Libri pranzo
Libri su pranzo, con la parola pranzo
Confessioni di un Italiano (pagina 195)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Venne il momento della colazione e lo lasciai passare senza palparmi il taschino; fu un'eroica deferenza per l'ora successiva del pranzo ... Non credeva per verità di esser tanto povero; e la quadratura del circolo mi parve problema molto più facile del pranzo ch'io doveva cavare da sì meschina moneta ... — Poi trovai che quel soldo di cacio era un pregiudizio, un'idea aristocratica per dividere il pranzo in pane ed in companatico ... Dopo questo piccolo trattenimento i miei denti restavano ancora molto inquieti e razzolando le briciole che si erano fuorviate andavano fra loro dicendo con uno scricchiolio di costernazione: “Che sia finita la festa?” “È proprio finita!” risposi io, e sì che mi sentiva lo stomaco ancor più spaventato dei denti! — Allora mi presi un lecito trastullo d'immaginazione che m'avea servito anche molti giorni prima per ingannar l'appetito: feci la rassegna dei miei amici cui avrei potuto chiedere da pranzo, se fossero stati a Milano ... L'abate Parini, morto da sei anni e leggero di pranzo anche lui; Lucilio, partito per la Svizzera; Ugo Foscolo, professore d'eloquenza a Pavia; de' miei antichi conoscenti non ne trovava uno: la padrona di casa dandomi la sera prima la patina aveva uncinato un certo suo nasaccio che voleva dire: “State indietro con questi brutti scherzi!” Rimaneva il colonnello Giorgi; ma vi confesso che mi vergognava: come anche dubito che mi sarei vergognato di tutti gli altri se fossero stati a Milano, e che sarei morto di fame piuttosto di farmi pagare un caffè e panna da Ugo Foscolo ...
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Fermo e Lucia (pagina 96)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «A proposito del corpo,» disse poi dopo un momento, «non per dare un parere a Vossignoria illustrissima, ma per amore di quella regolarità che tanto le piace, mi faccio lecito di avvertirla che l'ora è avanzata, e che il mio povero pranzo non aspetta che Vossignoria ... Stava alquanto con lui in quell'ora di riposo che precedeva il pranzo, e poi ripartiva ... Prevedendo egli dunque che quel giorno Lucia si sarebbe trovata dal Cardinale, non vi si presentò all'ora consueta, ma stette nella Chiesa aspettando l'ora in cui il Cardinale era solito di desinare, e quando questa gli parve dover esser giunta, entrò nella cucina, dove Perpetua stava in grandi faccende, e le chiese con umile affabilità di poter ivi trattenersi ad attendere che il pranzo fosse finito per chiedere udienza a Monsignore ... Chi entra in una cucina in un giorno di cerimonia, è sempre il mal venuto; ma il Conte aveva una antica riputazione di ribalderia, e una recente di santità, che imposero anche a Perpetua, la quale per levarsi dattorno nel modo più gentile quell'incomodo arnese, propose al Conte d'entrare nella sala del pranzo ...
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Fermo e Lucia (pagina 99)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... In una di quelle terre avendo egli sbrigate nella sera stessa del suo arrivo, le principali faccende, aveva egli disegnato di partire prima del pranzo, per giungere più tosto alla stazione vicina ... Si erano già fatte più miglia di cammino, l'ora era tarda, quando il Cardinale che era digiuno e già da lungo tempo combatteva con la fame, sentendo mancarsi le forze, e visto che quel giorno gli era forza desinare in pubblico, si fermò sulla cima d'una salita dove vide spicciare una sorgente da una roccia che fiancheggiava il cammino: e chiese così a cavallo che gli fosse servito il pranzo ... Quando tutta quella folla vide quali erano le mense d'un uomo così dovizioso, e così affaticato, insorse un grido di maraviglia, un gemito di compunzione: e questi sentimenti crebbero quando fra quegli accorsi alcuni i quali conoscevano più degli altri le costumanze del Cardinale, affermarono che questo era il suo solito pranzo, quando doveva farlo in cammino, e che quello che gli era imbandito in casa non ne differiva di molto ... Venga ora un uomo ben eloquente e si provi a dare uno splendore di gloria a quel pranzo del Cardinale, a renderlo un argomento frequente di ammirazione e di memoria: non gli verrà fatto ...
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Marocco (pagina 49)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Sidi-Ben-Iamani intavolò una vivace conversazione coll’Ambasciatore; gli domandò se era ammogliato, perchè non s’ammogliava; gli disse che, se fosse stato ammogliato, gli avrebbe fatto un grande piacere conducendo la moglie a pranzo con sè; che l’Ambasciatore inglese ci aveva condotto la figliuola, la quale s’era molto divertita; che tutti gli Ambasciatori avrebbero dovuto ammogliarsi espressamente per condurre le loro donne a veder Fez e a pranzare in casa sua, e simili discorsi, interrotti da alte risate ... Non descriverò il pranzo; non voglio ridestare memorie dolorose ... Finito il pranzo, l’Ambasciatore rimase a discorrere col Gran Vizir, e noi uscimmo dalla sala ... Schiave e servi andavano e venivano fra la sala da pranzo e le cucine, attraversavano il cortile, entravano in certe porte, salivano e scendevano; saranno state cinquanta persone in movimento, e non si sentiva una voce, un passo, un fruscìo ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 43)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Benedetto Carlino che non poteva vivere senza società, senz'aver gente a colazione, gente a pranzo, gente alla sera! Adesso gli era venuto in mente d'invitare una brigata di conoscenti fiorentini avviati al Garda ... Erano giunti alla mattina da Venezia, egli aveva mostrata loro la città, li aveva ricondotti all'albergo e li aspettava a pranzo ... II In principio del pranzo, siccome i fratelli Dessalle, le dame, la signorina Bertha e il professore avevano avviato la conversazione in inglese, Gonnelli, un Yorick che non sapeva l'inglese, apostrofò così a mezza voce il magnifico Enea di Tiepolo: "Eheu, Troiae fili, nonne tibi quoque ... E giuro per quella sperlungona di Didone, scusami, Carlino, non l'hai dipinta tu, che Destemps, Bessanesi e io si parlerà e mia figlia tacerà troico tutto il pranzo, vivaddio, se non la smettete con l'anglico! C'è qui la signorina Bertha che parla lungarnico come il Baccelli di Palazzo Vecchio o come una Bertuccia di Mercato, c'è il nostro veneratissimo professore Dane che si arrabatta per benino in un fiesolaico un poco suo proprio, diciamola, in un dannato di fiesolaico, che però insomma è toscanico ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 61)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Jeanne, dopo ritornata all'albergo, non aveva più potuto star sola con Piero se non un momento prima del pranzo ... Dopo pranzo, nel salottino dove i Dessalle tenevano conversazione e offrivano il tè ogni sera, si era conversato poco e non piacevolmente ... Quell'appartarsi replicato di Piero e di Jeanne la mattina, e a pranzo un che d'inquieto, di febbrile negli occhi loro, certi sguardi scambiati, certe distrazioni dell'una e dell'altro, gli avevano ispirato amarissimi sospetti da vecchio conoscitore d'intrighi notturni ...
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Storia di un'anima (pagina 47)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Sai, amica mia, e l'una e l'altra danno tante migliaia di trafitture di ghiacciuoli spietatissimi, sì che ci sarebbe da gridare, credendo di essere conci come pelli da crivello! * * * Alle dodici e mezza squilla la campanella del pranzo ... Signor medico cavaliere, evviva dunque la cara idropatica, che dà buon sapore alla cucina! * * * Dopo pranzo c'è la sfilata all'ufficio della posta ... * * * Il terzo bagno non merita di essere nominato: e la cena si assomiglia al pranzo ... —Quando? —Ma non ha letto il programma? No? Oh guardi mo! Domenica avremo la cerimonia religiosa: poi i giuochi profani, cioè il tempio di Bacco con zampilli di vino, la corsa nel sacco, il ballo popolare, e a dopo pranzo, ancora il ballo, la lotteria artistica, i fuochi di artifizio, il falò ...
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Storia di un'anima (pagina 57)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Si ciarla a colazione, in questo refettorio di gaudenti, si ciarla tutto il giorno nella sala, sul piazzaletto, sulle lobie, si passeggia e si ciarla prima di pranzo, facciamo toletta; e poi ciarliamo a pranzo ... A pranzo tu vedresti freschissime vesti bianche, pettinature d'ottimo gusto col fiore alpino, gioielli preziosi, trine delicate, e, quel che più importa, visini allegri, nobili, capricciosetti ... Siamo in fondo a una valle, passano dinnanzi povere contadine vestite di panno rosso e vecchie insaccate di panno nero, vediamo picchi e ghiacciai; pure, amica cara, qui a dopo pranzo si risuscitano come cose attuali le mode, gli spettacoli, i pettegolezzi della città… ...
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