Libri terra

Libri su terra, con la parola terra

Confessioni di un Italiano (pagina 101)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Credereste voi che il reverendo padre e il degno avvocato sarebbero persone autorevoli e di rilievo se venisse un buon vento di giustizia che buttasse a terra, sì, che buttasse a terra, tutti i privilegi della nobiltà e delle fraterie? ... L'esule canuto che torna al focolare domestico dopo avere sfruttato i suoi giorni sopra terra ingrata e straniera non è certo più lieto e commosso ch'io allora non fossi ...
Decameron (pagina 24)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E messa in terra parte della lor gente con balestra e bene armata, in parte la fecero andare che de' legnetto neuna persona, se saettato esser non volea, poteva discendere; e essi, fattisi tirare a' paliscalmi e aiutati dal mare, s'accostarono al picciol legno di Landolfo e quello con piccola fatica in picciolo spazio, con tutta la ciurma senza perderne uomo, ebbero a man salva: e fatto venire sopra l'una delle lor cocche Landolfo e ogni cosa del legnetto tolta, quello sfondolarono lui in un povero farsettino ritenendo ... Questi non potea favellare e poco vedea, e per ciò niente le disse; ma pur, mandandolo verso la terra il mare, costei conobbe la forma della cassa, e più sottilmente guardando e vedendo conobbe primieramente le braccia stese sopra la cassa, quindi appresso ravisò la faccia e quello esser che era s'immaginò ... Per che, da compassion mossa, fattasi alquanto per lo mare, che già era tranquillo, e per li capelli presolo, con tutta la cassa il tirò in terra e quivi, con fatica le mani dalla cassa sviluppategli e quella posta in capo a una sua figlioletta che con lei era, lui come un piccol fanciullo ne portò nella terra: e in una stufa messolo, tanto lo stropicciò e con acqua calda lavò, che in lui ritornò lo smarrito calore e alquante delle perdute forze ...
Decameron (pagina 81)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... fuor della terra a diporto, in compagnia d'una che altra volta con loro era stata e tutti i suoi fatti sapeva, quanto più tosto poté là se n'andò; e tolte via foglie secche che nel luogo erano, dove men dura le parve la terra quivi cavò; né ebbe guari cavato, che ella trovò il corpo del suo misero amante in niuna cosa ancora guasto né corrotto: per che manifestamente conobbe essere stata vera la sua visione ... Di che più che altra femina dolorosa, conoscendo che quivi non era da piagnere, se avesse potuto volentier tutto il corpo n'avrebbe portato per dargli più convenevole sepoltura; ma veggendo che ciò esser non poteva, con un coltello il meglio che poté gli spiccò dallo 'mbusto la testa, e quella in uno asciugatoio inviluppata, e la terra sopra l'altro corpo gittata, messala in grembo alla fante, senza essere stata da alcun veduta, quindi si dipartì e tornossene a casa sua ... Poi prese un grande e un bel testo, di questi ne' quali si pianta la persa o il basilico, e dentro la vi mise fasciata in un bel drappo; e poi messavi sù la terra, sù vi piantò parecchi piedi di bellissimo bassilico salernetano, e quegli da niuna altra acqua che o rosata o di fior d'arancio delle sue lagrime non innaffiava giammai ... Il basilico, sì per lo lungo e continuo studio, sì per la grassezza della terra procedente dalla testa corrotta che dentro v'era, divenne bellissimo e odorifero molto; e servando la giovane questa maniera del continuo, più volte da' suoi vicin fu veduta ... I giovani si maravigliavan forte di questo adimandare, e per ciò vollero vedere che dentro vi fosse; e versata la terra, videro il drappo e in quello la testa non ancora sì consumata, che essi alla capellatura crespa non conoscessero lei essere quella di Lorenzo ...
La divina commedia (pagina 4)
di Dante Alighieri (estratti)

... Siede la terra dove nata fui su la marina dove 'l Po discende per aver pace co' seguaci sui ... Grandine grossa, acqua tinta e neve per l'aere tenebroso si riversa; pute la terra che questo riceve ... E 'l duca mio distese le sue spanne, prese la terra, e con piene le pugna la gittò dentro a le bramose canne ... Elle giacean per terra tutte quante, fuor d'una ch'a seder si levò, ratto ch'ella ci vide passarsi davante ... Quali dal vento le gonfiate vele caggiono avvolte, poi che l'alber fiacca, tal cadde a terra la fiera crudele ...
La divina commedia (pagina 6)
di Dante Alighieri (estratti)

... Li occhi a la terra e le ciglia avea rase d'ogne baldanza, e dicea ne' sospiri: "Chi m'ha negate le dolenti case!" ... Sovr'essa vedestù la scritta morta: e già di qua da lei discende l'erta, passando per li cerchi sanza scorta, tal che per lui ne fia la terra aperta" ... Come le rane innanzi a la nimica biscia per l'acqua si dileguan tutte, fin ch'a la terra ciascuna s'abbica, vid'io più di mille anime distrutte fuggir così dinanzi ad un ch'al passo passava Stige con le piante asciutte ... Poi si rivolse per la strada lorda, e non fé motto a noi, ma fé sembiante d'omo cui altra cura stringa e morda che quella di colui che li è davante; e noi movemmo i piedi inver' la terra, sicuri appresso le parole sante ... X Ora sen va per un secreto calle, tra 'l muro de la terra e li martìri, lo mio maestro, e io dopo le spalle ...
La divina commedia (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)

... Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continüamente ... Quali Alessandro in quelle parti calde d'Indïa vide sopra 'l süo stuolo fiamme cadere infino a terra salde, per ch'ei provide a scalpitar lo suolo con le sue schiere, acciò che lo vapore mei si stingueva mentre ch'era solo: tale scendeva l'etternale ardore; onde la rena s'accendea, com'esca sotto focile, a doppiar lo dolore ... La sua testa è di fin oro formata, e puro argento son le braccia e 'l petto, poi è di rame infino a la forcata; da indi in giuso è tutto ferro eletto, salvo che 'l destro piede è terra cotta; e sta 'n su quel, più che 'n su l'altro, eretto ...
La divina commedia (pagina 14)
di Dante Alighieri (estratti)

... Del nostro ponte disse: "O Malebranche, ecco un de li anzïan di Santa Zita! Mettetel sotto, ch'i' torno per anche a quella terra, che n'è ben fornita: ogn'uom v'è barattier, fuor che Bonturo; del no, per li denar, vi si fa ita" ... XXII Io vidi già cavalier muover campo, e cominciare stormo e far lor mostra, e talvolta partir per loro scampo; corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra; quando con trombe, e quando con campane, con tamburi e con cenni di castella, e con cose nostrali e con istrane; né già con sì diversa cennamella cavalier vidi muover né pedoni, né nave a segno di terra o di stella ...
La divina commedia (pagina 16)
di Dante Alighieri (estratti)

... XXIV In quella parte del giovanetto anno che 'l sole i crin sotto l'Aquario tempra e già le notti al mezzo dì sen vanno, quando la brina in su la terra assempra l'imagine di sua sorella bianca, ma poco dura a la sua penna tempra, lo villanello a cui la roba manca, si leva, e guarda, e vede la campagna biancheggiar tutta; ond'ei si batte l'anca, ritorna in casa, e qua e là si lagna, come 'l tapin che non sa che si faccia; poi riede, e la speranza ringavagna, veggendo 'l mondo aver cangiata faccia in poco d'ora, e prende suo vincastro, e fuor le pecorelle a pascer caccia ... "Omai convien che tu così ti spoltre", disse 'l maestro; "ché, seggendo in piuma, in fama non si vien, né sotto coltre; sanza la qual chi sua vita consuma, cotal vestigio in terra di sé lascia, qual fummo in aere e in acqua la schiuma ... Né O sì tosto mai né I si scrisse, com'el s'accese e arse, e cener tutto convenne che cascando divenisse; e poi che fu a terra sì distrutto, la polver si raccolse per sé stessa, e 'n quel medesmo ritornò di butto ... E qual è quel che cade, e non sa como, per forza di demon ch'a terra il tira, o d'altra oppilazion che lega l'omo, quando si leva, che 'ntorno si mira tutto smarrito de la grande angoscia ch'elli ha sofferta, e guardando sospira: tal era 'l peccator levato poscia ...
La divina commedia (pagina 18)
di Dante Alighieri (estratti)

... Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché de la nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto ... La terra che fé già la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio, sotto le branche verdi si ritrova ... Li accorgimenti e le coperte vie io seppi tutte, e sì menai lor arte, ch'al fine de la terra il suono uscie ... Lo principe d'i novi Farisei, avendo guerra presso a Laterano, e non con Saracin né con Giudei, ché ciascun suo nimico era cristiano, e nessun era stato a vincer Acri né mercatante in terra di Soldano, né sommo officio né ordini sacri guardò in sé, né in me quel capestro che solea fare i suoi cinti più macri ... E' poi ridisse: "Tuo cuor non sospetti; finor t'assolvo, e tu m'insegna fare sì come Penestrino in terra getti ...
La divina commedia (pagina 19)
di Dante Alighieri (estratti)

... Poi che l'un piè per girsene sospese, Mäometto mi disse esta parola; indi a partirsi in terra lo distese ... Un altro, che forata avea la gola e tronco 'l naso infin sotto le ciglia, e non avea mai ch'una orecchia sola, ristato a riguardar per maraviglia con li altri, innanzi a li altri aprì la canna, ch'era di fuor d'ogni parte vermiglia, e disse: "O tu cui colpa non condanna e cu' io vidi su in terra latina, se troppa simiglianza non m'inganna, rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a veder lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina ... Quel traditor che vede pur con l'uno, e tien la terra che tale qui meco vorrebbe di vedere esser digiuno, farà venirli a parlamento seco; poi farà sì, ch'al vento di Focara non sarà lor mestier voto né preco" ...
La divina commedia (pagina 27)
di Dante Alighieri (estratti)

... Indi la valle, come 'l dì fu spento, da Pratomagno al gran giogo coperse di nebbia; e 'l ciel di sopra fece intento, sì che 'l pregno aere in acqua si converse; la pioggia cadde, e a' fossati venne di lei ciò che la terra non sofferse; e come ai rivi grandi si convenne, ver' lo fiume real tanto veloce si ruinò, che nulla la ritenne ... Pur Virgilio si trasse a lei, pregando che ne mostrasse la miglior salita; e quella non rispuose al suo dimando, ma di nostro paese e de la vita ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava "Mantüa à", e l'ombra, tutta in sé romita, surse ver' lui del loco ove pria stava, dicendo: "O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava ... Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello! Quell'anima gentil fu così presta, sol per lo dolce suon de la sua terra, di fare al cittadin suo quivi festa; e ora in te non stanno sanza guerra li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode di quei ch'un muro e una fossa serra ... E se licito m'è, o sommo Giove che fosti in terra per noi crucifisso, son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? O è preparazion che ne l'abisso del tuo consiglio fai per alcun bene in tutto de l'accorger nostro scisso? Ché le città d'Italia tutte piene son di tiranni, e un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene ...
La divina commedia (pagina 36)
di Dante Alighieri (estratti)

... XIX Ne l'ora che non può 'l calor dïurno intepidar più 'l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno - quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in orïente, innanzi a l'alba, surger per via che poco le sta bruna -, mi venne in sogno una femmina balba, ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, con le man monche, e di colore scialba ... "Che hai che pur inver' la terra guati?", la guida mia incominciò a dirmi, poco amendue da l'angel sormontati ... Bastiti, e batti a terra le calcagne; li occhi rivolgi al logoro che gira lo rege etterno con le rote magne" ... Com'io nel quinto giro fui dischiuso, vidi gente per esso che piangea, giacendo a terra tutta volta in giuso ... Sì come l'occhio nostro non s'aderse in alto, fisso a le cose terrene, così giustizia qui a terra il merse ...
La divina commedia (pagina 37)
di Dante Alighieri (estratti)

... Io fui radice de la mala pianta che la terra cristiana tutta aduggia, sì che buon frutto rado se ne schianta ... Quindi non terra, ma peccato e onta guadagnerà, per sé tanto più grave, quanto più lieve simil danno conta ... Poi ripigliammo nostro cammin santo, guardando l'ombre che giacean per terra, tornate già in su l'usato pianto ... Trema forse più giù poco o assai; ma per vento che 'n terra si nasconda, non so come, qua sù non tremò mai ...
La divina commedia (pagina 42)
di Dante Alighieri (estratti)

... Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce; vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da sé produce ... Come si volge, con le piante strette a terra e intra sé, donna che balli, e piede innanzi piede a pena mette, volsesi in su i vermigli e in su i gialli fioretti verso me, non altrimenti che vergine che li occhi onesti avvalli; e fece i prieghi miei esser contenti, sì appressando sé, che 'l dolce suono veniva a me co' suoi intendimenti ... Ella ridea da l'altra riva dritta, trattando più color con le sue mani, che l'alta terra sanza seme gitta ... Perché 'l turbar che sotto da sé fanno l'essalazion de l'acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno, a l'uomo non facesse alcuna guerra, questo monte salìo verso 'l ciel tanto, e libero n'è d'indi ove si serra ... Or perché in circuito tutto quanto l'aere si volge con la prima volta, se non li è rotto il cerchio d'alcun canto, in questa altezza ch'è tutta disciolta ne l'aere vivo, tal moto percuote, e fa sonar la selva perch'è folta; e la percossa pianta tanto puote, che de la sua virtute l'aura impregna, e quella poi, girando, intorno scuote; e l'altra terra, secondo ch'è degna per sé e per suo ciel, concepe e figlia di diverse virtù diverse legna ...
La divina commedia (pagina 44)
di Dante Alighieri (estratti)

... Sì come neve tra le vive travi per lo dosso d'Italia si congela, soffiata e stretta da li venti schiavi, poi, liquefatta, in sé stessa trapela, pur che la terra che perde ombra spiri, sì che par foco fonder la candela; così fui sanza lagrime e sospiri anzi 'l cantar di quei che notan sempre dietro a le note de li etterni giri; ma poi che 'ntesi ne le dolci tempre lor compatire a me, par che se detto avesser: "Donna, perché sì lo stempre?", lo gel che m'era intorno al cor ristretto, spirito e acqua fessi, e con angoscia de la bocca e de li occhi uscì del petto ... Mai non t'appresentò natura o arte piacer, quanto le belle membra in ch'io rinchiusa fui, e che so' 'n terra sparte; e se 'l sommo piacer sì ti fallio per la mia morte, qual cosa mortale dovea poi trarre te nel suo disio? Ben ti dovevi, per lo primo strale de le cose fallaci, levar suso di retro a me che non era più tale ... Quali fanciulli, vergognando, muti con li occhi a terra stannosi, ascoltando e sé riconoscendo e ripentuti, tal mi stav'io; ed ella disse: "Quando per udir se' dolente, alza la barba, e prenderai più doglia riguardando" ... Con men di resistenza si dibarba robusto cerro, o vero al nostral vento o vero a quel de la terra di Iarba, ch'io non levai al suo comando il mento; e quando per la barba il viso chiese, ben conobbi il velen de l'argomento ...
La divina commedia (pagina 45)
di Dante Alighieri (estratti)

... Sola sedeasi in su la terra vera, come guardia lasciata lì del plaustro che legar vidi a la biforme fera ... Poi parve a me che la terra s'aprisse tr'ambo le ruote, e vidi uscirne un drago che per lo carro sù la coda fisse; e come vespa che ritragge l'ago, a sé traendo la coda maligna, trasse del fondo, e gissen vago vago ... Quel che rimase, come da gramigna vivace terra, da la piuma, offerta forse con intenzion sana e benigna, si ricoperse, e funne ricoperta e l'una e l'altra rota e 'l temo, in tanto che più tiene un sospir la bocca aperta ...
La divina commedia (pagina 51)
di Dante Alighieri (estratti)

... Tu dici: "Io veggio l'acqua, io veggio il foco, l'aere e la terra e tutte lor misture venire a corruzione, e durar poco; e queste cose pur furon creature; per che, se ciò ch'è detto è stato vero, esser dovrien da corruzion sicure" ... Fulgeami già in fronte la corona di quella terra che 'l Danubio riga poi che le ripe tedesche abbandona ... Ond'elli ancora: "Or di': sarebbe il peggio per l'omo in terra, se non fosse cive?" ...
La divina commedia (pagina 52)
di Dante Alighieri (estratti)

... Onde la luce che m'era ancor nova, del suo profondo, ond'ella pria cantava, seguette come a cui di ben far giova: "In quella parte de la terra prava italica che siede tra Rïalto e le fontane di Brenta e di Piava, si leva un colle, e non surge molt'alto, là onde scese già una facella che fece a la contrada un grande assalto ... "La maggior valle in che l'acqua si spanda", incominciaro allor le sue parole, "fuor di quel mar che la terra inghirlanda, tra ' discordanti liti contra 'l sole tanto sen va, che fa meridïano là dove l'orizzonte pria far suole ... Ad un occaso quasi e ad un orto Buggea siede e la terra ond'io fui, che fé del sangue suo già caldo il porto ... Ben si convenne lei lasciar per palma in alcun cielo de l'alta vittoria che s'acquistò con l'una e l'altra palma, perch'ella favorò la prima gloria di Iosüè in su la Terra Santa, che poco tocca al papa la memoria ...
La divina commedia (pagina 63)
di Dante Alighieri (estratti)

... Come 'l segnor ch'ascolta quel che i piace, da indi abbraccia il servo, gratulando per la novella, tosto ch'el si tace; così, benedicendomi cantando, tre volte cinse me, sì com'io tacqui, l'appostolico lume al cui comando io avea detto: sì nel dir li piacqui! XXV Se mai continga che 'l poema sacro al quale ha posto mano e cielo e terra, sì che m'ha fatto per molti anni macro, vinca la crudeltà che fuor mi serra del bello ovile ov'io dormi' agnello, nimico ai lupi che li danno guerra; con altra voce omai, con altro vello ritornerò poeta, e in sul fonte del mio battesmo prenderò 'l cappello; però che ne la fede, che fa conte l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte ... Dice Isaia che ciascuna vestita ne la sua terra fia di doppia vesta: e la sua terra è questa dolce vita; e 'l tuo fratello assai vie più digesta, là dove tratta de le bianche stole, questa revelazion ci manifesta" ... Qual è colui ch'adocchia e s'argomenta di vedere eclissar lo sole un poco, che, per veder, non vedente diventa; tal mi fec'ïo a quell'ultimo foco mentre che detto fu: "Perché t'abbagli per veder cosa che qui non ha loco? In terra è terra il mio corpo, e saragli tanto con li altri, che 'l numero nostro con l'etterno proposito s'agguagli ...
Fior di passione (pagina 6)
di Matilde Serao (estratti)

... Stramazzato a terra, bianco, morto, con le spalle appoggiate al lettuccio, con la testa vicina a quella di Francesca, è Paolo ... Vi è sangue sulla veste di Francesca, sangue sul giustacuore di Paolo, una pozza di sangue per terra ... Il quindici di agosto, giorno dell'Assunzione, era tornato in Napoli un emigrato di Terra di Lavoro, partito studente, nel quarantotto; e da paesi assai lontani portava seco la moglie giovane, straniera e una figliuolina di quattro anni ... Così le condusse in Terra di Lavoro, a Ventaroli, nella casa paterna, le raccomandò ai suoi parenti e ripartì per Napoli ... Ora, dopo tre giorni, la fortezza di Capua si chiuse e le comunicazioni fra Napoli e la Terra di Lavoro furono interrotte ...
Giambi ed Epodi (pagina 4)
di Giosuè Carducci (estratti)

... O dormenti nel giorno, il gallo canta, Ferve il lavoro e cedon l'ombre al ver; L'azzurro oltremarin di Terra santa È bava di lumaca in suo sentier ... XII NOSTRI SANTI E NOSTRI MORTI A i dì mesti d'autunno il prete canta I morti in terra ed i suoi santi in ciel, E muta il suon de' bronzi, e l'are ammanta Oggi di lieto e doman d'atro vel ... L'ali un dì spiegherà su 'l Campidoglio La libertà regina: Groppello, allor da ogni ultimo scoglio De la terra latina, E giù da l'Alpi e giù da gli Apennini, Garzoni e donne a schiera Verranno a te, fiorite i lunghi crini D'aulente primavera ...
Il colore del tempo (pagina 10)
di Federico De Roberto (estratti)

... Svegliandosi dopo morte, Fausto, l'eroe, si ritrova in un astro più bello, più luminoso, più ricco della terra; e mentre egli è ancora in preda a una incredula meraviglia, Stella, l'eroina, la donna da lui amata nel mondo inferiore, dalla quale fu crudelmente diviso, gli dice: Pourquoi dans l'infini plein d'innombrables flammes, Parmi tant de globes mouvant, N'en serait-il qu'un seul visité, par les âmes Et peuplé de corps vivants? Pourquoi seule la terre, obscure et si petite, Aurait-elle entre tous l'honneur, De porter une argile où la pensée habite?… Veramente, nel punto che due amanti separati da tanto tempo—dalla morte!—si ritrovano insieme, vi sarebbe qualche cosa di meglio da fare che discutere intorno alla pluralità dei mondi abitati; si potrebbe anche osservare che, mentre Stella e Fausto s'incontrano lassù, questo semplice fatto dovrebbe provare come la terra non abbia il monopolio della vita ... Non pare quasi che il poeta ne sia egli stesso poco sicuro e che ne dubiti prima di noi? Non pare anche che, dubitando egli della stessa vitalità dei suoi redivivi protagonisti, vada in cerca di argomenti per farci credere alla verisimiglianza della finzione? Nel nuovo mondo dove Fausto e Stella rivivono le creature non si nutrono di altre creature, come voleva la legge crudele della terra, ma di semplici frutta: Nul être ici ne sacrifie Les corps pour respirer construits ... Se il problema della felicità è così risolto per i cavalieri nomadi nella nuova vita, come mai Fausto e Stella continuano a penare? Non solo i cavalieri, ma anche gli artisti, rivivendo lassù, pervengono alla piena ed incontrastata possessione del Bello: Stella medesima lo assicura a Fausto quando costui, ammirando la bellezza dei cavalieri, vorrebbe proporli come modelli ai grandi artisti della terra ...
Il colore del tempo (pagina 11)
di Federico De Roberto (estratti)

... E allora, mentre nuove voci dalla terra chiedono invano aiuto, i due giovani cadono nelle braccia l'uno dell'altra, e la loro felicità non ha più limite ... Egli vive, sì, in un astro più prospero della terra; ma quello che era il maggiore argomento del suo cruccio, quaggiù, sussiste ancora: come sulla terra, egli ignora anche lassù il perchè delle cose; anche lassù, come sulla terra, cerca invano di penetrare, di conoscere le origini e i fini dell'universo ... In quel mondo, dove c'è tanta libertà e tanta bellezza, non si sa una sillaba di più di quel che si sapeva sulla terra ... Che specie di aiuto possa dare questo disgraziato a disgraziati suoi pari sarebbe molto importante vedere; se non che, sulla terra dove Stella vuole seguirlo e dove la Morte li ritrasporta dopo averneli tratti, non si trovano più uomini: l'umanità è finita ...
Il conte di Carmagnola (pagina 5)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... — Chi son essi? Alle belle contrade Qual ne venne straniero a far guerra Qual è quei che ha giurato la terra Dove nacque far salva, o morir? — D'una terra son tutti: un linguaggio Parlan tutti: fratelli li dice Lo straniero: il comune lignaggio A ognun d'essi dal volto traspar ... Questa terra fu a tutti nudrice Questa terra di sangue ora intrisa, Che natura dall'altre ha divisa, E ricinta con l'alpe e col mar ... — Ahi sventura! sventura! sventura! Già la terra è coperta d'uccisi; Tutta è sangue la vasta pianura; Cresce il grido, raddoppia il furor ... Tu che angusta a' tuoi figli parevi, Tu che in pace nutrirli non sai, Fatal terra, gli estrani ricevi: Tal giudizio comincia per te ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 6)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Cade sull'altare, si apre: una di qua, una di là, due cose lucide scappan via, in terra, sonando ... E se abbassavano le palpebre e poi le rialzavano, la luce vibrante al limite dell'ombra era quale un fulgido e tremulo velo diffuso sulla terra perchè essi, a scorgerlo, fossero contenti di trovarsi, così, sulla terra ...
Il fiore (pagina 9)
di Dante Alighieri (estratti)

... E se 'n cavalleria alcun volesse Intender, per la fede con sé alzare, Non fallerïa già sed e' chiedesse Infin ch'e' sé potesse ben montare, E avere spezierïa ch'e' potesse Condursi nella terra d'oltremare» ... E' conviene ch'e' vendan casa o terra Infinché i borghesi siar pagati, Che giorno e notte gli tegnono in serra ... Così abbiamo impreso mare e terra, E sì facciàn per tutto ordinamento: Chi no·l'oserva, diciàn ch'a fede erra ...
Il fiore (pagina 15)
di Dante Alighieri (estratti)

... CCVIII Lo Schifoà La lancia a pezzi a pezzi à dispezzata, E po' avisa un colpo ismisurato, Sì che tutto lo scudo à squartellato: Franchezza sì è in terra rovesciata ... Inmantenente lo scudo ebbe al petto, E disse: «Come vuole andar, sì vada, Ched i' te pur farò votar la strada, O tu farai di piana terra letto» ... ] Molt' era buon guerrier quel Ben–Celare: Alzò la spada, e sì fiede Vergogna Sì gran colpo ched ella tutta ingrogna, E poco ne fallì d'a terra andare ... Ma tuttavia Paura si conforta E prese cuore in far sua difensione E disse ch'ameria me' d'esser morta Ch'Ardimento le tolga sua ragione: Allora in testa gli diè tal iscorta Ched ella 'l mise giù in terra boccone ... Ma Sicurtà sì ebbe acorgimento: Ispada e scudo gittò tosto in terra, E·mantenente con ambo le mani A le tempie a Paura sì s'aferra ...
L'amore che torna (pagina 23)
di Guido da Verona (estratti)

... Mi pareva di riavvicinarmi alla terra, di ritrovare una poesia nuova ne' miracoli della primavera, e spesso mi pervadeva con esaltazione il bisogno di ammirare, di ringraziare, di accogliere più sensi dentro l'anima, di espandere tutte le mie forze fino all'esaurimento ... Ed in quell'atto ella pareva comprendere la libertà, la luce, i fiori, le canzoni che venivano per l'aria, le musiche delle fontane pullulanti da un nascondiglio inaccessibile nella montagna, il belar delle mandrie abbeverate al fiume, lo squittire, le gorgheggiate, i frulli che animavano il verde, il sapore di biade giovini e di polle feraci che si esprimeva dalla potenza originaria della terra, e più lontano, più in alto, nel sole, nel vuoto, nel vento, lo smisurato arco di trionfo che formavano all'orizzonte le torme di nubi fuggiasche, raggiando l'apoteosi d'un incendio su la invisibile magnificenza del mare ... Cadendo, ingombravano il fogliame, pendevano dalle congiunture dei rami, si addensavano entro le cavità del tronco, ne aderivano alla corteccia muscosa, oscillavano sui ragnateli, coprivano di un tappeto soffice la terra, l'erba, le siepi, spandendo nell'aria soave una balsamica fragranza di miele ... La balzana, stelleggiata in fronte, annaspava con nervosità la terra, facendo sonare le campanelle ...
L'amore che torna (pagina 28)
di Guido da Verona (estratti)

... Era un popolo che si moveva, portando in braccio gli Dei Lari della sua terra verso il Tempio georgico della originaria stirpe, compiendo con rinnovellato sfarzo di paganesimo un rito augurale della sua vita cristiana ... Un bellissimo trofeo, rosseggiante di bacche vermiglie, che al sommo aveva una grande foglia di palma distesa, era portato a spalle da quattro uomini succinti nel costume della terra d'Aquino: molte fanciulle, vestite in abito candido e guidate da una suora, camminavano dietro uno stendardo, avendo ciascuna la faccia velata e le braccia ricolme di bianchissimi fiori ... Così erano scesi dalla montagna, si erano mossi dalle rive del fiume, dalle case dei villaggi, dalle fattorie disperse nella campagna, od anche dalle più povere catapecchie, se pur davanti al limitare avevano un sol palmo di terra dal quale potesse nascere un fiore ... Fondi appariva dinanzi a noi, nel mezzo del suo «Caecubus acer» che dette i prelibati vini ai circensi ozii di Cicerone, di Attico e di Tiberio, e fin lungi mandava esultanti clamori fuor dai ruderi della cinta romana, ove un popolo rimasto fedele ai geni ed alle consuetudini della sua razza tenace rinnovava i simboli dei padri venerando la secolare divinità della Terra ... I banchi orticoli, adorni di muschi o di glebe divelte ancor umide dalla terra tenace, componevano in semicerchio un bellissimo cuscino di zolle verdi, che s'interrompeva tra due pali avviluppati d'edere allo sbocco d'ogni contrada, poi saliva ad arco su la gradinata e sul terrazzo della chiesa ...
L'amore che torna (pagina 29)
di Guido da Verona (estratti)

... Un antico salice, ch'era sorto a fianco della chiesa, con le radici sotto la pietra, era naturalmente investito e soffocato quasi dai viluppi di un glicine, che, due volte abbracciandone il tronco, s'arrampicava nella foltezza dell'albero ed emergendo fin sopra la vetta, sciorinava giù per la curva dei rami le sue lunghe propaggini fiorite, spiovendo come il salice, con indolenza magnifica, sin quasi a toccare la terra ... Pareva che una schiera di uomini scorazzanti avesse invasi tutti i giardini, disfatte le aiuole, vuotate le serre, depredati gli orti, mietuto nelle campagne, tagliato nelle selve, divelto dall'argine dei fiumi, nel grembo delle valli e su l'aprica montagna per raccogliere in quella piazza tutto ciò che la primavera ed il sole avevano saputo esprimere di colorito e di olezzante dalla instancabile generazione della terra ... Nel tripudio e nel sole di quella piazza invasa un'anima vasta e quasi umana pareva espandersi da quelle innumerevoli agonìe, dicendo con una suprema estasi di profumo l'ansia che i fiori avevano di suggere le linfe della terra, di accogliere più sole, più rugiada, più vento, per palpitare, per aprirsi e ridere, per generare un seme fecondo ... «Deh, apri la tua mano e spanda la tua mano il seme abbondevole su la terra pingue; — e il frutto rida in allegrezza sul ramo fortificato ... «Fa che non venga la secchezza sopra la terra e sopra i monti e sopra il frumento e sopra il mosto e sopra l'olio e sopra tutto ciò che la terra produce; e sopra gli uomini e sopra le bestie e sopra tutta la fatica delle mani ...
L'amore che torna (pagina 32)
di Guido da Verona (estratti)

... E se a quel termine non vi pagherò tutto, siamo intesi che voi farete il protesto e vi prenderete la terra ... — Ma, Dio buono, lasciatemi dire un momento! Cosa rischiate facendomi questo favore? L'ipoteca non muore, la terra è lì, nessuno la tocca ed è una garanzia che non corre pericolo ... Andiamo, Rossengo! Se rifiutaste, dovrei credere proprio che mi vogliate portar via la terra oggi, che ne avete il mezzo, per il timore che un'occasione simile non vi càpiti più! — Non è questo, non è questo! Gli è ... che il signor conte, a Roma, era fidanzato con una signorina ricchissima, e noi, naturalmente, conoscendo come stanno le cose, si contava molto su questo, perchè la terra insomma è sempre terra, e con le crisi agricole ...
La favorita del Mahdi (pagina 43)
di Emilio Salgari (estratti)

... Emise un grido gutturale e intonò a mezza voce la seguente strofa: «Quando la donna bianca cammina, la terra toccata da' suoi piedi mette odor di muschio» ... Fathma avrebbe voluto scendere a terra per vedere se potevasi trovare qualche barcaiuolo o qualche contadino e interrogarlo sulla direzione presa da Dhafar, ma Omar, che temeva e non a torto, che nelle vicinanze accampasse qualche banda d'insorti, credette bene di opporsi e di tirare innanzi ... Queste zacchie, che sono numerosissime sulle rive del Nilo, consistono in una ruota perpendicolare alla quale sono attaccati con corde moltissimi vasi di terra ...
La favorita del Mahdi (pagina 70)
di Emilio Salgari (estratti)

... Il cadavere dell'egiziano, deformato, sventrato, fu trascinato via per essere dato a pasto delle belve delle foreste e vennero precipitati giù gli altri due egiziani, uno dei quali, spezzatosi una gamba, rimase disteso a terra strillando e invocando Allàh e il Profeta ... Tutti a terra! I guerrieri caddero col volto nella polvere ... —A terra! ripetè il Mahdi ... A terra! Il beduino fu atterrato dalla mano nervosa dello sceicco El-Mactud ...
La favorita del Mahdi (pagina 77)
di Emilio Salgari (estratti)

... Là, proprio nel mezzo, sdraiato per terra, sonnecchiava Abd-el-Kerim ... Anelante, convulso, cieco di rabbia, allungò le mani verso il greco, ma le forze gli vennero meno e cadde pesantemente a terra, ripetendo con voce strozzata, indistinta: —Notis!… Notis!… Il greco, poichè era proprio lui truccato da beduino; che caduto nelle mani dello scièk El-Mactud, era passato sotto le bandiere del Mahdi, lo guardò per qualche minuto quasi con compassione ... Guardò intorno, e visto in un angolo un garah, sorta di vaso di terra cotta che fabbricano le donne del Kordofan, lo rovesciò e si sedette sopra incrociando le gambe alla moda dei turchi ... Uomo o fantasma, vattene che mi fai ribrezzo, mi fai paura! Non sei adunque ancora contento di aver spezzata la felicità che io avevo raggiunto? Non sei adunque contento di avermi lacerato l'anima, di avere fatto di me l'uomo più sventurato della terra, di avermi fatto straziare le carni, di ...
Le Grazie
di Ugo Foscolo (estratti)

... Della luce infinita i rai deposti Tutto–veggenti, e il telo onnipotente Scendeva in terra fra l'ambrosie tazze Giove dell'universo animatore ... TRE FRAMMENTI DALL'EDIZIONE CALBO 1 A lei futura d'Arno abitatrice il vago ostello edificò il garzone Avvenente d'Urbino; ode in quest'orti Amor quell'arpa, e tacito sospira Poichè rimembra che a Minerva un giorno Compagno fu quand'essa il primo bacio Diè all'infante divino; e poscia Amore Tanto il piagò d'un infocato dardo Che di sacra ed eterna ombra ravvolse Dell'artefice i guardi, a' quai raggiante Del dolce lume dell'aurora e nuda La beltà dei celesti in terra apparve ... Inno Ad Antonio Canova Cantando, o Grazie, degli eterei pregi Di che il cielo v'adorna, e della gioja Che vereconde voi date alla terra, Volan temprati armoniosi i versi Del peregrino suono uno e diverso Di tre favelle ... Eran l'Olimpo, e il Fulminante, e i Fati: E del tridente Enosigéo tremava La genitrice terra; Amor dagli astri Pluto feria: nè ancor v'eran le Grazie ...
Le Grazie (pagina 3)
di Ugo Foscolo (estratti)

... II Innaccessa agli Dei, splende una Fiamma Solitaria nell'ultimo de' cieli Per proprio foco eterna: unico Nume La veneranda Deità di Vesta Vi s'appressa, e deriva indi una pura Luce che mista allo splendor del sole Tinge gli aerei campi di zafiro, E i mari allor che ondeggiano al tranquillo Spirto del vento facili a' nocchieri; E di chiaror dolcissimo consola Con quel lume le notti, e a qual più s'apre Modesto fiore a decorar la terra Molli tinte comparte, invidiate Dalla rosa superba ... Innondati di sangue errano al guardo Delle città i pianeti, e van raggiando Timidamente per l'aereo caos; Tosto d'incendio la celeste volta S'infiamma, e sotto quell'infausta luce Rosseggia immensa l'iperborea terra ... Ad Antonio Canova Venere Cantando o Grazie degli eterei pregi Di che il cielo v'adorna, e della gioja Che vereconde voi date alla terra, Belle vergini! a voi chieggio l'arcana Armoniosa melodia pittrice Della vostra beltà; sì che all'Italia Afflitta di regali ire straniere Voli improvviso a rallegrarla il carme ... Eran l'Olimpo e il Fulminante e il Fato E del tridente Enosigéo tremava La genitrice Terra; Amor dagli astri Pluto feria: nè ancor v'eran le Grazie ...
Le Grazie (pagina 4)
di Ugo Foscolo (estratti)

... Ancor Citera Del golfo intorno non sedea regina: Dove or miri le vele alte su l'onda Pendea negra una selva, ed esiliato N'era ogni Dio dai figli della terra Duellanti a predarsi: i vincitori D'umane carni s'imbandian convito ... Ah tali Fors'eran tutti i primi avi dell'uomo! Quindi in noi serpe miseri un natio Delirar di battaglie e se pietose Nol placano le Dee, cupo riarde Ostentando trofeo l'ossa fraterne; Ch'io non lo veggia almeno or che in Italia Fra le messi biancheggiano insepolte! Qui di Fare il golfo Cinto d'armoniosi antri a' delfini Qui Sparta e le fluenti dell'Eurota Grate a' cigni; e Messene offria securi Ne' suoi boschetti alle tortore i nidi Qui d'Augia il pelaghetto inviolato Dal pescator mandava acque lustrali Alla sacra Brisea donde il propinquo Taigeto udiva strepitar l'arcano Tripudio e i riti onde il femmineo coro Placò Lieo; tornavano i garzoni Ghirlandati alle vergini in Amicle Terra di fiori; non l'Eloa maremma Li rattenne non Laa che fra tre monti [ ... ] Dite candide Dee, ditemi dove La prima ara vi piacque, onde se invano Or la chieggio alla terra, almen l'antica Religione del bel loco io senta ... All'infelice Terra ed a' figli suoi voi rimanete Consolatrici; sol per voi sovr'essa Ogni lor dono pioveranno i numi ... Ma e dove or io vi seguirò, se il Fato Ah da gran giorni omai profughe in terra Alla Grecia vi tolse, e se l'Italia Che v'è patria seconda i doni vostri Misera ostenta e il vostro nume obblia? Pur molti ingenui de' suoi figli ancora A voi tendon le palme ...
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 7)
di Giulio Cesare Croce (estratti)

... BERTOLDO Tutti siamo di terra, tu di terra, io di terra, e tutti torneremo in terra; e però la terra non deve inchinarsi alla terra ... RE Tu dici il vero, che tutti siamo di terra; ma la differenza qual è fra te e me non è altro se non che, sì come d'un'istessa terra si fanno varii vasi, parte che in essi tengono liquori preciosi e odoriferi e altri che servono a essercizi vili e negletti, così io sono uno di quelli che rinchiudono in sé balsami, nardi e altri liquori preciosi, e tu uno di quelli nei quali s'orina e vi si fa peggio ancora: e pure tutti sono fabricati da una mano istessa e d'un'istessa terra ... Ora costoro partironsi dalle paterne case, andarono molto tempo girando il mondo e furono nel regno delle cavallette; poi passarono su quello delle lucerte, che confina con quello del re de' parpaglioni, e così circondarono gran parte della terra e videro vari riti e vari costumi fra quelle bestiole; alla fine capitarono nel paese de' schiratoli ed era sera ...
Libro proibito (pagina 5)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... —A tal ridotto siete! Diss'io, di terra alzandolo; Un tetto non avete? —L'avea; stan riparandolo ...
Marocco
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Nello spazio di tre ore, è seguita intorno a noi una delle più meravigliose trasformazioni a cui si possa assistere sulla terra ... Quando fummo a una ventina, di passi dalla riva, tutta quella bordaglia colore di terra cotta, s’avventò sulle barche, ci mise le mani addosso, e cominciò a vociferare in arabo e in spagnuolo, fin che capimmo che le acque essendo basse tanto da non poter approdare, dovevamo traghettare sulle loro spalle; la qual notizia dissipò la paura d’uno svaligiamento e destò il terrore dei pidocchi ... Il mulatto, arrivato a terra, mi scaricò nelle mani d’un altro facchino arabo, il quale, infilata una porta della città, mi condusse correndo per una viuzza deserta a un albergo vicino, di dove uscii immediatamente con una guida per andare nella strada più frequentata ... Da un lato v’è una fontana sempre circondata d’arabi e di neri affaccendati ad attinger acqua con otri e brocche; da un altro lato stanno tutto il giorno sedute in terra otto o dieci donne col viso imbacuccato, che vendon pane ...
Marocco (pagina 10)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Un giovane cadde di picchio in terra, fuori dei sensi ... Un altro, coi capelli sciolti giù per le spalle, la faccia nascosta nelle mani, passò a lunghissimi passi, curvato fino a terra, come un maledetto da Dio ... Le ultime erano due donne (perchè anche le donne possono appartenere all’ordine), due figure di sepolte vive, riuscite a spezzare la bara, due scheletri animati, vestite di bianco, coi capelli rovesciati sul viso, gli occhi sbarrati, la bocca bianca di schiuma, sfinite di forze, ma ancora animate da un movimento di cui non parevano aver più coscienza, che si scontorcevano, urlavano e stramazzavano; e in mezzo a loro un vecchio gigantesco, una figura di negromante centenario, vestito d’una camicia lunghissima, che allungando due grandi braccia cadaveriche, posava la mano sul capo ora all’una ora all’altra, in atto di protezione, e le aiutava a rialzarsi da terra ... Sull’alto della collina, sotto una tenda conica, aperta sul davanti, biancheggiava l’enorme turbante del vice-governatore di Tangeri, il quale presiedeva alla festa, seduto in terra, in mezzo a una corona di mori ... Poi quei dodici cavalli, stretti, sfrenati, ventre a terra, non formavano più che un solo corpo, un mostro furioso, di dodici teste e di cento colori, che divorava la via ...
Marocco (pagina 12)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... A un segnale, cangiavano vicendevolmente di posto, correndo, e appoggiavano un ginocchio a terra ... Poi, a un tratto, balzavano tutti in piedi, in circolo, e spiccando un altissimo salto, gettando un grido di gioia, rovesciavano il fucile e sparavano contro terra ... Quando m’avvicinai, saltellava grottescamente intorno a una pelle di capra distesa in terra, dalla quale usciva la bocca d’un sacco, dov’erano chiusi i serpenti; e saltellando cantava, accompagnato da un flauto, una canzone di motivo malinconico, che doveva essere una invocazione al suo Santo ... Lo afferrò per il collo, lo tenne sospeso per la coda, se lo attorcigliò intorno alla fronte, se lo nascose nel petto, lo fece passare per i fori del cerchio di un tamburello, lo buttò in terra, lo trattenne col piede, se lo strinse sotto un’ascella ...
Marocco (pagina 13)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... volta sola mi ricordo d’aver visto lavorare la terra ... Il solo concime col quale governan la terra è la cenere della paglia che bruciano dopo il raccolto; e la sola cura usata per non stancarne la fecondità è di lasciarvi crescere l’erba per i pascoli il terz’anno, dopo avervi seminato grano e saggina nei primi due ... Malgrado questo, la terra s’impoverisce dopo pochi raccolti, e allora i campagnuoli erranti vanno a dissodare nuovi terreni, che abbandonano poi alla loro volta per ritornare agli antichi; e così non è mai coltivata simultaneamente che una piccolissima parte delle terre arabili; di quelle terre che, anche mal coltivate, riportano cento volte la semenza che vi si sparge ...
Marocco (pagina 22)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... —Al mio padrone!—Al mio cavallo!—Ai miei morti!—Alla mia amante!—Sparavano in alto, in terra, indietro, chinandosi e rovesciandosi come se fossero legati alle selle ... Ad alcuni cadeva in terra il caic o il turbante; tornavano indietro di carriera, e lo raccoglievano, passando, colla punta del fucile ... Tutta questa gente, questo movimento vertiginoso, questo strepito, scoppiato inaspettatamente, all’apparire del sole, in quella gola angusta dove lo spettacolo si presentava tutto insieme allo sguardo come dentro a un anfiteatro, ci colpì d’un tale stupore che per un pezzo nessuno aprì bocca, e le prime parole furono poi un’esclamazione unanime e calorosa:—È bello! È bello! È bello! A poca distanza dall’uscita della gola l’Ambasciatore si fermò, e tutti scendemmo a terra per riposarci all’ombra d’un gruppo d’olivi ... Finito il lab el barode, quasi tutti i cavalieri della scorta, scesi a terra, si sparpagliarono per la piccola valle, parte per far pascolare i cavalli, parte per riposare ...
Marocco (pagina 28)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Allora il Sultano mandò un esercito; la ribellione, dopo una lotta accanita, fu domata; le teste dei principali rivoltosi spenzolarono dalle mura di Fez e di Marocco; la terra dei Beni-Malek venne divisa dalla provincia; la casa del Governatore fu ricostrutta; e Sidi-Mohamed Ben-Auda, fratello dell’ucciso, ospite dell’Ambasciata italiana, assunse il governo della terra dei suoi padri ... I piatti non erano ancora messi in terra, che comparve il governatore coi suoi cinque figli, tutti a cavallo, seguiti da uno stuolo di servi ... L’Ambasciatore rivolse al governatore alcune domande intorno all’estensione e alla popolazione della sua terra ... E dico sempre pensatamente disparvero, invece di se ne andarono, come dico apparire per giungere, perchè non vedendo mai da nessuna parte nè un villaggio nè una casa, tutti coloro che arrivavano e partivano ci facevano l’effetto di gente che uscisse di sotto terra e si dileguasse nell’aria ... Forse perchè la terra dei Seffiàn richiedeva che l’ambasciata fosse guardata con maggiore cautela che altrove, le sentinelle notturne si tennero reciprocamente sveglie cantando di quarto d’ora in quarto d’ora dei versetti del Corano ...
Marocco (pagina 34)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Nei ritagli di tempo molti giocano alle carte, e quando non giocano, un gran divertimento degli uomini è di stendersi supini in terra e di sballottare i loro bambini; per i quali però si raffreddano via via che diventan grandi, e così è dei figliuoli per loro ... Mentre gli uomini fanno il giuoco della polvere, le donne e le ragazze, disposte in circolo davanti a lei, saltellano al suono d’un tamburo e d’un piffero, intorno a un caic disteso in terra, nel quale ogni invitato, passando, butta una moneta per gli sposi, e un banditore annunzia ad alta voce l’offerta, facendo un buon augurio all’oblatore ... Verso sera, il ballo cessa, i fucili tacciono, tutti siedono in terra, vengon portati enormi piatti di cuscussù, polli arrosto, montoni allo spiedo, tè, dolci, frutta; e la cena si prolunga fino a mezzanotte ... —Questi sono i loro usi e i loro costumi, per dire così, patenti; ma gl’intimi chi li conosce? Chi può seguire i fili di cui s’ordisce la trama della vita d’un duar? Chi può sapere come parla il primo amore, come s’intrica il pettegolezzo, in che strana forma, con che strani accidenti si producano e lottino l’adulterio, la gelosia, l’invidia; che virtù brillino, che sacrifizi si compiano, che abbominevoli passioni imperversino fra quelle pareti di tela? Chi può rintracciare l’origine delle loro favolose superstizioni? Chi può chiarire quel bizzarro miscuglio di confuse tradizioni pagane e cristiane: le croci segnate sulla pelle, la vaga credenza ai satiri di cui trovano le orme forcute sulla terra, la bambola portata in trionfo al primo spuntare del grano, il nome di Maria invocato in soccorso delle partorienti, le danze circolari che rammentano i riti degli adoratori del sole?—Una sola cosa loro è certa e manifesta: la miseria ... Vivono degli scarsi prodotti della terra mal coltivata, scemati ancora da imposte gravissime e mutevoli, riscosse dal Sceicco, o capo del duar, eletto da loro e direttamente sottoposto al Governatore della provincia ... Nessuno accetta in pagamento uno scudo annerito, anche se è certo che sia buono, perchè può parer levato di sotto terra e mettere in sospetto chi dà la caccia ai tesori ... Questi tagliano teste, predano armenti, ruban donne, incendiano messi, riducon la terra un deserto coperto di cenere e di sangue, e ritornano ad annunziare alla reggia che la ribellione è domata ... Erano le cube di Sidi-Ghedar e di Sidi-Hassem, fra le quali passa il confine della terra dei Beni-Hassen ...
Marocco (pagina 61)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... I soldati corrono a pigliar vanghe e piccozze nei duar vicini, tornano, scavano, rompono una specie di volta di terra e scoprono una tana ... Lo legarono, lo portarono in una tenda, lo distesero in terra, e per prima vendetta, Sid-Alì gli recise col pugnale tutti i diti dei piedi, gettandoglieli ad uno ad uno sul viso ... Corrono alla tenda di Sid-Alì: è steso in terra morto, con un pugnale confitto nell’occhio sinistro ... e li lascian cadere in terra gettando un grido di stupore ... In mezzo a quelle quattro mura, stava disteso in terra il cadavere d’Arusi, e accanto a lui una bellissima donna, vestita splendidamente, coi capelli sciolti, la quale gli fasciava i piedi sanguinosi, singhiozzando, ridendo, mormorando con voce infantile parole di disperazione e d’amore ... La trovarono qualche tempo dopo fra le rovine della casa del bosco, che raspava la terra colle mani, chiamando Arusi ...
Marocco (pagina 70)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... La buttammo via: aveva appena toccato terra, che non se ne vedeva più traccia ... Provai a metter la mano in terra fuori della tenda: la terra era rovente ... Il Comandante, il viceconsole ed io stavamo distesi in terra immobili come corpi morti ...
Mastro don Gesualdo (pagina 59)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ecco, loro vorrebbero a mezzadria quel pezzo di terra ch'è sotto la fontana ... be', se si parla soltanto del pezzo di terra ch'è sotto la fontana ... - Quello solo! Mezza salma di terra in tutto ... - Martino! il lume accendi, Martino, per mungere le pecore! Mi verserai per terra tutto il latte, così al buio, bestia! ...
Piccolo mondo moderno (pagina 68)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... CAPITOLO OTTAVO SENZA TRACCIA I Da tre giorni la gracile spoglia dello spirito asceso alla Vita posava dentro il piccolo cimitero bianco fra le viti, gli ulivi e gli allori della terra gentile, poco sopra lo specchio del lago ... Era una notte inquieta nel cielo come sulla terra; e anche il colloquio sotto il pino era interrotto da silenzi pieni di aspettazione, agitato da repentini soffi dello Spirito, illuminato da qualche cosa di nascosto che ora traspariva ora si ritraeva ... Cinque ore prima, mediante un atto rogato dal notaio di Porlezza, Piero gli aveva ceduto tutti i suoi beni; e la intelligenza fra loro era che don Giuseppe si sarebbe associate certe persone già designategli, le quali lo avrebbero aiutato a istituire una specie di Cooperativa di produzione agraria, capace di estendersi e aperta, entro certi limiti, ai volonterosi, nella quale la terra, considerata come uno strumento di produzione, finirebbe col diventare proprietà sociale e le norme statutarie avrebbero un carattere cristiano, cosicchè il fine cristiano dell'associazione compenetrerebbe in sè, dominandolo, il fine economico ... Se Piero non lo aveva ben fatto persuaso della opportunità di creare un tipo di associazione aperta, dentro i limiti del possibile, dove il capitale sociale fosse essenzialmente la terra, lo aveva però fatto persuaso, col tranquillo vigore del ragionare e con la gravità del contegno, che l'intelletto suo era ben solido e fermo ... "No" diss'egli "quest'idea è frutto di un lungo lavoro mentale e si è ora come rinvigorita in me di sentimento cristiano perchè io penso che realmente la confisca della terra a beneficio di pochi sia una cosa ingiusta e che se si formassero dei nuclei così ordinati sarebbero elementi di risanamento sociale ...
Ricordi di Parigi (pagina 16)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Bisogna considerare prima il grande lavoro del livellamento, per il quale si smossero o si trasportarono cinquecentomila metri cubi di terra; rappresentarsi l'enorme trincea che serpeggia sotto il palazzo del Campo di Marte, e distribuisce in sedici grandi correnti l'aria addensata dai venditori; abbracciare col pensiero l'azione poderosa dei grandi «generatori» che provvedono il vapore alle macchine motrici; il lavoro titanico delle trenta macchine motrici che trasmettono la vita a tutte le macchine dell'Esposizione; il movimento continuo delle formidabili trombe aspiranti che assorbono dei torrenti dalla Senna e li rispandono, per un labirinto di canali e di serbatoi sotterranei, ai condotti del Campo di Marte, ai bacini, alle fontane, agli acquarii, agli ascensori delle torri, alla cascata del Trocadero; rappresentarsi la rete infinita di strade ferrate che coprì quello spazio durante i lavori di costruzione, e le macchine innumerevoli che aiutarono le braccia dell'uomo al collocamento delle cose enormi; poi richiamare alla mente il lavoro immenso e febbrile dell'ultimo mese, un esercito d'operai d'ogni paese, formicolanti sull'orlo dei tetti, sulla sommità delle cupole, nelle profondità della terra, sospesi alle corde, ritti sulle impalcature vertiginose, a gruppi, a catene, a sciami, di giorno, di notte, al lume delle fiaccole, al bagliore della luce elettrica, in mezzo a nuvoli di polvere e di vapori, sollecitati da mille voci in cento lingue, in mezzo al frastuono d'un mare in tempesta e ai fremiti d'impazienza del mondo,—e infine ricordarsi che ne uscì quasi inaspettatamente quel meraviglioso caravanserai di cento popoli, pieno di tesori, di vegetazione e di vita,—e che ventiquattro mesi prima non c'era là che un deserto;—allora non si frena più quel sentimento d'ammirazione che, al primo entrare, era stato turbato da un effetto spiacevole d'apparenza ... Lassù, abbracciando con uno sguardo solo, come dalla cima d'un monte, quella vastissima spianata piena di memorie, che vide le feste simboliche della Rivoluzione e senti gli urrà degli eserciti di Marengo e di Waterloo; quel palazzo enorme e magnifico, su cui sventolano tutte le bandiere della terra; il grande fiume, i vasti parchi, i mille tetti, i cento torrenti umani che serpeggiano nel recinto immenso, inondato dalla luce dorata e calda del tramonto; la mente si apre a mille nuovi pensieri ... Si pensa ai milioni di creature umane che lavorarono per riempire quello sterminato museo, dagli artisti gloriosi nel mondo ai lavoratori solitarii e sconosciuti dei tugurii; alle mille cose là raccolte, su cui è caduta la lacrima dell'operaia e stillato il sudore del forzato; ai tesori conquistati a prezzo di vite innumerevoli; alle vittorie conseguite dal lavoro accumulato di dieci generazioni; alle ricchezze dei re, ai quaderni dei bimbi, alle sculture informi degli schiavi, confusi tutti, sotto quelle vôlte, in una specie di santa eguaglianza al cospetto del mondo; ai viaggi favolosi che fecero quei lavori e quei prodotti, calati sulle slitte dalle montagne, portati dalle carovane a traverso alle foreste e ai deserti, cavati dal fondo del mare e dalle viscere della terra, trasportati per i fiumi immensi e fra le tempeste degli oceani, come a un sacro pellegrinaggio; alle mille speranze che li accompagnarono, alle mille ambizioni che vi si fondano, alle idee infinite che scaturiranno dai confronti, ai nuovi ardimenti che nasceranno dai trionfi, ai racconti favolosi che si ripeteranno fin sotto le capanne delle più remote colonie; e finalmente che, grazie a tutto ciò, mille mani che non si sarebbero mai incontrate, si strinsero; che per un tempo molti odii, come in virtù d'una tregua di Dio, si quetarono; che milioni d'uomini, accorsi qui, si rispanderanno per tutta la terra portando un tesoro di nomi cari, prima ignorati, di nuove ammirazioni, di nuove simpatie, di nuove sperante, e un sentimento più grande e più potente dell'amor di patria ... E si vorrebbe vederlo, come un nume, simboleggiato in una statua smisurata e splendida, che avesse i piedi nelle viscere del globo e la testa più alta delle montagne, e dirgli:—Gloria a te, secondo creatore della terra, Signore formidabile e dolce ... Il suo nome e le sue opere sono sparsi per tutta la terra ...
Rinaldo (pagina 6)
di Torquato Tasso (estratti)

... Nel forte scudo l'aversario coglie e gliel manda in duo parti in su la strada; passa oltre il colpo, ed a l'elmetto toglie il bel cimiero, e fa ch'a terra cada: non rompe quel, ma ne la spalla scende, e l'acciar che la copre alquanto fende ... 23 Non morì già, ma come morto in terra un'ora giacque, e man non mosse o piede ... 30 Ecco appare il cavallo e calci tira, e fa saltando in ciel ben mille ruote; da le narici il fuoco accolto spira, move l'orecchie e l'ampie membra scuote; a sassi, a sterpi, a piante ei non rimira, ma fracassando il tutto urta e percote: col nitrito i nemici a fiera guerra sfida, e co' piè fa rimbombar la terra ...
Rinaldo (pagina 7)
di Torquato Tasso (estratti)

... 38 Con tal forza il campione il destrier tocca che quel che prima o poi mai non gli avvenne: di vermiglio color tinse la bocca il sangue ch'in gran copia a terra venne ... Volto Baiardo i calci spinge a coppia, ch'avrian gettato a terra ogn'alto monte ... 42 Non perciò i piedi a ferir vanno in vano, ma grossa quercia e tant'entro sotterra ascosa, quanto sorge alta dal piano, è da lor colta, rotta e posta a terra ... Durò tal zuffa lungo spazio d'ora: con gran vigore al fin, con forza molta, ma con arte maggior a terra il pone il gran figliuol del valoroso Amone ... 51 Fu dal guerriero estran nel petto colto il buon Rinaldo, e quasi a terra spinto, ch'era quel forte e valoroso molto, e rade volte avezzo ad esser vinto; con la lancia egli a lui percosse il volto con forza tal che ben l'avrebbe estinto, se di tempra men fina era l'elmetto: pur di sella lo trasse al suo dispetto ... — E così detto a terra viene, e s'incomincia il periglioso assalto, ed a girare il ferro or basso or alto ...
Rinaldo (pagina 16)
di Torquato Tasso (estratti)

... 16 Prega Florindo che la man d'Orlando, l'invitta man di Dio ministra in terra, sia quella che gli cinga al fianco il brando, lieto e felice augurio in ogni guerra ... 19 Tosto di ciò si sparse fama, e molti che ne' lacci d'Amor non furon mai, o che se 'n quelli pur vissero involti, ed aspri e duri gli provaro assai, ed essendone già liberi e sciolti, fissi in mente tenean gli antiqui guai, disposer d'adoprar l'asta e la spada, perché d'Amor la gloria a terra cada ... 22 Berlingier ch'Angiolino a terra ir vede, e ne vuol fare a suo poter vendetta, la lancia arresta e 'l destrier punge e fiede, e veloce ne va come saetta ... 24 Tosto dopo costor giostra Gismondo; tosto è dopo costor sospinto a terra ... Rinaldo verso quel volta la faccia, e inanzi il manco e dietro 'l dritto piede ben fermo in terra, e l'asta a mezzo presa, coraggioso si move a la contesa ... 31 E da la destra uscir si lascia il brando, ch'a catena di ferro avinto pende, sì ch'afferrar può l'asta, e lei tirando quasi per terra il cavalier distende, e di man gliela cava ...
Rinaldo (pagina 32)
di Torquato Tasso (estratti)

... Indi, varcando i monti, al pian discese, e vide lieto la natia sua terra; poi, giunto omai presso Parigi, intese ch'il magno re co' suoi mastri di guerra, e con le dame sue l'alta regina, avean la stanza lor molto vicina ... 1 Ma sendo visto il paladin Rinaldo sul gran Baiardo in sì feroce aspetto, che ne venia sì ne la fronte baldo che mostrava l'ardir chiuso nel petto, e sì sovra 'l destrier fondato e saldo che parea muro in terra soda eretto, vario parlar tra quei di Carlo nacque, e ciascuno il lodò, ch'a ciascun piacque ... Par ch'abbiano i cavalli al fianco penne, così a l'incontro van ratti e veloci; l'aria si rompe, e trema ancor la terra al primo cominciar de l'aspra guerra ...
Rinaldo (pagina 35)
di Torquato Tasso (estratti)

... 70 Vide, disceso al basso, ad aspra guerra star un sol cavalier con molti armati, ch'otto di lor n'avea già posti a terra, altri del tutto morti, altri piagati ... 73 Rinaldo il ferro sin al mento pose tra lo spazio che parte ambe le ciglia; al primo ed al secondo entro, ascose nel ventre, là dov'il nutrir s'appiglia: caggiono ambo color qual piante annose, e fan la terra nel cader vermiglia ... È dal ferro crudele il petto aperto, e quel si mostra sanguinoso a tergo: cade il garzon su la ferita, e afferra co' denti e morde l'inimica terra ... 80 Il paladin fra gli altri il destrier caccia, e rota in giro il suo fulmineo brando: a chi parte la spalla, a chi la faccia, altri manda disteso a terra urtando ...
Rinaldo (pagina 36)
di Torquato Tasso (estratti)

... Ma quel che, mosso da pietà infinita, discese in terra a trionfar sul Legno, fece ch'un cavalier quindi passasse ch'a la morte vicina mi sottrasse ... Canto duodecimo 1 Quegli, il parlar del paladino inteso, non dimostrossi a l'ubbedir ritroso, ma da terra levando il capo offeso, ch'era di sangue caldo e rugiadoso, su la destra appoggiò l'infermo peso, e con l'altra il sanguigno e polveroso volto fe' mondo; indi la voce e 'l guardo debil rivolse al cavalier gagliardo: 2 — Signor, convien che d'alto al mio sermone principio dia, per sodisfarvi in tutto ... — Così disse il ferito e poi si tacque, e qual prima disteso in terra giacque ... 8 Non così in terra, in mar o 'n ciel giamai cervo, delfino o partica saetta corse, notò, volò ratto, ch'assai non sia maggior de' cavalier la fretta: già per gran spazio è dilungata omai dal luogo onde partì la coppia eletta, ma pare al lor desir pur troppo lento ogni destrier, benché rassembri un vento ...
Storia di un'anima (pagina 27)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Tormenti indicibili d'amore e d'odio, di gelosia, di furore! E c'è il mondo che vede, che parla, che vuol ciarlare, che ciarlerà: quindi io chino la testa, e mi soffoco: mi vinco, mi uccido, mi sbatto a terra e faccio l'indifferente! L'indifferente?… ... Come ho ricordato i miei tormenti! Ho tentato di scrivere un racconto Tisi ed isterismo per scrivere i tormenti di un giovane e di una giovane: oggi trascrivo qui queste righe:—«Il corpo sentiva addoppiarsi la vita e la robustezza, sentiva un veleno diffondersi prepotentemente per tutte le fibre: v'erano dei momenti in cui tremavo di febbre e sentivo come in me spezzarsi qualcosa, dei momenti senza mia coscienza in cui mi gettavo a terra, abbracciando l'immensa madre ... Questa terra coprirà un giorno le mie ossa, dicevo, e precorrendo col pensiero, vivevo una vita superstite nei mille atomi del mio corpo, che si sarebbe sfatto, per rinascere, per fecondare l'amore degli insetti e dell'erbe: e gioivo, gioivo, piangendo, e parevami che le mie mani strette negli steli, i miei capegli mossi dal vento, il mio occhio fisso in qualche fiore, mi dessero la massima delle voluttà, che emana dai capegli di una maliarda, dall'abito infocato, dalle pupille spossate ... Terra! terra! Come ti ho amato! E da quei deliri, da quei contorcimenti mi levavo, fissando lo sguardo nel cielo… ...
Storia di un'anima (pagina 39)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Bestemmiano, inturgidendo i muscoli, i nudi facchini michelangioleschi: i carrioni con quattro, sei cavalli accodati sembrano dire:—facciamo tremare la terra, la terra è nostra:—si fischia; si urla; si inneggia ... Avevo già novant'anni, o messeri, e madonne, ed io, cintrago, l'ho veduto l'architettore! Era l'Embriaco, guerriero di terra e di mare, consolo ed artista ...
Storia di un'anima (pagina 69)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E lui aveva due occhioni a gemma, pieni dei riflessi del più azzurro cielo; una boccuccia a pozzette che balbettava i nostri nomi felici in terra; due mani a guancialini che rubavano già i pesantissimi grappoli dorati della nostra vite sul portichetto ... Era la mia Madonna santa, lei che piangeva da medichessa, lei che smoccolava quel nasino, lei che toglieva il pannicello per vederlo tutto nudo, il suo ometto peccatore!… E sul mio presepio gli angioli del cielo non scendevano coll'ali a porre la bindella spiegazzata col pax hominibus bonæ voluntatis; ma nemmanco i notai della terra erano venuti coi parrucconi ad aprire i volumacci delle ipoteche: ed era piccino, ed era disadorno, ed era soffogato dai ciliegi e dai mandorli; ma un bisnonno l'aveva chiamato Palazzetto del ritiro, un nonno vi aveva messo i mobili del Maggiolino, e il mio babbo aveva piantalo per me quegli alberi che s'erano fatti grossi pel mio bimbo ... Era forse una foglia, la prima che si staccava dal ramo, che ci diceva quanto noi potevamo essere felici? Desideravamo i crepuscoli rosei, colla mitica stella di Lucifero, colla sottile falce della luna, coi cirri spolverizzati d'oro: e quando voi, o colombi, stendevate il volo su quel terrazzo fiorito, là dove, infelicissima e peccatrice, bisbigliava quella dama infeconda con quel cavaliere, più volte babbo: e voi, passeri pendenti ad un ciuffo di parietaria, dal rosone della facciata spiavate giù nella chiesa tutta calda di lumi i poverelli, famelici fra le nidiate dei bimbi che cantavano le lodi ambrosiane del Signore: e a voi, rampichini muraiuoli, intricati nei garofani delle finestrette, giungeva il guaiolare degli orfanelli dell'Ospedale: e a voi, reatini, salticchianti sulle rose innanzi le croci cadute, taceva sempre impassibile il silenzio di chi nella fossa dei vermi aveva sognato il bel paradiso d'oro:—noi, piegati su una culla candidissima, rattenendo il respiro, come l'unica necessità che accusasse la nostra vita del corpo, noi ci sentivamo purissimamente degni di compiacerci per gli occhi giù fino in fondo dell'anima, ove stava il segreto religioso della nostra giovinezza: noi, affaccendati innanzi ad una seggiolina, versando il latte butirroso in una scodella, ci dicevamo tanto ricchi e pasciuti che avremmo dato tutti i nostri pani a tutti i poverelli e le briciole del nostro bambino a tutti gli uccellini: noi, inginocchiati nel portichetto dei nonni, udendo le leziose impazienze di quella boccuccia che, tartagliando i nostri nomi, pareva comandasse al destino di non dividerli mai, su tutta la terra, credevamo ad un Dio che apparisse nei sogni agli innocenti e nei sorrisi agli amorosi: noi, semi-addormentati allo spegnersi dell'ultime luci del giorno, compiangendo tutti i libri luciferini che indagavano il nulla eterno, l'avevamo dinnanzi la nostra vita, tanto sicura e tanto in pace! E l'avremmo vissuta tutta! Desideravamo che l'autunno si avanzasse a morire nel verno, la stagione carissima, intimissima, dolcissima per la nostra eterna contemplazione amorosa… ... Eterna?… Erano forse le foglie, le ultime foglie che coprivano la terra, che ci dicevano come noi dovevamo essere felici?… Desideravamo le serate lunghe… ...
Storia di un'anima (pagina 70)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Quanto oro avresti dato per quel tomaio sì rifrusto che doveva chiudere per lui tutti i doni della terra? Dentro una dozzina di confetti, e torno torno una carrozzuccia di latta che odora di vernice e un ginnastico tirolese dinoccolato nelle sue membra di abete bianco e un agnello lanoso col suo mantice che soffia il lamento arcadico e felice! È Natale! è Natale!… O Madonna, o mia Madonna bionda e della terra, non mi svegliare dal casto sogno, per amore della tua mamma! O bambino roseo, bambino della mia Madonna bionda e della terra, bambino del mio presepio, bambino della casetta del povero poeta, vieni e dammi questo bacio lungo, questo bacio santo, questo bacio di Natale! * * * Giù, giù, sui campi mestissimi della nostra pianura lombarda si fa crassa di un nebbione rossigno la mattina del Natale ...