Libri mente
Libri su mente, con la parola mente
Confessioni di un Italiano (pagina 101)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Per carità, Carlino! Eravate un ragazzo di mente e più assai di cuore ... Ad ogni modo imbarcato ch'io fui col mio fardelletto sulla corriera di Portogruaro, la mia mente ebbe di che lavorare a riandar il colloquio avuto con Lucilio; sopratutto l'autorità che era nelle sue parole, nel suo contegno mi parea più strana ancora che mirabile ... Mano a mano che mi allontanava dalle lagune per entrare in quel laberinto di fiumane, di scoli e di canali che uniscono a Venezia il basso Friuli, mi si abbuiavano nella mente le vicende di quell'ultimo anno, e quelli vissuti prima vi ricomparivano col guizzante barbaglio dei sogni ... Bambolaggine senza verità e senza fiducia della quale la mente s'innamora; e la speranza e l'amore e ogni altro tesoro ...
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Corbaccio (pagina 2)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Maravigliosa cosa è quella della divina consolazione nelle mente de' mortali: questo pensiero, sì com'io arbitro, dal piissimo Padre de' lumi mandato, quasi dagli occhi della mente ogni oscurità levatami, in tanto la vista di quelli, aguzati, rendé chiara che, a me stesso manifestamente scoprendosi il mio errore, non solamente, riguardandolo, me ne vergognai, ma, da compunzione debita mosso, ne lagrimai e me medesimo biasimai forte e da meno ch'io non arbitrava mi reputai ... Ma, rasciutte dal viso le misere e le pietose lagrime e confortatomi a dovere la solitaria dimoranza lasciare, la quale per certo offende molto ciascuno il quale della mente è men che sano, della mia camera con faccia assai, secondo la malvagia disposizione trapassata, serena usci' ... Né per guardare con gli occhi corporali né per estimazione della mente in guisa alcuna mi pareva dovere comprendere né conoscere da qual parte io mi fossi in quello entrato; né ancora – che più mi spaventava – poteva discernere dond'io di quindi potessi uscire e in più dimestichi luoghi tornarmi ...
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Diario del primo amore
di Giacomo Leopardi (estratti)
... Riportammo vittorie uguali, ma la Signora intenta ad altro non ci badò; poi lasciate le carte, volle ch'io l'insegnassi i movimenti degli scacchi: lo feci ma insieme cogli altri, e però con poco diletto, ma m'accorsi ch'ella con molta facilità imparava, e non se le confondevano in mente quei precetti dati in furia (come a me si sarebbero senza dubbio confusi), e ne argomentai quello che ho poi inteso da altri, che fosse Signora d'ingegno ... L'indomani nella mia votissima giornata aspettai il giuoco con piacere ma senza affanno nè ansietà nessuna: o credeva che ci avrei trovato soddisfazione intera, o certo non mi passò per la mente ch'io ne potessi uscire malcontento ... Mi pasceva della memoria continua e vivissima della sera e dei giorni avanti, e così vegliai sino al tardissimo, e addormentatomi, sognai sempre come un febbricitante, le carte il giuoco la Signora; contuttochè vegliando avea pensato di sognarne, e mi parea di aver potuto notare che io non avea mai sognato di cosa della quale avessi pensato che ne sognerei: ma quegli affetti erano in guisa padroni di tutto me e incorporati colla mia mente, che in nessun modo nè anche durante il sonno mi poteano lasciare ... Ma quelle per lo contrario essendosi continuate anche nel sonno, mi si sono riaffacciate alla mente freschissime e quasi rinvigorite ... Il quale tenerissimo, teneramente e subitamente si apre, ma solo solissimo per quel suo oggetto, chè per qualunque altro questi pensieri m'hanno fatto e della mente e degli occhi oltremodo schivo e modestissimo, tanto ch'io non soffro di fissare lo sguardo nel viso sia deforme (che se più o manco m'annoi, non lo so ben discernere) o sia bello a chicchessia, nè in figure o cose tali; parendomi che quella vista contamini la purità di quei pensieri e di quella idea ed immagine spirante e visibilissima che ho nella mente ...
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Diario del primo amore (pagina 3)
di Giacomo Leopardi (estratti)
... E in particolare mi dura quello scontento, sul quale io riflettendo, m'è paruto d'accorgermi ch'egli appartenga al tempo, cioè che io avrei voluto giuocare più a lungo; non già che propriamente mi paresse d'aver giuocato poco, o vero meno ch'io non m'aspettava; nè pure che mentre ch'io giuocava, fossi contento, e non mi dolesse altro che il dover presto lasciare; nè manco finalmente che io giuocando più a lungo e giuocando un mese e un anno, avessi potuto mai uscirne pago, che m'accorgo bene ch'io non sarei stato mai altro che scontentissimo; ma tuttavia mi pare che questo scontento mi s'affacci alla mente con un colore d'avidità, come se venisse da un desiderio di godere più a lungo, e da una cieca ingordigia incontentabilissima, che nel tempo del giuoco quanto maggior diletto ci provava tanto più m'affannava e m'angosciava, quasi che mi facesse fretta di goder di quel bene che presto e troppo presto avrei perduto ... Già la sera del Lunedì quella vagheggiatissima immagine del volto, forse per lo averla troppo avidamente contemplata, m'era pressochè del tutto svanita di mente; e quindi in poi con gran cordoglio posso dire di non averla più veduta, se non come un lampo alle volte di sfuggita e sbiadatissima, e questo, mentre l'immagine del suo compagno ch'io non ricerco per niente, mi si fa innanzi viva freschissima e vegeta sempre ch'io me ne ricordo ... Ogni sera, stando in letto e vegliando a lungo, con ogni possibile industria m'adopero di richiamarmi alla mente la cara sembianza, la quale probabilmente per questo appunto ch'io con tanto studio la cerco, mi sfugge, ed io non arrivo a vederne altro che i contorni, e ci affatico tanto il cervello che alla fine mi addormento per forza colla testa annebbiata infocata e dolente ... Così m'accadde ieri sera, ma questa mattina svegliatomi per tempissimo, in quel proprio punto di svegliarmi, tra il sonno e la veglia spontaneamente m'è passata innanzi alla fantasia la desiderata immagine vera e viva, onde io immediatamente riscosso e spalancati gli occhi, subito le son corso dietro colla mente, e se non sono in tutto riuscito a farla tornare indietro, pure in quella freschezza di mente mattutina, tanto ne ho veduto e osservato e dell'aria del volto, e dei moti e dei gesti e del tratto e dei discorsi e della pronunzia, che non che m'abbia fatto maraviglia l'esserne stato una volta preso, ho anzi considerato che se io avessi quelle cose tuttora presenti alla fantasia, sarei ben più smanioso e torbido ch'io non sono ... Ora appresso a poco io duro come ne' giorni innanzi, parendomi che il solo mio vero passatempo sia lo scrivere queste righe; coll'animo voto o più tosto pieno di tedio (eccetto nel caldo di quei pensieri), perchè non trovo cosa che mi paia degna d'occuparmi la mente nè il corpo, e guardando come il solo veramente desiderabile e degno di me quel diletto che ho perduto, o almeno come maggiore di qualunque altro ch'io mi potrei procacciare, ogni cosa che a quello non mi conduce, mi par vana; e però lo studio (al quale pure di quando in quando ritorno svogliatissimamente e per poco) non m'adesca più, e non mi sa riempiere il voto dell'animo, perchè il fine di questa fatica, che è la gloria, non mi par più quella gran cosa che mi pareva una volta, o certo io ne veggo un'altra maggiore, e così la gloria divenuto un bene secondario non mi par da tanto ch'io ci abbia da spender dietro tutta la giornata, distogliendomi dal pensare a quest'altro bene: oltrech'ella per avventura mi pare una cosa più lontana, e questo in certa guisa più vicino, forse perchè nell'atto di leggere e di studiare non s'acquista gloria, ma nell'atto di pensare a quest'altro bene s'acquista quel doloroso piacere, che pure il cuor mio giudica il più vero e sodo bene ch'io ora possa cercare ... Ed anche quando non penso a questo bene, non però mi so risolvere di darmi allo studio, per quella ragione ch'io ho detto, che mi par poco degno di me e poco importante, e perchè insomma ho in testa un oggetto che più mi preme, e o ci pensi o non ci pensi, sempre m'impedisce ogni seria applicazione di mente a cosa ch'esso non sia ... E però non so vedere come ripiglierò l'antico amore allo studio, perchè mi pare che anche passata questa infermità di mente, sempre mi dovrà restare il pensiero che c'è una cosa più dilettosa che lo studio non è, e che io n'ho fatto una volta lo sperimento ... E quando così smorto mi si presenta, per l'essermici io avvezzato, come ho detto, non mi turba più gran cosa: e in oltre anche quando è veramente chiaro e spiccato, m'affanna alquanto meno che ne' primi giorni e pare che la mente più tosto che di tenergli dietro, ami di ricoverarsi in qualche altro suo pensiero gradito (per lo più degli studi), tra perchè ci s'affatica meno, e perchè oramai inclina meglio alla calma che alla tempesta ... A ogni modo io sento ancora e tutto ieri sentii l'impero di quella dolorosa e scontenta ricordanza ch'è il fondamento e l'anima delle mie malinconie, nè par che per ora mi voglia lasciare, contuttochè sia meno amara e meno viva, e mi s'affacci alla mente più di rado, e ci resti meno a lungo ...
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La divina commedia (pagina 33)
di Dante Alighieri (estratti)
... Ma va via, Tosco, omai; ch'or mi diletta
troppo di pianger più che di parlare,
sì m'ha nostra ragion la mente stretta" ... "Io son d'esser contento più digiuno",
diss'io, "che se mi fosse pria taciuto,
e più di dubbio ne la mente aduno ... Ed elli a me: "Però che tu rificchi
la mente pur a le cose terrene,
di vera luce tenebre dispicchi ...
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La divina commedia (pagina 46)
di Dante Alighieri (estratti)
... E aggi a mente, quando tu le scrivi,
di non celar qual hai vista la pianta
ch'è or due volte dirubata quivi ... E se stati non fossero acqua d'Elsa
li pensier vani intorno a la tua mente,
e 'l piacer loro un Piramo a la gelsa,
per tante circostanze solamente
la giustizia di Dio, ne l'interdetto,
conosceresti a l'arbor moralmente ... E Bëatrice: "Forse maggior cura,
che spesse volte la memoria priva,
fatt'ha la mente sua ne li occhi oscura ... Veramente quant'io del regno santo
ne la mia mente potei far tesoro,
sarà ora materia del mio canto ...
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La divina commedia (pagina 52)
di Dante Alighieri (estratti)
... Per letiziar là sù fulgor s'acquista,
sì come riso qui; ma giù s'abbuia
l'ombra di fuor, come la mente è trista ... Non però qui si pente, ma si ride,
non de la colpa, ch'a mente non torna,
ma del valor ch'ordinò e provide ... X Guardando nel suo Figlio con l'Amore
che l'uno e l'altro etternalmente spira,
lo primo e ineffabile Valore
quanto per mente e per loco si gira
con tant'ordine fé, ch'esser non puote
sanza gustar di lui chi ciò rimira ...
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La divina commedia (pagina 53)
di Dante Alighieri (estratti)
... Non le dispiacque; ma sì se ne rise,
che lo splendor de li occhi suoi ridenti
mia mente unita in più cose divise ... La quinta luce, ch'è tra noi più bella,
spira di tal amor, che tutto 'l mondo
là giù ne gola di saper novella:
entro v'è l'alta mente u' sì profondo
saver fu messo, che, se 'l vero è vero,
a veder tanto non surse il secondo ... Or se tu l'occhio de la mente trani
di luce in luce dietro a le mie lode,
già de l'ottava con sete rimani ...
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La divina commedia (pagina 63)
di Dante Alighieri (estratti)
... De la profonda condizion divina
ch'io tocco mo, la mente mi sigilla
più volte l'evangelica dottrina ... "Poi che per grazia vuol che tu t'affronti
lo nostro Imperadore, anzi la morte,
ne l'aula più secreta co' suoi conti,
sì che, veduto il ver di questa corte,
la spene, che là giù bene innamora,
in te e in altrui di ciò conforte,
di' quel ch'ell'è, di' come se ne 'nfiora
la mente tua, e dì onde a te venne" ... Ahi quanto ne la mente mi commossi,
quando mi volsi per veder Beatrice,
per non poter veder, benché io fossi
presso di lei, e nel mondo felice!
XXVI Mentr'io dubbiava per lo viso spento,
de la fulgida fiamma che lo spense
uscì un spiro che mi fece attento,
dicendo: "Intanto che tu ti risense
de la vista che haï in me consunta,
ben è che ragionando la compense ... Dunque a l'essenza ov'è tanto avvantaggio,
che ciascun ben che fuor di lei si trova
altro non è ch'un lume di suo raggio,
più che in altra convien che si mova
la mente, amando, di ciascun che cerne
il vero in che si fonda questa prova ...
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La divina commedia (pagina 69)
di Dante Alighieri (estratti)
... Qual è 'l geomètra che tutto s'affige
per misurar lo cerchio, e non ritrova,
pensando, quel principio ond'elli indige,
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova;
ma non eran da ciò le proprie penne:
se non che la mia mente fu percossa
da un fulgore in che sua voglia venne ...
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Fermo e Lucia (pagina 37)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Confusa con questa idea, entrava però a poco a poco nella sua mente un'altra, che per esser monaca era mestieri del suo assenso volontario; e che questa cosa tanto certa non era però fatta, e che il farla o non farla sarebbe dipenduto da una sua determinazione: ma queste due idee un po' ripugnanti si acconciavano nella sua mente come potevano: perchè se un uomo non dovesse star tranquillo che dopo d'aver messe d'accordo tutte le sue idee, non vi sarebbe più tranquillità ... Quell'idea che le stava rannicchiata in un angolo della mente, che il suo assenso era necessario perch'ella fosse monaca, e che questo assenso dipendeva da lei, si svolse allora, e divenne perspicua e predominante ... Assoluta innocenza di pensiero; massime e pratiche di Religione ragionata; occupazioni utili e interessanti, esercizj frequenti e dilettevoli del corpo, confidenza rispettosa e libera nei parenti o negli educatori, sono i mezzi sicuri per trascorrere impunemente quella età perigliosa, e per formare una mente tranquilla, saggia, e forte contra i pericoli della giovinezza e di tutta la vita ... Pochissimi lavori, e lo studio del canto sopra parole d'una lingua sconosciuta, non erano esercizj che potessero impadronirsi della mente di Geltrude, e trattenerla dal vagare in un mondo ideale ... Non vogliamo qui parlare di alcuni pregiudizj, che a quei tempi principalmente si ritenevano per verità sacrosante, e s'insegnavano insieme con le verità, pregiudizj non del tutto estirpati, e Dio sa quando lo saranno, pregiudizj dannosi principalmente perchè nella mente di molti associano all'idea della Religione quella della credulità e della sciocchezza, e dei quali perciò ogni onesto deve desiderare e promovere la distruzione; ma pregiudizj che in gran parte non tolgono l'essenziale, e si possono combinare con un sentimento di pietà profonda e sincera, e con una vita non solo innocente, ma operosa nel bene, e sagrificata all'utile altrui, del che tanti esempj hanno lasciati i tempi trascorsi, e ne offrono fors'anche i presenti ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 31)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Gli davan fastidio le occhiate bieche dell'uomo acido, le facce compunte dei devoti stupidamente prostrati, come a lui pareva, ciascuno davanti a un piccolo specchio, guardandovi un piccolo Iddio della propria mente ... Non poteva non aderire col senso alla voce dolce e grave, non poteva non aderire colla mente alla visione di don Giuseppe seduto accanto a lui sul canapè rosso, pieno la gran fronte, gli occhi accesi e calda la parola di Spirito Santo ... Così, udendo la voce del celebrante, contemplando le immagini della propria mente, incominciò a sentirsi in fondo alla gola e più giù verso il cuore un dolor sordo simile al dolore che sotto una pressione fissa lentamente si genera, dilata e profonda ... E per non ricadere pensò a Jeanne, pensò che forse in quel momento ella usciva dal letto, riuscì ad accendersi la mente di un fuoco piuttosto lascivo che amoroso, quale non lo aveva bruciato ancora stando egli con Jeanne o pensando a lei; quale un esperto medico di anime avrebbe giudicato indizio di passione declinante ...
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Ricordi di Parigi (pagina 17)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... La pittura, la scultura e la musica s'impadronirono delle creazioni della sua mente, e le resero popolari, per la seconda volta, in tutti i paesi civili ... Egli sa esprimere tutto: sensazioni vaghe dell'infanzia, su cui s'era mille volte tormentato invano il nostro pensiero; i primi inesplicabili turbamenti amorosi della pubertà, le lotte più intime del cuore della fanciulla e della coscienza dell'assassino; profondità segrete dell'anima, che sentivamo in noi, ma in cui l'occhio della nostra mente non era mai penetrato; sfumature di sentimenti che credevamo ribelli al linguaggio umano ... Egli abbraccia colla mente tutto l'universo ... I re favolosi dell'Asia, le superstizioni di tutti i secoli, le leggende più bizzarre di tutti i paesi, i paesaggi più tetri della terra, i mostri più orribili del mare, i fenomeni più spaventosi della natura, le agonie più tragiche, tutte le stregonerie, tutti i delirii, tutte le allucinazioni della mente umana sono passate per la sua penna ...
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