Libri padrone

Libri su padrone, con la parola padrone

Confessioni di un Italiano (pagina 155)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Io mi stupii d'una tale premura, giacché si usa in tali circostanze munire il viaggiatore di commendatizie: ciononostante lo ringraziai, ed egli si partì cercando del padrone della barca al quale diceva di volermi raccomandare ... Con tale pretesto scese nel casotto e lo vidi infatti bisbigliare qualche parola all'orecchio del padrone: questi si affaccendava a rispondergli di no, e gli faceva cenno come di accomodarsi pure e di guardare dove voleva ... La trascurò in principio, la oltraggiò poi, godette in seguito d'ingannarla, di sbeffeggiarla, da ultimo se la pose sotto i piedi, la calpestò come una baldracca, e le disse schernendola: — Vatti, cerca un altro padrone! ...
Fermo e Lucia (pagina 4)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... «Ma che cosa ha, Signor padrone?» «Niente niente ... «Come, niente? Signor padrone: ella ha avuto uno spavento: vuol darmi ad intendere? ... «Ma, signor padrone, per l'amor di Dio mi dica che cosa ha: vuol ella ch'io sappia da altra parte che cosa le è accaduto?» «Sì sì, da brava, andate a fare schiamazzo, a metter la gente in sospetto ... » «Non direte niente come quando siete corsa a ripetere alla serva del curato nostro vicino tutti i miei lamenti contro il suo padrone, e m'avete messo nel caso di domandargli scusa, come quando ... Signor padrone, se io parlo ... «Misericordia!» sclamò Vittoria: «oh gente senza timor di Dio, oh prepotenti, oh superbi, oh calpestatori dei poverelli, oh tizzoni d'inferno!» «Zitto zitto, a che serve tutto questo?» «Ma come farà Signor padrone?» «Oh! vedete,» disse il curato in collera, «i bei pareri che mi dà costei? Viene a domandarmi come farò, come farò, come se fosse ella nell'impiccio e che toccasse a me cavarnela ... » «Sa il cielo se me ne spiace, Signor padrone, ma bisogna pensarci ... » «Signor padrone, ella ci penserà questa notte, ma intanto non cominci a rovinarsi la salute per questo: mangi un boccone ...
Fermo e Lucia (pagina 60)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... In mezzo alla sua ira Don Rodrigo si risovvenne delle promesse del Conte Attilio, e dei disegni che questi gli aveva comunicati sul modo di liberarlo da quei frate: pensò che in quel momento forse la trappola era già tesa; e passando dalla collera alla compiacenza, fece un sogghigno accompagnato da un «ah! ah!» il cui senso non fu chiaramente compreso che dal fidato Griso; il quale per mostrare la sua sagacità, e per far vedere ai compagni ch'egli era molto internato nei segreti del padrone, si volse a questo pur sogghignando, e facendo col volto un cenno che voleva dire: – a quest'ora il frate sarà servito – ... «Se il Signor Conte», disse colui, «fosse stato avvertito della sua visita, avrebbe dato ordine perch'ella fosse accolta con le debite cerimonie; perchè ella deve sapere quanto il mio padrone sia cortese coi gentiluomini che sanno il vivere del mondo; ma Vossignoria non è aspettata, e noi abbiamo dovuto fare il nostro dovere che è di non lasciar passare a cavallo che gli amici vecchi del signor Conte ... – Vedete un po', come sa farsi rispettare, ed esser padrone in casa sua ... Dopo pochi momenti, la guida tornò invitando Don Rodrigo ad entrare dal padrone; e di sala in sala sempre incontrando scherani, lo condusse a quella dove stava il Conte del Sagrato ...
Fermo e Lucia (pagina 72)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... E aggiunse: «Tutto è corso a verso, com'ella vede, signor padrone; ma una sola cosa ci ha dato un po' di disturbo ... Dico la verità Signor padrone, avrei avuto più caro che l'ordine fosse stato di darle una schioppettata, alla lontana, prima di sentirla discorrere ... La giornata è stata faticosa, ma tu sai che il tuo padrone vuole esser servito ma sa anche pagare ... Che abbia un patto col demonio?» «Niente, niente, signor padrone, era proprio il crepacuore che aveva quella povera ragazza ... Se non avessi avuto un comando del mio padrone ...
Fermo e Lucia (pagina 81)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Vedendo poi quello pigliare amorevolmente la mano del terribil Conte, Don Abbondio stava guatando, come un ospite pauroso vede un padrone di casa accarezzare sicuramente un suo cagnaccio tarchiato, ispido, arrovellato, e famoso per morsi e spaventi dati a cento persone; sente il padrone dire che quel cane è bonaccio di natura, la miglior bestia del mondo; guarda il padrone e non osa contraddire per non offenderlo, e per non esser tenuto un dappoco; guarda il cane e non gli si avvicina perchè teme che al menomo atto quel bonaccio non digrigni i denti e non si avventi alla mano che vorrebbe palparlo; non fa moto per allontanarsi perchè teme di porgli addosso la furia d'inseguire; e non potendo fare altro, manda giù il cane, il padrone, e la sua sorte che l'ha portato in quel gagno, in quella compagnia: tali erano i sensi e gli atti del nostro povero Don Abbondio ...
Fermo e Lucia (pagina 84)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Gli scherani del Conte che al suo avvicinarsi al castello s'incontravano sempre più frequenti, già stupiti di quel suo uscir solo al mattino in un giorno di tanto movimento e di tanto concorso, lo erano ancor più allora di vederlo tornare al seguito d'una lettiga chiusa, a paro d'un prete, con quelle cavalcature sconosciute: ma quello che portava al sommo il loro stupore si era di vedere il loro padrone senz'armi ... Era una preda? Come l'aveva fatta il padrone solo? e perchè il vincitore tornava disarmato? O che diamine era? Chinandosi umilmente davanti al padrone che passava, cercavano essi di spiare sul suo volto qualche indizio di questa faccenda, ma il volto del Conte era impenetrabile: e gli scherani rimanevano a guardarsi l'un l'altro con la bocca aperta ... Così detto condusse la buona donna e il curato sulla soglia della porta chiusa che dava alla stanza di Lucia, bussò: s'udì la voce della vecchia che disse: «chi è egli?» «Io»: rispose il Conte: la vecchia aprì, e vide le due facce inaspettate col padrone, restò come incantata ... «No, lasciatemi quieta, ricordatevi del vostro padrone,» era stata la sola risposta di Lucia ... Finalmente la vecchia si levò dalla tavola, prese una scranna, la portò presso una finestra, e tolta la sua rocca si pose a filare, pensando ai casi suoi ed aspettando la venuta del padrone con molta inquietudine ...
Fermo e Lucia (pagina 85)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Quando il Conte divenne padrone, quel potere divenne ancor più grande e più attivo, in proporzione dell'attività violenta dell'animo di lui; e coloro che erano ministri di questo potere dovettero divenire ancor più obbedienti, e più soperchiatori, essere più spaventati e fare più spavento; pochi servitori ai quali la coscienza disse che era troppo, si ritirarono; quegli che rimasero crebbero nella perversità, come una pianta velenosa cresce di grandezza e di forza malefica quando si trova in un terreno confacente ... Tener disposto il pranzo pei bravi a qualunque ora tornassero da una spedizione, medicare i feriti, accudire insomma ad essi, era la sua occupazione più ordinaria: quasi tutte le sue idee erano ricavate dai loro colloquj; ma tutte erano dominate da una idea principale, quella di non dispiacere al padrone ... La ragione o il torto stavano per essa nella approvazione o nel malcontento del terribile padrone: poichè quale altro motivo di ragione comune poteva aver luogo in quella casa, e fra quelle persone? quale principio generale di equità avrebbe potuto essere invocato da coloro che non li riconoscevano nei rapporti con gli altri, che li violavano tutti? E come mai avrebbe potuto aver ragione una volta quella che servendo alle soperchierie, e rallegrandosene rinunziava di fatto ad ogni principio di diritto, e nello stesso tempo non aveva forza alcuna, non aveva una minaccia per sostenere un diritto quando il suo interesse la portasse a sentirlo e ad ammetterlo? A tutte queste abitudini di servitù, e di annegazione perversa, si aggiungeva un sentimento, in origine migliore, che li rinforzava; il sentimento della riconoscenza ... La gioja orrenda ch'ella aveva provata tante volte nella sua vita pel buon successo delle imprese del Conte, gioja che nasceva da tutti i sentimenti abituali che abbiamo descritti, l'avevano resa non indifferente, ma propensa ai patimenti altrui, ed ella gli procurava con compiacenza ogni volta che il timore del padrone le avesse permesso o consigliato di farlo ... Bersaglio sovente degli strapazzi e degli scherni dei bravi, ella aveva imparato a tollerare, rodendosi quando non poteva ripetere; ma quelle poche volte che le era lecito di straziarli impunemente senza dispiacere del padrone, le uscivano dalla bocca cose tanto argute, tanto profonde, tanto inaspettate, che il diavolo vi avrebbe trovato da imparare ... Intendete ora perchè la vecchia guardando Lucia, faceva saltare il fuso con istizza, e di tempo in tempo lo lasciava oscillare penzolone per aria, tutta assorta nei pensieri del terrore? Dagli ordini che il padrone le aveva dati partendo, e dal tuono con cui gli aveva proferiti, ella aveva compreso, che al padrone premeva quella ragazza, ch'egli l'aveva fatta pigliare e la riteneva chi sa perchè?, ma che voleva ch'ella fosse contenta ... Vedendo ora che tutti i suoi tentativi per raddolcirla erano inutili, che la obbedienza, il garbo quasi servile, gl'inviti amichevoli non avevano servito a nulla, stava in angoscia pensando a quello che avrebbe detto il padrone, quando tornando avrebbe trovata Lucia in quello stato di abbattimento ... Poter dire: – io non ci ho colpa – non era un pensiero che rassicurasse la vecchia, perchè ella era solita a vedere che il padrone misurava il suo tratto con gli uomini dalla soddisfazione o dalla noja che sentiva, e non da altro ... Che colpa avevano tanti ch'egli aveva mandati all'altro mondo? e alla sorte dei quali ella stessa aveva applaudito? Tentava ella dunque di tempo in tempo Lucia con qualche parola dolce, nella quale a dir vero ella stessa poneva poca fiducia, dopo d'aver veduto Lucia resistere alla tentazione del mangiare: e in fatti non otteneva da Lucia altra risposta che un «no» talvolta replicato, al quale ella ammutoliva: e si stava come abbiam detto, aspettando con la venuta del padrone la rivelazione del destino ...
Fermo e Lucia (pagina 133)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... In qualche luogo il padrone avanzando così per la casa sua, udiva un gemito; guardava con sospetto che fosse: era un soldato che languiva infermo, che spirava: e il padrone ristava a quello spettacolo con un senso misto di ribrezzo e di pietà, di rancore e di spavento, scorgendo nel volto livido, nelle membra macchiate del giacente l'immagine confusa ma terribile della peste, che fino allora forse egli aveva sprezzata come un sogno lontano ... Di questi e di tanti altri mobili non restavano che rottami, un po' di cenere, e di carboni spenti; e con quei carboni, come per compenso, e per un complimento al padrone, i guastatori avevano schiccherate le pareti di visacci, ingegnandosi con berretti quadri e altre divise di raffigurarne dei preti, e studiandosi di farli orribili e ridicolosi; intento che per verità non poteva fallire a tali artisti ...
Il servitore di due padroni (pagina 5)
di Carlo Goldoni (estratti)

... SILVIO Dov'è il vostro padrone? TRUFFALDINO El me padron? L'è là in quella locanda ... SILVIO Andate subito dal vostro padrone, ditegli, ch'io gli voglio parlare, s'è uomo d'onore, venga giù; ch'io l'attendo ... SILVIO Colui m'intese male, dissi, che parlar volevo al di lui padrone ... FLORINDO Bene; io sono il di lui padrone ... SILVIO Voi, il suo padrone? FLORINDO Senz'altro ...
Intrichi d'amore (pagina 5)
di Torquato Tasso (estratti)

... Sciocco, che disamando me, che son pure della qualità tua, ami una vil feminella! GIALAISE Ah! pazza Pasquina, ca lasci la rosa e pigli la spina: lasci me ca te boglio, ca te pozzo fare patrona, e pigli chillo ca non ti buole e non ti puole far autro ca fantesca! LAVINIA Sciocche noi, ch'avemo fiducia in serve che sempre incostanti, sempre infideli sono! Ma perchè io non mi vendico con le proprie mani? Ladra, traditora a questo modo! Ah! ti tirarò questi capelli, mi ti mangiarò il cuore! PASQUINA Ohimè, Dio! Ohimè, Dio! Voglio dire ogni cosa al padrone, e anche al padre di Flavio, che voi foste causa della sua disperazione ... LAVINIA Al padrone, ah? E questo di più! Lèvamiti dinanzi solo perchè m'hai nominato Flavio, il cui nome abborrisco come si abborrisce la febre ... Su, lasciami annare dallo Governatore, ca a forza o bona voglia bisognarà ca restituischi la robba allo padrone ... Ecco già l'esperienzia delle belle riuscite di questo mio padrone posticcio, ritratto vero della sciocchezza e vanità del mondo ...
Intrichi d'amore (pagina 15)
di Torquato Tasso (estratti)

... Quando io vi dissi che Margarita faceva l'amore con il padrone, e il padrone con lei, vi piacque pur di saperlo, e non importava all'onor vostro ... LEONORA Per la gelosia, su! Parti che convenga che una serva facci l'amore con il padrone? Non vi è peggio morbo in una casa di quello, e tutte le donne devono provedere, come io providdi, a smorbar queste pesti, cacciandole via; perchè a poco a poco li mariti, allettati da loro, fanno star mal contente le povere mogli, e di serve divengono padrone, che non li puoi commandare; e mettono tante scisme e tanti disturbi tra mariti e mogli, che sono causa d'una vita inquietissima; e io ne so parecchie e parecchie donne che vivono mal contente per questo ...
Intrichi d'amore (pagina 31)
di Torquato Tasso (estratti)

... LEANDRO Ormai, padrone, non mi è rimasto concetto nè parola di potervi dissuadere e levar questa frenesia di capo ... LEANDRO Padrone mio, per buona pezza sete diventato stupido ... CAMILLO Che ha da far Camillo con Persio? MAGAGNA Camillo è perso? Buono, affè! LEANDRO Io non v'intendo, padrone; che dite? ALESSANDRO Cornelia non più amante! ... MAGAGNA Ora mi accerto che costui è da vero il padrone, poi che se ne va verso la casa: chi ha temperato stempere, che il forno è caduto ... O padrone mio morto, già fatto vivo, perdonatemi, che la paura mi ha fatto sparlare ...
L'Olimpia (pagina 6)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... Chi v'ha rivelato questa cosa, padrone? TRASILOGO ... Per dirlovi, padrone, a me parea impossibile che Olimpia v'amasse mai, perché alla vista conosceva che ne stava molto aliena ... Padrone, veggio non so chi in finestra ... Padrone, riponete la spada or che siete in furore, che non m'ammazzate ... Non saria meglio, padrone, sfogar questa còlera sopra Mastica o sopra quel romano, e lasciar questa casa? chi può saper che vi sia dentro! TRASILOGO ... Fermatevi, padrone, ché vien Mastica e un giovanetto, qual stimo il romano ...
La favorita del Mahdi (pagina 13)
di Emilio Salgari (estratti)

... Mi comprendi tu, Takir? —Perfettamente, padrone, rispose il nubiano, ed io vi aiuterò, poichè… —Zitto Takir ... —Calma, padrone, che verrà il dì che l'almea aspetterà voi ... Se tu potessi ammazzarne almeno uno con un colpo di carabina! —È pericoloso, padrone ... —È qui che noi pianteremo il nostro nido? —Sì, padrone, e da questa cima si domina Hossanieh e il campo ...
La favorita del Mahdi (pagina 32)
di Emilio Salgari (estratti)

... —Bel nome! esclamò Dàud, E chi fu a portarla via? —Dhafar pascià l'aveva fatta arrestare malgrado le proteste del mio padrone Abd-el-Kerim e del capitano Hassarn, ordinando che fosse condotta a Chartum sotto buona scorta, ma io dubito che vi sia giunta ... —Chi è questo Notis? —Un greco che amava alla follìa Fathma e la sorella che amava invece alla follìa il mio padrone ... —Sicchè questo Notis e il tuo padrone erano rivali ... —E il tuo padrone invece?… —La esecra, la odia, la disprezza ... —Io sono sorpreso come non abbia disertato anche il tuo padrone ...
La vita comincia domani (pagina 13)
di Guido da Verona (estratti)

... — Ehi, tu, fatti pure avanti! — comandò il burbero padrone ... — Spìffera tu! La fantesca si fece cuore: — Signor padrone, ho deciso di andarmene via ... Papà Stefano abbandonò quel tono di accigliata canzonatura, si fece grave: — Sentiamo: cosa c'è stato? — Certe cose, certe cose, padrone ... — Poi sentisse cosa dice, padrone! — Andiamo, andiamo ...
Marocco (pagina 8)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Ci vennero incontro il padrone di casa, il figliuolo e i parenti coronati di gran turbanti bianchi; dietro di loro, c’erano i servi incappucciati; più in là, negli angoli oscuri, dietro gli spigoli delle porte, faccie attonite di donne e di bambini; e malgrado tanta gente, un silenzio profondo ... Anche qui tappeti, arazzi, mazzi di fiori, grandi candellieri posati sul pavimento, materassine e guanciali di cento colori stesi a pie’ dei muri, e due letti addobbati con gran pompa, poichè era la camera nuziale del padrone ... Prima di metterci a tavola, ci sedemmo, a gambe incrociate, sopra i tappeti, intorno al segretario del padrone di casa, un bel moro in turbante, il quale preparò il tè sotto i nostri occhi e ce ne fece pigliare, secondo l’uso, tre tazze per uno, spropositatamente inzuccherate, e profumate di menta; e tra una tazza e l’altra accarezzammo il codino e la testina rasata d’un bel bambino di quattr’anni, ultimo fratello di Maometto, il quale contava furtivamente le dita delle nostre mani per assicurarsi ch’eran cinque come quelle di tutti i maomettani ... Il padrone, pregato, sedette anche lui, per tenerci compagnia, e cominciarono a sfilare i piatti arabi, oggetto della nostra vivissima curiosità ...
Mastro don Gesualdo (pagina 16)
di Giovanni Verga (estratti)

... Il padrone le porse anche il fiasco: - Tè, bevi! non aver suggezione! Diodata, ancora un po' esitante, si pulì la bocca col dorso della mano, e s'attaccò al fiasco arrovesciando il capo all'indietro ... Il padrone allora si mise a ridere ... Il padre non voleva, perché aveva la sua superbia anche lui, come uno che era stato sempre padrone, alla fornace, e gli cuoceva di vedere il sangue suo al comando altrui ... - Mastro Nunzio che si ostinava ad arrischiare cogli appalti il denaro del figliuolo, per provare che era il padrone in casa sua! ... - Ci hai lavorato, anche tu, nella roba del tuo padrone! ... nessuno! Ma il padrone ci si divertiva: - Sì, sì! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 17)
di Giovanni Verga (estratti)

... Essa sorrideva sempre allo stesso modo, di quel sorriso dolce e contento, allo scherzo del padrone che sembrava le illuminasse il viso, affinato dal chiarore molle: gli occhi come due stelle; le belle trecce allentate sul collo; la bocca un po' larga e tumida, ma giovane e fresca ... Il padrone stette un momento a guardarla così, sorridendo anch'esso, e le diede un altro scapaccione affettuoso ... buona e fedele! vigilante sugli interessi del padrone, sei stata sempre ... - Il padrone mi ha dato il pane, - rispose essa semplicemente ... Sempre all'erta, come il tuo padrone! Sempre colle mani attorno ... Poi rispose, con un tono di voce che andò a rimescolargli il sangue a lui pure: - Vossignoria siete il padrone ... Non sono più padrone ... - Vossignoria siete il padrone ... Appena vide giungere il padrone, cominciò a piagnucolare di nuovo: - Il ponte! ...
Mastro don Gesualdo (pagina 58)
di Giovanni Verga (estratti)

... Il padrone gli rivolse un'occhiata brusca, e tagliò corto: - Zitto, bestia! ... Nanni l'Orbo aggiunse soltanto, di lì a un po': - Si fece la festa, eh? - E come il padrone continuava a tacere, conchiuse: - L'ho capito alla cera che avete, vossignoria ... Dicevo a Diodata: Finché manca il padrone bisogna stare coll'orecchio teso, per guardargli le spalle ... Siete il padrone ...
Novelle rusticane (pagina 13)
di Giovanni Verga (estratti)

... E andò diritto al padrone, tenendo nella tasca la mano colle trentacinque lire ... - Il puledro è bello - diceva il padrone - e val più di trentacinque lire ... Guardate che petto! e che pilastri di gambe! Guardate come tiene le orecchie! Un asino che tiene le orecchie ritte a quel modo lo potete mettere sotto il carro o sotto l'aratro come volete, e fargli portare quattro tumoli di farro meglio di un mulo, per la santa giornata che corre oggi! Sentite questa coda, che vi ci potete appendere voi con tutto il vostro parentado! Compare Neli lo sapeva meglio di lui; ma non era minchione per dir di sì, e stava sulla sua colla mano in tasca, alzando le spalle e arricciando il naso, mentre il padrone gli faceva girare il puledro dinanzi ... Cosa devo regalarvi per l'asino di san Giuseppe? Il padrone allora gli voltò le spalle infuriato, gridando che se non conoscevano le bestie, o se non avevano denari per comprare, era meglio non venire alla fiera, e non far perdere il tempo ai cristiani, nella santa giornata che era ... Però di sottecchi non perdevano di vista l'asino di san Giuseppe, e il suo padrone che fingeva di sbucciare delle fave verdi, colla fune della cavezza fra le gambe, mentre compare Neli andava girandolando fra le groppe dei muli e dei cavalli, e si fermava a guardare, e contrattava ora questa ed ora quella delle bestie migliori, senza aprire il pugno che teneva in tasca colle trentacinque lire, come se ci avesse avuto da comprare mezza fiera ... Il puledro intanto badava a frugare col muso fra le gambe delle somare che passavano, massime che aveva fame, tanto che il padrone, appena apriva bocca per ragliare, lo faceva tacere a bastonate, perché non l'avevano voluto ... - Se non te ne vai - rispondeva suo marito - ti assesto una pedata di quelle buone! Così passavano le ore alla fiera; ma nessuno di coloro che passavano davanti all'asino di san Giuseppe si fermava a guardarlo; e sì che il padrone aveva scelto il posto più umile, accanto alle bestie di poco prezzo, onde non farlo sfigurare col suo pelame di gazza accanto alle belle mule baie ed ai cavalli lucenti! Ci voleva uno come compare Neli per andare a contrattare l'asino di san Giuseppe, che tutta la fiera si metteva a ridere al vederlo ... Il puledro, dal tanto aspettare al sole, lasciava ciondolare il capo e le orecchie, e il suo padrone s'era messo a sedere tristamente sui sassi, colle mani penzoloni anch'esso fra le ginocchia e la cavezza nelle mani, guardando di qua e di là le ombre lunghe che cominciavano a fare nel piano, al sole che tramontava, le gambe di tutte quelle bestie che non avevano trovato un compratore ... Compare Neli allora e suo fratello, e un altro amico che avevano raccattato per la circostanza, vennero a passare di là, guardando in aria, che il padrone dell'asino torse il capo anche lui per non far vedere di star lì ad aspettarli; e l'amico di compare Neli disse così, stralunato, come l'idea fosse venuta a lui: - O guarda l'asino di san Giuseppe! Perché non comprate questo qui, compare Neli? - L'ho contrattato stamattina; ma è troppo caro ... E domandò al padrone: - Quanto vi dobbiamo regalare per l'asino di san Giuseppe? La padrona dell'asino di san Giuseppe, vedendo che si ripigliava il negozio, andava riaccostandosi quatta, quatta, colle mani giunte sotto la mantellina ... - Non me ne parlate che non ne voglio sentir parlare! - Se non lo vuole, lasciatelo stare - rispose il padrone ... - Che non posso dire la mia bestialità anch'io? E correva ad afferrare compare Neli pel giubbone; poi tornava a parlare all'orecchio del padrone dell'asino, il quale voleva tornarsene a casa per forza coll'asinello, e gli buttava le braccia al collo, ...
Novelle rusticane (pagina 14)
di Giovanni Verga (estratti)

... - Né voi, né io! Stavolta deve valere la mia parola, per i santi del paradiso! e non voglio neppure un bicchiere di vino! Vedete che il sole è tramontato? Cosa aspettate ancora tutt'e due? E strappò di mano al padrone la cavezza, mentre compare Neli, bestemmiando, tirava fuori dalla tasca il pugno colle trentacinque lire, e gliele dava senza guardarle, come gli strappassero il fegato ... L'amico si tirò in disparte colla padrona dell'asino, a contare i denari su di un sasso, mentre il padrone dell'asino scappava per la fiera come un puledro, bestemmiando e dandosi dei pugni ... Intanto badava a saltellare dietro a compare Neli, cercando di addentargli il giubbone per giuoco, quasi sapesse che era il giubbone del padrone nuovo, e non gliene importasse di lasciare per sempre la stalla dov'era stato al caldo, accanto alla madre, a fregarsi il muso sulla sponda della mangiatoia, o a fare a testate e a capriole col montone, e andare a stuzzicare il maiale nel suo cantuccio ... Alla sera tornava al villaggio colle bisacce piene, e il ragazzo del padrone seguitava a pungerlo nel garrese, lungo le siepi del sentiero che parevano vive dal cinguettìo delle cingallegre e dall'odor di nepitella e di ramerino, e l'asino avrebbe voluto darci una boccata, se non l'avessero fatto trottare sempre, tanto che gli calò il sangue alle gambe, e dovettero portarlo dal maniscalco; ma al padrone non gliene importava nulla, perché la raccolta era stata buona, e il puledro si era buscate le sue trentadue lire e cinquanta ... Il padrone diceva: "Ora il lavoro l'ha fatto, e se lo vendo anche per venti lire, ci ho sempre il mio guadagno" ... I ragazzi certe cose non le capiscono, e dopo che vendettero il puledro a massaro Cirino il Licodiano, il figlio di compare Neli andava a fargli visita nella stalla e ad accarezzarlo nel muso e sul collo, ché l'asino si voltava a fiutarlo come se gli fosse rimasto attaccato il cuore a lui, mentre gli asini son fatti per essere legati dove vuole il padrone, e mutano di sorte come cambiano di stalla ... Massaro Cirino il Licodiano aveva comprato l'asino di san Giuseppe per poco, giacché aveva ancora la cicatrice al pasturale, che la moglie di compare Neli, quando vedeva passare l'asino col padrone nuovo, diceva: "Quello era la nostra sorte; quel pelame bianco e nero porta allegria nell'aia; e adesso le annate vanno di male in peggio, talché abbiamo venduto anche il mulo" ...
Novelle rusticane (pagina 16)
di Giovanni Verga (estratti)

... Santo aveva moglie e figliuoli sulle braccia; Lucia rimaneva senza dote, su di una strada; e Carmenio, se voleva mangiar del pane, bisognava che andasse a buscarselo fuori di casa, e trovarsi un padrone ... L'è che è una bella cosa quando si può piangere i morti, senza pensare ad altro! I buoi, le pecore, la provvista del granaio, se n'erano andati col padrone ... È di quel che beve il padrone ... Mio padre è un povero camparo, che vive alle spalle del padrone; e nessuno vorrà togliersi addosso il peso della moglie senza dote ...
Novelle rusticane (pagina 20)
di Giovanni Verga (estratti)

... Tu statti col timor di Dio, in casa del padrone ... Lucia adesso era ben collocata, in casa di don Venerando, e diceva che voleva lasciarla soltanto dopo ch'era morta, come si suole, per dimostrare la gratitudine al padrone ... Il padrone s'era arricchito allo stesso modo, stando al servizio del barone, ed ora aveva il don, e poderi e bestiami a bizzeffe ... - Di lui ti piacciono, di lui! E di me che sono il padrone, no? Cosa vuol dire questa storia? Non sai che posso regalarti degli anelli e dei pendenti di oro, e farti la dote, se ne ho voglia? Davvero poteva fargliela, confermava Brasi, che il padrone aveva denari quanti ne voleva, e sua moglie portava il manto di seta come una signora, adesso che era magra e vecchia peggio di una mummia; per questo suo marito scendeva in cucina a dir le barzellette colle ragazze ... - E tu restaci! - rispondeva il padrone ... Mi fanno far da cuoco e da garzone, e vogliono essere serviti come il re! Che non si rammentano più quando lui mangiava pane e cipolla sotto un olivo, e lei gli coglieva le spighe nel campo? Allora serva e cuoco si confidavano la loro "mala sorte" che nascevano di "gente rispettata" e i loro parenti erano stati più ricchi del padrone, già tempo ...
Novelle rusticane (pagina 21)
di Giovanni Verga (estratti)

... I rabbuffi, le sgridate del padrone, li pigliava per sé, e lasciava a lui il miglior piatto, il bicchier di vino più colmo, andava in corte a spaccare la legna per lui, e aveva imparato a rivoltare le ova e a scodellare i maccheroni in punto ... Badava al vino versato, imbarazzata, balbettando: - O povera me! o povera me! che ho fatto? Il vino del padrone! ... - Eh! lasciate correre; ché ne ha tanto il padrone ... - Andiamo di sopra, che può venire il padrone ... Voleva buttarsi nella cisterna piuttosto a capo in giù; voleva farsi Figlia di Maria; voleva prendere il suo buon nome e gettarlo dalla finestra! A che le serviva, senza dote? Voleva rompersi il collo con quel vecchiaccio del padrone, e procurarsi la dote colla sua vergogna ... Brasi per 20 onze si fa cavare tutti e due gli occhi! Ah! quel cuore nero di Brasi! La lasciava nelle manacce del padrone, che la brancicavano tremanti! La lasciava col pensiero della mamma che poco poteva campare, della casa saccheggiata e piena di guai, di Pino il Tomo che l'aveva piantata per andare a mangiare il pane della vedova! La lasciava colla tentazione degli orecchini e delle 20 onze nella testa! E un giorno entrò in cucina colla faccia tutta stravolta, e i pendenti d'oro che gli sbattevano sulle guance ... Il padrone se voleva far loro del bene, lo poteva fare senza scomodarsi, giacché 20 onze per lui erano come una presa di tabacco ... In cucina si cacciava nell'angolo più scuro, col viso basso, infagottata nella veste nuova che le aveva regalato il padrone, larga di cintura ... E il pancione gli ballava dal tanto ridere, al vedere le smorfie che faceva Brasi, e al sentirlo barbugliare alla Lucia, pallido come un morto: - Il padrone è un galantuomo, comare Lucia! lasciate ciarlare i vicini, tutta gente invidiosa, che muore di fame, e vorrebbero essere al vostro ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 27)
di Emilio De Marchi (estratti)

... —Cavaliere—gridò il padrone di casa—le mani davanti e gli occhi sul piatto ... Lilì, un gomitolo di peli bianchi, venne a corsa, saltò in grembo a Paolina, appoggiò le zampette sulla tovaglia mugolando di gioia, fissando gli occhi lucidi e neri pieni di gratitudine in faccia al padrone ... Battistone si alzò improvvisamente, pallido come un morto e sconcertato come un ragazzo colto dal padrone sulla pianta dei fichi ... Aveva riconosciuta la voce della Ludovina, la sua donna di servizio e la sua persecuzione, che non contenta d'aver accompagnato il padrone fino alla stazione, messa in sospetto, era venuta a cercarlo in casa di queste donne ... Così dicendo, la donna cercava di mettere in disparte il padrone e di passar oltre; ma Carlinetto fu pronto a mettere la mano sulla chiave ...