Libri mondo

Libri su mondo, con la parola mondo

Confessioni di un Italiano (pagina 24)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Perciò egli magnificava sempre le imprese degli Americani e la civile grandezza di Washington che aveva sciolto dalla soggezione dei Lordi tutto un nuovo mondo ... Allora i vapori i telegrafi e le strade ferrate non avevano attuato ancora il gran dogma morale dell'unità umana; e ogni piccola società, relegata in se stessa dalle comunicazioni difficilissime, e da una indipendenza giurisdizionale quasi completa, si occupava anzi tutto e massimamente di sé, non curandosi del resto del mondo che come d'un pascolo alla curiosità ... Il mondo per essi non era mercato ma teatro ...
Confessioni di un Italiano (pagina 27)
di Ippolito Nievo (estratti)

... mondo, io non esitai un momento nel dar la palma a quest'ultimo ... Primo punto, natura vuole che si anteponga la luce alle tenebre, e il sole del cielo a qualunque fiamma di camino; in secondo luogo, in quel mondo d'erba di fiori di salti e di capitomboli dove metteva piede, non c'erano né le formidabili guarnizioni scarlatte del signor Conte, né le ramanzine di Monsignore a proposito del Confiteor; né le persecuzioni di Fulgenzio; né le carezze poco aggradevoli della Contessa; né gli scappellotti delle cameriere ... Ma tornando al mondo che mi parve tanto bello a prima giunta, come vi raccontava, vi dirò di più ch'esso non era un paradiso terrestre ... Un ponticello di legno sulla fossa posteriore del castello che dalla corticella della scuderia metteva nell'orto; due pergolati di vigne annose e cariche nell'autunno di bei grappoli d'oro corteggiati da tutte le vespe del vicinato; più in là campagne verdeggianti di rape e di sorgoturco, e finalmente oltre ad un muricciuolo di cinta cadente e frastagliato, delle vaste e ondeggianti praterie piene di rigagnoli argentini, di fiori e di grilli! Ecco il mondo posteriore al castello di Fratta ... Quanto a quello che gli si stendeva dinanzi ed ai lati ho dovuto accontentarmi di conoscerlo più tardi; mi tenevano tanto alla catena col loro Fulgenzio, col loro piovano, col loro spiedo, che perfino nel mondo dell'aria libera e delle piante, perfino nel gran tempio della natura, mi toccò entrarvi di sfuggita e per la porta di dietro ... Il mondo adunque aveva per me quest'ultimo rilevantissimo vantaggio sulla cucina di Fratta, che non vi era confitto al martirio dello spiedo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 49)
di Ippolito Nievo (estratti)

... È merito o difetto? — Modestia vorrebbe ch'io dicessi merito; giacché i casi miei sarebbero ben poco importanti a raccontarsi, e le opinioni e i mutamenti e le conversioni non degne da essere studiate, se non si intralciassero nella storia di altri uomini che si trovarono meco sullo stesso sentiero, e coi quali fui temporaneamente compagno di viaggio per questo pellegrinaggio del mondo ... Ma per adesso lasciate che vi mostri il mondo vecchio; quel mondo che bamboleggiava ancora alla fine del secolo scorso, prima che il magico soffio della rivoluzione francese gli rinnovasse spirito e carni ... Il Conte, che da una settimana non potea dormire che con un occhio solo, scese precipitosamente in cucina, e in breve tempo il Cancelliere, monsignor Orlando, Marchetto, Fulgenzio, il fattore, il Capitano gli furono intorno colla cera più spaventata del mondo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 128)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Addio verdi campagne, piene di erranti sentieri, di pose meditabonde, di bellezze infinite, e di luce, e di libertà, e di canto d'augelli! Addio primo nido dell'infanzia, case vaste ed operose, grandi a noi fanciulli, come il mondo agli uomini, dove ci fu diletto il lavoro degli altri, dove l'angelo custode vegliava i nostri sonni consolandoli di mille visioni incantevoli! Eravamo contenti senza fatica, felici senza saperlo; e il cipiglio del maestro, o i rimbrotti dell'aia erano le sole rughe che portasse in fronte il loro destino! L'universo finiva al muricciuolo del cortile; là dentro se non era la pienezza di ogni beatitudine, almeno i desiderii si moderavano, e l'ingiustizia prendeva un contegno così fanciullesco, che il giorno dopo se ne rideva come d'una burla ... E così ho scritto un degno epitaffio su quegli anni deliziosi da me vissuti nel mondo vecchio; nel mondo della cipria, dei buli e delle giurisdizioni feudali ...
Confessioni di un Italiano (pagina 130)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Tutti gli attori hanno sulle scene del mondo la loro beneficiata; e allora toccava a me ... La Contessa finse una gran sorpresa e di essere scandolezzata da una tale domanda; rispose che la sua figliuola era prossima a pronunciar i voti e non intendeva per nulla avventurarsi ai pericoli del mondo, da lei con tanta prudenza schivati; accennò da ultimo, ai diritti anteriori del signor Partistagno il quale seguitava sempre ad empire bestialmente Venezia delle sue lamentazioni sul sacrifizio imposto alla Clara, e certo non avrebbe consentito che ella uscisse di convento per isposarsi ad un altro ... — Signora Contessa — conchiuse Lucilio — io son fermo com'ella dice ne' miei propositi, e lo fui sempre da molti anni a questa parte, benché volessi piuttosto in grazia loro capovolgere il mondo che violare una convenienza od implorare a mani giunte un favore ... Lucilio trabalzò di sorpresa e di rabbia; ma vide sotto questa risposta una gherminella fratesca, e tornò a ripetere alla portinaia che un suo colloquio colla signorina Clara era necessario, indispensabile; e che la signorina doveva ben saperlo anche lei, e che nessuno al mondo poteva negargli il diritto di reclamarlo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 170)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Ho poi udito dire che ci domini troppo il vento in quegli ingroppamenti di montagne; ma allora, benché ridesse appena lievemente la primavera, era tuttavia una pace un tepore una ricchezza di colori e di forme in quel cantoncino di mondo, che ben ci si accorgeva di essere sulla strada di Firenze e di Roma ... A cercarti, spirito e gloria, nelle eterne pagine della storia, nell'eloquente grandezza dei monumenti, nella viva gratitudine dei popoli, sempre apparisci sublime, sapiente, regina! A cercarti dentro di noi, intorno a noi, tu ti nascondi talora per vergogna la fronte; ma te la rialza la speranza, e gridi che delle nazioni del mondo tu sola non moristi mai! Allora infatti l'Italia era forse ai primordi della sua terza vita; primordi ignari e sconvolti come i primi passi d'un bambino ... La Contessa pappava il frutto degli ottomila ducati e le bastava; il conte Rinaldo passava dall'ufficio alla Biblioteca, dalla Biblioteca alla tavola e al letto senza darsi pensiero che altri uomini vivessero al mondo: ambidue miserabili, miserabilissimi; ma non si curavano di affannarsi pegli altri ... Convenite con me che se non eroismo fu certamente una bella costanza la mia di starmene a ordinar piuoli e a comandar movimenti sul monte Pincio, mentre avrei corso e frugato tutto il mondo per trovar la mia bella! La amava, sapete, proprio più che me stesso; e per me che non vendo ciurmerie di frasi ma faccio professione di narrare la verità, questo è tutto dire ...
Confessioni di un Italiano (pagina 194)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Lucilio s'era rifugiato a Londra; egli aveva amici dappertutto e d'altra parte per un medico come lui tutto il mondo è paese ... Il bello si fu quando si trattò di mangiare; credo che uomo al mondo non si vide mai in peggior imbroglio ... — Nell'armata si vince tutta l'Europa, si corteggiano le più belle donne del mondo, si buscano delle belle paghe, si fa gran scialo di gloria e si va innanzi ... È una riccona sfondata, che ha corso il mondo a' suoi tempi, ma ora dopo una vistosa eredità s'è rimessa in regola ed ha voce di compita signora: non più colla lanuggine del pesco sulle guance, ma vezzosa ancora e leggiadra al bisogno; massime poi in teatro quand'è un po' animata ...
Confessioni di un Italiano (pagina 250)
di Ippolito Nievo (estratti)

... La festa di tutta la legione, l'ammirazione dei compagni, l'affetto dei superiori, le lodi d'una città intera mi provarono che non è mai chiuso il varco a riconquistare la pubblica stima colla costanza dei sacrifizi, e che le imprese veramente nobili e generose non ispirate né da furore né da superbia ammutoliscono l'invidia e trovano ossequio nel mondo ... Sì! io mi volgerò oltre l'Atlantico! Colombo vi cercava un nuovo mondo: io non domanderò altro che pazienza ... Forse che delle donne io non ho cercato finora che le più abbiette, ma costei mi sembra un esemplare più sublime, un tipo quale forse lo avrei sognato se fossi pittore o poeta, ma non avrei creduto mai d'incontrarlo vivo nel mondo ...
Confessioni di un Italiano (pagina 254)
di Ippolito Nievo (estratti)

... Benedetto peraltro Iddio che anche sugli ultimi confini del mondo seppe circondar la mia morte di affetti soavi ... Padre mio, divisi da tanto mondo, pure l'affetto, o morti o vivi, ne congiungerà sempre ... Ma la forza delle idee non si spegne; e le anime dai loro misteriosi recessi seguitano a premere questo mondo riottoso e battagliero ... È un mondo nuovo affatto, un rimescolio di sentimenti di affetti inusitati che si agita sotto la vernice uniforme della moderna società; ci pèrdono forse la caricatura e il romanzo, ma ci guadagna la storia ...
Corbaccio (pagina 10)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Ma volesse Iddio che, non altramente che quello abominevole peccato mi piacque, esse mi fossero piaciute già mai: per ciò che io arei assai tempo acquistato di quello che io dietro ad esse perdei; e nel mondo là, dov'io sono, assai minore tormento sofferrei che quello ch'io sostengo ... La qual cosa nel nostro primo padre ottimamente dimostrò Colui, il quale poco davanti l'avea creato, mettendogli tutti gli altri animali dinanzi e faccendogli nomare e alla sua signoria sopponendoli; il simigliante appresso faccendo di quella una e sola femina ch'era al mondo; la cui gola e la cui disubidienzia e le cui persuasioni furono di tutte le nostre miserie cagione e origine ... Il quale ordine l'antichità ottimamente ancora serva al mondo presente ne' papati, negl'imperii, ne' reami e ne' principati, nelle provincie, ne' popoli e generalmente in tutt'i maestrati e sacerdozii e nell'altre maggioranze divine come umane: gli uomini solamente, e non le femine, preponendo e in loro commettendo il governo degli altri e di quelle ... E non solamente da questo si può o dee pigliare che solamente ad alcuni eccellenti uomini così ampio privilegio di nobiltà sia conceduto; anche s'intenderà essere ancora de' più menomi, per rispetto alle femine e agli altri animali; per che ottimamente si comprenderà il più vile e 'l più minimo uomo del mondo, il quale del bene dello 'ntelletto privato non sia, prevalere a quella femina, in quanto femina, che temporalmente è tenuta più che niun'altra eccellente ...
Decameron (pagina 65)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” “Oh!” disse Ferondo “se io vi torno mai, io sarò il migliore marito del mondo; mai non la batterò, mai non le dirò villania, se non del vino che ella ci ha mandato stamane; e anche non ci ha mandato candela niuna, e èmmi convenuto mangiare al buio ... ” “Gnaffé! cotesto è bene assai!” disse Ferondo “e per quello che mi paia, noi dovremmo esser fuor del mondo, tanto ci ha ... ” Ora in così fatti ragionamenti e in simili, con mangiare e con battiture, fu tenuto Ferondo da diece mesi, infra li quali assai sovente l'abate bene avventurosamente visitò la bella donna e con lei si diede il più bel tempo del mondo ... L'abate adunque la seguente notte fece con una voce contrafatta chiamar Ferondo nella prigione e dirgli: “Ferondo, confortati, ché a Dio piace che tu torni al mondo; dove tornato, tu avrai un figliuolo della tua donna, il quale farai che tu nomini Benedetto, per ciò che per gli prieghi del tuo santo abate e della tua donna e per amor di san Benedetto ti fa questa grazia ... Ma poi che la gente alquanto si fu rassicurata con lui e videro che egli era vivo, domandandolo di molte cose, quasi savio ritornato, a tutti rispondeva e diceva loro novelle dell'anime de' parenti loro e faceva da se medesimo le più belle favole del mondo de' fatti del Purgatoro: e in pien popolo raccontò la revelazione statagli fatta per la bocca del Ragnolo Braghiello avanti che risuscitasse ...
Decameron (pagina 111)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Chichibio, veggendo che ancora durava l'ira di Currado e che far gli conveniva pruova della sua bugia, non sappiendo come poterlasi fare cavalcava appresso a Currado con la maggior paura del mondo, e volentieri, se potuto avesse, si sarebbe fuggito; ma non potendo, ora innanzi e ora adietro e dallato si riguardava, e ciò che vedeva credeva che gru fossero che stessero in due piè ... E messer Forese, cavalcando e ascoltando Giotto, il quale bellissimo favellatore era, cominciò a considerarlo e da lato e da capo e per tutto, e veggendo ogni cosa così disorrevole e così disparuto, senza avere a sé niuna considerazione, cominciò a ridere e disse: “Giotto, a che ora venendo di qua alla 'ncontro di noi un forestiere che mai veduto non t'avesse, credi tu che egli credesse che tu fossi il migliore dipintore del mondo, come tu se'?” A cui Giotto prestamente rispose: “Messere, credo che egli il crederebbe allora che, guardando voi, egli crederebbe che voi sapeste l'abicì ... – 6 Pruova Michele Scalza a certi giovani come i Baronci sono i più gentili uomini del mondo o di Maremma e vince una cena ... Egli non è ancora guari di tempo passato che nella nostra città era un giovane chiamato Michele Scalza, il quale era il più piacevole e il più sollazzevole uom del mondo e le più nuove novelle aveva per le mani; per la qual cosa i giovani fiorentini avevan molto caro, quando in brigata si trovavano, di potere aver lui ... Li quali udendo lo Scalza cominciò a ghignare e disse: “Andate via, andate, goccioloni che voi siete, voi non sapete ciò che voi vi dite: i più gentili uomini e i più antichi, non che di Firenze ma di tutto il mondo o di Maremma, sono i Baronci, e a questo s'accordano tutti i fisofoli e ogni uomo che gli conosce come fo io: e acciò che voi non intendeste d'altri, io dico de' Baronci vostri vicini da Santa Maria Maggiore ...
Decameron (pagina 145)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E da che diavol, togliendo via cotesto tuo pochetto di viso, il quale pochi anni guasteranno riempiendolo di crespe, se' tu più che qualunque altra dolorosetta fante? dove per te non rimase di far morire un valente uomo, come tu poco avanti mi chiamasti, la cui vita ancora potrà più in un dì essere utile al mondo che centomilia tue pari non potranno mentre il mondo durar dee ... Ma se tu n'hai così gran voglia di scendere, ché non te ne gitti tu in terra? E a un'ora con l'aiuto di Dio, fiaccandoti tu il collo, uscirai della pena nella quale esser ti pare e me farai il più lieto uom del mondo ... E acciò che tu del desidero degli occhi miei possi maggior certezza nell'altro mondo portare che non mostra che tu in questo prenda dalle mie parole, gittati giù pur tosto, e l'anima tua, sì come io credo già ricevuta nelle braccia del diavolo, potrà vedere se gli occhi miei d'averti veduta strabocchevolmente cadere si seranno turbati o no ...
Decameron (pagina 149)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E Bruno, conoscendolo in poche di volte che con lui stato era questo medico essere uno animale, cominciò di lui a avere il più bel tempo del mondo con sue nuove novelle; e il medico similemente cominciò di lui a prendere maraviglioso piacere ... “Omè!” disse Bruno “maestro, che mi domandate voi? Egli è troppo gran segreto quello che voi volete sapere, e è cosa da disfarmi e da cacciarmi del mondo, anzi da farmi mettere in bocca del lucifero da San Gallo, se altri il risapesse: ma sì è grande l'amor che io porto alla vostra qualitativa mellonaggine da Legnaia e alla fidanza la quale ho in voi, che io non posso negarvi cosa che voi vogliate; e per ciò io il vi dirò con questo patto, che voi per la croce a Montesone mi giurerete che mai, come promesso avete, a niuno il direte ... Ma sopra tutti gli altri piaceri che vi sono si è quello delle belle donne, le quali subitamente, pur che l'uom voglia, di tutto il mondo vi son recate ... Che vi vo io annoverando? E' vi sono tutte le reine del mondo, io dico infino alla schinchimurra del Presto Giovanni; or vedete oggimai voi! Dove, poi che hanno bevuto e confettato, fatta una danza o due, ciascuna con colui a cui stanza v'è fatta venire se ne va nella sua camera ... Or che menar di calcole e di tirar le casse a sé, per fare il panno serrato, faccian le tessitrici, lascerò io pensar pur a voi! Ma tra gli altri che meglio stanno, secondo il parer mio, siam Buffalmacco e io, per ciò che Buffalmacco le più delle volte vi fa venir per sé la reina di Francia e io per me quella d'Inghilterra, le quali son due pur le più belle donne del mondo; e sì abbiamo saputo fare, che elle non hanno altro occhio in capo che noi ...
Decameron (pagina 151)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... ” Allora il maestro disse a Buffalmacco: “Altro avresti detto se tu m'avessi veduto a Bologna, dove non era niun grande né piccolo, né dottore né scolare, che non mi volesse il meglio del mondo, sì tutti gli sapeva appagare col mio ragionare e col senno mio ... E dirotti più, che io non vi dissi mai parola che io non facessi ridere ogni uomo, sì forte piaceva loro; e quando io me parti', fecero tutti il maggior pianto del mondo e volevano tutti che io vi pur rimanessi, e fu a tanto la cosa perché io vi stessi, che vollono lasciare a me solo che io leggessi a quanti scolari v'avea le medicine; ma io non volli, ché io era pur disposto a venir qua a grandissime eredità che io ci ho, state sempre di quei di casa mia; e così feci ... ” Gli onori dal medico fatti a costoro appresso questa promessa multiplicarono: laonde essi, godendo, gli facean cavalcar la capra delle maggiori sciocchezze del mondo e impromisongli di dargli per donna la contessa di Civillari, la quale era la più bella cosa che si trovasse in tutto il culattario dell'umana generazione ... Domandò il medico chi fosse questa contessa; al quale Buffalmacco disse: “Pinca mia da seme, ella è una troppo gran donna, e poche case ha per lo mondo nelle quali ella non abbia alcuna giurisdizione, e non che altri, ma i frati minori a suon di nacchere le rendon tributo ...
La divina commedia (pagina 5)
di Dante Alighieri (estratti)

... Mal dare e mal tener lo mondo pulcro ha tolto loro, e posti a questa zuffa: qual ella sia, parole non ci appulcro ... "Maestro mio", diss'io, "or mi dì anche: questa fortuna di che tu mi tocche, che è, che i ben del mondo ha sì tra branche?" ... Lo collo poi con le braccia mi cinse; basciommi 'l volto e disse: "Alma sdegnosa, benedetta colei che 'n te s'incinse! Quei fu al mondo persona orgogliosa; bontà non è che sua memoria fregi: così s'è l'ombra sua qui furïosa ...
La divina commedia (pagina 8)
di Dante Alighieri (estratti)

... Lo savio mio inver' lui gridò: "Forse tu credi che qui sia 'l duca d'Atene, che sù nel mondo la morte ti porse? Pàrtiti, bestia, ché questi non vene ammaestrato da la tua sorella, ma vassi per veder le vostre pene" ... Ma certo poco pria, se ben discerno, che venisse colui che la gran preda levò a Dite del cerchio superno, da tutte parti l'alta valle feda tremò sì, ch'i' pensai che l'universo sentisse amor, per lo qual è chi creda più volte il mondo in caòsso converso; e in quel punto questa vecchia roccia, qui e altrove, tal fece riverso ... Oh cieca cupidigia e ira folle, che sì ci sproni ne la vita corta, e ne l'etterna poi sì mal c'immolle! Io vidi un'ampia fossa in arco torta, come quella che tutto 'l piano abbraccia, secondo ch'avea detto la mia scorta; e tra 'l piè de la ripa ed essa, in traccia corrien centauri, armati di saette, come solien nel mondo andare a caccia ... E quella fronte c'ha 'l pel così nero, è Azzolino; e quell'altro ch'è biondo, è Opizzo da Esti, il qual per vero fu spento dal figliastro sù nel mondo" ... Ma dilli chi tu fosti, sì che 'n vece d'alcun'ammenda tua fama rinfreschi nel mondo sù, dove tornar li lece" ...
La divina commedia (pagina 10)
di Dante Alighieri (estratti)

... E io a lui: "Se 'l presente rigagno si diriva così dal nostro mondo, perché ci appar pur a questo vivagno?" ... Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; gent'è avara, invidiosa e superba: dai lor costumi fa che tu ti forbi ... "Se fosse tutto pieno il mio dimando", rispuos'io lui, "voi non sareste ancora de l'umana natura posto in bando; ché 'n la mente m'è fitta, e or m'accora, la cara e buona imagine paterna di voi quando nel mondo ad ora ad ora m'insegnavate come l'uom s'etterna: e quant'io l'abbia in grado, mentr'io vivo convien che ne la mia lingua si scerna ... In somma sappi che tutti fur cherci e litterati grandi e di gran fama, d'un peccato medesmo al mondo lerci ... L'altro, ch'appresso me la rena trita, è Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce nel mondo sù dovria esser gradita ...
La divina commedia (pagina 13)
di Dante Alighieri (estratti)

... E se non fosse ch'ancor lo mi vieta la reverenza delle somme chiavi che tu tenesti ne la vita lieta, io userei parole ancor più gravi; ché la vostra avarizia il mondo attrista, calcando i buoni e sollevando i pravi ... Io era già disposto tutto quanto a riguardar ne lo scoperto fondo, che si bagnava d'angoscioso pianto; e vidi gente per lo vallon tondo venir, tacendo e lagrimando, al passo che fanno le letane in questo mondo ... Poscia che 'l padre suo di vita uscìo e venne serva la città di Baco, questa gran tempo per lo mondo gio ...
La divina commedia (pagina 18)
di Dante Alighieri (estratti)

... Circe, che sottrasse me più d'un anno là presso a Gaeta, prima che sì Enëa la nomasse, né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né 'l debito amore lo qual dovea Penelopè far lieta, vincer potero dentro a me l'ardore ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto ... "O frati", dissi, "che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'è del rimanente non vogliate negar l'esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente ... Ma poscia ch'ebber colto lor vïaggio su per la punta, dandole quel guizzo che dato avea la lingua in lor passaggio, udimmo dire: "O tu a cu' io drizzo la voce e che parlavi mo lombardo, dicendo "Istra ten va, più non t'adizzo", perch'io sia giunto forse alquanto tardo, non t'incresca restare a parlar meco; vedi che non incresce a me, e ardo! Se tu pur mo in questo mondo cieco caduto se' di quella dolce terra latina ond'io mia colpa tutta reco, dimmi se Romagnuoli han pace o guerra; ch'io fui d'i monti là intra Orbino e 'l giogo di che Tever si diserra" ... Ora chi se', ti priego che ne conte; non esser duro più ch'altri sia stato, se 'l nome tuo nel mondo tegna fronte" ... Poscia che 'l foco alquanto ebbe rugghiato al modo suo, l'aguta punta mosse di qua, di là, e poi diè cotal fiato: "S'i' credesse che mia risposta fosse a persona che mai tornasse al mondo, questa fiamma staria sanza più scosse; ma però che già mai di questo fondo non tornò vivo alcun, s'i' odo il vero, sanza tema d'infamia ti rispondo ...
La divina commedia (pagina 20)
di Dante Alighieri (estratti)

... Lo buon maestro a me tutto s'accolse, dicendo: "Dì a lor ciò che tu vuoli"; e io incominciai, poscia ch'ei volse: "Se la vostra memoria non s'imboli nel primo mondo da l'umane menti, ma s'ella viva sotto molti soli, ditemi chi voi siete e di che genti; la vostra sconcia e fastidiosa pena di palesarvi a me non vi spaventi" ... Ma ne l'ultima bolgia de le diece me per l'alchìmia che nel mondo usai dannò Minòs, a cui fallar non lece" ... "O voi che sanz'alcuna pena siete, e non so io perché, nel mondo gramo", diss'elli a noi, "guardate e attendete a la miseria del maestro Adamo; io ebbi, vivo, assai di quel ch'i' volli, e ora, lasso!, un gocciol d'acqua bramo ... "Ricorditi, spergiuro, del cavallo", rispuose quel ch'avëa infiata l'epa; "e sieti reo che tutto il mondo sallo!" ...
La divina commedia (pagina 22)
di Dante Alighieri (estratti)

... "O tu che mostri per sì bestial segno odio sovra colui che tu ti mangi, dimmi 'l perché", diss'io, "per tal convegno, che se tu a ragion di lui ti piangi, sappiendo chi voi siete e la sua pecca, nel mondo suso ancora io te ne cangi, se quella con ch'io parlo non si secca" ... Perciò non lacrimai né rispuos'io tutto quel giorno né la notte appresso, infin che l'altro sol nel mondo uscìo ... Ed elli a me: "Come 'l mio corpo stea nel mondo sù, nulla scïenza porto ...
La divina commedia (pagina 34)
di Dante Alighieri (estratti)

... "Lombardo fui, e fu' chiamato Marco; del mondo seppi, e quel valore amai al quale ha or ciascun disteso l'arco ... Lo mondo è ben così tutto diserto d'ogne virtute, come tu mi sone, e di malizia gravido e coverto; ma priego che m'addite la cagione, sì ch'i' la veggia e ch'i' la mostri altrui; ché nel cielo uno, e un qua giù la pone" ... Alto sospir, che duolo strinse in "uhi!", mise fuor prima; e poi cominciò: "Frate, lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui ... Però, se 'l mondo presente disvia, in voi è la cagione, in voi si cheggia; e io te ne sarò or vera spia ... Ben puoi veder che la mala condotta è la cagion che 'l mondo ha fatto reo, e non natura che 'n voi sia corrotta ... Soleva Roma, che 'l buon mondo feo, due soli aver, che l'una e l'altra strada facean vedere, e del mondo e di Deo ...
La divina commedia (pagina 48)
di Dante Alighieri (estratti)

... I' fui nel mondo vergine sorella; e se la mente tua ben sé riguarda, non mi ti celerà l'esser più bella, ma riconoscerai ch'i' son Piccarda, che, posta qui con questi altri beati, beata sono in la spera più tarda ... "Perfetta vita e alto merto inciela donna più sù", mi disse, "a la cui norma nel vostro mondo giù si veste e vela, perché fino al morir si vegghi e dorma con quello sposo ch'ogne voto accetta che caritate a suo piacer conforma ... Dal mondo, per seguirla, giovinetta fuggi'mi, e nel suo abito mi chiusi e promisi la via de la sua setta ... Ma poi che pur al mondo fu rivolta contra suo grado e contra buona usanza, non fu dal vel del cor già mai disciolta ... Questo principio, male inteso, torse già tutto il mondo quasi, sì che Giove, Mercurio e Marte a nominar trascorse ...
La divina commedia (pagina 50)
di Dante Alighieri (estratti)

... VI "Poscia che Costantin l'aquila volse contr'al corso del ciel, ch'ella seguio dietro a l'antico che Lavina tolse, cento e cent'anni e più l'uccel di Dio ne lo stremo d'Europa si ritenne, vicino a' monti de' quai prima uscìo; e sotto l'ombra de le sacre penne governò 'l mondo lì di mano in mano, e, sì cangiando, in su la mia pervenne ... Poi, presso al tempo che tutto 'l ciel volle redur lo mondo a suo modo sereno, Cesare per voler di Roma il tolle ... Con costui corse infino al lito rubro; con costui puose il mondo in tanta pace, che fu serrato a Giano il suo delubro ... Indi partissi povero e vetusto; e se 'l mondo sapesse il cor ch'elli ebbe mendicando sua vita a frusto a frusto, assai lo loda, e più lo loderebbe" ...
La divina commedia (pagina 51)
di Dante Alighieri (estratti)

... Ma perché l'ovra tanto è più gradita da l'operante, quanto più appresenta de la bontà del core ond'ell'è uscita, la divina bontà che 'l mondo imprenta, di proceder per tutte le sue vie, a rilevarvi suso, fu contenta ... VIII Solea creder lo mondo in suo periclo che la bella Ciprigna il folle amore raggiasse, volta nel terzo epiciclo; per che non pur a lei faceano onore di sacrificio e di votivo grido le genti antiche ne l'antico errore; ma Dïone onoravano e Cupido, quella per madre sua, questo per figlio, e dicean ch'el sedette in grembo a Dido; e da costei ond'io principio piglio pigliavano il vocabol de la stella che 'l sol vagheggia or da coppa or da ciglio ... Noi ci volgiam coi principi celesti d'un giro e d'un girare e d'una sete, ai quali tu del mondo già dicesti: "Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete"; e sem sì pien d'amor, che, per piacerti, non fia men dolce un poco di quïete" ... E quanta e quale vid'io lei far piùe per allegrezza nova che s'accrebbe, quando parlai, a l'allegrezze sue! Così fatta, mi disse: "Il mondo m'ebbe giù poco tempo; e se più fosse stato, molto sarà di mal, che non sarebbe ...
La divina commedia (pagina 52)
di Dante Alighieri (estratti)

... E se 'l mondo là giù ponesse mente al fondamento che natura pone, seguendo lui, avria buona la gente ... Qui si rimira ne l'arte ch'addorna cotanto affetto, e discernesi 'l bene per che 'l mondo di sù quel di giù torna ... Da questo cielo, in cui l'ombra s'appunta che 'l vostro mondo face, pria ch'altr'alma del trïunfo di Cristo fu assunta ... Vedi come da indi si dirama l'oblico cerchio che i pianeti porta, per sodisfare al mondo che li chiama ... Lo ministro maggior de la natura, che del valor del ciel lo mondo imprenta e col suo lume il tempo ne misura, con quella parte che sù si rammenta congiunto, si girava per le spire in che più tosto ognora s'appresenta; e io era con lui; ma del salire non m'accors'io, se non com'uom s'accorge, anzi 'l primo pensier, del suo venire ...
La divina commedia (pagina 54)
di Dante Alighieri (estratti)

... Come si volgon per tenera nube due archi paralelli e concolori, quando Iunone a sua ancella iube, nascendo di quel d'entro quel di fori, a guisa del parlar di quella vaga ch'amor consunse come sol vapori; e fanno qui la gente esser presaga, per lo patto che Dio con Noè puose, del mondo che già mai più non s'allaga: così di quelle sempiterne rose volgiensi circa noi le due ghirlande, e sì l'estrema a l'intima rispuose ... Oh padre suo veramente Felice! oh madre sua veramente Giovanna, se, interpretata, val come si dice! Non per lo mondo, per cui mo s'affanna di retro ad Ostïense e a Taddeo, ma per amor de la verace manna in picciol tempo gran dottor si feo; tal che si mise a circüir la vigna che tosto imbianca, se 'l vignaio è reo ... E a la sedia che fu già benigna più a' poveri giusti, non per lei, ma per colui che siede, che traligna, non dispensare o due o tre per sei, non la fortuna di prima vacante, non decimas, quae sunt pauperum Dei, addimandò, ma contro al mondo errante licenza di combatter per lo seme del qual ti fascian ventiquattro piante ... Tu credi che nel petto onde la costa si trasse per formar la bella guancia il cui palato a tutto 'l mondo costa, e in quel che, forato da la lancia, e prima e poscia tanto sodisfece, che d'ogne colpa vince la bilancia, quantunque a la natura ...
La divina commedia (pagina 59)
di Dante Alighieri (estratti)

... Poi cominciò: "Colui che volse il sesto a lo stremo del mondo, e dentro ad esso distinse tanto occulto e manifesto, non poté suo valor sì fare impresso in tutto l'universo, che 'l suo verbo non rimanesse in infinito eccesso ... Però ne la giustizia sempiterna la vista che riceve il vostro mondo, com'occhio per lo mare, entro s'interna; che, ben che da la proda veggia il fondo, in pelago nol vede; e nondimeno èli, ma cela lui l'esser profondo ... Poi si quetaro quei lucenti incendi de lo Spirito Santo ancor nel segno che fé i Romani al mondo reverendi, esso ricominciò: "A questo regno non salì mai chi non credette 'n Cristo, né pria né poi ch'el si chiavasse al legno ... XX Quando colui che tutto 'l mondo alluma de l'emisperio nostro sì discende, che 'l giorno d'ogne parte si consuma, lo ciel, che sol di lui prima s'accende, subitamente si rifà parvente per molte luci, in che una risplende; e questo atto del ciel mi venne a mente, come 'l segno del mondo e de' suoi duci nel benedetto rostro fu tacente; però che tutte quelle vive luci, vie più lucendo, cominciaron canti da mia memoria labili e caduci ... L'altro che segue, con le leggi e meco, sotto buona intenzion che fé mal frutto, per cedere al pastor si fece greco: ora conosce come il mal dedutto dal suo bene operar non li è nocivo, avvegna che sia 'l mondo indi distrutto ... Chi crederebbe giù nel mondo errante che Rifëo Troiano in questo tondo fosse la quinta de le luci sante? Ora conosce assai di quel che 'l mondo veder non può de la divina grazia, ben che sua vista non discerna il fondo" ...
La divina commedia (pagina 60)
di Dante Alighieri (estratti)

... Dentro al cristallo che 'l vocabol porta, cerchiando il mondo, del suo caro duce sotto cui giacque ogne malizia morta, di color d'oro in che raggio traluce vid'io uno scaleo eretto in suso tanto, che nol seguiva la mia luce ... Ma l'alta carità, che ci fa serve pronte al consiglio che 'l mondo governa, sorteggia qui sì come tu osserve" ... E al mondo mortal, quando tu riedi, questo rapporta, sì che non presumma a tanto segno più mover li piedi ...
La divina commedia (pagina 65)
di Dante Alighieri (estratti)

... Forse cotanto quanto pare appresso alo cigner la luce che 'l dipigne quando 'l vapor che 'l porta più è spesso, distante intorno al punto un cerchio d'igne si girava sì ratto, ch'avria vinto quel moto che più tosto il mondo cigne; e questo era d'un altro circumcinto, e quel dal terzo, e 'l terzo poi dal quarto, dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto ... E io a lei: "Se 'l mondo fosse posto con l'ordine ch'io veggio in quelle rote, sazio m'avrebbe ciò che m'è proposto; ma nel mondo sensibile si puote veder le volte tanto più divine, quant'elle son dal centro più remote ... Concreato fu ordine e costrutto a le sustanze; e quelle furon cima nel mondo in che puro atto fu produtto; pura potenza tenne la parte ima; nel mezzo strinse potenza con atto tal vime, che già mai non si divima ... Ieronimo vi scrisse lungo tratto di secoli de li angeli creati anzi che l'altro mondo fosse fatto; ma questo vero è scritto in molti lati da li scrittor de lo Spirito Santo, e tu te n'avvedrai se bene agguati; e anche la ragione il vede alquanto, che non concederebbe che ' motori sanza sua perfezion fosser cotanto ...
Fermo e Lucia (pagina 18)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... » «Solite scuse di modestia di loro Padri,» disse Don Rodrigo; «ma non mi scapperà: Eh via! sappiamo bene ch'ella non è venuta al mondo colla barba, e col cappuccio, e il mondo lo ha conosciuto ... Senza sfide e senza bastonate! sarebbe un bel mondo! impunità per tutti i paltonieri, e il punto d'onore andato ... » «In verità,» rispose il dottore, rivolgendosi al padre, «io non so intendere come il padre Cristoforo, il quale è insieme il perfetto religioso e l'uomo di mondo, non abbia posto mente che la sua sentenza, buona, ottima e di giusto peso sul pulpito, non val niente, sia detto col dovuto rispetto, in una disputa cavalleresca: perchè ogni cosa è buona a suo luogo: ma credo anch'io che il padre Cristoforo ha voluto terminare con uno scherzo ingegnoso una questione broccardica ...
Fermo e Lucia (pagina 32)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Penso però, che sarebbe inutile per essi, e che troverebbero tutto questo amore molto freddo, quand'anche fosse trattato da tutt'altri che dal mio autore e da me; perchè quale è lo scritto dove sia trasfuso l'amore quale il cuor dell'uomo può sentirlo? Ma ponete il caso, che questa storia venisse alle mani per esempio d'una vergine non più acerba, più saggia che avvenente (non mi direte che non ve n'abbia), e di anguste fortune, la quale perduto già ogni pensiero di nozze, se ne va campucchiando, quietamente, e cerca di tenere occupato il cuor suo coll'idea dei suoi doveri, colle consolazioni della innocenza e della pace, e colle speranze che il mondo non può dare nè torre; ditemi un po' che bell'acconcio potrebbe fare a questa creatura una storia che le venisse a rimescolare in cuore quei sentimenti, che molto saggiamente ella vi ha sopiti ... Concludo che l'amore è necessario a questo mondo: ma ve n'ha quanto basta, e non fa mestieri che altri si dia la briga di coltivarlo; e che col volerlo coltivare non si fa altro che farne nascere dove non fa bisogno ... Vi hanno altri sentimenti dei quali il mondo ha bisogno, e che uno scrittore secondo le sue forze può diffondere un po' più negli animi: come sarebbe la commiserazione, l'affetto al prossimo, la dolcezza, l'indulgenza, il sacrificio di se stesso: oh di questi non v'ha mai eccesso; e lode a quegli scrittori che cercano di metterne un po' più nelle cose di questo mondo: ma dell'amore come vi diceva, ve n'ha, facendo un calcolo moderato, seicento volte più di quello che sia necessario alla conservazione della nostra riverita specie ...
Fermo e Lucia (pagina 35)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il mondo è pieno di tristi e d'invidiosi: e nessuno può assicurarsi che non venga un momento in cui possa aver bisogno di una buona testimonianza, e d'ajuto ... La Signora si alzò in fretta, come per avvicinarsi più alle donne, e stava per rivolgere il discorso a Lucia, quando il guardiano, tenendo di non aver mal detto, ripigliò così il discorso: «Non tutti i grandi del mondo, si servono dei doni di Dio a gloria di lui, e a vantaggio del prossimo, come fa la Signora illustrissima ... E continuò: «Voi fate conto forse, che perchè io son qui rinchiusa, fuori del mondo, senza esperienza, mi si possa dare ad intender qualunque cosa ... pur troppo sono legati nel mondo ... Vi ha due linguaggi che si somigliano; quello che parte dal fondo del cuore, e quello d'una figlia oppressa che dice il falso per terrore, e protesta di amare ciò ch'ella abborre più al mondo ...
Fermo e Lucia (pagina 38)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Il Marchese Matteo non era uomo di teorie metafisiche, di disegni aerei: non aveva perduto il suo tempo sui libri, ma conosceva il mondo, era un uomo di pratica, quel che si chiama un uomo di buon senso; teneva che bisogna prendere gli uomini come sono, e non pretendere da essi gli effetti di una perfezione ideale; e che senza l'interesse l'uomo non si determina a nulla in questo mondo ... Venne finalmente il momento di levare Geltrude dal monastero, e di ritenerla per qualche tempo nella casa e nel mondo ... Invenzione che mostra affè molto ingegno: invenzione utile, anzi necessaria, perchè la più parte delle quistioni che si fanno a questo mondo sono appunto per decidere se una cosa sia fatta o non fatta ... Guaj se si desse retta a queste chiacchere, non si finirebbe mai nulla, e si andrebbe a pericolo di turbare il bell'ordine che si ammira in questo mondo ...
Fermo e Lucia (pagina 54)
di Alessandro Manzoni (estratti)

... Santissima Vergine, che razza di bene! Io non vorrei dir cose da non dirsi in sua presenza, signora madre, e, so ben io quel che dico; ella sa molto di cose alte, di quelle che si trovano sui libri, ma le cose del mondo non è obbligata a conoscerle, e certe cose che potrei contare sarà meglio tacerle ... Basta: la disgraziata non potè più vivere nel suo paese, e un bel mattino, fece un fagottello, e finì a girare il mondo ... » «E tutto questo,» continuò Lucia, «senza parlare dal tetto in su; perchè all'altro mondo, Dio sa come andranno le cose ... Date loro retta sul principio: voi, voi sola siete la loro vita: che cosa sono le altre? nulla; voi siete la sola donna di questo mondo, e poi; ... «E perchè no?» rispose, e abbandonandosi alla intemperanza della sua fantasia continuò: «Perchè no, sposarvi? Se ne vede tante a questo mondo ... Sareste la Signora Donna Lucia: che maraviglia! non sareste la donna più stranamente nominata di questo mondo ...
Giambi ed Epodi (pagina 5)
di Giosuè Carducci (estratti)

... grembo fecondo Cinque valenti uscieno: ecco, t'avanza Oggi quest'uno al mondo ... Oh dolce oblio profondo De le lotte anelanti! Oh divisi dal mondo Susurri de gli amanti, Che l'aura pia diffonde Tra l'ombre e tra le fronde, Ma in ciel par che gl'intenda Espero amico lume E soave risplenda Con fraterno costume A la fronte levata De la fanciulla amata! Se non che dietro rugge La marea de la vita, E l'anima che fugge Chiama a la via smarrita: In su l'aspro sentiero Tornate, o sposi, e al vero ... Da i vostri amori, o prode Gioventù di mia terra, A la forza e a la frode Esca perenne guerra, Esca a l'italo sole Una robusta prole; E il sano occhio nel giorno Del ver fisi giocondo, E tutto a lei d'intorno Rida libero il mondo ... Ma io d'intorno premere veggo schiavi e tiranni, Ma io su 'l capo stridere m'odo fuggenti gli anni: – Che mai canta, susurrano, costui torbido e sol? Ei canta e culla i queruli mostri de la sua mente, E quel che vive e s'agita nel mondo egli non sente ...
I nuovi tartufi (pagina 2)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... —Ora devi sapere, Gualberto, che vive una generazione di uomini, che io chiamerò gli Svelti, i quali noi trovammo nel mondo, e ce li lasceremo ... Gli Svelti deliberarono mettersi in traccia di un nuovo mondo d'ipocrisia, e con certi metodi di cui avevano appreso il segreto coltivare le contrade scoperte e ricavarne nuove e copiose derrate buone al trono, buone all'interesse, buone alla pietà, buone alla istruzione, e mescolate con qualche prodotto religioso non nato dal vero grano di religione, ma di una cotale veccia religiosa acconcia a farne pane in tempo di carestia,—e così presentarsi ben provvisti al mercato, offrendo alleanza utile ad ambedue ... E quando il mondo avrà saputo che il re Mida aveva gli orecchi di asino, che cosa avrà imparato?" "Che il re Mida aveva gli orecchi di asino ... —Apprendere la civiltà del più stupendo popolo che mai sia comparso nel mondo è antifona! Imparare la storia, la politica, la filosofia, la eloquenza e la poesia dei Romani, è pataffio! Se avessi un figliuolo che a diciotto anni si compiacesse della lettura o di Tullio, o di Livio, o di Tacito, io lo bacerei lacrimando sopra la fronte, e gli direi: Riposati ...
I nuovi tartufi (pagina 7)
di Francesco Domenico Guerrazzi (estratti)

... Il guardiano di mandrie suine voi vedete giungere al papato; tale altro semplice fante perviene al regno di Svezia; il figlio di fabbricante di tele diventa ministro lodatissimo della Inghilterra; lo scalpellino di Possagno si muta in marchese Canova…—Che più? Napoleone, nato in umile isola, di piccolo lignaggio, domina il mondo ... " "Egli è un uomo? Perchè calunnii Satana? Rispetto ai vinti! Lucifero fu scellerato, ma grande ribelle: ardì muovere guerra al trono di Dio, e nella battaglia rimase fulminato; caduto sopra un mare di fuoco, quivi sta chiuso dentro la immensa sua ira; e quando rugge, dall'Etna, dal Vesuvio, dalla Ecla o dal Chirombaco prorompono fiumi di fuoco; e quando muta fianco, il mondo traballa come un ebbro, l'Oceano sparisce, e si sprofondano i regni ... Corre ormai molto tempo ch'ei mi si dice amico, e mi promesse sovente stringere meco più ampia conoscenza nell'altro mondo; e siccome io credeva dapprima che gli Ebrei tenessero l'anima morta col corpo,—e poi perchè senza battesimo le anime non si salvano,—pensai o mi burlasse, o mi desiderasse capitar male, e volli contradire, ma per gentilezza mi tacqui ...
Il benefattore (pagina 13)
di Luigi Capuana (estratti)

... Avrebbe ripreso la sua corsa pel mondo, finchè i danari gli fossero bastati, finchè non si fosse annoiato di errare, ignoto tra gente ignota… E poi?… E poi avrebbe continuato a vivere come prima, sarebbe invecchiato, inutile agli altri e a sè stesso ... e sarebbe morto, portando con sè nell'altro mondo, come testimonianza della sua dimora in questo, assieme con un bel sogno, la soddisfazione di aver amato davvero, una sola volta… e la lusinga o il sospetto di essere stato amato davvero, una sola volta! RACCONTAVA IL DOTTOR MAGGIOLI… I ... —E poi, io sono oramai un po' fuori dal mondo scientifico; sto a guardare, sto a sentire quel che fanno e dicono gli altri, e non ho più voce in capitolo ... Spetta a noi cautelarci, guardarci!… E prima? Il mondo esiste da secoli… La gente, una volta, campava duecento, quattrocento anni ...
Il colore del tempo (pagina 2)
di Federico De Roberto (estratti)

... Se ogni uomo è uguale ad un altro, un ufficialetto d'artiglieria prende il posto dei re per diritto divino e si fa padrone del mondo ... Che cosa è la patria? Già imperando Napoleone, quando i confini dei popoli si slargano, quando gli eserciti corrono da un capo all'altro del vecchio mondo, lo «spirito europeo» della signora di Staël si sostituisce allo spirito particolare delle varie nazioni; a poco a poco, col vapore e con l'elettricità, che accorciano lo spazio ed il tempo, lo spirito «cosmopolita» si sostituisce all'europeo ... Il mondo unificato è felice? Le ineguaglianze sociali sono sparite? La lotta per l'esistenza è divenuta meno feroce? Il positivismo e la democrazia hanno assicurato almeno il benessere materiale? Gli appetiti sono stati eccitati, non appagati ... E sulle origini prime e sulle cause finali del mondo e dell'uomo questa scienza orgogliosa non dice una sola parola ...
Il colore del tempo (pagina 8)
di Federico De Roberto (estratti)

... Creò da principio l'amore, e credette d'aver fatto così ciò che di meglio si poteva fare per la felicità del mondo; ma poi mutò opinione: S'il est bon de sentir, meilleur est de pouvoir ... Un mondo di soli intelligenti, senza giusti, sarebbe perfetto? E sarebbe bello quel mondo dove non vi fossero nè eroi nè martiri? Je veux que l'habitant de ce nouveau séjour Réhausse en lui les dons de puissance et d'amour Par une conquérante et généreuse vie Où le vouloir travaille et le coeur sacrifie… Il sapere, la scienza, non è dunque ...
Il colore del tempo (pagina 10)
di Federico De Roberto (estratti)

... La vecchia preghiera cristiana diceva che questo nostro mondo è una valle di lacrime; il filosofo che ha soltanto creduto nei fatti positivamente accertati, finisce anch'egli col giudicarlo «un luogo d'aspettazione ... E ci dice almeno, come il Nietzsche dirà del regno del Superuomo, in qual modo sarà fatto il mondo migliore al quale dovremo un giorno approdare? IV ... Svegliandosi dopo morte, Fausto, l'eroe, si ritrova in un astro più bello, più luminoso, più ricco della terra; e mentre egli è ancora in preda a una incredula meraviglia, Stella, l'eroina, la donna da lui amata nel mondo inferiore, dalla quale fu crudelmente diviso, gli dice: Pourquoi dans l'infini plein d'innombrables flammes, Parmi tant de globes mouvant, N'en serait-il qu'un seul visité, par les âmes Et peuplé de corps vivants? Pourquoi seule la terre, obscure et si petite, Aurait-elle entre tous l'honneur, De porter une argile où la pensée habite?… Veramente, nel punto che due amanti separati da tanto tempo—dalla morte!—si ritrovano insieme, vi sarebbe qualche cosa di meglio da fare che discutere intorno alla pluralità dei mondi abitati; si potrebbe anche osservare che, mentre Stella e Fausto s'incontrano lassù, questo semplice fatto dovrebbe provare come la terra non abbia il monopolio della vita ... Non pare quasi che il poeta ne sia egli stesso poco sicuro e che ne dubiti prima di noi? Non pare anche che, dubitando egli della stessa vitalità dei suoi redivivi protagonisti, vada in cerca di argomenti per farci credere alla verisimiglianza della finzione? Nel nuovo mondo dove Fausto e Stella rivivono le creature non si nutrono di altre creature, come voleva la legge crudele della terra, ma di semplici frutta: Nul être ici ne sacrifie Les corps pour respirer construits ... Quel mondo, tuttavia, anche per Fausto e per Stella è migliore del nostro ...
Il colore del tempo (pagina 11)
di Federico De Roberto (estratti)

... Quaggiù i gorgheggi dell'usignolo e lo stesso canto della sua compagna gli procuravano, benchè dolcissimi, un indefinibile tormento, un'amarezza secreta; in quel nuovo mondo la soavità dell'armonia è assoluta, la voce dell'amata fa dimenticare all'amante tutto il passato, lo immerge in una beatitudine senza nome, tanto più grande, quanto che Stella, lasciando la forma terrena conservata da principio per poter essere riconosciuta, prende una veste più pura, più bella, più conveniente a quell'eliso ... In quel mondo, dove c'è tanta libertà e tanta bellezza, non si sa una sillaba di più di quel che si sapeva sulla terra ... Ma Stella, che comincia a inquietarsi dell'agitazione dell'amante, cerca persuaderlo dell'inutilità di tutte quelle ricerche: À quoi bon, le regard péniblement tendu Et le front consommé par de stériles fièvres, Soumettre au froid scalpel le cher tissu des lèvres Quand le baiser donné nous est deux fois rendu? E Fausto, subitamente convertito: Tout aimer suffit pour éteindre La soif de tout savoir: aimons! Ma ecco che ad un tratto il giovane ode finalmente quelle voci terrestri per tanto tempo perdutesi invano nell'immensità degli spazi; e siccome esse gli ricordano i dolori degli uomini, egli che, in conclusione, quantunque risorto in un mondo migliore, non è guari più lieto di loro, pensa di riscendere in questo basso mondo per confortare gli antichi simili ... Il contrattempo sarebbe imbarazzante senza la prontezza di spirito di Stella, la quale propone lì per lì a Fausto di ripopolare il deserto pianeta, di cominciare una nuova umanità, della quale essi saranno l'Adamo e l'Eva… Da questa intenzione l'Arbitro supremo giudica che essi hanno entrambi ben meritato, e senz'altro ordina alla Morte di ritrasportarli in un altro mondo, nel soggiorno veramente glorioso, dove si gode il riposo perfetto e si mira a faccia a faccia la Causa del tutto… ...
Il colore del tempo (pagina 29)
di Federico De Roberto (estratti)

... «Questa gerarchia è la sola naturale, perchè poggiata su basi organiche», perchè determinata «dalla dignità dei tessuti e degli organi»; in altre parole: perchè le facoltà del giudizio e della volizione che formano i genî delle tre prime classi sono facoltà esclusivamente umane, senza riscontro nell'inferiore mondo dei bruti; mentre i genî di quarto ordine, i poeti e gli artisti, riconoscono la loro eccellenza dalle facoltà sensitive, le quali non sono del tutto nostre, ma comuni a noi ed agli animali ... Certo le capacità si diversificano, si sviluppano variamente e si specificano in un senso o nell'altro; non abbiamo bisogno di ripetere ciò che già dicemmo ragionando dei rapporti della scienza e dell'arte; ma, perchè esse sono distinte, diremo che l'artista non ha nessuna delle facoltà umane dello scienziato, e viceversa; mentre sappiamo che sapienti e poeti furono un tempo, da Empedocle a Leonardo, e possono ancora essere, sebbene troppo raramente, un genio solo? Diremo, col Nordau, che il genio artistico «non è altro che un organetto» capace solo di ripetere meccanicamente certi pezzi di musica, mentre il genio scientifico crea liberamente? Dice egli sul serio quando afferma che il genio scientifico, filosofico, politico è «affrancato» dalle commozioni, dai sentimenti? Dove sono queste separazioni così profonde tra uomini ed uomini? Non sarà creazione, se il Nordau non vuole, quella del poeta; ma allora chi al mondo ha creato mai nulla? C'è qualcosa di nuovo sotto il sole? La creazione, se questa parola si può adoperare, non è tanto degli ordinatori di popoli, quanto degli speculatori di dottrine, quanto dei trovatori di immagini? La classificazione dei genî non si deve pertanto fondare sulla «dignità» dei loro diversi attributi, i quali sono tutti degni egualmente; potrà solo dipendere dall'utilità delle loro opere ... Ora, se le strade sono illuminate in tutte le città del mondo, ciò accade perchè la gente non è cieca; e se gli artisti che il Nordau tratta con tanta irriverenza sono apprezzati ed amati, ciò accade precisamente perchè la gente è capace d'intenderli ...
Il diavolo nell'ampolla (pagina 20)
di Adolfo Albertazzi (estratti)

... Ma non poteva fuggire, miserabile, da sè stesso; non poteva fuggire al dilemma che gli si veniva determinando sempre più chiaro nella mente: O il mondo sapeva, e sarebbe inesplicabile la sua condotta, la sua ipocrisia, la sua dedizione alle convenienze quando e in qualunque modo egli desse a vedere che non ignorava, già prima, la colpa della moglie; o il mondo non sapeva, e guai per lui se si vendicasse ... " — Ed io — disse a sè stesso Corrado Amaldi sobbalzando con l'impeto del martire che riconfermi la sua fede di fronte allo scherno osceno e tirannico —, io rifiuto il legato, io rifiuto il prezzo della mia vergogna! Rifiuto! Ah sì? Rifiutava? Un eroe! Se non che il mondo vigilava e chiedeva: Perchè? Perchè rinunciare al lascito del tuo miglior amico, che hai tanto stimato e amato in vita, che hai tanto onorato in morte, che hai accompagnato all'ultima dimora e hai visto, con tanto strazio, seppellire? O il mondo sa, o non sa ... Ma no (ragioniamo), no che il mondo non sapeva! Un uomo prudente, retto, saggio quale Demetrio Lecci, non avrebbe avuto mai simile audacia senza l'assoluta certezza che il mondo ignorava la sua colpa; non avrebbe corso il rischio di contaminare post mortem la fama di tutte le sue belle virtù con un atto che disonorasse il benefattore non meno del beneficato; anzi con illuminata esperienza egli aveva forse provveduto così a smentire, a rendere inverosimile la malignità se mai qualcuno osasse di mormorare! E se il mondo ignorava, non sarebbe stata stoltezza metterlo in sospetto rifiutando l'eredità? Accettarla! Ma (ragioniamo), ma accettandola come avrebbe potuto — povero marito —, come avrebbe potuto investire, assalire l'adultera, chiamarla infame? Essa avrebbe ribattuto, trionfante: — Chi più infame di te che accetti l'eredità dell'amante di tua moglie? Nessuno scampo, gran Dio! Così, proprio così: per salvare la sua dignità, il suo onore; per serbarsi un galantuomo, un gentiluomo agli occhi degli altri e di sua moglie, Corrado Amaldi doveva prendersi le cinquantamila lire e tacere! Irremissibilmente; ad ogni costo: tacere e prendersi le cinquantamila lire! Nessun rimedio ...
Il fiore (pagina 2)
di Dante Alighieri (estratti)

... XVIII Venùs e Bellacoglienza «Tu falli troppo verso quell'amante», Disse Venusso, «che cotanto t'ama; Néd i' non so al mondo sì gran dama Che di lui dovess' esser rifusante, Ch'egli è giovane, bello e avenante, Cortese, franco e pro', di buona fama ... Promettili un basciar, e a·tte 'l chiama, Ch'e' non à uon nel mondo più celante» ... Vergogna e Paura m'ànno abandonata; In quello Schifo foll' è chi si crede, Ch'i' son certana ch'e' non ama a fede, Po' del giardin sì mal guardò l'entrata; Donde vo' siete la miglior guardiana Ch'i' 'n esto mondo potesse trovare ... XXVIII L'Amante Gelosia fece fondar un castello Con gran fossi d'intorno e barbacani, Ché molto ridottava uomini strani, Sì facev' ella que' di su' ostello; E nel miluogo un casser fort' e bello, Che non dottava assalto di villani, Fece murare a' mastri più sovrani Di marmo lavorato ad iscarpello; E sì vi fece far quattro portali Con gran torri di sopra imbertescate, Ch'unque nel mondo non fur fatte tali; E porte caditoie v'avea ordinate, Che venian per condotto di canali: L'altr' eran tutte di ferro sprangate ...
Il fiore (pagina 7)
di Dante Alighieri (estratti)

... XCII Falsembiante «Color con cuï sto si ànno il mondo Sotto da lor sì forte aviluppato, Ched e' nonn–è nessun sì gran prelato Ch'a lor possanza truovi riva o fondo ... XCIII Falso–Sembiante «I' sì vo per lo mondo predicando E dimostrando di far vita onesta; Ogne mi' fatto sì vo' far a sesta, E gli altrui penso andar aviluppando ... E s'i' volesse, i' n'andrè' assà' nomando; Ma apressoché tutte le sante e' santi Che·ll'uon va per lo mondo oggi adorando, Tenner famiglie, e sì fecer anfanti; Vergine e caste donne gîr portando Cotte e sorcotti di colori e manti ... Così vo io mi' abito divisando Ched i' per lupo non sia conosciuto, Tutto vad' io le genti divorando; E, Dio merzé, i' son sì proveduto Ched i' vo tutto 'l mondo oggi truffando, E sì son santo e produomo tenuto ... Egli è ben ver ched i' son traditore, E per ladron m'à Dio pezz'à giuggiato, Perch'i' ò messo il mondo in tanto errore ...
Il fiore (pagina 8)
di Dante Alighieri (estratti)

... CI Falsembiante «I' sì so ben per cuor ogne linguaggio; Le vite d'esto mondo i' ò provate: Ch'un'or divento prete, un'altra frate, Or prinze, or cavaliere, or fante, or paggio, Secondo ched i' veggio mi' vantaggio; Un'altr'or son prelato, un'altra abate; Molto mi piaccion gente regolate, Ché co·llor cuopr' i' meglio il mi' volpaggio ... CIII Falsembiante «Ancor sì no·mi par nulla travaglia Gir per lo mondo inn–ogne regïone E ricercar ogne religïone; Ma della religion, sa·nulla faglia, I' lascio il grano e prendone la paglia, Ch'i' non vo' che·ll'abito a lor fazzone E predicar dolze predicazione: Con questi due argomenti il mondo abaglia ... CV Falsembiante «Di buon' morselli i' sì m'empio la pancia, E, se si truova al mondo di buon vino, E' convien ch'i' me ne empia lo bolino; Ad agio vo' star più che 'l re di Francia: Ché gli altrù' fatti so' tutti una ciancia Verso de' mie', che son mastro divino E le cose sacrete m'indovino E tutto 'l mondo peso a mia bilancia ...
Intrichi d'amore (pagina 10)
di Torquato Tasso (estratti)

... Non hai più volte inteso dire da mio marito e tuo patregno che Lucrezia romana fu riputata savia e casta, principalmente perchè si essercitava e faceva sempre essercitare le donne sue al servizio della casa? Essendo cosa manifesta che quella donna la quale attende alli solazzi e piaceri del mondo facilmente cade e perde l'onor suo ... LAVINIA Madre mia carissima, quando la donna ha sano il cervello, non si lascia movere per niuna occasione del mondo ... LEONORA Che vuol dir quel ma? LAVINIA Ma voi altre donne (perdonatemi se vel dico) come giongete al secco, o dite: al mio tempo non fu così, al mio tempo feci, al mio tempo dissi; non avertendo che il mondo è stato sempre come oggi, e se a voi pare altrimenti è perchè, essendo vecchia, vi è mancato il potere, e non il volere ... Ma chi son costoro che vengono verso di me? ALESSANDRO Sono così incostanti li beni di questo mondo, che a pena gustati ci disparono davanti ...
Intrichi d'amore (pagina 18)
di Torquato Tasso (estratti)

... O mondo veramente mondo d'ogni bene! che è pur bene in te, ma non lo dai come a cosa propria, ma lo depositi per qualche giorno, togliendolo poi quando l'uomo pensa di vivere più sicuro ... Misero è dunque colui che pone speranza in te, come è veramente misero e infelice il padrone, che sperando esser in grembo delle grazie, si ritrova oggi il più discontento del mondo ... ERSILIA Talchè con ragion mi doglio e posso dolere, che io sono la più scontenta tra le scontente giovani del mondo ... MAGAGNA A che fine lo vuoi sapere, se a te non serve più di sapere le cose di questo mondo, avendo da passare all'altro? Acconciati, su, cala la testa, e a perdonare ...
L'Olimpia (pagina 4)
di Giambattista Della Porta (estratti)

... Fareste una opera pia: all'altro mondo ve la trovareste all'anima ... Che questa notte s'è sognata con voi e che voi le parete il piú bel gentiluomo del mondo ... Mi voleva dar l'alfangia, come s'io avessi bisogno di queste armi per combattere con la fame: ché non ho altra nemica al mondo, né è piú gran pericolo che combatter con lei; e se non mi difendessi a piatti di lasagni, di maccheroni, caponi, faggiani e fegatelli, m'ucciderebbe ...
L'amore che torna (pagina 88)
di Guido da Verona (estratti)

... Provengon da un'oscura fede nella mia potenza, da un ingenito senso della mia diversità, la quale mi collocava, per una specie d'inerte potere, al di sopra della turba, e di là, senz'alcuna grandezza, guardavo tuttavia nel mondo come da un'altura ... La sua dolce anima vegliava intorno alla mia tepida indolenza come la lampada funeraria veglierà fra poco sul marmo della mia sepoltura; nel mondo ella non ebbe altra gioia, se non quella di riscaldare con il suo àlito il mio stanco disutile cuore ...
L'arte di prender marito (pagina 2)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Tu devi dirle tutto semplicemente, senza emozione alcuna, senza nasconderle nulla, proprio nulla; come se si trattasse della cosa più naturale di questo mondo ... Nel mondo dell'amore è la mamma, che deve essere il sacerdote della nuova religione ... aperte o chiuse, non importa; purchè possano guardare fuori, nel mondo di sopra, nel mondo infinito che è il cielo; nel mondo di sotto, in quello piccino dove formicolano gli uomini ... Esse soprattutto e più spesso guardano le nuvole, perchè esse van navigando nel gran mare dell'ignoto e dell'infinito e i loro pensieri mutan forma con esse, e i volti umani si trasformano in mostri marini e le pecorelle si fanno draghi e i fiori diventan serpenti; proprio come quaggiù nei viottoli del mondo, dove le speranze si trasformano in disperazioni e dal seme della gioia nascono l'assenzio e l'aloe ...
L'arte di prender marito (pagina 20)
di Paolo Mantegazza (estratti)

... Era un uomo spesso sudicio, quasi sempre distratto, che non si occupava d'altro che dei suoi insetti o delle sue piante, del suo laboratorio o delle sue medaglie, e per lui il resto del mondo non esisteva ... Si può misurar le antenne di un insetto o la lunghezza di un microbo, misurare gli angoli di un cristallo o il diametro del sole, senza credere che il mondo finisca nel breve giro dei nostri studii ... Dovunque respira un uomo o sospira una donna il pensiero di tutti penetra e s'infiltra, e nessuno può fuggire a quella corrente, che circola lungo i fili telegrafici di tutto il mondo, che vibra in ogni pagina di libro o di giornale ... Noi non avremmo nessun scienziato in questo mondo! Per tutte queste ragioni però, quando egli ritorna a casa dal suo museo o dal suo laboratorio, è avido di tenerezze, di poesia; di qualcosa di profumato e di giocondo, che lo riposi dal lungo travaglio e lo porti in un nuovo mondo ...
La vita comincia domani (pagina 17)
di Guido da Verona (estratti)

... Se una vita era in pericolo, a lui toccava salvare quella vita: questa era la sua missione nel mondo, questo gli appariva semplice, come al timoniere il mettere su la barra la sua mano forte, come allo spegnitore d'incendi l'avventarsi dentro il fuoco ... Non aveva più famiglia, era solo nel mondo, e in luogo d'ogni altro amore aveva l'ambizione inflessibile di avanzarsi contro la vita per una via di conquiste, sacrificando tutti gli agi allo splendore della sua meta lontana ... Ma aveva un fratello nel mondo, un fratello come lui combattente, come lui persuaso che ogni giorno si debba fare un passo più innanzi; e quand'ebbero denaro, divisero il denaro, quand'ebbero sciagure, divisero le pene, quand'uno si coronò di gloria, e l'altro si sentì pure innalzato nella sua medesima elevazione ...
La vita comincia domani (pagina 32)
di Guido da Verona (estratti)

... era pieno il mondo di questo amore esultante! ... le cose tutte visibili portavano il segno impresso di questa ebbrezza del suo cuore! Tutto le assomigliava, tutto proveniva da lei; era nel tempo e nello spazio, nell'attimo e nell'eterno, era l'arteria della sua vita molteplice, era, nel suo mondo negativo, la conclusione sintetica ed infinita che il credente riassume in Dio ... Egli ebbe un momento la tentazione di farla patire, d'infliggerle un tormento che fosse uguale al suo; ma l'amava, l'amava, era tutto il suo mondo, la vita era piena di lei ... Che piccola cosa era per lei, in quell'attimo, tutto il resto del mondo! Com'era sua fino all'ultima vena, senza pensiero, senza lotta, senza dubbio, sua con felicità! — Mi ami? ...
La vita comincia domani (pagina 54)
di Guido da Verona (estratti)

... E dal chiarore invisibile che mandava questo piccolo nome, un sorriso limpido come il sole tornò a brillare sul mondo ... Si sentiva ridivenire con voluttà un illogico e docile uomo, libero da tutte quelle complicazioni cerebrali che lo spingevano indefessamente alla ricerca di «cause ulteriori»; s'accorse che pur una cosa v'era, la quale sapeva sottrarsi alla sua concezione transitoria, inutilistica del mondo: e questa era un'altra creatura come lui, fatta solo di carne lábile, di bellezza fugace, che sarebbe morta e sparita, che avrebbe dispersa in un pugno di polvere la sua ragione d'esser vissuta, ma che bastava tuttavia per soverchiare i limiti della conoscenza, per lanciare il sogno d'un uomo nella spaventosa eternità ... L'amava; era pieno il mondo di questo amore esultante; le cose tutte visibili portavano il segno impresso di questa ebbrezza del suo cuore ... Tutto le assomigliava, tutto proveniva da lei; era nel tempo e nello spazio, nell'attimo e nell'eterno, era l'arteria della sua vita molteplice, era, nel suo mondo negativo, la conclusione sintetica ed immensa che il credente riassume in Dio ... Amandola, questo ribelle, questo anarchico, sentiva di ubbidire; di ubbidire non a lei forse, nè al cieco dominio della sua propria passione, ma quasi ad una legge di natività, immemorabile come la vita, più necessaria e più semplice di tutte l'altre da lui contemplate, — «una legge di dedizione e di generazione, ínsita in tutto ciò che vive, radicata nell'elemento stesso del mondo, la legge per cui tutto continua, la sola che tutto comprende, ciò che veramente è l'anima delle cose, il Dio non creato dagli uomini ...
La vita comincia domani (pagina 71)
di Guido da Verona (estratti)

... cloache del mondo ... Un giorno, in mezzo a tanto volo, gli era accaduto quello che accade all'essere più comune: — s'era innamorato, innamorato fino ad uccidere, — e non più d'un pensiero astratto, ma d'una creatura fugace, lieve, bella, transitoria, d'una forma femminile che s'impadroniva del suo mondo, che pareva radunare in sè le ragioni estreme della vita ... Un dubbio interamente soggettivo entrava così nel suo mondo spirituale, poichè infatti, nell'ebbrezza della passione, il piccolo fenomeno della sua propria vita ed il fenomeno parimenti fugace della creatura che amava gli parvero d'un tratto essere divenuti la cosa più vasta, più significante, nell'universo mondo ... Non era più così necessario che la materia opaca rivelasse all'indagatore il suo segreto essenziale, poichè la materia possedeva in sè un mezzo per divinizzarsi, per soverchiare con una specie di lirismo i suoi stessi confini, risvegliando nell'uomo che passa tra i fugaci miracoli della terra un senso ulteriore del mondo, il senso della universale divinità, «ciò che veramente è l'anima delle cose, il Dio non creato dagli uomini ... Ciò che aveva una meta erano i sensi; erano i sensi cupi, necessari, violenti, che inveivano in lui quasi con un urlo, ed era, oltre i sensi, qualcosa d'indomito che si levava dalle oscure profondità del suo essere per avventarlo con ira, ma pieno insieme d'una convulsa felicità, verso la dedizione di sè stesso nell'amore per un'altra creatura, verso la continuazione di sè stesso nelle vene d'un'altra creatura, nella rigogliosa giovinezza d'un figlio che la perpetui verso il domani, — ciò che rappresenta nel mondo la vera ed unica immortalità dell'uomo ... Tutto questo che altri compendiano con ubbidienza e con pace intorno ad un intimo focolare, a lui veniva traverso il dramma, dopo ch'era salito in cima alla montagna del mondo, e aveva gridato nel vuoto la sua parola magnifica: — «No!» IX Frattanto, nella casa di Giorgio Fiesco, Novella aveva messo al mondo il figlio di Andrea ... Ella fu addormentata, perchè non soffrisse, e lo diede al mondo con pace, come se lo avesse portato, non già nel grembo doloroso, ma su le braccia forti ... Questa creatura battezzata con tanta morte aveva cominciato a respirare nel mondo in un'ora di pace ... Ma per lei, ch'era un'arida esausta madre, la sola cosa che fosse ancor bella nel mondo era il palpito nuovo di quella vena che proveniva da lei ... E Maria Dora, quella medesima biondinetta che aveva guardato in silenzio il feretro risalire dalla profonda fossa, or si chinava sorridente, con una curiosità quasi materna, su la piccola cuna gonfia di pizzi e di cuscini soffici, ove una specie di gomitolo vivo tentava d'aprire le fessure degli occhi, le labbruzze umide, per guardare, per respirare nel mondo ...
La vita comincia domani (pagina 72)
di Guido da Verona (estratti)

... Li avevano lasciati soli, mentre di là v'eran il medico, la levatrice, le domestiche, l'intera famiglia radunata intorno alla culla, e già tutti eran curvi su quella debole incominciante vita, come se il nascere fosse ancora un miracolo che stupefacesse i vivi, e come se davanti al vagito d'una creatura nascente fosser cosa di ben lieve importanza tutte l'altre voci che provengono dal confuso agitarsi del mondo ... Se tale infatti è il mondo, qual'esso appare all'uomo che avvedutamente lo guardi, come potremmo ancora senza tedio accingerci a pensare, a volere, ad amare, ad irrompere insomma con tutta quella ingordigia ch'è nostra nei dominii della vita? Se una tale inutilità sovrasta ogni meta, perchè mai l'uomo si affaticherebbe ad essere qualcosa più che un rassegnato gauditore di gioie distruttibili? O forse la materia è così prodigiosa, ch'essa ci salva persino dal nostro medesimo pensiero, e quanto più la nostra mente s'accanisce a distruggere il senso del vivere, tanto più l'istinto illogico ed imperioso della nostra vitalità ci sospinge ad amare con ebbrezza quello che pur vediamo essere un nulla? ... nulla, nulla! E tuttavia non siamo che gli innamorati inguaribili dell'una o dell'altra di queste cose fallaci, non possiamo far altro nel mondo che seguitare a credere l'assurdo, a fidare nell'inganno, a volere l'inutilità ... Allora egli ricominciò a sognare che l'amava, che l'amava con voluttà e con oblìo, come se gli dilagasse per le vene il fumo d'un oppio ubbriacante; perchè al disopra d'ogni titanica impotenza del pensiero cantava tuttavia l'amore, questo volo dell'essere ch'era il più lontano dalla morte, ch'era stato e sarebbe in eterno la più bella favola del mondo ...
La vita comincia domani (pagina 81)
di Guido da Verona (estratti)

... A quel tempo egli era un oscuro e povero medico, laureatosi appena; traversava sui transatlantici per vedere un po' di mondo ... — Tutto può accadere nel mondo, tranne che io non ti ami ... Sopra tutte le bufere di sogni che gli uomini avevano scatenate per giungere ad ingannare con speciose credenze la fondamentale paura dell'anima, c'era una verità che divinizzava quest'anima nel suo volo davanti alla morte; l'eternità era il delirio di un lungo istante, la possessione totale del proprio mondo, il senso d'apogeo, — l'amore infinito ... Ecco, avevan ucciso e trionfavano: erano il vero simbolo della vita; ubbidivano ad una eterna e spietata logica; riconoscevano il solo dogma che sia davvero padrone del mondo ...
La vita comincia domani (pagina 83)
di Guido da Verona (estratti)

... Con gli occhi pieni di luce guardò il bimbo addormentato su le braccia della donna che amava; un'ondata barbara di felicità gli travolse l'anima, e come se avesse guardato per la prima volta nella verità, nella bellezza del mondo, l'uomo che cercava il Dio nella materia comprese di averlo infine trovato ... «Perchè — se non vuoi che ti picchi — mi hai fatto ballare nel mondo? «Io sono il funerale d'un pover'uomo, che è morto di misantropìa ... «Perchè, — se non vuoi che ti picchi — mi hai fatto tremare nel mondo? «Io sono un viandante senza meta, che torno da un regno di morti — e vado a cercare altri morti, che sono i miei figli lontani ...
Le femmine puntigliose (pagina 3)
di Carlo Goldoni (estratti)

... Rendono queste l'Uomo amabile, e desiderato, arbitro delle oneste conversazioni, e posseditore dei migliori cuori del Mondo ... Voi siete adorno di tutte le più amabili qualità, siete un perfetto conoscitore del Mondo, e avete per gli onesti piaceri, che il mondo ci somministra, un ottimo discernimento, un perfettissimo gusto ... Iddio ha creato il Mondo per noi, e tutte le sue delizie sono delizie nostre ... Senza andar dietro ai piaceri vietati, tanti noi ne abbiamo dei permessi, che smentir possiamo coloro, i quali tristo chiamano il Mondo ...
Le smanie per la villeggiatura (pagina 3)
di Carlo Goldoni (estratti)

... FERDINANDO Signora, dite la verità, sareste in dubbio di partire per la mancanza dell'abito? VITTORIA E bene? Mi dareste il torto per questo? FERDINANDO No, avete tutte le ragioni del mondo: è una cosa necessarissima ... GUGLIELMO Ma non siete voi il padrone? Perché non andate, quando vi pare, e non tornate, quando vi comoda? FILIPPO Sì, dite bene, lo potrei fare; ma sono stato sempre di buon umore, mi ha sempre piacciuto la compagnia, e nell'età, in cui sono, mi piace vivere, mi piace ancora godere un poco di mondo ... Anche mia figlia alza il grugno, e non ho altri al mondo, che la mia Giacinta, e desidero soddisfarla ... GUGLIELMO Chi è il quarto, se è lecito? FILIPPO Una mia cognata vedova, che viene con noi per custodia di mia figliuola; non già, ch'ella abbia bisogno di essere custodita, ché ha giudizio da sé, ma per il mondo, non avendo madre, è necessario, che vi sia una donna attempata ...
Libro proibito (pagina 2)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... Tu dirai che vi hanno degli atei i quali professano la più sana morale, ed io ne convengo; resta poi a vedere se quello che comunemente vien giudicato sano, non sia in qualche caso il più gran morbo del mondo ... V'è ancora nel mondo un gran numero di persone morigerate e prudenti, le quali stan ferme in questa massima, che comperare un libro sia un atto di rovinosa follia ... » CIO' CHE ACCADE Era stimato un tanghero; Il mondo alfin s'è accorto Ch'egli era un uom di merito; Che fece ei dunque?—è morto ...
Libro proibito (pagina 4)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... Di maschere e persone Sul tardi c'era un mondo; Credo (tanto al mattino Stipata era la festa) Che vi fosse perfino Qualche persona onesta ... MIRACOLI Allor che al mondo annunziasi Qualche molesto evento: «Oh! il ...
Libro proibito (pagina 6)
di Antonio Ghislanzoni (estratti)

... Noi siam dell'arte i genii… Largo agli illustri feti! Le eccelse vie si sgombrino Alla divina prole! Notte voi siete e báratro, Noi vi rechiamo il sole» —Iddio vi assista! e plausi, E gloria al mondo avrete; Ma prima, questa grazia Fateci almen: nascete! ANEDDOTO DA SAGRESTIA —Desiderasti mai la donna d'altri? È un orribil peccato Diceva al penitente un buon curato ... UOMO FELICE Di te qual avvi, o Flavio, Uom più felice al mondo? Tu ricco sei, tu nobile, Tu grasso e rubicondo: Odio giammai nè invidia A te recò molestia; Tu già tre volte sindaco, Tu cavalier, tu… ... IN EXTREMIS Della morte il pensiero Non mi sgomenta affatto, Già del grande mistero L'esperienza ho fatto; Mai non mi sono accorto Del nulla mio profondo, Pure fui sempre un morto Pria di venir nel mondo ... IL MIO EPITAFFIO Dicendo mal di tutti, il vero espressi Lassù nel mondo; se parlar potessi, Pietoso passeggier, ora direi Ogni bene di te, ma… ...
Nel sogno
di era (estratti)

... Siate benedetto, o Signore, nel vostro splendore e nella vostra oscurità, nel bene che fate e nel male che permettete, nella rivelazione e nel mistero, in questo mondo e nell'altro, perché Voi solo sapete ... Come tutti coloro che sono assorti in un mondo superiore, sembrava sfuggire alla legge comune della vecchiaia ... * * * Nato nei campi, nutrito fin dalle fascie dell'ossigeno dei monti, cresciuto insieme agli uccelli, alle farfalle, ai fiori, egli non aveva mai saputo staccarsi dalla sua patria naturale, e, quando era stato il momento di scegliere il suo posto nel mondo, gli parve che nessuno potesse soddisfare meglio i suoi desideri che quello di una adorazione continua al divino Fattore ... Egli tese le sue ali d'angelo, e passò dal mondo dell'innocenza a quello della penitenza, senza toccare il fuoco ... Egli volle conoscere il mondo dei felici che, non avendo nessuna lotta, nè di denaro, nè di sensi, nè di ignoranza, parevano i meglio disposti ad accogliere la grazia; ma anche qui naufragò nei gorghi più crassi del materialismo e della indifferenza ...
Nel sogno (pagina 6)
di era (estratti)

... —E dove abitano? —Nel mondo ... Maria intervenne: —Il mondo è grande, grande, grande ... Non volle più mischiarsi ai giuochi ingenui della sorella; le visioni luminose di costei, tutto quel mondo ideale dov'ella trovava la felicità, sembrava irritarla sempre più ... Acconsentiva a intrecciare corone insieme a Maria, mostrava di interessarsi al suo piccolo mondo di insetti e di fiori ...
Nel sogno (pagina 11)
di era (estratti)

... Gesù non aveva dunque salvato il mondo; la sua passione divina non era bastata; il mondo soffriva ancora, poichè ancora esisteva la colpa! E, dalle vette serene della sua innocenza, questo mondo trascinantesi nel peccato originale, questo mostro già ucciso e che nuotava sopra il sangue di un Dio, la riempiva di un mortale ribrezzo ... Il sangue di Gesù fu versato per indicare la via a chi vuole salvarsi, ma lo spirito del male continua a tentare i figliuoli dell'uomo; l'inganno è teso sul mondo ... Niente era puro al mondo ...
Nuove storie d'ogni colore (pagina 21)
di Emilio De Marchi (estratti)

... Il Falci poco o nulla sa di quel che accade nel mondo politico e nel mondo elegante: poco o nulla legge di quel che si stampa fuori de' suoi libri e delle sue riviste irte di formole matematiche ... Nell'animo suo la Serafina pensa che, se non ci fossero gli ignoranti a salvare il buon senso, il mondo diventerebbe in breve andare una gran gabbia di matti ...
Orfeo (pagina 2)
di Angelo Poliziano (estratti)

... Posa, Cerbero, posa il tuo furore, ché quando intenderai tutte e' mie mali, non solamente tu piangerai meco, ma qualunque è qua giù nel mondo cieco ... Io ve ne priego pelle turbide acque della palude Stigia e d'Acheronte; pel Caos onde tutto el mondo nacque e pel sonante ardor di Flegetonte; pel pomo ch'a te già, regina, piacque quando lasciasti pria nostro orizonte ... Fanne di questo Giove intera fede, che dal dolce amoroso nodo avinto si gode in cielo il suo bel Ganymede; e Phebo in terra si godea Hyacinto; a questo santo amore Hercole cede che vinse il mondo e dal bello Hyla è vinto: conforto e' maritati a far divorzio, e ciascun fugga el feminil consorzio ...
Piccolo mondo moderno (pagina 12)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Già la gente si deve accorgere di qualche cosa, non è possibile! Stanotte non potevo dormire, avevo un'ora buona, pregai e piansi tanto, mi venne in mente quest'idea di uscire dal mondo, mi parve che il Signore mi suggerisse di venire da Lei e ... "Lei era pur disposto" riprese don Giuseppe vedendolo esitare "a entrare in un convento?" Maironi si volse lentamente a lui con le braccia aperte, lo abbracciò e appoggiandogli il viso a una spalla mormorò: "Uscir dal mondo sarebbe più facile ... Le parole pie avevano una sonorità velata, così profonda, così dolce! "Caro, bisogna restar nel mondo e bisogna uscirne ... Dice che si sente tanto male? Sì, perchè guarda le cose del mondo a cui è legato e ...
Piccolo mondo moderno (pagina 52)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... La figura patriarcale dello zio Piero, la figura soave della piccola Ombretta, come la mia sorellina Maria è chiamata in queste lettere, n'escono così piene di bontà e di grazia! Ah! e anche così semplici! Sentivo, leggendo, come una nostalgia di quel mondo povero e puro e un disgusto del nostro; non solamente di quello tanto moderno dove vivi tu ma di quell'altro pure dove fui allevato io, del mondo Scremin con la sua vecchia parrucca e la sua vecchia cipria, con le sue grettezze segrete e le sue livree pubbliche ... Ah che cosa, Jeanne, che parole, che cenere casta e santa! Che unione è stata quella di mio padre e di mia madre, quanto era dolce questo mio pensiero e quanto era amaro! Mi son sentito come soffocare, prender via dal mondo dei vivi, portar là dentro fra quelle ombre di un mondo passato ...
Piccolo mondo moderno (pagina 70)
di Antonio Fogazzaro (estratti)

... Le dica che uscito dal mondo pregherò particolarmente per qualche anima inferma di scetticismo, che, se ponesse in Dio l'amore posto in una creatura, diventerebbe sublime ... Creda che io stesso accolsi con certa diffidenza l'annuncio del proposito concepito da Suo genero di uscire dal mondo per abbracciare uno stato di assoluta povertà e penitenza; nè penso aver mancato al mio dovere di consigliargli riflessione, preghiere, paziente attesa di una conferma della divina Volontà ... Comunque sia, le disposizioni del signor Piero, certe sue oscure allusioni all'avvenire che Le riferirò a voce, e sopra tutto il grande dolore, gli eventi mirabili ond'è nato questo mutamento, mi fanno sperare, ottima signora Marchesa, tale un frutto dell'afflizione Sua che Ella ne debba dar lode a Dio per vista come di tutto che Le accade gli dà lode per fede; tale un frutto che dissipi certi giudizi e sospetti e timori circa il carattere del fervore religioso di Suo genero pervenuto sino a me e, secondo la sapienza del mondo, non del tutto infondati nelle parvenze ... Egli desidera intanto nascondersi al mondo ...
Ricordi di Parigi (pagina 7)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Sì, è un po' una cosa da teatrino, ma bella; un grazioso scherzo combinato da venti popoli, ingegnosamente; mezzo mondo veduto di scorcio; la via d'una grande città di là da venire, in un tempo di fratellanza universale, quando saranno sparite le patrie ... A primo aspetto non sembra che una splendida bizzarria, e si pensa che il mondo ha avuto un quarto d'ora di buon umore ... Cento passi più in là, è un altro mondo ... Non c'è bisogno di chiedere in che parte del mondo ci si trovi ... L'oreficeria solida, i vasi enormi d'argento, gli orologi dei minatori della California, i trofei delle ascie di Boston, i congegni elettrici, le carte monetate, le vetrine irte di ferro e le mitragliatrici formidabili; una certa fierezza poderosa e rude di cose utili, annunzia l'esposizione degli Stati Uniti, non so se rallegrata o rattristata da una musica fragorosa d'organi, d'armonium e di pianoforti, la quale seconda mirabilmente le divagazioni della fantasia in mezzo ai mille oggetti che ricordano le lotte e i lavori immani dei coloni nelle solitudini del nuovo mondo ...
Ricordi di Parigi (pagina 14)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Andando innanzi, trovo quella meravigliosa curvatura di schiene che ha fatto sorridere il mondo: l'Eminence grise del Gerôme; e il giustiziere formidabile del povero Henri Regnault: quadro splendido e triste, che serve di coperchio a un sepolcro ... Dopo la Grecia vien la pittura facile e fresca della Svizzera, svariata di cento stili; immagine vera d'un paese di cento pezzi e d'una famiglia d'artisti vaganti alla ricerca d'un ideale, d'una scuola, d'un centro di sentimenti e di idee; che frammischiano alla loro patria dal rozzo fianco, alle cascate, alle gole, ai ghiacciai, agli uragani delle Alpi, le rive ridenti di Sorrento, le architetture arabescate del Cairo, le solitudini ardenti della Siria, la campagna desolata di Roma, e ogni sorta di ricordi della loro vita varia e avventurosa; somigliante a quella degli avi loro, che vestirono la divisa di tutti i principi e versarono sangue per tutte le bandiere, Alla Svizzera tien dietro la Danimarca, che ricorda al mondo le sue glorie guerriere, colla battaglia d'Isted, del Sonne, e colla battaglia navale di Lemern, del Mastrand ... L'impulso di simpatia che non si sentirebbe per ciascuno, visto a parte, si sente per tutti, vedendoli insieme; e il cuore risponde e acconsente a tutti quei palpiti d'amor di patria con un'espansione d'affetto che abbraccia il mondo ... Mi si affacciarono alla mente i mille artisti di cui avevo visto le opere, sconosciuti e famosi, giovani che mandaron là la loro prima ispirazione e vecchi che ci lasciarono l'ultima; li vidi sparsi per tutto il mondo, nei loro studi pieni di luce, aperti sulle campagne solitarie, sui giardini, sul mare e sulle vie rumorose; e pensai quanta vita avevano versato fra tutti in quelle cento ...
Ricordi di Parigi (pagina 17)
di Edmondo De Amicis (estratti)

... Chi non ha fatto mille volte quest'osservazione? In alto v'è quel suo eterno ciel bleu che ricorre ad ogni pagina, i firmamenti mille volte percorsi, gli astri continuamente invocati, gli angeli, le aurore, gli oceani di luce, mille sogni e mille visioni della vita futura, un mondo tutto ideale, in cui egli si sprofonda come un estatico, trasportando con sè il lettore abbarbagliato e stordito; e sotto, dei mari neri e tempestosi, tenebre su tenebre, la sua eterna ombre, i suoi abîmes, i suoi gouffres, il bagno, la cloaca, la corte dei miracoli, il carnefice, il rospo, la putredine, la deformità, la miseria, tutto quanto v'ha di più orribile e di più immondo sopra la terra ... Riandate rapidamente tutte le sue creazioni: esse lasciano l'impressione d'un'enorme epopea di frammenti, che risale da Caino a Napoleone il grande, e una memoria confusa di amori divini, di lotte titaniche, di miserie inaudite, di morti orrende, viste come a traverso a una bruma paurosa, rotta qua e là da torrenti di luce, in cui formicola una miriade di personaggi metà creature reali e metà fantasmi, che sconvolgono l'immaginazione, Tutte le opere sue son come colorate dal riflesso d'una vita arcana ch'egli abbia vissuta, altre volte, in un mondo arcano, al quale par che alluda vagamente ad ogni pagina, e alle cui porte s'affaccia continuamente, impaziente dei confini che gli sono assegnati sulla terra, Una fantasmagoria immensa di cose ignote all'umanità par che lo tormenti di continuo, come una visione febbrile ... Tutto quello che v'è di più strano e di più oscuro sul limite che separa il mondo reale dal mondo dei sogni, egli lo cerca, lo studia e lo fa suo ...
Rinaldo (pagina 15)
di Torquato Tasso (estratti)

... 56 Ed a venir in Francia ei mi dispose, ov'è, se pur il ver la fama dice, un antro a cui fra l'opre alte e famose null'altro al mondo oggi agguagliarsi lice; ch'ivi a' suoi servi le future cose da un aureo simulacro Amor predice, e con certe risposte util consigli dà ne l'aversitati e ne' perigli ... 68 E tu, Florindo, segui l'arme ancora, ché esse ti conduranno al fin bramato, perché, se ben no 'l sai né 'l cognosci ora, sei di sangue reale al mondo nato ... 3 — Salve, d'illustri palme e di trofei provincia adorna, e d'opre alte e leggiadre; salve, d'invitti eroi, di semidei, d'arme e d'ingegni ancor feconda madre, che estendesti agli Esperii, ai Nabatei l'altere insegne e le vittrici squadre; e d'ogni forza ostil sprezzando il pondo, e giusta e forte desti legge al mondo ...
Sodoma e Gomorra (pagina 10)
di Docteur Jaf (estratti)

... Si videro pure i Picardi, che, secondo la dottrina del loro capo, dicevano che Dio li aveva mandati sul mondo per ristabilire le leggi della natura ... E questi ultimi andavano anche più lontano, commettevano peccati carnali in pieno giorno, dinanzi al mondo intero ... Gl'intelligenti si sono molto divertiti a spese di questi vecchi che avevano sì bizzarri procedimenti oratorii e che raccontavano un mondo di corbellerie e di eccentriche buffonerie; ma bisogna riandar con lo spirito all'epoca loro e considerare la specie di pubblico che veniva ad ascoltare la parola così poco edificante di questi monaci predicatori ...
Storia di un'anima (pagina 13)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... —Ma se è destino?—Stamane pensai agli amici, ai parenti, al mondo, e mi spaventai… ... —Quali incertezze sempre! Ieri sera ero deciso a mandarle il Tintoretto—quel Tintoretto che ho tanto amato!—E come mi spaventa il giudizio del mondo! Ah potessi essere egoista e avere i mezzi di esserlo con i fatti! Essere egoista, osceno, pigro, poltrone, ghiotto, e consumare il cervello coi vizî, non coi pensieri nobili—Ma che faccio infine?—Ho riletto il mio Tintoretto e sono mestissimo! Quante illusioni e quanto amore! 11 gennaio ... —Come mi spaventa il mondo! E chi è questo mondo?… Oh come sto meglio nella solitudine di Limbiate! dove non sento nemmeno questi nomi!? E il mondo dopo aver ciarlato una settimana, s'annoia, e cerca un nuovo pettegolezzo: e ad esso si dovrebbe sacrificare tutta una vita?—Ma perchè questi pensieri, con tanta evidenza?—O Lidia, come stanotte ho vegliato penosamente! Ho pensato al mio avvenire ...
Storia di un'anima (pagina 14)
di Ambrogio Bazzero (estratti)

... Mio Dio! perchè mi arrabbatto tanto? Tu forse hai già preparato tutto il mio avvenire nella Tua Bontà; mi vedesti! mi vedi! mi vedrai! Io so nulla e Tu sai tutto! Io bestemmio e Tu sei e mi perdoni! O santa fiducia! Chi sa le tua fila, o Dio? E mia madre Ti prega? Che Ti dice? E Tu la ascolti? Ed io sarò felice? O Dio, io leggo il tuo Vangelo e sento che se i miei pensieri non si conformano alle sciocchezze del mondo, si accordano co' tuoi precetti santi,—io sento la gioia di amare coll'anima e d'essere casto!—E, se vuoi, fammi pure morire… morire casto, tranquillo, pensando al mio cimitero di Limbiate, alle mie soavi speranze di vita che mi lusingavano un giorno, e alla placida certezza di riposo che avrò sotterra: Oh io mi sento buono!—Sai, ho sempre pensato a Lidia davanti a quel cimitero: era un cattivo augurio o un buon augurio? Ma che volevo? che voglio? La pace! Come ho vergogna, in faccia a mio padre, di non avere una carriera seria! La mia vita in sei anni fu eterna e brevissima, felicissima e infelicissima: speranze, scoraggiamenti, voli, cadute a precipizio: certezze, febbri, languori, tormenti… chi può dire? oblio, anche oblio! deliri, pazzie nei sogni, nei desideri: e santa castità, e santìssimi, rossori! O Dio! ma un solo il voto: quando, febbrile, crudele, briaco, promettevo a me stesso di gettarmi fra le braccia di una femmina qualunque, e di raccontarle i miei dolori, per farmi almeno deridere da lei, per istigarmi, per istigarla, quando… No! no! «Avrai dei figli da guardare negli occhi» mi diceva una voce segreta… e sentivo che ancora al mondo c'è mia madre, e forse lei, la mia vergine! Rileggo la lettera di Lidia! «Aimons! c'est le bonheur suprème que l'amour et j'ai aimé plusieurs fois dans ma vie avec une telle exaltation, un tel transport que j'aurais peut-étre été capable de tout sacrifier pour des personnes qui maintenant m'ont déjà oubliées!—J'ai senti en moi un besoin profond d'amour et de sacrifice! oh combien j'ai souffert quelquefois de n'avoir reçu une nature ardente!» * * * Torno adesso dalla Pretura ... Mio Dio! Come mi spaventa il mondo reale, il mondo della prosa, dei bisogni, degli affari ... Oh mondo delle mie illusioni, della mia poesia, del mio cuore! Come mi sento felice! Leggo la mia lettera a Lidia! Non è un affare, no, ma per me decide della vita nel futuro! Come sono contento d'avere espresso le mie idee, i miei cari tormenti ... —Oh mie memorie di Limbiate, come mi tornate davanti alla mente, carissime e meste! E voi tranquille pinete, tranquillissime mura, squallide croci, mi ricordate il mondo della mia ardentissima vita ...