Libri nave
Libri su nave, con la parola nave
Decameron (pagina 32)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Aveva costui, tra gli altri suoi molti figliuoli e maschi e femine, una figliuola chiamata Alatiel, la qual, per quello che ciascun che la vedeva dicesse, era la più bella femina che si vedesse in que' tempi nel mondo; e per ciò che in una grande sconfitta, la quale aveva data a una gran moltitudine d'arabi che addosso gli eran venuti, l'aveva maravigliosamente aiutato il re del Garbo, a lui, domandandogliele egli di grazia speziale, l'aveva per moglie data; e lei con onorevole compagnia e d'uomini e di donne e con molti nobili e ricchi arnesi fece sopra una nave bene armata e ben corredata montare, e a lui mandandola la accomandò a Dio ... I marinari, come videro il tempo ben disposto, diedero le vele a' venti e del porto d'Allessandria si partirono e più giorni felicemente navigarono: e già avendo la Sardigna passata, parendo loro alla fine del loro cammino esser vicini, si levarono subitamente un giorno diversi venti, li quali, essendo ciascuno oltre modo impetuoso, sì faticaron la nave dove la donna era e' marinari, che più volte per perduti si tennero ... Ma pure, come valenti uomini, ogni arte e ogni forza operando, essendo da infinito mare combattuti, due dì si sostennero; e surgendo già dalla tempesta cominciata la terza notte e quella non cessando ma crescendo tuttafiata, non sappiendo essi dove si fossero né potendolo per estimazion marineresca comprendere né per vista, per ciò che obscurissimo di nuvoli e di buia notte era il cielo, essendo essi non guari sopra Maiolica, sentirono la nave sdruscire ... Per la qual cosa, non veggendovi alcun rimedio al loro scampo, avendo a mente ciascun se medesimo e non altrui, in mare gittarono un paliscalmo, e sopra quello più tosto di fidarsi disponendo che sopra la sdruscita nave si gittarono i padroni; a' quali appresso or l'uno or l'altro di quanti uomini erano nella nave, quantunque quegli che prima nel paliscalmo eran discesi con le coltella in mano il contradicessero, tutti si gittarono, e credendosi la morte fuggire in quella incapparono: per ciò che, non potendone per la contrarietà del tempo tanti reggere il paliscalmo, andato sotto, tutti quanti perirono ... E la nave, che da impetuoso vento era sospinta, quantunque isdruscita fosse e già presso che piena d'acqua, non essendovi sù rimasa altra persona che la donna e le sue femine (e quelle tutte per la tempesta del mare e per la paura vinte su per quella quasi morte giacevano), velocissimamente correndo in una piaggia dell'isola di Maiolica percosse ... Ma nondimeno, strignendola necessità di consiglio, per ciò che quivi tutta sola si vedeva, non conoscendo o sappiendo dove si fosse, pure stimolò tanto quelle che vive erano, che sù le fece levare; e trovando quelle non sapere dove gli uomini andati fossero e veggendo la nave in terra percossa e d'acqua piena, con quelle insieme dolorosamente cominciò a piagnere ... In su la nona, per avventura da un suo luogo tornando, passò di quindi un gentile uomo, il cui nome era Pericon da Visalgo, con più suoi famigli a cavallo; il quale, veggendo la nave, subitamente immaginò ciò che era, e comandò a un de' famigli che senza indugio procacciasse di sù montarvi e gli raccontasse ciò che vi fosse ... Il famigliare, ancora che con difficultà il facesse, pur vi montò sù: e trovò la gentil giovane, con quella poca compagnia che avea, sotto il becco della proda della nave tutta timida star nascosa ...
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Decameron (pagina 33)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Era allora per ventura nel porto della città una nave la quale di mercatantia era carica per andare in Chiarenza in Romania, della quale due giovani genovesi eran padroni, e già aveva collata la vela per doversi, come buon vento fosse, partire; con li quali Marato convenutosi ordinò come da loro con la donna la seguente notte ricevuto fosse ... E poi che parte della notte fu trapassata, aperto a' suoi compagni là dove Pericon con la donna dormiva e quella aperta, Pericone dormente uccisono e la donna desta e piagnente minacciando di morte, se alcun romor facesse, presero; e con gran parte delle più preziose cose di Pericone, senza essere stati sentiti, prestamente alla marina n'andarono, e quindi senza indugio sopra la nave se ne montarono Marato e la donna, e' suoi compagni se ne tornarono ... Per ciò che, essendo ella di forma bellissima, sì come già più volte detto avemo, e di maniere laudevoli molto, sì forte di lei i due giovani padroni della nave s'innamorarono, che, ogni altra cosa dimenticatane, a servirle e a piacerle intendevano, guardandosi sempre non Marato s'accorgesse della cagione ... E veggendola molto da Marato guardata, e per ciò alla loro intenzione impediti, andando un dì a vela velocissimamente la nave e Marato standosi sopra la poppa e verso il mare riguardando, di niuna cosa da lor guardandosi, di concordia andarono e, lui prestamente di dietro preso, il gittarono in mare; e prima per ispazio di più d'un miglio dilungati furono, che alcuno si fosse pure avveduto Marato esser caduto in mare ... Il che sentendo la donna e non veggendosi via da poterlo ricoverare, nuovo cordoglio sopra la nave a far cominciò ... E volendo ciascuno essere il primo né potendosi in ciò tra loro alcuna concordia trovare, prima con parole grave e dura riotta incominciarono, e da quella accesi nell'ira, messo mano alle coltella, furiosamente s'andarono adosso e più colpi, non potendo quegli che sopra la nave eran dividergli, si diedono insieme: de' quali incontanente l'un cadde morto e l'altro in molte parti della persona gravemente fedito rimase in vita ...
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Decameron (pagina 79)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... – 4 Gerbino, contra la fede data dal re Guglielmo suo avolo, combatte una nave del re di Tunisi per torre una sua figliuola; la quale uccisa da quegli che sù v'erano, loro uccide, e a lui è poi tagliata la testa ... Il quale, poi che la sicurtà ricevuta ebbe, fece una grandissima e bella nave nel porto di Cartagine apprestare e fornirla di ciò che bisogno aveva a chi sù vi doveva andare e ornarla e acconciarla per sù mandarvi la figliuola in Granata: né altro aspettava che tempo ... Gerbino, questo udendo e sappiendo che il re Guiglielmo suo avolo data avea la sicurtà al re di Tunisi, non sapeva che farsi: ma pur da amor sospinto, avendo le parole della donna intese e per non parer vile, andatosene a Messina, quivi prestamente fece due galee sottili armare, e messivi sù di valenti uomini con esse sopra la Sardigna n'andò, avvisando quindi dovere la nave della donna passare ... Né fu di lungi l'effetto al suo avviso; per ciò che pochi dì quivi fu stato, che la nave con poco vento, non guari lontana al luogo dove aspettandola riposto s'era, sopravenne: la qual veggendo Gerbino a' suoi compagni disse: “Signori, se voi così valorosi siete com'io vi tegno, niuno di voi senza aver sentito o sentire amore credo che sia, senza il quale, sì come io meco medesimo estimo, niun mortal può alcuna vertù o bene in sé avere; e se innamorati stati siete o sete, leggier cosa vi fia comprendere il mio disio ... Io amo: amor m'indusse a darvi la presente fatica; e ciò che io amo nella nave che qui davanti ne vedete dimora, la quale, insieme con quella cosa che io più disidero, è piena di grandissime ricchezze; le quali, se valorosi uomini siete, con poca fatica, virilmente combattendo, acquistar possiamo ... Andiamo adunque e bene avventurosamente assagliamo la nave; Idio, alla nostra impresa favorevole, senza vento prestarle la ci tien ferma ... ” Non erano al bel Gerbino tante parole bisogno, per ciò che i messinesi che con lui erano, vaghi della rapina, già con l'animo erano a far quello di che il Gerbino gli confortava con le parole; per che, fatto un grandissimo romore nella fine del suo parlare che così fosse, le trombe sonarono e, prese l'armi, dierono de' remi in acqua e alla nave ...
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Decameron (pagina 80)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Coloro che sopra la nave erano, veggendo di lontan venir le galee, non potendosi partire, s'apprestarono alla difesa ... I saracini, certificati chi erano e che domandassero, dissero sé esser contro alla fede lor data dal re da loro assaliti: e in segno di ciò mostrarono il guanto del re Guglielmo e del tutto negaron di mai, se non per battaglia vinti, arrendersi o cosa che sopra la nave fosse lor dare ... Gerbino, il quale sopra la poppa della nave veduta aveva la donna troppo più bella assai che egli seco non estimava, infiammato più che prima al mostrar del guanto rispose che quivi non avea falconi al presente perché guanto v'avesse luogo, e per ciò, ove dar non volesser la donna, a ricever la battaglia s'apprestassero ... Ultimamente, veggendosi Gerbino poco util fare, preso un legnetto che di Sardigna menato aveano e in quel messo fuoco, con amendue le galee quello accostò alla nave ... Il che veggendo i saracini e conoscendo sé di necessità o doversi arrendere o morire, fatto sopra coverta la figliuola del re venire, che sotto coverta piagnea, e quella menata alla proda della nave e chiamato il Gerbino, presente agli occhi suoi lei gridante mercé e aiuto svenarono, e in mar gittandola disson: “Togli, noi la ti diamo qual noi possiamo e chente la tua fede l'ha meritata ... ” Gerbino, veggendo la crudeltà di costoro, quasi di morir vago, non curando di saetta né di pietra, alla nave si fece accostare; e quivi sù malgrado di quanti ve n'eran montato, non altramenti che un leon famelico nell'armento de' giovenchi venuto or questo or quello svenando prima co' denti e con l'unghie la sua ira sazia che la fame, con una spada in mano or questo or quel tagliando de' saracini crudelmente molti n'uccise Gerbino; e già crescente il fuoco nell'accesa nave, fattone a' marinari trarre quello che si poté per appagamento di loro, giù se ne scese con poco lieta vittoria de' suoi avversarii avere acquistata ...
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Decameron (pagina 91)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Gli avversarii di Cimone avevano l'arme tratte sopra coverta e di difendersi s'apparecchiavano: per che Cimone, dopo le parole preso un rampicone di ferro, quello sopra la poppa de' rodiani, che via andavan forte, gittò e quella alla proda del suo legno per forza congiunse; e fiero come un leone, sanza altro seguito d'alcuno aspettare, sopra la nave de' rodiani saltò, quasi tutti per niente gli avesse; e spronandolo amore, con maravigliosa forza fra' nemici con un coltello in man si mise e or questo e or quello ferendo quasi pecore gli abbattea ... ” Tornossi adunque Cimone, lei già avendo sopra la sua nave fatta portare senza alcuna altra cosa toccare de' rodiani, a' suoi compagni, e loro lasciò andare ... Cimone adunque, più che altro uomo contento dell'acquisto di così cara preda, poi che alquanto di tempo ebbe posto in dover lei piagnente racconsolare, diliberò co' suoi compagni non essere da tornare in Cipri al presente: per che, di pari diliberazion di tutti, verso Creti, dove quasi ciascuno e massimamente Cimone per antichi parentadi e novelli e per molta amistà si credevano insieme con Efigenia esser sicuri, dirizzaron la proda della lor nave ... Egli non erano ancora quatro ore compiute poi che Cimone li rodiani aveva lasciati, quando, sopravegnente la notte, la quale Cimone più piacevole che alcuna altra sentita giammai aspettava, con essa insieme surse un tempo fierissimo e tempestoso, il quale il cielo di nuvoli e 'l mare di pistilenziosi venti riempié; per la qual cosa né poteva alcun veder che si fare o dove andarsi, né ancora sopra la nave tenersi a dover fare alcun servigio ... Alla qual cosa la fortuna fu favorevole e lor perdusse in un piccolo seno di mare, nel quale poco avanti a loro li rodiani stati da Cimon lasciati erano con la lor nave pervenuti; né prima s'accorsero sé avere all'isola di Rodi afferrato che, surgendo l'aurora e alquanto rendendo il cielo più chiaro, si videro forse per una tratta d'arco vicini alla nave il giorno davanti da lor lasciata ... Alla quale come pervennero, dalli marinari rodiani della lor nave discesi furono riconosciuti; de' quali prestamente alcun corse a una villa ivi vicina dove i nobili giovani rodiani n'erano andati, e loro narrò quivi Cimone con Efigenia sopra la lor nave per fortuna, sì come loro, essere arrivati ...
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Decameron (pagina 92)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... ” Al quale Lisimaco disse: “Oggi al terzo dì le novelle spose entreranno primieramente nelle case de' lor mariti, nelle quali tu co' tuoi compagni armato e con alquanti miei, ne' quali io mi fido assai, in sul far della sera entreremo, e quelle del mezzo de' conviti rapite a una nave, la quale io ho fatta segretamente apprestare, ne meneremo, uccidendo chiunque ciò contrastar presummesse ... Lisimaco, ogni cosa oportuna avendo appresta, Cimone e' suoi compagni e similmente i suoi amici, tutti sotto i vestimenti armati, quando tempo gli parve, avendogli prima con molte parole al suo proponimento accesi, in tre parti divise, delle quali cautamente l'una mandò al porto, acciò che niun potesse impedire il salire sopra la nave quando bisognasse; e con l'altre due alle case di Pasimunda venuti, una ne lasciò alla porta, acciò che alcun dentro non gli potesse rinchiudere o a loro l'uscita vietare, e col rimanente insieme con Cimone montò su per le scale ... E pervenuti nella sala dove le nuove spose con molte altre donne già a tavola erano per mangiare assettate ordinatamente, fattisi innanzi e gittate le tavole in terra, ciascun prese la sua e, nelle braccia de' compagni messala, comandarono che alla nave apprestata le menassero di presente ... Essi, lasciata piena la casa di sangue, di romore e di pianto e di tristizia, senza alcuno impedimento stretti insieme con la loro rapina alla nave pervennero: sopra la quale messe le donne e saliti essi e tutti i lor compagni, essendo già il lito pieno di gente armata che alla riscossa delle donne venia, dato de' remi in acqua lieti andaron pe' fatti loro ...
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