Libri porte

Libri su porte, con la parola porte

Marocco (pagina 41)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Sui pianerottoli, davanti alle porte delle camere, nel giardino, per le scale c’erano soldati accovacciati, ravvolti nelle cappe, che dormivano profondamente ... Si sentiva distintamente, nel silenzio della notte, il rumore del Fiume delle perle, il gorgoglio delle fontane, il tic-tac degli orologi, e di tratto in tratto le voci acute delle sentinelle, che dalle varie porte esterne del palazzo si davano l’all’erta cantando delle preghiere ... Vediamo fontane ornate di ricchi musaici, porte arabescate, qualche cortile ad archi, qualche resto di bella architettura araba annerito dal tempo ... A destra e a sinistra ci sono bazar affollati; cortili d’alberghi ingombri di mercanzie; porte di moschee, per le quali si vedono lunghissime fughe d’arcate bianche, e gente prostrata che prega ...
Marocco (pagina 42)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Daccapo salite, discese, giri, rigiri, vicoli tetri, passaggi tenebrosi, moschee, fontane, porte arcate, rumor di mulini, cori di voce nasali, donne che si nascondono, un sudiciume che ammorba e un polverio che leva il fiato ... In vicinanza delle porte e sopra le alture, per un grande spazio la campagna è sparsa di monumenti e di rovine: cube, case di santo, zauie, archi d’acquedotti, sepolcri, ruderi enormi, traccie di fondamenta che paiono i resti d’una città spianata dal cannone e divorata dalle fiamme ... Qui sono grandi giardini, vasti spazi aperti, larghe piazze circondate di mura merlate, di là dalle quali si vedono altre piazze e altre mura, e porte arcate e torri e ponti, e bellissimi prospetti lontani di colline e di monti ... Alcune porte sono altissime e hanno i battenti rivestiti di lastre di ferro, tempestate di enormi chiodi ... S’affacciano alle terrazze e alle porte, scendono nella strada, si chiamano l’un l’altro, accorrono da tutti i vicoli ...