Libri medesimo

Libri su medesimo, con la parola medesimo

Corbaccio (pagina 7)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... carolare, il cantare, il giostrare e l'armeggiare, cose di niuno peso, ma sommamente da loro gradite? Tu medesimo, non solamente dirai che a te sconvenevoli sieno, ma con ragioni inespugnabili biasimerai i giovani che le fanno ... Tu, se io già bene intesi mentre vivea, e ora così essere il vero apertamente conosco, mai alcuna manuale arte non imparasti e sempre l'essere mercatante avesti in odio; di che più volte ti se' con altrui e teco medesimo gloriato, avendo riguardo al tuo ingegno, poco atto a quelle cose nelle quali assai invecchiano d'anni, e di senno ciascuno giorno diventano più giovani ... Questa, non menoma tra l'altre scienzie, ti dovea parimente mostrare che è amore e che cosa le femine sono, e chi tu medesimo sii, e che a te s'appartiene ... O quante e quali cose sono queste da dovere, non che i savii, ma gli stolti spaventare! Vien teco medesimo rivolgendo l'antiche istorie e le cose moderne e guarda di quanti mali, di quanti incendii, di quante morti, di quanti disfacimenti, di quante ruine et esterminazioni questa dannevole passione è stata cagione! E una gente di voi miseri mortali, tra i quali tu medesimo, avendo il conoscimento gittato via, il chiamate iddio, e quasi a sommo aiutatore ne' bisogni li fate sacrificio delle vostre menti e divotissime orazioni li porgete! La qual cosa quante volte tu hai già fatto o farai, tante ti ricordo, se da te, uscito forse del diritto sentimento, nol vedi tu che tu a Dio e a' tuoi studii e a te medesimo fai ingiuria ... E, se le dette cose esser vere la tua filosofia non ti mostrasse, né a memoria ti ritornasse la sperienza la quale di gran parte di quelle in te medesimo veduta hai, le dipinture degli antichi tel mosterranno, le quali lui per le mura, giovane, ignudo, con ali e con occhi velati e arciere, non sanza grandissima cagione e significazione de' suoi effetti, tutto 'l dì vi dimostrano ...
Corbaccio (pagina 18)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... E, oltre a questo, v'era assai peggio che per te: Aristotile, Tulio, Virgilio e Tito Livio e molti altri uomini illustri, per quel ch'io creda, tuoi amici e domestici, erano come fango da loro e scherniti e anullati, e peggio che montoni maremmani sprezati e aviliti; e, in contrario, se medesimo essaltando con parole da fare per istomacaggine le pietre saltare del muro e fuggirsi, soli sé essere dicevano l'onore e la gloria di questo mondo; di che io assai chiaramente m'avidi che 'l cibo e 'l vino, disordinatamente presi da loro, o il disiderio di compiacere l'uno all'altro schernendoti, di se medesimi, ne' quali forse non furono già mai, gli avea tratti ... Ma, se cotale avessi la mente avuta e lo 'ntelletto sano, come dovevi, avendo riguardo a quello ch'io detto t'ho, non miga per quello che tu per li tuoi studi potevi sapere, ma a quello che per quelli ti sarebbe stato mostrato avendo voluto riguardare, riso te ne avresti, veggendo lei dalla general natura dell'altre femine non deviare; il che forse testé medesimo il fai; e fai saviamente, se 'l fai ... E quello, che di questa parte ho detto, quello medesimo dico della seconda ... Che, se tu teco medesimo riguardare avessi voluto quanta sia la vanità delle femine, di quello ti saresti ricordato che già molte volte hai detto (cioè che gloriandosi elle somamente d'essere tenute belle, e, per essere, facciano ogni cosa, e tanto più loro essere paia quanto più si veggiono riguardare, più fede al numero de' vagheggiatori dando che al loro medesimo spechio), compreso avresti a lei non essere discaro, ma carissimo il tuo riguardare ...
Decameron (pagina 84)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Le quali cose mentre che per lo Stramba e per l'Atticciato e per gli altri amici e compagni di Pasquino sì come frivole e vane in presenzia del giudice erano schernite, e con più instanzia la sua malvagità accusata, niuna altra cosa per lor domandandosi se non che il fuoco fosse di così fatta malvagità punitore, la cattivella, che dal dolore del perduto amante e dalla paura della dimandata pena dallo Stramba ristretta stava e per l'aversi la salvia fregata a' denti, in quel medesimo accidente cadde che prima caduto era Pasquino, non senza gran maraviglia di quanti eran presenti ... O felici anime, alle quali in un medesimo dì adivenne il fervente amore e la mortal vita terminare! e più felici, se insieme a un medesimo luogo n'andaste! e felicissime, se nell'altra vita s'ama e voi v'amate come di qua faceste! Ma molto più felice l'anima della Simona innanzi tratto, quanto è al nostro giudicio che vivi dietro a lei rimasi siamo, la cui innocenzia non patì la fortuna che sotto la testimonianza cadesse dello Stramba e dell'Atticiato e del Malagevole, forse scardassieri o più vili uomini, più onesta via trovandole con pari sorte di morte al suo amante a svilupparsi dalla loro infamia e a seguitar l'anima tanto da lei amata del suo Pasquino ... E per ciò che tra l'altre naturali cose quella che meno riceve consiglio o operazione in contrario è amore, la cui natura è tale che più tosto per se medesimo consumar si può che per avvedimento alcun torre via, m'è venuto nell'animo di narrarvi una novella d'una donna la quale, mentre che ella cercò d'esser più savia che a lei non s'apparteneva e che non era e ancor che non sostenea la cosa in che studiava mostrare il senno suo, credendo dello innamorato cuor trarre amore, il qual forse v'avevano messo le stelle, pervenne a cacciare a un'ora amore e l'anima del corpo al figliuolo ... ” I tutori dissero che la donna parlava bene e che essi ciò farebbero a lor potere: e fattosi chiamare il fanciullo nel fondaco, gl'incominciò l'uno a dire assai amorevolmente: “Figliuol mio, tu se' ogimai grandicello: egli è ben fatto che tu incominci tu medesimo a vedere de' fatti tuoi; per che noi ci contenteremmo molto che tu andassi a stare a Parigi alquanto, dove gran parte della tua ricchezza vedrai come si traffica, senza che tu diventerai molto migliore e più costumato e più da bene là che qui non faresti, veggendo quei signori e quei baroni e quei gentili uomini che vi sono assai e de' lor costumi apprendendo; poi te ne potrai qui venire ...
Decameron (pagina 176)
di Giovanni Boccaccio (estratti)

... Il re e 'l conte e gli altri, che servivano, avevano molto queste giovinette considerate, e molto in se medesimo l'avea lodate ciascuno per belle e per ben fatte, e oltre a ciò per piacevoli e per costumate; ma sopra a ogn'altro erano al re piaciute, il quale sì attentamente ogni parte del corpo loro aveva considerata, uscendo esse dell'acqua, che chi allora l'avesse punto non si sarebbe sentito ... Ma poi che alquanto fu sopra questo pensier dimorato, rivolto a messer Neri il domandò chi fossero le due damigelle; a cui messer Neri rispose: “Monsignore, queste son mie figliuole a un medesimo parto nate, delle quali l'una ha nome Ginevra la bella e l'altra Isotta la bionda ... Ora è questa della giustizia del re, che coloro che nelle lor braccia ricorrono in cotal forma, chi che essi si sieno, in così fatta guisa si trattino? Io vi ricordo, re, che grandissima gloria v'è aver vinto Manfredi, ma molto maggiore è se medesimo vincere; e per ciò voi, che avete gli altri a correggere, vincete voi medesimo e questo appetito raffrenate, né vogliate con così fatta macchia ciò che gloriosamente acquistato avete guastare ... ” Queste parole amaramente punsero l'animo del re e tanto più l'afflissero quanto più vere le conoscea; per che, dopo alcun caldo sospiro, disse: “Conte, per certo ogn'altro nimico, quantunque forte, estimo che sia al bene ammaestrato guerriere assai debole e agevole a vincere a rispetto del suo medesimo appetito; ma quantunque l'affanno sia grande e la forza bisogni inestimabile, sì m'hanno le vostre parole spronato, che conviene, avanti che troppi giorni trapassino, che io vi faccia per opera vedere che, come io so altrui vincere, così similmente so a me medesimo soprastare ... Così adunque il magnifico re operò, il nobile cavaliere altamente premiando, l'amate giovinette laudevolmente onorando e se medesimo fortemente vincendo ...
Le femmine puntigliose (pagina 19)
di Carlo Goldoni (estratti)

... ELEONORA Scroccone! (al medesimo) CLARICE Parasito (al medesimo) ... ELEONORA Scorno della nobiltà! (al medesimo) CLARICE Obbrobrio della nazione! (al medesimo) ONOFRIO Parlate con me? (con flemma) Scena ultima Conte Ottavio, e detti ...