Libri sera

Libri su sera, con la parola sera

Confessioni di un Italiano (pagina 35)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La Clara entrò nel bugigattolo per ascoltare dal medico la ragion del mio male e confortarmi con dire che la Contessa in vista della mia malattia non si sarebbe ostinata nel castigarmi tanto severamente, e purché dicessi a lei la verità circa alla sera prima, mi avrebbe anche perdonato ... — Martino ti porterà dalla spezieria una boccettina d'acqua, buona come la conserva, e tu la prenderai un cucchiaio per volta ad ogni mezz'ora, hai capito? — Intanto ti aggiusteremo le cose colla mamma pel minor danno, — continuò la Clara — e giacché mi hai ripetuto che quella era la verità come l'avevi detta ieri sera, io spero che la ti perdonerà ... — Non so — io gli risposi — ma ieri sera era così scaldato che posso aver fatto delle sciocchezze senza che ora me ne ricordi ...
Confessioni di un Italiano (pagina 65)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La sera, quando non s'andava a teatro, il giuoco produceva la notte ad ora tardissima; anche in ciò si correva dietro alla moda di Venezia, e se questa passione non distruggeva le casate come nella capitale, il merito apparteneva alla prudente liberalità dei mariti ... Sui tappeti verdi invece dei zecchini correvano i soldi; ma questo era un segreto municipale; nessuno lo avrebbe tradito per oro al mondo, e i forestieri all'udir ricordare le vicende, i batticuori, e i trionfi della sera prima potevano benissimo credere che si avesse giocato la fortuna di una famiglia per ogni partita e non già una petizza da venti soldi ... Una sera chiacchierava più di una gazza; e il giorno dopo aveva il divertimento di veder quelle signore giocar tra loro a chi dicesse più parole in un minuto ... Vi si preparavano i bei motti, le occhiatine ed i gesti per la gran comparsa; o vi si ripeteva quello che la sera prima avevano detto e fatto in casa Frumier ...
Confessioni di un Italiano (pagina 126)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Il fatto sta che per quella sera l'ambizione scavalcò affatto l'amore, e che mi partii dalla Pisana che non avrei nemmen saputo dire di qual colore avesse gli occhi ... Mi ricorderò sempre di quella sera memorabile dell'undici maggio! ... Era una sera così bella così tiepida e serena che parea fatta pei colloqui d'amore per le solinghe fantasie per le allegre serenate e nulla più ...
Confessioni di un Italiano (pagina 195)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Il mattino appresso venne l'ordinanza del colonnello ad avvertirmi che la signora aveva accolto benissimo la proposta, ma la desiderava ch'io le fossi presentato la sera, essendo quello giorno di gran faccende per lei ... Io diedi un'occhiata agli stivali e alla camicia, lamentando quasi di non esser rimasto a letto per conservar loro l'originaria freschezza fino al solenne momento; poi pensando che di sera non vi si abbada tanto pel sottile, e che un ex–intendente doveva possedere ripieghi di vivacità e di coltura da far dimenticare la soverchia modestia del proprio arnese, risposi all'ordinanza che sarei andato a casa del colonnello verso le otto, ed uscii poco stante di casa ... — Un soldo di pane, due di salato ed uno d'acquavite per rifocillarmi lo stomaco e prepararlo alla visita della sera ... L'abate Parini, morto da sei anni e leggero di pranzo anche lui; Lucilio, partito per la Svizzera; Ugo Foscolo, professore d'eloquenza a Pavia; de' miei antichi conoscenti non ne trovava uno: la padrona di casa dandomi la sera prima la patina aveva uncinato un certo suo nasaccio che voleva dire: “State indietro con questi brutti scherzi!” Rimaneva il colonnello Giorgi; ma vi confesso che mi vergognava: come anche dubito che mi sarei vergognato di tutti gli altri se fossero stati a Milano, e che sarei morto di fame piuttosto di farmi pagare un caffè e panna da Ugo Foscolo ...
Diario del primo amore
di Giacomo Leopardi (estratti)

... Ma la sera dell'ultimo Giovedì, arrivò in casa nostra, aspettata con piacere da me, nè conosciuta mai, ma creduta capace di dare qualche sfogo al mio antico desiderio, una Signora Pesarese nostra parente più tosto lontana, di ventisei anni, col marito di oltre a cinquanta, grosso e pacifico, alta e membruta quanto nessuna donna ch'io m'abbia veduta mai, di volto però tutt'altro che grossolano, lineamenti tra il forte e il delicato, bel colore, occhi nerissimi, capelli castagni, maniere benigne, e, secondo me, graziose, lontanissime dalle affettate, molto meno lontane dalle primitive, tutte proprie delle Signore di Romagna e particolarmente delle Pesaresi, diversissime, ma per una certa qualità inesprimibile, dalle nostre Marchegiane ... Quella sera la vidi, e non mi dispiacque; ma le ebbi a dire pochissime parole, e non mi ci fermai col pensiero ... Così avea fatto la sera precedente, alla cena ... La sera del Venerdì, i miei fratelli giuocarono alle carte con lei: io invidiandoli molto, fui costretto di giuocare agli scacchi con un altro: mi ci misi per vincere, a fine di ottenere le lodi della Signora (e della Signora sola, quantunque avessi dintorno molti altri) la quale senza conoscerlo, facea stima di quel giuoco ... Intanto l'aver veduto e osservato il suo giuocare coi fratelli, m'avea suscitato gran voglia di giuocare io stesso con lei, e così ottenere quel desiderato parlare e conversare con donna avvenente: per la qual cosa con vivo piacere sentii che sarebbe rimasa fino alla sera dopo ... Mi pasceva della memoria continua e vivissima della sera e dei giorni avanti, e così vegliai sino al tardissimo, e addormentatomi, sognai sempre come un febbricitante, le carte il giuoco la Signora; contuttochè vegliando avea pensato di sognarne, e mi parea di aver potuto notare che io non avea mai sognato di cosa della quale avessi pensato che ne sognerei: ma quegli affetti erano in guisa padroni di tutto me e incorporati colla mia mente, che in nessun modo nè anche durante il sonno mi poteano lasciare ... Benchè questo presente (il quale, come ieri sera quasi subito dopo il giuocare, pensai, probabilmente è nato dall'inesperienza ...
Diario del primo amore (pagina 3)
di Giacomo Leopardi (estratti)

... Già la sera del Lunedì quella vagheggiatissima immagine del volto, forse per lo averla troppo avidamente contemplata, m'era pressochè del tutto svanita di mente; e quindi in poi con gran cordoglio posso dire di non averla più veduta, se non come un lampo alle volte di sfuggita e sbiadatissima, e questo, mentre l'immagine del suo compagno ch'io non ricerco per niente, mi si fa innanzi viva freschissima e vegeta sempre ch'io me ne ricordo ... Ogni sera, stando in letto e vegliando a lungo, con ogni possibile industria m'adopero di richiamarmi alla mente la cara sembianza, la quale probabilmente per questo appunto ch'io con tanto studio la cerco, mi sfugge, ed io non arrivo a vederne altro che i contorni, e ci affatico tanto il cervello che alla fine mi addormento per forza colla testa annebbiata infocata e dolente ... Così m'accadde ieri sera, ma questa mattina svegliatomi per tempissimo, in quel proprio punto di svegliarmi, tra il sonno e la veglia spontaneamente m'è passata innanzi alla fantasia la desiderata immagine vera e viva, onde io immediatamente riscosso e spalancati gli occhi, subito le son corso dietro colla mente, e se non sono in tutto riuscito a farla tornare indietro, pure in quella freschezza di mente mattutina, tanto ne ho veduto e osservato e dell'aria del volto, e dei moti e dei gesti e del tratto e dei discorsi e della pronunzia, che non che m'abbia fatto maraviglia l'esserne stato una volta preso, ho anzi considerato che se io avessi quelle cose tuttora presenti alla fantasia, sarei ben più smanioso e torbido ch'io non sono ... Il tempo pigliò avanti ieri sera e tutto ieri gran vantaggio sulla mia passione, la quale va adesso veramente scadendo e mancando, nè io ripugnava più tanto alla lettura, anzi tra la passione e l'amore dello studio, parea che quella a poco a poco scemando tuttavia di peso, questo cominciasse a dare il crollo alla bilancia; e ammansato l'animo mio e fatto men severo e nemico de' piaceruzzi, e accostumatomi a que' pensieri e però non mi facendo più quell'effetto, e potendogli assaporare senza inquietudine e con meno diletto e più tranquillo, e diradati e indeboliti gli accessi di malinconia; l'appetito già dalla sera del Mercordì cominciatosi a raggiustare, tornavami al suo sesto, ed io quasi ripigliava le costumanze di prima, se ben sempre mi pareva e mi pare che qualche cosa mi manchi, e ch'io potrei star meglio che non istò, e provare un certo diletto che non provo ... E più debole è quando sorge spontaneamente, imperocchè piglia più forza, e mi s'interna maggiormente nell'animo, e arriva anche a turbarmi quando è svegliata da qualche oggetto di fuori, com'è il sentir parlare di quella persona, e il giuocare che mi bisogna far tutte le sere: e in ispecie ieri sera giuocando e ricordandomi bene ch'era l'ottava di quel fatal giorno, presemi gagliardamente quel tristo pensiero, tanto ch'io n'alzai gli occhi verso quella parte dov'era stata la Signora per guardarla, com'avea fatto in quel turbolento giuocare, quasich'ella ancora ci fosse ...
Fior di passione (pagina 11)
di Matilde Serao (estratti)

... In fondo ci divertivamo come tanti giovanotti allegri, che eravamo, in compagnia di molte ragazze che ridevano dalla mattina alla sera ... Aveva anche un abito di lana bianca per i ballonzoli della sera ed uno di seta nera per la Messa della mattina ... A Salerno parlavano tutta la sera, lei da un terrazzino, lui da una scaletta di servizio; quando pioveva lei s'imbaccucava in uno scialle, ma ci prendeva certe costipazioni che le rendevano il nasino rosso come il fuoco, gli occhi lagrimosi e le labbra scottate ... La sera, erano coppie innamorate, sotto il portico, nel giardino, sul terrazzo ... Una sera egli l'aveva incontrata fra due porte e l'aveva abbracciata baciandola ruvidamente sul collo; gli era quasi svenuta nelle braccia ... Una sera, in un ballonzolo, arrivò a darle un pizzicotto così tremendo che lei strillò come in agonia e tutti se ne accorsero ...
Fior di passione (pagina 28)
di Matilde Serao (estratti)

... La sera non vide Federigo nello Stabia-Hall ... Ma la prima sera in cui si rividero, il primo momento, in un palchetto della Pergola, a Firenze, senza parlare, senza toccarsi la mano, dinanzi a molta gente, scambiarono quello sguardo ardente che rimescola il sangue e per cui due vite s'uniscono ... Ma una sera, per far dispetto a certe amiche che avevano detto esserle impossibile l'abito scollacciato, venne al teatro con un abito scollato di raso rosso, quasi senza maniche, con un'audacia tranquilla ed irresistibile ... Qualcuno, di sera, diceva che ella aveva gli occhi neri: cambiamenti pericolosi che moltiplicano la potenza di uno sguardo ...
Il benefattore (pagina 25)
di Luigi Capuana (estratti)

... La sera non arrivava! E con che lentezza si movevano le lancette dell'orologio! Verso le undici, non stavo più a sedere, ma addossato alla parete, in attesa dei picchi avvisatori ... Furono tre, come la sera precedente, e questa volta mi diedero uno strano brivido per la schiena ... E preparavo le domande da farle la sera dopo ... Non dubitavo che la sera dopo ella sarebbe venuta a conversare con me, dubitavo però della sua potenza visiva a traverso il muro; attribuivo al caso la coincidenza delle sue risposte con la realtà ... E alle undici della sera appresso, ripigliavo la conversazione interrotta ... —Rispondete alla domanda di ieri sera: Perchè? —È inutile ... Picchiavo, ripicchiavo ogni sera, ma invano ...
Il diavolo nell'ampolla
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Sempre col tono d'uno che narra una storia non sua, il soldato continuò: — Matto invece sono stato io, dall'altra sera fino a oggi, fino all'ora che ho discorso con mio cognato ... L'altra sera io e il mio compagno, Biagini, un toscano, avevamo già caricate le bestie (si andava al reparto, al lume di luna), quando mi consegnarono una lettera ... Nessuno avvertiva in lui un'eccitazione strana: per l'insonnia — tre notti che non dormiva —; per la fame — dalla sera innanzi non aveva mangiato che una mezza pagnotta —; per il piacere stesso che, in contrasto con la sua sventura, provava a riudire il suo dialetto, a trovarsi fra gente delle sue parti, in vista ai noti luoghi, lontano dalla vita di guerra ... Una stretta di mano; buona sera!, e si separarono ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 22)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... settimane dopo la sera che Alfonso aveva mosso al fratello l'oscuro ammonimento — e Alfonso non ne aveva più tenuto parola nè Raimondo se ne era più ricordato — l'arciprete, dalla via, sorprese l'amico una mattina mentre curava i fiori prediletti ... Infatti al tema pericoloso li aveva condotti, quella sera, l'accenno al pianeta che gira intorno a Sirio in cinquant'anni ... Fratelli? E con voce ferma, con la stessa voce con cui aveva detto quella sera: — sta attento — Alfonso disse al fratello: — L'ho uccisa ...
Il ponte del Paradiso (pagina 32)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... „ Il re della festa non lasciò partir quella sera i suoi fedeli, senza aver fatto saltare il turacciolo a due bottiglie della Vedova incomparabile ... Filippo Aldini se ne andò quella sera abbastanza consolato dal palazzo Orseolo ... Che la Zuliani avesse fatto qualche colpo di testa con le signore Cantelli? Ma in che modo? e perchè? La signora Zuliani, egli l'aveva ben veduta la sera antecedente, guarita affatto della sua emicrania, tutta gaia, felice, raggiante e scintillante, tutta fiori e baccelli col suo Raimondo più caro che mai ... Solo dalla sera antecedente, tra diademi sfavillanti e duetti maritali, il povero Aldini incominciava a ricogliere il fiato ...
Il ponte del Paradiso (pagina 38)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Finalmente uscito dal banco, andò attorno passeggiando senza saper dove e perchè, ma rinfrancandosi a grado a grado nell'aria pungente della sera, e portò a casa il resto del suo turbamento, quel resto che non poteva sfuggire all'occhio indagatore di Livia ... Visite? Per quella sera non ne aspettavano ... La quale, frattanto, pensava che suo marito, anche avendo perduto o corso rischio di perder somme più forti, non era mai stato tanto accorato come quel giorno, tra le sei e le nove di sera ... Quella sera egli si ritirò nelle sue stanze un po' prima del solito ...
Il ponte del Paradiso (pagina 54)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... In queste chiacchiere si consumò una mezz'ora; dopo di che il signor Zuliani prese commiato, promettendo una visita più lunga per quella medesima sera ... Quella sera, alle nove in punto, ritornava Raimondo Zuliani, tranquillo, sereno, anche ilare, secondo il suo vecchio costume, poichè della sua signora poteva recare sempre migliori notizie ... Ma sul cuore sentiva il dolce conforto di una letterina, ricevuta quella sera al Quadri; una cara letterina, che lo aveva miracolosamente aiutato a mandar giù qualche boccone con minor reluttanza ... Certo il Povero Aldini sarebbe stato molto impacciato, quella sera, a trovar materia di conversazione, così turbato com'era, e per parecchie ragioni ... Quella sera faceva lei tutte le carte, ma usando l'arte di far parlare più che potesse l'Aldini ...
L'amore che torna (pagina 18)
di Guido da Verona (estratti)

... E fu tutto per quella sera ... Per questo era opportuno ch'ell'andasse a pranzo da lui, dove lo avrebbe incontrato quella sera stessa ... Fu la signora Gräfe ad annunziarle una sera, di punto in bianco, che l'Hohenfels le aveva dato incarico di condurla da una buona sarta, perch'ella si comandasse in tempo tutti gli abiti che occorrevano prima della imminente loro partenza ... Tutta una sera ella rimase nella sua camera a sognare ...
L'amore che torna (pagina 19)
di Guido da Verona (estratti)

... Era la prima sera di Settembre ... — Questa è l'ultima sera, Mathias ... Ma quando egli fu lontano, ed ella pensò che avrebbe dovuta ricominciare la sua lotta inutile, dall'alba fino alla sera, un senso inenarrabile d'angoscia le strinse il cuore, come se avesse compiuta la rinunzia maggiore al più bel sogno della sua vita ...
L'amore che torna (pagina 35)
di Guido da Verona (estratti)

... Elena frequentava le sue lezioni, la mattina ed il pomeriggio; di sera per lo più, vinta dalla stanchezza, non amava uscire ... Verso le cinque le andavo incontro, ed era questa l'ora migliore della mia giornata, poichè ci recavamo a far le piccole spese per la nostra casa, od a bere il tè nei ritrovi eleganti, od a passeggiare insieme fino allo scendere della sera ... Avevo presa l'abitudine di uscir la sera, quando Elena si coricava di buon'ora, e frequentavo alcuni amici d'altri tempi, seguendoli senza voglia nelle loro scorrerìe per la città del piacere ... Fra questi, mi avvenne una sera d'incontrare un uomo che tempo addietro mi aveva molto divertito ed incuriosito ...
L'amore che torna (pagina 38)
di Guido da Verona (estratti)

... A Parigi, entrando nella sua camera, vidi una sera il cofanetto aperto e vuoto sopra la scrivania ... Quella sera conobbi il Duvally ... Quella sera il favore del pubblico lo inebbriava, e mi diede prova di una cortesia perfino eccessiva ... Due giorni dopo, nel pomeriggio, tornai a quel teatro con il pretesto di domandare al Duvally se potesse ancora farmi avere una poltrona per la sera, poichè le agenzie avevano tutto venduto ...
L'amore che torna (pagina 64)
di Guido da Verona (estratti)

... Fabio veniva da me la sera e Ludovico ci allestiva il pranzo ... Nessuno mi domandò di Elena, come per un'intesa pattuita; solamente Camillo Ainardi una sera, giocando, mi disse: — Andrò a Parigi verso la fine della settimana ... Si tornava sul far del crepuscolo, ed allora cominciava con prendermi ogni sera un mal di capo così violento e assiduo che, rincasando, bisognava mi coricassi; nessun rimedio valeva per togliermi quel martellare ... Lazzaro mi raccontava; mi raccontava delle mietiture e dei raccolti, della torre a cui durante l'inverno s'era fatta una gran fessura nella muraglia, ed erano l'edere che la stringevan troppo od i serpenti che vi strisciavano su; de' suoi figli ch'eran tutti sani e robusti ed il maggiore stavasi per fidanzare, della sua donna che aveva l'altr'anno avuta una sesta doglia, ma infruttuosa, e delle viti che toccavano terra, l'autunno scorso, con i lor tralci ricurvi, sicchè bisognava poggiarli ad altri alberi più forti, — e delle processioni, e delle sagre, e della cavalla saura che s'era spezzata una giuntura, cadendo con il barroccio in un fossato, a gran rischio di uccidere il ragazzotto che la guidava, una sera buia, nel Dicembre ...
L'amore che torna (pagina 66)
di Guido da Verona (estratti)

... Ma una sera che tornavo da una gita in automobile, verso l'ora del pranzo, entrai svogliatamente nelle sale da giuoco, non sapendo che fare ... La signorina bionda e anemica bevve quella sera molto Sciampagna, disse molte corbellerie e volle che l'accompagnassi a casa — per slacciarle il busto ... Da quella sera in poi non feci che vincere ogni giorno, senza interruzione, con una facilità che stupiva me stesso ... Me lo dissero al suo teatro, una sera, dopo lo spettacolo ... — Non sapete se le abbiano consegnato stamane un biglietto che ieri sera ho lasciato per lei? — Sì, difatti; me lo diede il portiere di notte, e lo mandai ...
L'amore che torna (pagina 70)
di Guido da Verona (estratti)

... Vi giunsi una sera che le torri e le cupole infoscavano tra la nuvolaglia bassa; il Tevere livido serpeggiava sotto i ponti deserti; pareva che una immensa morte fosse calata sulla città neroniana ... Giocava per solito con prudenza metodica e taccagna; ma una sera di gran disdetta, squilibratosi fuor del consueto, perdette contro di me nove o diecimila lire ... — balbettò soffocatamente, — mi domandi una cosa impossibile! Quella è stata una sera di pazzia ...
La vita comincia domani (pagina 14)
di Guido da Verona (estratti)

... Ascoltavano, ed ognuno, tacendo, in quella sera piena d'ambiguità, ricamava sul proprio telaio una trama invisibile di pensieri ... — egli disse impaurito; — non qui! La sera già folta li nascondeva; ma erano più che mai timorosi, più che mai sperduti d'amore e di terrore, mentre il destino si compiva in ogni attimo, con una irremediabile celerità ... Che buon odore di menta selvatica veniva dall'umida erba in quella sera scintillante! La terra satura esalava il suo respiro profumato, quasichè, nella propizia ombra, godesse la carezza d'un amante e quel soverchio profumo fosse l'effluvio della sua nascosta voluttà ...
La vita comincia domani (pagina 17)
di Guido da Verona (estratti)

... Poi subitamente si ricordò di una sera, — una sera non tanto remota in quella corsa a ritroso degli anni — quando Giorgio era venuto a trovarlo nel suo laboratorio e s'era seduto in un angolo, taciturno, ma con l'aspetto di volergli dir qualcosa, di volergli fare una confessione grave ... Perchè mai di quella sera egli si rammentava così bene ogni più piccolo episodio? — Che strana cosa! In quella sera egli provò per la prima volta una specie di presentimento, oppure una di quelle sensazioni inspiegabili che paiono più tardi presentimenti quando il fatto accade ...
La vita comincia domani (pagina 53)
di Guido da Verona (estratti)

... La Clinica, l'Università, i molteplici consulti, le pratiche di laboratorio, lo assorbivano da mattino a sera, ed anzi metteva nell'occuparsi una specie d'iracondia, quasi che un'oscura ma imperiosa inquietudine lo sospingesse a consumare con febbre tutte le ore della sua giornata ... Sorse di tavola, entrò in una sala che non era illuminata se non dal riverbero della sera inazzurrata ... d'una sera, dell'anno antecedente, o forse d'un tempo ancor più lontano, quand'egli appunto se ne stava così, fermo, a contemplare dalla finestra la bella piazza illuminata, allorchè gli avvenne di riconoscere un uomo che per il mezzo la traversava; un uomo alto, magro, leggermente curvo, che veniva incontro alla sua casa, e camminando guardava se ci fosse ancor lume nelle sue finestre, lassú ... Gli parve che il senso della moltitudine, del frastuono, il senso attuale di quella piazza, consistesse appunto nell'uomo che certa sera la traversava, nè ora la traverserebbe mai più, nei giorni tumultuosi ch'eran per nascere su l'infinita vita ...
Marocco (pagina 72)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... accompagnò, verso sera, fino all’accampamento, ch’era a due ore di cammino dalla sua casa, in un prato pieno di fiori e di tartarughe, tra il fiume Dà, che si divide là presso in un gran numero di canali, e una bella collina coronata d’una tomba di santo dalla cupola verde ... La sera del 19 Giugno ci accampammo a tre ore da Laracce, e la mattina seguente entrammo in città, ricevuti alle porte dal figlio del Governatore, da venti soldati senza fucili e senza calzoni schierati lungo la strada, da un centinaio di ragazzi cenciosi, e da una banda composta d’un tamburino e d’un trombettiere, che vennero poco dopo a chiedere la mancia con uno straziante concerto nel cortile dell’agente consolare d’Italia ... L’accampamento fu posto la sera sulla riva destra del Kus e levato per tempo la mattina seguente ... Il convoglio dei bagagli partì la mattina; l’Ambasciata verso sera ...
Mastro don Gesualdo (pagina 44)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Buona sera, - disse Mommino ... Infine gli aveva detto il perché, una sera, al buio, lì sulla soglia, mentre Pallante era salito avanti ad accendere il lume: - È geloso! ... Infine una sera ...
Mastro don Gesualdo (pagina 60)
di Giovanni Verga (estratti)

... Ciò che volete togliere di bocca a questi innocenti, c'è già chi se lo mangia alla vostra barba! Andate a vedere, la sera, sotto le vostre finestre, che passeggio! ... Una sera finalmente la sorprese alla finestra, con un tempo da lupi ... A prendere il fresco per l'estate? T'insegno io a contar le stelle! Non m'hai visto ancora uscir dai gangheri! Gliel'insegno io a passeggiar di sera sotto le mie finestre, a certi cavalieri! Un fracco di legnate, se l'incontro! M'hai visto finora colla bocca dolce; ma adesso ti fo vedere anche l'amaro! Ti faccio arar diritto, come tiro l'aratro io! Da quel giorno ci fu un casa del diavolo, mattina e sera ...
Mastro don Gesualdo (pagina 72)
di Giovanni Verga (estratti)

... Dài e dài erano arrivati a scatenargli contro anche loro, una sera che li avevano tirati in quelle chiacchiere all'osteria, e i due ragazzacci non possedevano neppure di che pagar da bere agli amici ... Veniva a trovarlo sera e mattina, gli conduceva la moglie e le figliuole, vestiti di nero tutti quanti, che annebbiavano una strada ... Dicevasi che in casa sua ci fosse un arsenale; che la sera ricevesse Canali, il marchese Limòli, dell'altra gente ancora, per congiurare, e un bel mattino si sarebbero trovate le forche in piazza, e appesi tutti coloro che avevano fatto la rivoluzione ... - Una galera, quella baracca! La povera cugina Bianca ci aveva lasciato le ossa col mal sottile! - Zacco la sera stessa andò a far visita al barone Rubiera, invece di annoiarsi con quel villano di mastro-don Gesualdo che passava la sera a lamentarsi, tenendosi la pancia, all'oscuro, per risparmiare il lume ...
Mattinate napoletane (pagina 13)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)

... A' rumori che nel giorno l'aria spessa e pesante aveva ammortiti, alla vita della mattina piena di movimento, di voci, di strepiti, che il tempo uggioso avea resi come sordi e sfiniti, succedeva adesso, dopo un paio d'ore d'ozio snervante, l'impaziente rivoluzione della sera, che pareva volesse reagire a quel torpore durato così a lungo tra l'aspettare invano i soliti piccoli avvenimenti e il raggomitolarsi con lo spirito e il corpo in un malessere d'insofferenza che la giornata metteva ne' muscoli e nel sangue ... Ma nello spiazzato innanzi alla gran massa del palazzo reale, tutti i lumi s'eran data la posta come ogni sera, e assieme ai fanali grandi a cinque rami, di sotto alle colonne del peristilio, le lampade a bomba rischiaravano la piazza deserta e silenziosa, ove pareva che andasse a morire nell'immensità del vuoto tutto il romorio di Toledo ... Dopo aver leggiucchiate le prime pagine di un romanzo nuovo, di cui si era annoiato a morte, fra le cinque e le sei di sera s'era buttato sul letto, volendo gustare, per la prima volta dopo un mese, la voluttà del sonno a quell'ora ... Ma eran sogni d'oro quelli che lo cullavano allora; dormiva sino a giorno tutto d'un fiato sotto la coltre doppia che, a volte, quando non aveva ancor chiusi gli occhi, sentiva a rimboccarglisi sotto al mento dalle mani leggere della madre… Questo pensava Manlio in quella sera di marzo, smaniando sul letto, che scricchiolava, voltandosi da tutte le parti come se fosse sulle spine ...
Ricordi di Parigi (pagina 35)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Credevo che la seconda sera la commedia non sarebbe arrivata di là dal secondo atto ... Pensavo al teatro della sera prima, e mi domandavo il perchè di quella inesplicabile brutalità, dal momento che il vero pubblico faceva al mio lavoro una accoglienza tanto diversa ... Che importa? Lo strangolamento è riuscito; il pubblico della prima sera ha stretto la corda e la critica ha dato l'ultimo strappo ... Un tale, la prima sera, nei corridoi del teatro diceva ad alta voce:—Ebbene, farà ancora il critico teatrale Emilio Zola?—Perdio se lo farò ancora! E più ardentemente di prima, potete andarne sicuri ... L'uomo avrà l'abitudine di passare la sera accanto al camino, colla pipa in bocca, e piglierà fuoco accendendo la pipa ...
Romanzo d'una signorina per bene (pagina 3)
di Anna Vertua Gentile (estratti)

... E sua sorella gemette: «Il mondo s'è cambiato!… Dio sa che cosa ci si prepara!… Non c'è più sommissione, non c'è più rispetto, non c'è più differenza fra gente e gente!… Anche le persone per bene si danno al socialismo! E susurrò a fior di labbra queste parole che la terrorizzavano! * * * Finito di desinare, il signor Pippo Ferretti, il ricco industriale, come di solito, fece la sua toeletta della sera, e prima di uscire salutò la sorella e baciò in fronte la figliuola, che lo accompagnò fino all'ingresso della portineria; un amore di casetta svizzera ... Era la domanda che egli le faceva ogni sera, quasi a sgravio della propria coscienza, certo di sentirsi rispondere di no, certissimo della bugia generosa che era in quel no ... Del resto, qualche volta, egli la conduceva a teatro insieme con la zia, la sua figliuola; in casa si ricevevano spesso gli amici la sera, e non di rado si davano serate e trattenimenti ... «Non ti annoi troppo a restar sola con la zia?—ripetè ancora quella sera il signor Pippo ... «Ah Lena!… hai mancato a la tua promessa, per orgoglio!—mormorò a l'aria fosca della sera la fanciulla, che dopo la partenza del padre, si era fermata in giardino, ritta contro il muriciuolo, le dita intrecciate nell'inferriata del cancello, lo sguardo vagante ... Suo padre le era tolto, dagli affari lungo la giornata, la sera, dagli svaghi; in casa non ci aveva che la zia, una buona donna irta di pregiudizi, che non destava in lei nè poteva sentire nessuna simpatia per lei ... L'ingegnere si mosse; una voce suonò nell'aria sommessamente: «Buona sera, signorina! «Buona sera!—rispose Lucia, quasi suo malgrado ...
Storia di un'anima (pagina 15)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... —Jeri sera ho offeso, villanamente offeso, un mio amico ... Lidia, perdonami! Ma così contraffatto, e incerto come sono io, il mio carattere può essere riflessivo e paziente? E i miei nervi? Sera ... Vivo! o Lidia, da quella prima sera che ti vidi a Limbiate ad oggi come ti ho sempre amato! ma quale scoraggiamento nel pensare «Mi amerà lei? o almeno si ricorderà di me?» Forse Ti ero indifferente!—Ma in questi giorni mi ami! mi ami! O mamma, come sono felice! Come Ti amo! Ma ricomincia il tormento:—Come farmi una strada?—come lavorare a prepararmi un avvenire? Io sono poeta! 18 martedì ... —Jeri sera come fui melanconico e scoraggiato! Come farmi una strada? 19 febbrajo ... Come sentii la vita! Come pensai a Te! Come Ti volli mia, al mio braccio sorridente fra le croci, melanconica per quanto hai sofferto, fidente pel bene che Ti farò io!—Dio ci ha destinati! Jeri avevo pensato tanto! E a sera un papà mi fa mille complimenti, per introdurmi nel palco di sua figlia ... si credette d'essere l'oggetto di tanta mia attenzione, e cominciò da quella sera a guardarmi ...
Storia di un'anima (pagina 24)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... —Ieri a sera, alla Società degli Artisti, ho assistito allo svestirsi della modella, una ragazza triviale e perduta ... E viaggiando non sentirei il demonio dell'odio e l'angelo dell'amore in me? (Sera) ... 11 dicembre (sera) ... —Sono in pace: ieri a sera ho baciati mia madre e mio padre ...
Storia di un'anima (pagina 34)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Se alla sera fossi ancora alla spiaggia colla fanciulla nerissima, pregherei il mare che ci sguazzasse un po' ... Non capisco quanto tempo è passato: capisco però che è sera ... SERA ... A sera ho desiderato di morire: a notte? La cameriera dalla stanza reca fuori le profumate biancherie, un nuvolo di trine, pieno di lampi ...
Storia di un'anima (pagina 59)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... dicendo:—Qui fra i monti si fa presto sera ... * * * E si fa sera—la sera solenne dei monti ...
Storia di un'anima (pagina 67)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... La marchesa vedova, quella che aveva aggiunto all'attico della villa lo stemma colle quaranta maggioranze di Castiglia e di Leon, vi giaceva ammalata fradicia da sette anni non parlava più del marito, se non per consolarsi che, a conto di messe, era già in luogo di salvazione: facendo chiamare dalla vecchia nutrice i tre figli ogni sera per benedirli, al primo diceva «marchese Asdrubale,» alla seconda «donna Ines,» al terzo «don Apollonio ... » E, raccogliendosi tutta nei suoi pensieri, taceva sino alla sera del giorno appresso: a meno che le arrivasse qualche corriere di Spagna con una lettera di un principe di Madrid che le annunciava la prossima gravidanza della moglie, o qualche procaccio da Milano colle benedizioni dell'abbadessa vecchia di Santa Radegonda o dell'arcivescovo capo-rito di Sant'Ambrogio ... Taceva lei per delle settimane: ma susurrava qualche servo del morto padrone che quel malore che le rodeva l'ossa era come, che so io, come uno struggimento per una grande passione ambiziosa insoddisfatta: e che il marito non aveva voluto un certo dì ch'ella seguisse re Carlo II (Dio lo riposi) a una caccia presso la Bellingera e che il futuro marchese, il primogenito Asdrubale, fosse già stato promesso ad una principessina madrilena che non era nata… Basta: in una sera di Natale, in quel lettone, quella madre… (madre la direte?)… quella squallida ammalata, moriva rassegnatissima, togliendosi dall'anulare un anello coi cinque suggelli dei cinque feudi della famiglia, e ponendolo sull'indice del suo primogenito: con una carta piena di ghirigori istituiva il maggiorasco: al marchese Asdrubale ordinava la seppellissero nel palazzo, e fissava le libbre milanesi della cera: a donna Ines e a don Apollonio raccomandava, loro vita natural durante, di pregare per lei… che era morta ... La triste secondogenita, che nella sera di Natale rammentava quell'altra notte, quando la madre le moriva, e che contava ancora angosciosamente i pochi mesi, i mesi tormentosi della sua libertà, prima d'entrare nel monastero, si contorceva sotto le coltri, si strozzava il pianto, udiva le campane per la pianura buia, s'immaginava i babbi e i bimbi che si avviavano alla chiesa, i bimbi! i bimbi!… E il povero crocefisso fu trovato alla mattina dalla nutrice dischiodato dalla croce e con alcune chiazze di sangue recente sull'avorio ... L'infelice terzogenito, che rammentava quella notte di Natale, quando gli moriva la madre, e quella mattina, quando avevano veduto il crocefisso della sorella colle macchie di un sangue caldo, e che aveva sfogliato tutti i libri più devoti per sapere com'erano orrendi i tormenti dell'inferno, lì, sul seggiolone, quando tramontava il giorno e gli pareva di udire i canti delle mamme… sì, sì, una folata di vento gli portava dagli alti finestroni della chiesa un ronzio di voci felici, credenti, devotissime a Dio… Quando calava la sera sui campi e la pace sulle mamme e sulle bambine, egli, di sotto al San Tomaso in-folio, traeva un pugnale aguzzo e… E il povero librone fu trovato alla mattina dalla nutrice divelto dalla copertura e con un buco che lo passava irosamente parte a parte, come una cornata del diavolo ...