Libri regina
Libri su regina, con la parola regina
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 3)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... La Regina manda a domandar Bertoldo al Re, perché lo vuol vedere ... Mentre ragionavano così famigliarmente il Re e Bertoldo, gionse un messo da parte della Regina, il qual disse al Re come la Regina desiderava di vedere Bertoldo, pregando sua Maestà a mandarglielo; e perché ella aveva inteso che costui si pigliava spasso di burlar le donne, aveva fatto pensiero di farlo bastonare ben bene; onde il Re, udito la dimanda della Regina, volto a Bertoldo, gli disse: RE La Regina ha mandato a domandarti ...
|
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 4)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... RE Temi tu forsi che la Regina ti facci dispiacere? BERTOLDO Donna iraconda, mar senza sponda ... RE La Regina è tutta piacevole e brama di vederti; però va' via allegramente, e non dubitare ... Bertoldo è condotto dalla Regina ... Così Bertoldo fu condotto dalla Regina, la quale avendo inteso, come vi dissi, la burla fatta a quelle donne il giorno innanzi, aveva fatto preparare alquanti bastoni e commesso alle sue donne che, serratolo in una camera, gli sbattessero ben bene la polvere di sul mantello; e, subito ch'essa lo vide, mirando quel mostruoso aspeto, tutta sdegnata, disse: REGINA Mira che ceffo di babuino ... REGINA Come t'addimandi tu? BERTOLDO Io non domando nulla ... REGINA Come ti chiami? BERTOLDO Chi mi chiama, io gli rispondo ... REGINA Dico come tu t'appelli ... BERTOLDO Io non mi sono mai pelato, ch'io mi ricorda Mentre che la Regina interrogava Bertoldo, una delle serve portò di nascosto un vaso pieno d'acqua per fargli batter dentro il sedere, ma il villano astuto, accortosi di ciò, stava molto bene avvertito, e subito pensò una nuova astuzia, seguitando pur la Regina il suo parlare ... REGINA Come fai tu tante astuzie, che tu pari un indovino? BERTOLDO Ogni volta che mi vien adacquato il sedere, io indovino ogni cosa, e so se una donna fa l'amore e se ella ha mai fatto errore con alcuno, e s'ella è casta overo impudica; e in somma io indovino ogni cosa, e se vi fusse chi mi volesse bagnar di dietro io vi saprei dir ogni cosa adesso, adesso ... Ma la Regina, che ardeva di sdegno contro di costui, impose che esse pigliassero un bastone per ciascheduna in mano e lo bastonassero ben bene; ond'esse se gli avventarono addosso con maggior impeto che non fecero le furiose Baccanti addosso al misero Orfeo ... Allora tutte s'incominciarono a guardare l'una con l'altra, dicendo: «Io non ho mai pensato di far questo»; «Né io», rispondeva l'altra, e così di mano in mano risposero tutte e per sino la Regina, a tale ch'esse tornarono i bastoni al suo luogo e il sagacissimo e buon Bertoldo restò illeso da quelle aspre percosse per allora ... La Regina brama che Bertoldo sia bastonato per ogni modo ... La Regina, che tuttavia ardeva di sdegno contra Bertoldo, e volendo per ogni modo ch'ei fosse bastonato, mandò a dire alle sue guardie che nell'uscir fuora lo bastonassero senza remissione alcuna e lo fece accompagnare a quattro dei suoi servi, i quali poi gli portassero la nuova di tutto quello ch'era successo ... Quando Bertoldo vidde che in modo alcuno non la poteva fuggire, ricorse all'usato giudicio e, volto alla Regina disse: «Poi ch'io veggio chiaramente che pur tu vuoi ch'io sia bastonato, fammi questa grazia: ti prego in cortesia, che la domanda è onesta e la puoi fare, in ogni modo a te non importa pur ch'io sia bastonato, di' a questi tuoi che mi vengono accompagnare, che dicano alle guardie che portino rispetto al capo e che elle menino poi il resto alla peggio» ... La Regina, non intendendo la metafora, comandò a coloro che dicessero alle guardie che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio che sapevano; e così costoro, con Bertoldo innanzi, s'inviarono verso le guardie, le quali aveano di già i legni in mano per servirlo della buona fatta; onde Bertoldo incominciò a caminare innanzi agli altri di buon passo, sì che era discosto da loro un buon tratto di mano ... Quando coloro che l'accompagnavano viddero le guardie all'ordine per far il fatto ed essendo omai Bertoldo arrivato da quelle, cominciarono da discosto a gridare che portassero rispetto al capo e che poi menassero il resto alla peggio, che così aveva ordinato la Regina ... sì tutti pesti e fracassati tornarono alla Regina, la quale, avendo udito che Bertoldo con tale astuzia s'era salvato e aveva fatto bastonare i servi in suo luoco, arse verso di lui di doppio sdegno e giurò di volersene vendicare, ma per allora celò lo sdegno che ella avea, aspettando nuova occasione; facendo in tanto medicare i servi, i quali, come vi dissi, erano stati acconci per le feste, come si suol dire ... Venuto l'altro giorno, la sala reggale s'incominciò a empire di cavalieri e baroni, secondo il solito, e Bertoldo non mancò di comparire al modo usato; là onde vedutolo il Re, lo chiamò a sé e disse: RE E bene, come passò il negozio fra te e la Regina? BERTOLDO Dall'orlo alla scarpa vi fu poco vantaggio ...
|
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 6)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Regina faceva molta instanza, raccomandandogli caldamente tal negozio ... Andò dunque Bertoldo in piazza e comprò un uccelletto, e lo pose in una scatola e portollo al Re dicendo che mandasse quella scatola così serrata alla Regina e che essa la mandasse a quelle donne e che gli commettesse espressamente che non l'aprissero e che la mattina seguente tornassero e che portassero la scatola così serrata che il Re gli farebbe loro la grazia di quanto chiedevano ... Il messo prese la scatola e la portò alla Regina, la quale la consegnò alle dette matrone che in camera di lei stavano aspettare la risposta, commettendole espressamente da parte del Re che non dovessero in modo alcuno aprir la detta scatola e che tornassero il dì seguente, ch'elle avriano ottenuto tutto quello ch'esse desideravano dal Re ... E così si partirono tutte consolate dalla Regina ... Partite che furono le dette femine dalla Regina, gli venne gran desiderio di vedere quello ch'era in detta scatola e cominciarono l'una con l'altra a dire: «Vogliamo noi veder quello che si rinchiude qui dentro?» Altre dicevano: «Non facciamo, perché abbiamo espressa commissione di non aprirla, perché forsi v'è dentro qualche cosa importante per il Re» ... Passata la notte e tornato il giorno chiaro, le dette donne si levarono e si ridussero insieme, e come disperate non sapevano che partito si dovessero pigliare circa il tornare più alla presenza del Re, per l'errore commesso; e parimente stavano in dubbio se dovevano tornare dalla Regina, o sì o no; chi diceva a un modo e chi a un altro, chi persuadeva di andare, chi di restare ... Al fine, volta e rivolta, si risolsero d'appresentarsi alla Regina e narrargli il fatto, e così fecero ... Le donne vanno dalla Regina ed essa le conduce innanzi al Re ... Udendo la Regina simil cosa, restò molto travagliata nell'animo e non sapeva che si dire, né che si fare, temendo di qualche gran disordine; pur fece buon cuore e andò dal Re con tutta questa comitiva di donne, le quali dovevano essere sino a trecento e tutte quante venivano col capo basso e tutte vergognose ... Giunto che fu la Regina nella gran sala, salutò il Re ed esso rese a lei il saluto allegramente; poi la fece sedere appresso di sé e gli addimandò che buona nuova la conduceva a lui con tanta compagnia di donne ... La Regina racconta al Re la fuga dell'uccelletto ... Disse la Regina: «Sappia tua Maestà ch'io son venuta qui dinanzi alla tua Corona con queste nobilissime madonne per la risposta della domanda fatta a te per via d'entrare ancor esse ne' negozi e offici istessi che hanno quei del Senato; alle quali avendo tua Maestà mandato quella scatola con espressa commissione ch'elle non l'aprissero in modo alcuno e tornarla a lei nel modo ch'ella gli era stata data, ora una più curiosa dell'altre avendo desiderio di vedere quello che vi si rinchiudeva dentro, l'aperse non pensando più oltre; e l'uccello subito scampò via; onde elle sono restate tanto addolorate di simil fatto ch'elle non ardivano di levar più la testa, né mirarti in viso per la gran vergogna ch'elle hanno per aver trasgredito il precetto regale ...
|
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 8)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... La Regina manda di nuovo a chieder Bertoldo al Re ... Mentre essi andavano così ragionando insieme, gionse un altro messo da parte della Regina, con una lettera la quale conteneva che il Re gli mandasse Bertoldo per ogni modo, ché, sentendosi ella un poco indisposta, voleva passare il tempo alquanto con le piacevolezze di lui ... Il Re, letta la lettera, prestando fede alle parole della Regina, volto a Bertoldo, disse: RE La Regina di nuovo mi t'ha mandato a domandare e dice ch'essendo alquanto indisposta vorrebbe che tu l'andasti un poco a trattenere e fargli passar l'umore con le tue piacevolezze ...
|
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 9)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... RE Va' via sicuramente, che la Regina non ha più odio teco, ma s'è passata quella burla in riso ... Bertoldo con una bellissima astuzia si ripara dal primo empito della Regina ... Così Bertoldo s'inviò per andare dalla Regina, e avendo inteso come ella aveva commesso ai suoi cagnateri che subito ch'egli giongeva nella sua corte essi gli lasciassero andare tutti i cani incontro, acciò da quelli fusse crudelmente stracciato (tanto era incrudelita verso di lui), nel passare ch'ei fece per piazza vidde per buona sorte un villano il quale aveva una lepre viva, e comperolla, mettendosela sotto il mantello; e quando fu gionto nella detta corte gli furono lasciati i cani, i quali venivano verso lui correndo quasi come affamati, e l'averiano morto e stracciato con i fieri denti ... Ma esso, vedendo il gran pericolo nel quale ei si trovava, subito lasciò gir la lepre che egli avea sotto, la quale non sì tosto fu veduta dai cani, che lasciarono stare di morder Bertoldo e si posero a correr dietro alla lepre, com'è lor natura, a tale ch'esso restò salvo e illeso dai crudi morsi di quei fieri cani, e così si ridusse innanzi alla Regina, la quale tutta ammirativa, credendolo morto da quei cani, tutta piena di disdegno e ira gli disse: REGINA Tu sei qua, brutto assassino? BERTOLDO Così non ci fussi come ci sono ... REGINA Come sei scampato dai denti de' miei fieri cani? BERTOLDO La natura ha provisto all'accidente ... REGINA La moglie del ladro non rise sempre ... REGINA Chi ha le prime non va senza ... REGINA A te toccarà a questa volta ... REGINA Promettere e non dare, vien per matto confortare ... REGINA Chi non gli gioca mal gli spende ... REGINA Andar bestia e tornar bestia è tutt'uno ... REGINA Pur ci sei venuto tu, che fai l'astuto e il malicioso ... REGINA Ogni tempo viene, a chi può aspettarlo ... REGINA Dietro il tuono suol venire la tempesta ... REGINA Ogni gallo non conosce fava ... REGINA Tu non camperai del certo questa volta, usa pure quanta malizia tu puoi e sai, ch'io non voglio che tu ti vanti di fare più stratagemme contra le donne ... La Regina fa mettere Bertoldo in un sacco ... Allora la Regina tutta adirata lo fece pigliare e legar stretto, poi lo fece condurre in una camera appresso a quella dove lei dormiva; e, perch'ella non si fidava ch'esso non scampasse, come aveva fatto altre volte con le sue astuzie, lo fece mettere in un sacco e gli pose per guardia un sbirro il quale lo guardasse sino alla mattina, con animo poi di mandarlo a gettare nel fiume o fargli altra cosa, ch'ei non potesse fargli più burle ... Che cosa ha giovato a me il vestirmi di questi rozzi e ruvidi panni per mostrare di esser povero, s'io sono stato scoperto per ricco, come io sono? Onde questi tiranni per l'avidità della robba mia si vogliono imparentar meco; ma vada come si voglia, io non consentirò mai di prenderla, ché io son uomo contrafatto e so ch'ella non sarebbe tutta mia, e se la Regina vorrà ch'io la pigli al mio dispetto, qualche cosa sarà» ...
|
Le sottilissime astuzie di Bertoldo (pagina 11)
di Giulio Cesare Croce (estratti)
... Posto ch'ebbe Bertoldo lo sciocco sbirro nel sacco, fece pensiero di subito scampar via e non aspettare altrimente la tempesta che gli era per cadere adosso la mattina che succedeva; e, bisognando passare per le stanze della Regina, accostò più volte l'orecchio se udiva nessuno; né sentendo anima nata per quelle camere (perché erano tutti nel primo sonno), aperse l'uscio pian piano della camera dov'egli era ed entrò nella sala e di qui nella camera dove dormiva la Regina, e appressandosi al letto di lei cheto cheto trovò ch'essa dormiva come un tasso, onde pensò di fargli una beffa, e, preso una delle sue vesti, se la pose indosso e così vestito da donna passò per tutte le altre stanze dove dormivano le dame; e, avendo trovato le chiavi di tutte le porte dal capo del letto della nutrice, aperse destrissimamente tutti gli usci e uscì fuori del palazzo ... La Regina non trovando la veste dà la colpa allo sbirro che l'abbia rubbata, e credendo parlar con Bertoldo parla con lo sbirro ch'era nel sacco ... Venuta la mattina, entrarono le damigelle per vestir la Regina, né trovando la veste ch'esse gli avevano cavato la sera, restarono tutte ammirate e stupefatte ... Al fine la Regina, fattosi portare altra veste, si levò tutta furiosa e subito andò alla camera dove aveva lasciato Bertoldo nel sacco, né vedendo la guardia ch'ella aveva messo alla custodia sua, dubitò che lo sbirro fosse stato quello che gli avesse rubbata la veste e che si fosse gito con Dio; e giurò, se lo poteva aver nelle mani, di farlo subito impiccare ... REGINA Che cosa vuoi tu pigliare, una medicina? SBIRRO L'avete voi posta all'ordine? REGINA La faremo metter all'ordine or ora ... REGINA Non passerà molto tempo, che tu sarai consolato ... REGINA Dico che fra poco ti condurremo da lei, sta' pur allegro ... REGINA Che parla questo villano di sposa e di doble? Cavatelo un poco fuori di quel sacco, ch'io lo veggia in viso ... Lo sbirro esce fuori del sacco in cambio di Bertoldo, e la Regina tutta stupefatta dice: REGINA Chi t'ha posto in quel sacco, sciagurato? SBIRRO Colui ch'aveva da essere lo sposo, il quale, non volendo colei che gli volete dare, ha rinonciato a me questa ventura ... REGINA Che sposa? che doble dici tu? Parla più chiaro, ch'io t'intenda ... REGINA T'ha forsi dato colui a intendere questa papolata? SBIRRO Dico ch'egli ha detto del miglior senno ch'egli ha, e m'ha posto in questo sacco a posta ed ei se n'è fuggito via; però venghisi all'espedizione, fin ch'io son di vena di fare la ricevuta ... REGINA Adesso, adesso farò venir le doble; intanto preparati al ricevere, ch'io voglio che il contratto sia fatto a tue spalle ... REGINA Tu le conterai prima; poi, se non saranno di peso, io te le farò cambiare ... Il che poi detto, subito fece comparire quattro de' suoi serventi con un buon bastone per uno, i quali tosto cominciarono a bastonare il povero sbirro, il quale, sentendosi tempestare con tanta rovina, incominciò a gridare e raccomandarsi; ma nulla gli giovò perché coloro lo lasciarono in terra come morto, né bastò di questo, ché la Regina lo fece tornar nel sacco e portarlo a gettar nel fiume, e così quel povero disgraziato tirò le doble di peso, mal per lui, e in cambio di prender moglie s'ammogliò nell'Adice del tutto ... Bertoldo sta nel forno e la Regina il fa cercar per tutto ... Dopo che l'infelice sbirro fu mandato a bere, si fece gran diligenza per trovar Bertoldo, ma per le pedate volte alla roversa non potevann comprendere ch'ei fosse uscito fuori di corte, e la Regina lo fece cercar per tutto con animo risoluto di farlo impiccare, parendogli pur grave la beffa della veste e dello sbirro ... Bertoldo viene scoperto nel forno da una vecchia, e si divulga per tutto la Regina esser nel forno ... Stava dunque il misero Bertoldo in quel forno e udiva il tutto e cominciò a temere molto della morte e si pentì d'esser mai andato in quella corte e non ardiva d'uscire fuori per non essere preso, sapendo che la Regina gli aveva mal animo adosso; e ora tanto più avendogli fatto la burla dello sbirro e della veste, dubitava ch'ella non lo facesse impiccare ... Ma avendo indosso quella veste, ch'era lunga, né avendola tirata ben dentro del forno tutta, essendone restata fuori un lembo, volse la sua mala sorte ch'ivi venne a passare una vecchia appresso al detto forno, e conosciuto l'orlo della veste, che pendeva fuori, che quella era una delle vesti della Regina, si pensò che la Regina fusse rinchiusa nel detto forno; onde andò in un tratto da una sua vicina e gli disse che la Regina era in quel forno ... Andò colei seco e, guardando nel forno, vidde la detta veste, e, conoscendola, lo disse ad un'altra, quell'altra ad un'altra e così di mano in mano a tale che non fu meza mattina che per tutta la città andò la nuova che la Regina era in un forno dietro le mura della città ... Il Re dubita che Bertoldo non abbi portato la Regina in quel forno, e va a chiarirsi del fatto ... Udendo il Re simil fatto, dubitò che Bertoldo avesse portato la Regina in quel forno, perché lo conosceva tanto tristo che credeva ch'ei potesse fare ogni cosa, e le strattagemme del passato maggiormente gli crescevano il sospetto; onde subito andò alla camera della Regina e la trovò ch'ella era tutta arrabbiata; e inteso da lei la beffa della veste, si fece condurre a quel forno e guardando in esso vidde costui nel detto avviluppato nella veste della Regina, e tosto lo fece tirar fuori, minacciandolo della morte; e così fu spogliato della veste il povero villano e restò con gli suoi strazzi intorno; e tra che esso era brutto di natura e avendosi tutto tinto il mostaccio nel detto forno, pareva proprio un diavolo infernale ...
|
Mattinate napoletane (pagina 10)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... LA REGINA DI MEZZOCANNONE Aprile 1886 Finora Mezzocannone ha avuto solo un re, quel buffo re di creta bronzata, mangiato dal tempo e dalle intemperie nel naso e nelle mani e negli occhi, nero, storto e contraffatto come un Esopo, bersaglio continuo delle invettive delle serve, le quali vanno ad attingere, e delle pietre e dei torsoli onde lo regalano i monelli impertinenti e democratici ... Ma questo budello Mezzocannone, questo schifoso intestino napoletano, ha pur una regina ... Il re è orribile; la regina è incantevole ... Ma la regina? Ella vive e regna in fin della stradicciuola ... Come si chiama la regina? * * * Le prime visite che feci alla via, mosse da ragioni affatto lontane dall'interesse artistico, me la resero sempre più antipatica ...
|
Novelle rusticane (pagina 4)
di Giovanni Verga (estratti)
... Il Re stavolta, prima di montare a cavallo, mentre sua moglie entrava nella lettiga, parlava con questo e con quello come se non fosse stato fatto suo, e accostandosi a compare Cosimo gli batté anche colla mano sulla spalla, e gli disse tale e quale, col suo parlare napoletano: - Bada che porti la tua Regina! che compare Cosimo si sentì rientrare le gambe nel ventre, tanto più che in quel momento si udì un grido da disperati, la folla ondeggiò come un mare di spighe, e si vide una giovinetta, vestita ancora da monaca, e pallida pallida, buttarsi ai piedi del Re, e gridare: Grazia! - Chiedeva la grazia per suo padre, il quale si era dato le mani attorno per buttare il Re giù di sella, ed era stato condannato ad aver tagliata la testa ... Il povero compare Cosimo aveva tutto ciò davanti agli occhi, mentre andava accanto alla baia colla mano sulla stanga, e l'abito della Madonna fra le labbra, che si raccomandava a Dio, come fosse in punto di morte, mentre tutta la carovana, col Re, la Regina e i soldati, si era messa in viaggio in mezzo alle grida e allo scampanìo, e allo sparare dei mortaletti che si udivano ancora dalla pianura; talché quando furono arrivati giù nella valle, in cima al monte si vedeva ancora la folla nera brulicare al sole come se ci fosse stata la fiera del bestiame nel piano di San Giacomo ... A che gli giovava il sole e la bella giornata a compare Cosimo? se ci aveva il cuore più nero del nuvolo, e non si arrischiava di levare gli occhi dai ciottoli su cui le mule posavano le zampe come se camminassero sulle uova; né stava a guardare come venissero i seminati, né a rallegrarsi nel veder pendere i grappoli delle ulive, lungo le siepi, né pensava al gran bene che aveva fatto tutta quella pioggia della settimana, ché gli batteva il cuore come un martello soltanto al pensare che il torrente poteva essere ingrossato, e dovevano passarlo a guado! Non si arrischiava a mettersi a cavalcioni sulle stanghe, come soleva fare quando non portava la sua Regina, e lasciarsi cadere la testa sul petto a schiacciare un sonnellino, sotto quel bel sole e colla strada piana che le mule l'avrebbero fatta ad occhi chiusi; mentre le mule che non avevano giudizio, e non sapevano quel che portassero, si godevano la strada piana ed asciutta, il sole tiepido e la campagna verde, scodinzolavano e scuotevano allegramente le sonagliere, che per poco non si mettevano a trottare, e compare Cosimo si sentiva saltare lo stomaco alla gola dalla paura soltanto al vedere mettere in brio le sue bestie, senza un pensiero al mondo né della Regina, né di nulla ... La Regina, lei, badava a chiacchierare con un'altra signora che le avevano messa in lettiga per ingannare il tempo, in un linguaggio che nessuno ci capiva una maledetta; guardava la campagna cogli occhi azzurri come il fiore del lino e appoggiava allo sportello una mano così piccina che pareva fatta apposta per non aver nulla da fare; che non valeva la pena di riempire d'orzo le mule per portare quella miseria, Regina tal quale era! Ma ella poteva far tagliare il collo alla gente con una sola parola, così piccola com'era, e le mule che non avevano giudizio con quel carico leggiero, e tutto quell'orzo che avevano nella pancia, provavano una gran tentazione di mettersi a saltare e ballare per la strada, e di far tagliare la testa a compare Cosimo ... Come arrivò a casa sua, dopo aver consegnata la Regina sana e salva, non gli pareva vero, e baciò la sponda della mangiatoia legandovi le mule; poi si mise in letto senza mangiare e senza bere, ché non voleva vedere nemmeno i danari della Regina, e li avrebbe lasciati nella tasca del giubbone chissà quanto tempo, se non fosse stato per sua moglie che andò a metterli in fondo alla calza sotto il pagliericcio ... Gli amici e i conoscenti, che erano curiosi di sapere come erano fatti il Re e la Regina, venivano a domandargli del viaggio, col pretesto d'informarsi se aveva acchiappato la malaria ... Egli non voleva dir nulla, che gli tornava la febbre soltanto a parlarne, e il medico veniva mattina e sera, e si prese circa la metà di quei danari della Regina ... Solamente molti anni dopo, quando vennero a pignorargli le mule in nome del Re, perché non aveva potuto pagare il debito, compare Cosimo non si dava pace pensando che pure quelle erano le mule che gli avevano portato la moglie sana e salva, al Re, povere bestie; e allora non c'erano le strade carrozzabili, ché la Regina si sarebbe rotto il collo, se non fosse stato per la sua lettiga, e la gente diceva che il Re e la Regina erano venuti apposta in Sicilia per fare le strade, che non ce n'erano ancora, ed era una porcheria ... Ma allora campavano i lettighieri, e compare Cosimo avrebbe potuto pagare il debito, e non gli avrebbero pignorato le mule, se non veniva il Re e la Regina a far le strade carrozzabili ...
|
Sodoma e Gomorra (pagina 11)
di Docteur Jaf (estratti)
... Enrico II fu più costante in amore che Francesco I: vi era gente abituata a confondere Diana di Poitiers con la regina ... Sotto i regni dei tre figli di Caterina de' Medici, Francesco II, Carlo IX e Enrico III, l'immoralità fu spinta tant'oltre che mai si può dire sia andata così lontano, si ha diritto di credere che mai l'arte di governare gli uomini avesse impiegato tanti mezzi e così vergognosi come quelli di cui questa regina madre si servì durante il lungo periodo del suo regno di convulsioni civili e religiose ... Caterina de' Medici insegnò abilmente alle dame e damigelle che componevano la sua corte, e che formavano un corteggio, chiamato Lo squadrone volante della regina, la strategia galante ... Il duca d'Aubignè definisce questo squadrone volante una specie di rete che la regina tendeva sul mare della politica ...
|
|