Libri poltrona
Libri su poltrona, con la parola poltrona
L'amore che torna (pagina 74)
di Guido da Verona (estratti)
... prendesse, e tornatovi tosto, fissai per me una poltrona dietro l'altre due, nella fila consecutiva ... La pelliccia di Edoarda, rovesciata su la spalliera della poltrona, toccava quasi le mie ginocchia, e, se mi fossi chinato in avanti, i suoi capelli m'avrebbero sfiorata la fronte ... Allora, per rispondergli, mi chinai un poco su la poltrona di Edoarda e le fui così vicino che mi pareva quasi di toccarla ... Giunti che fummo davanti alla poltrona ove sedeva Edoarda, fingendo di conversare animatamente con una vecchia nobildonna ch'era mezzo sorda, la contessa di Casciano con la più soave ingenuità: — Tu, cara, — le disse — conosci, credo, il conte Guelfo ...
|
La trovatella di Milano (pagina 3)
di Carolina Invernizio (estratti)
... In un salottino appartato, caldo, elegantissimo di uno dei più sontuosi palazzi di Milano, sdraiato su di una poltrona, stava un uomo di una sessantina d'anni, dal sembiante triste e corrucciato ... E si sdraiò sulla poltrona ad attenderla ... Il conte pallido come un morto, guardò Adriana con uno sguardo fisso e stralunato, mentre colla mano destra increspata, stringeva convulsamente la spalliera della poltrona ... Parve che il conte volesse scagliarsi su di lei, tanto era l'impeto con cui si sollevò dalla poltrona; ma vi ricadde tosto, con un gesto di noncuranza e di disprezzo ...
|
La vita comincia domani (pagina 27)
di Guido da Verona (estratti)
... braccia e lo portò a giacere nella poltrona Poi riaccese il lume ... Come uno di que' grandi fantocci meccanici che il burattinaio butta sopra una scranna, flaccido e penzolante, quando ha finito di fargli recitare la sua parte, così appariva l'uomo semisdraiato nella fonda poltrona, con il capo recline da un lato, il mento sovra una spalla, le braccia cadenti fuor dai bracciuoli, le gambe divaricate ... L'ombra della poltrona e di quel corpo informe ingombrava il pavimento irraggiato, saliva obliqua per lo zoccolo del muro ... Allora fece automaticamente un giro intorno alla camera, quasi radendo la parete: si fermò presso la finestra, affondò nei buio lo sguardo vacuo, poi retrocesse verso il mezzo della stanza, dov'era coricato il fantoccio tragico nella poltrona profonda, e, fermo in una specie d'insensibilità, rimase a guardarlo ... Su la poltrona il pupazzo tragico si torse, come se avesse dentro un perno che gli permettesse di svitare il busto dal ventre, ...
|
|