Libri mare
Libri su mare, con la parola mare
Confessioni di un Italiano (pagina 35)
di Ippolito Nievo (estratti)
... E la mi disse per giunta che quella tal bella cosa immensa azzurra e di tutti i colori nella quale si specchiava il cielo era per l'appunto il mare ... — Il mare! — io sclamai — oh qual felicità menar la propria vita sul mare! — Davvero? — disse il signor Lucilio ... — Sarà un controsenso ora; ma non lo era una volta; — soggiunse la Clara — quando al di là del mare c'eran Candia la Morea e Cipro e tutto il Levante ... — Oh per me, — ripresi io — starei sempre sul mare senza occuparmi di quello che possa essere di là ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 179)
di Ippolito Nievo (estratti)
... Si vedeva anche in mare qualche legno che cercava avvicinarsi al porto, ma le onde un po' grosse lo impedivano ... Sulla piazza ove si era già ritratto il maggior numero per riguadagnare le lance e buttarsi in mare, la carneficina fu più lunga e più terribile ... Anche si temeva che acchetandosi il mare nuovi sbarchi di Turchi o di Russi venissero a trar vendetta delle lance perdute; gli è vero che soffiava uno scilocco indiavolato e che da questo lato le precauzioni erano piucché altro soverchie ...
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Confessioni di un Italiano (pagina 250)
di Ippolito Nievo (estratti)
... IN MARE, settembre 1849 La fortuna mi diede compagna d'esiglio una famiglia romana; un padre ancora giovine, di quarant'anni al più, che sostenne cariche importantissime nelle provincie, il dottor Ciampoli di Spoleto, e due suoi figliuoli, la Gemma, credo di diciannove anni, e il Fabietto di dodici o quattordici ... Il mal di mare non è guari né piacevole a vedersi né facile a sopportare; pure con quanta premura la buona fanciulla si ricordava del Fabietto anche durante gli sforzi più dolorosi! Si vedeva che non avea tempo di badare a sé; ed è la stessa che piangeva questa mattina perché un gatto che avevamo a bordo annegò in mare ... Nulla di meglio addita la nascosta presenza d'un Dio che questa immensità azzurra di cielo e di mare che par tutt'una e innalza la mente alla comprensione dell'eterno ... Scommetto che quella canzone fu composta da un pescatore chiozzotto, mentre la bonaccia d'estate arrestava il suo burchio in mezzo all'Adriatico ed egli non vedeva altro che il mare, sua vita, e il cielo, sua speranza ...
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Decameron (pagina 23)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... – 4 Landolfo Rufolo, impoverito, divien corsale e da' genovesi preso rompe in mare e sopra una cassetta di gioie carissime piena scampa; e in Gurfo ricevuto da una femina, ricco si torna a casa sua ... Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d'Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia sì come alcuni altri ... E già nell'Arcipelago venuto, levandosi la sera uno scilocco, il quale non solamente era contrario al suo cammino ma ancora faceva grossissimo il mare, il quale il suo picciolo legno non avrebbe bene potuto comportare, in uno seno di mare, il quale una piccola isoletta ...
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Decameron (pagina 24)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... E messa in terra parte della lor gente con balestra e bene armata, in parte la fecero andare che de' legnetto neuna persona, se saettato esser non volea, poteva discendere; e essi, fattisi tirare a' paliscalmi e aiutati dal mare, s'accostarono al picciol legno di Landolfo e quello con piccola fatica in picciolo spazio, con tutta la ciurma senza perderne uomo, ebbero a man salva: e fatto venire sopra l'una delle lor cocche Landolfo e ogni cosa del legnetto tolta, quello sfondolarono lui in un povero farsettino ritenendo ... E per forza di questo vento addivenne che quella sopra la quale era il misero e povero Landolfo con grandissimo impeto di sopra all'isola di Cifalonia percosse in una secca, e non altramenti che un vetro percosso a un muro tutta s'aperse e si stritolò: di che i miseri dolenti che sopra quella erano, essendo già il mare tutto pieno di mercatantie che notavano e di casse e di tavole, come in così fatti casi suole avvenire, quantunque obscurissima notte fosse e il mare grossissimo e gonfiato, notando quegli che notar sapevano, s'incominciarono a appiccare a quelle cose che per ventura lor si paravan davanti ... Intra li quali il misero Landolfo, ancora che molte volte il dì davanti la morte chiamata avesse, seco eleggendo di volerla più tosto che di tornare a casa sua povero come si vedea, vedendola presta n'ebbe paura: e, come gli altri, venutagli alle mani una tavola, a quella s'apiccò, se forse Idio, indugiando egli l'affogare, gli mandasse qualche aiuto allo scampo suo; e a cavallo a quella, come meglio poteva, veggendosi sospinto dal mare e dal vento ora in qua e ora in là, si sostenne infino al chiaro giorno ... Il quale veduto, guardandosi egli da torno, niuna cosa altro che nuvoli e mare vedea e una cassa la quale sopra l'onde del mare notando talvolta con grandissima paura di lui gli s'appressava, temendo non quella cassa forse il percotesse per modo che gli noiasse; e sempre che presso gli venia, quando potea con mano, come che poca forza n'avesse, la lontanava ... Ma come che il fatto s'andasse, adivenne che solutosi subitamente nell'aere un groppo di vento e percosso nel mare sì grande in questa cassa diede e la cassa nella tavola sopra la quale Landolfo era, che, riversata, per forza Landolfo lasciatala andò sotto l'onde e ritornò suso notando, più da paura che da forza aiutato, e vide da sé molto dilungata la tavola: per che, temendo non potere a essa pervenire, s'appressò alla cassa la quale gli era assai vicina, e sopra il coperchio di quella posto il petto, come meglio poteva, con le braccia la reggeva diritta ... E in questa maniera, gittato dal mare ora in qua e ora in là, senza mangiare, sì come colui che non aveva che, e bevendo più che non avrebbe voluto, senza sapere ove si fosse o vedere altro che mare, dimorò tutto quel giorno e la notte vegnente ... Questi non potea favellare e poco vedea, e per ciò niente le disse; ma pur, mandandolo verso la terra il mare, costei conobbe la forma della cassa, e più sottilmente guardando e vedendo conobbe primieramente le braccia stese sopra la cassa, quindi appresso ravisò la faccia e quello esser che era s'immaginò ... Per che, da compassion mossa, fattasi alquanto per lo mare, che già era tranquillo, e per li capelli presolo, con tutta la cassa il tirò in terra e quivi, con fatica le mani dalla cassa sviluppategli e quella posta in capo a una sua figlioletta che con lei era, lui come un piccol fanciullo ne portò nella terra: e in una stufa messolo, tanto lo stropicciò e con acqua calda lavò, che in lui ritornò lo smarrito calore e alquante delle perdute forze ... E trovato modo di spacciar le sue pietre, infino a Gurfo mandò una buona quantità di denari, per merito del servigio ricevuto alla buona femina che di mare l'avea tratto, e il simigliante fece a Trani a coloro che rivestito l'aveano; e il rimanente, senza più voler mercatare, si ritenne, e onorevolemente visse infino alla fine ...
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Decameron (pagina 32)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Ma pure, come valenti uomini, ogni arte e ogni forza operando, essendo da infinito mare combattuti, due dì si sostennero; e surgendo già dalla tempesta cominciata la terza notte e quella non cessando ma crescendo tuttafiata, non sappiendo essi dove si fossero né potendolo per estimazion marineresca comprendere né per vista, per ciò che obscurissimo di nuvoli e di buia notte era il cielo, essendo essi non guari sopra Maiolica, sentirono la nave sdruscire ... Per la qual cosa, non veggendovi alcun rimedio al loro scampo, avendo a mente ciascun se medesimo e non altrui, in mare gittarono un paliscalmo, e sopra quello più tosto di fidarsi disponendo che sopra la sdruscita nave si gittarono i padroni; a' quali appresso or l'uno or l'altro di quanti uomini erano nella nave, quantunque quegli che prima nel paliscalmo eran discesi con le coltella in mano il contradicessero, tutti si gittarono, e credendosi la morte fuggire in quella incapparono: per ciò che, non potendone per la contrarietà del tempo tanti reggere il paliscalmo, andato sotto, tutti quanti perirono ... E la nave, che da impetuoso vento era sospinta, quantunque isdruscita fosse e già presso che piena d'acqua, non essendovi sù rimasa altra persona che la donna e le sue femine (e quelle tutte per la tempesta del mare e per la paura vinte su per quella quasi morte giacevano), velocissimamente correndo in una piaggia dell'isola di Maiolica percosse ... E quantunque pallida e assai male in ordine della persona per la fatica del mare allora fosse la donna, pur pareano le sue fattezze bellissime a Pericone: per la qual cosa subitamente seco diliberò, se ella marito non avesse, di volerla per moglie, e se per moglie aver non la potesse, di volere avere la sua amistà ...
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Decameron (pagina 91)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... giovani richesti che suoi amici erano, e fatto segretamente un legno armare con ogni cosa oportuna a battaglia navale, si misse in mare, attendendo il legno sopra il quale Efigenia trasportata doveva essere in Rodi al suo marito ... La quale, dopo molto onore fatto dal padre di lei agli amici del marito, entrata in mare, verso Rodi dirizzaron la proda e andar via ... Cimone, il quale non dormiva, il dì seguente col suo legno gli sopragiunse, e di 'n su la proda a quegli che sopra il legno d'Efigenia erano forte gridò: “Arrestatevi, calate le vele, o voi aspettate d'esser vinti e sommersi in mare ... Alli quali Cimon disse: “Giovani uomini, né vaghezza di preda né odio che io abbia contra di voi mi fece partir di Cipri a dovervi in mezzo mare con armata mano assalire ... Egli non erano ancora quatro ore compiute poi che Cimone li rodiani aveva lasciati, quando, sopravegnente la notte, la quale Cimone più piacevole che alcuna altra sentita giammai aspettava, con essa insieme surse un tempo fierissimo e tempestoso, il quale il cielo di nuvoli e 'l mare di pistilenziosi venti riempié; per la qual cosa né poteva alcun veder che si fare o dove andarsi, né ancora sopra la nave tenersi a dover fare alcun servigio ... Alla qual cosa la fortuna fu favorevole e lor perdusse in un piccolo seno di mare, nel quale poco avanti a loro li rodiani stati da Cimon lasciati erano con la lor nave pervenuti; né prima s'accorsero sé avere all'isola di Rodi afferrato che, surgendo l'aurora e alquanto rendendo il cielo più chiaro, si videro forse per una tratta d'arco vicini alla nave il giorno davanti da lor lasciata ... Costoro udendo questo lietissimi, presi molti degli uomini della villa, prestamente furono al mare; e Cimone, che già co' suoi disceso aveva preso consiglio di fuggire in alcuna selva vicina, insieme tutti con Efigenia furon presi e alla villa menati; e di quindi, venuto dalla città Lisimaco, appo il quale quello anno era il sommo maestrato de' rodiani, con grandissima compagnia d'uomini d'arme, Cimone e' suoi compagni tutti ne menò in prigione, sì come Pasimunda, al quale le novelle eran venute, aveva, col senato di Rodi dolendosi, ordinato ... Efigenia da molte nobili donne di Rodi fu ricevuta e riconfortata sì del dolore avuto della sua presura e sì della fatica sostenuta del turbato mare; e appo quelle stette infino al giorno diterminato alle sue nozze ...
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Fior di passione
di Matilde Serao (estratti)
... La freschissima brezza marina entrava dalle quattro finestre di quel lungo salone: appoggiato alla finestra, Fulvio guardava il mare, come assorbito ... Ma un delicato suono di mandolino entrò dalle finestre che davano sul mare: le risa tacquero, tutti tesero gli orecchi ... Nero era il mare, nella notte nera: altissime, tremolavano le stelle, sul cielo nero ... Attraverso l'oscurità del mare una barchetta passava, portando a prora una fiaccola sanguigna che si rifletteva nell'acqua e vi metteva una vampa: sulla barchetta qualcuno suonava il mandolino, ma non si distingueva chi fosse; qualche cosa biancheggiava, come il vestito d'una donna, E la facella sanguigna rifletteva la sua luce nel mare, e il mandolino invisibile si lamentava e l'ombra bianca era immobile, e la barchetta filava; un silenzio aveva colto la lieta brigata ... Ma gli amici e le amiche rientravano nel salone: si combinava, per la sera seguente, una gita per mare, con due barchette, con musica ...
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Marocco (pagina 36)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Strade, coperte; giardini, coperti; riva del mare, coperta; mare, coperto; tutto verde, tutto in moto, vive, morte, marcie, puzzo, peste, carestia, maledizione del cielo!—Così infatti accade ... La sola forza che può liberare il paese da questo flagello, è un vento favorevole che le spinga nel mare, dove s’annegano, e vengon poi, per parecchi giorni, rigettate a mucchi sulle coste; e il solo conforto che rimanga agli abitanti quando il vento favorevole non soffia, è di mangiare, come fanno, le loro nemiche, prima che abbian deposte le uova, bollite e condite con sale, pepe ed aceto ... Hanno un sapore di granchiolino di mare e se ne possono mangiare fino a quattrocento in un giorno ...
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Marocco (pagina 72)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... —Bahr-el-Kibir!—(Il gran mare) esclamarono alcuni soldati ... Altri dissero:—Bahr-ed-Dholma!—(Il mare delle tenebre) ... La città non ha dentro altro di notevole che una piazza di mercato circondata da piccoli portici sorretti da colonnine di pietra; ma vista dal porto, tutta bianca sul verde cupo della collina, stretta in una cerchia di alte mura merlate d’un fosco color calcare, riflessa dalle acque azzurre del fiume, sotto quel cielo limpido, presenta un aspetto grazioso, e malgrado la vivezza dei colori, quasi malinconico, come se facesse pietà il veder quella gentile città così sola e silenziosa su quella costa barbaresca, dinanzi a quel porto deserto, in faccia a quel mare immenso ... Il poveretto stava così coricato a traverso la mula, colla testa spenzoloni, col corpo inarcato, col sole negli occhi, e in quella maniera era venuto da Karia-el-Abbassi e doveva andare a Tangeri! E in quella maniera sono trasportati nel Marocco tutti i malati che non han denaro da noleggiare una lettiga e due mule, e fortunati coloro che possono almeno ficcar la testa in una bisaccia! Dalle colline discesi sulla riva del mare ...
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Marocco (pagina 73)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Tirava un ventolino fresco e una nuvola nascondeva il sole, era una passeggiata deliziosa; ma continuando a crescere la marea, e restringendosi man mano quel po’ di strada sabbiosa su cui camminavamo ad uno ad uno, ci trovammo ben presto imprigionati fra il mare e le colline rocciose che pendevano quasi a picco sul nostro capo, e costretti a camminare fra gli scogli, contro cui si venivano a frangere le onde ... Costui ci fece girare intorno alla collina e ci menò a traverso una macchia fittissima di quercie nane, di cisti, di betulle, di sugheri, di ginestri, d’arbusti d’ogni sorta, per mille avvolgimenti di sentieri scoscesi, fra i macigni, fra le spine, nel fango, nell’acqua, al buio, in recessi dove pareva che non fosse mai penetrata una creatura umana, e sempre ridendo, ci ricondusse, dopo un lungo e lentissimo giro, scorticati e stracciati, sulla riva del mare, dove rimaneva ancora un po’ di spazio libero dalle acque ... Qui la carovana non essendo ancora arrivata, la spiaggia era deserta, e camminammo per un pezzo non vedendo altro che cielo e mare, e il piede delle colline ripidissime che, formando tanti piccoli seni successivi, ci nascondevano l’orizzonte dinanzi e alle spalle ... In alcuni punti il sentiero correndo sull’orlo del monte tagliato a picco, vedevamo sotto, a una grande profondità, il mare che flagellava gli scogli, e un lunghissimo tratto di spiaggia, in cui si stendeva a perdita d’occhi la carovana, e l’immenso orizzonte dell’Oceano azzurro picchiettato di macchiettine bianche da qualche lontano bastimento a vela ... I monti per cui ci avanzavamo formavano colle loro cime schiacciate un vasto piano ondulato, tutto coperto d’alti arbusti, dove non si vedeva alcuna traccia di coltivazione, nè una cuba, nè una capanna, nè una creatura umana, e non si sentiva altro rumore che il mormorio fioco del mare ... Scendendo verso il mare scoprimmo lontano fra gli alberi un gruppo di cavalli e d’uomini accovacciati, i quali, appena ci videro, si rizzarono in piedi, saltarono in sella e si diressero verso di noi, distendendosi sopra una sola linea in forma di mezzaluna, come se volessero impedirci di fuggire per una scorciatoia verso la città ...
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Marocco (pagina 74)
di Edmondo De Amicis (estratti)
... Ci dirigemmo dunque tutti insieme, girando intorno alla città, verso la riva del mare ... Ah! se m’avessero visto, in quel breve tragitto, l’Ussi e il Biseo! Quanto dovevo esser pittoresco io, rappresentante d’Italia in groppa a una mula, con una ciarpa bianca attorcigliata intorno al capo, seguito dal mio stato maggiore composto d’un cuoco in maniche di camicia, di due marinai armati di bastone e d’un moro stracciato! O arte italiana, quanto hai perduto! Arzilla, Zilia dei Cartaginesi, Julia Traducta dei Romani, passata dalle mani di questi in potere dei Goti, saccheggiata dagl’Inglesi verso la metà del decimo secolo, rimasta per trent’anni un mucchio di sassi, poi rifabbricata da Abd-er-Rhaman ben Alì califfo di Cordova, posseduta dai Portoghesi e ripresa dai Marocchini, non è più che una cittaduzza di poco più di mille abitanti tra mori ed ebrei; circondata, dalla parte di terra e dalla parte di mare, da alte mura merlate, che cadono in rovina; bianca e quieta come un chiostro, e improntata, come tutte le altre piccole città maomettane, di quella ridente malinconia, che fa pensare al sorriso d’un moribondo, il quale goda di sentirsi mancare la vita ... L’Ambasciatore, il viceconsole, tutta la gente della legazione ci accompagnò fin sulla riva del mare ...
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Mattinate napoletane
di Salvatore Di Giacomo (estratti)
... Tutta la vita grama di questi lavoratori del mare s'agita ripullulando, in case buie, profonde, umide ... Un tristo e schifoso spettacolo, poco lontano dall'azzurro, divino spettacolo del mare, innanzi al quale la mia mano freme sulla tavolozza ... Fu in una di queste fermate che una donna sui trent'anni, piccola, bionda come tutte le figlie del mare, mi chiamò sulla soglia di casa sua, nella via, e mi chiese, sorridendo, se volessi disegnarla ... Rimasi sorpreso: avevano dunque capito, questi del vicolo Giganti, che mestieraccio facevo? —Io vi disegnerò, bella bionda,—le risposi—ma com'è che sapete ch'io disegno? Ella mi disse che passavano sempre per quella via de' giovanotti, i quali andavano a disegnare le barchette e il mare e i pescatori; ognuno di loro portava sotto il braccio un cassettino come il mio, nelle mani i pennelli e in testa un cappelluccio a cencio, come il mio ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 45)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Ditelo anche a Laura", mentre alle loro spalle Bessanesi esclamava: "Ecco il mare, ecco il mare! Thalatta, thalatta!" ... Non era il mare la sterminata pianura che appariva per l'uscio aperto della sala, laggiù nell'Oriente, fasciata in giro al curvo confine del cielo di freddi vapori; ma tutti lo sentivano il mare, in quel fosco, profondo Oriente, e Bessanesi chiedeva se qualche volta non se ne vedessero, splendendo il sole o la luna, scintille ...
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Rinaldo (pagina 31)
di Torquato Tasso (estratti)
... l'estremo schermo col suo compagno andarsi egli a salvare, perch'indi a l'elemento asciutto e fermo si credea breve spazio esser di mare, e s'era trasportato in quel primiero la spada, il bel ritratto e 'l buon destriero ... Viene ogni marinar pallido e bianco: pur, a ciò che 'l naviglio non s'affonde, o tenta d'impedir la strada al mare, o 'l legno vòta pur de l'acque amare ... 58 Rari, e que' rari in vari modi allora veggonsi i notator per l'ampio mare: quegli alza un braccio sol de l'onda fuora, questi col sommo de la fronte appare; altri mostra le gambe e in breve ancora scorgonsi quelle poi sott'acqua intrare; s'afferra altri a lo scoglio, altri ad un legno, altri fa del compagno a sé ritegno ... 61 Da l'altra parte il buon figliuol d'Amone per aitarlo e forza ed arte adopra, e sovente se stesso in rischio pone, ma riesce al desir contraria l'opra: ché 'l mare al suo disegno ognor s'oppone, e par che quello ormai nasconda e copra, onde in Rinaldo il duol cotanto cresce che quasi la sua vita omai gli incresce ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 15)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... Le altre due sorelle Marri, Corinna e Irma, a braccetto, presero per un senteruolo che guidava a un punto ove si poteva godere la vista del mare ... Il vento di mare soffiava forte ... Il sole tornò a sfolgorare su la spiaggia deserta, su 'l mare che veniva a la riva con l'onda grossa e sbuffante e si scioglieva su la ghiaia fremendo in un lieto scrosciare di spuma ... Apparve su 'l mare, a poca distanza dalla riva, un burchiello da pescatore ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 18)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... Lì sotto un rosaio incolto, bianco di fiori, giaceva Carolina del fornaio, sua compagna d'infanzia, che il mare aveva buttata a riva annegata, dopo una tempesta ... Quando uscì dal cimitero, il sole s'era ritirato nel brusco tramonto, segnando una riga di fuoco giù, in lontananza, nel punto che il cielo pare si abbassi a congiungersi con il mare ... C'era una nave nel mare burrascoso con passeggieri e marinai in atteggiamenti disperati, che le risvegliavano in cuore l'antica pietà per i naufraghi immaginari; c'erano antri con bestie favolose, villaggi abbattuti da terremoto, graziosi angoli verdi con gente tranquillamente raccolta ... Il mare appena agitato dalle onde morte, pareva dormisse sotto le stelle ... Dalla finestra di fianco al suo letto, Lucia stette a vedere le nuvole rosee che gettavano su 'l mare una luce fantastica, finchè, lentamente, il sole, sfolgorante, grandioso, ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 19)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... illuminò maestosamente il mare, i monti, in distanza; ogni cosa ... A che cosa serve? La giornata ora smagliante di sereno; non una nuvola in cielo; il mare a pena increspato, l'aria biancastra, troppo piena di luce ... Su 'l mare in calma, nelle barchette, che si staccavano dalla riva dello stabilimento, spiccavano nella luce dorata, signore e signorine nei loro capricciosi costumi, con in testa gli ampi cappelloni bianchi, e i giovinetti, che lo accompagnavano, quale a cavalcione della prua, quale ritto in poppa, altri con il remo vogando ... Dopo un istante la fanciulla precipitata in mare, riapparve, agitò una mano; sarebbe ripiombata a fondo se un nuotatore non l'avesse prontamente sostenuta e tratta a riva ... * * * Il mare era sconvolto dalla tempesta ...
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Romanzo d'una signorina per bene (pagina 21)
di Anna Vertua Gentile (estratti)
... *
* *
La notte era splendida; non ci mancava nulla; nè pure la luna che batteva la sua mite luce bianca su 'l mare tranquillo ... Si trattava d'una serenata in mare ... Da tutta quella gente, che avevano ammirato, corteggiato e invidiata la bella signorina Ferretti, nella gioia di quell'ora, nell'estasi di quella musica, fra il mare luccicante al chiaro di luna e il cielo fitto di stelle, non si staccava un sentimento di mesta tenerezza per l'assente inferma ... I vaporetti e le barche della serenata, toccando riva, diedero il saluto al mare, a la notte stellata, con una mesta barcarola suonata con maestria ... Dal mare fumava un tenue vapore bianco che si andava inalzando in forme capricciose nella luce rosea e si perdeva nel vuoto ... L'immensità del mare le metteva in cuore la commozione; elevava il suo sentimento, la faceva pensare al povero Cecchino ...
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Storia di un'anima (pagina 28)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... SCHIZZI DAL MARE —— ACQUERELLI ... Se desiderate, leggete: «Il paese compreso fra il Varo e la Magra, fra l'Alpi, l'Apennino e il mare chiamossi anticamente Liguria, e Ligustico il mare interposto fra le amene sue rive e la Corsica ... Mi trovavo dunque infelice, e perchè? Ma l'acque fragorose dicevano;—Che sono le tue lagrime per il corso nostro? Noi andiamo al mare ... Due ore dopo, alla mia destra, al di là di un paese coi tetti di lavagna e le torri delle fucine fumanti come la gola di Vulcano,—io vidi il mare! Che contemplazione fu la mia! Il mare! Era di un azzurro intensissimo: si confondeva all'orizzonte con una zona lucente: finiva alla spiaggia colla catena mutabile delle onde, che si gonfiavano colle loro crespe spumanti, piene di guizzi, di luce… ...
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Storia di un'anima (pagina 29)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... E faccio conto che vi sono circa a trenta baracche o cabine, allineate verso il mare, coperte di tela, e questa rare volte è comperata e tagliata apposta, ma spessissimo staccata da un albero da paranzella, perchè già troppo stirata ai quattro venti: fors'anche bucata? Oh allora… ... Scappa, scappa, santo Antonio dalle tentazioni! Tra la quindicesima e la sedicesima baracca, press'a poco, vi è tanto spazio da collocare due panche e sette od otto scannelli di Chiavari, e da fare, spiegando a cielo una tenda a liste bianche e turchinicce, un'anticamera al mare e un verissimo bagno a vapore ai poverini, alle poverine, che hanno la sventura di aspettare ... Qui è ritto un palo bianco che porta una bandiera coi tre colori sul campo giallo dato dalla spruzzaglia del mare, dal sole, dalla pioggia ...
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Storia di un'anima (pagina 30)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Intanto voglio usare l'ultime gocce che m'ho sulla tavolozza, e dipingo;—di faccia il mare, a tre strisce, una verde oscura, come una pineta, l'altra paonazziccia, l'altra celeste: l'aria limpidissima: di qua e di là i monti tutti innondati di sole ... Dall'alto io contemplo il mare! Non mi volgo a sinistra, ove il fumo della locomotiva si addensa candidissimo nell'atmosfera velata che incombe alle nere officine, il fischio stride insistente tra le fitte case e il suono delle ruote, si mischia a quello delle industrie frementi ... Nè mi volgo a destra, ove, al di là del castelluccio di santo Andrea, in mezzo al vasto fragore dell'opere fabbrili, ecco sul curvo lido i poderosi carcami dei bastimenti nel cantiere e le bianche trabacche pei bagni e le macchiette affaccendate intorno alle barche, cui striscia l'irrequieta frangia del mare ... E contemplo giù il mare! Rammento il varco tra le due corna estreme, le foglie lacerate degli aloè, le tenaci erbette grasse col fiorellino giallo, gli scheggioni di quelle rupi, e giù la scogliera e la spiaggia ... —Ecco il mare! Ecco i capi sporgenti degli scogli arrotondati dal lavoro eterno ed alterno, l'immenso flusso che investe, il franto riflusso che rota ... Rammento i tuoi grigi pennacchi che venivano sulla varia superficie del mare, venivano incalzandosi e sfioccandosi: rammento il tuo gonfiare, il tuo colmo trasparente-verdiccio, e il concavo lenissimo: rammento la furia del voltolarti, la spuma bollente e il fragore del muggito, il torrente bianco che s'allargava sulla ghiaia, dibattendo le ondine, sommovendo i ciottoli, e i mille rivoletti che ridiscendevano con trosce lucenti, rigando la spiaggia a seconda del vento ... E forse l'aveva la piazzuola dinnanzi, e la piazzuola colle siepi di rosai guardava il mare: e le belle fanciulle, sfilando alla sacra portella, si rivolgevano, pregando e sospirando, all'azzurro scintillante ... Oh le campane squillavano annunziando:—Nasce il sole ed è l'amore del creato! Al mattino, essendo appena imbiancato il tenebrore dallo schiarirsi dell'oriente, il mare era placidissimo ... Se io fossi pescatore, mi sceglierei quella casetta tutta bianca che guarda il mare, vorrei quella barca impeciata che al sole luccica, come se fosse d'argento, andrei alla spiaggia, cantando la canzone gaia e spensierata ...
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Storia di un'anima (pagina 31)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Néto passeggiava sul lido, e guardava il mare ... Barchetta è una barcona: la barcona è una donnaccia: la donnaccia è la maggiore azionista delle baracche a mare, quella che alla spiaggia reca alle bagnanti le lenzuola, sbatte ai bagnanti le mutande ... La donnaccia sacramenta coi marinai quando è mal tempo, e quando è buono storce gli occhietti fra quei quattro peli di qua, di là, a sommare gli avventori: ha il saluto per chi viene alla spiaggia a fare il bagno, non per chi, già fattolo, se ne va: si dà colle mamme a persuadere i bimbi ritrosi che là sotto l'onda ci sono i pesci d'oro, e i pesci d'oro alla sera portano ai buoni un bastimento con tanti marinai, tanti cuochi, tanti cannoni; fugge le nonne austere che non vogliono bagnare la loro autorità: porge il cappellaccio e le scarpe alla marchesa: fa la sorda alle chiamate un po' volgari: promette sempre mare tranquillo fino a settembre: consiglia il bagno breve, ma la cura lunga: solleva dieci tele e si caccia, nè insidiosa, nè insidiata, nelle baracche, vede e non vede… ... O amanti pallidi, che alla mattina venivate al mare sotto un solo ombrellino, facendovi vento con un solo ventaglio, sorridendo con un solo sorriso consapevole, ah! era proprio l'onda che colle sue luci guizzanti vi aveva abbattuti gli occhi e la ghiaia che vi dava l'andatura stanca, proprio il vento che vi aveva scomposti i capegli e la brezza della marina che vi scoloriva i labbrucci? Ah? O felicissimi, alla sera vi stavate alla spiaggia, seduti in disparte, su una sola panca, anche su un solo scannello, contemplando il mare, contemplando il cielo ... Sporgono al di sopra del muro, di lontano, le alberature nude, le vele appuntate, e le banderuole a fiamma delle barche peschereccie; di lontano s'ode la voce del mare ... Il pescatore che è morto aveva in prora alla sua barca la poppatola della Madonna, in collo la medaglietta di Savona, dava i pesci di livello al curato, andava alla chiesa, si segnava colla santissima acqua del mare ... La chiesa ebbe funerali e battesimi: il mare tante volte con una striscia placidissima, lucente, appena sfiorò la sabbia, baciando i piedini alle fanciulle che cercavano nicchi e coralli, e i pescatori dissero:—Domani lasceremo giù tutte le reti ... O felicissimi, che alla sera contemplavate il mare, contemplavate il cielo, ho a dirla?… Quando la filatera dei bimbi chiassosi vi saltellava vicino, voi vi pigliavate il meno restio, il più bello, l'elegantissimo, tutto vestito di bianco ricamato, colla fascia di seta azzurra, il cappellino alla marinara, e col fargli scattare sul nasino la cassa dell'orologio o col chiudergli di botto il ventaglio profumato sotto il mento, subito l'innamoravate delle vostre ginocchia, sì da poterlo baciucchiare e lisciare coll'invidia più carina ...
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Storia di un'anima (pagina 33)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... O fanciulla, fanciulla, mia bionda fanciulla! Quand'io, melanconico e sorridente, vorrei dirti:—Vieni al mare! Ti mostrerò il cielo su cui si smorzano l'ultime stelle, e tu mi dirai le tue poesie d'Iddio e dell'amore!—in quell'ora in cui il tremolio antelucano dei colori aperti bacia nell'anima i desideri castissimi, il pescatore grida alla sua donna:—Su, rappezziamo le reti ... Nella barca si drizza uno stendardo di reti: le maglie rossastre dondolano fiaccamente sulle sfondo de' monti, del cielo, del mare, tutto d'un cangiante celestognolo che ai primi raggi si spolverizza d'oro da ventiquattro carati… ... Sia che il mare si discostasse dalla spiaggia, depositando un guanciale arenoso, sia che Adriano o Antonino o Augusto quivi dessero mano a lavori suntuosi per continuare la strada Emilia Ligustica, il fatto è che la città s'accomodò sul lido, prese il nome di Vado, crebbe, si stemmò poi colla mitria arcivescovile e… ... In fondo, alla spiaggia, i colori più caldi sono come ruvidamente tagliati fuori dal quadro da una spranga di turchino buio, azzuolo, più che azzuolo, dal mare che a st'ora addensa un colorone, quale non è su alcuna tavolozza ... O mare! o cielo! o sole! E voi, Aquiloni della Grecia, Marôut dell'India, Keroubim della Giudea! O vento del Gulf Stream, vento elettrico del Giappone, vento dell'equatore, pampero del Chilì, harmattan dei Cafri! Mare, dove ti perdi? Tu, cielo, quanti dii alberghi, all'insegna del sole, delle stelle e della luna piena?… Voi, venti, quante preghiere dissipate nella pazza vastità degli spazi? Vorrei sedere alla spiaggia… ... Se alla sera fossi ancora alla spiaggia, colla fanciulla dai nerissimi capegli, pregherei il mare che mi strappasse anche il corano e le speranze! Tuffatevi, Uri, tuffatevi: se m'aspettate oltre tomba, avvinghiandomi, fareste crecchiare un bel carcame! * * * Che aria arroventata! Che colori taglienti! Che scabbia m'ho indosso!… Dove sono i miei acquerelli? Vorrei stemperarli nel rhum!… Intanto vi racconterò un'istoria, intanto che l'omnibus trotta, trotta, trotta ... Il mare!… Venite, o poeti, giullari dell'ignoto: venite, o filosofi, perpetue gocce, che non cavant lapidem misterii: sibille, ossessi, dogmatici, pittori, idealisti, realisti, ed ubbriachi… No! nessuno di voi venga: di nessuno ho bisogno per abbuiarmi la mente: è già tutta una cappa di caligine: le vostre lingue di fuoco, passandovi, v'hanno lasciato un negro bacio ... Facciamo un falò di tutte le bugìe delle scienze e dell'arti: sarà il faro a chi viaggia sull'immenso mare ... Quanta vanità! Il mare!… È bello: ma a lui tendo le braccia invano ... Su, su, allegria! E tu cantami, chè voglio essere assordato, tappami gli occhi, rubami quel libro di poesie e di sorrisi… Mare turchino buio, azzuolo, più che azzuolo: tinte ubbriache… ... Ma come stridi, marinara, che ti sei fatta mesta? Questo è latino di chiesa? Canti così? Sei consorella? Non voglio più sorelle! Cambia tono, e vinci la tinta del mare colla voce… ...
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Storia di un'anima (pagina 34)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Se alla sera fossi ancora alla spiaggia colla fanciulla nerissima, pregherei il mare che ci sguazzasse un po' ... Che sbuffi da cratere! Che luna color di rame! Che bruciaticcio di fornace! Oh poveretto me! non ho abbozzato una macchia: il mare avvalla, la spiaggia si slontana… ... Vi è un'ora in cui la spuma del mare si fa cinerea, pare densissima e senza luci ... Se il vento sperdesse l'anima sui colmi dell'onde, se i minimi rimasugli vanissero all'infinito!… Non è la morte, non è la distruzione, non è il funerale! Senza cataletto, senza chiovi e segatura, senza la marmaglia dei parenti, le torce, le portinaie e i numeri del lotto! Mormora il mare d'intorno: e sopra l'altissimo cielo fonde gli azzurri… Pace, pace: nulla sul mare, nulla in cielo: non una barca favolosa che raccolga l'anima pellegrina per portarla a nuovi lidi, non l'angiolo sognato che aleggi per me… E perchè mai? Qual fanciulla piangerebbe?… Nulla sul mare: nulla vi è in cielo ... L'alga, dolcemente sospinta dal fiotto del mare, venne, venne, venne, e fu portata alla spiaggia ... Il mare finisce con una lista nera di lavagna: l'aere giallo-infaonato al basso si colora d'un riflesso di luci crocee, all'alto si stinge nella dispersione dei cieli… ... Il mare! giù, oltre la valle, come una fascia scintillante tra i vani delle ...
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Storia di un'anima (pagina 35)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Oh mare d'acqua benedetta! Insidiosa d'ozi e d'amori, bellissima riviera genovese! Anch'io ascesi la gradinata, mi fermai sulla piazzuola, anch'io venni su per la salita alla chiesina del marinaio… ... Oh con chi parlava? * * * Stando io sulla piazzuola e guardando innanzi, vedevo in fondo alla portella paonazziccia per l'incenso un lumicino, e guardando indietro, indovinavo nella zona nebulosa, che a sera fonde e mare e cielo, un altro lumicino ... O monachelle, io penso che, dal chiostro passando alla chiesuola, nelle stellate notti primaverili, io penso che a tante di voi, tra le lagrime di consunzione, nella preghiera inavvertita e confusa nel canto delle compagne, collo strascico delle tarde litanie, il vostro lumicino dell'altare parve la piccolissima facella accesa dal pescatore a sera, quando voi, gioconde marinarine di un dì, candide e furtive nuotatrici dell'ora bruna, avevate la croce al collo e non sul cuore, croce d'argento e non croce di spini: la facella spiata nell'attesa soavissima e impaziente! O pescatori, io penso che il vostro lumicino di prora vi fa pregare ed è come posto dinnanzi ad un altare, se la barca è drizzata al paesello, alla casuccia, forse alla finestra di lei, se il tuffo ninnante dei remi, al sussurro sospiroso del mare spianato, s'accompagna alla canzone che non suona, ma che blandisce il desiderio della fantasia ... Mare e cielo ... L'acqua del mare giace bigia e tranquilla, e sembra tratto tratto alzarsi con una oscillazione sola, vastissima, dispersa ... Mare e cielo! Vorrei correrli tutti! Essere un'onda spinta e risospinta, per vagare e vagare, per mutarmi in un fiocco di spuma al collo di un'ondina, e formare una collana di perle: essere un millimetro cubo di gas, per vagare e vagare, e correre ad accendermi vicino alle stelle d'Iddio… ... Pavoneggiarmi un minuto, esser bello, adorare il Paganesimo, adorare il nostro Ieova, aver veduto il mare, il cielo… ... Il mare ha coscienza di questa sua poesia? e il cielo?… La massa salsa ed amara è la stupida materia: non insulto la luna, le stelle e lo spazio inafferrabile dove neppure i palloni sanno approdare, ma… ... Deserto è il mare: deserto è il cielo: deserta l'anima mia ...
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Storia di un'anima (pagina 38)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Chi può avere scritto? —Si ricorda, marchesa, di quell'artista che a Vado andò in omnibus, chiacchierò tanto e poi perdette l'albo? Il vento l'avrà portato al mare, quell'albo, l'avrà sfogliato, disseminando le confessioni su per l'acqua… ... O Zena procace, dall'Aquasola dominatrice del mare e dei colli di Albaro e degli orti del Bisagno! Zena, gemmata di ville da Portofino ad Arenzano, sullo sfondo degli argentei uliveti o delle montagne boscose, con tanto azzurro di cielo da darlo a scialacquare a mille poeti! Zena, aperta al libeccio che da Spagna ancora spira l'alito infocato dell'arabe fanciulle nel sangue de' tuoi figli Sabazi, internali, ingauni e genuati ... Io voglio l'aria, il cielo, il mare! Io voglio amare!… Amo voi, o marinai di Zena, che storicamente ancora intarsiate nel vostro dialetto tante parole arabe, spagnuole, greche e francesi; amo voi, o vele, o chiglie, o coste rivestite di bordature, impernate, calafatate, colle fodere di rame, o alberature sorelle! Ah! so che colle vostre bestemmiacce, colle tinte sudice e coi rappezzi grossolani come quelli sulle tonache dei frati, colle corde bisunte, colla cifra fatta in catrame e la solita [ancora] GENOA, coll'odore di mare salato, voi fugate la poesia a mille miglia lontano a rimbellettarsi su qualche paio di labbra di corallo, a incipriarsi su qualche collo d'alabastro… ... C'è una bella scapigliata, con grand'occhi acuti, senza rimario sotto le ascelle, senza svolazletti, la penna d'oca e l'elmo di Minerva, c'è una giovinetta che s'asside anche all'ombra delle vele, viaggia coi marinai e mangia il pane duro, conta i soldi e canta Dio e il mare ...
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Storia di un'anima (pagina 39)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Sull'immenso sfondo verdognolo azzurro nereggiano gli scafi snelli dei mille bastimenti: e sugli scafi s'inclinano i bompressi, si drizzano i bassi alberi, gli alberi di gabbia, quelli di pappafico e l'aste: le sartie s'appoggiano alle gabbie, i pennoni recano il velame arrotolato, e le corde, le puleggie delle manovre dormenti e delle correnti formano gli apparecchi altissimi dei lucrosi saltimbanchi del mare ... Come hanno giocato in alto mare! Lo sanno i marinai che hanno appeso quindici o venti voti al santuario di Savona, o i marinai che hanno appeso il loro sacco d'ossa ai corallumi del glauco cimitero ... Io vorrei dirvi il giuoco dei riflessi del cielo e del mare, le bolle delle aspergini tranquille, gli scherzi dei vermi marini sulla costa, le gradazioni ... La locomotiva su un argine ripiglia fiato rapidamente ed urta i vagoni a specchiarsi in mare ... La scena, o signori, è unica, e l'entrata gratis; vedete:—il mare, il progresso, e su il guadagno, e su ancora la poesia, e su ancora il sole che ride di tutto ... Avevo già novant'anni, o messeri, e madonne, ed io, cintrago, l'ho veduto l'architettore! Era l'Embriaco, guerriero di terra e di mare, consolo ed artista ... E poi passarono gli anni! Un giorno sotto queste vôlte, che accolsero le reliquie conquistate a Mirrea e il sacro catino a Cesarea, sdegnosamente si ricusò il giuro di fedeltà a Federigo imperatore!… E un altro giorno si confermò Simone Boccanegra! Quante glorie di dogi! E in un tempo funesto cinquanta fanciulle vestite di bianco, recando l'ulivo, imploravano pace da Luigi XII! E dirò ancora:—Andrea Doria fu insigne sul mare: Ambrogio Spinola conquistò le Fiandre: Megallo Lercaro rappresenta la forza dei traffici e delle colonie di san Giorgio benedetto ...
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Storia di un'anima (pagina 40)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... A quei tempi c'era l'incisione scrupolosa che vi dava l'idea dell'infinito mare con mille o mille dugento righe orizzontali e digradanti ... La città si vedeva chiara e netta, come una mappa: sulle terrazze dei palagi c'era l'A, B, C, D: nel cartellino poi appiccato sul mare si leggeva la brava spiegazione dell'A, B, C, D… ... Oh poesia strapotente del cielo e del mare! Oh vita mia! Oh liberi sogni d'artista! Se poi… ... * * * O Genova! o Genova! Chi può mai descrivere i tuoi palazzi di via Balbi, della Nunziata, della Nuova o della Nuovissima, e le casette a otto piani nelle strettucce che sembrano scolatoi al mare? Chi ti dirà il nobile effluvio dei cedri e il plebeo fetore del baccalà; la splendida pace dei pensili orti e l'arrabattarsi lucroso nel porto: la vita opulentemente stanca nelle sale d'ozio e la insaziabile voluttà della marmaglia saettata dal sole: la bianca melanconia degli atri, degli scaloni, delle corti solitarie e l'immensa gazzarra delle mille navi? Chi dirà, in qual reggia, in qual sala dipinta da Guercino, Van Dik e Bubens, cento cavalieri e quaranta dame furono convitati magnificentissimamente, serviti con piatti d'argento e d'oro, e i piatti ammucchiati a formare tante colonne fino alla volta: e chi descriverà la cena del pollivendolo, il tozzo rosicchiato, sotto l'incarco d'una gabbiona pidocchiosa e insudiciata? Ma da che parte si deve incominciare? —Venturi non immemor ævi—Sibi et Urbi—è scritto sui potenti fastigi: Lodovico XII diceva ai patrizi di San Giorgio: «Voi siete meglio alloggiati di me:» e lo dicevano Carlo V e Filippo II ... Nei vestiboli lastricati di marmi o s'adagia un larghissimo scalone, coi lioni maestosi, veglianti sui piedestalli, oppure un velo d'acqua frescamente scende a bagnare le muscose spalle di due cariatidi reggenti la conchiglia, oppure tra le colonne appaiate scintilla, come sfondo, l'azzurro mare e il cielo secato dagli apparecchi aerei delle infinite alberature ...
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Storia di un'anima (pagina 41)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... È la padrona del palazzo che tornava dalla messa e ascendeva al sommo terrazzone… O logge aeree, o grotte verdiccie; ultimi fastigi su cui trionfa lo stemma, primi gradini col salve! O fiori che vedete il mare, marmi che riflettete il cielo!… Donna, che mi appari, più formidabile del Doria, appoggiata alla colonna, a cui già concessero le spalle la mamma, la nonna, la bisnonna, fervidissima stirpe: o donna, sei padrona del cielo, del mare, dell'infinito, dell'invisibile! Andrea Doria nel classico suo palazzo fuor di Porta San Tomaso accoglieva Carlo e Filippo re e la loro corte, e li faceva servire a suono di fischietto, come se egli fosse sulla sua capitana ... Tu accogli me, come se tu fossi nel tuo regno e comandami col tuo riso… Non sono imperatore, nè grande, nè poeta! E tu hai il riso del tuo regno, del cielo, del mare, dell'infinito, dell'invisibile!… Io servirò te… Andrea fischiava due coronati e ben faceva: tu fischi me colla gola del serpente ... Le stelle più poetiche delle notti estive, le stelle inseguentisi con velocissime curve, le soavi luci cangianti che scorrono al bacio d'argento del mare! E il mare rispondendo al cielo sussulta, e dove le crespe sue accarezzano i fiori, fiori della spiaggia, fiori delle profondità, ogni ondeggiamento porta un gorgoglio—Amore!—ed ogni gorgoglio una spruzzata di perle… ... Aspetteremo una notte senza luna e senza stelle, a mare cupo, a pace di cimitero ... Solitudine vastissima! E coi remi accarezzeremo il mare, e volgeremo le vele al vento, sì da farle crepitare come se baciate insistentemente, e petalo per petalo, o poeta della notte, sciuperemo i fiori della corona ...
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Storia di un'anima (pagina 42)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... A lume di luna, che ti rende macchietta mestissima, che fai? Colle gambe nell'acqua, che ti pone intorno alle ginocchia un anello oscillante d'argento, che guardi? Colla camiciuola al basso già inzuppata, che alle mamme cittadine fa pensare al raffreddore (che non verrà), che cosa spii? Spii il mare: vuol mettersi al buono ... E l'osteria di solito è posta al canto della via principale e di un tragetto: quella fornisce i bevitori mulattieri che si assetano sulla strada da Savona a Genova; questo che fra due murelli d'orti va al mare, dà i pescatori e i lavoranti del cantiere ... Invidiate il marinaio: l'ossa sue, rotolate nei fondi glauchi, hanno posa di quando in quando, cullate dalla voluttuosissima vegetazione del mare: le vostre si corrodono tra gli scheggioni quelle non pagano il nolo della requie; le vostre su un bisunto libriccino e sul cartone dell'offitium hanno fatto notare:—soldi trenta ... Quel povero infelice che aveva deforme la persona, sospettosamente passava tra gli allegri bagnanti, e cercava la spiaggia deserta e sedeva di faccia al mare ... Era un amore il cielo: era un amore il mare ...
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