Libri pena

Libri su pena, con la parola pena

Decameron (pagina 132)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E partendosi Tingoccio da lui, Meuccio si ricordò della comare, e sollevato alquanto il capo disse: “Ben che mi ricorda, o Tingoccio: della comare con la quale tu giacevi quando eri di qua, che pena t'è di là data?” A cui Tingoccio rispose: “Fratel mio, come io giunsi di là, si fu uno il qual pareva che tutti i miei peccati sapesse a mente, il quale mi comandò che io andassi in quel luogo nel quale io piansi in grandissima pena le colpe mie, dove io trovai molti compagni a quella medesima pena condannati che io; e stando io tra loro e ricordandomi di ciò che già fatto avea con la comare e aspettando per quello troppo maggior pena che quella che data m'era, quantunque io fossi in un gran fuoco e molto ardente, tutto di paura tremava ...
Fermo e Lucia (pagina 126)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... A chi ne vendesse a maggior prezzo pena la perdita del riso, una multa di altrettanto valore e maggior pena pecuniaria, ed anche corporale sino alla galera all'arbitrio di S ... Questa cosa naturale, è chiamata un inconveniente dalla grida dei 15 di dicembre, la quale vieta il portar fuori della città pane pel valore di più di venti soldi per volta, sotto pena della perdita del pane, di scudi venticinque, ed in caso d'inabilità, di due tratti di corda in publico, e maggior pena ancora all'arbitrio di S ...
Rinaldo (pagina 13)
di Torquato Tasso (estratti)

... e gli va dietro in fretta, ma sì veloci van l'accese rote che con gli occhi seguirlo a pena il puote ... 16 — Lasso! dicea, perché venisti, Amore, Amor d'ogni mio bene invidioso, con le tue fiamme a tormentarmi il core e turbar la mia pace e 'l mio riposo? Deh! qual gloria te aspetti e qual onore, s'io tale schermo alcun non far pur oso, s'a pena l'arco steso, a pena accinto eri a ferir, ch'io mi rendei per vinto? 17 Chi crederia che gli tuo' strali infesti fussero a pastoral rustico petto, non sendo quei di Giove unqua molesti a l'ignobil capanna, al basso tetto? Ma poi che far, oimè! tu pur volesti così vil pruova in così vil suggetto: non dovevi il mio core in luoco porre u' senza speme ognor se stesso aborre ... Narra dunque il tuo duol securamente ad uom che da egual pena è tormentato, perché recar ciascun dessi a guadagno ne le sventure sue trovar compagno ...