Libri san

Libri su san, con la parola san

Confessioni di un Italiano (pagina 7)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Invece il Cancelliere, quando era sciolto dal suo ministero di ombra, e non si perdeva a ciaramellare di donnicciuole e di tresche, moveva sempre lunghissime lamentazioni sulla strettezza delle tariffe; le quali, secondo lui, proibivano assolutamente l'entrata del paradiso ad ogni officiale di giustizia che non provasse categoricamente a san Pietro di esser morto di fame ... Ma cosa importa se si doveva scriverne dieci per farne arrivar una; ed anco questa non giungeva che per caso, e spesse volte inutile per la tardanza? In fin dei conti, sotto un certo aspetto che m'intendo io, non hanno torto coloro che benedicono San Marco; ma sotto mille aspetti diversi da quell'uno io benedico tutti gli altri santi del paradiso e lascio in tacere il quarto evangelista col suo leone ... Certo, per coloro che avevano ereditato molti diritti e pochi doveri e intendevano continuare l'usanza, San Marco era un comodissimo patrono ... San Marco sonnecchiava; o se vegliava e puniva, la giustizia si faceva al buio; atroce pel mistero, e inutile pel nessun esempio ...
Confessioni di un Italiano (pagina 24)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ella discorreva con raccapriccio dei costumi sfacciatamente osceni che si auguravano fin d'allora dalla nuova generazione, e ringraziava il cielo che proteggeva la Repubblica di San Marco contro l'invasione di quella pestilenza ... Quando la nipote le leggeva talune delle commedie di Goldoni, ella se ne scandolezzava e le faceva saltar via qualche pagina; qualche volume anche avea creduto bene di toglierselo lei e serrarlo sotto chiave; né avrebbe mai figurato che quanto a lei sembrava sfrenatezza di lingua e licenza di pensieri, nei teatri di San Benedetto o di Sant'Angelo facesse anzi l'effetto di sferzare costumi ancor più rotti e sfrontati ... Scommetto che le riforme dell'Imperatore e la malora di San Marco non gli spiacevano tanto come voleva mostrarlo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 59)
di Ippolito Nievo (estratti)

... — Amici, amici! di San Mauro e di Lugugnana! — risposero molte voci ... Il Partistagno raccontò allora com'egli fosse venuto quella sera per la solita visita al castello, ma un po' più tardi del consueto pel riparo di alcune arginature che l'ebbe trattenuto a San Mauro ... Infatti l'era tornato di galoppo a San Mauro, e là, raccoltivi alcuni suoi fidati, nonché molte Cernide di Lugugnana che vi stavano ancora a lavoro sopra l'argine, s'era ravviato verso Fratta ...
Confessioni di un Italiano (pagina 127)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ma la turba gli si scagliò contro furibonda, e lo costrinse a gridare: — Viva San Marco! — Quelle nuove grida soffocarono le prime ... — Viva la Repubblica! Viva San Marco! — fu una sola voce in tutta la piazza gremita di gente; le bandiere furono inalberate sulle tre antenne; l'immagine dell'Evangelista fu portata in trionfo; e un'onda minacciosa di popolo corse alle case di quei patrizi che erano in voce d'aver congiurato per la chiamata dei Francesi ... — Li vedi? — mi bisbigliò all'orecchio — il popolo grida: “Viva San Marco!” e non ha poi il coraggio di portar in trionfo, e di crear doge uno di questi ultimi e degni padroni che gli restano! ...
Decameron (pagina 54)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Secondo che io udi' già dire, vicino di San Brancazio stette un buono uomo e ricco, il quale fu chiamato Puccio di Rinieri, che poi essendo tutto dato allo spirito si fece bizzoco di quegli di san Francesco e fu chiamato frate Puccio: e seguendo questa sua vita spiritale, per ciò che altra famiglia non avea che una donna e una fante, né per questo a alcuna arte attender gli bisognava, usava molto la chiesa ... Tornò in questi tempi da Parigi un monaco chiamato don Felice, conventuale di San Brancazio, il quale assai giovane e bello della persona e d'aguto ingegno e di profonda scienza: col quale frate Puccio prese una stretta dimestichezza ... La donna, che motteggevole era molto, forse cavalcando allora la bestia di san Benedetto o vero di san Giovanni Gualberto, rispose: “Gnaffé, marito mio, io mi dimeno quanto io posso ...
Decameron (pagina 113)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ora avvenne un giorno che, essendo Guido partito d'Orto San Michele e venutosene per lo Corso degli Adimari infino a San Giovanni, il quale spesse volte era suo cammino, essendo arche grandi di marmo, che oggi sono in Santa Reparata, e molte altre dintorno a San Giovanni, e egli essendo tralle colonne del porfido che vi sono e quelle arche e la porta di San Giovanni, che serrata era, messer Betto con sua brigata a caval venendo su per la piazza di Santa Reparata, vedendo Guido là tra quelle sepolture, dissero: “Andiamo a dargli briga”; e spronati i cavalli, a guisa d'uno assalto sollazzevole gli furono quasi prima che egli se ne avvedesse, sopra e cominciarongli a dire: “Guido, tu rifiuti d'esser di nostra brigata; ma ecco, quando tu avrai trovato che Idio non sia, che avrai fatto?” A' quali Guido, da lor veggendosi chiuso, prestamente disse: “Signori, voi mi potete dire a casa vostra ciò che vi piace”; e posta la mano sopra una di quelle arche, che grandi erano, sì come colui che leggerissimo era, prese un salto e fusi gittato dall'altra parte, e sviluppatosi da loro se n'andò ... – 10 Frate Cipolla promette a certi contadini di mostrar loro la penna dell'agnolo Gabriello; in luogo della quale trovando carboni, quegli dice esser di quegli che arrostirono san Lorenzo ...
Decameron (pagina 115)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma perché vi vo io tutti i paesi cerchi da me divisando? Io capitai, passato il Braccio di San Giorgio, in Truffia e in Buffia, paesi molto abitati e con gran popoli; e di quindi pervenni in terra di Menzogna, dove molti de' nostri frati e d'altre religioni trovai assai, li quali tutti il disagio andavan per l'amor di Dio schifando, poco dell'altrui fatiche curandosi dove la loro utilità vedessero seguitare, nulla altra moneta spendendo che senza conio per quei paesi: e quindi passai in terra d'Abruzzi, dove gli uomini e le femine vanno in zoccoli su pe' monti, rivestendo i porci delle lor busecchie medesime; e poco più là trovai gente che portano il pan nelle mazze e 'l vin nelle sacca: da' quali alle montagne de' Bachi pervenni, dove tutte l'acque corrono alla 'ngiù ... Egli primieramente mi mostrò il dito dello Spirito Santo così intero e saldo come fu mai, e il ciuffetto del serafino che apparve a san Francesco, e una dell'unghie de' gherubini, e una delle coste del Verbum-caro-fatti-alle-finestre e de' vestimenti della santa Fé catolica, e alquanti de' raggi della stella che apparve a' tre Magi in Oriente, e una ampolla del sudore di san Michele quando combatté col diavole, e la mascella della Morte di san Lazzero e altre ... E per ciò che io liberamente gli feci copia delle piagge di Monte Morello in volgare e d'alquanti capitoli del Caprezio, li quali egli lungamente era andati cercando, mi fece egli partefice delle sue sante reliquie: e donommi uno de' denti della Santa Croce e in una ampoletta alquanto del suono delle campane del tempio di Salomone e la penna dell'agnol Gabriello, della quale già detto v'ho, e l'un de' zoccoli di san Gherardo da Villamagna (il quale io, non ha molto, a Firenze donai a Gherardo di Bonsi, il quale in lui ha grandissima divozione) e diedemi de' carboni co' quali fu il beatissimo martire san Lorenzo arrostito; le quali cose io tutte di qua con meco divotamente le recai, e holle tutte ... Vera cosa è che io porto la penna dell'agnol Gabriello, acciò che non si guasti, in una cassetta e i carboni co' quali fu arrostito san Lorenzo in un'altra; le quali son sì simiglianti l'una all'altra, che spesse volte mi vien presa l'una per l'altra, e al presente m'è avvenuto: per ciò che, credendomi io qui avere arrecata la cassetta dove era la penna, io ho arrecata quella dove sono i carboni ... Il quale io non reputo che stato sia errore, anzi mi pare esser certo che volontà sia stata di Dio e che Egli stesso la cassetta de' carboni ponesse nelle mie mani ricordandom'io pur testé che la festa di san Lorenzo sia di qui a due dì ... ” E poi che così detto ebbe, cantando una laude di san Lorenzo, aperse la cassetta e mostrò i carboni; li quali poi che alquanto la stolta ...
Giambi ed Epodi (pagina 9)
di Giosuè Carducci (estratti)

... Benedice la corona del figliuol di San Luigi Quel che giacque sotto il piombo del comune di Parigi ... Non pare ordine o collare che il re doni al suo fedele: Non è quel di San Luigi, non è quel di San Michele ...
Il ponte del Paradiso (pagina 14)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Uscite col signor Filippo dall'albergo, passarono il ponte dei Sospiri, svoltarono dal palazzo Ducale a San Marco, e di là, per l'arco dell'Orologio, entrarono in Mercerìa, non già per rimanervi, a goder lo spettacolo, sempre nuovo della turba affaccendata e chiacchierina ... Riusciti al ponte di Rialto, ed ivi passato il Canal Grande, scesero a San Giacomo, donde piegarono a sinistra per Campo San Polo ... — Ci siamo; — disse Filippo, come furono nella contrada di San Giovanni Decollato ...
Il ponte del Paradiso (pagina 19)
di Anton Giulio Barrili (estratti)

... Oh, il felice incontro! La contessa Galier di San Polo! E lì una buona fermatina, con un mondo di garbatissime chiacchiere, e di complimenti alla signorina Margherita, sempre più bella, sempre più cara ...  — Qui venne il ricambio degli ultimi saluti; dopo di che la contessa Galier si avviò per Rialto verso i Santi Apostoli e il corso Vittorio Emanuele, mentre le signore Cantelli riprendevano il loro cammino verso San Marco e la riva degli Schiavoni ... Ma riusciti che furono davanti a San Marco, e di là in Piazzetta, dove era più scarso il numero dei viandanti, il silenzio di Filippo doveva essere notato ... Ed era stata proprio una passeggiata all'aperto, per vedere qua e là tante di quelle piccole cose, che i viaggiatori non trovano indicate nelle guide, e che sfuggono perciò alla loro ammirazione forzata: per esempio quelle scale scoperte nei cortili di parecchie abitazioni private, come nel palazzo Soranzo in campo San Polo, nel palazzo Sanudo a Santa Maria dei Miracoli, nella casa abitata da Carlo Goldoni a San Tomà, e originale su tutte la scala dei Bembo alla Celestia in calle Magno ...
Mastro don Gesualdo
di Giovanni Verga (estratti)

... Parte prima I Suonava la messa dell'alba a San Giovanni; ma il paesetto dormiva ancora della grossa, perché era piovuto da tre giorni, e nei seminati ci si affondava fino a mezza gamba ... Tutt'a un tratto, nel silenzio, s'udì un rovinìo, la campanella squillante di Sant'Agata che chiamava aiuto, usci e finestre che sbattevano, la gente che scappava fuori in camicia, gridando: - Terremoto! San Gregorio Magno! Era ancora buio ... E subito, dal quartiere basso, giunse il suono grave del campanone di San Giovanni che dava l'allarme anch'esso; poi la campana fessa di San Vito; l'altra della chiesa madre, più lontano; quella di Sant'Agata che parve addirittura cascar sul capo agli abitanti della piazzetta ... Una dopo l'altra s'erano svegliate pure le campanelle dei monasteri, il Collegio, Santa Maria, San Sebastiano, Santa Teresa: uno scampanìo generale che correva sui tetti spaventato, nelle tenebre ... San Giovanni Battista! Gli uomini accorrevano vociando, colle brache in mano ...
Novelle rusticane (pagina 13)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Con quel pelame lì, che par l'asino di san Giuseppe! Le bestie di quel colore sono tutte vigliacche, e quando passate a cavallo pel paese, la gente vi ride in faccia ... Cosa devo regalarvi per l'asino di san Giuseppe? Il padrone allora gli voltò le spalle infuriato, gridando che se non conoscevano le bestie, o se non avevano denari per comprare, era meglio non venire alla fiera, e non far perdere il tempo ai cristiani, nella santa giornata che era ... Però di sottecchi non perdevano di vista l'asino di san Giuseppe, e il suo padrone che fingeva di sbucciare delle fave verdi, colla fune della cavezza fra le gambe, mentre compare Neli andava girandolando fra le groppe dei muli e dei cavalli, e si fermava a guardare, e contrattava ora questa ed ora quella delle bestie migliori, senza aprire il pugno che teneva in tasca colle trentacinque lire, come se ci avesse avuto da comprare mezza fiera ... Ma suo fratello gli diceva all'orecchio, accennandogli l'asino di san Giuseppe: - Quello è il fatto nostro ... - Se non te ne vai - rispondeva suo marito - ti assesto una pedata di quelle buone! Così passavano le ore alla fiera; ma nessuno di coloro che passavano davanti all'asino di san Giuseppe si fermava a guardarlo; e sì che il padrone aveva scelto il posto più umile, accanto alle bestie di poco prezzo, onde non farlo sfigurare col suo pelame di gazza accanto alle belle mule baie ed ai cavalli lucenti! Ci voleva uno come compare Neli per andare a contrattare l'asino di san Giuseppe, che tutta la fiera si metteva a ridere al vederlo ... Compare Neli allora e suo fratello, e un altro amico che avevano raccattato per la circostanza, vennero a passare di là, guardando in aria, che il padrone dell'asino torse il capo anche lui per non far vedere di star lì ad aspettarli; e l'amico di compare Neli disse così, stralunato, come l'idea fosse venuta a lui: - O guarda l'asino di san Giuseppe! Perché non comprate questo qui, compare Neli? - L'ho contrattato stamattina; ma è troppo caro ... E domandò al padrone: - Quanto vi dobbiamo regalare per l'asino di san Giuseppe? La padrona dell'asino di san Giuseppe, vedendo che si ripigliava il negozio, andava riaccostandosi quatta, quatta, colle mani giunte sotto la mantellina ...
Novelle rusticane (pagina 14)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Vedete se ha trovato un altro compratore per quel prezzo? In tutta la fiera non c'è più che quattro montoni rognosi e l'asino di san Giuseppe ... Ma poi si lasciò raggiungere dalla moglie, la quale adagio adagio andava contando di nuovo i denari nel fazzoletto, e domandò: - Ci sono? - Sì, ci son tutti; sia lodato san Gaetano! Ora vado dallo speziale ... Massaro Cirino il Licodiano aveva comprato l'asino di san Giuseppe per poco, giacché aveva ancora la cicatrice al pasturale, che la moglie di compare Neli, quando vedeva passare l'asino col padrone nuovo, diceva: "Quello era la nostra sorte; quel pelame bianco e nero porta allegria nell'aia; e adesso le annate vanno di male in peggio, talché abbiamo venduto anche il mulo" ... Ha il cuore grande come la Piana di Catania, quell'asino di san Giuseppe! e non si direbbe" ...
Novelle rusticane (pagina 15)
di Giovanni Verga (estratti)

... Così l'asino di san Giuseppe cambiò di padrone un'altra volta, come massaro Cirino se ne tornò colla falce in spalla dal seminato, che non ci fu bisogno di mieterlo quell'anno, malgrado ci avessero messo le immagini dei santi infilate alle cannucce, e avessero speso due tarì per farlo benedire dal prete ... Allora compare Luciano il carrettiere, incontrando massaro Cirino il quale si tirava dietro l'asino colle bisacce vuote, gli chiese: - Cosa volete che vi regali per l'asino di san Giuseppe? - Datemi quel che volete ... Adesso se non comprava quell'asino di san Giuseppe, non sapeva che farne del suo carro e degli arnesi; e vedrete che quell'asino sarà la sua ricchezza! L'asino imparò anche a tirare il carro, che era troppo alto di stanghe per lui, e gli pesava tutto sulle spalle, sicché non avrebbe durato nemmeno sei mesi, arrancando per le salite, che ci volevano le legnate di compare Luciano per mettergli un po' di fiato in corpo; e quando andava per la discesa era peggio, perché tutto il carico gli cascava addosso, e lo spingeva in modo che doveva far forza colla schiena in arco, e con quelle povere gambe rose dal fuoco, che la gente vedendolo si metteva a ridere, e quando cascava ci volevano tutti gli angeli del paradiso a farlo rialzare ... - Ogni giorno che campa l'asino di san Giuseppe son quindici tarì guadagnati, diceva, e quanto a mangiare mi costa meno d'un mulo ... Quando non ne potrà più del tutto lo venderò a quello del gesso, che la bestia è buona e fa per lui; e non è mica vero che gli asini di san Giuseppe sieno vigliacchi ... In tal modo l'asino di san Giuseppe capitò in mano di quello del gesso, il quale ne aveva una ventina di asini, tutti macilenti e moribondi, che gli portavano i suoi saccarelli di gesso, e campavano di quelle boccate di erbacce che potevano strappare lungo il cammino ... Ma l'asino di san Giuseppe non l'avrebbe riconosciuto più nemmeno la padrona che l'aveva visto nascere, tanto era mutato, quando andava col muso a terra e le orecchie a paracqua sotto i saccarelli del gesso, torcendo il groppone alle legnate del ragazzo che guidava il branco ... Pure anche la padrona stessa era mutata a quell'ora, colla malannata che c'era stata, e la fame che aveva avuta, e le febbri che avevano preso tutti alla pianura, lei, suo marito e il suo Turiddu, senza denari per comprare il solfato, ché degli asini di san Giuseppe non se ne hanno da vendere tutti i giorni, nemmeno per trentacinque lire ... - Se aveste un asino - gli diceva quello del gesso per vendere l'asino di san Giuseppe che non ne poteva più - potreste portare al villaggio dei fasci più grossi, ora che il vostro ragazzo è cresciuto ... Almeno così il povero asino di san Giuseppe visse meglio gli ultimi giorni; giacché la vedova lo teneva come un tesoro, in grazia di quei soldi che gli era costato, e gli andava a buscare della paglia e del fieno di notte, e lo teneva nel casolare accanto al letto, che scaldava come un focherello anche lui, e a questo mondo una mano lava l'altra ... Ma l'asino, dal peso nella salita s'inginocchiò tale e quale come l'asino di san Giuseppe davanti al Bambino Gesù, e non volle più alzarsi ...
Storia di un'anima (pagina 39)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... E inviterei:—Moviamo al tempio di san Matteo, monumento de' Doria, al san Donato dalla torre costantinopolitana: a san Tomaso, al san Marco col Veneto lione, che rugge ancora coll'ultimo lamento di Andrea Dandolo, il suicida di Curzola memoranda; che freme ancora all'invisibile sogghigno trionfale di Pagano Doria trascinante dalla poppa della galea capitana lo stendardo de' Veneziani ... A San Sepolcro sorgono le memorie de' crocesignati, dei cavalieri, degli spedalieri, e dei cinque cardinali affogati nei cinque sacelli da Urbano VI ... Alla Casa di San Giorgio v'è il codice di Gazaria, o i cartulari della compera di Caffa, Scio e Famagosta ... E poi passarono gli anni! Un giorno sotto queste vôlte, che accolsero le reliquie conquistate a Mirrea e il sacro catino a Cesarea, sdegnosamente si ricusò il giuro di fedeltà a Federigo imperatore!… E un altro giorno si confermò Simone Boccanegra! Quante glorie di dogi! E in un tempo funesto cinquanta fanciulle vestite di bianco, recando l'ulivo, imploravano pace da Luigi XII! E dirò ancora:—Andrea Doria fu insigne sul mare: Ambrogio Spinola conquistò le Fiandre: Megallo Lercaro rappresenta la forza dei traffici e delle colonie di san Giorgio benedetto ...
Storia di un'anima (pagina 54)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Dal Piazzo volevo scendere in Vernato per gustarvi un bel quadro antico, e poi a San Sebastiano attratto dal Cristo del Ferrari, dall'Assunzione del Luino, dalla Trinità del Moncalvo, e da altri dipinti di scuola lombarda e vercellese, che avevo già veduto l'anno scorso: ma l'amico che mi accompagnava si diceva stanco all'aria della città ... 1803, dell'ultimo di quei laboriosissimi monaci agricoltori: si va all'Ospizio di Graglia, di cui ciarleremo più sotto: ai due Occhieppo: al villaggio di Graglia: al castello di Gaglianico, donato nel 1152 da Federigo imperatore al vescovo Uguccione, il fondatore di Biella-Piazzo: al castello di Moncavallo: alla vetta del Bricco e al castello di Ternengo, a Pettinengo, a Mosso: ad Andorno, a Sagliano-Micca, all'Ospizio di san Giovanni, pei quali luoghi prometto tre ciarle: si va alla Colma d'Andorno, ai tre Turlo, alla Bocchetta della Sessera: a Tolegno; alle castella di Perrione, di Verrone, di Valdengo, di Perretto, di Castellengo, di Repolo, di Masino, d'Azeglio… Volete altro? Non finirei più: e vi dico che queste sono tutte scorse bellissime che soddisfano tutti i gusti ... Poveri morti e povera formica! Ho promesso due righe per l'Ospizio di Graglia, per Andorno, Sagliano e San Giovanni: la sosta la faremo all'Oropa ... Ed ecco le Alpi Graie, il Monviso, la catena degli Appennini, Superga, la cupola di san Gaudenzio di Novara, l'aguglia del nostro Duomo: e sotto sotto i villaggi dall'Elvo alla Serra ...
Storia di un'anima (pagina 60)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Accetto il consiglio: Wer reisen will, tret'an am frühen Morgen und lasse heim die Sorgen! rinuncio agli sproni e alla nobile gualdrappa, prendo a nolo una prosaica carrozza, mi ci accomodo poltronescamente, e mi lascio trascinare sulla strada maestra, che corre ai piedi dei monti, fra colti e vigneti; dolcemente passa un colle, per selvette cedue di castagni e massi lucenti di micaschisti, e, per valloncelli e distese di campi, attraversando i paesi di Malo e di San Vito, ci conduce a Schio ... Così pochissimo so dirvi di San Vito: che sia stato percosso dalla peste del 1630 lo lessi in una lapide nel muro del cimitero: che conservi nella chiesa parrocchiale alcune pale del Maganza, lo credo benissimo, giacchè lo trovo in un libro stampato ... Lascio quindi ai foglietti del mio taccuino le annotazioni su alcuni particolari dello stile gotico-francescano (secolo XV), sugli stalli di legno (1504) e sulla Vergine del Verla (1512), che vidi nella chiesa di San Francesco; certe altre sul San Nicolò, nel 1536 dato ai cappuccini, sulla Santa Trinità (secolo XV), sull'antica rocca, distrutta nel 1512, e sul tiglio secolare ...
Storia di un'anima (pagina 65)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Prendete il biglietto: primi o secondi? Siamo sul San Gottardo, coi marinai, coi macchinisti fuligginosi, colla folla minuta dei contadini, colle valigie stemmate e coi viaggiatori distinti dal Bedeker ... San Bernardo, capo dell'abbazia di Clairvaux nella Sciampagna, venuto in Lombardia, e fondato in questo luogo l'abbazia e il monastero dei cistercensi, l'intitolò Chiaravalle, per amor di ricordo ... Luino, l'angelico, ha dipinto: l'ottimo Garavaglia ha intagliato: altri molti hanno lavorato e vi giacciono nell'oblio; san Bernardo un giorno arse di zelo e fu una fiaccola ...