutti gl'istinti della natura ... Essi insegnavano che ogni donna è obbligata a prestarsi alla concupiscenza di qualunque uomo, e che tutti gli uomini sono del pari tenuti a soddisfare qualunque donna ... Nel secolo XVI l'aristocrazia sotto i Valois si abbandonò a tutti gli stravizii ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 14)
di Docteur Jaf (estratti)
... tutti i suoi amici ne fossero informati ... Simili donne in generale menavano vita dissolutissima, si abbandonavano a tutti i disordini, senza tema di essere assimilate alle donne pubbliche, giacchè la polizia le tollerava ... I lacchè portavano la spada, avevano abiti di velluto e di seta, si davano l'aria di gentiluomini ed imitavano tutti i vizii dei loro padroni, esagerandoli ... Queste malattie erano tanto comuni, che si potevano contrarre con la stessa faciltà con le cameriere che con le signore; sembravano essere le inseparabili compagne degli amori illeciti, e si attaccavano a tutti i gradi della scala sociale ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 15)
di Docteur Jaf (estratti)
... Tale fu l'origine del Parc-aux-cerfs abisso dell'innocenza e dell'ingenuità, che inghiottiva la folla delle vittime, le quali, ritornando dopo nella società, vi apportavano la corruzione, l'amore della crapula e tutti i vizii di cui si infettavano necessariamente col commercio degli infami agenti di un simile luogo ... » I giuochi di società erano tutti a base di ... Le alte cortigiane avevano il coraggio di andare la sera a passeggio nei giardini di estate, portando un semplice calzone di seta rosa, sotto una camicia di lino chiaro; esponendo a tutti gli sguardi i seni, le gambe e le cosce strette in cerchi di diamanti ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 17)
di Docteur Jaf (estratti)
... Tutti i poeti erotici della Grecia sono d'accordo nel riconoscere che il tribadismo era in grande onore a Lesbo ... Il termine di tribade si trova riportato in tutti i penitenziali, così in quello di Angers al X secolo indicava tre anni di penitenza alle tribadi (mulier cum altera fornicans) ... Si è pure visto come più tardi lo squadrone volante della regina Caterina de' Medici, non fosse composto da altro se non da damigelle che si abbandonavano a tutti i sollazzi, non escluso quello del tribadismo ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 22)
di Docteur Jaf (estratti)
... Tutti sanno dei vizii di Sodoma e Gomorra ... Tutti i poeti di quei tempi hanno elevato inni agli efebi divini; lo stesso avvenne a Roma ... Ed amava tutti i giovanotti indistintamente» ... Quando Icilus, un suo antico concubino, venne ad annunziargli in Ispagna la morte di Nerone, Galba non contento di abbracciarlo in presenza di tutti, lo fece depelare e lo condusse a letto con lui ... Non risparmiò nessuno di essi, li sottomise tutti alle sue vergognoso compiacenze, non rifiutandosi di prestarvisi egli stesso ... L'Abbate di Clervaux, Enrico, scriveva al papa Alessandro III nel 1877: «L'antica Sodoma rinasce dalle sue ceneri!» Orderic Vital segnala il contagio di questo vergognoso vizio: «Allora, dice, gli effeminati dominavano in tutti i paesi e si abbandonavano liberamente alle loro sozze corruzioni, degne delle fiamme dei roghi, essi abusavano impunemente delle orribili invenzioni di Sodoma ...
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Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Fra questi boschi era solito errare il giovinetto colla mente accesa dai tanti romanzi storici che noi tutti in quegli anni abbiamo avidamente cercati ... E il bosco a lui pareva d'un subito che si popolasse di cavalieri erranti, armati di ferro, di donzelle bionde e di tutti i più bei fantasmi che uscivano soltanto al tocco degli antichi liuti ... Tutti abbiamo avuto, qual più qual meno, qualche castello nel cuore e una spada di Toledo nel pugno ... Chi più di tutti sentiva il fascino di queste risurrezioni era l'autore, quando si svegliava ...
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Storia di un'anima (pagina 7)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E il libro anzichè una stonatura, come temono i suoi amici, crediamo che possa essere un raggio di sole che ritorna e nel suo complesso un prezioso documento a tutti quelli che studieranno l'evoluzione del pensiero e del sentimento italiano in quel tumultuoso periodo che succede alle battaglie dell'indipendenza, quando l'entusiasmo che le ha compiute diventa il primo imbarazzo del vincitore ... Tutto è disordine ancora, non si sa quel che si vuole, ma si vuol molto, da tutti ... A tutti costoro mancò forse una ricca suppellettile accademica, ma tutti amarono l'arte con geniale sfrenatezza; la vita uccise i migliori ... Povero Bazzero! Ci ritrovammo tutti al tuo funerale, e ci parve che in te morisse la nostra prima giovinezza ... Pareva che tutti, anche quelli che l'avevano incontrato una volta sola, affettassero un certo orgoglio d'essere al suo funerale, per dimostrare in qualche modo d'appartenergli ... I giornali cittadini di tutti i partiti dissero le lodi del defunto: la famiglia gli eresse un sepolcro, dove a capo della cassa, pose le sue intime memorie e le lettere della sua donna ...
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Storia di un'anima (pagina 22)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Mosè Bianchi, Pagliano, Bazzero, De Albertis, tutti gli artisti della Società Patriottica mi riconoscono per specialista nel disegnare armi antiche ... Vicino a quel cancello a Carate, ov'io venivo tutti i giorni nel 73 a guardare in quel giardino ove tu mi avevi dato un fiore di vainiglia e una foglia spinosa, vicino a quel cancello, ove scrivevo le date e mi pareva d'esserti fedele, hanno alzato un muro ... L'ossario di Solaro ov'io passavo quasi tutti i giorni, e guardando i crani pensavo a te, dicendomi:—che cosa è la vita? e dove io ho contemplato quella mano rattrappita e secca, quando avevo sul cuore la lettera che mi avevi scritta e m'immaginavo la tua manina tonda e morbida, l'ossario l'hanno demolito… E noi abbiamo cambiato l'aspetto delle camere, del giardino, ma il mio cuore non muta ... Ha un profondo dolore, ma soave che coll'amore consacra la sua vita… Volevo mi amassero tutti ed io mi tranquillassi… ...
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Storia di un'anima (pagina 27)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Eppure ti prego ginocchioni:—Fammi morire, prima ch'io muoia maledetto dagli altri e fa che tutti sappiano ch'io muoio, augurando la felicità agli altri ... E come se morissi e ricevessi il pane dell'amore di Dio, parlo a tutti dal profondo dell'anima mia ... —Perdonatemi tutti: sii felice, tu prima di tutti e di tutte, o Carlo ...
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Storia di un'anima (pagina 43)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E se la vita è una comedia, perchè non a tutti gli attori fu data la maschera? E se la vita è un pellegrinaggio di fratelli, perchè la meta a tutti non è mostrata collo stesso raggio d'intelligenza? Il filosofo tracciò sul cranio dell'uomo le cifre che segnano nel cervello le facoltà della vita: il teologo notomizzò l'anima e credette trovare i peccati capitali e le virtù: il materialista rise di tutto ... Quanto è più potente l'amore! La parola t'amo è la sintesi imperiosa di tutte le virtu, di tutti i peccati: l'amore di Beatrice fece immortale il genio, l'amore di Cleopatra fece immortale la vergogna ... Io so che qualcosa s'affaccia agli usci, tiene in rispettoso timore i vivi, guarda le gocce di cera sul pavimento o i petali sparsi di qualche fiore o la segatura, fa più triste il silenzio, più desolato il disordine, occupa nessun posto e li occupa tutti, sorprende nell'aria nauseosa pel fumo delle torce l'ultima preghiera morente del corteo che sfilò, la prima parola di comando che disse l'erede, s'appiatta dappertutto, buca dalle pieghe del testamento, e domanda:—È finito?—È finito: il morto viaggia al cimitero ...
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Storia di un'anima (pagina 68)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... La vecchia e i tre figli sono tutti sepolti nello buca gentilizia della cappella, in quattro cofani di velluto nero, tutti e quattro distesi su quattro seggioloni disusati, sotto una pietra incisa coi cranii e le clessidre e gli svolazzi che annodano le tibie ... La madre e i tre figli sono tutti seduti nel salone della festa al così detto pranzo di famiglia, sulle seggiole di seta rossa, chinati sulla trapunta tovaglia di Fiandra, sotto la luce di una gentile lumiera di Murano, e fra i calici arrubinati e le argenterie scintillanti ... Ecco là un paese su uno sfondo tutto cenerugiolo e senza misura: i muricciuoli di una pallidezza sucida da cenci immollati: gli orti bruni, senza più una siepicina, tutti a stecchi ed arruffaglie: le finestre ingozzate di fogliaccie: le casette rattrappite l'una sull'altra, come chi si stringa nelle spalle: i palazzotti, su alti, a grandi fioriture nere, coi solai abbandonati: e le chiese, più alte ancora, coll'aspetto più freddo del nudo mattone e i vani più bui delle arcature dei tetti: e, più alti ancora, i campanili, nudi e soli, che sguardano cogli occhioni abbacinati nelle nebbie… ...
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Storia di un'anima (pagina 69)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Era forse una foglia, la prima che si staccava dal ramo, che ci diceva quanto noi potevamo essere felici? Desideravamo i crepuscoli rosei, colla mitica stella di Lucifero, colla sottile falce della luna, coi cirri spolverizzati d'oro: e quando voi, o colombi, stendevate il volo su quel terrazzo fiorito, là dove, infelicissima e peccatrice, bisbigliava quella dama infeconda con quel cavaliere, più volte babbo: e voi, passeri pendenti ad un ciuffo di parietaria, dal rosone della facciata spiavate giù nella chiesa tutta calda di lumi i poverelli, famelici fra le nidiate dei bimbi che cantavano le lodi ambrosiane del Signore: e a voi, rampichini muraiuoli, intricati nei garofani delle finestrette, giungeva il guaiolare degli orfanelli dell'Ospedale: e a voi, reatini, salticchianti sulle rose innanzi le croci cadute, taceva sempre impassibile il silenzio di chi nella fossa dei vermi aveva sognato il bel paradiso d'oro:—noi, piegati su una culla candidissima, rattenendo il respiro, come l'unica necessità che accusasse la nostra vita del corpo, noi ci sentivamo purissimamente degni di compiacerci per gli occhi giù fino in fondo dell'anima, ove stava il segreto religioso della nostra giovinezza: noi, affaccendati innanzi ad una seggiolina, versando il latte butirroso in una scodella, ci dicevamo tanto ricchi e pasciuti che avremmo dato tutti i nostri pani a tutti i poverelli e le briciole del nostro bambino a tutti gli uccellini: noi, inginocchiati nel portichetto dei nonni, udendo le leziose impazienze di quella boccuccia che, tartagliando i nostri nomi, pareva comandasse al destino di non dividerli mai, su tutta la terra, credevamo ad un Dio che apparisse nei sogni agli innocenti e nei sorrisi agli amorosi: noi, semi-addormentati allo spegnersi dell'ultime luci del giorno, compiangendo tutti i libri luciferini che indagavano il nulla eterno, l'avevamo dinnanzi la nostra vita, tanto sicura e tanto in pace! E l'avremmo vissuta tutta! Desideravamo che l'autunno si avanzasse a morire nel verno, la stagione carissima, intimissima, dolcissima per la nostra eterna contemplazione amorosa… ... —E i villeggianti pieni di galanterie? E i contadini che hanno fame? E gli orfanelli dell'Ospedale? E i morti?—Oh eravamo di dentro, colle fila d'oro dei destini in mano, colla gioia di tre vite tutte felici, colle speranze di tre cuori tutti innamorati!… E si fantasticava, si fantasticava… ... Pel buio della pianura suonano le campane gioconde: dicono che in cielo cantino gli angioli, mandando giù le parole latine a tutti i presepi delle monache e dei marmocchi: per le viuzze del paese alla chiesa s'avviano i contadini puzzanti di frustagno: di là, di là, di là, dalle ...
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