Libri oste

Libri su oste, con la parola oste

Decameron (pagina 22)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E volendo quivi l'abate albergare, Alessandro in casa d'uno oste, il quale assai suo dimestico era, il fece smontare, e fecegli la sua camera fare nel meno disagiato luogo della casa ... E quasi già divenuto un siniscalco dell'abate, sì come colui che molto era pratico, come il meglio si poté per la villa allogata tutta la sua famiglia, chi qua e chi là, avendo l'abate cenato e già essendo buona pezza di notte e ogni uomo andato a dormire, Alessandro domandò l'oste là dove esso potesse dormire ... Al quale l'oste rispose: “In verità io non so: tu vedi che ogni cosa è pieno e puoi veder me e la mia famiglia dormire su per le panche; tuttavia nella camera dell'abate son certi granai a' quali io ti posso menare e porovvi suso alcun letticello, e quivi, se ti piace, come meglio puoi questa notte ti giaci ... ” Al quale l'oste disse: “L'opera sta pur così, e tu puoi, se tu vuogli, quivi stare il meglio del mondo ... L'abate, il quale non dormiva anzi alli suoi nuovi disii fieramente pensava, udiva ciò che l'oste e Alessandro parlavano e similmente avea sentito dove Allessandro s'era a giacer messo; per che, seco stesso forte contento, cominciò a dire: “Idio ha mandato tempo a' miei disiri: se io nol prendo, per avventura simile a pezza non mi tornerà ...
Decameron (pagina 163)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” A cui l'oste rispose: “Pinuccio, tu sai bene come io sono agiato di poter così fatti uomini, come voi siete, albergare; ma pur, poi che questa ora v'ha qui sopra giunti, né tempo ci è da potere andare altrove, io v'albergherò volentieri come io potrò ... ” Ismontati adunque i due giovani e nell'alberghetto entrati, primieramente i lor ronzini adagiarono e appresso, avendo ben seco portato da cena, insieme con l'oste cenarono ... Ora non avea l'oste che una cameretta assai piccola, nella quale eran tre letticelli messi come il meglio l'oste avea saputo; né v'era per tutto ciò tanto di spazio rimaso, essendone due dall'una delle facce della camera e 'l terzo di rincontro a quegli dall'altra, che altro che strettamente andar vi si potesse ... Di questi tre letti fece l'oste il men cattivo acconciar per li due compagni e fecegli coricare; poi dopo alquanto, non dormendo alcun di loro come che di dormir mostrassero, fece l'oste nell'un de' due che rimasi erano coricar la figliuola, e nell'altro s'entrò egli e la donna sua, la quale allato del letto dove dormiva pose la culla nella quale il suo piccolo figlioletto teneva ... E così stando, temendo Pinuccio non il sonno con la sua giovane il sopraprendesse, avendone quello piacer preso che egli disiderava, per tornar nel suo letto a dormire le si levò d'allato: e là venendone, trovando la culla, credette quello essere quel dell'oste; per che, fattosi un poco più avanti, insieme con l'oste si coricò, il quale per la venuta di Pinuccio si destò ... ” L'oste, udendo queste novelle e non piacendogli troppo, prima disse seco stesso: “Che diavol fa costui qui?” poi, più turbato che consigliato, disse: “Pinuccio, la tua è stata una gran villania, e non so perché tu mi t'abbi a far questo: ma per lo corpo di Dio io te ne pagherò ... ” Pinuccio, che non era il più savio giovane del mondo, avveggendosi del suo errore, non ricorse a emendare come meglio avesse potuto, ma disse: “Di che mi pagherai? che mi potrestù far tu?” La donna dell'oste, che col marito si credeva essere, disse a Adriano: “Oimè! odi gli osti nostri che hanno non so che parole insieme ...
Fermo e Lucia (pagina 113)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Sotto la cappa del camino stava seduto l'oste il quale stava ad udire, non parlava che quando era chiamato, evitava tutti i discorsi delle cose del giorno, e se pure veniva stimolato a dire il suo parere, rispondeva per lo più: «non so niente; io faccio il mio mestiere» ... » «È mio impegno,» disse l'oste: «che cosa comandano questi signori?» Fatta questa solita interrogazione, egli esaminò ben bene il volto e la persona di Fermo, dicendo fra sè: – tu vieni con un cacciatore: o cane o lepre sarai; ma non sono l'oste della luna piena, se non ti conosco alla prima parola che dirai – ... «Quanto a questo,» rispose l'oste: «potete star sicuro: non ne ho mai tenuto altro: ne ho del più e del meno caro; ma per la sincerità, tutto il mio vino è lo stesso: se venisse un ragazzo lo tratterei come tratto voi ... » Così disse l'oste; e aggiunse fra sè: – ho inteso: tu sei lepre; va che sei caduto in buone mani – ... «Dunque portate del buono,» disse Fermo: l'oste partì, e un momento dopo tornò con un boccale ... «Ma!» disse l'oste già in atto di partire, e sostando, «pane non ne ho in questa giornata ... «Va bene,» disse l'oste, e partì ... Poco stante l'oste portò da mangiare; e Fermo astrinse il ...
Fermo e Lucia (pagina 114)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Disse dunque a Fermo: «converrà che voi avvisiate l'oste che avete intenzione di dormir qui affinch'egli vi prepari la stanza» ... «È vero,» rispose Fermo, e chiamato l'oste: «avete», disse, «una buona stanza, un buon letto da darmi? da povero figliuolo, ma una cosa pulita ... » «Starete da principe,» disse l'oste, e fattosi ad un armadietto che era appeso ad una parete ne tolse un pezzetto di carta, un picciolo calamajo, e una penna, quindi accostatosi a Fermo: «in grazia,» disse, «il vostro nome?» «Il mio nome?» rispose Fermo, a cui il vino sincero dell'oste aveva portate tutte le passioni ad un grado lirico ... » «Boh! non dico per questo,» rispose l'oste: «ma v'è una grida14 molto severa che «ordina ed espressamente comanda» sono parole della grida, e la so a memoria: «comanda» dice «a tutti gli osti e tavernaj, camere locande etc ... » «Onde, non per mia curiosità, ma per cagione della grida,» continuava l'oste; ma Fermo l'interruppe ancora dicendo: «Questa è una grida che non conta, perchè non è mica buona, è fatta contra la povera gente, per sapere i fatti dei galantuomini, ed è una di quelle che s'hanno a disfare: dunque non ne parliamo più, e vi assolvo io ... » ricominciò l'oste, dando allo sconosciuto un'occhiata che voleva dire: – siatemi testimonio ch'io faccio il mio dovere ... – «Via, via,» gridarono in un punto molte voci: «quel giovane ha ragione: sono tutti balzelli, angherie, legge nuova, legge nuova oggi!» L'oste si strinse nelle spalle, e guardò ancora allo sconosciuto, il quale disse pure: «via non vedete che è un galantuomo? andate a preparargli la stanza» ... » Partito l'oste, si parlò della grida e delle gride, e poi ancora del pane e dei tiranni ... «Presto, presto oste,» diss'egli: «conducetemi alla mia stanza, perchè ... » L'oste che desiderava questa risoluzione di Fermo, non si fece aspettare: staccò una di quelle lucerne, e tenendola alzata ...
Fermo e Lucia (pagina 115)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ma l'oste scotendolo, lo tirava verso una porticina, tanto che potè entrarvi e mettersi su una scaletta angusta di legno, per la quale dando a Fermo un avviso ad ogni scalino, lo tirò nella stanza ... Poscia forzandosi di fissare in faccia all'oste due occhietti che luccicavano e si oscuravano a vicenda come lucciole, appoggiandosi sul destro piede per chinarsi verso l'oste, e ricadendo poi indietro sul sinistro, stendendo verso la faccia dell'oste la mano coll'indice e col medio tesi piegati al mezzo, e aperti, per farle quella carezza di protezione amorevole che in milanese si chiama una mezz'oncia, senza però poter mai giungere ad afferrare quella guancia liscia e rubiconda dell'oste, disse con una cera tra amichevole e corrucciata: «Ah! oste, oste! furbaccio! tu mi hai voluto fare un tiro da nimico ... » L'oste, il quale non avrebbe creduto che Fermo fosse ancora in caso di mettere insieme tante parole con un senso tal quale, pensò di approfittare di quel momento lucido per fargli intendere la ragione, e schifare un impaccio a tutti e due, e gli disse: «Sì, sì, io son tutto pei buoni figliuoli; ma vedete bene ... » Così gridando Fermo, si avviava barcollante verso la scala ma l'oste lo rattenne: e vedendo che s'egli insisteva Fermo avrebbe gridato sempre più e sarebbe stato inteso dalla brigata, la quale certamente avrebbe prese le parti di quello, ricordandosi che in quel giorno il potere era nelle mani di quelli che erano soliti obbedire, e non si poteva prevedere quando sarebbe loro ritolto, pensando che quand'anche al ritorno della tranquillità un ordine revochi e dichiari nulli tutti gli atti della rivolta, le busse toccate una volta sono irrevocabili, stimò che la faccenda più pressante era di acquetar Fermo; e con voce più sonora di quella di Fermo gli gridò: «ho detto per ridere: non lo avete capito, che ho detto per ridere?» «Ah! ora tu parli bene, da buon figliuolo,» rispose Fermo, acquetandosi tosto: «per ridere; ... » «Dunque, andate a dormire,» disse l'oste, «che troverete un letto da galantuomo ... Fermo intanto si andava spogliando, e interrompeva questa operazione con mille ciancie, e con mille atti strani, che l'oste sofferiva pazientemente per una buona ragione ... Quando Fermo s'ebbe tratto il farsetto, l'oste lo prese, pose le mani su le tasche per vedere se v'era la postema, e fatto certo del sì, volle tentare di avere il suo conto prima di abbandonar Fermo quella sera, prevedendo che l'indomani probabilmente Fermo avrebbe avuti altri affari, e la postema sarebbe stata in deposito presso a gente che non si sarebbe data premura di pagar l'oste ... «Dunque,» replicò l'oste, «saldate ora il vostro conterello, perchè domattina, io debbo correre qua e là per mie faccende ... » L'oste si diede fretta di domandare quello che gli veniva, ajutò Fermo a cavare i danari dalla tasca, a noverarli, tolse il suo pagamento, e dato delle mani a Fermo per ajutarlo a salire sul letto, gli disse, «buona notte ... L'oste, stirata la coltre di sotto il corpo di Fermo, gliela accomodò indosso alla meglio; quindi, ripresa la lucerna con la sinistra, gliela sollevò sul capo, e stesa la destra contra il lucignolo perchè la luce cadesse sul dormente, si fermò a contemplarlo un momento, nell'atto che vediamo dipinta Psiche quando sorge a spiare furtivamente le forme del consorte sconosciuto: e disse: «Matto minchione! tu l'hai voluto: sei andato proprio a cercarla col lanternino; tal sia di te ... – A questo punto della sua arringa mentale, l'oste si trovò in cucina, girò un'occhiata per vedere se tutto era in regola, fece un cenno con l'occhio all'ostessa che nella sua assenza presiedeva con la prudenza e con l'imparzialità del mestiere la brigata procellosa; e quindi staccò il mantello da un cappellinajo, e se lo pose indosso, continuando tuttavia: – E che testimonio! Pare che tu avessi paura di passartela senza impicci; volevi proprio far le cose a dovere per tirarti una tegola sul capo ...
Fermo e Lucia (pagina 116)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... ma l'oste cercando il largo fra gli scogli, camminando a sghembo tra una brigata e l'altra, ponendo cura di non urtare nessuno, e dissimulando gli urti che riceveva, se ne andava al suo cammino, continuando intanto fra sè ... Entrò, salì, fu introdotto e fece ad un ufiziale, la sua relazione, come era capitato all'osteria uno che non aveva voluto dare il suo nome, e come egli oste dopo d'averlo ammonito di obbedire alle gride, dovette tacere per non far nascere uno scandalo ... » «Col dovuto rispetto a Vossignoria,» rispose l'oste, il quale con tutta la sua prudenza, non aveva potuto a meno di non prendere un po' di quegli spiriti arditi di che era piena l'aria in quel giorno, «col dovuto rispetto, io faccio l'oste e non il birro: ho fatto il mio dovere: a lor signori tocca ora ... L'oste ne andò pei fatti suoi ... «Chi v'ha detto il mio nome?» – Che sia uno stregone costui vestito di nero? – mormorò tra sè; «Ehi! l'oste, l'oste!» gridò quindi a quanto fiato aveva in corpo ...
Fermo e Lucia (pagina 119)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Ehi oste, il mio letto solito è in libertà? Bene: dunque non sapete che jeri è stata una giornata brusca in Milano? ma brusca vi dico! ... Oste, il mio boccone solito, e presto, perchè voglio coricarmi subito, e domattina pormi in viaggio per tempo ... «Abbiate pazienza,» disse il mercante, «che se l'oste mi darà di che ammollare le labbra, vi conterò tutto ... » «Oh bravo!» L'oste portò la refezione: il mercante si versò un bicchier di vino, si accarezzò la barba e lo tracannò: e trinciando la vivanda che gli era stata imbandita, cominciò la sua narrazione e la continuò mangiando; mentre i suoi conoscenti stavano intorno alla tavola con le bocche aperte; e Fermo in disparte, senza far vista di dar molta attenzione, ascoltava però con più ansia e sospensione degli altri ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 4)
di Emilio De Marchi (estratti)

... L'oste della Fraschetta (ch'era stato avvisato fin dalla vigilia e che ci aspettava) c'introdusse segretamente in un bel camerone dipinto grossolanamente, dal quale aveva fatto togliere le tavole che ora si vedevano addossate al muro, —Procurino di far presto—susurrò l'uomo prudente ... L'oste, il sor Fabrizio, un ometto rossiccio con una piccola virgola al posto della barba, che porta gli anellini d'oro negli orecchi, non osa rifiutar mai nulla ai signori pubblicisti che gli possono restituire il cento per uno: e se due buoni amici della stampa desiderano, come nel caso nostro, farsi un occhiello nel ventre senza molto rumore, offre dietro un modesto compenso il suo salone, purchè si faccia presto e si conservi il segreto ... L'oste chiuse l'uscio col paletto e se ne andò a far dare un fastello di fieno ai cavalli e un bicchier di vin bianco ai vetturali ... Così deve contenersi un oste che ha una bella ragazza da maritare ... Ci sarà da pagar l'oste, le carrozze… ...