Libri sue

Libri su sue, con la parola sue

Confessioni di un Italiano (pagina 16)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io poi, costretto sovente a tenerle il sacco, lo teneva con tanto malgarbo che si scopriva tosto il marrone; ma mai ch'ella perciò mostrasse dispetto o rincrescimento: sembrava che fosse già disposta a non aspettarsi di meglio da me, o che si credesse tanto superiore da non doversi le sue asserzioni porre in dubbio per la contraria testimonianza di un terzo ... Non dirò peraltro che la Pisana mutasse, anche standosi da sola con me, le sue maniere di moversi e di parlare ... M'accorgeva benissimo che ella apprezzava più assai la mia ammirazione che l'amicizia o la confidenza; e che per quanto ristretto ed abituale, io non cessava di essere per le sue pantomime una specie di pubblico ... Allora io godeva di quei soavi intervalli, stimando anzi che quella Pisana così premurosa di essermi gradita, fosse la vera; e fossero effetto della trista compagnia i cambiamenti che succedevano nelle sue maniere durante la giornata ...
Confessioni di un Italiano (pagina 28)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io la chiamava allora e l'ammoniva, più per golaggine di averla ancora a' miei trastulli che per rispetto alle sue vesti; ma la non si dava neppur pensiero di rispondere ... Capace di disperarsi se le si sconciava una maglia del collaretto nell'accondiscendere ai capricci altrui, avrebbe rotto e stracciato tutto, compresi i suoi lunghi e bei capelli neri, e le sue guance rosee e ritondette, e le sue manine brevi e polpute, se i capricci da accontentarsi erano i suoi ... Mi riposava nel gran seno della natura; e le sue bellezze mi svagavano dalla tetra compagnia della stizza ...
Confessioni di un Italiano (pagina 46)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Era nato a Fratta, lì aveva le sue radici e sentiva che a sbarbicarlo di quel paese lo si avrebbe addirittura ammazzato ... E poi non sono qui le sue anime? ... Si vollero tener secrete le pratiche in proposito; ma la chiamata del Cappellano, la visita ricevuta da costui la mattina antecedente, il suo smarrimento, le sue chiacchiere colla Giustina diedero contezza in paese dell'avvenuto e ne successe un vero tafferuglio ... Egli, per la virulenza delle sue filippiche e per l'audacia con cui difendeva il Cappellano, era diventato quasi il caporione del subbuglio ...
Confessioni di un Italiano (pagina 69)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Era gaio estroso brillante nelle sue rade escursioni fra le tavole del giuoco; indi tornava a capitanare la conversazione del Senatore senza aver fatto vedere neppur la punta del fazzoletto ad alcuna di quelle odalische ... Fino dalle prime sere le sue premure, le sue civetterie, le sue leziosaggini pel desiderato giovine di Fossalta aveano dato nell'occhio alla podestaressa, e alla sorella del Sopraintendente ...
Confessioni di un Italiano (pagina 70)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ma il soave turbamento ch'era rimasto nelle sue sembianze continuò a tormentarmi, finché i servitori uscirono colle guantiere ... Il suo cuore sarebbe rimasto mio, le anime nostre avrebbero continuato ad amarsi; io sarei stato felicissimo di vederla passare alcuna volta frammezzo a' suoi bambini: sarebbe stata la mia una beatitudine di impadronirsi d'alcuno fra questi quand'ella non mi avesse osservato, di stringermelo sul cuore, di baciarlo, di adorarlo, di cercare nelle sue fattezze la traccia delle sue; e di illudermi e di pensare che la parte misteriosa del suo spirito che s'era transfusa in quel bambino aveva appartenuto anche a me, quando ella amava me solo con tutte le potenze dell'anima ...
Confessioni di un Italiano (pagina 72)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Come ad onta delle sue passeggiere civetterie mi fidava di lei un tempo, sicuro che in fondo al cuore non ci stava che io, così allora tornava a persuadermi che i frutti di quel ravvedimento dovessero essere eterni ... Io non le mossi adunque parola delle mie torture, schivai di rispondere alle sue dimande, indovinando quasi che la confessione d'una gelosia è il più caldo incentivo di nuove infedeltà ... A questi attucci io era abituato da molto tempo, e d'altronde la Pisana, se era duretta e caparbia nelle sue tenerezze per me, lo era a tre doppi sopra gli altri fanciulli ...
Confessioni di un Italiano (pagina 74)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Questo abate misterioso ebbe certo le sue ottime ragioni per accettare l'incarico: e in confidenza io credo che fosse di soppiatto un beniamino degli Inquisitori di Stato ... Allora avea preso posto fra due vecchie ed un monsignore ad un tavolino di tresette, e di là seguitava la antica usanza di onorare continuamente la Clara delle sue occhiate conquistatrici ... Fortuna che era giovine e bello: per cui le vecchiette gli perdonavano le sue distrazioni, e il monsignore, essendo padre spirituale di una fra queste, doveva di necessità perdonargli anche lui ... Cercava tutte le maniere di piacerle, si studiava di sederle più vicino che potesse per toccar se non altro col ginocchio le pieghe del suo abito, la guardava sempre e delle sue poche e timorose parole non facea dono che a lei sola ...
Confessioni di un Italiano (pagina 101)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ad ogni modo imbarcato ch'io fui col mio fardelletto sulla corriera di Portogruaro, la mia mente ebbe di che lavorare a riandar il colloquio avuto con Lucilio; sopratutto l'autorità che era nelle sue parole, nel suo contegno mi parea più strana ancora che mirabile ... Che egli fosse secretamente addetto alla Legazione francese lo avea udito mormorare anche a Portogruaro l'autunno passato; e allora alcune sue parole m'avevano riconfermato la verità di questa diceria ... Oh la vita dell'universo nella solitudine è lo spettacolo più sublime, più indescrivibile che ferisca l'occhio dell'uomo! Perciò ammiriamo il mare nella sua eterna battaglia, il cielo ne' suoi tempestosi annuvolamenti, la notte ne' suoi fecondi silenzi, nelle sue estive fosforescenze ...
Confessioni di un Italiano (pagina 125)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Del resto sperava molto, come forse sperò sempre ad onta delle sue tirate lugubri e de' suoi periodi disperati; giacché temperamenti uguali al suo, tanto rigogliosi di passione e di vita, non si rassegnano così facilmente né all'apatia né alla morte ... — Chi di voi — soggiunse egli — chi di voi ha badato questa sera al Villetard mentr'io esponeva le sue condizioni all'ex–Procuratore? — Ci ho badato io — soggiunse un uomo alto e ben tarchiato che seppi esser lo Spada, quello che volean dare per compagno al Manin nel nuovo governo ... — E così — rispose lo Zorzi — il Doge mi ha pregato di recarmi da Villetard per ottenere le sue condizioni in iscritto; non sapeva sua Serenità che noi le avevamo già in tasca ... Quanto a Giulio al vederlo così uggioso appena lo sopportava, e le sue affaticate galanterie non ottenevano il premio della quarta parte di ciò che gli costavano ...
Confessioni di un Italiano (pagina 142)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Quanto era ruvido e brontolone il vecchio negoziante, altrettanto suo figlio Spiridione piaceva per le sue maniere amabili e compite ... La portinaia mi disse che la vedova di quel signore se n'era ita colle sue robe lasciando otto ducati per le spese del funerale; e l'avea detto prima di partire, che non le reggeva il cuore di restar un'ora di più sotto lo stesso tetto colle spoglie inanimate di colui che tanto ell'aveva amato ... Dica lei, se questi sono segni di gran dolore! Io non risposi verbo, pregai la donna che non si incommodasse per cagion mia, e siccome la persisteva nelle sue chiacchiere, nelle sue induzioni, mi voltai senza cerimonie dalla banda del morto ...
Confessioni di un Italiano (pagina 152)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Sulle sue labbra, all'indulgente sorriso d'una volta era succeduta la fredda rigidità monastica: oramai si vedeva che l'isolamento dalle cose terrene, tanto sospirato dalla madre Redenta, lo aveva anch'essa raggiunto; non solo disprezzava e dimenticava, ma non comprendeva più il mondo ... Infatti la non si maravigliò punto della mia dimestichezza colla Pisana, come io aveva temuto: diede a me ed a lei saggi consigli in buon dato; non nominò mai il passato se non per raccapricciarne, ed una sola volta vidi rammollirsi la piega ritta e sottile delle sue labbra quand'io le nominai la sua ottima nonna ... Ella durò infatti qualche fatica a tornar marmorea e severa come prima; le sue pupille non erano più tanto immobili, né la sua voce così tranquilla e monotona ...
Confessioni di un Italiano (pagina 165)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Le sue azioni le sue parole s'avvicendavano si ritiravano si scavalcavano a fatti a contrapposti a sorprese come le strofe di un'ode di Pindaro mal raffazzonate dagli scoliasti ... Per le sue trame repubblicane aveva egli sofferto lunga carcerazione nel famoso Castel Sant'Elmo; indi fuggitone s'era ricoverato a Roma, e di là a Milano a formarvi a proprie spese una legione per liberar Napoli ...
Confessioni di un Italiano (pagina 184)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La cameriera si buttò addirittura addosso alla padrona minacciandola che se non le pagava i salari le avrebbe cavato gli occhi, e che non era quella la maniera di mantenere le sue promesse che il servizio dell'ufficial francese sarebbesi lasciato tutto a lei ... Io consolai il giovine colonnello delle sue disgrazie; e lo menai poscia dalla Pisana a ricevere i ringraziamenti dovutigli; ma ebbimo cura di cambiar il gatto in un pollo d'India, e perciò non risaltarono tanto i pericoli corsi dal paladino per conquistarlo ... Soltanto Lucilio non rimetteva nulla della sua consueta gravità; e succiava seriamente le sue radici di cicoria come le fossero polpette di selvaggina, o salsicciotti di pollo ... Egli stava già sul tirato come un uomo di genio, si ritraeva dall'amicizia, massime degli uomini, per ottener meglio l'ammirazione; e scriveva odi alle sue amiche con tutto il classicismo d'Anacreonte e d'Orazio ...
Confessioni di un Italiano (pagina 185)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io affrettava il passo; e ve lo assicuro, non tanto per me quanto per veder la Pisana fuori di quel gran pericolo; ma ella se ne aveva a male, e borbottava della mia dappocaggine, e mi faceva montar la stizza portando a cielo Alessandro, e le sue belle maniere soldatesche, e i suoi frizzi e le sue baiate che non erano poi d'un gusto molto raffinato ... Egli solo, il generale, aveva le sue idee per ritardare ad ogni costo d'un mese d'un giorno la resa della piazza: Bonaparte in quel mezzo avrebbe raccolto gli ultimi ardori repubblicani di Francia per incendiarne una seconda volta ...
Confessioni di un Italiano (pagina 210)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Regno era, secondo Spiro, necessaria per cercar l'atto di morte di mio padre, senza del quale il governo turco non intendeva saldare le sue cedole ... Il trabaccolo chioggiotto resisteva bene; ma il vento opponeva migliori ragioni delle sue vele, e ci convenne calarle ... Fui ricevuto assai cortesemente dal giovane generale che aveva grandissima confidenza nelle sue torme di volontari e si proponeva con esse di combattere validamente la diversione che i nemici avrebbero tentato da quella banda ...
Confessioni di un Italiano (pagina 215)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Oh quanto avrei pagato io un barlume di luce per intravvedere le sue sembianze, per capacitarmi di quello che doveva credere alle sue parole pietosamente bugiarde! Con quanto sgomento non seguiva io il medico fin sul pianerottolo pregandolo e scongiurandolo che mi dicesse la verità! Ma più d'una volta sospettai che ella ci venisse dietro appunto per impedire al medico che disubbidisse alla sua raccomandazione e tutto mi dichiarasse il pericolo del suo stato! ... Quando poi io non voleva ad ogni costo acchetarmi alle sue proteste, ell'aveva ancora il coraggio di adirarsi, di pretendere che le credessi per forza e che non mi martoriassi con paure immaginarie ... Ricominciò daccapo colle sue lunghe assenze, durante le quali io stava sempre col cuore sospeso, e dubitando di non vederla tornare mai più ... S'incontrò adunque colla Pisana; costei gli raccontò le mie vicende e le sue, e la cagione per la quale allora eravamo a Londra sprovvisti di tutto ...
Confessioni di un Italiano (pagina 216)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Credo all'entusiasmo delle anime che irrompendo quandocchesia nella vita sociale anticiperanno di qualche millennio il trionfo della scienza, come il matematico calcolatore è prevenuto nelle sue scoperte dalle audaci ipotesi del poeta! — E perciò, Lucilio, seguitate il sogno della vostra gioventù, e credete rinfocolare questo immenso entusiasmo colle mene segrete, e colle oscure macchinazioni! ... Gli è vero che il sole di Londra non è quello di Venezia; ma la melanconia delle sue tinte s'accorda perfettamente alle pupille lagrimose dell'esule ... La Pisana soggiunse ch'ella per verità in tutte le sue cose non aveva mai pensato alla gloria di trovar imitatori ma che si era data con tutta l'anima al sentimento che la trasportava ...
Confessioni di un Italiano (pagina 222)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Se forte com'ella fu nel dolore nella pietà nell'abnegazione guardasse con disprezzo a voi fuggitivo per ignoranza per debolezza, e le sue forti aspirazioni vaganti nell'aereo mondo dei fantasmi rifuggissero dalle vostre misere e ingiuste? ... Se ella potesse giungere a Venezia, e riposarsi nelle sue abitudini d'altro tempo ... Mio Dio, qual tormento era per me il veder ravvivarsi dentro agli occhi suoi la fiamma della vita, e assistere insieme al continuo deperimento delle sue forze che a mala pena le reggevano la stanca e stremata persona! ...
Confessioni di un Italiano (pagina 229)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Byron offerse le sue fortune, negoziò un imprestito, ma in quel frattempo ammalò, e alla notizia della malattia tenne dietro ben presto quella della morte ... Più anche delle indecenti menzogne di Raimondo mi scaldavano la bile i sogghigni e le risate della brigata che tennero dietro alle sue parole ... La sua vigoria naturale, sebbene affranta dalle molli abitudini di tanti anni, gli riscaldava ancora il sangue; ma né la voce gli ubbidiva, né, avvezzo com'era a vedersi passate buone le sue smargiassate, poteva riaversi dalla sorpresa di quel subito assalto ...
Confessioni di un Italiano (pagina 239)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ma il sozzo dolciume dei vizii gli aveva troppo guasto il palato, e quei pervertitori della gioventù lo avevano persuaso che fuori della tranquillità, della buona tavola e del buon letto, non sono altre cose desiderabili al mondo; cotali opinioni le ostentava come segno di animo forte e d'indipendenza filosofica, facendosi merito di sprezzare la puerilità di chi metteva gran parte delle sue speranze nel contentamento di qualche desiderio meno umile ... Gioco, beverie, donne, erano le sue tre virtù principali; ne aveva molte altre di accessorie, e sopra tutte poi, quella ch'essi rimproveravano agli avversari, una profonda e spontanea ipocrisia ... Giulio invece motteggiava e beffeggiava senza riguardo; coloro stessi che forse meglio di lui erano persuasi delle sue opinioni, e ai quali tornava conto quell'opposizione, in pubblico facean le viste di non udire, o tirati in mezzo, disertavano lesti lesti all'entusiasmo dei più ... Più l'odio era generale più si faceva un vanto di resistere; e fors'anco cominciava a credere nella verità di alcune fra le sue idee; ma raccolse il solito frutto della sua imprudenza ...
Corbaccio (pagina 15)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E 'l non consentirle le favole e le bugie sue, delle quali ella è più ch'altra femina piena, niuna cosa sarebbe se non un volersi con lei azuffare; la qual cosa ella di leggieri farebbe, sì come colei alla qual pare di gagliardia avanzare Galeotto delle lontane Isole o Febus ... E, se tu così hai lo 'ngegno acuto, come io credo, assai pur per le udite puoi comprendere quanti e quali sieno i suoi costumi; e in che le sue gran virtù e la magnificenza e 'l senno e l'altre cose consistano; e che cose sieno quelle virtuose che le dilettano ... Primieramente mi piace di quella bellezza incominciare, la qual tanto le sue arti valsono che te non solamente ma molti altri, che meno di te erano presi, abbagliò e di sé mise in falsa opinione: cioè della frescheza della carne del viso suo ... E, se tu, come io 'l più delle mattine la vedea, veduta l'avessi colla cappellina fondata in capo e col veluzo dintorno alla gola, così pantanosa nel viso come ora dissi, e col mantello foderato covare il fuoco, in su le calcagna sedendosi, colle ochiaia livide tossire e sputare farfalloni, io non temo punto che tutte le sue virtù, dal tuo amico udite, avessero tanto potuto farti di lei innamorare che, quelle vedendo, cento milia cotanti non t'avessero fatto disamorare ...
Decameron (pagina 33)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E alle sue femine, che più che tre rimase non le ne erano, comandò che a alcuna persona mai manifestassero chi fossero, salvo se in parte si trovassero dove aiuto manifesto alla lor libertà conoscessero; oltre a questo sommamente confortandole a conservare la loro castità, affermando sé avere seco proposto che mai di lei se non il suo marito goderebbe ... Le sue femine di ciò la commendarono e dissero di servare al lor potere il suo comandamento ... Perdicone, più di giorno in giorno accendendosi e tanto più quanto più vicina si vedeva la disiderata cosa e più negata, e veggendo che le sue lusinghe non gli valevano, dispose lo 'ngegno e l'arti riserbandosi alla fine le forze ... Ultimamente, partitisi i convitati, con la donna solo se ne entrò nella camera: la quale, più calda di vino che d'onestà temperata, quasi come se Pericone una delle sue femine fosse, senza alcuno ritegno di vergogna in presenzia di lui spogliatasi, se n'entrò nel letto ...
Decameron (pagina 72)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... La quale il seguente dì, faccendo sembianti di voler dormire, mandate via le sue damigelle e sola serratasi nella camera, aperto l'uscio nella grotta discese, dove, trovato Guiscardo, insieme maravigliosa festa si fecero; e nella sua camera insieme venutine, con grandissimo piacere gran parte di quel giorno si dimorarono; e dato discreto ordine alli loro amori acciò che segreti fossero, tornatosi nella grotta Guiscardo, e ella, serrato l'uscio, alle sue damigelle se ne venne fuori ... Il quale un giorno dietro mangiare là giù venutone, essendo la donna, la quale Ghismonda aveva nome, in un suo giardino con tutte le sue damigelle, in quella senza essere stato da alcuno veduto o sentito entratosene, non volendo lei torre dal suo diletto, trovando le finestre della camera chiuse e le cortine del letto abbattute, a piè di quello in un canto sopra un carello si pose a sedere; e appoggiato il capo al letto e tirata sopra sé la cortina, quasi come se studiosamente si fosse nascoso, quivi s'adormentò ... E così dormendo egli, Ghismonda, che per isventura quel dì fatto aveva venir Guiscardo, lasciate le sue damigelle nel giardino, pianamente se ne entrò nella camera: e quella serrata, senza accorgersi che alcuna persona vi fosse, aperto l'uscio a Guiscardo che l'attendeva e andatisene in su il letto, sì come usati erano, e insieme scherzando e sollazzandosi, avvenne che Tancredi si svegliò e sentì e vide ciò che Guiscardo e la figliuola facevano ...
Decameron (pagina 74)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Conobbe il prenze la grandezza dell'animo della sua figliuola ma non credette per ciò in tutto lei sì fortemente disposta a quello che le parole sue sonavano, come diceva; per che, da lei partitosi e da sé rimosso di volere in alcuna cosa nella persona di lei incrudelire, pensò con gli altrui danni raffreddare il suo fervente amore, e comandò a' due che Guiscardo guardavano che senza alcun romore lui la seguente notte strangolassono; e trattogli il cuore a lui il recassero ... Le sue damigelle, che da torno le stavano, che cuore questo si fosse o che volesson dir le parole di lei non intendevano, ma da compassion vinte tutte piagnevano e lei pietosamente della cagion del suo pianto domandavano invano e molto più, come meglio sapevano e potevano, s'ingegnavano di confortarla ... ” E questo detto, si fé dare l'orcioletto nel quale era l'acqua che il dì davanti aveva fatta, la quale mise nella coppa ove il cuore era da molte delle sue lagrime lavato; e senza alcuna paura postavi la bocca, tutta la bevve e bevutala con la coppa in mano se ne salì sopra il suo letto, e quanto più onestamente seppe compose il corpo suo sopra quello e al suo cuore accostò quello del morto amante: e senza dire alcuna cosa aspettava la morte ... Le damigelle sue, avendo queste cose e vedute e udite, come che esse non sapessero che acqua quella fosse la quale ella bevuta aveva, a Tancredi ogni cosa avean mandato a dire; il qual, temendo di quello che sopravenne, presto nella camera scese della figliuola, nella qual giunse in quella ora che essa sopra il suo letto si pose; e tardi con dolci parole levatosi a suo conforto, veggendo ne' termini ne' quali era, cominciò dolorosamente a piagnere ... Aveva la novella dalla Fiammetta raccontata le lagrime più volte tirate infino in su gli occhi alle sue compagne; ma quella già essendo compiuta, il re con rigido viso disse:– Poco prezzo mi parrebbe la vita mia a dover dare per la metà diletto di quello che con Guiscardo ebbe Ghismunda, né se ne dee di voi maravigliare alcuna, con ciò sia cosa che io, vivendo, ogni ora mille morti sento, né per tutte quelle una sola particella di diletto m'è data ... –Pampinea, a sé sentendo il comandamento venuto, più per la sua affezione cognobbe l'animo delle compagne che quello del re per le sue parole: e per ciò, più disposta a dovere alquanto recrear loro che a dovere, fuori che del comandamento solo, il re contentare, a dire una novella, senza uscir del proposto, da ridere si dispose, e cominciò: –Usano i volgari un così fatto proverbio: ‘Chi è reo e buono è tenuto, può fare il male e non è creduto’, il quale ampia materia a ciò che m'è stato proposto mi presta di favellare, e ancora a dimostrare quanta e quale sia la ipocresia de' religiosi, li quali co' panni larghi e lunghi e co' visi artificialmente palidi e con le voci umili e ...
Decameron (pagina 75)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Fu adunque, valorose donne, in Imola uno uomo di scelerata vita e di corrotta, il quale fu chiamato Berto della Massa, le cui vituperose opere molto dagl'imolesi conosciute a tanto il recarono, che, non che la bugia ma la verità non era in Imola chi gli credesse: per che, accorgendosi quivi più le sue gherminelle non aver luogo, come disperato a Vinegia, d'ogni bruttura ricevitrice, si trasmutò e quivi pensò di trovare altra maniera al suo malvagio adoperare che fatto non aveva in altra parte ... E in brieve, tra con le sue prediche e le sue lagrime, egli seppe in sì fatta guisa li viniziani adescare, che egli quasi d'ogni testamento che vi si faceva era fedel commessario e dipositario, e guardatore di denari di molti, confessoro e consigliatore quasi della maggior parte degli uomini e delle donne: e così faccendo, di lupo era divenuto pastore e era la sua fama di santità in quelle parti troppo maggiore che mai non fu di san Francesco a Ascesi ... Ma riserbandosi in più commodo tempo le lusinghe, pur per mostrarsi santo quella volta cominciò a volerla riprendere e a dirle che questa era vanagloria e altre sue novelle; per che la donna gli disse che egli era una bestia e che egli non conosceva che si fosse più una bellezza che un'altra ...
Decameron (pagina 114)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” A costui, lasciandolo all'albergo, aveva frate Cipolla comandato che ben guardasse che alcuna persona non toccasse le cose sue, e spezialmente le sue bisacce, perciò che in quelle erano le cose sacre ... Ma Guccio Imbratta, il quale era più vago di stare in cucina che sopra i verdi rami l'usignuolo, e massimamente se fante vi sentiva niuna, avendone in quella dell'oste una veduta, grassa e grossa e piccola e mal fatta, con un paio di poppe che parean due ceston da letame e con un viso che parea de' Baronci, tutta sudata, unta e affumicata, non altramenti che si gitti l'avoltoio alla carogna, lasciata la camera di frate Cipolla aperta e tutte le sue cose in abbandono, là si calò; e ancora che d'agosto fosse, postosi presso al fuoco a sedere, cominciò con costei, che Nuta aveva nome, a entrare in parole e dirle che egli era gentile uomo per procuratore e che egli aveva de' fiorini più di millantanove, senza quegli che egli aveva a dare altrui, che erano anzi più che meno, e che egli sapeva tante cose fare e dire, che domine pure unquanche ... E senza riguardare a un suo cappuccio sopra il quale era tanto untume, che avrebbe condito il calderon d'Altopascio, e a un suo farsetto rotto e ripezzato e intorno al collo e sotto le ditella smaltato di sucidume, con più macchie e di più colori che mai drappi fossero tartereschi o indiani, e alle sue scarpette tutte rotte e alle calze sdrucite, le disse, quasi stato fosse il Siri di Ciastiglione, che rivestir la voleva e rimetterla in arnese e trarla di quella cattività di star con altrui e senza gran possession d'avere ridurla in isperanza di miglior fortuna e altre cose assai: le quali quantunque molto affettuosamente le dicesse, tutte in vento convertite, come le più delle sue imprese facevano, tornarono in niente ...
Decameron (pagina 126)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... spesso la sua donna, tanto bene e sì a grado cominciò a servire Egano, che egli gli pose tanto amore, che senza lui niuna cosa sapeva fare; e non solamente di sé ma di tutte le sue cose gli aveva commesso il governo ... La gentil donna, parlando Anichino, il riguardava; e, dando piena fede alle sue parole, con sì fatta forza ricevette per li prieghi di lui il suo amore nella mente, che essa altressì cominciò a sospirare, e dopo alcun sospiro rispose: “Anichino mio dolce, sta di buon cuore: né doni né promesse né vagheggiare di gentile uomo né di signore né d'alcuno altro, ché sono stata e sono ancor vagheggiata da molti, mai mi poté muovere l'animo mio tanto che io alcuno n'amassi; ma tu m'hai fatta in così poco spazio, come le tue parole durate sono, troppo più tua divenire che io non son mia ... Queste cose dette, Anichin lasciata la donna andò a fare alcune sue bisogne, aspettando con la maggior letizia del mondo che la notte sopravvenisse ... La quale come sentì Anichino esser venuto, presa la sua mano con amendune le sue e tenendol forte, volgendosi per lo letto tanto fece, che Egano che dormiva destò; al quale ella disse: “Io non ti volli iersera dir cosa niuna, per ciò che tu mi parevi stanco; ma dimmi, se Dio ti salvi, Egano, quale hai tu per lo migliore famigliare e più leale e per colui che più t'ami, di quegli che tu in casa hai?” Rispose Egano: “Che è ciò, donna, di che tu mi domandi? nol conosci tu? Io non ho né ebbi mai alcuno di cui io tanto mi fidassi o fidi o ami, quant'io mi fido e amo Anichino; ma perché me ne domandi tu?” Anichino, sentendo desto Egano e udendo di sé ragionare, aveva più volte a sé tirata la mano per andarsene, temendo forte non la donna il volesse ingannare; ma ella l'aveva sì tenuto e teneva, che egli non s'era potuto partire né poteva ...
La divina commedia (pagina 29)
di Dante Alighieri (estratti)

... Ne l'ora che comincia i tristi lai la rondinella presso a la mattina, forse a memoria de' suo' primi guai, e che la mente nostra, peregrina più da la carne e men da' pensier presa, a le sue visïon quasi è divina, in sogno mi parea veder sospesa un'aguglia nel ciel con penne d'oro, con l'ali aperte e a calare intesa; ed esser mi parea là dove fuoro abbandonati i suoi da Ganimede, quando fu ratto al sommo consistoro ... Non altrimenti Achille si riscosse, li occhi svegliati rivolgendo in giro e non sappiendo là dove si fosse, quando la madre da Chir¢n a Schiro trafuggò lui dormendo in le sue braccia, là onde poi li Greci il dipartiro; che mi scoss'io, sì come da la faccia mi fuggì 'l sonno, e diventa' ismorto, come fa l'uom che, spaventato, agghiaccia ... Sordel rimase e l'altre genti forme; ella ti tolse, e come 'l dì fu chiaro, sen venne suso; e io per le sue orme ...
La divina commedia (pagina 38)
di Dante Alighieri (estratti)

... XXII Già era l'angel dietro a noi rimaso, l'angel che n'avea vòlti al sesto giro, avendomi dal viso un colpo raso; e quei c'hanno a giustizia lor disiro detto n'avea beati, e le sue voci con "sitiunt", sanz'altro, ciò forniro ... Ed elli a lui: "Tu prima m'invïasti verso Parnaso a ber ne le sue grotte, e prima appresso Dio m'alluminasti ... Védeisi quella che mostrò Langia; èvvi la figlia di Tiresia, e Teti e con le suore sue Deïdamia" ...
La divina commedia (pagina 42)
di Dante Alighieri (estratti)

... E pria che 'n tutte le sue parti immense fosse orizzonte fatto d'uno aspetto, e notte avesse tutte sue dispense, ciascun di noi d'un grado fece letto; ché la natura del monte ci affranse la possa del salir più e 'l diletto ... Un'aura dolce, sanza mutamento avere in sé, mi feria per la fronte non di più colpo che soave vento; per cui le fronde, tremolando, pronte tutte quante piegavano a la parte u' la prim'ombra gitta il santo monte; non però dal loro esser dritto sparte tanto, che li augelletti per le cime lasciasser d'operare ogne lor arte; ma con piena letizia l'ore prime, cantando, ricevieno intra le foglie, che tenevan bordone a le sue rime, tal qual di ramo in ramo si raccoglie per la pineta in su 'l lito di Chiassi, quand'E5olo scilocco fuor discioglie ... Già m'avean trasportato i lenti passi dentro a la selva antica tanto, ch'io non potea rivedere ond'io mi 'ntrassi; ed ecco più andar mi tolse un rio, che 'nver' sinistra con sue picciole onde piegava l'erba che 'n sua ripa uscìo ... Ella ridea da l'altra riva dritta, trattando più color con le sue mani, che l'alta terra sanza seme gitta ...
Fermo e Lucia (pagina 3)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... ammazzare o dar la mancia ad un birro, quegli era libero nelle sue operazioni, al sicuro delle gride, e in caso di rivolgerle anche contro gli altri quando i suoi mezzi privati non fossero stati bastanti ... Il clero era geloso sostenitore delle sue immunità, e come ad esso stava in gran parte il decidere fin dove giungessero, non si deve domandare se le estendesse fin dove potevano, e fin dove non potevano giungere ... Quindi tribunali civili e criminali per assicurare ai suoi membri una giustizia imparziale o per opporre una parzialità ad un'altra, quindi minacce spirituali e temporali ad ogni attentato contro le persone o i beni del clero, quindi forza per eseguire le sue leggi etc ... Tutto questo non è detto per provare che avessero ragione di pensare e di operare a quel modo, ma per ridurre il torto alla sua giusta misura, e per ricondurlo alle sue vere cagioni, e per riflettere che vi hanno degli inconvenienti che oltre il male diretto che fanno, ne producono dei grandissimi forzando quasi gli uomini a cercare dei rimedi che non sono nè ragionevoli, nè perfettamente onesti, e che oltre l'effetto per cui sono posti in opera ne producono molti altri impreveduti e pessimi ...
Fermo e Lucia (pagina 32)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Vi hanno altri sentimenti dei quali il mondo ha bisogno, e che uno scrittore secondo le sue forze può diffondere un po' più negli animi: come sarebbe la commiserazione, l'affetto al prossimo, la dolcezza, l'indulgenza, il sacrificio di se stesso: oh di questi non v'ha mai eccesso; e lode a quegli scrittori che cercano di metterne un po' più nelle cose di questo mondo: ma dell'amore come vi diceva, ve n'ha, facendo un calcolo moderato, seicento volte più di quello che sia necessario alla conservazione della nostra riverita specie ... Non è ella cosa convenuta fra tutti gli uomini che hanno due dita di cervello, e che non sono un secolo indietro dagli altri, che il pentimento che Racine provò per le sue tragedie è una debolezza degli ultimi suoi anni, debolezza indegna di quel grande intelletto, debolezza che fa compassione? – Vi sono stati due Giovanni Racine ... Uno per aver la grazia dei potenti, adulò in essi apertamente il vizio, ch'egli conosceva per tale, e per giustificare appunto le sue tragedie, beffò degli uomini pei quali aveva in cuor suo un rispetto sentito, e sostituì gli scherni personali ai ragionamenti per evitare la quistione: punse acerbamente quanto potè ed umiliò con epigrammi stizzosi certi tali, che non la natura certo, ma il giudizio di una gran parte del pubblico aveva fatti suoi emoli; e nello stesso tempo si rose internamente, si accorò, perdette la sua pace ad ogni critica che sentiva fare delle sue opere: tormentato e tormentatore pei meschini interessi della letteratura, e della sua letteratura ...
Fermo e Lucia (pagina 36)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... , scrittore di quel tempo, che per le sue circostanze doveva essere informatissimo, e negli scritti del quale si scorge una attenzione di osservatore non comune, e un candore quale non si può simulare, il Ripamonti racconta di questa infelice cose più forti di quelle che sieno nella nostra storia; e noi ci serviremo anzi delle notizie ch'egli ci ha lasciate per render più compiuta la storia particolare della Signora ... Avaro, egli non avrebbe mai potuto persuadersi che una figlia dovesse costargli una parte delle sue ricchezze: questo gli sarebbe sembrato un tratto di nemico giurato, e non di figlia sommessa ed amorosa; superbo, non avrebbe creduto che nemmeno il risparmio fosse una ragione bastante per collocare una figlia in luogo men degno della nobiltà della famiglia: ignorante, egli credeva che tutto ciò che potesse mettere in salvo nello stesso tempo i danari e la convenienza fosse lecito, anzi doveroso; giacchè riguardava come il primo dovere del suo stato il conservarne l'opulenza, e lo splendore: erano questi nelle sue idee, i talenti che gli erano stati dati da trafficare, e dei quali gli sarebbe un giorno domandato ragione ... A misura ch'ella si avanzava nella puerizia, le sue forme si svolgevano in modo che prometteva una avvenenza non comune agli anni della giovanezza, e nello stesso tempo ne' suoi modi e nelle sue parole si manifestava molta vivacità, una grande avversione all'obbedienza, e una grande inclinazione al comando, un vivo trasporto pei piaceri e pel fasto ...
Fermo e Lucia (pagina 37)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Confusa con questa idea, entrava però a poco a poco nella sua mente un'altra, che per esser monaca era mestieri del suo assenso volontario; e che questa cosa tanto certa non era però fatta, e che il farla o non farla sarebbe dipenduto da una sua determinazione: ma queste due idee un po' ripugnanti si acconciavano nella sua mente come potevano: perchè se un uomo non dovesse star tranquillo che dopo d'aver messe d'accordo tutte le sue idee, non vi sarebbe più tranquillità ... Ma ella s'accorse con maraviglia, e non senza confusione, che alcune delle sue compagne non sentivano punto d'invidia di questo suo avvenire; e alle immagini circoscritte e scarse che può somministrare anche ad una fantasia adolescente il primato in un monastero, opponevano le immagini varie e luccicanti di sposo, di palagi, di conviti, di villeggiature, di veglie, di tornei, di abiti, di carrozze, di livree, di braccieri, di paggi ... Sulle prime ella volle competere con le compagne, e sostenere la superiorità della condizione, che le era destinata; ma quanto più ella cercava di magnificare le sue dignità future, tanto più le esponeva ad un terribile genere di offesa, il ridicolo; sentimento che quelle spavalducce applicavano più naturalmente e più saporitamente alle dignità che vantava Geltrude, appunto perchè le vedevano esercitate dalle loro superiore; sorta di persone per le quali la puerizia prova così facilmente l'ammirazione, come lo scherno ... Con questo pensiero ella si teneva bastantemente sicura, ma non senza covare un sentimento d'invidia e di rancore contra quelle sue compagne le quali erano ben altrimenti sicure, e ch'ella avrebbe amate se la loro condizione non le fosse stata ad ogni momento un confronto doloroso ... Perchè questa sventurata non aveva un animo ostile, non si dilettava naturalmente nell'odio; ma le sue passioni erano tanto violente e tanto delicate, ella le idolatrava tanto, che tutto ciò che poteva essere ad esse di ostacolo, offenderle, contristarle, diveniva per lei oggetto di avversione, e sarebbe stato vittima del suo furore quand'ella avesse potuto impunemente sfogarlo ...
Fermo e Lucia (pagina 42)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... La vecchia alla quale il Marchesino era stato dato in guardia quando fu tolto alla nutrice, aveva per lui una falsa affezione di madre: in lui aveva poste tutte le sue compiacenze, le sue speranze, la sua gloria ... Geltrude, a compimento di quella giornata, dovette sentire le lodi e i consigli della vecchia che spogliandola e ponendola a letto le fece la storia di sue zie, e di sue prozie, le quali s'eran fatte monache per non intaccare il patrimonio della casa, e che se n'erano trovate ben contente perchè i monasteri dove s'erano chiuse avevan saputo tener conto dell'onore che arrecava loro l'aver dame di quella casa ...
Fermo e Lucia (pagina 48)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma quando dalle sue consulte ella aveva conchiuso che anche in quell'abito ella era avvenente assai, quand'anche ella se lo udiva ripetere dalle più mondane o dalle più adulatrici fra le sue compagne, il suo cuore ne rimaneva tutt'altro che soddisfatto ... Talvolta invece predominava nell'animo suo l'orrore al chiostro, alle regole, alla disciplina, all'obbedienza, alla solitudine, a tutte quelle cose in mezzo delle quali ella si trovava per forza, e allora non solo ella sopportava la svagatezza clamorosa delle sue allieve, ma la animava; si mesceva ai loro giuochi, e gli rendeva più liberi; entrava nei loro discorsi, e gli portava al di là delle intenzioni con le quali esse gli avevano incominciati ... In queste agitazioni, in questo stato di guerra continua con se stessa, e con ogni cosa circostante ella passò i primi anni del chiostro, non senza qualche ritorno di divozione, e di regolarità temporaria, dal quale ricadeva ben presto nelle sue abitudini predominanti ... Ma la clausura, le grate, le regole, la facevano camminare con una regolarità esteriore; i suoi pensieri soltanto vagavano in piena licenza; ma non v'era una occasione per concedere impunemente, o con lusinga d'impunità una simile licenza alle sue azioni ...
Fermo e Lucia (pagina 50)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Bisogna qui render giustizia a quella infelice: qual che fosse fin'allora stata la licenza dei suoi pensieri, il sentimento ch'ella provò in quel punto fu un terrore schietto e forte: chinò tosto lo sguardo, fece un cipiglio severo e sprezzante, e corse come a rifuggirsi sotto quel lato del porticato che toccava la casa del vicino, e dove per conseguenza ella era riparata dall'occhio temerario di quello: quivi tirando lunghesso il muro, rannicchiata e ristretta come se fosse inseguita, si avviò all'angolo dov'era una scaletta che conduceva alle sue stanze, vi salse, e vi si chiuse, quasi per porsi in sicuro ... Finalmente dopo lunga pezza ella si levò come stanca di tanti pensieri che finivano in uno, e desiderò di trovarsi con le sue educande, con le suore, di non esser sola ... Ma ella stava peggio nel giardino che già non fosse nelle sue stanze ... L'assedio dello scellerato Egidio non si rallentò, e Geltrude cominciò a mettersi sovente nella occasione di mostrargli ch'ella disapprovava le sue istanze, quindi passando gradatamente dalle dimostrazioni della disapprovazione a quelle della non curanza, da questa alla tolleranza, finalmente dopo un doloroso combattimento si diede per vinta in cuor suo, e con quei mezzi che lo ...
Fermo e Lucia (pagina 53)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Gli dispose in un luogo distante da quello a cui aveva disegnato di portarsi, e gli lasciò come a guardia, lasciando loro credere che andasse ad una delle sue solite avventure ... Combattuta continuamente tra il rimorso e la perversità, tra il terrore d'essere scoverta, e un certo bisogno di lasciare uno sfogo alle sue tante passioni, e tutte tumultuose, dominata più che mai da colui che ella risguardava come l'origine dei suoi più gravi, più veri e più terribili mali, e nello stesso tempo come il suo solo soccorso, l'infelice era nel suo interno ben più conturbata, e confusa che non apparisse nel suo discorso, per quanto poco ordinato egli fosse ... Per togliere ogni sospetto, e nello stesso tempo per dare un altro corso alle sue idee, procurava ella di toccar materie liete o indifferenti di discorso; ma ora il rimorso, ora la collera contra tutti quelli che le erano stata occasione di cadere in tanto profondo, ora una, ora un'altra memoria si gettavano a traverso alle sue idee, le scompaginavano, e lasciavano nelle sue parole un indizio del disordine che regnava nella sua mente ... La sua esperienza non era altro che del chiostro, di quel poco che aveva veduto nel tempo burrascoso passato nella casa paterna, e di ciò che aveva imparato dall'infame suo maestro; le sue idee erano un guazzabuglio composto di questi elementi, ed ella non aveva potuto attingere d'altronde cognizioni per fare almeno una scelta in questi elementi ... Le sue parole e il suo contegno sarebbero state uno scandalo insopportabile in un secolo meno bestiale di quello; ma allora la stranezza universale non lasciava spiccare la sua al punto da farne un oggetto di maraviglia singolare ...
Fermo e Lucia (pagina 68)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma, nel momento che Lucia spese a fare quei pochi passi, l'immaginazione di Geltrude aveva già veduto Egidio furibondo per essere stato ingannato, aveva già udite le sue imprecazioni, le sue minacce, s'era già pentita del suo pentimento, e quando Lucia ristette alla grata per intendere ciò che Geltrude avesse di nuovo a dirle; Geltrude confermata nella iniquità: «senti Lucia,» le disse, «ricordati bene di tutte le avvertenze che ti ho date; procura di tirarti in mente la strada che tu hai fatta venendo qui; se fossi in dubbio, domanda con indifferenza e con franchezza a qualche buona donna che passi per via; va in modo di non dar sospetto: fatti animo, chè già non è il viaggio di Madrid: va e torna presto ... Egli dolente e turbato d'essere così tardi avvertito, si portò a Monza sotto colore d'una visita generale, e venne a colloquio colla Signora, per esplorare dalle sue parole lo stato dell'animo suo; e ne uscì con più grave e più fondato sospetto ... D'allora in poi, la Signora, irritata dai sospetti che vedeva starle sopra, agitata dalle certezze della coscienza; esaltata per così dire dal suo stesso turbamento, perdè tutta la prudenza della colpa, le sue azioni divennero affatto indisciplinate, i suoi discorsi strani, furiosi, inverecondi ... Intanto lo scellerato vicino ripose il piede nel monastero, e parte colla persuasione, parte colle minacce astrinse le altre due sue vittime a seguirlo, e di notte con esse fuggì ...
Fermo e Lucia (pagina 80)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » Federigo stava ansioso attendendo, e il Conte narrò dell'infame contratto di Lucia, del rapimento, dell'arrivo di essa al suo castello, delle sue suppliche, e dei primi pensieri che a cagione di queste gli erano venuti ... Egli era pio in tutti i suoi pensieri, in tutte le sue parole, in tutte le sue opere: l'amore fervente di Dio e degli uomini era il suo sentimento abituale: la sua cura continua di fare il suo dovere, e la sua idea del dovere era: tutto il bene possibile: credeva egli sempre adunque di rimanere indietro, ed era profondamente umile, senza sapere di esserlo; come l'illibatezza, la carità operosa, lo zelo, la sofferenza, erano virtù ch'egli possedeva in un grado raro, ma che egli si studiava sempre di acquistare ... Si avanzò anch'egli incerto e curioso, anche inquieto di dovere trovarsi con quel famoso Conte: pure lo rassicurava la faccia ispirata del Cappellano, quelle sue parole che annunziavano oscuramente cose grandi, e ciò che più stava a cuore di Don Abbondio, cose quiete ... Il Cardinale, prese in disparte il curato di Chiuso, e dettogli brevemente di che si trattava, gli espose la sua intenzione di spedir tosto in lettiga una donna al castello a prender Lucia, affinchè questa alla prima nuova della liberazione si trovasse con una donna, il che sarebbe stato per quella poveretta una consolazione e una sicurezza, non meno che decenza per la cosa; e lo pregò di sceglier tosto fra le sue parrocchiane la donna più atta a questo uficio per saviezza, e la più pronta per carità ad assumerlo ...
Fermo e Lucia (pagina 92)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il corteggio raddoppiato andò verso la Chiesa, e quivi il Cardinale entrato come potè tra i plausi e gli urti, e pregato alquanto, cominciò le sue funzioni da un breve discorso ch'era uso di fare al popolo sulla visita ch'egli stava per intraprendere, e quindi si ritirò nella casa del Curato ... Per quanto quei buoni terrazzani avessero voglia di accogliere il loro vescovo con dimostrazioni straordinarie di venerazione e di affetto premuroso, non lo poterono fare, perchè i plausi e gli urti fino all'ultimo grado erano diventati l'accoglimento ordinario per lui, e quel primo entrare nelle Chiese, ch'egli andava a visitare, non era la minima delle sue pastorali fatiche, nè il più leggiero pericolo ... Quanto a Don Rodrigo, egli era messo almeno per qualche tempo fuori del caso di far paura; e la rimembranza di quest'uomo, trista certo e schifosa per Lucia, non accresceva però le sue inquetudini ... Ivi dopo d'aver ringraziato Dio dell'averla ricondotta quivi oltre e contra la speranza, si mise a rivisitare tutte le sue masserizie, come per provare se potesse ricominciare la sua vita passata; ma non v'era oggetto nella casa, non v'era angolo al quale non fossero associate idee divenute dolorose e ...
Fermo e Lucia (pagina 121)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Rivide egli con piacere Fermo che aveva instradato nei lavori della seta, e a cui aveva fatto da padre, e lo accolse lietamente, prese parte alle sue traversie, e gli promise intanto di procacciargli lavoro ... sfilacciata qua e là gli cadeva dalle spalle, una spada col manico di argento mirabilmente cesellato, e col fodero spelato gli pendeva dalla cintura; due manichini della stessa materia, e nello stesso stato della gorgiera uscivano dalle maniche strette dell'abito, e un ricco anello di diamanti sfolgorava talvolta, nell'una delle due sudicie sue mani: talvolta; perchè quell'anello passava anche una gran parte della sua vita nello scrigno d'un usurajo; e in quegli intervalli, Don Valeriano gestiva alquanto meno del solito ... Questo contrasto nel suo abito esteriore nasceva da altri contrasti del suo carattere e delle sue circostanze ... E siccome nelle idee di Don Valeriano le pompe e il fasto tenevano il primo luogo, così alle pompe e al fasto erano tosto consecrati i denari che toccavano le sue mani; e il necessario pativa ...
Fermo e Lucia (pagina 122)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il suo maestro e il suo autore era quel gran Martino del Rio il quale nelle sue Disquisizioni magiche aveva trattata la materia a fondo, aveva sciolti tutti i dubbj, e stabiliti i principj che per quasi due secoli divennero la norma della maggior parte dei letterati e dei tribunali, quel Martino del Rio che con le sue dotte fatiche ha fatto ardere tante streghe e tanti stregoni, e che ha saputo col vigore dei suoi ragionamenti dominare tanto sulla opinione publica, che il metter dubbio su la esistenza delle streghe era diventato un indizio di stregheria ... E bisogna confessare che il nostro Don Valeriano prevenne il giudizio del mondo sul merito del Castiglione: poco dopo Urbano VIII lo onorò delle sue lodi, Luigi XIII per consiglio del Cardinale di Richelieu, lo chiamò in Francia per esservi Istoriografo, Carlo Emmanuele di poi gli affidò lo stesso ufizio, il Card ... Quanto alla storia naturale, non aveva a dir vero attinto alle fonti, e non teneva nella sua biblioteca, nè Aristotele, nè Plinio, nè Dioscoride; giacchè come abbiam detto Don Valeriano non era un professore, ma un uomo colto semplicemente: sapeva però le cose le più importanti e le più degne di osservazione; e a tempo e luogo poteva fare una descrizione esatta dei draghi e delle sirene, e dire a proposito che la remora, quel pescerello, ferma una nave nell'alto, che l'unica fenice rinasce dalle sue ceneri, che la salamandra è incombustibile, che il cristallo non è altro che ghiaccio lentamente indurato ... Ma siccome la mente umana non può vivere senza idee, così Donna Prassede aveva le sue, e si governava con esse, come dicono che si dovrebbe fare cogli amici ...
Fermo e Lucia (pagina 124)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... In Chiesa poi, se uno di quegli che si trovavano sui banchi vicini aveva guardato attentamente a Lucia, o aveva tossito, Ghita, continuando a mormorare le sue orazioni, non pensava più che a guardare il suo deposito ... In altri tempi quella situazione così nuova, così opposta alle sue abitudini, così lontana dalle sue affezioni, le sarebbe stata penosissima, ma la facilità ch'ella vi trovava di ottenere quel suo scopo faceva ch'ella vi stesse con rassegnazione, e quasi vi riposasse se non con piacere, almeno col desiderio di farsela piacere ... Si studiava ella quindi di rinchiudere tutte le sue idee nella casa dove era stata allogata, di ristringerle alle sue occupazioni, si metteva con grande intensione a tutte le cose che le erano comandate, si rallegrava tutte le volte che vedeva dinanzi a sè molti doveri che occupassero tutta la sua giornata, che non le dessero agio di correre con la mente a desiderj vani e colpevoli, di smarrirsi nelle memorie d'un passato irreparabile ...
Fermo e Lucia (pagina 130)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... V'è pure in una di quelle sue lettere un tratto singolare che merita d'esser ricordato ... Ma dove trovare quello che le desse la sicurezza particolare di ch'ella aveva bisogno? Maneggiando e rimaneggiando quegli scudi d'oro, svolgendoli, e rincartocciandoli, togliendoli di seno per riporveli meglio, le sovvenne di colui che glieli aveva dati, delle sue proferte, del suo castello posto al confine e in alto come il nido dell'aquila; e si fermò tosto nel pensiero di cercarsi l'asilo colà ... Aveva già sotterrate, nascoste sul solajo, riposte alla meglio le masserizie più grosse; sbarrò come potè le finestre; tolse un fardello dove aveva ragunato ciò che le sue forze bastavano a portare; ravvolse per l'ultima volta quegli scudi d'oro, e li cacciò sotto il busto, tra la camicia e la pelle, uscì di casa, chiuse la porta, più per non trascurare una formalità che per fiducia che avesse in quei gangheri e in quelle imposte, si mise la chiave in tasca, e s'avviò ...
Fermo e Lucia (pagina 154)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... grato alle sue orecchie (che cosa non può divenir grata in questo mondo!) quel canto, che lo toglieva dall'intrigo di quella conversazione ... In questa tempesta di pensieri egli girava attorno uno sguardo sospettoso e irresoluto, quando gli parve di riconoscere il luogo per dove passava, richiamò le sue memorie, guardò più fisamente ... Altri pareva tutto infervorato a raccontare le sue sciaurate fantasie al tapino che giaceva oppresso dal male, o ad un altro infelice, preoccupato da altre fantasie; un altro si mostrava assorto e tranquillo in un immaginato contento; e quella apparenza di gioja e di serenità in mezzo a tanta miseria, pure ne accresceva l'orrore; tanto è terribile all'uomo il vedere in altri oscurato quel lume divino che lo fa esser uomo ... Il cuore di Fermo fu soverchiato a quella vista; ed egli stette un momento in fra due se dovesse tornarsene, e abbandonare una ricerca che superava le sue forze ...
Fermo e Lucia (pagina 165)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Se son vivi tuttora,» soggiunse, «non vi prego di far loro del bene, che con voi non fa bisogno; ma di darmi notizia di loro, e di dire a quella buona giovane ch'io mi ricordo sempre di lei, e mi raccomando alle sue orazioni ... E quando quel signore lo richiese di Fermo e di Lucia, e gli manifestò le sue intenzioni benevole, Don Abbondio, non solo si prestò volentieri, a secondarle, ma lo fece con una ispirazione molto felice ... Fermo pigliava sovente piacere a contare le sue avventure, e aggiungeva sempre: «d'allora in poi ho imparato a non mischiarmi a quei che gridano in piazza, a non fare la tal cosa, a guardarmi dalla tal altra» ...
Fior di passione (pagina 25)
di Matilde Serao (estratti)

... Egli si volse, e sulle sue labbra spuntò un sorriso debole ed indeciso ... Mentre Lottchen continuava a tormentarlo ed a tormentarsi, ricominciando per la centesima volta le sue recriminazioni, egli non osò risponderle parola ... Quando entrò come operaio nella fabbrica, credè di essere diventato un re; ma soffrì profondamente, perchè il lavoro usciva dalle sue mani rozzo e incompiuto ... Egli piangeva di rabbia per quelle spaventose difficoltà manuali, ed avrebbe voluto mordere le dita incapaci di tradurre in atto le sue fervide creazioni ... Così, a poco a poco, egli dominava e vinceva la materia, e le sue dita diventavano esperte e leggiere, affinando la loro sensibilità, ed egli potè metter fuori il lavoro utile, le idee nuove che s'erano chiuse come fiori al caldo della sua fantasia ...
Fior di passione (pagina 29)
di Matilde Serao (estratti)

... S'è perduta per il suo sguardo grigio o pei suoi ventiquattro anni? Pel suo labbro troppo corto o per la sua larga indifferenza? Pei capelli arruffati o per la sua adorazione pel principe? Per le sue rose rosse o pel suo orgoglio? Non si sa ... Nei lunghi pomeriggi estivi, nelle lunghe sere d'inverno, io prendeva uno sgabello e sedeva ai piedi di mia madre, appoggiando il capo sulle sue ginocchia ... Nel collegio le sue bizzarre e gaie amiche, con lo spiritello francese demolitore, le avevan messo in burla la Grecia, i Greci, i clefti, lord Byron, Haydée e l'uva passolina ... Le sue notti erano senza sogni ... Quando l'entusiasmo faceva vibrare le sue parole, invece di arrossire, impallidiva ...
Il colore del tempo (pagina 24)
di Federico De Roberto (estratti)

... Di questa discordia, e delle sue cause, non sarà inutile dire qualche cosa ... Alla notizia dell'aggressione americana egli ebbe improvvisamente coscienza delle sue simpatie per gli aggrediti ... Non potendo battersi, egli manifesta come può le sue simpatie per il popolo castigliano ... Io credo che un pensiero simile dovè passare per la mente di Giuseppe Giacosa, quando gli entusiasmi eccitati dalla Partita a scacchi e dal Trionfo d'amore impedirono ai loro esclusivi e quasi gelosi ammiratori di apprezzare esattamente le diverse qualità delle altre opere sue ... Le sue Impressioni d'America sono il frutto di quel viaggio ...
Il colore del tempo (pagina 31)
di Federico De Roberto (estratti)

... Chi ha scordato Busch, il sozzo affarista riscattato dal cieco amore che porta al fratello, a quel povero tisico che muore sognando una società rigenerata, in quella stessa casa dove si ordiscono i più immondi ricatti? Chi ha scordato quella Méchain che va attorno col sacco pieno di polizze scadute, di cambiali protestate, di titoli avariati, e che raccatta per pochi soldi un mucchio di azioni della Banca Universale, una sola delle quali valeva un tempo più di tremila lire? E i due sposini Jordan, poveri e sereni e felici, immuni dal contagio in mezzo a tanti dannati, a tante vittime della cupidigia? E l'ingenuo e illuso ingegnere Hamelin; e sua sorella, la povera signora Carolina; e la folle baronessa Sandorff, e le disgraziate contesse di Beauvilliers, e le povere orfanelle cui è stato insegnato a pregare il buon Dio perchè aiuti il signor Saccard, e che continuano a recitare l'innocente preghiera dopo che lo sciagurato ha rovinato mezza Parigi; e l'accecato Dejoie, che perde per lui i denari e la figlia, e nondimeno crede ancora in lui e prega il giudice di liberarlo per potergli affidare una seconda volta la fortuna, la vita e l'onore?… Questo non è il luogo di giudicare l'opera di Emilio Zola, di additarne le esagerazioni e i difetti; ma con tutti i suoi difetti e le sue esagerazioni non mette egli in piedi creature di carne e ossa, non le anima d'un soffio possente, non rende il colore, il calore, il movimento della vita? Max Nordau gli rimprovera la mancanza di proporzione, l'accumulazione di troppi fatti; dice che i suoi romanzi sono, perciò, «mostruosamente e visibilmente falsi» ... La critica, senza comprendere l'importanza psichiatrica di tale carattere, ha già da lungo tempo rilevato che in qualunque romanzo di Zola predomina un fatto, sotto forma di idea incoercibile, formante il perno dell'opera, e influente come simbolo terribile sulla vita e sulle azioni dei personaggi…» Queste osservazioni sono giuste in parte, e si adattano specialmente all'Argent Ma il giorno che Max Nordau ha ripreso il tema dello Zola, che altro ha fatto se non seguirne l'esempio? In questa Battaglia non è accumulata una gran quantità di osservazioni, di casi, di episodî relativi alla febbre del denaro? La Borsa, il Giuoco, la Speculazione non è uno dei personaggi principali del romanzo, non vi agisce, non vi ordisce le sue seduzioni, i suoi raggiri, le sue perfidie? La differenza è questa: che lo Zola, esagerando, ingrossando, calcando la mano, ci persuade, ci scuote, ci trascina; mentre il Nordau ci lascia freddi e indifferenti ... Ma crede forse il Nordau di essersi per proprio conto tenuto nello «strato medio della vita normale»? Crede che storie di fortune e di rovesci, di suicidî e di pazzie come quelle narrate nella sua Battaglia accadano tutti i giorni? Egli che se la prende non solo con lo Zola, ma anche con gli altri naturalisti; che accusa il Goncourt di farci «ballare dinanzi agli occhi tipi senza carne, composti di fumo e di nebbia,» è poi sicuro di non aver composto con la stessa ricetta qualche personaggio del suo romanzo, come Henneberg, ribaldo capace di pagare con la vita le sue ribalderie; o meglio come l'Augusta, angelo caduto nel fango, mercantessa di baci che diviene poi moglie esemplare, spirito emancipato e ribelle che si mostra poi ligio a quanto credeva pregiudizio? Egli che accusa e deride gl'impressionisti alla Daudet non si è proprio ricordato, sia pure inconsciamente, di nessun personaggio del Daudet, quando ha descritto la famiglia Masmajour e il re di Laos e il generale Zagal?… Lo Zola ha più volte dichiarato di aver fatto, coi suoi romanzi, altrettanti esperimenti scientifici ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 21)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Certe sue mosse, certe occhiate al marito, certe attitudini sdegnose o certe ostentate espressioni d'affetto quando Alfonso tornava a casa dopo le frequenti assenze, per osservatori inesperti sarebbero state prove di stanchezza, di freddezza, magari di un'antipatia insorgente e indarno repressa ... Inoltrandosi negli anni e negli studi, a quel dilettarsi di una cultura superficiale e varia, al compiacimento di poter discorrere, con nozioni vecchie e nuove, di astronomia, di fisica e di chimica, di botanica e zoologia e mineralogia, eccetera, e di potere, con vive rimembranze, adornarsi di storia e filosofia e poesia, gli era seguìto nell'animo un senso di rammarico, come in chi s'avvede di consumare invano le sue forze ... Se Turri consultasse qualche libro? qualche scienziato? Ma no!, fiducioso, Turri non consultava niente e nessuno, o, tutt'al più, si rivolgeva a Adriana, allorchè assisteva alle severe lezioni, chiedendo: — Che fenomeni, eh, signora? La signora rompeva in una delle sue gaie risate e rispondeva: — E questo è poco! Chi sa in Sirio! Ma con il collega le cose procedevano diversamente ...
Il ponte del Paradiso (pagina 7)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Lo aveva sentenziato il Metastasio, in una di quelle sue ammirabili strofette per musica ... Ed anche a Venezia, così presso a Federigo, non potevano mica averlo sempre in compagnia: quel benedetto servizio aveva le sue esigenze quotidiane ... Ma anche Raimondo aveva le sue ore impegnate: poteva fare una visitina, ed anche a brevi intervalli, non già mettersi a loro disposizione per visitar chiese, palazzi e musei ... Il mutuo e l'ipoteca, due invenzioni pestifere! Al conte Filippo Aldini, morto il padre e pagati i debiti della successione, restava appena una tenuta dell'alto Parmigiano, senza ipoteche, grazie al cielo, e che poteva rendere ancora un anno per l'altro le sue ottomila lire ... Aveva le sue rimesse da Parma, pagabili presso il banco Zuliani, e da questa circostanza era nata la sua relazione con Raimondo, che aveva preso a volergli bene assai presto ...
Il ponte del Paradiso (pagina 15)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Ricorda, signorina, le Nozze di Cana, che maraviglia? Quelle centinaia di personaggi d'ogni razza e d'ogni provenienza, si occupano ben poco del convitato principale e del miracolo ch'egli sarà costretto a fare per loro soddisfazione; ma che importa? La nota dominante è l'allegria della festa: l'allegria basterà dunque a collegare, a stringere in una tante espressioni svariate; e finalmente la vita umana non sarà stata mai rappresentata così vera, così evidente, nella pienezza delle sue forze, nella molteplicità delle sue espansioni ... Come il famoso Canaletto per le sue architetture e per le vedute dei punti più pittoreschi di Venezia, il Longhi suo contemporaneo, in graziose scene di mascherate, di conversazioni signorili e di adunate popolari, aveva espressa la vita della sua città in tutti gli aspetti ... I nobili del tempo si contendevano quelle sue tele, poche delle quali erano più alte d'un metro e più larghe di due, mentre il maggior numero andavano poco oltre la metà delle accennate misure, e talune scendevano anche al disotto ...
Il ponte del Paradiso (pagina 39)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Ma il foglio che c'era dentro, che cosa portava nelle sue pieghe? proprio la notizia che un debitore non era scappato? Questi pensieri, tutti intessuti di dubbi angosciosi, dovevano tenerla quella notte ben desta, facendole dar volta ad ogni momento nel suo letto, sotto gl'impulsi d'una febbrile inquietudine ... „ Oh, caro! Si era egli dunque finito di persuadere da sè? C'erano molte più cose da opporre a lui, e alle sue facili persuasioni ... Con tante fatiche, non era dunque riuscita a nulla? E non le si offriva nient'altro, per muovere alla riscossa, per mettere a segno il cacciatore di doti? Ah, se avesse potuto discorrer lei, col banchiere Anselmo! Quello non doveva avere la stupida fretta delle sue donne, e neanche gli stolidi capricci del suo collega di Venezia; quattro ragioni spiattellate lì, senza tanti rigiri, lo avrebbero convinto della necessità di rompere quei negoziati vergognosi ... Filippo sposo! Filippo che si rideva di lei e delle sue furie impotenti! Ah, il signorino, il bel conte, così mutato da quello di un giorno! Perchè egli, con tutti i suoi rimorsi, con tutte le sue prudenti esortazioni, non poteva negare a sè stesso di averla ricambiata di amore ...
Il ponte del Paradiso (pagina 47)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Quante cose, in due giorni! quante confusioni, quanti contrasti, e quante rovine! Ma erano veramente due giorni? non due settimane, due mesi, due anni? Ed era stato proprio il giorno innanzi, ch'egli aveva promesso a Livia un ultimo atto di resistenza, il tentativo iniquo di mandare in fumo la propria felicità? Era stato il giorno innanzi, che Raimondo Zuliani, amico più caldo ed imperioso che mai, aveva sgominato il suo tentativo, rotto d'un colpo il suo faticoso tessuto di scrupoli vani, dimostrandogli che oramai l'onor suo era impegnato, e che alla perdita dell'onor suo non avrebbe potuto sopravvivere? Povero amico Raimondo! Ben altra perdita doveva egli toccare indi a poco, perdendo tutte le sue illusioni ad un tratto! Lei infedele, la sua Livia adorata; lei pazza, e nell'impeto cieco del suo orgoglio offeso, diventata feroce, tragica come una Furia antica! Egli, il povero disilluso, giustamente irato, anelante a vendetta, incatenato ancora dall'amor suo, smarrito tra la necessità di provvedere al suo onore oltraggiato e il desiderio di salvare quella donna da una vergogna altrimenti inevitabile, non era riuscito ad altro che a scavarsi con le sue mani la fossa! Era giustizia, quella? Cieca, davvero, cieca lassù come in terra! Ed ora? Se la signora Zuliani, che era stata a sentire, commetteva un'altra delle sue malaugurate follìe, qual nuova vergogna per lui, nel cospetto di quell'uomo infelice! Perchè certamente aveva sentito; soffermata là, dietro l'uscio a vetri, per assicurarsi che il visitatore fosse veramente Raimondo; rimasta inchiodata a quel posto da un sentimento di curiosità morbosa; partita finalmente, dopo aver ascoltato l'essenziale, il terribile, dell'infausto colloquio ... Ma infine, perchè sgomentarsene? perchè dolersene? L'imprudenza di lei non aveva portato lì per lì conseguenze spiacevoli; per tutto l'altro, poichè il male era fatto, bisognava commettersi in balia del destino, e tanto meglio se quella donna aveva ascoltato: ella poteva misurare l'ampiezza del male commesso con le sue smanie gelose; poteva anche riconoscere la grandezza d'animo dell'infelice Raimondo, così poco savio con le sue illusioni, ma così nobile ad un tempo, perchè quelle illusioni erano state belle come l'anima sua, e che ad ogni modo se ne riscattava con un eroismo sublime ...
Il ponte del Paradiso (pagina 57)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Di là dal ponte di Rialto, Margherita sporse il capo fuori del felze, e tese lo sguardo cercando il palazzo Orseolo, uno dei più graziosi di Venezia, notevole per la eleganza delle sue cornici, delle sue modanature, e più per le sue finestre ad arco acuto, dai terrazzini sporgenti, vagamente intessuti di pilastrini ornati a fogliami e di rosoni traforati, nello stile del Quattrocento ... Per nascondere la sua ansietà, Margherita tirò accortamente i discorsi di tavola sulle compere fatte dalla mamma in quei giorni, pel corredo del suo Federigo; quel famoso corredo che doveva accordarsi nelle sue parti con tanti climi e temperature differenti sulla faccia del globo ...
Il ponte del Paradiso (pagina 61)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Nella camera di Raimondo, frattanto, dopo aver liberata la povera signora dalle sue vesti inzuppate, il medico faceva le sue esplorazioni ... E il signor questore, rinnovate le sue condoglianze, si accomiatò dal signor Zuliani, esortandolo ad esser forte, a sperare ...  — Giovanni diede anzitutto una guardata sospettosa intorno, poi ammiccò al padrone, mostrandogli le sue braccia nerborute, e facendo l'atto di scrollare davanti a sè qualche cosa ...
L'amore che torna (pagina 6)
di Guido da Verona (estratti)

... Le sue mani si posarono aperte su le mie spalle, strinsero, strinsero forte ... Le sue labbra, con irosa gioia, si lasciarono cogliere su la bocca il primo nostro bacio d'amore ... Salito che fui nell'anticamera, il domestico tornò da capo con le sue rispettose maraviglie ... Infatti, nel solito angolo della sala, sprofondata in una immensa poltrona, la zia di Edoarda lavorava come sempre alle sue cuffie di lana ... Poich'ero assai confuso, Whisky sopra tutto m'interessava, con le sue comiche impertinenze, con le sue capriole sui cuscini, vispo come un furetto ...
L'amore che torna (pagina 7)
di Guido da Verona (estratti)

... — Già, l'emicrania! — disse la zia, stirando le sue cuffie ... E riprese le sue cuffie di lana, borbottando a voce bassa, e tratto tratto inforcandosi meglio sul naso gli occhiali visibilmente appannati ... Ridevano intorno i vetusti arredi, portati lì dal palazzo dei Materdomini, che avevo dovuto vendere l'anno prima per causa de' miei dissesti, ad uno speculatore straniero, e persino rideva dal quadro annerito l'arcigna e barbuta mia trisavola (Agnese Caterina dei Guelfo di Materdomini), la quale provocava l'ilarità di Elena, specialmente per la struttura del suo naso e la lunghezza delle sue dita ... Da lei, dalle sue vesti, si esalava un odore tenuissimo, forse un po' simile all'eliotropio, quell'odore che reca talvolta il vento della primavera quando giunge di lontano ed è passato sopra le serre aperte ... Ma come ardire? Non ella era venuta verso me con l'anima sul palmo della mano, perchè io vi spegnessi la mia sete? Io solo avevo dalle sue gote fatta sfiorire la giovinezza, e nella primavera della sua vita ero passato io solo, ma come un turbine, come una devastazione ... Pensai: «S'ella sapesse odiarmi!» E l'idea che nelle deboli sue membra potesse ancora insorgere l'odio, questa magnifica ribellione, me la fece improvvisamente apparir più bella ...
L'amore che torna (pagina 16)
di Guido da Verona (estratti)

... E talvolta, partendo, serrava lungamente una mano della fanciulla tra le sue ... Dopo alcuni mesi dall'arrivo, un giorno ella si recò a visitare l'Hohenfels, al quale aveva scritto di quando in quando lungo le sue peregrinazioni ... Una settimana dopo l'andò a visitare nelle sue piccole stanze, e giudicando il luogo inadatto, disse che per il medesimo prezzo avrebbe potuto trovare assai meglio a Berlino, se gli concedeva di far ricerche per lei ... Ella se ne schermì più volte, ma le sue preghiere la vinsero, perch'egli sapeva essere persuasivo, cortese, discreto ...
L'amore che torna (pagina 20)
di Guido da Verona (estratti)

... Tacitamente allora egli si tolse un anello, adorno d'una pietra pallida, che portava sempre in un dito della mano femminea, e lo passò in dito ad Elena, prendendola per il polso, dove il colore delle sue vene minute somigliava un poco alla trasparenza turchina di quella pietra ... ebbe nella faccia il suo respiro, le sue lacrime, udì la sua voce ancora, come in un sogno, gridargli: — Addio! addio! ... Solo era gelosissima di lei; ne allontanava i corteggiatori con maggior severità che una madre ed era molto curiosa di conoscere le sue trascorse vicende ... Mathias le scriveva sovente, ma le sue lettere suscitavano in lei un senso di grande malinconia ... A poco a poco le sue notizie diradarono; ella rimase varie settimane senza ricevere alcun cenno, finchè, da una lettera della signora Bergmann, seppe che Mathias versava in condizioni gravissime, e che, non avendo alcuno per assisterlo, si era fatto ricoverare all'ospedale ... Per la prima volta, dopo la morte della madre, conobbe un dolore profondo, e dietro il velo delle sue lacrime rivide come in un ...
L'amore che torna (pagina 35)
di Guido da Verona (estratti)

... Elena frequentava le sue lezioni, la mattina ed il pomeriggio; di sera per lo più, vinta dalla stanchezza, non amava uscire ... Io silenzioso, ed ella gaia, loquace, mi narrava tutti gli avvenimenti più futili della scuola, e mi aveva così ben descritte le sue compagne, che ad una ad una quasi mi pareva di conoscerle tutte ... Così qualche volta il mio amore diveniva crudele, sospettoso, violento: mi piaceva intiepidir la sua fede, smorzare le sue speranze, ferirla nell'orgoglio, per non lasciarle comprendere in quali angustie si dibattesse il mio spirito ... Il suo discorso era gaio, paradossale, volubile, quantunque in ogni parola si tradisse la profonda esperienza ch'egli aveva dell'uomo e delle sue passioni, della vita e de' suoi casi ...
L'amore che torna (pagina 45)
di Guido da Verona (estratti)

... Le sue lacrime erano la sola cosa al mondo che non potessi vedere senza commuovermi ... Almeno fosse così! — Lo desideri proprio? — mi domandò, stringendomi le tempie fra le sue mani calde, mentre le nostre bocche si congiunsero ... — Poi, senti, — prosegui; — ho ancora, se non isbaglio, alcune lettere sue, nelle quali appunto mi rimprovera la mia grande insensibilità ... La lettera infatti confermava le sue parole ...
L'amore che torna (pagina 57)
di Guido da Verona (estratti)

... — Non voglio ricordarmi, voglio averti sempre, sempre! Le sue mani mi lisciavan ora i capelli, dolcemente, lentamente ... quell'uomo ha certe sue fissazioni! Mi seccava che tu leggessi certe bizzarìe ... — Ascoltami bene, — le dissi, prendendole i due polsi, come per non perdere un solo battito delle sue vene, ma insieme per stringerla nel dominio della mia volontà ... Di nuovo le sue falangi lievi, con un gesto di consolazione, mi passarono tra i capelli, e nel lungo silenzio ch'ella frappose dinanzi alla risposta, forse dalla malinconia del suo sguardo, forse dalla tristezza del sorriso che le rischiarava la faccia, compresi di aver commesso un grande fallo e mi sembrò di aver aperta in quell'anima una profonda ferita ... Sentii le sue mani congiunte posarmi sul capo, con la lievità d'una carezza, e l'intesi dirmi, piano, come si profferisce un voto: — Io ti faccio una sola promessa: quella di non amare mai più, nulla, nessuno, dopo di te, — neanche te, se ti potrò dimenticare ...
L'amore che torna (pagina 74)
di Guido da Verona (estratti)

... Il giorno del primo concerto, quando entrai nella sala gremita, il grande Paderewsky già suonava; la sua testa d'angelo, placida e pura, sembrava sognasse le note che le sue mani andavano suscitando con un prodigio di maestria ... Andavo per curiosità rileggendo alcune sue lettere, che m'erano rimaste per caso, e pur dicendomi che il tempo muta e travolge tutto, le somme felicità come i più acerbi dolori, tuttavia non potevo riconoscere nella sua nova bellezza di donna un poco altera, la timida fanciulla di un tempo, ch'era stata, nelle mie mani, quasi un trastullo fragile ... Lungi dal cogliere sùbito un pretesto per andar via, o dal mostrarsi punto in imbarazzo, continuò a discorrere animatamente, come se nulla fosse accaduto, mettendo nelle sue parole un sale, una briosità, che non le conoscevo ancora ...
L'arte di prender marito (pagina 17)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Il banchiere può facilmente aprire le porte della ricchezza alla propria famiglia e per le sue relazioni alte e molteplici, offre alla moglie una società variata, divertimenti rumorosi; tutte le compiacenze della vita mondana ... L'industriale è un creatore: plasma la materia e le dà nuova forma, adopera le mani sue, quelle dei suoi operai, quelle delle macchine, e quando riesce a far cose nuove o a far meglio e più presto d'un altro una cosa vecchia, arricchisce sè e il proprio paese ... È un buon marito, se non si accontenta di possedere, ma si occupa egli stesso delle sue terre e le coltiva e le ama e si studia di portare un po' di luce di scienza nelle tenebre profonde dell'empirismo contadinesco ... Accompagna, sempre che puoi, il tuo proprietario nelle sue terre, e persuadilo ad andarvi spesso, spessissimo ...
La favorita del Mahdi (pagina 2)
di Emilio Salgari (estratti)

... Aspetta che veniamo alle mani colle sue orde e tu le vedrai squagliarsi come neve al sole ... L'almea, entrata nel caffè, dopo di aver salutato gli astanti con un sorriso affascinante e d'aver dispensato baci colla punta delle sue manine, s'avvolse in un azzurro velo ... La sua faccia era visibilmente alterata, le sue labbra di quando in quando fremevano e grosse gocce di sudore scorrevangli sull'ampia fronte ... Non ho mai visto una donna simile! È superba come un urì! Abd-el-Kerim rialzò il capo, le sue mani si raggrinzarono rigando colle unghie la pelle dell'angareb e lanciò una torva occhiata sul greco ...
La favorita del Mahdi (pagina 14)
di Emilio Salgari (estratti)

... Traditore e spergiuro adunque, quest'arabo del demonio!… Maledetta Fathma, sei stata la causa di tutte le mie disgrazie! «Ma Notis è forte e tremendo nelle sue ire e nelle sue vendette, e per quanto io ami quell'almea, mi vendicherò, ma ben terribilmente ... Lo sceicco Fit Debbeud è a secco di talleri e purchè voi riempiate le sue tasche vi ammazzerà dieci volte Abd-el-Kerim ...
La favorita del Mahdi (pagina 67)
di Emilio Salgari (estratti)

... Più tardi si recava a Tormamat, cinquanta miglia al settentrione di Chartum e vi fondava una scuola per propugnare le sue idee, ma ricevuto nel 1870 il titolo di fakir, l'abbandonava per ritirarsi nella rocciosa isola di Abat, che sotto il 13° grado divide il corso del Nilo ... Colla sua pietà, colle sue penitenze, Ahmed non tardò a formare numerose schiere di proseliti fra i baggàra che abitavano lo sponde del Nilo ... Baggàra, Denka, Bongo, Scianghiè, Barabrà, Abù-Rof, Foriani e Arabi tutti accorsero sotto le sue bandiere e quando egli li ebbe assicurati che i cannoni dei nemici avrebbero vomitato acqua invece di fuoco e ferro, e che coloro che cadrebbero sul campo di battaglia salirebbero in paradiso, cominciò arditamente la ribellione ... I scilluk furono distrutti dalle sue orde ... Il novembre 1882 le sue orde entravano nella cittadella di Bara dopo di aver massacrato 850 basci-bozuk che si recavano a El-Obeid, e 1000 egiziani che si recavano nella città da lui presa ... Il 15 gennaio, dopo un assedio di parecchi mesi, entrava in El-Obeid, la capitale del Kordofan; 3500 egiziani furono trucidati e gli altri passarono sotto le sue bandiere ...
La favorita del Mahdi (pagina 78)
di Emilio Salgari (estratti)

... La sua fronte era assai aggrottata e il sorriso ironico che poco prima errava sulle sue labbra era scomparso ... S'arrestò di botto, le sue labbra si agitarono come volessero parlare, ma non disse verbo ... Una grossa lagrima, una di quelle lagrime amare che erompono da un cuore straziato, a quel modo che il sangue zampilla da una profonda ferita, si sospese alle sue ciglia e rotolò silenziosamente giù per le incavate gote ... La faccia ritornò fredda, dura e il sarcastico e crudele sorriso riapparve sulle sue labbra ... Le sue mani si aprirono e si chiusero convulsivamente come volessero stritolare qualche cosa ...
La strega ovvero degli inganni de' demoni (pagina 3)
di Giovan Francesco Pico Della Mirandola (estratti)

... abbia fatto bella e dilettevol fatica, nel tradurre di latino in toscano, quel divino e illustre signore autore del libro, ch'ella ha preso a tradurre: signor veramente, fra i rari e dotti ingegni del suo tempo, rarissimo e dottissimo, come si vede per le molte opere sue ... _E questo dico, perchè avendo ella avuto un padre tanto virtuoso ed eccellente, che per il merito delle sue rare virtù, oltra l'avere tenuto le prime cattedre degli studj d'Italia, fu anche chiamato (come sa ognuno che conobbe maestro Andrea Turini), e tirato al consiglio e servizio di due sommi Pontefici, Clemente settimo e Paulo terzo, con tanta onorata provvisione ... Laonde, avendo conosciuto il prefato Clemente la molta sufficienza, la intera fede e le sue rare virtù, lo mandò in Francia al servizio, alla cura ed ai secreti di Caterina sua nipote, illustrissima duchessa d'Orliens, oggi serenissima regina di Francia, con provvisione di mille scudi d'oro, ove non stette molto tempo; chè avendo conosciuto il Cristianissimo re di Francia i meriti delle sue virtù, lo elesse fra gli altri eccellenti e nobili, ch'egli aveva, per suo particolar medico, e non con minor provvisione di quella del sommo Pontefice ... Baldassare Turini suo zio, il quale per i meriti delle sue virtù, fu da Leone X pontefice massimo eletto per suo Datario, uffizio di tanto onore ed importanza quanto sa ciascuno che ha pratica della corte di Roma; per le quali fu di poi ancora eletto da Paulo terzo, pontefice massimo, cherico di camera, e segretario apostolico, alle opere del quale è obbligatissima di perpetua e grata memoria la terra nostra, sì per gli belli ed onorati edifizj, come anco per avere rinnovato la memoria (già spenta per le passate pesti, e per gli gravi incendj di guerra) degli ecclesiastici onori di quella, avendo sua signoria reverenda (con il mezzo e favore di Leone X) di nuovo eretto il collegio de' canonici, che già anticamente era onoratissimo nella nostra collegiata chiesa di S ... Essendo una volta domandato (ragionandosi sopra le mie opere) per qual cagione io non scrivessi in dialogo, ma in orazione continuata, per capi, per conclusioni, ad alcuna cosa ancora per quistioni e annotazioni, dissi liberamente piacermi più lo spartire la cosa di che si tratta nelle sue membra, e ch'el dialogo mi pareva simile alla Poesia: quantunque io sappia che tal volta le favole si sogliono scrivere in orazione familiare, e tal volta ancora le cose ben gravi in verso; il che osservammo ne' nostri inni, e in questa che facendo poco fa, la quale ora ti mandiamo per trattenimento nell'ozio ...
La trovatella di Milano
di Carolina Invernizio (estratti)

... —Sì, ma spero non mi prenderete per un ladro o qualche malfattore travestito, sorpreso dalle guardie: chi mi seguiva è un mio nemico ed io avevo le mie buone ragioni per non cadere nelle sue mani ... Allora il viso di questi subì una trasformazione: la fronte gli si corrugò come quella dì un vecchio: i suoi occhi presero un'espressione dura, quasi crudele, le sue labbra si raggrinzarono ... Fu scossa nel vederlo ricomparire: le sue guancie si infiammarono ed un sorriso, un po' tremulo, inarcò le sue rosee labbra ...
La trovatella di Milano (pagina 3)
di Carolina Invernizio (estratti)

... Eppure nelle sue vene scorreva un sangue caldo, impetuoso, aveva la fantasia vivacissima e l'avventura di quella notte colla maschera misteriosa, la gettò bruscamente in un mondo d'idee nuove per lei e perciò appunto più pericolose ... Invano la bella guantaja cercò dormire: nell'ombra della stanza, vedeva sempre l'immagine dello sconosciuto, sentiva ancora sulle sue labbra il tocco bruciante delle labbra di lui ... Il viso di una bianchezza cerea spiccava ancora più sotto la lunghissima barba di un nero d'ebano; i suoi occhi bigi avevano uno sguardo duro, imperioso; il sorriso ironico delle sfingi increspava le sue labbra sottili ... Gabriele si sentiva amato ed era quasi convinto che un giorno o l'altro, il conte si sarebbe piegato alle sue preghiere ed a quelle della figlia ...
La trovatella di Milano (pagina 6)
di Carolina Invernizio (estratti)

... E mentre le sue labbra menzognere si posavano sulla fronte incontaminata di Adriana, pensava fra sè, con un sospiro di sollievo: —Il briccone l'ha proprio indovinata! CAPITOLO SESTO ... Corse ad aprire e la giovane guantaia era appena entrata, che Diego senza osservarla, la strinse fra le sue braccia, ne cercò le labbra, imprimendovi dei baci lunghi, ardenti ... Si passò una mano sulla fronte, poi le sue idee presero un altro corso ...
La trovatella di Milano (pagina 10)
di Carolina Invernizio (estratti)

... —L'ho mandata a letto: avete forse bisogno di lei?… —No, tutt'altro, anzi sono lieto della sua mancanza, perchè stanotte, spero far io le sue veci presso di voi ... Si curvò su di lei e sollevatala violentemente fra le sue braccia, la depose sul letto ... E le sue mani si accinsero a slacciare con moto febbrile il corsetto della disgraziata, allorchè una voce aspra, mordente, risuonò alle sue spalle ...
La trovatella di Milano (pagina 11)
di Carolina Invernizio (estratti)

... C'era tanta supplica nel suo accento, tanta solennità nel suo gesto, che il giovane vinto, si affrettò a sollevare la svenuta fra le sue braccia, esclamando: —Ebbene… vado… vado, ma ad una condizione: tornerò ... Maria non rivolse un solo sguardo ai lineamenti contraffatti del cadavere; un sentimento superiore la dominava in quell'istante, precipitava le sue risoluzioni ... Maria si avvicinò e in quel momento solo, fu colta da una straziante apprensione, che diede al suo sguardo un non so che di smarrito, increspò fortemente le sue labbra ...
La trovatella di Milano (pagina 12)
di Carolina Invernizio (estratti)

... L'uno era divenuto suo amico, si era appoggiato a lei con somma fiducia, l'aveva chiamata sorella; l'altra era caduta ai suoi piedi, chiedendole perdono d'averla sospettata, poi l'aveva stretta fra le sue braccia, pianto con lei ... Così pure fece di tutte le altre lettere e fogli ritrovati nello scrittoio… E quando la sua opera di distruzione fu compiuta, una specie di sorriso dischiuse le sue labbra, un sospiro profondo sollevò il suo petto ... L'accusata aveva raccontato senza reticenze, freddamente, a testa alta «che ella era stata l'amante del giovine, prima ancora che egli prendesse moglie: aggiunse che Diego le aveva giurato di continuare la loro relazione, perchè sposando la figlia del conte Patta, non aveva avuto in mira altro che l'interesse; quindi invece di condurre la sposa lontano aveva scelto per la luna di miele la solitudine di quella villetta presso Cernusco-Merate, così poteva continuamente recarsi a Milano… «Ma il marchese Diego dopo alcuni giorni pareva aver dimenticati i suoi giuramenti: si erano incontrati una sol volta, ed egli si era mostrato freddo, annoiato, rispondendo alle sue smanie, alle sue suppliche di non abbandonarla, con delle beffe, parole insultanti, e persino con delle minaccie… «Ella aveva tutto sofferto, illudendosi ancora, sperando sempre che il giovane sarebbe ritornato a lei; ma Diego non le dette più segno di vita ... «Disse che ebbe tosto il presentimento che l'attirasse in un tranello, perchè aveva letto qualche cosa di crudele, di feroce nei suoi occhi; capiva che la menzogna deturpava le sue labbra ...
La vita comincia domani
di Guido da Verona (estratti)

... Una doppia scalinata di cinque gradini scendeva da un lato e dall'altro della veranda pianamente nel giardino; su la duplice balaustrata e lungo il davanzale invetriato correva una spalliera di geranio rampicante, che, salito per lo zoccolo del muro, lanciava in alto come un'ondata la straordinaria sua fioritura, poi, curvandosi, buttava sino a terra un magnifico mantello di broccato, colmo nelle sue pieghe d'innumerevoli fiori; leggeri alcuni e tenui come arabeschi di filigrana, che li moveva il più sommesso vento, altri così grevi e soffici che ricadevano per il soverchio peso, come fiori tramati in una stoffa o ritagliati a forbici nella foltezza di un meraviglioso velluto ... Questa grande spalliera di gerani era l'amore e l'orgoglio di papà Stefano, che vi prodigava tutte le sue cure ... Dallo sterrato innanzi alla casa il viale, sparso di ghiaia, si cacciava senza nascondersi entro un piccolo bosco di bambù; snodava le sue curve tortuose per il pendìo dei giardino, poi, rompendo fuori da una macchia d'alberi e fiancheggiandosi d'un pergolato, scendeva diritto al cancello verso la strada campestre ... Rapidamente, con le sue mani svelte, la fanciulla ordinò le chicchere sul tavolino ... Un passo lontano da lui, sovra una seggiola di paglia, era il suo logoro violino e v'erano i suoi grossi gomitoli di lana, coi ferri da calza, poichè scrivendo, sonando e facendo la calza egli occupava la monotonia delle sue lunghe giornate ...
La vita comincia domani (pagina 11)
di Guido da Verona (estratti)

... E nelle sue membra malate sentì quasi una paura fisica di quella forte creatura, che aveva diritto a vivere, a ridere, a godere, a mentire, a far tutto ciò che fanno i vivi, mentr'egli non era più che un morto ancora barcollante, un travolto su cui la vita degli altri passava come un torrente infrenabile ... E quel rumore continuo, come di sonagliere su la strada, come di campanelli infuriati, gli cresceva dentro senza posa, lo stordiva, lo accasciava, suscitando nelle sue pupille dilatate una continuità velocissima di bagliori e di vampe ... Sognò di lei, paurosamente, voluttuosamente, quasi per un bacio ch'ella gli desse, non più su la fronte, come soleva, ma con le calde labbra su le sue labbra ardenti, — un bacio snervante, lungo, lento, che gli assorbiva dalla gola turgida il respiro, che gli scorreva sui nervi non placati come una molteplice carezza ... Ella si rannicchiava, freddolosa e vogliosa, dentro l'accappatoio caldo: le uscivano dal basso i piedi rosati, le sue ginocchia tonde gli urtavano contro il petto, stando ella tutta raccolta in sè, tutta piegata come per ischermirsi ...
La vita comincia domani (pagina 12)
di Guido da Verona (estratti)

... risonanze opache, forse nelle spalle affaticate per il peso del suo petto fiorente, forse nelle braccia pieghevoli, nelle ginocchia pigre, un non so che di stanco, di lascivo, anzi una specie d'indefinito languore, che pareva, come un fumo d'oppio, addormentare le sue dolci membra in un letargo pieno d'insensibilità ... Parole! tutto questo non è che un telaio fragile di parole! Vivere! questa è la sola verità; con tutte le sue rapine indispensabili, con tutte le sue crudeltà fatali ... — chiamò con le sue fredde labbra ... Ella prese le sue mani, con dolcezza; le strinse ...
La vita comincia domani (pagina 15)
di Guido da Verona (estratti)

... Sole, nell'alta notte, nell'alto silenzio, brillano d'una luce impudica, irruenta, ilare, che somiglia quasi ad uno scoppio di riso, che somiglia quasi alla bianchezza d'una nudità, — e sono le finestre dell'amore; ma dell'amore giovine, che non rifugia nell'ombra le sue colpe, che non ha paura della propria felicità ... Egli disse a lei, che s'annidava nelle sue braccia, e lo disse come per esprimere quella imprecisa paura: — Non odi? — Che? — Un rumore ... Poi fece una pausa ed accrebbe la lentezza delle sue parole ... Ismemorata, come se non potesse bene afferrare il senso di quelle sue parole, ma tuttavia ne rabbrividisse: — La disperazione? ... Più forte che l'aroma della notte primaverile, più forte che l'olezzo del giardino ebbro, vaporante come un incensiere, su lui potè l'odore femineo di quella sua bocca soavissima, di quelle sue labbra socchiuse, appena umide, che avevano sete, che avevano involontariamente la forma ed il sapore d'un bacio, ch'erano più lascive di una forma ignuda, più nude che la nudità ...
La vita comincia domani (pagina 29)
di Guido da Verona (estratti)

... — «No!» E si aderse in tutte le sue membra, di scatto, come davanti ad una provocazione ... Uscì nel corridoio, giunse fino al pianerottolo, ed un senso di libertà quasi gioconda entrò nelle sue fredde vene, come quando si riacquista il respiro dopo un principio di soffocazione ... Allora, in quel punto, si ricordò che le sue scarpe scricchiolavano; e cavatele in fretta, cercò a tastoni presso il letto le pantofole di feltro ... Sbarrò gli occhi e su le iridi provò una sensazione di freddo; si mise a considerare l'ipotesi che il coraggio gli venisse meno, che le sue braccia mancassero di forza per sollevare quel peso; un gran terrore s'aperse in lui, vuoto e freddo come un'enorme voragine ... Avanti!» Alle sue ginocchia disse: «Avanti!» — al suo piede feltrato, e lo disse più fortemente al cuore che batteva ... Lei!» Allora la vide, che dormiva nel suo letto, immersa nelle sue trecce allentate, o forse che vegliava, sollevata sui guanciali, con il viso fra i palmi, a sua volta pensierosa di doversi uccidere ...
La vita comincia domani (pagina 32)
di Guido da Verona (estratti)

... Allora subitamente si sovvenne de' suoi dolci capelli, della sua tepida bocca lasciva, degli occhi suoi, non timidi e non forti, che parevano continuamente mutar colore, soffrendo quasi la gioia di una contenuta voluttà; si risovvenne delle sue bianche spalle, che tramandavan l'odore d'una soavissima cipria e parevan simili a grandi ventagli sparsi di rugiada scintillante ... Cominciò a seppellirsi piano piano sotto la memoria delle sue carezze, con l'oblìo di chi s'addormenta sotto una pioggia insensibile di fiori ... Che bel colore avevano le sue guance, come d'un rosato avorio, d'una madreperla venata! ... Che dolce disegno, che rossa umidità per le sue labbra! E ne' suoi capelli ed in tutta la persona, dalla fronte al piede, che terribile fascino sensuale, che infinita voluttà! ... Gli corse per le vene, quasi facendo rumore, una potenza nuova, gli battè contro i timpani una musica violenta, piena di vittoria; nelle sue pupille fulse un raggio di luce ... Con forza, quasi la ghermisse ad alcuno che fino allora gliel'avesse contesa, la strinse nelle sue braccia e la serrò contro il suo petto virile, fortemente, lungamente, senza dirle nulla, in una specie di convulsione, per appalesare su lei questo pensiero: «È mia!» Ell'amava la sua forza, e si rendeva piccola, si lasciava tutta ravvolgere dalle sue braccia, sopraffare dalla sua violenza, carezzandolo senza far mossa con il suo corpo di velluto ...
La vita comincia domani (pagina 47)
di Guido da Verona (estratti)

... A terra, dietro il capo del letto, v'era un mucchio di libri, coverti da uno strato di polvere; sopra il canterano, in gran disordine, quantità di boccette, scatolette, forbici, spilli, spazzolini, cose tutte che dovevan esser utili alle sue scarpe od alle sue farfalle ... E con infinita cura operò il trasloco delle sue farfalle ... Pareva si dicessero: — Poverino! che omino per bene! che anima semplicetta come le sue farfalle! — Poi Tancredo rispose con voce burbera: — Va bene, va bene! Ed il Metello aggiunse: — Non era nemmeno il caso di parlarne, tanto è naturale ...
La vita comincia domani (pagina 51)
di Guido da Verona (estratti)

... S'accostò al cadavere, ed ebbe voglia di scoprirlo; ma gli parve che le sue mani incontrassero una certa difficoltà nel compiere gli atti necessari ... Le sue mani di fatti non si muovevano; ma egli provava un piacere ansante nello star presso a quel cadavere, il piacere pauroso che si prova stando su l'orlo d'un precipizio ... » Ma nel medesimo tempo, come se le sue mani ubbidissero ad un'altra volontà che la sua propria, sollevò il rovescio del lenzuolo che gli doppiava sul volto e ne aperse i due lembi, scoprendolo fino a metà del petto ... Era una faccia senile, glabra, gonfia, cinerea, che pareva sprofondata nelle sue mascelle, rientrata nel collo quadrato, per insaccarsi entro la convessità delle spalle ... Poi gli parve di trovarsi, come s'era già trovato un'altra volta, nella necessità di sollevare quel corpo rigido su le sue braccia restìe, per riportarlo a giacere in un letto, ma scivolando, senza far rumore ... L'olea frascheggiava piano piano, con uno sciacquare di foglie rumorose, facendo piovere le sue minute fioriture candide, sperdendo in larghe ondate il suo voluttuoso buon odore; nel giardino si udiva un passo lento e pesante camminar su la ghiaia; dalla città lontana saliva un rumor confuso, interrotto spesso dal fischio d'una locomotiva, dagli urli vorticosi, lamentosi, che nell'alto sole del mezzodì, con furia lanciavano le sirene ...
La vita comincia domani (pagina 59)
di Guido da Verona (estratti)

... — Le sue metafore, signor Metello, sono abbastanza eloquenti! — Non è colpa mia, onorevole! — si scusò il Metello col suo più modesto sorriso ... — Per questo appunto siamo venuti ad importunarla, onorevole Donadei, — rispose il Metello con tanta naturalezza, che la sottile ironia delle sue parole parve inafferrabile ... — Perch'ella mi vorrà concedere che, davanti ad un fatto così enorme, io debba sollevare i miei legittimi dubbi e creda necessario di appurare in modo concreto le sue affermazioni ...
La vita comincia domani (pagina 62)
di Guido da Verona (estratti)

... Che potevano altro dirsi? Che bisogno avevano ancora d'interrogarsi a vicenda? Non era questa una parola di perdono, d'oblìo, di promessa? Non era, su la bocca lieve dell'amante, una parola di complicità? Ed a lui parve necessario inginocchiarsi, per baciare le sue mani profumate ... Le sue mani eran colpevoli di tutta la gioia che gli avevan prodigata, e così la bocca, la gola, il seno, il grembo, la dolce capigliatura di lei, che non soltanto gli apparivano come le forme belle d'una creatura viva, non soltanto erano quel poco di polvere animata che poi si disgrega e si disperde, ma per lui divenivan l'accesso all'eterna felicità della vita, la sintesi nella quale possedere l'infinita bellezza del mondo ... Poi la fece sedere su le sue ginocchia, ed incominciò a raccontare ... Ella era un poco ansante ancora, con la fronte leggermente sudata, le labbra umide, una specie d'innamorato abbandono, quasi di addormentata lascivia nelle sue calde spalle ... Non ammetteva ella nemmeno di poter esaminare le sue parole, tanto le piaceva di somigliare a lui, di pensare come lui, d'essere fisicamente in suo possesso anche quando parlava ...
La vita comincia domani (pagina 66)
di Guido da Verona (estratti)

... Il Metello, più prudente, più alieno da simili notorietà, si era tratto in disparte, pieno di riserbo, dopo aver conclusa con il Donadei la losca faccenda e con un sottile riso enigmatico su l'orlo delle sue labbra perverse, lasciava che la vanagloria del suo complice ostentasse per proprio conto i lauri di quelle giornate clamorose ... Il solo con il quale osasse talvolta scambiare qualche lieve apprezzamento era quell'ottimo raccoglitore di farfalle che si chiamava Dandolo Zappetta, al quale non era fino allora capitato in premio nemmeno il becco d'un quattrino, mentre continuava nell'alta soffitta a preservare dalla polvere il suo giubbino luccicante, le sue scarpe senza macchia ... Il Metello faceva previsioni, Dandolo si limitava ad ascoltar le sue parole con un sorriso pieno di sarcasmo indifferente ... S'intravvedeva dietro le sue spalle quadrate il profilo fuggente, la faccia insidiosa del vero denunziatore ...
La vita comincia domani (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)

... L'immenso edificio spirituale, costrutto sul fragile telaio delle sue verità positive, cigolava minacciando rovina per il semplice fatto d'una uccisione e d'un amore ... » Poteva darsi perciò che il suo delitto medesimo, il suo cánone anarchico, sostenuto con tanta dialettica sottile, non fosse in fondo che un atto barbaro dell'amore, non fosse in lui che un ritorno immemorabile dell'uomo alle sue rapine primitive ... L'aveva raccolta su le fedeli sue braccia la bianca madre di Novella, che non si dimenticava d'aver cullato i suoi tre figli, ad uno ad uno, e che sentiva ella pure qualcosa della sua morta gioventù rivivere in quel vagito indistinto, ch'era già una voce umana ... Sebbene fosse stata una casta consorte, s'accorgeva che il peccato della donna contro la fede nuziale si riduce ad essere una ben ridevole cosa davanti alla santità della creatura che nasce; onde le sue braccia senili palpitavan di gioia recando verso la cuna quell'ineffabile peso ... I suoi capelli dormivano accanto a lei, raccolti a fascio dietro la nuca scintillante; le sue narici, volte verso il lume, parevan tinte di roseo, mentre la bocca era del tutto scolorata ...
La vita comincia domani (pagina 73)
di Guido da Verona (estratti)

... Non si ricordava quasi più d'essere madre; in lei traboccava il riso dell'amante felice; il suo corpo, le sue parole, i suoi gesti erano più voluttuosi che mai ... Più tardi, coi primi segni della vecchiezza, ella diverrebbe veramente una madre; ma ora, finchè un tale rigoglio di sensualità le sbocciava per la bella persona, finchè sentiva così forte, fra vena e vena, lo spasimo della sua giovinezza, finchè, dietro il velo delle sue ciglia quasi d'oro, il mondo ancora le mandava luce come una prateria piena di sole ... benchè vedova, benchè madre, benchè ravvolta in un dramma oscuro e temibile, non sapeva che tendere le sue braccia piene di colpa verso l'inebbriata esultanza dell'amore ... Ogni notte stavano insieme fin tardi, alle volte fino al mattino; ed egli amava di ritrovare le sue vestaglie appese nello spogliatoio, le sue pianelle su lo scendiletto; amava di veder luccicare sui pavimenti qualche forcella caduta e di trovare sui lavabi di marmo, su le specchiere, su le pettiniere, tanti vasetti e bossoletti e ferri e lime e piumini per la cipra e pettini e profumerie: tutta insomma quella minuscola confusione luccicante che serve per l'ornamento della bellezza femminile ... Aveva presa l'abitudine di trovarla dietro l'uscio entrando, e di sentirsi all'improvviso cingere dalle sue braccia; aveva imparato a conoscere il rumore ch'ella faceva, camminando, con la sua liscia gonnella nera, co' suoi tacchi sottili che battevano sui pavimenti lucidi; quel rumore, egli lo ascoltava talvolta anche quando ella non v'era, e si sarebbe sentito infelice come il più misero uomo se gli avessero detto per avventura che non l'udrebbe mai più ... Non era più soltanto amore, ma un affanno crescente, un bisogno inguaribile della sua presenza, una specie di malattia sottile, che gli entrava nel sangue, s'immischiava nel dolore, nel piacere delle sue vene ... Pigra, ella si coricava nelle sue braccia, lasciandosi urtare da tutte le scosse, con una inerzia che accresceva il suo peso caldo e profumato ...
La vita comincia domani (pagina 76)
di Guido da Verona (estratti)

... cos'è accaduto ancora? Che hai? Il respiro delle sue parole gli tormentava il collo ... — soggiunse, con una voce piena d'incredulità, mentre tuttavia le sue labbra si orlavano di sorriso ... — Non mi ami più? Egli allora non fece che attirarla sopra di sè, chiuderla nelle sue braccia forti e rovesciarsi con lei su la spalliera del divano, quasi volesse godere interamente la fatica del suo morbido peso, la gioia del suo vivo tepore ... Quando pensieri troppo forti gli martellavano il cervello, prendeva le sue piccole mani per fasciarsene le tempie ... Ma egli frattanto non guariva, ed anzi ogni giorno la sua fatica interiore diventava più manifesta; le pareva talvolta di sorprendere, nelle sue parole, ne' suoi gesti, un'ambiguità indefinibile ...
La vita comincia domani (pagina 79)
di Guido da Verona (estratti)

... D'un tratto egli afferrò le sue mani, ch'erano intrecciate, le strinse con una dura forza, e la condusse via ... S'eran fermati nel folto; invece di rispondere gli tendeva la bocca rossa, gli occhi innamorati, la sua turgida gola bianca di cipria, stringendolo così forte nelle sue braccia ch'egli doveva da ogni fibra udirsi rispondere: — Sì! — Allora ódimi — egli disse, pallido in verità come la morte: — bisogna che tu sappia una cosa, perchè non posso più conoscerla io solo ... — ella cercava di persuaderlo, carezzandogli la faccia pallida con le sue falangi odorose di fiori ... Ella era seduta sull'orlo del letto, in vestaglia, coi tacchi delle sue pianelle aggrappati al cassone di mogano, i gomiti sulle ginocchia, i polsi congiunti, la faccia raccolta nella cavità dei palmi — e lo aspettava ...
La vita comincia domani (pagina 80)
di Guido da Verona (estratti)

... spogli? Ella diceva queste parole con una voce assonnata, che trascinava le sillabe con ambiguità, quasichè fosse molto stanca, troppo stanca, e non volesse dormire altrove che nelle sue braccia ... Irritata, s'aggrappò alle sue spalle, si torse, affondando il capo nel cuscino, sollevando il grembo, tendendo alla sua bocca l'àpice dei seni erti ... Andrea! Ma egli rideva malvagiamente, e lasciatosi cader sui gomiti raccolse il capo di lei fra le sue mani, con tutta la capigliatura ... Perchè ridi? Ma senz'attendere la risposta, egli, d'un balzo, fu in piedi, si curvò su l'amante, le disse: — Guarda: con queste mani ho ucciso! Gli occhi di lei, stupefatti, si avvinsero alle sue mani, divenendo a poco a poco enormi, vuoti, fermi ... — fecero le sue labbra, dopo un lungo silenzio ... Le sue mani sperdute brancolarono, quasi per respingere un'ombra; poi, atterrita, si strinse i pugni contro la fronte ... Ecco: aveva l'impressione d'essersi sparato nel cervello e d'aspettare che la morte cominciasse nelle profonde sue vene ... Poi, guardando l'amante, s'accorse che sotto le sue braccia sollevate un seno magnifico ed inverecondo le sbocciava dalla camicia di batista ...
Le Grazie (pagina 2)
di Ugo Foscolo (estratti)

... Tosto che l'orme della diva, e il riso Delle vergini sue fer di Citera Sacro il lito, un'ignota violetta Spuntò a' piè de' cipressi, e d'improvviso Molte purpuree rose amabilmente Si conversero in candide ... Leggiadramente d'un ornato ostello Che a lei d'Arno futura abitatrice I pennelli posando, edificava Il bel fabbro d'Urbino, esce la prima Vaga mortale, e siede all'ara; e il bisso Liberale acconsente ogni contorno Di sue membra eleganti, e fra il candore Delle dita s'avvivano le rose Mentre accanto al suo petto agita l'arpa ... Spira indistinto e amabilmente agli occhi Pari alle note sue splende il concento Che di tanti color tesse e d'odori E a voi Grazie que' serti offre, e inghirlanda L'arpa, e venir vede seconda al rito La sua vaga compagna ... Di quel mel la fragranza errò improvvisa Sul talamo all'Eolia fanciulla E il cor dal petto le balzò e la lira Ed aggiogando i passeri scendea Citerea dall'Olimpo e delle sue Ambrosie dita le tergeva il pianto ... Invan si posa Sul latteo sen nerissima la chioma Della figlia di Cerere, e le grandi Sue pupille risplendono da' gigli Pallidi del ...
Le Grazie (pagina 4)
di Ugo Foscolo (estratti)

... Al petto strinse Sotto il suo manto accolte le gementi Sue giovinette, e, O selva ti sommergi, Venere disse, e fu sommersa ... Io dal mio poggio Quando tacciono i venti fra le torri Della vaga Firenze odo un Silvano Ospite ignoto a' taciti eremiti Del vicino Oliveto: ei sul meriggio Fa sua casa un frascato, e a suon d'avena Le pecorelle sue chiama alla fonte ... Or quando Fur più al cielo propinque ove di rosea Luce le vette al sacro monte asperge E donde sembran tutte auree le stelle Alle vergini sue che la seguieno Volse la santa Dea queste parole: Assai beato o giovinette è il regno De' celesti ov'io riedo ... Poi d'un suo bacio confortò le meste Vergini sue che la seguian con gli occhi E li velava il pianto, e lei dall'alto Vedean appena, e questa voce udiro: Daranno a voi dolor novello i fati E gioja eterna ...
Le Grazie (pagina 6)
di Ugo Foscolo (estratti)

... Nè le Febèe] Api (sebben le altre api abbia crudeli) Fuggono i lai dell'invisibil Ninfa Che ognor delusa d'amorosa speme Pur geme per le quete aure diffusa E il suo altero nemico ama e richiama; Tanta dolcezza infusero le Grazie Per pietà della Ninfa alle sue voci Che le lor api immemori dell'opra Oziose in Italia odono l'eco Che al par de' carmi fe' dolce la rima ... Il segreto Sospiro, il riso del suo labbro, il dolce Foco esultante nelle sue pupille Faccianvi accorti di che preghi e come L'ascoltino le Dee: e certo impetra Che delle Dee l'amabile consiglio Da lei s'adempia ... Quei lento al collo suo del flessuoso Collo s'attorce, e di lei sente a ciocche Neri su le sue lattee piume i crini Scorrer disciolti, e più lieto la mira Mentr'ella scioglie a questi detti il labbro: GRATA AGLI DEL DEL REDUCE MARITO DA' FIUMI ALGENTI OV'HANNO PATRIA I CIGNI ALLE VIRGINEE DEITÀ CONSACRA L'ALTA REGINA MIA CANDIDO UN CIGNO ... Sovra l'omero suo guizzan securi Gli argentei pesci, ed ospite leale Il vagheggiano s'ei visita all'alba Le lor ime correnti desioso Di più freschi lavacri, onde rifulga Sovra le piume sue nitido il sole ...
Marocco (pagina 4)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Il Marocco, questo estremo baluardo occidentale dell’Islamismo, già sede d’una monarchia che dominava dall’Ebro al Sudan e dal Niger alle Baleari, glorioso d’Università fiorenti, di biblioteche immense, di dotti famosi, d’eserciti e di flotte formidabili, non è più che un piccolo Stato pressochè sconosciuto, pieno di miseria e di rovine, che resiste colle ultime sue forze all’invasione della civiltà europea, sorretto ancora sulle sue fondamenta sfasciate dalle reciproche gelosie degli Stati civili ... Quanto a Tangeri, l’antica Tingis, che diede il nome alla Mauritania tingitana, e passò successivamente dalle mani dei Romani in quelle dei Vandali, dei Greci, dei Visigoti, degli Arabi, dei Portoghesi, degl’Inglesi, è una città di quindicimila abitanti, che le sue sorelle dell’Impero considerano come una «prostituta dei Cristiani», benchè non vi rimanga più traccia delle chiese e dei monasteri che vi fondarono i Portoghesi, e la religione cristiana non v’abbia che una piccola cappella, nascosta in mezzo alle case consolari ...
Marocco (pagina 20)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Beveva vino, fumava sigaretti, portava calze, leggeva romanzi, raccontava le sue avventure amorose ... I suoi occhi lasciavan capire che, se avesse potuto, avrebbe portato anche le sue donne; ma su quest’argomento serbava il più rigoroso silenzio ... Le donne di cui parlava, raccontando le sue avventure, erano europee ...
Mastro don Gesualdo (pagina 54)
di Giovanni Verga (estratti)

... Aveva trovato dei sentieri alpestri, dei sassi che facevano vacillare le sue scarpette, delle vigne polverose, delle stoppie riarse che l'accecavano, delle rocce a picco sparse di sommacchi che sembravano della ruggine a quell'altezza, e dove il tramonto intristiva rapidamente la sera ... Alle sue amiche di collegio, disseminate anch'esse di qua e di là, non sapeva proprio cosa scrivere ... La stuzzicava, la interrogava, chiedeva in ricambio le sue confidenze, sembrava a ogni lettera che le capitasse lì dinanzi, coi suoi occhioni superbi, colle belle labbra carnose, a dirle in un orecchio delle cose che le facevano avvampare il viso, che le facevano battere il cuore, quasi ci avesse nascosto il suo segreto da confidarle anche lei ... Sentiva quasi piovere dalla luna sul suo viso, sulle sue mani una gran dolcezza, una gran prostrazione, una gran voglia di piangere ... Le sembrava confusamente di vedere nel gran chiarore bianco, oltre Budarturo, lontano, viaggiare immagini note, memorie care, fantasie che avevano intermittenze luminose come la luce di certe stelle: le sue amiche, Marina di Leyra, un altro viso sconosciuto che Marina le faceva sempre vedere nelle sue lettere, un viso che ondeggiava e mutava forma, ora biondo, ora bruno, alle volte colle occhiaie appassite e la piega malinconica che avevano le labbra del cugino La Gurna ...
Nel sogno (pagina 3)
di era (estratti)

... Toccava allora la fine della gioventù, il momento disperato dei grandi ardori e delle supreme battaglie, quando, nella pienezza delle sue forze, la volontà dell'uomo domina sensi e pensiero ... Il suo occhio acuto di montanaro gli faceva scorgere tutti i particolari della discesa lungo la linea serpeggiante del sentiero, e la sua fervida immaginazione, eccitata dalla solitudine, lo riconduceva sulla scena del mondo, ricordandogli parole e cose, fatti e persone, con una evidenza tale che egli aveva bisogno di gettarsi indietro, di alzare la testa al suo cielo ed alle sue vette per persuadersi che il passato era morto per sempre ... Egli guardò in qual modo gli uccelli tessono i nidi, e preparò alle sue colombe un nido di foglie di faggio e di pelli di agnello ...
Nel sogno (pagina 4)
di era (estratti)

... E per quante gioie gli avessero date le sue estasi mistiche, per quanto, portando la fiaccola della carità in mezzo ai fratelli, egli avesse raccolto a volte soddisfazioni e compensi, questa nuova fase della sua vita gli appariva la più completa ... Le sue preghiere, per essere più brevi, non erano meno intense ... Infilava l'ago per preparare alle innocenti caldi panni ritagliati dalle sue sottane; fasciava i loro piedini con pelli di animali, e metteva il pelo all'interno, perché la delicata epidermide si trovasse meglio riparata ... Dei fuscelli, una montagna di sassolini, vecchi bottoni delle sue tonache, tutto era convertito in trastullo, tutto serviva a giuochi, celie e risa ... E raccattando lungo la via erbe e radici, ne teneva deposito per combattere le effimere febbri infantili, per poter allestire all'occasione una bibita salutare alle sue dilette, per dar loro un ristoro nelle lunghe notti invernali, mentre fuori fischiava e gemeva il rovaio, e dentro alla baita il focherello delle betulle e dei pini diffondeva un tiepido calore di nido… * * * Una grande bellezza fu l'estate in cui le bimbe entrarono nel loro settimo anno ...
Nel sogno (pagina 12)
di era (estratti)

... Nessuna preghiera usciva più dalle sue labbra, ma il suo cuore medesimo si scioglieva, si innalzava come un vapore di lagrime, come un incenso di dolore, accompagnando l'agonia luminosa ... Aveva creduto di allontanare ogni male dalle sue pecorelle tenendole lontane dal mondo, quasi Egli non fosse laggiù come Difensore e dappertutto come Punitore! Le parole di Sant'Agostino gli tornavano singhiozzanti sulle labbra: "Egli conduce in giro sopra l'ali dei venti le pioggie e le gragnuole, Egli prescrive il cammino alle nubi, Egli la strada al fulmine sonante ... Sei stato giusto come Egli prescrive? o non hai amato troppo una delle sue creature? Non ti sei insuperbito, non ...
Novelle rusticane (pagina 12)
di Giovanni Verga (estratti)

... Per questo non aveva lasciato passare un minuto della sua vita che non fosse stato impiegato a fare della roba; e adesso i suoi aratri erano numerosi come le lunghe file dei corvi che arrivano in novembre; e altre file di muli, che non finivano più, portavano le sementi; le donne che stavano accoccolate nel fango, da ottobre a marzo, per raccogliere le sue olive, non si potevano contare, come non si possono contare le gazze che vengono a rubarle; e al tempo della vendemmia accorrevano dei villaggi interi alle sue vigne, e fin dove sentivasi cantare, nella campagna, era per la vendemmia di Mazzarò ... Tutta quella roba se l'era fatta lui, colle sue mani e colla sua testa, col non dormire la notte, col prendere la febbre dal batticuore o dalla malaria, coll'affaticarsi dall'alba a sera, e andare in giro, sotto il sole e sotto la pioggia, col logorare i suoi stivali e le sue mule - egli solo non si logorava, pensando alla sua roba, ch'era tutto quello ch'ei avesse al mondo; perché non aveva né figli, né nipoti, né parenti; non aveva altro che la sua roba ... Ed anche la roba era fatta per lui, che pareva ci avesse la calamita, perché la roba vuol stare con chi sa tenerla, e non la sciupa come quel barone che prima era stato il padrone di Mazzarò, e l'aveva raccolto per carità nudo e crudo ne' suoi campi, ed era stato il padrone di tutti quei prati, e di tutti quei boschi, e di tutte quelle vigne e tutti quegli armenti, che quando veniva nelle sue terre a cavallo coi campieri dietro, pareva il re, e gli preparavano anche l'alloggio e il pranzo, al minchione, sicché ognuno sapeva l'ora e il momento in cui doveva arrivare, e non si faceva sorprendere colle mani nel sacco ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 8)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Nel ritorno del calore le sue forze si sentirono consolate ... Un tiepido senso di benessere calmò i suoi pensieri, percorse le sue membra strapazzate, finchè un velo di sonno trasparente e leggero come una nuvoletta passò sulle sue palpebre ... Blitz le poneva le sue zampone sulla spalla, faceva cento baci colla lingua e si lasciava prendere e carezzare il muso ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 13)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Giovine e vivace, miss Dy non approvava il contegno irrigido di molto sue compatriote, che fanno consistere la superiorità dello spirito nel non aver viscere di curiosità o di tenerezza per nulla al mondo, come se sapessero già tutto a memoria ... Ritto, composto, un po' calvo, elegante e irreprochable nelle sue camicie di porcellana e nelle sue cravatte, lord From, nella sua austera semplicità, aveva una grandissima fede nel suo fascino sulle belle signore; e s'illudeva al punto d'innamorarsene sul serio e d'ammalarsi, quando alle dolci illusioni succedevano gli amari disinganni ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 15)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Anche lei applaudiva colle sue piccole mani inguantate: quindi uscì senza nemmeno degnare d'uno sguardo colui che l'aveva scampata da un mortale pericolo e che, ritto sulla soglia della gran porta d'ingresso, pareva messo là a supplicare una limosina di compatimento ... Da lontano torreggiava nell'ombra la mole massiccia del Kursaal, che guardava nelle tenebre coi cento occhi delle sue finestre illuminate ... —Sembra—conchiudeva—che anche questa volta sia il caso di esclamare: «Cherchez la femme!» PARLATENE ALLA ZIA (DIALOGO) PARLATENE ALLA ZIA (DIALOGO) Nicolò è un giovanotto maturo, che ha già fatto le sue campagne ... Va a mio nome, cerca della zia, mettiti nelle sue mani e lascia fare alla provvidenza ...
Piccolo mondo moderno (pagina 6)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Il mansueto monsignor De Antoni a forza di spiccicare durante le sue proteste dei vischiosi "ben, ben, sissignor, sissignor", a forza di sorrisetti, di contorcimenti, di blandi "ho capito" e di vispi "facciamo così" aveva ottenuto una proroga alla risposta definitiva ... Aveva una tal quale necessità di parlare al genero, non gli era venuto in mente, conoscendo le sue abitudini, che potesse dormire ancora, gli parlerebbe adesso, se però il genero non ne fosse troppo incomodato ... Dice che fra pochi giorni sarai eletto sindaco, che vorrebbe presentarsi a te per farti i suoi ossequi e anche per certe sue istanze particolari, ma che si trova in condizioni miserabili di vestito e gli occorrerebbe una giacca decente, se ...
Piccolo mondo moderno (pagina 16)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Poichè il Governo con la sua Giunta superiore di Belle Arti, con i suoi elenchi di monumenti nazionali, con le sue Commissioni conservatrici di niente e rompitrici all'infinito, con le sue cateratte di retorica ministeriale, lasciava marcire e perire un gioiello simile, comperarlo per una frateria nuova di artisti e di poeti che avessero un comune concetto dell'arte e fossero già entrati negli anni della sapienza cosicchè non importasse loro più affatto nè di onori nè di amori ... Aveva rassomigliato il monumento a un sogno e come quell'incognito Carucci dal quale gli pareva esser tanto disforme, vi andava specchiando i sogni suoi propri, le sue proprie fantasie estetiche ... "Faccia grazia, Praglia è l'abbazia del Morgante, del mio divino Morgante! Quello è il monte dei giganti! Che stava pensando, Lei? Non ci pianti! Pensi che oggi dovevano venire a Villa Diedo la contessa Importanza e le contessine Importanzète e noi le abbiamo piantate per Lei!" Avevano riso insieme, in passato, di questi nomignoli inflitti da certa signora di loro comune conoscenza a una nobile dama della città e alle sue figliuole che si dicevano insidiare al celibato di Carlino ...
Ricordi di Parigi (pagina 4)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Così al Campo di Marte, estatici davanti a una bellissima ragazza inglese che lavora, degnate appena d'uno sguardo la macchinetta ingegnosa che luccica sotto le sue mani ... Che largo e sano respiro! E come è sempre bella questa grande strada azzurra che fugge, riflettendo i colori allegri delle sue mille case galleggianti, fra le due alte rive coronate di colossi di pietra! Davanti e dietro di noi i ponti lunghissimi confondono i loro archi d'ogni forma, e le strisce nere della folla che brulica dietro ai loro parapetti; sotto, i battelli stipati di teste s'inseguono; frotte di gente scendono continuamente dalle gradinate delle rive e fanno ressa agli scali; e la voce confusa della moltitudine si mesce ai canti delle mille donne affollate nei lavatoi, al suono dei corni e delle campanelle, allo strepito delle carrozze dei quais, al lamento del fiume e al mormorio degli alberi delle due rive, agitati da un'arietta vivace che fa sentire la freschezza della campagna e del mare ... Che immensità gloriosa! Parigi empie l'orizzonte e par che voglia coprire tutta la terra colle smisurate onde immobili e grigie dei suoi tetti e delle sue mura ... Il via vai delle carrozze somiglia alla fuga disordinata delle salmerie d'un esercito in rotta; i caffè risuonano come officine; all'ombra degli alberi si stringono i dolci colloqui; tutto s'agita e freme in quella mezza oscurità, non ancor vinta dall'illuminazione notturna; e un non so che di voluttuoso spira nell'aria, mentre la notte di Parigi, carica di follie e di peccati, prepara le sue insidie famose ...
Ricordi di Parigi (pagina 8)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Ginevra ha mandato i suoi orologi, Neufchâtel i suoi gioielli, Choume le sue maioliche, Glaris le sue indiane, Zurigo le sue sete, Interlaken le sue sculture, Vevey i suoi sigari, e San Gallo e Appenzel hanno riempito una vasta sala dei loro ricami insuperabili, davanti a cui s'accalca una folla meravigliata ...
Ricordi di Parigi (pagina 9)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Ecco le graziose decorazioni moresche dell'impero dei Sceriffi, accanto al quale la Persia mostra i suoi tappeti regali e le sue ricche armi damascate ... E dopo la favola vien la barzelletta, gli stati putti, i nani della festa, che si rizzano l'uno sulle spalle dell'altro, in Via delle nazioni, per parer di statura: Monaco che offre una tavola, Lussemburgo che mostra dei banchi di scuola, Andorre che presenta le sue leggi, San Marino che fa vedere una macchinetta ... Si rientra nella nebbia del settentrione in mezzo a un popolo ben coperto e ben pasciuto, che trinca, fuma e lavora, col corpo e coll'anima in pace, e qui si ritrovano le sue dighe e i suoi canali, le sue stanzine piene di comodi, le sue grosse massaie, le sue tavole apparecchiate, i mercati e le scuole, i ponti e le slitte: tutta l'Olanda, umida e grigia, nella quale termina il mondo e la visione faticosa svanisce ...
Ricordi di Parigi (pagina 10)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Un olandese espone un tempio di stearina che può contenere venti persone, colle sue statue e colle sue gradinate? E un francese costruisce un tempio di cristallo sorretto da sei colonne e circondato da una balaustrata, che costa venticinque mila napoleoni ... Un profumiere inglese consacra una palazzina ai suoi cosmetici e alle sue boccette? E un chiodaio parigino rappresenta con nient'altro che coi suoi chiodi dalla testa dorata, il palazzo del Trocadero colla sua cupola, colle gallerie e colla cascata ... Un liquorista d'Amsterdam fa colle sue bottigline un altare da cattedrale? E un profumiere di Rotterdam gli fa zampillare davanti una fontana d'acqua di Colonia ...
Ricordi di Parigi (pagina 14)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... E così il povero Zamoïcis non può più venir a godere del trionfo delle sue belle scene di monaci e di pazzi, come nelle sale austriache non può più affacciarsi il Cermak per veder scintillare e inumidirsi mille occhi davanti al suo glorioso Montenegrino ferito ... Dopo la Grecia vien la pittura facile e fresca della Svizzera, svariata di cento stili; immagine vera d'un paese di cento pezzi e d'una famiglia d'artisti vaganti alla ricerca d'un ideale, d'una scuola, d'un centro di sentimenti e di idee; che frammischiano alla loro patria dal rozzo fianco, alle cascate, alle gole, ai ghiacciai, agli uragani delle Alpi, le rive ridenti di Sorrento, le architetture arabescate del Cairo, le solitudini ardenti della Siria, la campagna desolata di Roma, e ogni sorta di ricordi della loro vita varia e avventurosa; somigliante a quella degli avi loro, che vestirono la divisa di tutti i principi e versarono sangue per tutte le bandiere, Alla Svizzera tien dietro la Danimarca, che ricorda al mondo le sue glorie guerriere, colla battaglia d'Isted, del Sonne, e colla battaglia navale di Lemern, del Mastrand ... Ma è bello, è commovente il veder passare tutti questi popoli, ognuno dei quali mostra con amore e con alterezza i suoi soldati, i suoi re, le suo belle donne, i suoi bimbi, le sue cattedrali, le sue montagne ... Ma è una pittura poderosa, ringiovanita a tutte le sorgenti vive, fortificata di larghi studi, varia, ardita, virile, piena di sentimento, finissima d'osservazione e d'intenti, che desta un'ammirazione pensierosa e scuote il cuore nelle sue più intime fibre ...
Ricordi di Parigi (pagina 17)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Quasi tutte le nuove questioni letterarie o hanno radice nelle sue opere o vi girano intorno forzatamente, ed egli presiede, innominato e invisibile, a tutte le contese ... La sua età, le sue sventure, la sua immensa fama, la vitalità poderosa delle sue opere, rinvigorita da recenti trionfi, la popolarità grande del suo nome tenuta viva continuamente dalla sua parola e dalla sua presenza, lo hanno messo quasi al di fuori e al di sopra della critica ... Chi non lo riconosce come poeta drammatico, lo ammette come romanziere; chi lo respinge come romanziere, lo adora come poeta lirico; altri che detestano il suo gusto letterario, accettano le sue idee; altri che combattono le sue idee, sono entusiasmati della sua forma; chi non ammira nessuna delle sue opere partitamente, ammira ed esalta la vastità grandiosa dell'edifizio che formano tutte insieme: nessuno gli contesta il genio; nessuno, parlandone cogli stranieri, si mostra incurante od ostile all'omaggio che gli vien reso; e anche chi l'odia, ne è altero ... Ravvicinate Cosetta e Lucrezia Borgia, Rolando della Leggenda dei secoli e Quasimodo, Dea e Maria Tudor, Gavroche e Carlo V, le sue vergini morte a quindici anni, i suoi galeotti, i suoi sultani, le sue guardie imperiali, i suoi pezzenti, i suoi frati, e vi parrà d'aver dinanzi l'opera non d'un solo, ma d'una legione di poeti ... Riandate rapidamente tutte le sue creazioni: esse lasciano l'impressione d'un'enorme epopea di frammenti, che risale da Caino a Napoleone il grande, e una memoria confusa di amori divini, di lotte titaniche, di miserie inaudite, di morti orrende, viste come a traverso a una bruma paurosa, rotta qua e là da torrenti di luce, in cui formicola una miriade di personaggi metà creature reali e metà fantasmi, che sconvolgono l'immaginazione, Tutte le opere sue son come colorate dal riflesso d'una vita arcana ch'egli abbia vissuta, altre volte, in un mondo arcano, al quale par che alluda vagamente ad ogni pagina, e alle cui porte s'affaccia continuamente, impaziente dei confini che gli sono assegnati sulla terra, Una fantasmagoria immensa di cose ignote all'umanità par che lo tormenti di continuo, come una visione febbrile ...
Ricordi di Parigi (pagina 18)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... In fondo a tutte le sue scene e dietro tutti i suoi personaggi spunta la sua testa enorme e superba ... Quasi tutte le sue creature portano l'impronta colossale del suo suggello, e parlano il linguaggio del genio; sono, come lui, grandi poeti o grandi sognatori; statue, a cui ha stampato sulla fronte il suo nome; larve dai contorni più che umani, che si vedono ingigantite come a traverso le nebbie dei mari polari, o accese della luce d'una glorificazione teatrale che le trasfigura, Così Javert, Gymplaine, Triboulet, Simoudain, Gilliat, Giosiana, Ursus, Quasimodo, Jean Valjean ... Tutte le sue creazioni sono, com'egli dice delle onde di un oceano in tempesta, mélanges de montagne et de songe ... Egli toglie ad imprestito il gergo della plebe, la lingua furfantina delle galere, il balbettio informe ed illogico dei bambini; tempesta la sua prosa di parole straniere di cento popoli e di traslati proprii di tutte le letterature; e si fabbrica superbamente un linguaggio suo, tutto colori e scintille, pieno d'enimmi e di licenze, di laconismi potenti e di delicatezze inimitabili; secondo il bisogno, triviale, tecnico, accademico, vaporoso, brutale, solenne; così che lette le sue opere, non par d'aver sentito parlare la lingua di un solo popolo e d'un solo secolo, ma una vasta e confusa lingua d'un tempo avvenire, per la quale non ci sia nulla d'inesprimibile e di straniero ...
Ricordi di Parigi (pagina 19)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Eppure si, leggendo le opere sue, accade qualche volta che, arrivati a un certo punto, lo squilibrio delle facoltà, la continua prevalenza della fantasia sfrenata sulla ragione, la eccessiva frequenza delle aberrazioni e delle cadute, vi stanca; i lampi di genio non bastano più a compensarvi dei continui sacrifizii che deve fare il vostro buon senso; siete sazii, sdegnati, qualche volta nauseati; sentite il bisogno di riposarvi da quella tortura; ritornate con piacere ai vostri scrittori sensati, rigorosi, sempre eguali; respirate, vi ritrovate nel mondo reale, benedite la logica, riacquistate la vostra dignità d'uomini e di lettori ... È perchè le somme linee delle opere sue sono veramente d'un genio ... Le sue grandi idee e i suoi grandi sentimenti son grandi tanto che sovrastano ai difetti infiniti dell'arte sua, come le colonne d'un tempio antico ai rottami ammucchiati ai suoi piedi ... E di qui nasce il fatto strano ch'egli ha più ammiratori ardenti delle sue creazioni che lettori fedeli dei suoi volumi, e che moltissimi ammiratori suoi non lo conoscono che nei frammenti delle sue opere, o nelle ispirazioni che v'hanno attinte le altre arti ... Una specie di tristezza fatale pesa su tutte le opere sue ... Tutte le voci che escono dalle sue opere formano, riunite, un lamento solenne, misto di preghiera e di minaccia ... E così v'affaticate per anni intorno alle sue opere senza riuscir mai a formarvene un giudizio che non abbiate di tratto in tratto a mutare ...
Ricordi di Parigi (pagina 20)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Per me, penso ai suoi cinquanta volumi, pieni d'ispirazioni e di fatiche, in cui si rivela col genio prepotente una volontà indomabile o una tempra fisica d'acciaio; penso ai torrenti di vita che uscirono dal suo petto, all'amore immenso che profuse, alle ire selvaggie e agli odii implacabili che provocò e che gli infuriarono nell'anima; ricorro la sua vita da quando giocava, ragazzo, sotto gli occhi di sua madre, noi giardino delle Feuillantines; lo vedo, sedicenne, quando scriveva in quindici giorni, per guadagnare una scommessa, le pagine ardenti di Bug-Jargal; penso a quando comprò il primo scialle a sua moglie coi denari dell'Han d'Islanda; me lo raffiguro, fiero e impassibile, in mezzo alle tempeste delle assemblee scatenate dalla sua parola temeraria; lo vedo servire umilmente i quaranta bambini poveri seduti alla sua mensa a Hauteville-house; me lo rappresento grave e triste, in mezzo alla folla, dinanzi ai cento sepolcri illustri su cui fece sentire la sua parola piena di maestà e di dolcezza; lo vedo per le vie di Parigi, in mezzo alla moltitudine riverente, costernato e invecchiato, seguire i feretri dei suoi figli; lo vedo in quelle sue veglie febbrili, ch'egli descrisse così potentemente, quando di lontano, nel silenzio della notte, sentiva squillare il corno di Silva ed echeggiare il grido di Gennaro; lo vedo assistere nel Teatro francese, dopo mezzo secolo dalla prima rappresentazione, al trionfo clamoroso dell'Hernani, salutato dai primi scrittori e dai primi artisti della Francia, come il loro Principe rieletto e riconsacrato; penso al suo Oriente splendido, al suo Medio evo tremendo, alla Preghiera per tutti, all'infanta che perde la rosa mentre Filippo II perde l'Armada, alla carica dei corazzieri della guardia contro i quadrati del Wellington, alla scarpetta d'Esmeralda, all'agonia d'Eponina, a tutte le creature del mondo arcano, sfolgorante, immenso che uscì dal suo capo; al suo esilio, alle sue sventure, ai suoi settantasette anni,—e sento una mano che mi fa curvare la fronte ... Alle volte mi pareva che, vedendolo, gli sarei corso incontro coll'espansione di un figlio e mi sarei strette le sue mani sul cuore; altre volte mi pareva che, incontrandolo improvvisamente, mi sarei scansato con un sentimento di diffidenza e di timore, e avrei detto sommessamente ai miei vicini:—Indietro! Hugo passa ... I suoi difetti sono il rovescio delle sue qualità ...
Ricordi di Parigi (pagina 21)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Ma oltre a queste ci sono mille altre manifestazioni della coscienza ch'egli ha della sua grandezza: l'ardimento, superbo con cui mette le mani nella scienza e con cui affronta, passando, i più alti problemi della filosofia; la baldanza con cui ostenta le sue licenze letterarie, come se fosse certo che, coniate da lui, saranno moneta corrente e ricchezza comune; l'intonazione solenne delle sue prefazioni, che, annunziano l'opera come un avvenimento sociale; la cura scrupolosa con cui raccoglie o fa raccogliere tutte le sue minime parole e gli atti più insignificanti della sua vita ... In un'occasione in cui non volle lasciar rappresentare un suo dramma perchè un altro aveva trattato lo stesso soggetto, disse:—Non voglio esser paragonato,—A un editore che gli proponeva di pubblicare una scelta delle sue poesie, rispose:—Voi mi avete l'aria d'un uomo che, mostrando in una mano dei sassi raccolti sul Monte Bianco, creda di poter dire alla gente: Ecco il Monte Bianco ... Lo stiletto sottile dell'ironia sfugge dalle sue mani di colosso; egli non è atto che a dare i grandi colpi di mazza che sfracellano il casco e la testa ... Questo apparisce lucidamente dalle sue apostrofi ai popoli, dalle sue intimazioni ai monarchi, dal tono di profezia che dà ai suoi presentimenti, dalla forma di responso che dà alle sue sentenze, dal carattere di minaccia che dà ai suoi rimproveri, da tutto il suo linguaggio spezzato in affermazioni altiere e in giudizii assoluti, come se ogni sua proposizione fosse un decreto, da incidersi sul bronzo o nel marmo per le generazioni avvenire ...
Ricordi di Parigi (pagina 24)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... In quei momenti sul suo viso si legge la storia di tutte le sue lotte e di tutti i suoi dolori, la tenacia ferrea della sua natura, le simpatie tetre della sua immaginazione, i suoi fornati, i suoi feretri, i suoi spettri, le sue ire, i suoi odii; tutta l'ombre, come egli direbbe, tutto il côte noir delle opere sue ... Poi mi parlò delle sue abitudini ...
Ricordi di Parigi (pagina 31)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Cominciò tardi le sue scuole perchè aveva poca salute ... Le sue prime letture furono Walter Scott e Vittor Hugo ... L'azione poi che esercitò su di lui il Balzac è immensa e visibilissima in tutte le sue opere ... Questa è la mia occupazione più importante: studiare la gente con cui questo personaggio avrà che fare, i luoghi in cui dovrà trovarsi, l'aria che dovrà respirare, la sua professione, le sue abitudini, fin le più insignificanti occupazioni a cui dedicherà i ritagli della sua giornata ...
Ricordi di Parigi (pagina 33)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Si vede come le sue descrizioni procedono simmetricamente, a riprese, separate qualche volta da una specie d'intercalare, messo là perchè il lettore ripigli rifiato, e divise in parti quasi uguali; come quella dei fiori del parco nella Faute de l'abbé Mouret, quella del temporale nella Page d'amour, quella della morte del Coupeau nell'Assommoir ... Nelle sue critiche, infatti, dà addosso a tutti ... Avanti!—disse dopo una delle sue più grandi cadute—; io sono a terra; ma l'arte è in piedi ...
Ricordi di Parigi (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... È impossibile non sentirsi presi da simpatia per quelle sue feste, per quelle tumultuose baraonde, in cui l'allegrezza eguaglia tutte le età e tutte le condizioni, e una folla innumerevole non è più che una sola immensa radunata di amici spensierati e felici ... Uscito fuori dal piccolo cerchio della sua vita ordinaria, lo spettacolo della vita immensa di Parigi esalta tutte le sue facoltà e tutti i suoi sentimenti buoni e cattivi ... E vi sentite disposti a perdonar molto all'orgoglio, quando osservate da vicino le cose, e potete mettervi nei panni d'un popolo che si vede scimmiottato dall'universo; che vede raccolte e portate in giro le briciole della sua mensa, glorificate opere fatte coi ritagli delle sue; innalzati dei busti, in certi tempi e in certi luoghi, a gente che non ha altro merito che di essere abbonata alla Revue des deux Mondes; rubacchiata la sua lingua e rivomitata cruda in molte lingue straniere; messo a sacco il suo romanzo e il suo teatro; tesoreggiati tutti i pettegolezzi della sua storia e della sua cronaca; conosciuta la sua città come la palma della mano; Tortoni più famoso di molti monumenti immortali; la Maison dorée in cima ai sogni dei dissipati di tutta la terra; contraffatti i suoi modi, ripetute le sue risate, ricalcati i suoi scherzi, adorati i suoi capricci; e si capisce anche come si stizzisca quando qualcuno dei suoi più pedanti scolari gli tira il calcio dell'asino ... Ha un minor campo da percorrere, come diceva di sè lo Schiller al Goethe; ma lo percorre perciò in minor tempo in tutte le sue parti ... E più ci s'addentra nello studio di quella vita, più si rimane meravigliati vedendo l'immenso lavoro che si fa sotto quell'apparenza di dissipazione universale; quanti lavoratori sudano nella solitudine; quanti si preparano alla lotta pubblica, nell'oscurità, con incredibili fatiche; come ogni maniera d'ingegno, non solo, ma qualsiasi parzialissima facoltà appena più che mediocre, trovi là il modo d'esercitarsi con vantaggio proprio e comune; come a ogni ingegno si formi subito intorno spontaneamente un cerchio d'intelligenze colte ed amiche che lo aiutano a estrinsecarsi e a salire; come ogni menoma promessa di riuscita nel campo dell'intelligenza, desti intorno a sè, in tutte le classi della cittadinanza, un sentimento gentile di curiosità e di rispetto, e strappi a tutti quel tributo anticipato di gloria, che concorre mirabilmente a farla diventare realtà; che impulso strapotente sia alle forze umane la certezza dell'improvviso e largo cambiamento di fortuna che produce là il vero «successo»; come sia grande e inebbriante in quella città il trionfo dell'ingegno, che appena salutato da lei, riceve saluti di ammiratori ignoti e offerte e consigli da ogni parte del mondo; come all'uomo caduto sopra una via, rimangano aperte cento altre vie, solo che si rassegni ad abbassare d'un piccolissimo grado le sue pretensioni alla gloria; come la natura obbliosa della grande città, che non lasciando addormentar nessuno sopra un solo trionfo, obbliga tutti a ripresentarsi continuamente alla gara, produca quelle vite meravigliosamente operose, quelle vecchiaie ostinatamente battagliere, il cui esempio mette il furore del lavoro nelle generazioni seguenti; e infine che enorme quantità si ritrovi là di lavoro non finito, di prove, di abbozzi, di materiale sciupato dagli uni, ma non inutile per chi verrà, e di creazioni pregevoli, in tutti i campi, ma condannate a morire dove sorgono, perchè schiacciate dall'abbondanza del meglio ... Quando s'è osservato tutto ciò, il soggiorno di Parigi riesce caro ed utile solo per veder lavorare quella macchina immensa, per vedere come essa leviga, perfeziona, trasforma, spreme, stritola l'inesauribile materiale d'ingegno, di ricchezza, di gioventù, d'ambizione, di coraggio, che la Francia e il mondo gettano continuamente fra le sue ruote formidabili, e come versa dalla parte opposta grandi nomi, celebrità sventrate, capolavori, parole immortali, ...
Rinaldo (pagina 28)
di Torquato Tasso (estratti)

... 76 Ella mostra or co' guardi, or coi sospiri al cavalier le piaghe sue profonde, e quai ferventi Amor caldi desiri dai begli occhi di lui nel cor le infonde, onde Rinaldo in amorosi giri le luci volge e 'n parte a lei risponde: ché se ben altro ardor gli accende il petto, d'amar donna sì bella è pur costretto ... 84 Crede vederne i rai del viso, e crede de la favella udir le dolci note: quel, secondo gli par, la vista fiede, questa così l'orecchie a lui percote: — Ahi! che sincero amor, che pura fede di cavalier, se tal nomar si puote chi le parole sue commette al vento, fraude usando in chi l'ama e tradimento! 85 Dunque, Rinaldo, t'è di mente uscita chi te sempre ritien fisso nel core? Dunque hai d'altra beltà l'alma invaghita, e sprezzi il primo via più degno amore? Deh! torna, torna a me, dolce mia vita, ch'io tua mercé languisco a tutte l'ore ... 91 Come accorto nocchiero i dolci accenti fugge de le Sirene, e tutte sciôrre fa le sue vele dispiegate ai venti, ed ogni remo appresso in uso porre, così quei cari preghi e quei lamenti, che lo potrian dal suo pensier distôrre, schiva Rinaldo, e tacito se n'esce, ma pur di Floriana assai l'incresce: 92 ché, benché quel ardor già spento sia, non è però ch'egli non l'ami ancora; e l'alta sua beltà, la cortesia, e l'altre sue virtù pregia ed onora; e ben quel duolo mitigar vorria, ch'assalir délla in breve spazio d'ora; ma perciò ch'in se stesso ha poca fede, parte sì ch'altri allor non se n'avede ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 15)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... Olga ciangottava a l'amica le sue confidenze, le sue speranze di fanciulla smaniosa di accasarsi, di avere un nido proprio, un nido morbidamente imbottito dove crogiolarsi riscaldata da un affetto immaginoso, dove sbizzarrirsi a suo piacere, a sua volontà ... Certo la ruina del padre le doveva recare preoccupazione e schianti d'ogni maniera, poi che ella era una ottima figliuola che amava il suo papà e non poteva a meno di soffrire delle sue sofferenze ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 16)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... La vide in convento, sorridente sotto la cuffia nera che le nascondeva i capelli d'oro, pietosa con gli infermi che avevano bisogno delle sue cure, lieta nell'idea di Dio ... Alcune galline prataiuole, beccuzzavano starnazzando lungo la viuzza; una chioccia, accucciata a l'ombra della siepe, chioccolava ai pulcini raccolti sotto le ale, le sue prime lezioni di prudenza ... Un bel maschio dalle ali e il collo di un cupo azzurro metallico cangiante a la luce, con vezzosi movimenti girava intorno a una femmina bianca, tubando le sue lusinghe amorose ... «Forse—pensò—egli sa già; e crede che io accolga e gradisca gli omaggi di questo sfacciato; forse crede che mi lasci attirare dalle sue ricchezze, adesso che sono povera! Una vampa le scottò il cervello a questo pensiero ... Ricordò le sue parole, l'espressione de' suoi occhi, quasi severa, il saluto freddo, il freddissimo modo con cui le aveva preso la mano ...
Sodoma e Gomorra (pagina 3)
di Docteur Jaf (estratti)

... Alcifrone ci ha conservato il quadro di una di queste feste notturne; è l'auletride Megara che scrive all'etera Bacchis e le racconta i dettagli di un magnifico festino al quale le sue amiche Phessala, Phryallis, Myrrhine, Philumene, Chrysis et Euxippe assistevano, metà etere, metà sonatrici di flauto ... Mirchina si sciolse la cintura, la tunica che indossava era trasparente, si girò; e noi avemmo l'illusione di vedere i cigli a traverso il cristallo; allora impresse alle sue reni un movimento precipitato, guardando all'indietro, e sorrideva allo sviluppo delle sue forme voluttuose che ella agitava ... —Ciò detto, fa cadere fino ai piedi la tunica ed inclinando le sue rivali bellezze:—Contempla, o Mirchina, questa caduta di reni, la bianchezza e la finezza della mia pelle e queste foglie di rose che la mano della voluttà ha come sparpagliate sui miei graziosi contorni, disegnati senza grettezza e senza esagerazione ...
Sodoma e Gomorra (pagina 4)
di Docteur Jaf (estratti)

... Poi, una volta maritate, le donne che volevano combattere la sterilità, ritornavano ancora a visitare il dio, che le riceveva novamente sulle sue ginocchia ... Giovenale in una sua satira, ci presenta una madre di famiglia che aspetta la notte per recarsi ai bagni con tutto il fardello di pomate e di profumi: «Tutto il suo godimento consiste a sudare con grande emozione quando le sue braccia cadono rotte sotto la vigorosa mano che la massa, quando il bagnino animato da questo esercizio fa trasalire sotto le sue dita l'organo del piacere, e scricchiolar le reni della matrona» ...
Sodoma e Gomorra (pagina 7)
di Docteur Jaf (estratti)

... Dimenticò la dignità, la nascita, la naturale modestia del suo sesso, la fedeltà coniugale, per abbandonarsi brutalmente alle sue lubriche passioni ... Appena gettò via la maschera che copriva le sue perverse inclinazioni, Nerone si abbandonò a tutti gli eccessi che i raffinamenti del libertinaggio avevano potuto creare e diede sfogo ai suoi impuri vizii ... Domiziano si bagnava con le prostitute compiacendosi a strappare i peli delle sue concubine ... Per Commodo era un piacere, un bisogno di avvilirsi agli occhi di tutti, non si diceva soddisfatto se non quando le sue turpitudini avevano avuto mille testimoni e mille echi ... Così, quello che egli cercava continuamente, era la creazione di nuove maniere colle quali poter contaminare i suoi occhi, le sue orecchie, la sua anima, insozzando contemporaneamente il pudore altrui ...
Sodoma e Gomorra (pagina 22)
di Docteur Jaf (estratti)

... Lucillio espone nelle sue satire i vantaggi e gl'inconvenienti della pederastia, che offriva ai mariti di Roma un compenso e come una consolazione alle noie e alle tribolazioni del matrimonio, ma che come il matrimonio aveva gli stessi inconvenienti ... Marcantonio gli rimprovera di aver comprato col suo onore l'adozione dello zio e di aver ceduto le sue compiacenze in Ispagna a Hirtius ... Non risparmiò nessuno di essi, li sottomise tutti alle sue vergognoso compiacenze, non rifiutandosi di prestarvisi egli stesso ... Eliogabalo, durante l'inverno che passò a Nicomedia, sbrigliò i suoi gusti infami, ed arrivarono a tanto le sue sregolatezze, che i soldati, i quali lo avevano eletto, arrossirono dell'opera loro, vedendo che l'imperatore si confondeva con vili gitani ... «Tutte le sue occupazioni, dice Lampride, si limitavano a scegliere emissarii incaricati di cercare dappertutto e di condurre alla corte uomini che dovevano adattarsi a certe condizioni favorevoli ai suoi piaceri ... » Sceglieva al teatro ed al circo i compagni delle sue orgie tra gli atleti più robusti ed i gladiatori meglio membruti ... L'Abbate di Clervaux, Enrico, scriveva al papa Alessandro III nel 1877: «L'antica Sodoma rinasce dalle sue ceneri!» Orderic Vital segnala il contagio di questo vergognoso vizio: «Allora, dice, gli effeminati dominavano in tutti i paesi e si abbandonavano liberamente alle loro sozze corruzioni, degne delle fiamme dei roghi, essi abusavano impunemente delle orribili invenzioni di Sodoma ...
Sodoma e Gomorra (pagina 25)
di Docteur Jaf (estratti)

... L'amore tardivo rende il vecchio concupiscente, abietto e ripugnante, gli toglie ogni lume di ragione e di discernimento; troppo animale per sentire, troppo turbato per riflettere, e troppo affrettato soprattutto di godere un ultimo giorno di felicità, questo vecchio satiro diventa così ridicolo che la donna dalla quale è sfruttato, e che ne precipita la morte, non deve molto penare per farlo cadere nelle sue reti ... Quelli che sono ciechi e depravati a questo punto fanno sforzi inauditi per realizzare desiderii che non è più possibile di soddisfare se non con la complicità forzata degli organi genitali, e come abbiamo più sopra detto, è allora che una Venere impudica viene a prodigare a questi vecchi libertini le sue irritanti eccitazioni al vizio ... » È evidente che con queste parole il padre turlupinava il suo uditorio, o incoscientemente s'ingannava nelle sue affermazioni ... La signora di Motteville riporta questo tratto caratteristico riguardante la moglie di Enrico di Condè: «Io le ho udito dire, un giorno che ella motteggiava con la regina sulle sue passate avventure, parlando del cardinale Pamfilo divenuto papa, che rimpiangeva che il cardinale Bentivoglio, suo intimo, non fosse stato eletto lui, per potersi ella vantare di aver avuto amanti di tutte le condizioni: Papi, re, principi, cardinali, duchi, marescialli di Francia e gentiluomini!» Sainte-Beuve ci apprende che non si trovava nulla a dire nel vedere Madama di Saumery istallata presso il maresciallo di Duras e dirigendo la casa di lui invece della moglie, relegata in ...
Storia di un'anima
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Più che i codici amava le sue armi antiche di cui aveva in casa una ricca collezione, i suoi elmi, le sue spade rugginose, le celate, gli stocchi, gli archibugi a ruota ... Il romanticismo vinceva negli anni che corrispondono alla giovinezza d'Ambrogio Bazzero le sue ultime battaglie, accompagnando il frastuono delle battaglie vere per la patria ...
Storia di un'anima (pagina 6)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E la raccolta delle lettere che Lina scrive ad Ermanna sui casi della propria vita e di quella delle sue amiche ... In un secondo volume, che tratterà più specialmente di studii artistici e archeologici, troveranno più naturale il loro posto le sue ricerche storiche su Matteo I Visconti, sugli Italiani alla prima crociata, gli opuscoli sulle Armi di fuoco, Sulle armi antiche nel Museo Archeologico di Milano, le Riviste artistiche sull'Esposizione nazionale di Milano, e quegli altri scritti d'arte che gli meritarono le lodi dei conoscitori ... Alieno in tutto dai raggiri politici, volle pur entrare nella Associazione Costituzionale, che rispondeva meglio alle sue idee d'ordine, e vi si adoperò molto, offrendo la sua penna d'artista per tutte le scritturazioni d'ufficio, a redigere verbali, a compilare manifesti ... A me raccontava poi le sue tristi impressioni e lo stringimento del cuore che provava nel discendere certe scale ...
Storia di un'anima (pagina 7)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Non passò l'anno che la morte, giudicandolo colle sue stesse parole, le trascriveva pel suo funerale ... In alcune sue Ultime volontà il Bazzero lasciava scritto: «Il giorno da me tanto desiderato, o miei parenti, è giunto ... » E dopo aver raccomandato la sua donna e le sue ceneri, pregava così: «Per mia iscrizione queste sole parole: AMBROGIO BAZZERO NATO…………… MORTO…………… Tout ce qui finit est si court! Erano le parole della sua donna, nelle quali spera di rivivere ... I giornali cittadini di tutti i partiti dissero le lodi del defunto: la famiglia gli eresse un sepolcro, dove a capo della cassa, pose le sue intime memorie e le lettere della sua donna ...
Storia di un'anima (pagina 56)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Carlo Corte, così frequentato dai milanesi, flagella le sue docce su morbidi corpicciuoli, candidissimi e nervosi, dove un dì borbottavano incappucciate e insaccate, giallissime e linfatiche, le monache cistercensi: e dove si chiudeva come in un castello l'arcigno vescovo Fieschi, sui bei giardini della montagna, sugli spiani claustrali scorazzano sanguigni giovanotti, inseguendo farfalle… o fanciulle ... Vi paiono luoghi che conoscete da un pezzo, che avete visti e stravisti, dove avete letto l'Aleardi e fumata la prima sigaretta, per piacere alla prima fiamma vagabonda sulle rive a cercare il fiorello azzurro non ti scordar di me… Vedete anche il grano turco che vi rammenta le aie e le canzoni lombarde e le melanconie erotiche alla luna, quando lei colle sue manine voleva cavarsi il capriccio di scartocciare le pannocchie: vedete le viti coi grappoli dell'idillio; lei che vivrebbe anche d'un grano solo al giorno se… Vedete le patate ... —Ad Andorno è nato nel 1707 e morto nel 1794, il valente pittore di prospettiva Bernardino Galliari, che all'eccellenza dell'ingegno, semplicità di costume, bontà e religione accoppiando, colle opere sue dentro e fuori d'Italia il suo nome eternò ... Il Cervo colle sue acque battezza una generazione laboriosa, amantissima del focolare paterno, dalla montanara, che coi calzoncini di panno (vireire o virùi) sui pendii scoscesi delle prealpi, suda alla raccolta del fieno selvatico (siùn), agli imprenditori, ai maestri di muro, agli opranti, che colla certezza delle braccia robuste e del cuore gagliardo, corrono l'Europa, vanno in Algeria, si fanno lodare all'istmo di Suez ...