Libri porta
Libri su porta, con la parola porta
Confessioni di un Italiano (pagina 154)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Infatti una bella mattina che sorseggiava tranquillamente il caffè pensando alla maniera di prolungar piucché fosse possibile l'utilissimo servizio di sette o otto ducati che mi rimanevano, sentii un furioso scampanellare alla porta, e poi una confusione di voci che gridavano rispondevano s'incrociavano dalla finestra alla calle, e dalla calle alla finestra ... Mentre porgeva l'orecchio a quel fracasso, udii un grande strepitio come d'una porta sgangherata a forza, e poi successe un secondo colpo più forte del primo, e un gridare e un tempestare che non finiva più ... La Pisana non la lasciò continuare; corse a chiudere la porta, e adocchiando la finestra che dava sul canale, cominciò a dirmi che badassi a me, a scappare, a salvarmi, che questo urgeva più di tutto ... La zingara mia salvatrice stava ancora colla sua paletta dinanzi alla porta sgangherata spaventando colla sua attitudine guerresca i dodici sbirri, nessuno dei quali si sentiva volontà di seguire il caporione nella casa per incontrarvi quella brutta sorte che forse egli vi aveva incontrato ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 173)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Ciascuno di noi fu soprappreso da terrore; mentre i bersaglieri ci tenevano a bada, il grosso degli assalitori avea sfondato una porta con una piccola mina; il convento era invaso; uno contro dieci sarebbe stato vano il pensiero di resistere ... — Così dicendo m'era gettato fuori della guardaroba, e giunto sulla scala m'era ingegnato a barricare la porta con armadi con tavole ed altri mobili che potemmo raccozzare ... Ad ogni modo ci adoperammo tanto bene dietro il buon riparo d'una doppia porta di quercia che i nemici dimisero affatto il pensiero di salire per la scala ... Correva come un pazzo pei lunghi corritoi, passava da porta a porta per le innumerevoli celle e pei profondi appartamenti del chiostro; l'aria si riscaldava sempre più come d'un forno in cui si rattizzi mano a mano la fiamma ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 174)
di Ippolito Nievo (estratti)
... una porta chiusa che non avrebbe resistito certamente all'urto di due braccia animate come le mie dalla disperazione ... Ma nuove strida soffocarono la mia voce, e un nuovo colpo di pistola partì dalla porta, che mi sfiorò un braccio e me ne fece zampillare il sangue ... Io diedi entro disperatamente coll'una spalla in quella porta, deciso a salvarli anche loro malgrado se erano amici, a farmi uccidere se nemici ... Infatti, mossi ancora alcuni passi e imbattutomi in due de' miei soldati, consegnai loro la Pisana perché la portassero; quanto a me era proprio sfinito e durai fatica a tener loro dietro fino sul monte che porta sulla cima Velletri ...
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La divina commedia (pagina 6)
di Dante Alighieri (estratti)
... Questa lor tracotanza non è nova;
ché già l'usaro a men segreta porta,
la qual sanza serrame ancor si trova ... E già venìa su per le torbide onde
un fracasso d'un suon, pien di spavento,
per cui tremavano amendue le sponde,
non altrimenti fatto che d'un vento
impetüoso per li avversi ardori,
che fier la selva e sanz'alcun rattento
li rami schianta, abbatte e porta fori;
dinanzi polveroso va superbo,
e fa fuggir le fiere e li pastori ... Ahi quanto mi parea pien di disdegno!
Venne a la porta, e con una verghetta
l'aperse, che non v'ebbe alcun ritegno ... "O cacciati del ciel, gente dispetta",
cominciò elli in su l'orribil soglia,
"ond'esta oltracotanza in voi s'alletta?
Perché recalcitrate a quella voglia
a cui non puote il fin mai esser mozzo,
e che più volte v'ha cresciuta doglia?
Che giova ne le fata dar di cozzo?
Cerbero vostro, se ben vi ricorda,
ne porta ancor pelato il mento e 'l gozzo" ...
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La divina commedia (pagina 29)
di Dante Alighieri (estratti)
... Noi ci appressammo, ed eravamo in parte
che là dove pareami prima rotto,
pur come un fesso che muro diparte,
vidi una porta, e tre gradi di sotto
per gire ad essa, di color diversi,
e un portier ch'ancor non facea motto ... "Donna del ciel, di queste cose accorta",
rispuose 'l mio maestro a lui, "pur dianzi
ne disse: "Andate là: quivi è la porta" ... L'una era d'oro e l'altra era d'argento;
pria con la bianca e poscia con la gialla
fece a la porta sì, ch'i' fu' contento ... Poi pinse l'uscio a la porta sacrata,
dicendo: "Intrate; ma facciovi accorti
che di fuor torna chi 'n dietro si guata" ...
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Fermo e Lucia (pagina 17)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... al di là della porta, facevano guardia oziosa al castello del signore aspettando di godere gli avanzi della sua mensa ... Il Padre stava per ritirarsi ed aspettare in qualche distanza che la porta si aprisse; ma uno de' bravi avendolo veduto: «padre» gli disse: «ella vuol riverire il Signor Don Rodrigo: aspetti aspetti, qui non si mandano indietro i religiosi, noi siamo amici del convento,» e così dicendo si alzò, e senza dar retta al frate che voleva ritornarsene, battè due colpi del martello sulla porta; a quel segno giunse borbottando un servo; ma quando ebbe veduto il Padre, lo fece entrare tosto dicendogli che avvertirebbe il padrone, e attraversato un angusto cortile lo condusse per alcuni salotti quasi fino alla porta della sala del convito ... Il frate desideroso allora più che mai di attendere miglior congiuntura stava litigando sulla porta col servo per ottenere di aspettare in un canto della casa che il pranzo fosse terminato, quando la porta si aperse, e Don Rodrigo che stava di contro veduta la barba e il cappuccio, e accortosi della intenzione modesta del buon Frate: «Ehi ehi» disse «non ci scappi Padre, avanti, avanti ... » «Ma questo,» replicava non meno urlando il Podestà, «questo è un sopra più, un mero sopra più: giacchè il messo è di sua natura inviolabile per diritto delle genti, jus gentium, e secondo quel proverbio, – ella m'insegna che i proverbi sono voce di Dio secondo quell'altro proverbio che dice: vox populi vox Dei – quel proverbio: ambasciator non porta pena; dico che non avendo il messaggero detto nulla in persona propria, ma solamente presentata la sfida in iscritto, secondo tutte le regole, non doveva mai ...
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Fermo e Lucia (pagina 23)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Sull'imbrunire, capite bene che quella è l'ora giusta, Tonio va alla porta del curato, picchia, viene Perpetua, Tonio le dice di avvertire il curato ch'egli è lì per pagare ... Quando Perpetua torna per aprire a Tonio, io mi trovo sulla porta, e quando Perpetua ha detto a Tonio: – andate su –, io mi mostro a Perpetua, la chiamo, e le dico queste parole magiche: – ho da parlarvi di quel tale affare ... – Con quest'amo vedete io la tiro con me dalla destra fin dove voglio; ma basterà che io l'allontani tanto che voi possiate pian pianino introdurvi nella porta lasciata aperta da Tonio, e tenergli dietro pian pianino per le scale, e poi fermarvi nella stanza vicina a quella dove sarà il curato, ed essergli addosso poi nel momento opportuno ... 7 Il Padre Cristoforo arrivava nell'attitudine d'un buon generale, il quale, perduta, senza sua colpa, una battaglia importante, afflitto ma non iscorato, soprappensiero, ma non istordito, a corsa e non in fuga, si porta ove il bisogno lo chiede, a premunire i luoghi che potrebbero esser minacciati, a dare ordini, disposizioni, avvertimenti ...
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Fermo e Lucia (pagina 26)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Di tempo in tempo poi passavano figure sospette, come di bravi travestiti, di servi oziosi, di contadini che girandolavano, e giunti dinanzi alla porta allentavano il passo, e sogguardavano nella stanza, come chi vuol guatare, e non dar sospetto ... Le donne socchiusero la porta, per togliersi da questa persecuzione che dava loro molto da pensare ... E questi pure gli occhi addosso a Fermo: quindi occhiate da un crocchio all'altro, dai crocchj alla porta ...
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Fermo e Lucia (pagina 27)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quando s'intese bussare sommessamente alla porta, Lucia fu presa da tanto terrore, che risolvette in quel momento di soffrire ogni cosa, di esser sempre divisa da Fermo piuttosto che eseguire la risoluzione presa; ma quando Fermo entrato disse: «son qui, andiamo»; quando tutti si mostrarono pronti ad avviarsi senza esitazione, come a cosa già determinata, Lucia non ebbe spazio nè cuore di far contrasto e come strascinata, prese tremando un braccio della madre, e un braccio di Fermo, e s'avviò senza far motto colla brigata avventurosa ... Qui si separarono come erano convenuti: Lucia, Agnese e Fermo presero per un viottolo tortuoso che girava attorno all'orto del curato, e sdrucciolando poi sommessamente dietro il muro di fianco della casa vennero a porsi presso all'angolo di essa, Fermo e Lucia per trovarsi nel luogo più vicino alla porta ed entrare quando il destro verrebbe, Agnese per uscire ad incontrare Perpetua nel momento opportuno ... Toni destro col disutilaccio di Gervaso che non sapeva far nulla da sè, e senza il quale non si poteva far nulla, si affacciarono bravamente alla porta e toccarono il martello ... Perpetua venne infatti tostamente, aperse la porta, e disse: «dove siete?» Quando i due fratelli si mostravano, Agnese passò dinanzi a loro, e salutò Perpetua fermandosi un momento sui due piedi ... Ehi, Tonio, socchiudete la porta, e salite pure ch'io verrò poi ... Il segno fu inteso, e Fermo traendo Lucia la quale correva come un leprotto inseguito, in punta di piè vennero fino alla porta, l'aprirono delicatamente e si trovarono nel vestibolo coi due fratelli che gli stavano aspettando ... Fermo e Lucia ristettero dietro la porta: senza moversi, senza alitare: l'orecchio il più fino non avrebbe potuto ivi intender altro che il battito del cuore di Lucia ... Toni entrato socchiuse la porta dietro di sè ...
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Fermo e Lucia (pagina 28)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Frattanto Toni, e Gervaso com'era convenuto si posero dinanzi allo scrittore in modo da togliergli la veduta della porta; e come per ozio andavano soffregando coi piedi il pavimento, per dar agio ai di fuori di venire avanti senza essere intesi ... Al fruscio dei quattro piedi che era il segno convenuto, Fermo strinse la mano di Lucia per darle risoluzione, la pigliò con sè, e pian piano entrarono nella porta, Lucia più morta che viva, e si collocarono dietro i due fratelli ... Cessata ogni luce Don Abbondio lasciò la poveretta la quale già per sè non avrebbe più potuto proseguire, e pratico com'era del luogo, trovò tosto a tentone la porta della stanza vicina, v'entrò, vi si chiuse, e continuò a gridare: «tradimento! Perpetua! accorr'uomo! gente in casa! clandestino: tre anni di sospensione! una schioppettata! fuori di questa casa! fuori di questa casa! Perpetua! dov'è costei!» Nella stanza tutto era confusione: Fermo, inseguendo come poteva il curato, aveva trascinata con sè Lucia alla porta, e bussava gridando: «apra apra, non faccia schiamazzo: apra, o la vedremo»: Toni curvo a terra, girava le mani sul pavimento per trovare la sua quitanza, e Gervaso spiritato gridava, e andava cercando la porta della scala per porsi in salvo ... Corse indietro alla porta della chiesa, scelse nel mazzo la grossissima chiave, aperse, entrò, andò difilato al campanile, prese la corda della più grossa campana, e tirò a martello ... Ma quando la campana a martello si fece udire, corsero entrambe verso la porta ... Toni aveva finalmente ricolta la quitanza, e pigliando a tentone Gervaso nelle tenebre, aveva pigliata la porta e scendeva saltelloni dalla scala: Lucia pregava fievolmente Fermo di cavarla da quella caverna; e quando egli udì quel tocco funesto gli parve pure mill'anni d'esserne fuori, e trovò la porta come gli altri ...
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Fermo e Lucia (pagina 31)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il sagrestano aperse la porta, commosso anch'egli, i viaggiatori partirono dando e ricevendo un addio con voce sommessa e alterata; e la porta si richiuse ... Lucia lo vide, e rabbrividì; discese coll'occhio verso il sito della sua umile casa, e vide un pezzo di muro bianco che usciva da una macchia verde scura, riconobbe la sua casetta, e il fico che ombreggiava la porta: e seduta com'era sul fondo della barca, poggiò il gomito sulla sponda, chinò su quello la fronte come per dormire; e pianse segretamente ... L'uomo sa tormentar l'uomo nel cuore; e amareggiargli il pensiero di modo che anche la memoria dei momenti passati lietamente affacciandosi ad esso perde ogni bellezza, e porta un rancore non temperato da alcuna compiacenza; è tutta dolorosa: reca all'afflitto una certa maraviglia che abbia potuto altre volte godere, e non desidera più quelle contentezze delle quali non gli par più capace la sua mente trasformata ...
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Fermo e Lucia (pagina 52)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Nella cella non v'era lume, ma quello che ardeva nella stanza vicina vi mandava per la porta aperta una dubbia luce ... Sedeva, si alzava, andava ad origliare alla porta: intese il colpo, e fuggì ella pure a rannicchiarsi nell'angolo il più lontano della sua stanza, orribilmente agitata tra il terrore del misfatto, e il terrore che non fosse ben consumato ... » Le donne obbedirono: Egidio carico del terribile peso ascese per una scaletta al solajo: e l'omicidio uscì per la porta che era stata aperta al sacrilegio ... Bussarono sommessamente alla porta di Geltrude, la quale vi stava in agguato, e disse macchinalmente: «chi è?» «Chi potrebb'essere?» rispose l'omicida: «siam noi, apri e vieni, e vedrai che le cose sono tutte come jeri ... » Le due serventi partirono, Geltrude le seguì fino alla porta aspettando che tornassero col lume ...
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Fermo e Lucia (pagina 63)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Tutta ansiosa si fece alla porta, e tirò il campanello, al suono del quale, ecco venire un occhio ad una picciola grata della porta a spiare chi sia arrivato, si alza un saliscendo, si apre mezza la porta, e al luogo dell'apertura un lungo, vecchio, e magro frate portinajo con la barba bianca sul petto che dice: «Chi cercate buona donna?» «Il padre Cristoforo ... » «Bisogna aver pazienza,» rispose il frate ritirandosi per richiudere la porta ... «Questo è quello che vi posso dire,» rispose il frate, chiudendo questa volta la porta sul volto ad Agnese, la quale dopo esser rimasta ivi un qualche tempo come smemorata, riprese tristamente la via della sua casa, pensando come potrebbe riparare una tanta perdita e arzigogolando i motivi di una sì subitanea disparizione, senza poter mai venire ad una congettura un po' soddisfacente ... » «Ad ogni modo, il mondo è pieno di gente che non porta rispetto nè alla nascita nè al nome, se uno non lo sa far rispettare ...
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Fermo e Lucia (pagina 84)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... arringa, ripresero le cinghie su le spalle, continuarono la loro strada, le mule seguirono: e si giunse alla porta del castello ... Alla porta, il Conte scese dalla mula, e fece cenno di fare altrettanto a Don Abbondio che lo guardava attentamente, appunto per non perdere un cenno; e veduto questo si lasciò tosto sdrucciolare dalla sua mula ... Annunziate a quella giovane che è libera, che deve partir tosto con voi, che la cosa deve passare quietamente; non perdete tempo: quando ha inteso, quando è disposta, bussate, la lettiga verrà nella stanza: fatela sedere in essa, ponetevi al suo fianco, tirate le cortine, e venite qui: io vi aspetto: andrò innanzi, poi la lettiga, poi il signor curato; dritto alla porta; quivi saliremo sulle nostre mule, e ripartiremo ... Così detto condusse la buona donna e il curato sulla soglia della porta chiusa che dava alla stanza di Lucia, bussò: s'udì la voce della vecchia che disse: «chi è egli?» «Io»: rispose il Conte: la vecchia aprì, e vide le due facce inaspettate col padrone, restò come incantata ...
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Fermo e Lucia (pagina 89)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Ma v'ha un'altra specie di mali e di pericoli, i quali dopo avere orribilmente tormentato con la presenza, restano nojosi anche nella memoria: quei mali e quei pericoli nei quali vi si è rivelato un grado ignorato di perversità umana, aumento di scienza molto tristo: nei quali si è conosciuta in sè una suscettibilità di profondo ed amaro patire, che diventa esperienza, che porta ad osservare, a distinguere in tutti gli oggetti, in tutti i casi ciò che potrebbero avere di penoso, e si associa così a tutte le idee: quei mali e quei pericoli, nei quali non v'è stato nessuno splendido esercizio di attività morale, che destano una pietà senza maraviglia, che non si possono sentire a rammemorare senza ribrezzo, e senza vergogna, persino da chi vi si è trovato e n'è uscito innocente; e i mali di Lucia erano di questa seconda specie ... Era la poveretta in questi pensieri, e sa il cielo fin quando vi avrebbe durato, quando lo scalpito d'un quadrupede che si fermò nel cortiletto, un salire precipitoso per la scaletta di legno, le annunziò Agnese: la porta si aprì impetuosamente; Lucia fu nelle braccia di sua madre, e tutte le altre idee svanirono ... Pure secondo il suo costume egli fece tenere spalancata la porta, e si pose in un luogo dove potesse esser veduto da chi era nell'altra stanza, e così accolse le tre donne che erano impacciate almeno al pari di lui, ma per tutt'altri motivi ...
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Fermo e Lucia (pagina 101)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » «Ve n'ha tanti!» disse l'interrogato; «sapreste dirmi di che convento egli sia?» Fermo allora si trasse di seno la lettera del Padre Cristoforo, e la mostrò a quel signore, il quale letto sulla soprascritta: nel convento della Concezione in Porta Orientale, disse a Fermo: «Bravo giovane, siete fortunato, il convento è qui vicino: pigliate questo viottolo a mancina; è una scorciatoia: vi troverete tosto all'angolo di una fabbrica lunga e bassa: camminate lungo il rigagnolo, e vi troverete alla porta orientale ... Entrò egli nel viottolo che gli era stato additato, e dopo un breve cammino si trovò all'angolo del Lazzeretto; e dinanzi alla porta orientale ... Al di fuori della porta, invece dell'ampia e diritta via fiancheggiata di pioppi che si vede al presente, una stretta e tortuosa strada la quale da principio seguiva la linea del lazzeretto, e poi correva sghemba fra due siepi ... A pochi passi dalla porta, dove è ancora la contrada di Borghetto (chi non la conosce è un tartaro) questo fossatello passava sotto una volta, e lasciando libero il mezzo riusciva lungo alcune casipole a destra di chi entrava, e quindi passando in un'altra tomba, attraversava sotterraneamente la salita del bastione, e si gettava nel fosso che lambe il muro della città ... Andando innanzi lungo le case dei lavandaj, senza saper che cosa pensare di quello che gli appariva, vide egli lunghe strisce bianche, che avrebbe credute esser neve se fosse stata egualmente diffusa; ma erano strisce le quali terminavano a quella e a questa porta di quelle casipole ...
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Fermo e Lucia (pagina 108)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... I servi, alle porte, alle finestre: non si vedeva altro che un nuovolo di gente che appressava, che era lì: in fretta in fretta, si avvisa il padrone, mentre questi delibera di fuggire, come fuggire, gli è detto che non è più a tempo: appena i servi possono chiudere e sbarrare la porta al momento che i primi della vanguardia stavano per porre piede sulla soglia: si chiudono tutte le imposte delle finestre, come quando il tempo imperversa, e comincia a cader la gragnuola; e intanto si sente l'ululato orribile della moltitudine, che vuole entrare, e i colpi che già si danno alla porta ... Ivi rannicchiato e tremante, porgeva l'orecchio, e quando poi udiva i colpi violenti nella porta, lo turava spaventato, poi come fuori di sè, stringendo i denti, e raggrinzando tutta la faccia tendeva con impeto le braccia e i pugni come se volesse tener ferma la porta contra gli urti, poi si dava per disperato ed aspettava la morte ... Intanto al di fuori altri percoteva le imposte della porta, con travi: altri era andato in cerca di scarpelli e di martelli, e dava colpi in regola nel muro, per aprirvi una breccia; altri lanciava sassi alle finestre, altri con le pale conquistate ai forni ne stuzzicava le imposte per aprirle, grida orrende accompagnavano tutte queste operazioni ...
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Fermo e Lucia (pagina 110)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «State quieti! aspettate! viene Ferrer a metterlo in prigione,» si gridava da mille parti a quegli che proseguivano a dar colpi alla porta e al muro ... a questi bravi galantuomini: largo di grazia: gli faremo il processo: giustizia pronta: pane a buon mercato: abbondanza! abbondanza!» Così passo, passo, la carrozza giunse dinanzi alla casa, su la porta, e si fermò ... La porta, quando la carrozza vi si fermò, era in uno stato miserabile: i gangheri in parte scassati fuori del muro, le imposte scheggiate, ammaccate, forzate nel mezzo e scombaciate l'una dall'altra, lasciavano tra loro una fessura dalla quale si vedeva un pezzo di catenaccio torto e quasi divelto con gli anelli, che teneva ancora insieme quelle imposte, a un di presso come già Romolo Augustolo teneva insieme l'impero d'occidente ... Dinanzi a questa porta si tenzonava tuttavia tra quelli che volevano abbatterla ed entrare di forza, e gli altri che volevano ch'ella fosse aperta soltanto al gran cancelliere ... » «Bravi,» rispose Ferrer: «fate far largo, statemi intorno, e fate in modo che la porta s'apra tosto, e ch'io entri solo ... » «Lasci fare,» rispose quello, e intanto egli ed i suoi compagni rispinsero i furibondi, e occuparono tutto lo spazio fra la carrozza e la porta, si divisero quindi a rispingere e a contenere a destra e a sinistra la folla, e lasciarono così una picciola piazzetta tra la carrozza e la porta ... Uno di essi intanto s'era posto alla fessura, e procurava di fare intendere a quei di dentro che quegli che parlava era un amico, che era giunto un soccorso, il gran cancelliere, che si aprisse o si finisse di aprire la porta: che il Vicario stesse pronto per entrare in carrozza ed esser salvo ... Ferrer appoggiato a due benevoli pose piede sul predellino, e quivi fermatosi un momento, e dato uno sguardo a destra e a sinistra, come da una bigoncia, salutò la moltitudine, indi posta la destra al petto gridò: «Avrete pane quanto ne vorrete: lo prometto io: vengo a far giustizia, vengo a prenderlo prigione:» e a queste ultime parole, stese la destra in atto severo verso la porta di quella casa, come accennando che veniva a portarle un rigoroso giudizio, e pose piede in terra fra le acclamazioni che ...
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Fermo e Lucia (pagina 118)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Quel grassotto che stava ritto su la porta della sua bottega, con le gambe aperte, con le braccia dietro la schiena, e le mani l'una nell'altra su le reni, col ventre in fuori, il mento levato, e la giogaja pendente, sollevando alternativamente su la punta dei piedi la sua massa tremolante, e lasciandola cadere su le calcagna, aveva una cera di cicalone curioso, che invece di risposta avrebbe dato interrogazioni: quegli che girava posatamente, adocchiando e origliando pareva uomo da ripiombare un povero figliuolo nella fossa dei lioni e non d'aiutarlo ad uscirne del tutto: quell'altro, che s'avanzava col labbro spenzolato, e con gli occhi immobili, non che segnare spicciamente, e precisamente la via altrui, appena pareva conoscer la sua: e quel ragazzotto che a dir vero mostrava una intelligenza superiore all'età, mostrava però ancor più malizia che intelligenza, e si sarebbe potuto scommettere che nella domanda che gli fosse fatta egli non avrebbe veduto altro che l'occasione di burlare e di confondere un povero forese ... Ciò che rendeva più critica la situazione di Fermo, era l'essere egli affatto nuovo della città, dimodochè non sapeva nemmeno per qual porta si uscisse per pigliare la via sulla quale egli voleva porsi, e gli conveniva chiedere a dirittura la via di Bergamo; inchiesta sospetta, che poteva attirare gli sguardi sopra di lui, e rimetterlo in guaj ... Fattosegli dunque a canto gli disse: «in grazia, signore: quale è la strada che conduce a Bergamo?» «Eh! amico,» rispose frettolosamente l'altro: «vi conviene uscire dalla porta orientale ... » «Bene, e per andare alla porta orientale?» «Entrate per questa via a mancina; e sboccherete alla piazza del duomo ... Via, via; giunse dinanzi al convento dei cappuccini, guardò sospirando la porta della chiesa, e disse fra sè: – quel frate m'aveva però dato un buon parere, senza saperlo, quando mi disse ch'io aspettassi in Chiesa; ma! non ho avuto giudizio – ... Quando fu presso alla porta rallentò il passo perchè la celerità non lo chiarisse un fuggitivo, e preso il contegno placido d'uomo che vada pei suoi negozj, non senza battito al cuore, passò la porta ...
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Fermo e Lucia (pagina 148)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Chi è là?» gridò da dentro la voce d'Agnese: «state lontano; non bazzicate intorno alla porta; verrò a parlarvi dalla finestra ... «State ad aspettarmi nel mezzo della strada; quando aprirò, non vi affacciate alla porta; lasciatemi rientrare, poi entrerete, e vi porrete in un angolo lontano da me, e ci parleremo; le parole non hanno bisogno di toccarsi ... Agnese calò in fretta le scale, giunta alla porta, avvisò ancora Fermo che stesse discosto, aprì, rientrò fino in fondo alla stanza; Fermo entrò pure, prese un trespolo, lo portò in un angolo, vi si pose a sedere, guardando intorno, ricordandosi di tanti momenti passati in quel luogo, e sospirando; Agnese andò a richiuder la porta, e venne a sedersi nell'angolo opposto ...
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Fermo e Lucia (pagina 149)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Fuori della porta era una capannuccia di legno, stazione delle guardie e d'un deputato che doveva guardare a chi entrava ed usciva, richiedere le bollette, escludere i sospetti ... Ma in quella comune disperazione ogni disciplina era dismessa; il deputato a quella porta era caduto di peste il giorno antecedente, le poche guardie stavano nella capanna, badando più a tener lontani i passeggieri dalle loro persone che ad esaminarli ... Dinanzi alla porta era un cancello, ma spalancato, e Fermo vi passò senza che alcuno lo chiedesse di nulla ...
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Fermo e Lucia (pagina 154)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Fermo non s'ingannava: il carro diretto alla gran fossa scavata dietro il lazzeretto e denominata il Foppone di san Gregorio, scorreva nella via chiamata allora il borgo ed ora il corso di porta orientale, per cui Fermo era entrato con molta maraviglia, ed uscito con molta paura un anno e mezzo prima ... Allora riconobbe la porta orientale; si risovvenne che al di fuori di quella era il lazzeretto; e per quanto pieno di dolore, di difficoltà, e d'angosce fosse l'affare che lo strascinava in quel luogo, pure il povero giovane si sentì tutto rincorato nel pensiero d'esservi giunto senza studio, sicuramente, in carrozza, quale ella si fosse; questo gli parve un buon principio, e un buon augurio ... Oltrepassato il convento, Fermo pensò che sarebbe meglio spacciarsi da quella compagnia e uscir dalla porta a piede ... Fermo s'indugiò, tirando presso al muro, tanto che il carro si allontanasse; e a passo lento giunse presso alla porta; vide spuntare l'angolo di quel recinto, dove erano addensati più guai che non ne fossero sparsi nella dolorosa città ch'egli aveva percorsa: passò il cancello, e gli si spiegò dinanzi la scena esteriore del lazzeretto; il principio appena, e come la mostra dei guai, e già una vasta, diversa, inenarrabile scena ... E Fermo scorrendo tra quella folla per avviari alla porta di quel lato che tira lungo la strada maestra, Fermo doveva pure per quanto intollerabili gli fossero quegli oggetti, fissare sovr'essi lo sguardo perchè fra essi, uno di essi, poteva essere quello di ch'egli andava in traccia ... Giunto su quella porta, ristette sopraffatto dal nuovo spettacolo che gli si parava dinanzi e dattorno ...
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Fermo e Lucia (pagina 159)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Dal tempio alla porta che divide il lato settentrionale a cui tendeva Fermo, scorreva, come dalla parte opposta, un viale sgombro di capanne; e si sarebbe potuto chiamare la via dei morti, perchè ivi facevano capo e giravano i carri, che portavano alla fossa di San Gregorio le centinaja che perivano ogni giorno nel lazzeretto ... Fermo scelse quella via come la meno impedita, e la più breve; e studiando il passo alla meglio, tra l'incontro continuo dei carri e l'inciampo frequente di altri tristissimi ingombri, pervenne a pochi passi dalla porta ... In tre balzi girò la capanna, fu su la porta, vide una donna inclinata sur un letto, che andava assestando ... «Lucia!» chiamò Fermo con gran forza e sottovoce ad un tempo: «Lucia!» Trabalzò ella a quella chiamata, a quella voce, credette di sognare, si volse precipitosamente, vide che non era sogno, e gridò: «Oh Signore benedetto!» Fermo rimase su la porta tacito e ansante, e Lucia pure dopo quel grido stette immota in silenzio più tempo che non bisogni a raccontare in compendio le sue vicende dal punto in cui l'abbiamo lasciata ... Fermo era dimorato su la porta; e di là il suo secondo sguardo s'era rivolto su la persona alla quale quelle parole erano state dirette; e fu molto contento quando vide a che sesso ella apparteneva ...
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L'amore che torna (pagina 68)
di Guido da Verona (estratti)
... Si allacciava i guanti stando su la porta e mi diceva sorridendo: — Vi ho fatto molto aspettare? — No; hai fatto presto; vieni ... Quando aprivano la porta giungeva con impetuose ondate il suono di un'orchestra zingara ... Traverso la porta socchiusa, or forti, or lenti, si udivano volar le note della marcia di Rakoczki ...
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La favorita del Mahdi (pagina 26)
di Emilio Salgari (estratti)
... Egli fu strappato da quell'abbattimento sei o sette ore dopo, da un vago chiarore che penetrava sotto la fessura della porta ed un avvicinarsi di passi che l'eco della spelonca ripercuoteva distintamente ... Con un salto andò ad appostarsi dietro alla porta, colle mani tese innanzi pronto a piombare sull'individuo che scendeva e torcergli il collo prima che potesse gettare un grido e difendersi ... I passi che rapidamente s'avvicinavano, si arrestarono dinanzi alla porta; fu tirato il chiavistello e un beduino apparve con una torcia nella dritta e un paniere di logna (grano triturato sulla moràka e ridotto in pasta) nella sinistra ... S'arrestò vicino alla porta prendendo l'altra pistola, risoluto di difendersi sino all'estremo prima di farsi ammazzare e guardò se il nemico s'avanzava ... Hai veduto nulla tu Mussa? —Non potei arrivare alla porta, ma nell'uomo che fuggiva riconobbi perfettamente il prigioniero ed era armato di un jatagan che mi tagliò l'hàrba ... Non l'ho dunque ucciso io?… Ah! mostro! Varcò la porta e andò a tasteggiare il suolo fino a che trovò il cadavere del beduino ...
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La favorita del Mahdi (pagina 38)
di Emilio Salgari (estratti)
... Alcuni uomini che furono riconosciuti per dei beduini, uscivano allora dalla porta che metteva sul Nilo ... La barca si allontanò scomparendo fra le tenebre e la porta della villa tornò a chiudersi ... Erano appena entrati che si udì picchiare furiosamente alla porta ... Respinti i primi assalitori, Omar e Fathma comprendendo il gran pericolo che correvano se si lasciavano prendere, si gettarono contro la porta della stanza rimasta semi-aperta ... Un colpo violento fu dato alla porta che tenne duro ...
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La favorita del Mahdi (pagina 39)
di Emilio Salgari (estratti)
... —Gettatemi giù la porta, comandò lo sceicco ... —Ma se gettano giù la porta?… Dove fuggiremo noi? —Prima di entrare dovranno chiedere il permesso alle mie pistole e al mio jatagan ... Sta attenta, Fathma! I beduini si misero a battere furiosamente coi calci dei moschetti e colle lancie, ma la porta grossa come era, non si scosse nemmeno ... La porta scricchiolò sotto il primo colpo di scure e s'aprì una lunga fessura ... Mi assassinano la gente! Omar scaricò l'altra pistola; s'udì un secondo urlo e un secondo corpo che cadeva, poi un allontanarsi precipitato di passi e alcune fucilate, le cui palle si incastonarono nella porta ... Omar abbandonò per un momento la porta ed accorse in aiuto di Fathma che, strappato l'jatagan al morto, cercava di respingere gli assalitori ... L'almea ubbidì, poi ritornarono tutti e due presso alla porta, dinanzi alla quale si erano radunali Fit Debbeud e mezza dozzina dei suoi, cercando di schiantarla a colpi di scure ...
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La trovatella di Milano (pagina 2)
di Carolina Invernizio (estratti)
... Fra quelle che più si distinsero, vi fu la Luigia Battistotti maritata Sassi, la quale deposti gli abiti femminili, sotto le spoglie di fuciliere, corse nelle vie a cercare il pericolo, incoraggiando ovunque, colla sua presenza, i combattenti; la Giuseppina Lazzeroni, una bella giovinetta che seguì a Ponte Vetero il fratello e combattè intrepidamente al suo fianco, comunicando il suo ardore agli altri, facendo prodigi di valore; infine Annetta Durini, che fu compagna al marito nelle barricate di porta Tosa, ora Vittoria, dove il coraggioso popolano trovò la morte ... A Porta Tosa, ebbe il cappello portato via dalle palle nemiche, per aver difesa una famiglia, che stava per cadere in mano ai Croati; più tardi, mentre confortava un moribondo, fu ferita alla nuca ... Durante le cinque giornate, Annetta non posò mai le armi; ma allorquando gli Austriaci ebbero provato invano il ferro ed il fuoco contro la città protetta da un santo diritto; quando tanto peso di forza brutale, dovette cedere alla generosa audacia, all'eroismo dei prodi milanesi, che con tanto sangue pagavano la loro libertà; la coraggiosa popolana, affranta dalle fatiche, spossata da lungo digiuno, si ritrasse alla sua abitazione, in una di quelle poche case di Porta Tosa, che non erano state completamente devastate dalle fiamme e dal saccheggio ... La popolana spese una parte di quel denaro per far istruire la fanciulla e quando Maria compì il quattordicesimo anno, secondo i calcoli fatti da Annetta, la mise presso una sua amica, una buona vedova, che aveva un negozio da guantaja, assai rinomato, sul Corso di Porta Vittoria, onde l'iniziasse al suo mestiere ...
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Le femmine puntigliose (pagina 5)
di Carlo Goldoni (estratti)
... La signora Contessa Beatrice, l'è fermada colla carrozza alla porta; e la manda a veder, se Vosustrissima è in casa, e se la pol vegnir a farghe una visita ... ROSAURA Oh no, Contino mio, basterà, ch'io vada alla porta di camera ... Vedetela, è qui alla porta ... ROSAURA Basta, che mi veda disposta per incontrarla (fa qualche passo verso la porta) ... Signora, regolerò io le mancanze del servitore, giacché per i mobili non vi è rimedio (s'alza, porta la sua sedia in distanza di Rosaura, e fa che Beatrice resti alla dritta della medesima) ...
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Le femmine puntigliose (pagina 12)
di Carlo Goldoni (estratti)
... CLARICE (Non fa grazia d'accompagnarmi nemmeno alla porta?) (da sé, e si ferma) ... CLARICE Da questa porta si va in sala? (camminando sino alla porta) ROSAURA Signora sì (la segue sino alla porta) ... Si è voluta far accompagnare sino alla porta ...
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Marocco (pagina 8)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tra la molta gente che ronzava intorno alla porta della Legazione v’era un moro elegante, che fin dal primo giorno m’aveva dato nell’occhio; uno dei più bei giovani che io abbia visto nel Marocco; alto e snello, con due occhi neri e melanconici, e un sorriso dolcissimo; una figura da sultano innamorato, che Danas, lo spirito maligno delle Mille e una notte, avrebbe potuto mettere accanto alla principessa Badura, in vece del principe Camaralzaman, sicuro che non si sarebbe lamentata del cambio ... Una sera tardi, guidati da un interprete e accompagnati da quattro servi della Legazione, s’arrivò, per alcune stradette oscure, a una porta arabescata, che s’aperse, come per incanto, al nostro avvicinarsi; e attraversata una stanzina bianca e nuda, ci trovammo nel cuore della casa ... Quella, come tutte le altre case moresche, era un piccolo edifizio quadrato, con un cortiletto nel mezzo, su due lati del quale si aprivano due stanze alte e lunghe, senza finestre, con una sola gran porta arcata, chiusa da una cortina ... La camera nuziale era una sala alta, lunga e stretta, colla porta sul cortile ...
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Marocco (pagina 9)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Erano tre sonatori, venuti, come vuole il costume moresco, a rallegrare il banchetto: tre arabi dai grandi occhi e dal naso forcuto, vestiti di bianco e di rosso, uno colla tiorba, l’altro col mandolino, il terzo col tamburello; tutti e tre seduti fuori della porta della nostra stanza, vicino a una nicchietta dove avevano deposto le pantofole ... La porta della camera nuziale era stata chiusa colle cortine, e per lo spiraglio si vedeva un gran movimento di teste bendate ... Dovevano passare alle dieci della mattina, scendendo dalla porta del Soc di Barra ... All’ora fissata, tutti gli occhi si voltarono verso la porta, all’estremità della strada, e pochi minuti dopo comparvero i forieri della turba ...
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Marocco (pagina 25)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... L’arabo, che si diceva innocente, non trovando nessuno che osasse pigliar le sue difese contro il suo persecutore, un bel giorno aveva abbandonato il suo villaggio, era andato a Tangeri, aveva chiesto quale fosse l’Ambasciatore più generoso e più giusto, e inteso nominare l’Ambasciatore d’Italia, era andato a sgozzare un agnello davanti alla porta della Legazione, chiedendo in questa forma sacra a cui non si può opporre un rifiuto, protezione e giustizia ... —Ci avviciniamo alla porta della città ... —La città è circondata di vecchie mura merlate; vicino alla porta per cui entriamo, s’alzano alcune tombe di santo sormontate da cupole verdi ... Di tratto in tratto una donna ci chiude la porta in faccia e un bimbo getta un grido di spavento ...
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Marocco (pagina 26)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ogni cento passi c’è una gran porta arcata che si chiude la notte ... Passiamo sotto una porta a volta, c’innoltriamo per un labirinto di vicoletti più miserabili, più luridi, più fetenti di quei della città araba, in mezzo a case che paion tane, a traverso piazzettine che paion stalle, dalle quali si vedono dei cortili che paion fogne; e da ogni parte di questo immondezzaio s’affacciano donne e ragazze bellissime, che ci sorridono e mormorano:—Buenos dias! Buenos dias! In alcuni punti siamo costretti a turarci il naso e a camminare in punta di piedi ... Ripassando vicino alla porta per cui eravamo entrati, vedemmo un ragazzo arabo di circa dodici anni che camminava stentatamente colle gambe aperte e rigide, dondolandosi in una maniera bizzarra ... —Fra qualche anno,—disse un soldato della scorta,—sopra una porta d’Alkazar si vedrà spenzolare quella testa ...
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Marocco (pagina 40)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ci avviciniamo alle mura, in direzione d’una porta monumentale, coronata di merli ... Passiamo per la gran porta, ci guardiamo intorno credendo di veder le case della città: siamo ancora in mezzo a mura e a torri merlate; a sinistra v’è una cuba, colla cupola verde, ombreggiata da due palme; gente intorno alla cuba, ai piedi delle mura, sulle mura, sulle torri, da ogni parte ... Passiamo sotto un’altra porta, ed entriamo finalmente in una strada fiancheggiata da case ... Passammo, mi ricordo, per parecchie strade strette, deserte, fiancheggiate da case molto alte, salendo, scendendo, soffocati dal polverìo e assordati dallo scalpitìo dei cavalli; e dopo una buona mezz’ora di cammino, attraversato un labirinto di vicoli in salita dove ci toccò passare a uno a uno, scendemmo dinanzi a una piccola porta, in mezzo a due file di soldati scarlatti che ci presentarono le armi, ed entrammo in casa nostra ... Dal giardino s’entrava nel cortiletto interno per una porta bassissima, e un corridoio appena tanto largo da potervi passare una persona ...
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Marocco (pagina 42)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Usciamo finalmente per una porta delle mura e facciamo un giro intorno alla città ... Passiamo dinanzi alla porta del Ghisa, alla porta di Ferro, alla Porta del Padre delle Cuoia, alla porta nuova, alla porta bruciata, alla porta da aprirsi, alla porta del Leone, alla porta di Sidi Buxida, alla porta del Padre dell’Utilità, e rientriamo, per la porta della Nicchia del burro, nella nuova Fez ...
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Marocco (pagina 43)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ci avvicinavamo alla Porta bruciata, Beb-el-Maroc, per rientrare in città, quando il vice-console uscì in una esclamazione che mi fece rabbrividire:—Due teste!—Alzai gli occhi al muro, intravvidi due lunghe striscie di sangue rappreso e non ebbi cuore di guardar più su ... Erano due teste, mi dissero, appese per i capelli al di sopra della porta; una che pareva d’un giovanetto d’una quindicina d’anni, l’altra d’un uomo tra i venticinque e i trenta: tutti e due mori ... Ma il sangue colato faceva sospettare che fossero state recise nella città medesima e forse davanti a quella medesima porta ... Comunque fosse, ci fu noto in quella occasione che le teste dei ribelli sono sempre, dalla terra ribellata, portate alla sede della corte e presentate al Sultano; dopo di che i soldati imperiali acciuffano il primo ebreo che incontrano, gli fanno cavare dalle teste il cervello e riempire il vuoto di stoppa e di sale, e le appendono a una porta della città ... Dopo che son state là qualche giorno—a Fez, per esempio—un corriere se le mette in un canestro e le porta a Mechinez, dove sono esposte daccapo, e poi ritolte per essere portate a Rabatt, e via via, di città in città fin che sian putrefatte ... Fummo ricevuti alla porta da uno stuolo di servi arabi e neri, ed entrammo in un giardino chiuso da alti muri, in fondo al quale, sotto un piccolo portico, aspettava Sid-Mussa, ...
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Marocco (pagina 52)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Eravamo già sulla porta, quando ci raggiunse il gigante turchino ... Nel cortile lavorano dei musaicisti per Visconti Venosta; sulla terrazza, dei muratori; in cucina, un visibilio di cuochi; nel giardino, i negozianti stendono le loro stoffe e il signor Vincent le sue uniformi; il medico si dondola in una branda appesa a due alberi; i pittori dipingono davanti alla porta della loro camera; i soldati e i servi saltano e gridano nei vicoli intorno; tutte le fontane zampillano col rumore d’una pioggia dirotta e fra gli aranci e i limoni del giardino cantano centinaia d’uccelli ... Non capisce nulla, nemmeno i gesti; ha sempre l’aspetto d’un uomo spaventato; gli domandiamo gli scacchi, porta la sputacchiera; ieri il medico gli disse d’andargli a prendere del pane; lui, per far più presto, gli portò un pezzo di crosta che trovò in mezzo al giardino ... Digiuni come sono d’ogni idea di prospettiva credono quella ineguaglianza un errore, e dicono che i muri sono storti, che la casa balla, che la porta è fuori di posto, e ne fanno le alte meraviglie, e se ne vanno dando di ciuco all’artista ...
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Marocco (pagina 67)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... » Appena eravamo seduti, uscì dalla porta della città e s’avanzò verso l’accampamento un drappello di cavalieri pomposamente vestiti, preceduti da una schiera di soldati a piedi ... Si entra per una porta di ferro, si trova un’altra porta di ferro e poi c’è ancora una porta di ferro ...
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Marocco (pagina 68)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ecco, per esempio, il servo Hamed, piantato sopra uno stupendo cavallo nero, che esce di galoppo dalla porta merlata di Mechinez e si slancia a briglia sciolta a traverso la campagna ... Da ogni parte, si vede sorgere sopra le case un minareto, una palma, un muro merlato; a ogni passo una fontana o una porta ornata di arabeschi; quercie e fichi frondosi in mezzo alle strade e alle piazze; e per tutto aria aperta, luce, odor di campagna e una certa pace gentile di città principesca, decaduta, ma non morta ... Dieci soldati facevano il gioco della polvere, una cinquantina di servi e di guardie stavano seduti in terra dinanzi alla porta, la piazza era deserta ... Di là, i soldati ci condussero a vedere una grande porta esterna, di forma nobilissima, rivestita pure, dal piede dei muri fino alla sommità, di musaici delicati e multicolori, che brillavano al sole come una miriade di rubini, di zaffiri e di smeraldi, incastonati in un arco trionfale d’avorio; e i pittori la schizzarono sull’album colla testa in visibilio; e rientrammo in città ...
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Mattinate napoletane (pagina 18)
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... finestretta si schiuse, senza rumore; poi si schiuse una porta ... Subito dopo la campanina della parrocchia a Porta Nova suonò la prima messa… ...
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Nuove storie d'ogni colore (pagina 25)
di Emilio De Marchi (estratti)
... —L'ho poi trovata la carota quella famosa notte—soggiunse, rivolgendosi al Cavaliere—ma ho dovuto picchiare alla porta di tre erbivendole, finchè ne trovai una più pietosa che me la buttò dalla finestra ... Battistone fa un giro intorno alla stazione e viene a pranzo da me: poi andiamo a teatro, o si va fuori di porta, come due studenti in vacanza ... L'Erminia vestiva quell'abito color vino di Montevecchia che porta tutte le feste alla messa del prevosto a S ... Maria alla Porta, quando la si vede raccolta nel suo gran velo nero, col libro di velluto sanguigno fra due morbidi guanti chiaretti, Al Sanctus ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 48)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Donna Laura e il marchese Scremin conversavano ancora sulla terrazza di ponente quando tutta la società si rovesciò a coppie sulla terrazza di levante, scese la gradinata, si avviò per il giardino alla porta lucente della Foresteria ... "Porta dei sogni" incominciò Carlino, senza enfasi, con quel nervoso accento toscano che agli orecchi veneti suonava già singolare e magico ... "Porta delle Sfingi, janua clara! Apparisci!" Le lampade si spensero, tremò sul quadrato luminoso e vi si fermò la immagine di una elegantissima porta fine Quattrocento ... " "Vardè l'orologio" mormorò l'uomo acido al suo vicino "ca vedemo quanto che se ghe mete a passar sta porta ... " Qui la porta tremò e disparve ...
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Ricordi di Parigi (pagina 21)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tutte queste cose, o sapute prima o intese dire, fanno lungamente esitar lo straniero che vuol andare a battere alla sua porta ... So che m'accorsi improvvisamente che salivo le scale; ma colla profonda sicurezza che, arrivato alla porta, sarei tornato giù senza sonare ... Che so io? C'erano Cinquecento De Amicis, di tutte le stature, che ingombravano la scala dietro di me, affollati e stretti come acciughe tra il muro e la ringhiera, che mi dicevano tutt'insieme a bassa voce;—Avanti!—All'improvviso, come se fino allora avessi pensato a tutt'altro, mi trovai ai piedi dell'ultima branca di scala, in faccia alla porta ... Finalmente nello stesso punto sentii l'impressione d'un pugno nel petto e vidi spalancarsi la porta ... Per una porta aperta si vedeva in un'altra stanza una tavola mezzo sparecchiata, con un giornale nel mezzo, Cose insignificanti e indimenticabili ... Ma la governante doveva esser abituata a veder dei giovani presentarsi così, col viso un po' alterato, alla porta del suo padrone, e a indovinare dal viso il sentimento che li moveva; perchè mi diede un'occhiata tra sorridente e pietosa, come se volesse dire:—Ho capito! Sei uno dei tanti—e soggiunse con un accento benevolo:—Credo però che sia svegliato… ...
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Ricordi di Parigi (pagina 22)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Ah, governante adorata! Bisogna ch'io risalga a vent'anni fa, quando dopo aver aspettato per tre ore, immobile davanti a una porta, una parola che doveva darmi tre mesi di libertà e di piaceri o tre mesi di schiavitù e di umiliazione, usciva finalmente il segretario della Commissione a dirmi solennemente:—Promosso!—; bisogna ch'io risalga a uno di quei giorni, per poter dire d'aver sentito altre volte un allargamento di polmoni così delizioso, una soddisfazione così piena, una così matta voglia di scender le scale a cinque gradini per volta, come quella che m'hai fatto provar tu, con quelle quattordici benedette parole, o governante dell'anima mia ... E mi ricordo ch'ero ancora in questo stato quando la porta s'aperse e mi trovai nell'anticamera illuminata da una lampada appesa al soffitto ... La donna aperse una porta e disparve ... Per la porta semiaperta uscì un suono confuso di voci allegre e forti, da cui capii che si stava terminando di cenare ... —Ebbi appena il tempo di pensare: Oh numi! Che cosa dirò se mi attaccano sulla filosofia indiana? La porta si richiuse ... Finalmente la donna ricomparve, mi accennò di seguirla, guardandomi curiosamente, come se il mio viso avesse qualche cosa di strano; mi fece passare per un corridoio, spinse leggermente il battente d'una porta e mi disse sottovoce:—Entrate, signore ...
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Rinaldo (pagina 37)
di Torquato Tasso (estratti)
... Porta un villan che con la zappa e 'l rastro frange le glebbe e si procaccia il vitto ... Porta un fanciul che fra le mani accôrre gli attomi tenta, il re dei Siri Arturo; quel di Cilicia, da fier disco estinto sovr'un letto di fiori il bel Giacinto ... 29 Va seco il re di Lidia, e porta un lauro ch'al suol sparge di fronde un ricco nembo; lo scudo orna al fratel la pioggia d'auro ch'accolse Danae simplicetta in grembo ... 30 Se 'n va presso costor l'empio Odrimarte, cui sol legge era il suo volere istesso, che 'l vero e i falsi divi a parte a parte in odio aveva ed in dispregio espresso; porta egli sé dipinto, e 'l fiero Marte incatenato e da' suoi piedi oppresso; l'accompagnan Corin, Pirro ed Aiace, ai quali orna lo scudo un'aurea face ... 33 Sovra un destrier via più che neve bianco di candid'arme altier ne va Filarco, non impugn'asta e non ha spada al fianco questi, ma porta ben la mazza e l'arco: è la su' impresa un uom dagli anni stanco, di crespe rughe il volto ingombro e carco ... Il signor d'Antiochia, il mesto Alarto, porta tronco nel mezzo un gran cipresso, cui con più nodi un motto tal s'attiene: “Seccò per mai non rinverdir mia spene” ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 5)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... Essa ha vent'anni ed abita in un abbaino su 'l Corso di Porta Nuova N… ... Presero per un viale del parco, che avrebbero attraversato per sboccare su 'l corso Garibaldi, e di là, infilare i bastioni fino a Porta Nuova ... Arrivarono lungo i bastioni di Porta Garibaldi ... Giunsero presto su 'l corso di Porta Nuova, a la casa additata ...
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Storia di un'anima (pagina 53)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Il Battistero è un tempietto ottagono, di mattoni grossi, incoronato da tanti arcucci venerandi, con una scoltura che porta effigiati due putti carnosi, bene atteggiati sullo sfondo di un colonnato a rigidi profili ... Per conto mio, ho guardato e riguardato la porta e la porticina antica dell'albergo d'Europa, con alcuni dettagli di fascie robuste, tracce di finestroni, la scoltura dei due angioletti che si baciano, reggendo lo scudo col motto Ubi Pax ibi Deus, e i due stemmi che spiccano sul campo nero d'un riquadro ... Nell'interno ho visitato una torricella colla scala a chiocciola, i solai spaziosi, adorni di una porta acuta a fascia di terra cotta, lo scalone nudo, a cui è unita la tradizione della morte segreta, un muraglione cioè pieno di coltelli e trabocchetti, e finalmente i saloni ...
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Storia di un'anima (pagina 62)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Ahi! il curato l'ha già vista rossa in volto… Nelle quattro gallerie, sull'istesso cortile, nelle quali il nome Biblioteca intagliato su un cappello di porta, richiama alla mente il vecchio sapere scolastico, senza fremito di vita «de omnibus rebus et de quibusdam aliis,» nelle gallerie regna la sola scienza del guadagno, e modernamente signoreggia coll'abbondanza di bozzoli ammucchiati ... Ma dove lascio te, povera chiesetta del convento? È una cosina graziosa, di stile puro, colla facciata a finissime modanature: la porta rettangolare, e le due eleganti finestre, dimezzate da un agile pilastrello a reggere gli arconcelli egregi, rispondono nel cortile Sansoviniano: due altre finestre, assai semplici fra la semiluce che accresce il rispetto alle cose antiche, di tratto gettano nell'anima una corrente di vivissimi pensieri, perchè dai loro bruni telai lasciano vedere uno spicchio di cielo sereno, smagliantissimo, e l'allegro fogliame di un orto innondato di sole ... Alla bellissima porta si presenta un figuro lungo, un chierico di sessant'anni, bianco, cogli occhi orlati di rosso, il quale, facendo dondolare una cotta grigiastra al disopra di un soprabito abbondante, ci domanda in bergamasco:—Hanno detto che vogliono vedere la chiesa grande? —Andiamoci ...
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