Libri prigione
Libri su prigione, con la parola prigione
Decameron (pagina 30)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La quale Giannotto sentendo da alcuno di quegli che a guardia l'aveano, gittò un gran sospiro e disse: “Ahi lasso me! ché passati sono omai quattordici anni che io sono andato tapinando per lo mondo, niuna altra cosa aspettando che questa, la quale ora che venuta è, acciò che io mai d'aver ben più non speri, m'ha trovato in prigione, della qual mai se non morto uscir non spero!” “E come?” disse il prigioniere “che monta a te quello che i grandissimi re si facciano? che avevi tu a fare in Cicilia?” A cui Giannotto disse: “El pare che 'l cuor mi si schianti ricordandomi di ciò che già mio padre v'ebbe a fare: il quale, ancora che piccol fanciul fossi quando me ne fuggi', pur mi ricorda che io nel vidi signore, vivendo il re Manfredi ... ” Aveva la prigione macerate le carni di Giannotto, ma il generoso animo dalla sua origine tratto non aveva ella in cosa alcuna diminuito né ancora lo 'ntero amore il quale egli alla sua donna portava ... Se tu non hai quello animo che le tue parole dimostrano, non mi pascere di vana speranza; fammi ritornare alla prigione e quivi quanto ti piace mi fa affliggere, ché tanto quanto io amerò la Spina, tanto sempre per amor di lei amerò te, che che tu mi facci, e avrotti in reverenza ... Ella era nella prigione magra e pallida divenuta e debole, e quasi un'altra femina che esser non soleva parea, e così Giannotto un altro uomo: i quali nella presenzia di Currado di pari consentimento contrassero le sponsalizie secondo la nostra usanza ...
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