Libri marchese
Libri su marchese, con la parola marchese
Decameron (pagina 13)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Era il marchese di Monferrato, uomo d'alto valore, gonfaloniere della Chiesa, oltremare passato in un general passaggio da' cristiani fatto con armata mano ... E del suo valore ragionandosi nella corte del re Filippo il bornio, il quale a quello medesimo passaggio andar di Francia s'aparecchiava, fu per un cavalier detto non esser sotto le stelle una simile coppia a quella del marchese e della sua donna: però che, quanto tra' cavalieri era d'ogni virtù il marchese famoso, tanto la donna tra tutte l'altre donne del mondo era bellissima e valorosa ... Le quali parole per sì fatta maniera nell'animo del re di Francia entrarono, che, senza mai averla veduta, di subito ferventemente la cominciò a amare; e propose di non volere, al passaggio al quale andava, in mare entrare altrove che a Genova, acciò che quivi, per terra andando, onesta cagione avesse di dovere andare la marchesana a vedere, avvisandosi che, non essendovi il marchese, gli potesse venir fatto di mettere a effetto il suo disio ... E secondo il pensier fatto mandò a essecuzione: per ciò che, mandato avanti ogni uomo, esso con poca compagnia e di gentili uomini entrò in cammino; e, avvicinandosi alle terre del marchese, un dì davanti mandò a dire alla donna che la seguente mattina l'attendesse a desinare ...
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Decameron (pagina 18)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... In tanto tumulto e discorrimento di popolo, avvenne che in Trivigi giunsero tre nostri cittadini, de' quali l'uno era chiamato Stecchi, l'altro Martellino e il terzo Marchese, uomini li quali, le corti de' signor visitando, di contraffarsi e con nuovi atti contraffaccendo qualunque altro uomo li veditori sollazzavano ... E poste le lor cose a uno albergo, disse Marchese: “Noi vogliamo andare a veder questo santo, ma io per me non veggio come noi vi ci possiam pervenire, per ciò che io ho inteso che la piazza è piena di tedeschi e d'altra gente armata, la quale il signor di questa terra, acciò che romor non si faccia, vi fa stare; e oltre a questo la chiesa, per quel che si dica, è sì piena di gente che quasi niuna persona più vi può entrare ... ” Disse Marchese: “Come?” Rispose Martellino: “Dicolti ... ” A Marchese e a Stecchi piacque il modo: e senza alcuno indugio usciti fuor dell'albergo, tutti e tre in un solitario luogo venuti, Martellino si storse in guisa le mani, le dita e le braccia e le gambe e oltre a questo la bocca e gli occhi e tutto il viso, che fiera cosa pareva a vedere; né sarebbe stato alcuno che veduto l'avesse, che non avesse detto lui veramente esser tutto della persona perduto e ratratto ... E preso, così fatto, da Marchese e da Stecchi, verso la chiesa si dirizzarono in vista tutti pieni di pietà, umilemente e per l'amor di Dio domandando a ciascuno che dinanzi lor si parava che loro luogo facesse, il che agevolmente impetravano; e in brieve, riguardati da tutti e quasi per tutto gridandosi “Fa luogo! fa luogo!”, là pervennero ove il corpo di santo Arrigo era posto; e da certi gentili uomini, che v'erano da torno, fu Martellino prestamente preso e sopra il corpo posto, acciò che per quello il beneficio della santà acquistasse ...
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Decameron (pagina 19)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... La qual cosa veggendo Stecchi e Marchese cominciarono fra sé a dire che la cosa stava male, e di se medesimi dubitando non ardivano a aiutarlo, anzi con gli altri insieme gridando ch'el fosse morto, avendo nondimeno pensiero tuttavia come trarre il potessero delle mani del popolo; il quale fermamente l'avrebbe ucciso, se uno argomento non fosse stato il qual Marchese subitamente prese: che, essendo ivi di fuori la famiglia tutta della signoria, Marchese, come più tosto poté, n'andò a colui che in luogo del podestà v'era e disse: “Mercé per Dio! Egli è qua un malvagio uomo che m'ha tagliata la borsa con ben cento fiorin d'oro; io vi priego che voi il pigliate, sì che io riabbia il mio ... ” Mentre le cose erano in questi termini, Marchese e Stecchi, li quali avevan sentito che il giudice del podestà fieramente contro a lui procedeva e già l'aveva collato, temetter forte, seco dicendo: “Male abbiam procacciato; noi abbiamo costui tratto della padella e gittatolo nel fuoco ... Era adunque, al tempo del marchese Azzo da Ferrara, un mercatante chiamato Rinaldo d'Asti per sue bisogne venuto a Bologna; le quali avendo fornite e a casa tornandosi, avvenne che, uscito di Ferrara e cavalcando verso Verona, s'abbatté in alcuni li quali mercatanti parevano, e erano masnadieri e uomini di malvagia vita e condizione, con li quali ragionando incautamente s'accompagnò ...
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Decameron (pagina 20)
di Giovanni Boccaccio (estratti)
... Egli era in questo castello una donna vedova, del corpo bellissima quanto alcuna altra, la quale il marchese Azzo amava quanto la vita sua e quivi a instanzia di sé la facea stare: e dimorava la predetta donna in quella casa, sotto lo sporto della quale Rinaldo s'era andato a dimorare ... E era il dì dinanzi per avventura il marchese quivi venuto per doversi la notte giacere con essolei, e in casa di lei medesima tacitamente aveva fatto fare un bagno e nobilmente da cena ... E essendo ogni cosa presta (e niuna altra cosa che la venuta del marchese era da lei aspettata) avvenne che un fante giunse alla porta, il quale recò novelle al marchese per le quali a lui subitamente cavalcar convenne: per la qual cosa, mandato a dire alla donna che non l'attendesse, prestamente andò via ... Onde la donna, un poco sconsolata, non sappiendo che farsi, diliberò d'entrare nel bagno fatto per lo marchese e poi cenare e andarsi a letto; e così nel bagno se n'entrò ... La qual similmente pietà avendone, ricordatasi che di quello uscio aveva la chiave, il quale alcuna volta serviva alle occulte entrate del marchese, disse: “Va e pianamente gli apri; qui è questa cena e non saria chi mangiarla, e da poterlo albergar ci è assai ... Egli era grande della persona e bello e piacevole nel viso e di maniere assai laudevoli e graziose e giovane di mezza età; al quale la donna avendo più volte posto l'occhio addosso e molto commendatolo, e già, per lo marchese che con lei doveva venire a giacersi, il concupiscibile appetito avendo desto nella mente ricevuto l'avea ... Dopo la cena, da tavola levatasi, con la sua fante si consigliò se ben fatto le paresse che ella, poi che il marchese beffata l'avea, usasse quel bene che innanzi l'aveva la fortuna mandato ...
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Fermo e Lucia (pagina 39)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Noi ommettiamo i particolari di questo sciaurato affare, diremo soltanto che la prima lettera di risposta ch'ella aveva scritta ad un paggio della Marchesa, cadde in mano di questa, fu tosto consegnata al Marchese Matteo, e che il trambusto in casa fu, come era da aspettarsi, strepitoso ... Il paggio fu sfrattato immediatamente, com'era giusto; ma il Marchese Matteo che aveva idee molto larghe sul giusto in ciò che toccava il decoro della sua famiglia, intimando di sua bocca la partenza al ragazzaccio, per non aumentare il numero dei confidenti, gl'intimò nello stesso tempo che se egli si fosse in alcun tempo lasciato sfuggire una paroluzza sulla debolezza di donna Geltrude, la sua vita avrebbe scontato questo secondo delitto, e che non vi sarebbe stato asilo per lui ... Ciò non di meno per esser più certo della segretezza del paggio il Marchese Matteo nel forte del rabbuffo gli appoggiò due solennissimi schiaffi, pensando a ragione che il paggio sarebbe stato meno tentato di raccontare un'avventura, la quale per una parte poteva lusingare la sua vanità, quando ella avesse finito con un incidente doloroso e umiliante ... Il Marchese Matteo dopo d'averla caricata di strapazzi, ch'ella intese con tanto più di tremore, quanto si sentiva veramente colpevole, le annunziò una prigione indeterminata nella sua stanza, e per sopra più le parlò d'un castigo proporzionato alla colpa, senza specificarlo, e così la lasciò in guardia alla stessa donna che aveva scoperti gli altari ...
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Fermo e Lucia (pagina 40)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il Marchese Matteo, il quale passato il primo caldo dell'ira, era tosto corso a fantasticare nella sua mente se da quel disordine avesse potuto cavar qualche profitto per vincere la risoluzione di Geltrude, e che non era mai ristato dal ruminarvi sopra da poi, s'accorse al leggere di quella lettera che la figlia gli dava essa stessa l'occasione desiderata, e stabilì tosto di battere il ferro mentre ch'egli era caldo ... Geltrude v'andò di corsa, che innanzi o indietro è il passo della paura, giunse senza alzar gli occhi dinanzi al Marchese, si gittò ai suoi piedi, ed ebbe appena il fiato per dire: «perdono» ... Il Marchese con una voce poco atta a rincorare le rispose, che il perdono non bastava desiderarlo, che questo lo sa fare chiunque è colto in fallo e teme il castigo, che bisognava insomma meritarlo ... Il Marchese non rispose direttamente, ma cominciò a parlare lungamente del fallo di Geltrude e del torto ch'ella s'era posta in pericolo di fare alla famiglia ... Il Marchese, – ci ripugna dargli in questo momento il titolo di padre – la prese in parola, le annunziò il più ampio perdono, si congratulò con lei del partito ch'ella aveva preso, della vita riposata e felice ch'ella avrebbe menata, e la oppresse di quelle lodi che fanno paura, perchè lasciano indovinare a quali improperj esporrebbe il cangiar di risoluzione ...
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Fermo e Lucia (pagina 41)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... non avrebbe voluto; questo pensiero era però dubbio e confuso nella sua mente; ma foss'egli stato limpido e spiegato perfettamente, manifestarlo, accennarlo, dire una parola che contraddicesse all'entusiasmo del Marchese, sarebbe stato uno sforzo quasi impossibile ... Il Marchese fece tosto chiamare la madre e il fratello di Geltrude, per metterli, diceva egli, a parte della sua consolazione, per riporre Geltrude nella stima e nell'affetto della famiglia ... Questa condiscendenza non veniva già da un sentimento del suo dovere nè da stima pel Marchese, ma dall'aver veduto chiaramente da principio che il resistergli sarebbe stato un cozzar coi muricciuoli ... Del resto i disegni del Marchese sul collocamento di Geltrude erano così conformi a quello che si chiamava interesse della famiglia, e alle mire avare e ambiziose in allora tanto universali, che quel poco di opinione che la Marchesa aveva a sua disposizione non poteva non approvarli ... Il Marchese fece cuore a Geltrude, e la presentò con volto lieto alla madre e al fratello ... Il Marchese Matteo si diffuse allora a magnificare le disposizioni che aveva già fatte di lunga mano per rendere lieta e splendida la sorte della sua figlia ... «Oh!» s'interruppe il Marchese; «noi stiamo qui facendo chiacchere, e si dimentica il principale: bisogna fare una domanda in forma al Vicario delle monache, altrimenti non si conclude nulla ... Questi giunse ritto ritto, intirizzato quanto poteva comportare la fretta di obbedire al Signor Marchese; il quale tosto gli diede ordine di stendere la supplica ... Il Segretario, rivolto a Geltrude disse: «ah! ah!» per pigliar tempo a studiare un complimento di congratulazione: ma il Marchese lo interruppe dicendo: «Presto, presto, scrivete alla buona, senza concetti; già conosciamo la vostra abilità ... » Il Segretario scrisse, e il foglio fu dato a Geltrude da ricopiare, la quale ricopiò, e appose il suo nome, come le comandò il Marchese ... «Piano, piano, cervellino,» ripigliò il Marchese rivolto al figlio: «forse Geltrude è stanca, e vuole aspettare fino a domani ... «Domani,» disse solennemente il Marchese: «domani, è il giorno ch'ella ha stabilito ... Il Marchese aveva fatto avvertire alcuni parenti più prossimi del ristabilimento della figlia, e della sua risoluzione: le due liete nuove si sparsero, e come la famiglia del Marchese spandeva un lustro grande su tutta la parentela, comparvero dopo il pranzo visite di congratulazione ...
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Fermo e Lucia (pagina 42)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... «Ho finalmente», disse il Marchese Matteo «avuta la consolazione di veder mia figlia trattata e distinta da sua pari ... Dopo il Marchese ella era stata la prima a dire che Geltrude aveva ad esser monaca per non rubare una parte d'entrata al Marchesino ... Guarda in quei momenti: non ha tema di nessuno, fuorchè del Signor Marchese; ma poi finalmente egli non ha sopra di sè che il Signor Marchese, e un giorno il Signor Marchese sarà egli ...
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Fermo e Lucia (pagina 43)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Il Marchese con lieto viso si fece incontro a Geltrude, e le disse ... Era preparata una sedia a bracciuoli, e il Marchese accennò amorevolmente a Geltrude che vi sedesse, e perch'ella confusa stava alquanto in forse: «qui, qui,» diss'egli, «certamente: dopo la risoluzione che avete fatta non siete più una ragazzetta: siete come un di noi ... Preso il fatal ciocolatte, il Marchese si alzò, pigliò Geltrude in disparte, e con aria di consiglio amorevole le disse ... Ella arrossò, non rispose nulla, chinò il capo, gli occhi le si gonfiarono; ma un «via via», detto risolutamente dal Marchese e l'apparire d'un servo che annunziava che il cocchio era pronto, la costrinsero a farsi forza, e a ricomporsi ... È inutile dire che questa era stata dal Marchese avvertita per un messo straordinario della visita che avrebbe ricevuta e del perchè ... Alzò un momento gli occhi verso il padre che le stava di fianco, per indovinare che effetto avrebbe prodotto la sua resistenza, e come per esperimentare le proprie forze, ma vide negli sguardi del Marchese una espressione sì minacciosa, che tutto il suo coraggio svanì ...
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Fermo e Lucia (pagina 44)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Mentre la Marchesa e il Marchesino si abbandonavano con alcune suore alle varie riflessioni che può far nascere un bacile di dolci, e Geltrude era costretta di rispondere come poteva ai complimenti che altre suore le facevano, la madre badessa chiamò in disparte il Marchese ad un'altra grata ... «Signor Marchese ... » «Oh! Pensi, Signor Marchese; non sono pur cose da dirsi: ho parlato per mio dovere; ma s'immagini ... Dopo alcuni altri complimenti, il Marchese si accomiatò, e Geltrude colle tenere espressioni della badessa, con le istanze delle suore di venir presto, fu rimessa in cocchio più stordita, più incerta, più sopra pensiero di quello che fosse partita la mattina, ma con un anello di più alla sua catena; e che anello! Ma la badessa aveva ella qualche dubbio sulla libera elezione di Geltrude, o prestava fede intera alle parole materiali ch'erano uscite dalla bocca di lei? Il manoscritto non ne dice nulla; si perde invece a raccontare lunghissimamente dei particolari nojosi che noi ommettiamo, intorno ad alcune brighe del monastero, ad alcune rivalità, ad alcuni impegni, nei quali l'aver fra le suore una figlia di famiglia potentissima poteva essere un gran soccorso ... La Marchesa sbadigliando parlò con ammirazione della badessa: «Come s'è portata!» diss'ella «non mi aspettava tanto; ah! che contegno! aah! che dignità! aaah! che disinvoltura!» «Sì, sì:» rispose il Marchese, «ma! Geltrude sarà altra cosa ... Il Marchese lasciava chiaccherare il figlio, perchè in questa faccenda egli aveva più da fare che da dire, e tutto ciò che gli risparmiava una occasione di discorso, lo toglieva da un impaccio: quanto alla Marchesa, malgrado i trabalzi che una carrozza di quei tempi dava in una strada di quei tempi, ella dormiva saporitamente: cosa che non sorprenderà chi sappia che cosa vuol dire essere svegliato tre ore prima del solito, e ...
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Fermo e Lucia (pagina 45)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... Scesi, e salite le scale, il Marchese intimò alla madre e alla figlia che prima del pranzo dovessero porsi in assetto per andar subito dopo a restituire la visita alle dame che avevano favorito la sera antecedente ... Dopo cena il Marchese pose in campo il discorso dei divertimenti che si dovevano dare a Geltrude, e delle conversazioni dove ella aveva ad esser presentata come sposina ... Siccome il Marchese proferendo quelle ultime parole s'era voltato verso la Marchesa come invitandola a proporre la dama che le fosse paruta più a proposito (atto per parentesi che il Marchese faceva rarissimo) la Marchesa cominciò tosto: «Vi sarebbe ... » «No no,» interruppe il Marchese, «la prima condizione d'una madrina è ch'ella vada a genio della sposina; e benchè l'uso universale e ragionevole dia questa scelta ai parenti, pure Geltrude ha tanto giudizio che merita che si faccia una eccezione per lei ... «Ben scelto, ben scelto,» disse il Marchese: «e Lei», proseguì verso la Marchesa, «andrà domani a farne la domanda alla dama; e si ricordi di dire che la scelta è stata fatta da Geltrude: che son certo che la dama aggradirà doppiamente la domanda ... Il momento che Geltrude desiderava non senza qualche terrore, il Marchese lo affrettava con istanze, perchè, come si è detto, egli era uomo esperimentato, e sapeva che a volere che un affare sia spicciato, bisogna muoversi; e il momento venne ... Un bel mattino il Marchese annunziò a Geltrude che in quel giorno il Signor ... Ma come quella conferenza avrebbe avute conseguenze serie, e Geltrude vi doveva esser sola con l'ecclesiastico, così il Marchese stimò che fosse necessario aggiungere all'annunzio qualche avvertimento che lasciasse una impressione nell'animo della figlia, e le servisse di compagnia e di guardia nell'assenza forzata d'ogni altro custode ...
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Fermo e Lucia (pagina 46)
di Alessandro Manzoni (estratti)
... » Il tuono solenne e misterioso con cui il Marchese aveva cominciato il suo discorso aveva già messa in apprensione Geltrude: e nella angoscia dell'aspettazione i tratti del suo volto erano immobili, tesi, ravvolti come le foglie d'un fiore nell'afa che precede la burasca: ma la gragnuola assidua e crescente di quelle parole minacciose percotendola, la abbattè affatto, e la fè sciogliere in uno scoppio di pianto ... che è stato?» disse avvedendosene il Marchese, il quale era in quella faccenda tanto occupato delle conseguenze che ella poteva avere per lui che non pensava che ella potesse toccare altri tanto sul vivo ... Il Marchese lo accompagnava, e dato uno sguardo a Geltrude si ritirò: la madrina passò nella stanza vicina: la porta di comunicazione aperta in modo che ella potesse da quella vedere e non intendere ... Il Marchese parlandogli della figlia ch'egli aveva ad esaminare ne aveva esaltata la pietà, l'amore del ritiro, il desiderio di conservarsi nel chiostro per esser pura e santa ... – Oh! – dirà taluno, – se egli non avesse creduto al Marchese, avrebbe dovuto supporre così di primo slancio che Geltrude era una finta, o il Marchese un tiranno impostore ...
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L'arte di prender marito (pagina 6)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Fossero però quegli occhialoni d'oro o i capelli bianchi, che erano tanto vicini ad essi, gli sguardi del marchese nè ferivano nè incendiavano, e neppure vellicavano la pelle di Emma ... Questa accettava tutte quelle cortesie e galanterie come da un babbo, e diceva spesso: —Che buon uomo è quel marchese di Acquafredda! I due amori dell'Ingegnere e del Marchese camminavano, con diversa velocità, ma paralleli l'uno all'altro ... Quello del Marchese correva assai più lesto, perchè i vecchi son sempre impazienti e perchè la timidezza eccessiva rallentava il passo all'Ingegnere ... Il marchese di Acquafredda con una lettera modestissima chiedeva al padre di Emma la di lei mano ... —Il marchese di Acquafredda ha chiesto la tua mano… ... Ma il Marchese ha almeno settant'anni ... In quel vortice essa vedeva turbinarle intorno ora Enrico, ora il Marchese, ora il Rinaldini, che allungavano le braccia verso di lei, come se volessero rapirla… ... Sentiva che al mattino avrebbe dovuto correr dalla mamma, confessarle l'amor suo per Enrico e pregarla a voler rispondere collo stesso monosillabo di rifiuto al Marchese e all'Ingegnere ...
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L'arte di prender marito (pagina 7)
di Paolo Mantegazza (estratti)
... Maria non la lasciò neppur finire, perchè, con una strana violenza, le disse: —Emma, sposa subito il marchese di Acquafredda ... No, no, Emma, sposa il marchese di Acquafredda ... Quanto a me, se la mamma non mi lasciasse sposare Enrico, accetterei la mano dell'ingegnere Rinaldini, non mai quella del marchese; per quanti blasoni e milioni egli potesse offrirmi ... Tu almeno hai amato e hai goduto due mesi di paradiso; io sposando il Marchese non ne avrei neppure un'ora… ...
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La trovatella di Milano (pagina 7)
di Carolina Invernizio (estratti)
... Il nome del marchese Diego gli corse sulla bocca e lo ripetè più volte con una specie di delirio ... —Ebbene, sì, conosco questo nome e la persona che lo porta—replicò con impeto Maria—ma voi… non so chi siete… —Perchè mentire? Sapete bene che nessun altro all'infuori di me porta un tal nome; il marchese Diego deve avervelo detto per farvi sua complice nella trama, che doveva perdermi nell'anima della contessina Adriana… Maria credeva diventar pazza: davanti agli occhi le passavano dei bagliori sinistri e slanciandosi verso il giovane, gli strinse il braccio con violenza, esclamando: —Signore, cessate ve ne prego una così orribile commedia o non rispondo più di me stessa: il marchese Diego non lo conosco, ve lo giuro, mi pare bensì di averlo sentito nominare… ma non comprendo… ciò che vogliate dire… Eravi tanta sincerità nell'accento straziante della bella ...
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La trovatella di Milano (pagina 8)
di Carolina Invernizio (estratti)
... —Chi? —Il marchese Diego Tiani, che si è approfittato del mio nome, non solo per tradirvi, povera fanciulla, ma per ingannarne un'altra, che io amavo ... —Ah! se mi conosceste, non direste così: ve lo ripeto: colui che vi sedusse, si prese giuoco di me, di un'altra, è il marchese Tiani e per convincervi, vi dirò che l'ultima notte di carnevale, io stesso, aggredito da lui, a tradimento, infamemente, l'inseguii fino a questa strada, dove lo persi di vista ... —Egli non mi ha tolto solo ogni mia felicità, ma agli occhi della contessina Adriana sono apparso un essere spregevole: il marchese Diego non ha solo ordito un piano d'infamia, ma disonorato il mio nome ... Il marchese Diego Tiani e sua moglie, invece di un lungo viaggio di nozze, avevano scelto per la loro luna di miele la solitudine di una villetta presso Cernusco-Merate ...
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La trovatella di Milano (pagina 12)
di Carolina Invernizio (estratti)
... Il processo di Maria, la bella guantaja di Porta Vittoria, accusata e confessa di aver assassinato il marchese Diego Tiani suo amante, aveva menato gran rumore in tutta Milano ... L'accusata aveva raccontato senza reticenze, freddamente, a testa alta «che ella era stata l'amante del giovine, prima ancora che egli prendesse moglie: aggiunse che Diego le aveva giurato di continuare la loro relazione, perchè sposando la figlia del conte Patta, non aveva avuto in mira altro che l'interesse; quindi invece di condurre la sposa lontano aveva scelto per la luna di miele la solitudine di quella villetta presso Cernusco-Merate, così poteva continuamente recarsi a Milano… «Ma il marchese Diego dopo alcuni giorni pareva aver dimenticati i suoi giuramenti: si erano incontrati una sol volta, ed egli si era mostrato freddo, annoiato, rispondendo alle sue smanie, alle sue suppliche di non abbandonarla, con delle beffe, parole insultanti, e persino con delle minaccie… «Ella aveva tutto sofferto, illudendosi ancora, sperando sempre che il giovane sarebbe ritornato a lei; ma Diego non le dette più segno di vita ... «Il marchese dopo averle fatta visitare tutta la casa, la condusse nella camera della moglie ... Il domestico di Diego asseriva invece; «che la marchesa Tiani non si era mai staccata dal marito e si trovava alla villetta anche la notte dell'assassinio: raccontò la passeggiata furiosa fatta in quel giorno in carrozza col padrone, il loro ritorno a casa ed aggiunse che sebbene il marchese, contro il solito, lo mandasse a coricarsi non avendo più bisogno dei suoi servigi, egli non si era ancora posto a letto, allorchè rintronò uno sparo, che lo fece accorrere nell'appartamento del padrone; ma nel corridoio incontrò Clarina ed uno sconosciuto, che si slanciavano verso le stanze della marchesa ... «Spaventato era corso fino in paese a chiamare aiuto e quand'era ritornato, non vi trovò più che quella sconosciuta, la quale fattasi innanzi ai carabinieri, aveva detto con molta calma: «—Vi attendevo; sono io che uccisi il marchese Diego e mi trovo pronta a seguirvi ...
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La trovatella di Milano (pagina 13)
di Carolina Invernizio (estratti)
... —A costo di qualsiasi cosa, bisogna che vada, voglio sapere se Diego ha lasciato qualche scritto compromettente… —A quest'ora, signore, non siete più in tempo; le autorità devono già essere sul luogo, perchè nessuno ebbe testa in quel momento d'impedire al servo del marchese di correre a dar l'allarme, e voi sapete meglio di me, che quando in una casa si commette un delitto, non si può toccare cosa alcuna, fin dopo le constatazioni legali ... Ma quando dall'autorità fu avvertito dell'assassinio commesso sul marchese ed invitato a recarsi alla villetta per assistere personalmente all'inchiesta, ricominciò a tremare e si stropicciò colla mano la fronte, che l'angoscia solcava di rughe profondissime ... Quando si trovò dinanzi al cadavere di Diego, il suo viso scialbo non ebbe che una leggiera contrazione, ma questa si accentuò ed il sangue gli salì al cervello, allorchè vide lo scompiglio, che regnava nella stanza del marchese ... Da che proveniva quella generosità della bella guantaia, dell'omicida? Qual sentimento l'aveva spinta a distruggere quelle carte, a cercare di seppellire un segreto che poteva giovarle? Avrebbe voluto saperlo, ma nello stesso tempo si guardava bene dal chiederlo… Solo alcuni giorni dopo, gli venne riferito che Maria essendo stata interrogata sui motivi che l'avevano indotta a rovistare i cassetti di quello scrittoio, a bruciare quelle carte, disse che ella voleva distruggere tutta la sua corrispondenza col marchese, ed avendo trovato altre lettere di donna le mise tutte in un fascio, con diversi fogli, senza neppure esaminarli, tanto si trovava eccitata ... L'unico che fosse sfuggito all'attenzione generale, era Gabriele… Nessuno lo disturbò, nè chiese di lui, che ormai aveva libero accesso al palazzo del conte, il quale comprendeva che per far dimenticare a sua figlia l'ultimo colloquio avuto col marchese, quand'ella sarebbe stata in grado di ricordare, l'unico che potesse giovarle, lasciarle credere che Diego aveva mentito, rivelandole un segreto che non esisteva, era Gabriele Terzi ... Gli pareva di aver veduta altra volta quella figura slanciata, piena d'alterezza, quel viso di un pallore diafano, che portava le traccie dei lunghi patimenti sofferti in silenzio, quei grandi occhi glauchi, che si fissavano nel vuoto, senza nulla vedere… Ma dove? Quando? Ad un tratto fece un balzo come se si destasse repentinamente, il cuore gli si strinse in una crispazione spaventosa, un'esclamazione pazza gli salì alla gola e per rattenerla, fece uno sforzo così violento, che i pomelli delle sue gote, s'infiammarono, negli occhi ebbe una specie di barbaglio… Egli tremò ancor più sentendo la voce dell'accusata, che ripeteva la confessione fatta al giudice istruttore, senza aggiungere o togliere una sola parola… —Insistete a dire che eravate sola col marchese Diego nella villa di Cernusco, dove egli stesso vi condusse?—esclamò il presidente ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 8)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Vado a mettermi vicino al marchese, che ha più giudizio di voi ... Il marchese, cogli occhietti svegli adesso, andava fiutandole da presso il profumo di bergamotta, tanto che essa doveva schermirsi col ventaglio, e il vecchietto ad ostinarsi: - No! no! lasciatemi fare le mie devozioni! ... L'arciprete prese tabacco, si spurgò, tossì, infine si alzò, e si mosse per andarsene, gonfiando le gote - le gote lucenti, la sottana lucente, il grosso anello lucente, tanto che le male lingue dicevano fosse falso; mentre il marchese gli gridava dietro: - Don Calogero! don Calogero! dico per dire, che diavolo! Alla mia età ... E appena cessarono le risate alla sortita del marchese, si udì donna Giuseppina Alòsi, che faceva le sue confidenze al cavaliere ... - Eh, marchese? eh? Chi ve l'avrebbe detto, ai vostri tempi? ... Il marchese, impenetrabile, rispose solo: - Eh, eh, caro barone! Eh, eh! - Sapete quanto ha guadagnato nella fabbrica dei mulini mastro-don Gesualdo? - entrò a dire il notaro a mezza voce in aria di mistero ... Se lo lasciano fare, di qui a un po' si dirà che mastro-don Gesualdo è il padrone del paese! Il marchese allora levò un istante la sua testolina di scimmia; ma poi fece una spallucciata, e rispose, con quel medesimo risolino tagliente: - Per me ... - Adesso? - sogghignò il marchese per calmarlo ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 9)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Ecco qui il santo! Il marchese Limòli, che temeva l'umidità della sera, aveva afferrato la mamma Margarone pel suo vestito di raso verde, e faceva il libertino: - Non c'è furia, non c'è furia! Il santo torna ogni anno ... Lasciamo il posto ai giovani, noi che ne abbiamo viste tante delle feste! E continuava a biasciarle delle barzellette salate nell'orecchio che sembrava arrossire dalla vergogna; divertendosi alla faccia seria che faceva don Filippo sul cravattone di raso; mentre la signora Capitana, per far vedere che sapeva stare in conversazione, rideva come una matta, chinandosi in avanti ogni momento, riparandosi col ventaglio per nascondere i denti bianchi, il seno bianco, tutte quelle belle cose di cui studiava l'effetto colla coda dell'occhio, mentre fingeva d'andare in collera allorché il marchese si pigliava qualche libertà soverchia - adesso che erano soli - diceva lui col suo risolino sdentato di satiro ... Il marchese Limòli al solito trovò la parola giusta: - Finché i parenti non si saranno accordati per la dote, non se ne deve parlare in pubblico ... - Bianca! Bianca! - chiamò il marchese Limòli ... - Che bella figurina! - osservò la signora Capitana per adulare il marchese, mentre la giovinetta attraversava la sala, timida, col suo vestito di lanetta, l'aria umile e imbarazzata delle ragazze povere ... - Sì, - rispose il marchese ... - Cosa ci fai lì con mastro-don Gesualdo? - borbottò il marchese, rimasto solo colla nipote ... - Cos'hai? ti senti male? - disse il marchese vedendo la nipote così pallida ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 10)
di Giovanni Verga (estratti)
... Guardate che mani, signor marchese! ... La signora Sganci mi diceva da un pezzo: l'anno venturo voglio che don Gesualdo venga in casa mia, a vedere la processione! Il marchese Limòli, il quale aveva salutato gentilmente il santo Patrono al suo passaggio, inchinandosi sulla spalliera della seggiola, raddrizzò la schiena facendo una boccaccia ... Il marchese che stava per iscoppiare, l'interruppe alla fine: - Ma che sciocchezze! ... ! La signora Capitana affettava di guardare con insistenza la collana di donna Giuseppina Alòsi, nel tempo stesso che rimproverava il marchese: - Libertino! ... - Che c'è di nuovo, don Gesualdo? - gridò infine il marchese ristucco, con la vocetta fessa, voltando le spalle all'arciprete ... Il barone Zacco, poi, figuriamoci! - Eh! eh! marchese! ... Mastro-don Gesualdo volse un'occhiata in giro su tutta quella gente che rideva, e rispose tranquillamente: - Che volete, signor marchese? ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 25)
di Giovanni Verga (estratti)
... Verso un'ora di notte arrivò il marchese Limòli, facendosi largo colla canna d'India ... - Spazzo via tutto, signor marchese? Butto via ogni cosa? - No, no! ... Ah, signor marchese! ... In cima alla scala comparve anche donna Sara Cirmena, la sola di tutto il parentado della sposa che si fosse degnata di venire, con un moggio di fiori finti in testa, il vestito di seta che aveva preso le pieghe come la carta, nel cassettone, i pendagli di famiglia che le strappavano le orecchie, seccata di aspettare da un gran pezzo in un bagno di sudore, e si mise a strillare di lassù: - Ma che fanno? C'è qualche altra novità? - Nulla, nulla, - rispose il marchese salendo adagio adagio ... - Come? Non c'è nessuno ancora? - esclamò il marchese, giunti che furono nella camera nuziale, parata come un altare ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 26)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Bello! bello! - approvò il marchese ... Il marchese si schermì: - Grazie, figliuol mio! ... Bianca prese il bacio della zia Cirmena, il bacio dello zio marchese, ed entrò sola nelle belle stanze, dove non era anima viva ... - Ehi? ehi? bada che perdi il marito! - le gridò dietro lo zio marchese fra le risate generali ... - Vai in cucina, da questa parte - gli rispose il marchese ... - Questo è tuo cognato, - disse il marchese a Bianca ... Il marchese, sdraiato sulla sedia a bracciuoli, accanto alla nipote, sembrava un presidente, chiacchierando soltanto lui ... Il marchese e il canonico Lupi tenevano viva la conversazione, don Gesualdo approvando coi cenni del capo; gli altri ascoltavano: la zia Cirmena con le mani sul ventre e un sorrisetto amabile che faceva cascare le parole di bocca: un sorriso che diceva: - Bisogna pure! giacché son venuta! ... - Il raccolto è andato bene! - disse il marchese a voce più alta, perché gli altri lo seguissero dove voleva arrivare ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 28)
di Giovanni Verga (estratti)
... Il marchese per tagliar corto l'accomiatò: - Va bene! Buona sera, caro don Luca! Nell'altra stanza, appena furono usciti gli invitati, si udì un baccano indiavolato ... Don Gesualdo, infuriato, voleva correre col bastone a far cessare quella baraonda; ma lo zio marchese lo fermò pel braccio! ... Rimase solo Ciolla, che fingeva d'andare pei fatti suoi canticchiando: Amore, amore, che m'hai fatto fare? Donna Sarina e il marchese Limòli si erano avvicinati anch'essi al balcone ... - sogghignava intanto il marchese ... - Sono pazzi! - interruppe il marchese ad alta voce, accalorandosi anche lui ... diteglielo pure! - Ha ragione! - aggiunse il marchese fermandosi a metà della scala ... Uno schiaffo, caro mio! Uno schiaffo che avete dato a tutti quanti! - Sapete cosa ho da dirvi? - si mise a strillare allora il marchese levando il capo in su ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 47)
di Giovanni Verga (estratti)
... La Rubiera cominciò a salutare da lontano, col ventaglio, col fazzoletto, mentre discorreva col marchese Limòli, talmente accesa che sembrava volessero accapigliarsi ... - Che c'è? - chiese il marchese entrando ... - Povera bambina! povera bambina! - Il marchese indugiava in anticamera, accarezzando la ragazza ... - Oh, oh, - disse il marchese, salutando don Bastiano ch'era rimasto un po' grullo ... Il marchese domandò a un tratto che n'era di don Filippo, e gli risposero che era uscito per condurre a spasso Nicolino ... Solo il marchese sembrava che pigliasse un grande interesse ai discorsi del capitano, quasi non fosse fatto suo ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 63)
di Giovanni Verga (estratti)
... - Il marchese Limòli ringraziava lui, con un cenno del capo, e lo presentò alla nipote ... Il duca e il balì di Leyra fecero un gruppo a parte, sul marciapiede del Caffè dei Nobili, colla famiglia di don Gesualdo e il marchese Limòli ... Il signor duca, colla parlantina sciolta, discorreva un po' di tutto, di agricoltura col padrone di casa, di mode con le signore, di famiglie antiche col marchese Limòli ... Il balì di Leyra e il marchese Limòli poi avevano intavolato un altro discorso, così, a fior di labbra, tenendosi sulle generali ... L'altro sensale, il marchese Limòli, non aveva saputo badare nemmeno ai suoi interessi ... Lo zio marchese, uomo di mondo, che ne sapeva più di tutti sulle chiacchiere raccolte a casaccio, prese a quattr'occhi don Gesualdo: - Insomma, volete capirla? Vostra figlia dovete maritarla subito ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 70)
di Giovanni Verga (estratti)
... Sopraggiunse il marchese Limòli insieme al confessore ... - borbottò il marchese ... - No, - disse il marchese ... Il marchese, ch'era sordo come una talpa, domandò: - Eh? Che c'è? Il finimondo c'era! Don Gesualdo rimase colla chicchera in mano ... Dopo un momento sporse il capo dall'uscio dell'anticamera, e chiamò a voce alta: - Marchese! Marchese Limòli! Rimasero a discutere sottovoce nell'altra stanza ... Pareva che il barone mettesse buone parole con un terzo che era arrivato allora, e il marchese andasse scaldandosi ...
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Mastro don Gesualdo (pagina 75)
di Giovanni Verga (estratti)
... Al baccano, il marchese, oramai sordo come una talpa, s'era buttato un ferraiuolo sulle spalle, e stava a vedere dietro l'invetriata del balcone, in camicia, collo scaldino in mano e i piedi nudi nelle ciabatte, quando gli capitò quella nespola fra capo e collo ... E in quel sudiciume il marchese ci stava come un principe, sputando in faccia a tutti quanti le sue miserie ... Sul vecchio canapè addossato al muro, puntellandolo cogli stessi mattoni rotti, improvvisarono alla meglio un letto per don Gesualdo che non stava più in piedi, mentre il marchese continuava a brontolare: - Guardate cosa ci capita! Ne ho viste tante! Ma questa qui non me l'aspettavo ... - Non è questo, no, signor marchese ... Il marchese, ch'era tornato arzillo e gaio fra tutto quel parapiglia, aguzzando l'udito, ficcandosi in mezzo per acchiappar qualche parola, corse al balcone ... - Certo, certo, - ripeteva il marchese ... Son io che ho promesso mari e monti? - Per chetarli, in nome di Dio! Parole che si dicono, si sa! Avrei voluto vedervi, dinanzi a quelle facce scomunicate! Il marchese si divertiva: - Senti senti! Guarda guarda! - Insomma, - conchiuse Mèndola, - queste son chiacchiere, e bisogna pigliar tempo ... - Il marchese approvò anch'esso: - Benissimo ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 4)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... "L'ho visto una volta sola, ma un gran naso!" "Non lo tocchi, marchese!" esclamò l'uomo acido ... Forestieri, marchese, gente che invita, gente che spende, signor mio! Adoriamoli, ungiamoli, lecchiamoli, andiamo in visibilio, andiamo in deliquio! Che distinti, che amabili, che cari, che spirito, che bellezza! Ella, marchese, mi parla del naso di lui, ma giurerei che qui si trova bello anche il naso di lei!" "Peuh!" fece don Serafino, come per dire che questo secondo naso non gli pareva poi tanto obbrobrioso ... "Ma sì, caro! Sente, marchese? Anche il clero! Ci perde la testa anche il clero, ci perde! Eppure quella è gente che non va a messa ... Ella era, del resto, imbronciata, quella sera; e il marchese Zaneto, con la sua coscienza tutta intrisa dell'uovo illegittimo preso per distrazione in cucina, colse il tempo in cui gli altri, infervorati nella disputa per i nasi Dessalle, non badavano a loro, si accostò alla sua sposa, si mise a farle delle moine contrite che la seccarono ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 32)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Anche il marchese accattava un colloquio per accattare altre gravissime cose, ma il Commendatore non lo potè accordare lì per lì e lo rimandò alle cinque di quel famoso lunedì ... Trottò via con la segreta speranza di liberarsi anche dal marchese al quale non poteva promettere alcun balsamo per il suo ulcus senatorium ... Tempo addietro, prima dell'incontro di Praglia, Carlino ne aveva fatto parlare al Commendatore dal marchese Scremin, e il Commendatore s'era adoperato a favore dei Dessalle in Roma con il solito caritatevole zelo a cui ogni specie di prossimo più lontano traeva elemosinando ... Adesso, all'udire la nuova raccomandazione del marchese per l'affare Dessalle, ebbe un sorriso interno di spettatore savio delle debolezze umane; perchè sapeva pure che a favore di Zaneto erano in giuoco presso il ministero influenze mosse da casa Dessalle ... A furia di ragionare col marchese scrupoloso del lobo cerebrale destro, il marchese dottor sottile del lobo cerebrale sinistro lo aveva persuaso che facendo al Commendatore la raccomandazione Dessalle in ordine al meditato fine principale di allontanare Jeanne da suo genero, si potevano accettare in pace i benefizi accessori che ne venissero naturalmente, come l'appoggio dei Dessalle per ottenere al modesto panino Zaneto un posto sulla pala ministeriale delle infornate ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 47)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Personaggi: il marchese Torototèla, come il cavaliere chiamava Zaneto per certe sue antiche colascionate poetiche, la marchesa Nene, don Giuseppe Flores e un topo ... Arriva don Giuseppe in carrozza, dalla sua villa, domanda del marchese, è introdotto e Federico riceve l'ordine di non lasciar passare nessuno ... Va finalmente a capitare scura e ansiosa in viso presso uno dei due usci dello studio del marchese ... "Ma sì, un sorze, un sorze!" Il marchese, tutto tremante, si fa una barricata della sedia ... Il marchese non si rassicura, vuole continuare le ricerche: "La scusi, don Giuseppe! La scusi, don Giuseppe! Mi rincresce!" ...
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Piccolo mondo moderno (pagina 49)
di Antonio Fogazzaro (estratti)
... Il marchese (Dio, che senatore meschinetto!) era partito lasciando molte scuse ... " Aveva fatto cenno al marchese di altre difficoltà che il suo nome incontrava, difficoltà di carattere molto positivo, forse per effetto di voci sicuramente false ma ch'era necessario di ridurre subito al silenzio ... Il marchese si era turbato alquanto, aveva risposto con un tortuoso viluppo di frasi mal connesse, volendo far intendere che per effetto di certe trattative i Dessalle conoscevano la solidità della sua posizione economica e avrebbero potuto attestarne ...
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Storia di un'anima (pagina 68)
di Ambrogio Bazzero (estratti)
... Eccolo il marchese Asdrubale!… Ebbe ventimila pertiche di terra grassa, questa villa, un palazzo ionico in Milano; creò cinque benefizii per cinque oratorii dei morti, sciolse dai livelli due monasteri, istituì varie messe pei poveri giustiziati a San Giovanni alle Case rotte; ebbe perfino trenta cani bracchi, segugi, mastini, da leva, da ferma, dodici amici senatori, una moglie infeconda e che gli visse accanto circa settantotto anni, sette mesi e qualche giorno ... Il marchese Asdrubale è morto grande di Spagna ... La vecchia guarda mestissima il marchese Asdrubale… ... La vecchia tornava nella buca: e il marchese Asdrubale scagliava via l'anello ... * * * Alla mattina del Santo Stefano, il piovano di ****, che aveva da' suoi antecessori ereditato l'obbligo di benedire a Natale li defonti del palazzo, perchè un marchese Asdrubale aveva lasciato, con decima di miglio, di avena, di frumento, un beneficio alla confraternita della Buona Morte,—alla mattina un poco tarda, il piovano, aprendo con una chiave irrugginita la cappella sepolcrale, trovava sulla pietra un uccelletto morto di freddo, lo spazzava via con una pappuccia, e, guardando per un corritoio una fuga di saloni e di saloni, incominciava a dire, stringendosi nelle spalle:—Requiem æternam dona eis, Domine… ...
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