Libri peccato
Libri su peccato, con la parola peccato
Corbaccio (pagina 20)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Io aveva colla fronte bassa, sì come coloro che il loro fallo riconoscono, ascoltato il lungo e vero parlare dello spirito; e sentendo lui a quello avere fatto fine e tacere, lagrimando alquanto, il viso alzava; e dissi: – Ottimamente, benedetto spirito, dimostrato m'hai quello che alla mia età e a' miei studi si convenia; e in spezialtà la viltà di costei la quale il mio falso giudicio per donna della mia mente, nobilissima cosa estimandola, eletta avea; e i suoi costumi e i suoi difetti e le maravigliose virtù sue con molte altre cose; e con parlare ancora assai più dolce, che 'l mio peccato non meritava, me riprendendo m'hai dimostrato quanto gli uomini naturalmente di nobiltà le femine eccedono e chi io in particulare sia ... Le quali cose, ciascuna per sé e tutte insieme, hanno sì in diritto rivolta la mia sentenzia, e il mio animo permutato, che, senza niuno dubbio, di ciò che mi pareva davanti, ora mi pare il contrario; in tanto che, quantunque piissima sia Colei, li cui prieghi la tua venuta a me impetraro, apena che io possa sperar già mai perdono o salute, quantunque ella mi prometta, sì mi par grave e spiacevole il mio peccato ... La divina bontà è sì fatta e tale, che ogni gravissimo peccato, quantunque da perfida iniquità di cuore proceda, solo che buona e vera contrizione abbia il peccatore, tutto il toglie via e lava della mente del commettitore e perdona liberalmente ... Tu hai naturalmente peccato, e per ignoranza: che nel divino aspetto ha molto meno d'offesa che chi maliziosamente pecca; e ricordar ti dèi quanti e quali e come enormi mali, per malizia operati, Egli abbia con l'onde del fonte della sua vera pietà levati; e, oltre a ciò, beatificati coloro che già come nimici e rubelli del suo imperio peccaro, per ciò che buona contrizione e ottima satisfazione fu in loro ...
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Decameron (pagina 9)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” E, oltre a questo, il domandò il santo frate di molte altre cose, delle quali di tutte rispose a questo modo; e volendo egli già procedere alla absoluzione, disse ser Ciappelletto: “Messere, io ho ancora alcun peccato che io non v'ho detto ... Disse il santo frate: “Figliuol mio, che hai tu?” Rispose ser Ciappelletto: “Oimè, messere, ché un peccato m'è rimaso, del quale io non mi confessai mai, sì gran vergogna ho di doverlo dire; e ogni volta che io me ne ricordo piango come voi vedete, e parmi esser molto certo che Idio mai non avrà misericordia di me per questo peccato ... ” Disse allora ser Ciappelletto sempre piagnendo forte: “Oimè, padre mio, il mio è troppo gran peccato, e appena posso credere, se i vostri prieghi non ci si adoperano, che egli mi debba mai da Dio esser perdonato ... Disse il frate: “O figliuol mio, or parti questo così gran peccato? o gli uomini bestemmiano tutto il giorno Idio, e sì perdona Egli volentieri a chi si pente d'averlo bestemmiato; e tu non credi che Egli perdoni a te questo? Non piagner, confortati, ché fermamente, se tu fossi stato un di quegli che il posero in croce, avendo la contrizione che io ti veggio, sì ti perdonerebbe Egli ... ” Disse allora ser Ciappelletto: “Oimè, padre mio, che dite voi? la mamma mia dolce, che mi portò in corpo nove mesi il dì e la notte e portommi in collo più di cento volte! troppo feci male a bestemmiarla e troppo è gran peccato; e se voi non pregate Idio per me, egli non mi serà perdonato ... E nella chiesa postolo, il santo frate, che confessato l'avea, salito in sul pergamo di lui cominciò e della sua vita, de' suoi digiuni, della sua virginità, della sua simplicità e innocenzia e santità maravigliose cose a predicare, tra l'altre cose narrando quello che ser Ciappelletto per lo suo maggior peccato piangendo gli avea confessato, e come esso appena gli avea potuto metter nel capo che Idio gliele dovesse perdonare, da questo volgendosi a riprendere il popolo che ascoltava, dicendo: “E voi, maladetti da Dio, per ogni fuscello di paglia che vi si volge tra' piedi bestemmiate Idio e la Madre e tutta la corte ...
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Decameron (pagina 61)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... L'usare la dimestichezza d'uno uomo una donna è peccato naturale: il rubarlo o ucciderlo o il discacciarlo da malvagità di mente procede ... E che voi del suo essilio e dell'essere andato tapin per lo mondo sette anni non siate cagone, questo non si può negare, sì che molto maggior peccato avete commesso in qualunque s'è l'una di queste tre cose dette che nella sua dimestichezza non commettavate ... Questo peccato adunque è quello che la divina giustizia, la quale con giusta bilancia tutte le sue operazion mena a effetto, non ha voluto lasciare impunito: e così come voi senza ragion v'ingegnaste di torre voi medesima a Tedaldo, così il vostro marito senza ragione per Tedaldo è stato e è ancora in pericolo e voi in tribulazione ... ” Aveva il pellegrino le sue parole finite, quando la donna, che attentissimamente le raccoglieva per ciò che verissime le parevan le sue ragioni e sé per certo per quel peccato, a lui udendol dire, estimava tribolata, disse: “Amico di Dio, assai conosco vere le cose le quali ragionate e in gran parte per la vostra dimostrazione conosco chi sieno i frati, infino a ora da me tutti santi tenuti ... E nel vero il peccato per lo quale uom dice che io debbo essere a morte giudicato, io nol commisi giammai; assai degli altri ho già fatti, li quali forse a questo condotto m'hanno ...
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Decameron (pagina 73)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E certo in questo opposi ogni mia vertù di non volere a te né a me di quello a che natural peccato mi tirava, in quanto per me si potesse operare, vergogna fare ... Di che egli pare, oltre all'amorosamente aver peccato, che tu, più la volgare opinione che la verità seguitando, con più amaritudine mi riprenda, dicendo, quasi turbato esser non ti dovessi se io nobile uomo avessi a questo eletto, che io con uomo di bassa condizion mi son posta: in che non t'accorgi che non il mio peccato ma quello della fortuna riprendi, la quale assai sovente li non degni a alto leva, abbasso lasciando i degnissimi ... L'ultimo dubbio che tu movevi, cioè che di me far ti dovessi, caccia del tutto via: se tu nella tua estrema vecchiezza a far quello che giovane non usasti, cioè a incrudelir, se' disposto, usa in me la tua crudeltà, la quale a alcun priego porgerti disposta non sono, sì come in prima cagion di questo peccato, se peccato è; per ciò che io t'acerto ...
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Il fiore (pagina 10)
di Dante Alighieri (estratti)
... Sovr' ogn' altra persona a noi sì pare Ch'esto peccato in voi fiorisce e grana; Se no'l lasciate, egli è cosa certana Che nello 'nferno vi conviene andare: Ché pezz'à ch'una truffola levaste Sopra 'l valetto che vo' ben sapete: Con grande torto voi il difamaste, Ch'e' non pensava a·cciò che vo' credete ... CXXXVI
La ripentenza Mala–Bocca Ser Mala–Bocca si fu ripentuto Di ciò ch'egli avea detto o pur pensato, Ched e' credette ben aver fallato; Sì disse a Falsembiante: «Il vostro aiuto Convien ch'i' aggia, ch'i' non sia perduto»; E 'mantenente si fu inginocchiato, E disse: «I' sì vogli' esser confessato D'ogne peccato che m'è avenuto» ... E priegati, se mai ben gli volesti, Che per l'amor di lui questa ghirlanda Deggie portare, e sì sé racomanda Del tutto a te: gran peccato faresti Se 'l su' presente tu gli rifusassi; Ch'i' son certana ch'e' si disperrebbe Se·ttu così ...
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L'arte di prender marito (pagina 4)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Aveva forti palpitazioni di cuore; aveva paura e curiosità; impazienza di sapere e paura di commettere un peccato ... Non dubitava un sol momento chi lo avesse lanciato e perciò appunto credeva, che fosse un peccato l'aprirlo; perchè essa sapeva un'altra cosa, cioè che in quell'involto c'era una lettera ... E quante volte spense la candela per resistere alla tentazione del peccato ... Tra lo strappo e la lettura passarono molti minuti, dolorosi e agitati come un'agonia; lunghi come secoli; ma il foglio fu letto e riletto alla luce tremula della candela con un tremito degli occhi, delle mani; e soprattutto del cuore della innocente fanciulla, che aveva così commesso il suo primo peccato ... Quale sarà l'ultimo? L'ultimo non lo so, perchè in amore conosco il peccato secondo e il terzo e il quarto e il centesimo; ignoro l'ultimo ...
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Sodoma e Gomorra (pagina 8)
di Docteur Jaf (estratti)
... E come ai primi tempi la corruzione soggiornava in mezzo al clero; Martiniano, monaco di Rabais, al X secolo, diceva ai preti del suo tempo: «È forse legge vostra di prender moglie e di avere relazioni con donne? di contaminare con tutte le specie di lussuria il vostro corpo che è stato creato per ricevere il cibo degli angeli?» Il pio vescovo di Limoges, Turpio, morto nel 944, tramandava con dolore nel suo testamento questa confessione spoglia di ipocrisia: «Noi stessi che dovremmo dare l'esempio, siamo gl'istrumenti dell'altrui perdita, ed invece di essere i pastori del popolo ci comportiamo tali lupi divoranti!» Non è qui il caso di esporre gli orribili vizi della gente di chiesa, che credevano fosse loro tutto permesso al sol perchè avevano il diritto di assolvere qualunque peccato; non cercheremo nemmeno in questo libro di penetrare negli archivii dei conventi per ricercarvi la lunga lista di quelli che furono riformati, scomunicati, soppressi a causa dei mostruosi disordini dei loro ospiti; basti dire che non era possibile di trovare un'abbazia celebre, dove i costumi claustrali non fossero stati a più riprese focolari d'impudico contagio ... È là che il peccato della carne si compie con tutte le audacie, che non si limita solo agli illeciti congiungimenti fra i due sessi, ma si spinge fino ai più esecrabili capricci della depravazione ... Ma il peccato diveniva più grave quando gli sposi si abbandonavano ad oscene fantasie ecc ... Il peccato contro natura aveva innumerevoli varietà agli occhi del confessore, che applicava anche per esso diverse specie di penitenza ...
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